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Autore: Giuls_breath    03/02/2016    1 recensioni
Era trascorso circa un anno dagli ultimi terribili eventi che avevano devastato Mystic Falls, era tutto normale…. o almeno così mi piaceva pensare.
Stavo male, era un dato di fatto, non una fantasia o una suggestione.
Stavo male per tante cose, mi sentivo come una bomba ad orologeria e non sapevo che cosa avrebbe potuto disinnescarla, chi mi avrebbe aiutata.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Kai, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il mio mondo - prigione

Sedicesimo Capitolo


 
La galleria illuminata divenne solo un pallido ricordo, più procedevano in quel tunnel e più l’oscurità li avvolgeva. Nessuna magia sembrava funzionare, probabilmente la magia bianca veniva respinta da quel luogo maledetto. Procedettero a tentoni, i passi risultavano incerti e rimbombavano, i loro cuori battevano forte e sembravano far addirittura più rumore dei passi stessi.
“FERMO!” lo richiamò Lucy. Kai si fermò di colpo guardando verso la direzione in cui doveva trovarsi la donna “LA SENTI?”
Kai chiuse gli occhi e provò ad isolare la paura primordiale che provava nel trovarsi circondato da quell’oscurità che sembrava volesse soffocarlo da un momento all’altro, provò a concentrarsi su tutte le altre sensazioni che provava in quel posto, prestò la massima attenzione a ciò che sentiva, se c’era qualcuno. Si sentiva come sospeso, quasi come se avesse paura a voltarsi e aprire gli occhi, come se sentisse che ci fosse qualcos’altro lì con loro.
Sentì una goccia d’acqua infrangersi contro il pavimento roccioso su cui si trovavano, a parte questo e la sgradita sensazione di trovarsi in un posto malvagio, non riuscì a percepire altro.
“L’oscurità?” chiese Kai titubante, che la strega avesse sentito altro e si arrabbiasse? Quella donna era peggio di Bonnie quando…
“Ricordo che riesco a sentirti, quindi vediamo di non offendere, mh?” vi fu un secondo di nuovo soffocante silenzio e poi disse “Comunque sì, l’oscurità. Qui è netta.”
“Come ci muoviamo se non sappiamo nemmeno dove stiamo andando e qui non si può accendere nessun tipo di luce con la magia bianca. Dobbiamo usare per forza la magia nera. Anche se... come….?”
“Posso farlo io.” disse Kai “In fondo io e la magia usata non per fare del bene, non siamo nuovi.”
Non seppe esattamente quale fosse l’espressione di Lucy, ma immaginò che avesse alzato gli occhi al cielo a mo’ di ‘fa come credi’.
Kai respirò profondamente, avrebbe saputo gestire però quel tipo di magia oscura o l’avrebbe sopraffatto, costretto a perdere totalmente il controllo e avrebbe perso sé stesso?
All’improvviso fu come se qualcosa scattasse dentro di lui, la sentì chiaramente dentro di sé, fu fredda e calda al tempo stesso, ci fu come una lotta dentro di lui tra ciò chi era e ciò che avrebbe potuto essere con quel tipo di magia. Fu come vedere un fumo denso e nero raggrupparsi al centro della stanza per poi dirigersi verso il ragazzo che l’accolse dentro di lui. La stanza si illuminò mentre Kai si accasciò per terra piegandosi in due con gli occhi e la testa in fiamme, gli sembrò di aver avuto un calcio nello stomaco, aveva quasi voglia di vomitare.
“Kai?” lo chiamò Lucy accoccolandosi accanto a lui.
La voce della strega rimbombava nella testa del giovane che aveva la vista offuscata e la testa in fiamme, si sentiva come se ogni parte di lui stesse bruciando, si stesse deteriorando e ricomponendo. Gli sembrò di impazzire per il dolore fortissimo che provava.
“Kai?” lo richiamò.
Kai non rispose, troppo preso dalle mille sensazioni prima confuse poi sempre più nette che si delineavano in lui, le mani furono scosse da una serie di lunghi e incessanti tremori, poi il nulla…
“Kai?” lo chiamò una terza volta. Il ragazzo alzò la testa e la guardò, credette di vedere Bonnie in quel momento, di sentire la sua voce e vedere i suoi occhi dolci che lo guardavano. Stava quasi per protendere la mano verso il suo viso, ma poi rammentò che era impossibile: Bonnie era bloccata laggiù…
“Stai bene?” Kai annuì deglutendo “Sei ancora tu, sì?” annuì nuovamente “Bene” gli diede una pacca sulla spalla “mettiti in piedi e diamoci da fare.”
Quella non era decisamente Bonnie, determinata sì, ma era troppo distante come tipo.
Non avrebbero potuto essere più diverse sotto quell’aspetto.
“Come mai non ti sento più?” chiese perplessa Lucy.
“Effetto della magia, credo.” rispose scrollando le spalle.
“Peccato, mi faceva piacere sentire ciò che pensavi della mia cuginetta e di me!” esclamò sorridendo. Era la prima volta che la vedeva sorridere e illuminarsi il volto.
“Sì, immagino! Allora, diamoci da fare.”
La stanza era squadrata e scavata nella roccia, l’aria era molto umida e penetrava come affilati coltelli nella pelle dei due. Al centro c’era solo un tavolo al quale evidentemente il gruppo si sedeva, lungo le pareti c’erano strani oggetti, strani barattoli in cui erano contenuti quelli che sembravano essere resti umani.
Kai si trovò a deglutire e si scoprì avere la pelle d’oca nell’osservare quei macabri oggetti. Continuò ad osservare la stanza scoprendo un libro in pelle nera ricoperta da uno spessissimo strato di polvere e ai lati dei mozziconi di candela.
“Come si crea questo tipo di ascendente?” chiese Kai.
“Per la parte plastica, possiamo usare il legno di questo tavolo, però per fondere i pezzi abbiamo bisogno della magia nera in questo caso, del tuo sangue e del mio. Credo che così possa bastare.”
“Bene, proviamoci.”
Presero a distruggere con calci e pedate il tavolo, Lucy si ferì tagliandosi le mani mentre cercava di formare l’ascendente, la magia non funzionava.
“Accidenti.” sbottò di nuovo Lucy.
“Forse… ho trovato!” esclamò “La magia non funziona perché ti stai ostinando ad usare la magia bianca, proviamo con la nera.” guardò le ferite che aveva sulle mani e immediatamente quelle si rimarginarono “Visto?” esclamò sorridendo.
“Fantastico.” disse senza entusiasmo “Sai, come la penso sulla… magia nera.” concluse con disgusto.
“Preferisci rimanere con le mani insanguinate e rischiare che qualche scheggia entri sottopelle? Vuoi provare a pensare che magari posso avere un qualche tipo di controllo sulla magia?”
“Proprio perché sei così sicuro, ho paura della magia. Di quel tipo di magia. Mai sentito parlare di un tipo di magia che ti illude di far avere il controllo su di essa e poi prende il sopravvento?”
“No, ma onestamente penso di avere un po’ di autocontrollo. Non sono stupido.”
“Sì, come ti pare, ma con la magia, quella magia non ci devi scherzare. Sai, questa tua sicurezza mi fa paura.”
“Mi hanno detto di peggio.”
Lucy mugugnò qualcosa che Kai non capì, ma probabilmente stava ancora blaterando sull’uso della magia e su quanto detestasse la magia nera.
“Lucy” disse Kai destando l’attenzione della strega “quando tutto questo sarà finito, voglio che tu porti via Bonnie. Voglio che la porti con te a New Orleans, lì non avrà problemi. Lì ci sarai tu e tutte le sue simili che potrete ridarle la fiducia e la forza che questa esperienza le ha tolto.”
Lucy abbassò lo sguardo pronta subito a ribattere, ma poi cambiò idea chiedendo: “E tu? Se Bonnie va via ed entra a scuola, non potrà più lasciarla per i prossimi cinque anni. Non vi vedrete più.”
Il cuore di Kai batté forte nel petto, sospirò e si mise a sedere per terra accanto ai resti del tavolo, li guardò e poi disse: “Preferisco non vederla più… che saperla debole e priva di fiducia in sé stessa. E’ questo quello che mi ha colpito subito di lei. La forza che aveva. Dopo che però Sebastian le è apparso, quella… energia si è come… eclissata.” guardò verso Lucy “Non sopporto di vederla così, voglio che ritrovi sé stessa e se per farlo deve andare via” annuì lentamente “così sia.”
 
 
Nessuno parlò più, tra loro scese il silenzio. Kai sentì il vento fare un gran baccano fuori la caverna, doveva essere in arrivo una vera e propria tempesta. Si alzò e senza dire nulla, uscì. Percorse con passo lento la lunga caverna, pensava a Bonnie… a quando l’aveva guardata veramente la prima volta… a quando aveva sentito la sua mano sul suo petto… a quando l’aveva guardata distrattamente mentre dormiva sul divano di casa Salvatore dopo che le aveva sparato o quando dopo aver chiuso il cofano della macchina l’aveva lasciata per terra in una pozza di sangue, l’aveva guardata e diveniva via, via sempre più piccola. Lo stomaco di Kai si contrasse al ricordo, come aveva potuto?
Ripensò allo sguardo terrorizzato di Bonnie alla sua vista e a come era fuggita…. a quando l’aveva vista piangere… a quando i loro sguardi si erano incrociati… le loro mani sfiorati… a tutto il tempo che avevano perso nel non capirsi, nel diffidare l’uno dall’altro….
Kai chiuse gli occhi, posò la mano sulla parete della roccia, ma scoprì posare la mano sul tronco di un albero e allora aprì gli occhi, si trovò fuori. Gli alberi erano scossi da un vento violento che frustava quasi il suo volto, gli graffiava le mani e i vestiti con addirittura più violenza di quanto non lo facessero quei suoi pensieri.
Volse il viso al cielo e le prime fredde gocce di pioggia gli colpirono il viso. Le prime furono rade, poi le gocce divennero più fitte fino a impedirgli addirittura la vista di quello che aveva davanti.
C’era qualcosa che gli sfuggiva, Bonnie era intrappolata nel 1903. Il mondo – prigione era legato a lui ancora e se fosse riuscito a creare un diversivo nel mondo – prigione, avesse liberato Bonnie, sigillato la prigione e poi ne assorbisse il potere? Sarebbe sempre stato legato a lui, solo che non sarebbe più esistito. In teoria, a meno che...
“Ti suggerisco di tornare dentro a meno che tu non voglia farti venire una broncopolmonite e morire prima di salvare Bonnie!” alzò lo sguardo.
“Oh, dimenticavo quanto fossi spiacevole!”
“Ah, ah. Un grazie almeno sarebbe carino da ricevere.”
Kai la guardò di traverso e la ringraziò.
Quando furono dentro, Lucy chiese: “Pensato a qualcosa mentre ti facevi una doccia fredda?”
Kai sbuffò, ma poi rispose: “Correggimi se sbaglio, il mondo – prigione è legato a me” Lucy annuì “e alla mia vita” annuì di nuovo “ho pensato ad un’altra alternativa.”
“Sono tutta orecchi.”
Kai roteò gli occhi “Se i mondi – prigione sono legati alla mia vita, potremmo andare nel mondo – prigione e fingere di dare a Sebastian quello che vuole, dovremmo creare un diversivo, liberare Bonnie, neutralizzare Sebastian e la sua combriccola, ritrovarci in una zona prestabilita e poi puff tutti a casa. Una volta tornati qui, tu o Bonnie dovrete… uccidermi temporaneamente, in modo che né il 1903 né il 1994 esistano più. Così Sebastian sarà fuori dai giochi per sempre.”
“E’ tutto estremamente geniale, ma ci sono una serie di ma. Primo per fare come dici tu, l’ascendente deve essere di andata – ritorno, insomma deve avere un timer diciamo. Secondo, chi sarà il diversivo? In quale zona ci ritroveremo? Come salviamo Bonnie? Hai pensato a tutto questo.”
“No, ma sapevo qual era l’obiettivo.”
Lucy respirò pesantemente e disse: “Lo immaginavo.”
Lucy si apprestò a percorrere per prima la caverna, mentre Kai si voltò e guardò verso l’esterno. L’aria stava diventando terribilmente umida e fredda, il freddo penetrò nelle ossa del ragazzo. Proprio mentre si stava per voltare verso il corridoio, udì perfettamente una voce, quella di Bonnie.
Non poteva essere, eppure la riconobbe.
Era impossibile, lo sapeva, ma si guardò comunque intorno. A destra e a sinistra. La cercò con lo sguardo, ma senza vederla. Forse era al di là della pioggia…. “BONNIE?” la chiamò, ma nessuno gli rispose. Continuò a guardare verso l’esterno cercandola disperatamente, ma Bonnie non c’era.
“Ti porterò a casa…. te lo prometto.”
 
 
Bonnie era in una stanza buia, e polverosa a giudicare dagli starnuti che stava facendo, e cercava forsennatamente un modo per riuscire ad uscire, ma come? Si alzò e portando una mano avanti a sé, per evitare di urtare contro qualcosa, cominciò a camminare lentamente.
Cercò di fare quanto meno rumore era possibile, ma quel pavimento era talmente vecchio che scricchiolava ad ogni minimo movimento. Il cuore di Bonnie prese a martellare forsennatamente, aveva paura, ma al tempo stesso doveva farsi forza e uscire. Trovare un modo per farlo.
Urtò contro quello che sembrava un gradino e perciò sollevò un po’ la gamba, era per davvero una scala e così cominciò a salirla. Il cuore batteva così forte che sembrava far addirittura più rumore dello scricchiolio dei suoi passi sul pavimento malandato.
Arrivò al primo piano dell’abitazione, non udì alcun rumore o voce perciò si apprestò a raggiungere la porta ancora aperta. Prese un piccolo respiro come per prendere coraggio e così avanzò, mancavano due passi alla porta e Bonnie si fermò, guardò di nuovo verso dove si dovevano trovare le scale – l’unica luce che Bonnie vedeva proveniva dall’esterno – e poi si voltò verso la porta, avanzò di nuovo e proprio mentre si apprestava a varcare la soglia, un uomo le si parò davanti.
Bonnie sussultò spaventata.
“Dove stai andando?” chiese l’uomo con voce strisciante.
Bonnie retrocesse di mezzo passo e l’uomo entrò. La guardò con il viso piegato di lato.
“Lasciami andare.”
Sapeva che non l’avrebbe mai fatto, ma non sapeva cos’altro dire.
L’uomo aprì il palmo della mano e Bonnie cadde all’indietro. Sbatté la testa per terra, con gli occhi chiusi si trovò ad annaspare per il dolore, si sentì confusa per alcuni istanti, poi riaprì gli occhi e vide troneggiare su di lei l’uomo che l’aveva colpita.
“Va’.” sentì una terza voce, si sentiva così stordita che non si accorse nemmeno di essere sollevata, la mancanza di forze la fece accasciare sulle ginocchia. Bonnie guardò dietro di sé verso la direzione della voce e vide per prima cosa una chiazza di capelli biondo pallido avanzare poi vide il volto ironico del giovane.
“Tu…” annaspò senza riuscire però a trovare le parole per esprimere il suo disprezzo.
“Sì, io. Ti sono mancato?”
Bonnie lo guardò torva.
“Non serve quello sguardo, non me ne faccio nulla. Sai” si piegò all’altezza di Bonnie “spero che il tuo amico non ce la faccia a procurare l’ascendente.”
Bonnie sorrise ironica “Ah no? Così vuoi restare qui per sempre, eh?”
Sebastian sorrise “Sai, io riuscirò ad uscire comunque. Quelli come me in un modo o nell’altro sopravvivono sempre. E Kai ne è la prova. Sai, un giorno potrei svegliarmi e decidere di diventare tuo amico e un giorno magari provarci anche con te.” Bonnie lo guardò disgustata “In fondo, prima che sapessi chi ero, ti piacevo. Lo so.”
“No.”
“Oh sì, invece. Ti piaceva che qualcuno ci provasse con te, che fosse dolce con te. Chissà se Kai ha utilizzato i miei stessi trucchetti per arrivare al tuo cuore. Volevi un cambiamento da parte sua e puff è arrivato, non è un po’ strano? Ti ha accontentata soltanto, secondo me.”
“Puoi dire tutto quello che vuoi, ma non puoi paragonare Kai a te.”
“Eh no, lui è un mostro che ha potuto essere perdonato perché si è dimostrato un bravo cavaliere. Timido, dolce e con un grande bisogno di perdono e di affetto.” disse in tono teatrale “Io, invece, il mostro che usa la Magia Nera, imperdonabile!” esclamò con lo stesso tono “Forse dovrei uccidere anch’io qualcuno e mendicare poi il perdono e l’amore di una ragazzina dal cuore tenero!”
“Perché mi stai dicendo tutto questo? Che vuoi da me?”
Sebastian spalancò le braccia “Niente, sprecare un po’ del mio prezioso tempo con te, Bennett.”
Bonnie alzò le sopracciglia ed esclamò dicendo: “Allora va’ a fare altro! Io non ho intenzione di stare con te.” fece poi per girarsi e cercare di fuggire, ma Sebastian la trattenne per un braccio.
“Abbiamo appena iniziato.” la colpì alla bocca con il dorso della mano e con l’anello che portava alla mano destra, Bonnie cadde rotolando su un fianco. Il sapore del ferro le invase la bocca.
“Che stronza mi hai rovinato l’anello!” esclamò in tono dispiaciuto. Si pulì la mano dal sangue strofinandola lungo i pantaloni, si sfilò l’anello per poi pulirlo con cura sui lembi della maglia indossata.
Bonnie sputò il sangue che sentiva in bocca.
“Kai…” lo chiamò “Phesmatos audire… Kai…”
Un dolore lancinante le trapassò la testa, strinse i denti per non urlare, ma un gemito le sfuggì ugualmente.
“Kai in confronto ti sembrerà un agnellino. Lui lo faceva per uno scopo, io solo per divertirmi. Non sai quanto sia noioso trovarsi con qualcuno che non puoi attaccare o con cui non puoi sfogare i tuoi poteri perché parte della stessa Congrega.” fece terminare il suo attacco su Bonnie.
“Allora, cosa posso farti per divertirmi, ma senza ucciderti?”  
 
 
Phesmatos Tribum Nas Ex Viras…
“Almeno hai idea di cosa stai facendo?”
“Certo!” replicò seccamente Kai senza aprire gli occhi onde evitare di perdere la concentrazione.
“E’ impossibile che Bonnie sia qui!”
Kai perse la concentrazione e così aprì gli occhi guardando Lucy con rabbia.
“Lo so, ma io l’ho sentita. E’ probabile che mi volesse dire qualcosa o mostrarmi qualcosa. Nel Grimorio c’era scritto che con un incantesimo è possibile inviare messaggi o immagini ad un’altra strega. Forse Bonnie voleva fare questo e non c’è riuscita…. o è stata interrotta.” aggiunse come se fosse stato appena trapassato da quest’ultima idea.
“Quindi” proseguì Kai “ho pensato di contattare io Bonnie e inviarle un messaggio.”
Fece per chiudere gli occhi e riprendere il contatto, ma Lucy lo interruppe di nuovo “Abbiamo meno di 36 ore per organizzare la fuga di Bonnie e la trappola definitiva di Sebastian. Ancora non mi hai detto a chi vuoi rivolgerti.”
 
 
“COSA?!” risposero in coro Caroline e Damon.
“Stessa mia reazione.” disse Lucy sistemandosi meglio sul divano di casa Salvatore.
“Lo so è un piano disperato e pericoloso, ma voi siete l’unica speranza per la riuscita del piano. Damon, Bonnie è laggiù ed è in grave pericolo. Ti prego. Caroline, lei è l’unica amica rimasta. Aiutala.”
Caroline e Damon si guardarono come per capire rapidamente cosa dovessero fare.
“Andiamo laggiù e…?” chiese Caroline.
“Io e Lucy useremo la magia per arrivare laggiù. Una volta lì, tu e Damon farete da esca. Farete allontanare gli amici di Sebastian dalla casa. Quanto più è possibile.” spiegò Kai.
“Sebastian non uscirà mai dal covo, non con una merce di scambio come Bonnie!”
“Lucy, Bonnie non è merce di scambio!” la rimproverò Kai in piedi davanti a lei. “Il piano non cambia, anche se Sebastian non lasciasse la casa, io lo affronterò. Mentre tu, linguaccia, andrai a liberare Bonnie e scapperete nel bosco. Ci vedremo nello stesso punto in cui arriveremo e poi, una volta lasciato il 1903, tornati al presente. Lucy o Bonnie – dettaglio ancora da definire – mi fermeranno il cuore per…. diciamo il tempo che serve per far sì che i mondi – prigione collassino e con essi Sebastian e i suoi dannati.” tacque alcuni secondi “Che ve ne pare?”
“Kai, forse non lo sai, ma in genere nessun piano – per quanto perfetto e intelligente possa esserlo – va come previsto. I miei soprattutto!” esclamò Damon versandosi da bere.
Kai raggiunse Damon “Beh, appunto i tuoi piani, il mio andrà bene!” prese il bicchiere di Damon dalle mani e cominciò a bere quel liquido ambrato e molto forte che il vampiro amava tanto, si sedette e gustò il bourbon pensando che forse quel piano non era così semplice come lo era esporlo. 
  
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