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Autore: Skrill rider    04/02/2016    3 recensioni
(Sequel di "Eroi di Berk", leggete il primo libro, altrimenti non capirete niente di questa storia)
In questo secondo libro delle Cronache di Berk, si vedranno Arkius ed Eyvind ormai ventenni, alla ricerca della loro terra nativa, la terra del sud, la Southern bakken.
Durante il viaggio verranno a conoscenza di verità che segneranno per sempre le loro vite, stringeranno amicizie, combatteranno per la libertà, si faranno carico di una missione, cercheranno la loro vendetta...e dopo tutto questo? Resteranno nella loro patria o seguiranno il loro cuore, tornando a Berk?
Vi ho incuriosito abbastanza? Allora venite a leggere questa nuova avventura!
Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Drago Bludvist, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Berk'
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~~Nella Foresta Nera non passa mai la luce del sole.
Quando i cinque compagni di viaggio si risvegliarono dal sonno a stento si vedevano a vicenda.
Heather cacciò un urlo, accorgendosi di essersi addormentata vicino a un formicaio e che le graziose formichine le avevano invaso il sacco per dormire.
Iniziò a saltellare come una pazza, spargendo insetti a destra e a manca.
Arkius aveva passato la notte seduto su un masso, incapace di dormire. Ora due profonde occhiaie gli solcavano il viso, rendendo il suo sguardo ancora più inquietante.
All’alba aveva ucciso una vipera che si era avvicinata troppo. Il resto della notte era trascorso tranquillo.
Non fecero neanche colazione. Avevano solo fretta di andarsene da quell’infido e umido posto.
Guidati da Ranera, riuscirono in qualche modo a farsi strada verso l’uscita. 
Di fronte a loro si stendeva un’immensa pianura verde, incastonata tra le montagne e tagliata nel mezzo come da una lama, dal Fiume del Salmone.
Tutto era soleggiato e apparentemente tranquillo, ma all’orizzonte si scorgeva una collina bruciata, sulla quale sorgeva un’imponente roccaforte.
-Odurn!- annunciò Ranera –la fortezza di Drago.-
Ormai era talmente vicina che ai ragazzi pareva quasi di poter sentire l’odore di erba bruciata di quella collina maledetta.
Discesero nella valle e giunsero fino al fiume.
Trovarono un punto dove attraversarlo e ne approfittarono per pescare e per rinfrescarsi un po’.
Catturarono senza problemi tre bei salmoni grassi. Non si chiamava Fiume del Salmone per niente, dopotutto.
Li arrostirono su un falò di fortuna e li mangiarono come se non avessero toccato cibo per settimane.
-E non è nemmeno la stagione giusta!- esclamò Ranera, asciugandosi la bocca col dorso della mano.
-Già!- convenne Franziska –dovreste proprio vedere in primavera, durante la migrazione di questi pesciolozzi! Il fiume ne è talmente pieno che a momenti si spingono a riva da soli!-
Finito il pasto, ricominciarono a camminare.
Più avanzavano verso la nera collina, più sentivano come un senso di angoscia che pareva trascinarli in qualche abisso sconosciuto.
Ormai il confronto con Drago era imminente.

-Ehi Arkius!- disse Eyvind accostandosi al ragazzo, che camminava a passo spedito.
Lui le rispose con un mezzo sorriso forzato.
-Che ti succede?- chiese lei con un’aria interrogativa.
Lui scrollò le spalle:- Ma no, niente di cui tu ti debba preoccupare.-
-Invece mi preoccupo.- rispose lei –ti conosco bene, caro il mio vichingo. È tutta la mattina che non parli e hai lo sguardo scuro.-
Arkius sbuffò spazientito:- Credimi, preferisco non parlarne con te.-
Lei parve rattristata:- Ma allora il bacio di due sere fa non aveva alcun significato? Non ti fidi di me?-
Lui la guardò con sguardo triste. Le sue parole gli pesavano come pietre, ma ancora di più gli pesava la visione che aveva avuto.
-Eyvind…non pensarlo neanche, mi hai capito? Neanche per sogno!-
Lei parve un po’rinfrancata, ma anche contrariata, perché lui si rifiutava comunque di parlarle.
E non voleva farlo. Non aveva la minima intenzione di rivelarle la sua visione.
Decise di cambiare argomento:- Eyvind? Hai visto che non hai più avuto problemi coi tuoi poteri?-
Lei sorrise:- Devo aver trovato la mia forza interiore…- rispose arrossendo un po’.
Lui ricambiò il sorriso, finalmente.

-Ehi, piccioncini!- si intromise Franziska –non per disturbare il vostro sentimentalismo, ma saremmo ormai vicini a Odurn. Non dobbiamo dare nell’occhio, se non volete che un paio di frecce interrompano la nostra missione.-
Infatti Odurn era sorvegliata da molte sentinelle.
Allora decisero di aspettare la notte per penetrare nella rocca.

Una volta calato il crepuscolo l’effrazione poteva avere inizio.
Tutte le sentinelle erano dotate di torce, quindi erano facili da tenere d’occhio.
Avanzarono furtivi su per la collina, fino ad arrivare presso le mura.
Una volta lì, Ranera, abile arrampicatore, aiutandosi con dei picchetti, iniziò a risalire verso la ronda.
Più volte rischiò di scivolare, mentre i suoi amici, a terra, sobbalzavano ogni volta che metteva un piede in fallo.
Alla fine, sudato e ansimante, il ragazzo dai capelli corvini riuscì ad arrivare a destinazione. Le guardie gli furono subito addosso. Lui si difese come poteva, veloce come un fulmine. Quando ne ebbe l’occasione agguantò una fune con un rampino e la gettò ai suoi compagni, che accorsero veloci.
I cinque vichinghi erano molto abili nel combattimento, ma gli avversari avevano archi e frecce.
Iniziarono a bersagliarli. Loro evitavano le frecce facendosi scudo con i nemici che avevano stordito.
Ad Arkius accadde qualcosa, ad un tratto.
Sentì una strana sensazione, come di calore e tensione partirgli dalla parte alta della schiena, poi la testa sembrò sul punto di esplodergli e infine percepì i sensi farsi più acuti. Riusciva a sentire il respiro delle sentinelle, il battito dei cuori dei suoi amici, persino le grida disperate degli spiriti dell’erba bruciata, che piangevano la loro dimora distrutta.
Percepì una freccia andare proprio in direzione di Eyvind e improvvisamente gli balenò di fronte la visione della sera prima.
Senza pensare si tuffò nella traiettoria. La freccia gli si conficcò nell’avambraccio sinistro. Ebbe fortuna, ma il dolore lancinante lo fece urlare e lo costrinse a inginocchiarsi. Questo distrasse gli altri, che vennero immediatamente sopraffatti e catturati.
Vennero legati e condotti nelle prigioni, che si trovavano nei sotterranei, in profondità sotto la collina.
Arkius si appoggiò al muro. La freccia conficcata nel braccio gli faceva malissimo e il sangue colava a fiotti. Si tolse gli spuntoni e il bracciale che gli coprivano l’avambraccio alla maniera vichinga e vide che la zona attorno alla freccia era diventata color bluastro.
Ranera gli si fece vicino. Prese la freccia e la mosse un pochino. Arkius gridò per il dolore.
-Non ci voleva!- esclamò il ragazzo dai capelli neri- ti hanno colpito con una freccia lingua di vipera.-
-Una che?- chiese Arkius, ansimante.
-Noi chiamiamo così questo tipo di frecce. Hanno una forma a cuore, cioè con due spuntoni rivolti nel verso contrario rispetto alla punta. In questo modo la freccia non può più essere rimossa.-
-Ah magnifico!-
Ranera lo ignorò:- Franziska! Questa è la tua specialità.-
La ragazza prese il posto del cugino, vicina ad Arkius.
-Allora…vediamo un po’…- borbottò osservando la ferita-è molto profonda, dobbiamo ricorrere alla medicazione estrema.-
Ranera si lasciò sfuggire un’espressione di disgusto. Arkius si preoccupò parecchio. E faceva bene.
Franzika gli diede un pezzo di stoffa da mordere e ordinò agli altri di tenerlo fermo.
La ragazza iniziò a spingere la freccia nel braccio, mentre Arkius faceva ricorso a tutto il suo autocontrollo per stare fermo.
-Bene, i tendini non sono stati lisi, posso procedere.- disse Franziska.
Con una spinta decisa fece trapassare alla freccia il braccio, facendo sussultare Arkius per il dolore.
-Sta fermo! Vuoi perdere il braccio?- gli gridò lei. In quel momento le avrebbe volentieri tirato un calcio.
Franziska spezzò l’asta della freccia e fece ripassare il frammento senza punta attraverso il buco nel braccio. Arkius non ne poteva più.
-Quasi fatto.- disse lei.
La freccia era stata rimossa, ora la ragazza ripulì la ferita, che aveva perso fin troppo sangue.
Arkius era pallido come un cadavere.
Il peggio venne dopo. Versarono un po’di saliva di incubo orrendo (presa da una fiala che Martin aveva regalato al ragazzo) sulla ferita e diedero fuoco, con l’aiuto di Eyvind, che piangeva ininterrottamente. Il calore sigillò la ferita, ma il limite di sopportazione del ragazzo venne oltrepassato, che con un urlo si alzò in piedi, buttando tutti all’aria e tirò un pugno in faccia a Franziska, per poi ricadere seduto, sudato e ansimante.
-Eh sì!- esclamò Franziska massaggiandosi la mandibola- succede sempre così quando la medicazione finisce. Vuol dire che ha funzionato, ma non sforzare troppo il braccio per ora.-
Eyvind si gettò al collo del vichingo, in lacrime, mentre lui, come sotto shock, continuava a fissarsi la nuova cicatrice.
Poi si rimise il bracciale e gli spuntoni.
Andarono a dormire, perché Arkius aveva perso molto sangue ed era molto debole ora.
-Mi hai salvata…- sussurrò Eyvind.
-Non avrei potuto fare altrimenti.- rispose lui.
-Ti fa male?-
-Ora non molto, ma pulsa tutto. Per un attimo ho temuto che non avrei più potuto suonare.- ridacchiò.
-Nulla può fermarti Arkius, io lo so.- sussurrò lei.
Lui la guardò, con una strana espressione, quasi rilassata e con la bocca piegata in un lieve sorriso.
Alla fievole luce della torcia il suo volto sembrava quasi quello di un qualche strano spirito guardiano, forte e saggio.
Eyvind, invece aveva un aspetto sconvolto, ma ad Arkius piaceva moltissimo lo stesso.
Lei arrossì e distolse lo sguardo. Poi chiese di nuovo:- Sicuro che non ti fa male?-
-Mi avrebbe fatto più male se la freccia avrebbe colpito te.- disse lui, forse senza pensare a quello che diceva.
I due si abbracciarono stretti. Arkius sembrava non volerla lasciarla più andare.
La ragione era semplice: la visione, quando gli era ricomparsa davanti agli occhi prima che ricevesse la freccia, aveva mostrato un nuovo pezzo.
Il corpo lacerato e sanguinante che aveva visto non era il suo. Era Eyvind.

ANGOLO AUTORE

Scusa Frankie, ma mi hai fatto un male cane ahahah! La reazione di Arkius l’ho presa da Brave heart.
Che dite? Sono cattivello eh? Ma non vi spoilero niente, vi dovete rodere sulle spine.
Ciao!
Recensite!
Skrill rider

   
 
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