In vinculis
Sullo jubè, Caterina pregava.
Le avevano recato la notizia, che dopo l’annullamento del loro matrimonio da parte di un vescovo inglese, Gardiner,Enrico aveva fatto incoronare Nan la Nera, in quel giugno radioso del 1533..
Già sapeva che era incinta ma non credeva che lo scandalo della Cristianità, questo il suo appellativo, osasse .. osasse ..
In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum ..
Non lo avrebbe accettato, mai ..
Il 24 giugno 1509, quando era stata incoronata, portata su una portantina recata sul dorso da due palafreni bianchi bardati di broccato, erra vestita in candido raso, i capelli color oro sciolti sulle spalle e si sentiva un angelo ..
E l’incoronazione l’aveva elevata sopra i comuni mortali, solo gli angeli le erano superiori, era vicina a Dio ..
Un Dio che tornava nell’oratorio, la sua stanzia più intima e privata, con le statue delle Sante Barbara, Margherita, Caterina con la ruota e un crocifisso di foggia spagnola.
L’acquasantiera era in argento istoriato, con le iniziali H e C, sotto una corona reale, una testimonianza del passato e del matrimonio ..
Giovanna era a Tordesillas dal 1509 in avanti, aveva vissuto, le raccontavano, i suoi giorni di Reina vestita di nero, oppressa dalle spie e dalla gente malevole, la volevano piegare e non si piegava ..
Era fiera, irreversibile e immutabile, come i Pirenei dalle cime color miele, bella come un tramonto di indaco e zaffiro anche nella sua sconfitta..
Anche lei era in prigione, per quanto confortevole, non aveva un carceriere come il marchese Denia che si narrava usasse la cuerda con Giovanna quando si ribellava .. torture e crudeltà ..
Torturare una Reina ..
A lei, Caterina, avevano inviato emissari, ora cortesi, ora minacciosi che volevamo indurla a entrare in convento, accettare l’annullamento per un capriccio carnale di Enrico, Henry, che anteponeva le cose del mondo alla cura della propria anima ..
Non avrebbe ceduto, che significava ammettere che per anni era stata solo la puttana di Enrico, lei, una Infanta di Spagna, mettere a repentaglio la legittimità di sua figlia Maria..
Nuanca, mai.
Come affermava Giovanna, io non voglio sposare Felipe e lasciare la Spagna, incurante della gelida disapprovazione della loro madre Isabella, vestita di scuro, sulla testa una suntuosa corona con zaffiri e perle ..
Giovanna era come una perla rara, si trovò a riflettere, la sua ostinazione, la sua malinconia forse tradivano un presagio del futuro, dei tormenti ..?
Allora non ci pensava, amava sua sorella ma il suo temperamento indisciplinato e mutevole la metteva a disagio ..
Le risate di Giovanna ..
Il suo coraggio quando, ospite con Filippo, alla corte del re di Francia, tradizionale nemico della Spagna, aveva affermato con vigore che non si sarebbe inchinata ..Suo marito era un arciduca, lei una INFANTA ..
Prendessero nota, lei era Caterina Regina di Inghilterra, non la principessa vedova del Galles come or asserivano e sempre lo sarebbe stata..
Come Giovanna sempre sarebbe rimasta REINA, nunc et semper, ora e sempre.
Sullo jubè, Caterina pregava.
Le avevano recato la notizia, che dopo l’annullamento del loro matrimonio da parte di un vescovo inglese, Gardiner,Enrico aveva fatto incoronare Nan la Nera, in quel giugno radioso del 1533..
Già sapeva che era incinta ma non credeva che lo scandalo della Cristianità, questo il suo appellativo, osasse .. osasse ..
In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum ..
Non lo avrebbe accettato, mai ..
Il 24 giugno 1509, quando era stata incoronata, portata su una portantina recata sul dorso da due palafreni bianchi bardati di broccato, erra vestita in candido raso, i capelli color oro sciolti sulle spalle e si sentiva un angelo ..
E l’incoronazione l’aveva elevata sopra i comuni mortali, solo gli angeli le erano superiori, era vicina a Dio ..
Un Dio che tornava nell’oratorio, la sua stanzia più intima e privata, con le statue delle Sante Barbara, Margherita, Caterina con la ruota e un crocifisso di foggia spagnola.
L’acquasantiera era in argento istoriato, con le iniziali H e C, sotto una corona reale, una testimonianza del passato e del matrimonio ..
Giovanna era a Tordesillas dal 1509 in avanti, aveva vissuto, le raccontavano, i suoi giorni di Reina vestita di nero, oppressa dalle spie e dalla gente malevole, la volevano piegare e non si piegava ..
Era fiera, irreversibile e immutabile, come i Pirenei dalle cime color miele, bella come un tramonto di indaco e zaffiro anche nella sua sconfitta..
Anche lei era in prigione, per quanto confortevole, non aveva un carceriere come il marchese Denia che si narrava usasse la cuerda con Giovanna quando si ribellava .. torture e crudeltà ..
Torturare una Reina ..
A lei, Caterina, avevano inviato emissari, ora cortesi, ora minacciosi che volevamo indurla a entrare in convento, accettare l’annullamento per un capriccio carnale di Enrico, Henry, che anteponeva le cose del mondo alla cura della propria anima ..
Non avrebbe ceduto, che significava ammettere che per anni era stata solo la puttana di Enrico, lei, una Infanta di Spagna, mettere a repentaglio la legittimità di sua figlia Maria..
Nuanca, mai.
Come affermava Giovanna, io non voglio sposare Felipe e lasciare la Spagna, incurante della gelida disapprovazione della loro madre Isabella, vestita di scuro, sulla testa una suntuosa corona con zaffiri e perle ..
Giovanna era come una perla rara, si trovò a riflettere, la sua ostinazione, la sua malinconia forse tradivano un presagio del futuro, dei tormenti ..?
Allora non ci pensava, amava sua sorella ma il suo temperamento indisciplinato e mutevole la metteva a disagio ..
Le risate di Giovanna ..
Il suo coraggio quando, ospite con Filippo, alla corte del re di Francia, tradizionale nemico della Spagna, aveva affermato con vigore che non si sarebbe inchinata ..Suo marito era un arciduca, lei una INFANTA ..
Prendessero nota, lei era Caterina Regina di Inghilterra, non la principessa vedova del Galles come or asserivano e sempre lo sarebbe stata..
Come Giovanna sempre sarebbe rimasta REINA, nunc et semper, ora e sempre.