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Autore: Vago    04/02/2016    3 recensioni
Libro Primo.
Dall'ultimo capitolo:
"Che schifo.
Dopo tanto tempo che passi con qualcuno ti ci finisci per affezionare.
Non so chi, tra di loro, mi mancherà di più.
Forse tutti, o forse nessuno. Prima o poi dimenticherò i loro nomi.
In fondo, mi sono divertito a seguirli.
Sai, la mia ironia non ha perso l’occasione di affiorare.
Ho visto cose incredibili. Draghi, fate, esseri fantastici… e poi la magia. Quant’è bella?
Peccato che, se mai uscirai da lì, non potrai vederla con i tuoi occhi…
Nel mio viaggio con quei cinque ragazzi ho visto cose veramente incredibili.
Questo nuovo mondo è pieno di sorprese. Sarebbe bello poterlo esplorare assieme a te… Come ai vecchi tempi…
[...]
Ho visto perfino le armi elementari all’opera ancora una volta.
Non mi è dispiaciuto fino in fondo questo lavoro… O forse sì.
Il finale è stato bello e, nonostante tutto, devo ammetterlo, perfino io mi sono commosso, ogni tanto.
Un ragazzo si è sacrificato per i suoi compagni. Forse c’è ancora qualcuno non corrotto, in fondo.
[...]
Incredibile.
Non ho mai visto cose di questo tipo in tutta la mia vita…
Aspetta un attimo, così potrai vedermi anche tu."
------------
Storia revisionata
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Fato'
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 Gli elfi bianchi che fino ad allora avevano combattuto per Drake decisero di tornare nella Grande Vivente ancor prima che i festeggiamenti fossero iniziati.
Gli artigiani di Chiritai, seguendo il loro esempio, trovarono una piccola valle, adatta a fondare una nuova città.
I ribelli rimasti, tutti tranne Drake, decisero che, prese le poche cose che avevano portato con loro, sarebbero tornati nella Piana Umana. Alla vita tranquilla della gente di campagna che avevano lasciato.
“ Erdost, vieni all'Accademia. Siamo tutti qui. Ci sarebbe piaciuto dare una specie di festa ma i soldati hanno fretta di tornare alla vita di tutti i giorni.”
“ Arrivo.”
- Penso che dovremo lasciar perdere i festeggiamenti. Gli uomini non hanno più voglia di ricordare questi anni. Lasciamo perdere e andiamo avanti.-  disse Fasto, scrutando truce la folla di soldati rimasti nel piazzale.
- Bene, – disse Farionim a ciò che rimaneva dell'esercito – prima di tutto voglio complimentarmi con tutti voi. Siete stati incredibili. Detto ciò vi devo chiedere di dividervi. Una parte di voi andrà al Palazzo del Mezzogiorno, per ripulirlo dallo scempio che ne hanno fatto quei demoni. Gli altri verranno con noi, andiamo a riprendere chi è rimasto nei Monti Muraglia.-  
Gli uomini-pesce con le bombole piene dell’acqua dell’oasi caricate sulle spalle e i tubi che irroravano la loro pelle squamosa, i folletti e i nani si divisero sui dieci draghi messi a disposizione da Fariuna.
Arrivarono in quel momento Erdost, Reicant e Seisten con la donna in blu. Drake si avvicinò alla donna e borbottò qualcosa che i Cavalieri non riuscirono a capire.
- Come ti chiami?-  aggiunse poi, cercando di incrociare gli occhi bassi della donna.
- Non lo so. Non mi riesco a ricordare il mio nome.-  rispose lei visibilmente imbarazzata.
- Farionim! Vieni un attimo.-
- Eccomi.-  rispose il diplomatico lasciando perdere il gruppo di nani che stava salendo sul dorso squamoso di un drago dalle squame tra il giallo e il bianco.

Quei piccoletti cocciuti non riescono a rimanere fermi sul dorso del drago, continuano a scivolare da una parte o dall’altra.
Anzi, vi dirò di più. Scommetto cinque Laire d’argento che ne perderemo tre o quattro durante il viaggio.

- Guardala un attimo. Non ti ricorda...-  
- Nestra! Sei proprio tu?-
- Io... io non lo so.-  disse con la solita voce da bambina, piegando il capo di lato.
- Ragazzi! – Farionim chiamò i tre cavalieri – Avete già provato a ridargli la memoria?-
- No. Se devo essere sincero non so neanche come si faccia. Nessuno mi aveva mai detto che si potesse togliere o ridare la memoria a un individuo.-  rispose con un po' di seccatura Ardof.
- Dovete entrare nella sua mente e sbloccarla. Capirete tutto quando sarete dentro.-
- Ne sei sicuro?-  chiese Frida.
- No.-  rispose Farionim scrollando le spalle.
I tre Cavalieri chiusero gli occhi ed entrarono all'interno della mente della donna, era la prima persona con cui avevano stretto un contatto così profondo, di terzo tipo, se vogliamo essere precisi.

Il primo era il semplice leggere nel pensiero, il secondo era il poter comunicare, mentre il terzo era l’entrare fisicamente nella mente, esperienza che avevano intrapreso solo con il proprio drago.
Din din din! La campanella è suonata! Lezione finita!

Si trovarono tutti e tre dentro una sala di pietra.
Non era come la mente dei draghi, era molto più simile al corridoio che avevano percorso per arrivare alla Volta Celeste, solo che lungo le pareti di quel luogo si aprivano un'infinità di porte. Quasi tutte aperte. Solo tre erano chiuse.
Ardof si avvicinò alla prima, mise la mano sul pomello e tirò. Venne in suo aiuto Trado e, insieme, riuscirono a schiuderla.
Da dentro uscirono una marea di note musicali.

Interessante… Questo cosa significa? Che voleva dimenticare come si suona?!

- Qualcosa mi dice che questa non è quella giusta. Proviamone un’altra.-  disse Trado allungando un dito verso una nota vicina a lui.
Si diressero alla seconda porta. Questa volta anche Frida dovette dare il suo contributo. Quando la riuscirono a schiudere uscirono dei... dei folletti chiassosi.

È incredibile come quegli esserini verdi si riescano ad infilare ovunque…

- Rimane l'ultima.-  disse scocciata Frida mentre calciava via un folletto che le si era attaccato a uno degli stivali.
La terza porta era incatenata.

Classico. Mai una cosa facile quando sei di fretta.

Frida si avvicinò alla catena, sfilò la spada dal fodero e menò un fendente.
La spada passò attraverso la catena come se quest'ultima fosse fatta d’aria.
Si fece avanti Ardof, appena Frida ripose lo spadone nel fodero. Il Cavaliere rosso chiuse gli occhi e pronuncio lentamente. - Destari erla fer sather! “ Fuoco sciogli questa catena!-  non successe nulla.
- Ragazzi neanche la magia funziona... che facciamo?-
I tre Cavalieri si sedettero in terra, cercando un modo per rompere quella catena.
- Ma certo!-  disse Trado schioccando le dita.
- Ma certo cosa?-  chiese Ardof alzando di scatto lo sguardo dal pavimento al compagno.
- Non siamo nel mondo reale! Qui non siamo reali, siamo solo proiezioni di noi stessi, come della nostra spada o della nostra magia!-  
- E con questo?-  continuò Ardof riprendendo a fissare le mattonelle su cui era seduto.
- Guardate.-  
Trado fece un passo indietro. Tirò un respiro e mutò. Davanti a loro ora svettava una drago identico a Reicant.
Il drago si avvicinò alla catena, l'annusò e, con un morso, la spezzo. Prese poi il pomello tra le labbra squamose e tirò. La porta si aprì sotto l’enorme forza del drago.
Trado riprese la sua forma elfica.
- Trado, – gli disse Ardof dandogli una pacca sulla spalla – sei proprio un autentico genio.-
- Dimmi qualcosa che non so.-

Autostima ad altezze epiche.
Qualcuno mi porti una scala che ho dimenticato lassù l’orologio!
Non so se notate la nota ironica nella mia voce.

Dalla porta aperta non uscì nulla.

Bella fregatura.

I tre Cavalieri lasciarono la mente della donna in blu sperando di averle restituito la memoria.
- Tutto fatto.-  disse Frida, appena fu tornata in sé.
Gli sguardi di tutti si puntarono sulla donna.
- Come ti senti?-  chiese Farionim.
- Io... io sto cominciando a ricordare... Drake, Farionim e... e Reis, si, Reis, quel... quel figlio di goblin! – urlò la donna – E... e... oh, no. Feran! Dov'è il mio Feran? Oh Farionim! Dov'è il mio Feran?-  
- Calma.-  disse Farionim abbracciandola dolcemente.
- Chi è Feran?-  chiese Trado.
- Come Trouw per me e Graner per Farionim, Feran è il drago che ha scelto di seguire Nestra.-  gli rispose Drake facendo un passo verso i Cavalieri e creando un piccolo vuoto intorno a Farionim e Nestra.

Che scena toccante… qualcuno mi porti dei fazzoletti!

Si avvicinarono due uomini vestiti con abiti contadini, che si inchinarono ai tre Cavalieri.
“ Non sono umani.” setenzionò Erdost.
- Feran esiste ancora. Almeno per adesso è vivo. Parole della grande regina Fariuna.-  

Esiste? Esiste?!
Non penso abbiate ben presente la differenza tra esistere e vivere.

- Nyer è morto? Il vecchio re dei draghi è morto?-  chiese Nestra preoccupata.
- No, ma… sono successe molte cose da quando sei sparita. Ti diremo tutto dopo.-  le rispose Drake.
- Lasciate che vi presenti Trouw. – disse Farionim indicando l'uomo con i capelli castani – e, immagino che Graner lo abbiate già visto.-  continuò indicando l'altro uomo, quest’ultimo era più alto del primo e aveva i capelli neri come la pece.
- Mai in questa forma.-  rispose Frida.
- Dov'è Feran?-  
- Sta volando, ci ha detto la regina. Ti sta cercando. Ha sentito che sei stata liberata.-
- Graner, Trouw. Riuscite a dirgli di raggiungerci ai piedi dei Monti Muraglia? Nella valle? Faremo qualcosa per fargli capire dove siamo.-  chiese Ardof.
I due draghi ebbero un attimo di esitazione, i loro sguardi si spostarono su Fariuna che gestiva i gruppi di uomini che salivano a dorso dei suoi sudditi.
La regina si voltò, come se avesse sentito la loro conversazione, e fece un cenno con il capo.
I due draghi le risposero chinando la testa in segno di profondo rispetto.
- La regina ci da il suo permesso.-  annunciò Graner.
Fariuna, Trouw e Graner ripresero la loro vera forma per caricare gli ultimi soldati rimasti a terra.
Ardof si ritrovò sulla sella di Erdost con una decina di nani borbottanti e un'infinità di folletti. Quei piccoli esseri erano riusciti a sistemarsi nei posti più disparati: nelle tasche, nelle bisacce, ne aveva uno addirittura infilato nei capelli, sotto l’elmo dalla
chioma infuocata.

Io l’ho detto che riescono ad infilarsi ovunque, anche se sono ancora confuso del perché ce ne fossero nella mente di Nestra…

Per i draghi fu un viaggio terribile, i nani si lamentavano di continuo e il peso in eccesso li rallentava parecchio.
Ci impiegarono così sei giorni per arrivare all'ex-avamposto, oramai praticamente vuoto.

I sei giorni più lunghi della mia esistenza.
Sto cominciando a detestare i nani con ogni fibra del mio essere.

Nell'accampamento, infatti, erano rimaste pochissime persone, un centinaio non di più.
- Trado! Trado!-  urlò una donna.
Trado si girò spalancando gli occhi lucidi.
- Oh, Diana!-  la abbracciò e gli diede un bacio.
- Destari, renf ou seii! “ Fuoco, sali fino al cielo!”-  Urlò Ardof prima di entrare all’interno della grotta.

Si! Si!
Ce l’ha fatta! È riuscito a dare vita a una frase grammaticalmente e sintatticamente corretta!
Oggi è un grande giorno! Dobbiamo festeggiare!

Una colonna di fuoco scarlatto si levò dalla pietra e uno spaventoso ruggito riempì l'aria.
Ardof mantenne l'incantesimo attivo per una manciata di minuti, poi quando sentì le sue forze scemare interruppe il flusso di mana che alimentava l’incendio.
- Drake, aspettatelo voi Feran. Io devo occuparmi di alcune cose prima dei soliti convenevoli.-
- Si, vai pure. Qui possiamo fare noi.-
Ardof entrò nell'accampamento a passo spedito. “ Frida, dove sei?”
- Dietro di te.-  
Ardof sobbalzò.
- Che c'è?-  chiese ridacchiando l’elfa.

Maledizione Ardof! Dai! Fai sempre la figura del pollo!
Oramai dovresti averlo capito che se qualcuno ti arriva alle spalle è lei novantasette volte su cento.
Nelle rimanenti tre potrebbe essere un assassino, qualcuno che vuole chiederti qualcosa, oppure uno che si è perso.
Andiamo! Mi stai deludendo!

- Vedi, volevo fare un regalo a Trado per il suo matrimonio. Avrei bisogno però del tuo aiuto.-  
- Per cosa?-  
- Pensavo a due anelli.-  
- Ti seguo...-  
- Volevo farli metà di fuoco solido e metà d'acqua.-  
- Sì, l'idea è buona. Ci serve solo l'incantesimo giusto.-  
- Ci ho già pensato. Fai attenzione perché è lungo.-  
- Vai. Sono pronta.-
- Destari estriu en Reckiet... Tu dovrai invertire acqua e fuoco... set retty nat nerutti grei yietter rey ingted. “ Fuoco unisciti con l'acqua per creare un anello d'equilibrio indistruttibile e indolore.-
- Che incantesimo complicato. Non ho solo capito il senso dell'ultimo pezzo.-  
- Non mi è venuto niente di meglio per non farli ustionare il fuoco solido.-  
- Si. Hai ragione. Non ci avevo pensato.-  
- Prova a ripeterla.-  
- Reckiet estriu en Destari set retty nat nerutti grei yietter rey ingted.-  
- Perfetto. Al mio tre partiamo con la formula... uno, due e... tre! Destari estriu en Reckiet set retty nat nerutti grei yietter rey ingted.-  
Si crearono due anelli perfettamente identici. Erano formati per metà di fuoco e per metà d'acqua. I due elementi sembravano rincorrersi all''infinito.
- Perfetti... molto meglio di come me li fossi immaginati...-  
- Si, sono venuti proprio bene. Complimenti per l'incantesimo. Se non vuoi continuare ad addestrare le nuove generazioni di Cavalieri e Domatori avrai comunque un futuro da gioielliere.-

Ehi! L’elfa mi ha rubato la battuta! Che cosa ci sto a fare io qui se quelli mi rubano il lavoro?!

- Andiamo a darglieli.-
Il Cavaliere e la Domatrice raggiunsero il compagno. Ognuno di loro teneva in mano un anello.
- Trado, Diana. Quando vi siete sposati non sono riuscito a farvi nessun regalo e... io e Frida vi abbiamo preparato una cosa. Non è molto ma spero vi piaccia.-  i due aprirono i le mani per mostrare i gioielli perfettamente identici.
- Wow... Ardof è... è semplicemente bellissimo.-  disse Diana ammirando il suo.
- È il minimo. Davvero.-  
Trado e Diana presero gli anelli e se li misero a vicenda. All’elfa brillarono gli occhi per l'emozione.
Tutto d'un tratto si fece tutto nero.
- Trado, cosa sta succedendo?-  
- Non lo so.-  

Te lo dico io cosa sta succedendo. È la giusta punizione per avermi rubato la battuta sul gioielliere. Ecco cos’è.
Nah… non sono così vendicativo. Comunque stavo scherzando. Non ho idea di cosa stesse succedendo… o forse si.
Dai, lo sapete bene quanto me che questa emicrania vuol dire solo una cosa.

I quattro Cavalieri si ritrovarono nella Volta Celeste, davanti agli sguardi duri degli dei.
Erano presenti tutti gli dei primigeni e anche quelli minori. Non mancava nessuno all’appello.

Riunione di famiglia! Che bello!
Adesso scusatemi ma devo fare da controfigura.

Si fecero avanti il Fato, con a fianco lo spirito a malapena visibile di Vago, etereo come l’arcobaleno. Ad Ardof parve di veder comparire un sorriso sulle labbra pallide del compagno, ma si convinse di essersi sbagliato.

Non male, vero?
Nessuno si accorgerà mai che non sono veramente Vago…
Almeno così quei quattro si tranquillizzano sulla sua sorte.
Avete qualcosa da ridire? Bene, andateci voi in una selva praticamente illimitata a cercare un’anima in particolare in mezzo a qualche miliardo.

Il dio fu seguito da Aria, Acqua, Fuoco, il nuovo Terra, Natura, Spazio, Tempo, Ordine, Caos, Luce e Oscurità.
- Bravi, bravi da tutti noi.-  disse Fato accennando un applauso con le quattro mani.
- Grazie…-  rispose Ardof.
- Questa probabilmente sarà la vostra ultima visita alla Volta da vivi. La vostra missione si è conclusa. Non siete più legati da nessuna profezia. Ma sappiate sempre che noi veglieremo su di voi, perché rimarrete per sempre i nostri templi sulle Terre.-  
- Questo vuol dire veramente tanto per noi.-  rispose Frida.
- Abbiamo riflettuto a lungo e siamo giunti alla conclusione che doveste essere ricompensati per le vostre fatiche e per le vostre sofferenze. Vi faremo un dono che non è mai stato concesso a nessun mortale in nessun Creato. Ecco a voi.-

Cos’è? Cos’è? Dai, dai! Scartalo e dimmi cos’è! Sono curioso come uno scoiattolo! Su, forza! Ditemi qual è il vostro regalo!
Ma soprattutto, dov’è il mio regalo? Il mio sudato premio?

I tre dei degli elementi si posizionarono davanti alle loro incarnazioni e posarono sulle loro teste la mano destra aperta.
Dalle schiene dei tre cavalieri nacquero un paio di grandi ali. Ognuna era composta dell'elemento su cui avevano il dominio.
L'armatura si modello in modo da lasciare libere le ali di muoversi, stendersi e rannicchiarsi.
Quando ebbero finito ritornarono ai loro posti.
I sette dei minori si avvicinarono a Diana.
Fu Natura a prendere la parola, guardando negli occhi l’elfa. - Diana, oramai fai parte anche tu di questo gruppo. Io, i miei fratelli e le mie sorelle abbiamo deciso che è giusto fare un dono anche a te.-  la dea mise le mani a ciotola, facendo nascere una ninfea a sei petali. Natura gliela pose tra i capelli biondi.
Caos continuò il discorso della sorella. - Finché avrai con te questo fiore avrai la nostra protezione e…-
Ordine prese la parola - … al momento giusto rivelerà i prossimi prescelti.-  

Ma… che? Altri prescelti? Che noia. Si vede che siete dei senza hobby. Prescelti di qua, servitori di là… ma per favore!
E io che pensavo di prendermi una vacanza.
Tanto lo so già che ci finirò di mezzo.
Perché poi vi servono altri prescelti? Quel maledetto demone è finito in cenere e l’ultima volta che ho controllato non c’era nessun megalomane che potesse distruggere il Creato. Perché mai dovreste trovarvi altri prescelti?

- Arrivederci, Cavalieri.-  concluse il Fato.
La realtà intorno a loro si frammentò come uno specchio colpito da un sasso.

Ed ecco che rimango solo io… non vorrà farmi un’altra paternale, spero.

- Ben fatto, Commedia.-

Ti prego! Non chiamarmi con quel nome! È come uno spettro che mi insegue. Io non sono più Commedia da quando la mia razza venne sterminata. Chiamami Viandante, perché è questo che ora sono.
Comunque posso capire la vostra perplessità.
Oramai le uova sono rotte, tanto vale che vi dica qualcosa su di me.
Io sono una musa, una musa ispiratrice. Per la precisione il mio campo di influenza erano le commedie.
Cosa speravate? Che le muse fossero donne bellissime?
Mi dispiace, ma vi siete beccati me.
La mia razza era l’equivalente di un servitore per il Fato e il nostro compito era quello di accendere la scintilla della creatività negli uomini, e per far questo fummo dotati di tre principali poteri: la capacità di mutare il nostro aspetto in quasi qualunque cosa, la possibilità di addentrarci nella Trama del Reale e una vita pressoché infinita.
Poi venimmo sterminati da quegli stessi uomini che dovevamo ispirare, il resto è storia.
Ecco il motivo per cui il Fato mi chiama Commedia.


I quattro Cavalieri dei draghi si ritrovarono distesi sul pavimento dell’avamposto. Tutti i soldati che non erano ancora partiti li stavano fissando.
I ventenni si ritirarono in una delle poche tende che non erano ancora state smontate.
- Cosa avrà voluto dire Ordine?-  chiese Diana.
- Non lo so. Ma lo scopriremo, un giorno o l’altro.-  le rispose dolcemente Trado, abbracciandola.
Ardof, Frida e Trado si tolsero le armature ancora scintillanti, rimanendo solo con indosso l'imbottitura.
Le armature si erano modificate appena: la parte superiore si era divisa a metà, tutte le placche di metallo stavano insieme grazie a incastri impeccabili, lasciando, però, due feritoie simmetriche all'altezza delle scapole.
I tre Templi degli dei primigeni chiusero gli occhi e si concentrarono sul loro mana. Si sentivano diversi, una parte della loro mente era sicuramente mutata. Non sapevano con precisione cosa fosse cambiato, ma si sentivano... decisamente diversi.
Liberarono il loro mana in una maniera che non avevano mai neanche immaginato prima.
Fecero scorrere la loro energia magica, che si propagò per tutto il corpo, le ossa diventarono di elemento purissimo, i muscoli si irrigidirono e, dalle scapole, uscirono un paio di ali simili a quelle dei draghi, fini, costituite da un impalcatura ossea leggerissima e da una membrana semitrasparente.
- Ragazzi, è... è pazzesco. Non ho mai visto una cosa così.-  Trado fece sbattere due volte le sue, provocando una ventata che per poco non scoperchiò la tenda.
- Già. Gli dei ci hanno fatto un regalo incredibile...-  concordò Frida, ammirando le proprie ali riflesse in una delle placche dell’armatura.
- Ehi, guardate qui!-  Diana teneva in mano il fiore che le avevano regalato gli dei minori.
La ninfea era dai colori sgargianti, piena di riflessi incredibili. Al centro stava seduta una fata completamente fatta di erba.
La piccola creatura li guardò di sottecchi con gli occhi verdi e si limitò a ridacchiare.
I sei petali sembravano brillare.
Fuori si sentì un urlo, seguito da molti altri. Tutti i soldati nell’avamposto sembravano correre nella stessa direzione.
I tre cavalieri ritirarono le ali, si rimisero addosso le armature e uscirono.
Feran era atterrato.

E aggiungerei in maniera parecchio spettacolare, vista la reazione dei pochi ancora presenti.

Ardof, Frida, Trado e Diana si unirono a Drake, Farionim, Nestra, Fariuna e Vroyer in prima fila.
Un drago ramato era atterrato davanti all'ingresso dell'accampamento, radunando un cospicuo numero di curiosi.
Nestra si avvicinò al drago e gli cinse il collo.
In un attimo Feran assunse la sua forma umana e ricambiò l'abbraccio.
- Oh, Feran, Feran. Quanto mi sei mancato.-  
- Mi sei mancata anche tu.-  
- Dove ti eri nascosto?-
- Quando quegli esseri vennero a ovest e ti rapirono ti cercai per i primi tempi. Quando non ti riuscii a sentire per tutto quel tempo mi ritirai in un isoletta vicino alla mia isola natia.-  
- Oh, Feran! Come sono felice di vederti!- 

 

Angolo dell'autore:

Ehilà, era da un po' che non mi facevo sentire.

Che ne dite? Gli ultimi capitoli sono stati pregni di avvenimenti... la fine della guerra, il re, gli dei...

Ebbene, ora Viandante si è aperto. Onestamente, sono riuscito a sorprendervi un pochino? Non mi dispiacerebbe sapere cosa pensavate fosse, in base a quello che avete letto negli ultimi quarantadue capitoli. Ma soprattutto, ci credereste se vi dicessi che non ha ancora detto tutto? Sempre a poroposito del Viandante, domani, o al posto del capitolo o in parallelo (devo ancora decidere), pubblicherò una storia a parte. O meglio, non è proprio una storia, è stato lo scritto in cui ho provato a delineare il suo carattere.

A domani, quindi!

Vago.

   
 
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