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Autore: Queen Elsa    08/02/2016    2 recensioni
[BADE]
“Era un amore fragile il nostro ed a un certo punto si è spezzato. Forse, se fossi stata diversa, sarei riuscita a salvarlo. Ma è questo che sono, un pericolo. Come una droga, all’inizio ti piaccio, poi mi ami, divento quasi un’ossessione e alla fine, lentamente ti uccido.” - sussurra.[…] “Perché sei così dura con te stessa e continui a rifilarmi tutte queste cazzate?”- Beck si porta i capelli all’indietro, stanco. Quasi esasperato. Lei non lo guarda, continua a fissare il vuoto. Poi lentamente risponde - “ Sono solo sincera. Tutti quelli che amo finiscono col farsi male. - alza le spalle come se non le importasse - “ Ci ho fatto l’abitudine”.
“Mi ami?”.
Genere: Comico, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beck Oliver, Cat Valentine, Jade West, Robbie Shapiro, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cat aveva aperto la porta e davanti agli occhi del ragazzo era apparsa l'immagine più bella e dolce del mondo. Jade che rideva e giocava con una bambina. Oh e la sua risata cristallina, che non sentiva da tanto -troppo- tempo, era il suono più bello del mondo. Poi Cat annunciò il suo arrivo e tutto svanì. Jade si era voltata e non appena lo aveva visto aveva smesso di sorridere. Ed eccolo lì, la ragione della sua felicità e della sua tristezza, un cespuglio di capelli castani e le mani cariche di buste della spesa, ecco Beck Oliver.  Non aveva avuto, quella notte, la possibilità di osservarlo bene così adesso Jade lo fissava, con le braccia conserte e le mani che stringevano convulsamente il tessuto del suo maglione blu notte. Non era cambiato molto, i suoi capelli erano più lunghi e sembrava più stressato del normale. La ragazza vide con la coda dell'occhio un lampo rosso-arancio gettarsi tra le braccia di Cat e cadere rovinosamente a terra cercando di aiutarla a portare una grossa busta rossa carica di roba da mangiare.

"Che ci fai qui?" – la voce tagliente di Jade ridestò il ragazzo, che si era incantato a fissarla. 

Anche lui non aveva avuto la possibilità di guardarla bene e adesso gli sembrava la creatura più bella che avesse mai visto. I suoi capelli, tutti arruffati, erano tornati del suo castano scuro naturale e le ciocche colorate non c'erano più. Due ombre violacee le cerchiavano gli occhi, anche se sapeva che lei aveva provato a coprirle con il trucco. E adesso perdendosi nelle sue iridi vedeva il mare in tempesta, scorgeva il dolore e la tristezza che lei cercava di celare dietro maschere di freddezza e cattiveria.

"Io-" – cercò di rispondere Beck ma Cat lo precedette. 
 

"L'ho incontrato al supermercato e siccome ha visto che avevo tante buste – grazie Milly quello mettilo lì – si è offerto di aiutarmi." – spiegò la rossa sistemando un brik di latte nel frigo.

Jade sbuffò, distolse lo sguardo da quello del ragazzo e si sedette sul divano accavallando le gambe. Beck posò a terra le buste che aveva in mano e rimase lì, sulla soglia della porta, spostando il suo peso da un piede all'altro. La tensione era così concreta che sembrava si potesse toccare. A spezzare il silenzio erano solo i costanti borbottii di Milly e Cat. 
 

"Forse – ehm – è meglio che vada, devo ancora portare la spesa a mia madre." – disse alla fine Beck, grattandosi nervoso la nuca.

"Si è meglio se vai." – la voce fredda di Jade non faceva trasparire alcuna emozione. 
 

"Va bene Beck, grazie mille per l'aiuto. Fatti sentire mi raccomando." – rispose con la sua solita euforia Cat, andando verso la porta. Jade trattenne l'istinto di rispondere con un "ma anche no".  Il ragazzo annuì imbarazzato per poi uscire in silenzio.

"Perché lo hai trattato così male?" – domandò la rossa, tornando vicino al cucinino trascinandosi dietro le pesanti buste. 
Jade non rispose, si limitò ad accendere la tv.

"Insomma uff"- aggiunse sbuffando per il peso delle buste che aveva cercato di depositare il più delicatamente possibile sul tavolo – "non ti ha fatto nulla" – concluse passandosi una mano sulla fronte, come per asciugarsi il sudore. 

La ragazza avrebbe voluto rispondere "mi ha fatto innamorare" ma decise di continuare a stare in silenzio.

"Cat, ma chi era quel ragazzo?" – chiese Milly, mentre cercava di mordere una tavoletta di cioccolata. 
 

"Vedi Milly, quello era un mio carissimo amico, andavamo a scuola insieme." – rispose Cat prendendole dalle mani la cioccolata tagliandola a pezzettini.

"E perché Jade ce l'ha tanto con lui?" – sussurrò la bambina prendendo la ciotolina piena di cioccolata che la ragazza le porgeva e ficcandosene due quadratini in bocca. 
Cat esitò. 
 

"È una lunga storia ... lui e Jade-"

"CAT!" – tuonò Jade, voltandosi verso la ragazza che trasalì. 
 

"Che c'è?" – si lamentò.

Jade si limitò a incenerirla con lo sguardo e sibilare un "zitta" a mezza voce. 
 

"Okaay" – sospirò Cat tornando a chiacchierare con la bambina che continuava divorare cioccolata.

Si buttarono a capo fitto in una lunga discussione in cui la piccola Milly cercava di spiegare alla sua super fantastica e spumeggiante babysitter perché quella mattina sua madre non l'aveva mandata a scuola. Jade gettò uno sguardo all'orologio appeso sulla cucina, era quasi mezzogiorno. Rifletté un attimo,  poi si alzò e afferrò le chiavi del motore. 
 

"Dove vai?" – domandò accigliata Cat.

"Esco" – rispose brusca l'altra, infilandosi la giacca e aprendo la porta. 
 

"Ma è quasi ora di pranzo!" – esclamò la rossa preoccupata.

"Non ho fame." – fece atona Jade, prima di uscire sbattendo la porta. 

 

~°~°~°~°~

 

Guidava come una pazza da almeno un quarto d'ora, veloce sempre più veloce. Premeva il  piede sull'acceleratore e più andava veloce più si sentiva libera. Ma per quanto potesse allontanarsi si sentiva ancora bloccata, prigioniera di una gabbia che aveva creato con le sue stesse mani e da cui non riusciva ad uscire. Non aveva idea di dove stesse andando e non le importava, come non le importava del fatto che andando a quella velocità poteva avere un incidente, che la moto fosse di Sam o del fatto che non aveva mangiato e la notte prima dormito poco e niente. Non era riuscita a restare in quella casa un secondo di più. Era arrabbiata e la cosa che la faceva infuriare di più era l'esagerata ingenuità di Cat, che aveva portato Beck a casa sapendo benissimo come stavano le cose tra di loro. Strinse le dita attorno al manubrio, rallentando un poco. È vero, lei non poteva sapere della notte prima, ma la situazione non cambiava. I suoi sentimenti erano mischiati. Si sentiva arrabbiata con Cat e in colpa per esserlo, arrabbiata con se stessa, con Beck e con il mondo. Già Beck ... quella situazione non poteva andare avanti. Era in città da praticamente due giorni e loro non riuscivano ad avere un "rapporto" normale. Doveva parlagli e risolvere la situazione, litigare non serviva a niente, non serviva ne a lui ne tantomeno a lei. I suoi pensieri furono interrotti da un sinistro borbottio proveniente dal motore del veicolo che stava guidando. 

Oh no

Un'auto la sorpassò a tutta velocità suonando il clacson, facendola sobbalzare. La moto rallentava sempre di più. 

No no no no no.

Jade controllò il cruscotto del motore: il serbatoio era vuoto. Nella fretta di partire non aveva controllato la benzina. Cercò di accostare prima di venire investita, si fermò e scese dal  motorino. La ragazza si guardo attorno, calcolando che rispetto alla casa di Cat si trovava praticamente dall'altra parte della città e la stazione di servizio più vicina a dove lei era bloccata era distante almeno quattro chilometri.

"MERDA!" – urlò calciando un sassolino sul marciapiede. Cercò di calmarsi, afferrò il cellulare dalla tasca della giacca e chiamò Cat. 
 

- Pronto? – dalla vocina di Cat traspariva la preoccupazione.

- Cat! 

- Jade! Ma dove sei?! Ti ho chiamato un sacco di volte! Ero preoccupata.

- Sono da qualche parte nella St. Coin avenue ... sono rimasta a piedi. Manda Robbie a prendermi. – ordinò. 
 

- Ma non posso! Non è a Hollywood.

- Come non è  Hollywood? 

- Vedi-

- Fa niente lascia stare.

Jade chiuse bruscamente la chiamata imprecando. Si passò una mano tra i capelli e sbattè un piede a terra, come faceva sempre quando era nervosa. Tornò a guardare il telefono e lo sguardo le cadde sul contatto di Beck nella sua rubrica. Forse il momento di parargli era arrivato molto più presto di quanto si fosse aspettata.

  
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