Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Recchan8    04/02/2016    1 recensioni
Padre Enrico Pucci venne fermato prima della creazione del Nuovo Universo. La Fondazione Speedwagon e Jotaro Kujo presero una decisione drastica al fine di eliminare per sempre il seme di Dio Brando dalla terra: Enrico Pucci, Ungaro, Rykiel e Donatello Versus furono uccisi. Per vari motivi, solo Giorno Giovanna venne risparmiato.
Maggio 2012: Finalmente ogni traccia oscura di Dio Brando era stata spazzata via.
O meglio, così si credeva.
"Non ti fidare di Jotaro Kujo. Trova Giorno Giovanna; ne va della tua vita" sono le parole che spingono Celeste a fuggire a Napoli. Ma a chi appartiene la voce suadente che le parla? Perché vuole che trovi Giorno? E perché Jotaro Kujo pare ossessionato dalla voglia a forma di stella che possiede Celeste, così tanto da chiederle un campione di DNA?
Che la stirpe di Dio non si sia estinta?
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Giorno Giovanna, Jotaro Kujo, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Deep Memories'
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Celeste appoggiò le mani sulla tovaglia rossa del tavolo rotondo al quale si trovava seduta e si trattenne dal tirare il menu in testa al suo Stand.
Il locale, apparentemente più lussuoso del precedente, era affollato da persone in abiti eleganti; per un attimo, con la sua gonna a metà coscia, Celeste si sentì fuori luogo. Nuvole di fumo si innalzavano dai posacenere di numerosi tavoli, e camerieri in completo nero volteggiavano ovunque portando ricchi piatti in equilibrio sulle mani e sugli avambracci. Celeste, con sollievo, notò che nessuno era in grado di vedere Deeper Deeper.
-”Tra pochi istanti il signor Joestar entrerà in codesto ristorante assieme alla signora Erina Joestar”- disse lo Stand invitando Celeste a tenere d'occhio l'ingresso della sala.
Come era stato predetto, un ragazzone dai capelli castani, un ragazzo di colore e un'anziana dai capelli chiarissimi fecero il loro ingresso. A causa dell'apparizione del ragazzo di colore, nel ristorante calò il silenzio e un lieve vociare contrariato si elevò dai tavoli più lontani, ma Celeste non ci fece caso; ciò che la stupì fu il fatto che il ragazzo castano col giacchetto rosso chiaro fosse lo stesso tipo che nel ricordo precedente aveva attaccato briga con Caesar. Finalmente la giovane si rese conto di chi fosse: Joseph Joestar.
-”Prego, nonna Erina, accomodati”- disse spostando la sedia per far sedere l'anziana signora.
Celeste si sorprese della mancanza di accento da parte del ragazzo; eppure era pronta a giurare che nel ristorante di Roma Joseph possedesse un marcato accento inglese...
-”Codifica del linguaggio”- disse Deeper Deeper.
-”Una... traduzione istantanea?”-.
-”Non esattamente”-.
Celeste fece spallucce. Che importanza aveva? Ciò che le premeva più di tutto era trovare il modo di toccare Erina Joestar senza creare scompiglio. Purtroppo la giovane sembrava avere il tempo contato: i clienti del ristorante parevano irritati dalla presenza del ragazzo di colore che sedeva al tavolo dei Joestar, e gli occhi di Joseph stavano lanciando occhiate omicide a destra e a manca.
-”Tra settanta secondi quell'uomo darà inizio a una disputa”- disse Deeper Deeper indicando un omone seduto al tavolo vicino a quello del target di Celeste.
-”Che faccio, mi butto sulla vecchia e scappo?”- propose la giovane trattenendo una risatina. -”Settanta secondi, eh? Me li farò bastare”-.
Celeste scostò la sedia e si alzò; con la coda dell'occhio notò che un discreto numero di persone si era voltato nella sua direzione, stupito dalla lunghezza della gonna e dal fatto che una ragazza indossasse degli anfibi neri. Con nonchalance passò vicino al tavolo dei Joestar e allungò una mano, facendo cadere a terra lo scialle di Erina. Con una piccola esclamazione di finta sorpresa si chinò a raccoglierlo e posò delicatamente una mano sulla spalla dell'anziana.
-”Mi perdoni, questo scialle è suo?”- domandò sorridendo. -”Le era caduto”-.
-”Oh, sì, gentilissima!”- rispose Erina, voltandosi verso Celeste per ringraziarla. Non appena gli occhi di Erina si posarono sul viso della giovane, l'anziana Joestar si portò una mano alla bocca spalancata dallo shock. Joseph saltò su e si precipitò dalla nonna, la quale continuava a scuotere lievemente la testa e a sussurrare “Non è possibile”.
Prima che la situazione potesse degenerare, Celeste si defilò e uscì dal ristorante quasi di corsa, lasciandosi alle spalle un Joseph fuori controllo e un'Erina sconvolta per chissà quale motivo.
-”Okay, adesso basta scherzi”- si rivolse poi a Deeper Deeper. -”Ne ho le scatole piene dei tuoi giochetti. Non ho altro tempo da perdere”-.
Lo Stand annuì con un'aria che a Celeste parve rassegnata.
-”Perfetto. Destinazione: 1888, Londra, Villa Joestar. Procedi!”-.

 

 

Il cancello della villa era imponente, così come l'edificio stesso. La ricchezza della famiglia Joestar era fin troppo evidente. Celeste vide una ragazza bionda allontanarsi lungo la strada e dedusse che quella fosse Erina Joestar, da nubile...
-”Pendleton”- le suggerì Deeper Deeper.
-”E' appena stata dai Joestar?”-.
-”No. La signorina Pendleton, al momento, non ha più alcun tipo di rapporto con la famiglia Joestar”-.
Celeste corrugò la fronte ma decise di non indagare. Doveva trovare il modo di entrare nella residenza. Facendosi aiutare da Deeper Deeper, Celeste scavalcò il cancello e, guardandosi continuamente attorno, corse fino al portone. Per il momento nessuno si era ancora accorto della sua presenza.
-”Se posso permettermi”- esordì Deeper Deeper. -”Consiglio la pittura di un dipinto”-.
Celeste, che stava sbirciando l'interno della villa da una finestra, si voltò verso lo Stand dall'elmo rinascimentale e inclinò il capo di lato, chiedendogli con gli occhi di esprimersi in modo più chiaro.
-”Faremo credere alla prima persona che ti aprirà la porta di essere un ospite atteso...”-.
-”...Aggiungendo un ricordo, eh?”-. Le labbra di Celeste si incurvarono in un sorriso scaltro e dentro di sé la ragazza cantò vittoria. Allora Deeper Deeper sapeva anche rivelarsi utile a volte!
Celeste si spostò davanti al portone e sollevò un battente, facendolo ricadere pesantemente sul legno della grossa anta. Dopo lunghissimi attimi il portone si aprì facendo uscire il maggiordomo della famiglia Joestar.
-”Sì? Posso sape...”- iniziò.
Celeste lo afferrò per il colletto della camicia e lo trascinò fuori, impartendo allo stesso tempo l'ordine a Deeper Deeper.
-”Allestisci una mostra aperta al pubblico e dipingi un quadro che mi ritragga come l'ospite atteso!”-.
Deeper Deeper afferrò la testa dell'uomo e fece apparire una tela bianca sopra il maggiordomo. Nelle mani dello Stand apparve un pennello e l'essere, con velocità impressionante, dipinse sulla tela Celeste che faceva il suo ingresso nella villa scortata dal maggiordomo. Finita l'opera, afferrò il quadro per la cornice inferiore e lo spinse contro l'uomo, il quale lo assorbì e riprese subito i sensi.
-”Miss, la stavamo aspettando”- disse il vecchio maggiordomo con un breve inchino. -”Prego, da questa parte”- la invitò facendosi da parte e permettendo a Celeste di entrare nel palazzo. -”Il signorino la sta aspettando nella biblioteca”- aggiunse indicandole il piano di sopra.
Celeste non lo ringraziò nemmeno; attraversò a grandi passi l'androne e salì l'enorme scalinata due gradini alla volta. Improvvisamente aveva iniziato a sentire caldo e il battito del suo cuore aveva preso a rimbombarle nelle orecchie. Lo sentiva, era vicino! Riusciva ad avvertirne la presenza. Superò un paio di porte e piantò i piedi davanti a una terza. Suo padre era lì dietro, ne era certa. Posò una mano tremante sulla maniglia e si apprestò a eliminare l'unico ostacolo che la separava da quel mistero che rispondeva al nome di “padre”. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.
Uno, due... tre!”.
Spalancò la porta, convinta di trovare un ragazzo biondo, ma il giovane che stava leggendo un libro seduto su una poltrona verde aveva i capelli neri dai riflessi bluastri e gli occhi di Giorno Giovanna.



 

NOTE DELL'AUTRICE
Con questo capitolo entriamo nella parte della storia più confusionaria di tutte; so dove voglio andare a parare e cosa voglio far succedere, ma gli elementi che fungono da collante tra i vari fatti devono essere ancora ben definiti, per cui l'aggiornamento della fic non sarà velocissimo (considerando che sono ancora in sessione d'esami) ^^" 
Alla prossima! ^^

   
 
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