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Autore: Justice Gundam    09/02/2016    4 recensioni
Quali pericolose avventure attendono i Digimon Tamers nella loro corsa contro il tempo per svelare i misteri di DigiWorld? Cosa sono i Deva, e chi è il 'Digimon Sovrano' di cui parlano? E perchè i loro piani coinvolgono il piccolo Calumon? Questa volta, molte cose potrebbero andare diversamente da come sappiamo... la mia prima storia di Tamers, che si ricollega (vedrete come...) a quelle di Adventure che sto scrivendo e a quella di Frontier-Savers che scriverò!
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Digimon Tamers Reload
Una fanfiction di Digimon Tamers scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 25 - Punto di svolta a DigiWorld
 
 
Ruki, Renamon e i loro compagni erano increduli, per quanto la Regina dei Digimon e la sua inseparabile compagna facessero del loro meglio per non darlo a vedere e non causare allarmismi inutili. Avevano sentito giusto? Dobermon aveva davvero detto che di lì a poco avrebbero incontrato la vera mente dietro il progetto Digimon di cui avevano fatto parte anche il signor Wong e il nonno di Alice? Certamente, la biondina non sembrava più tanto distaccata, e adesso sul suo viso si era accesa un'espressione di sbalordimento e di curiosità... 
 
"Stai... stai dicendo sul serio, Dobermon?" chiese Kenta, talmente stupefatto dalla notizia che per poco non gli erano caduti gli occhiali! "Quindi... stiamo per incontrare la persona che ha programmato tutto questo, che ha creato i Digimon che noi amiamo? Wow, mi sento come una ragazza che sta per ricevere un autografo dal suo cantante preferito!"
 
"A chi lo dici, amico mio! Questa è un'occasione che capita una volta sola nella vita!" esclamò Hirokazu! I due amici si voltarono l'uno verso l'altro, con delle comiche stelline dorate che luccicavano attorno a loro... mentre Ruki si massaggiava la fronte irritata - con tanto di venuzza pulsante in stile anime sulla testa - e Renamon faceva finta di non conoscerli!
 
"Quando voi due avete finito di fare i babbei..." intervenne la rossa Tamer. "Vorrei ricordarvi che non siamo qui per gli autografi! "Siamo qui per capire di più di cosa sta succedendo a DigiWorld, e magari scoprire di più su questo D-Reaper, o quello che è! Quindi, alzate i tacchi, e cercate di fare le persone serie, una volta tanto!"
 
"Hey, un tipetto piuttosto autoritario, eh?" ribattè sarcastico Hirokazu.
 
Dobermon si schiarì la voce e fece di nuovo cenno a Ruki, Renamon e ai loro compagni di seguirlo, incamminandosi verso l'ingresso della grande casa. Le porte si aprirono come per magia quando l'enorme Digimon cane si avvicinò ad esse, e un lieve odore di chiuso e di umidità andò quasi a sbattere addosso ai ragazzi e ai loro compagni Digimon nel momento in cui si presentò davanti a loro un corridoio che un tempo doveva essere stato bello ed elegante, ma che ora mostrava i segni del tempo e della mancanza di cura. Un tappetino rosso sporco di muffa e di qualche cartaccia copriva la parte centrale del corridoio, e le pareti erano spoglie, tranne che per qualche segno dove probabilmente erano stati appesi dei quadri, o altre decorazioni di questo tipo. I pavimenti e la maggior parte dell'arredamento erano in legno, e le tavole del pavimento scricchiolavano sotto i passi dei ragazzi, dando l'impressione di un luogo inquietante e desolato. Il silenzio che regnava sovrano nel corridoio non aiutava certo... ma se non altro, Renamon non percepiva la presenza di altri Digimon, il che voleva dire che per il momento erano al sicuro.
 
"E così... il creatore del progetto Digimon vive in un posto così?" si chiese Hirokazu. "Non... non ne sono molto convinto, lo sapete? Io... mi ero immaginato, non so, che vivesse in qualche casa ipertecnologica circondato da chissà quali aggeggi computerizzati, o in una villa con piscina e terme..."
 
Hagurumon fece tintinnare tra loro i suoi ingranaggi, ma i presenti non riuscirono bene a capire se stesse dicendo che era d'accordo con il suo Tamer o se invece voleva correggerlo. Ci pensò invece Alice a dire la sua sulla situazione. "Beh... se... se posso esprimere il mio parere..." disse la silenziosa biondina, sorprendendo Hirokazu con la sua inusuale loquacità. "Io penso che non si debba giudicare qualcosa dalle apparenze. Se... se davvero qui vive il famoso Goro Mizuno, allora credo che valga la pena di seguire Dobermon. Non mi dà l'impressione di volerci ingannare."
 
"In ogni caso, non è prudente abbassare la guardia." disse la pragmatica Renamon. Finalmente, dopo essere passati attraverso diversi tratti di corridoio isolati e silenziosi, i Tamers e i loro compagni Digimon arrivarono davanti ad una grande porta davanti alla quale Dobermon si era fermato. Evidentemente, era lì che il Digimon cane voleva portarli per discutere con il signor Mizuno... o per attirarli in una trappola, quale delle due cose fosse.
 
"Ecco. Siete arrivati." disse infine. "Il signor Goro Mizuno è proprio dietro questa porta. Spero che possa chiarire le vostre domande."
 
Con un movimento della zampa, il Digimon cane toccò il legno della porta, che si aprì lentamente, con un leggero scricchiolio di legno vecchio. Appena oltre di essa, Ruki riuscì a vedere uno studio non eccessivamente ordinato, con una scrivania ingombra di fogli e strumenti di disegno, oltre che un computer di vecchio modello posto su di esso... e una figura umana china su di esso, intenta a scrivere qualcosa. L'unico suono che si sentiva era quello della tastiera su cui l'uomo stava lavorando alacremente... ma non appena Ruki fece il suo primo passo nello studio, l'uomo smise di lavorare e si voltò verso di loro, dando l'impressione che li stesse già aspettando da un po' di tempo.
 
"Quello... quello sarebbe Goro Mizuno-san?" chiese Hirokazu spiazzato. Si era aspettato qualcosa di un po' più impressionante, da una persona così importante...
 
In effetti, Goro Mizuno non dava esattamente l'impressione dell'informatico severo e serioso che probabilmente si sarebbe associata ad una persona come lui. Era un uomo sulla quarantina d'anni, sicuramente più giovane del signor Wong, con i capelli biondi scuri tenuti lunghi fino alle spalle e spettinati, e baffi e barba dello stesso colore, il cui viso aveva un'espressione calma, pacifica, Renamon avrebbe osato dire che sembrava anche un po' annoiato. Indossava una veste a maniche corte di colore verde pallido, che sembrava un camice da ospedale o da dentista, con pantaloni dello stesso colore, e andava scalzo. Vedendo Dobermon e i ragazzi che aveva portato con sè, l'uomo si alzò dalla sua scrivania e fece cenno ai nuovi arrivati di accomodarsi... e in quel momento, Ruki e Renamon - le più vicine a lui - si accorsero che il corpo dell'uomo era semitrasparente, come se fosse stato un fantasma o un miraggio! C'era decisamente qualcosa di strano, in tutto questo...
 
"Oh, benvenuti, ragazzi. Benvenuti, e scusate il disordine. Bisogna sempre avere un sacco di cose sotto mano..." disse l'uomo con voce tranquilla, come se stesse invitando i giovani domatori di Digimon a prendere un tè con lui. "Sono contento di conoscervi... il mio nome è Goro Mizuno, anche se i miei compagni dei Monster Makers mi conoscevano come Shibumi. Ma immagino che questo lo sapeste già, vero?"
 
"Beh... abbiamo sentito diverse cose su di voi quando siamo partiti dal Mondo Reale, Mizuno-san." rispose Ruki, ancora non del tutto sicura di cosa pensare di quell'uomo. "Ma... esattamente, cosa sta succedendo qui, Mizuno-san? Perchè voleva parlare con noi? E poi... come fa lei ad essere qui, nel Mondo Digitale? Nessun essere umano prima di noi... e di Ryou... ci era arrivato, che io sappia!"
 
L'uomo sorrise, un sorriso appena accennato e vagamente ironico. "Beh, penso che sia il caso di cominciare dall'ultima." affermò. "In questo momento, io non mi trovo esattamente qui davanti a voi. Quella che vedete altro non è che una mia proiezione. Al momento, il mio corpo si trova in un ospedale nel Mondo Reale, collegato ad un computer in uno stato di incoscienza. Non preoccupatevi, comunque, il mio corpo non corre alcun rischio. E' una tecnologia che ho testato in maniera esauriente."
 
"Wow... cavolo, tutto questo mi fa girare la testa!" esclamò Kenta. "Ma allora... ci dica, cosa sta succedendo, esattamente? E cosa sarebbe questo D-Reaper di cui i Digimon di questo mondo hanno tanta paura?"
 
Shibumi restò in silenzio solenne per un attimo. Era il momento in cui tutti i nodi sarebbero venuti al pettine, o quasi. "Sarà meglio che vi spieghi tutto dall'inizio, amici miei." cominciò. "Immagino che sappiate già la storia del progetto Monster Makers di cui io ero a capo."
 
"Sì, quella l'abbiamo già sentita." disse Renamon. "Il padre del nostro compagno Jenrya era uno di voi, e ci ha spiegato diverse cose."
 
"Ma forse non si sa ancora esattamente che fine abbia fatto io." continuò l'uomo. "Il progetto Monster Makers è stato definitivamente abbanonato nel 1986 dell'Università di Palo Alto, dopo che alla compagnia che forniva i fondi per il progetto vennero negati ulteriori finanziamenti. Tuttavia, creare un Mondo Digitale era il mio sogno, e non potevo arrendermi così facilmente. Perciò, ho continuato in segreto la mia ricerca sulle forme di vita digitali e lo sviluppo degli appositi programmi... almeno finchè un incidente, dieci anni fa, non mi lasciò in coma."
 
"Cosa?" esclamò scioccato Hirokazu. "Accidenti, questa non me l'aspettavo... e allora... ma... quanto tempo fa è stato?"
 
Shibumi sorrise lievemente, comprendendo lo stupore dei suoi giovani ospiti. Anche Ruki, conosciuta per il suo sangue freddo, aveva spalancato gli occhi in un istante di stupore quando aveva sentito di quali fossero le vere condizioni di quell'uomo. "Un bel po' di tempo fa, in effetti. Ora che ci penso, devono essere passati almeno dieci anni da quel giorno fatidico." affermò, guardando verso l'alto e massaggiandosi una tempia quasi stesse cercando di raccogliere i pensieri. "Effettivamente, sì, è un po' di tempo che non mi faccio vivo. Tuttavia, anche nella condizione in cui mi trovo, ho avuto la possibilità di assistervi e darvi una mano. Grazie anche a queste creature che noi chiamiamo... Digi-Gnomi."
 
L'uomo fece un cenno con la mano, e dal nulla, con un allegro tintinnio, apparvero tre strane creature che assomigliavano molto a Digimon... e che in effetti, pensò tra sè Renamon, dovevano essere delle versioni primitive dei Digimon che Shibumi aveva programmato. Erano alti poco più di mezzo metro, ricoperti di lungo pelo bianco crema un po' arruffato, con le braccia molto lunghe che arrivavano a strisciare sul pavimento, e le gambe corte che davano loro un'andatura buffa e dinoccolata. Il loro viso era vagamente umano, con un paio di grandi occhi a mandorla completamente neri, e una bocca larghissima che quasi tagliava in due la loro faccia, mentre le loro orecchie erano corte e triangolari, e una sorta di lunga ed esile antenna si dipartiva dalla loro nuca. All'altezza del torace, la loro pelliccia era decorata con uno strano motivetto di colore blu che dava l'impressione di una serie di rune.
 
"Che carini." disse Alice, chinandosi per accarezzarne uno... che, un po' intimorito dalla presenza dell'uomo, si ritrasse rapidamente, con uno scatto talmente veloce che la bambina bionda non riuscì a vederlo.
 
"Questi che vedete sono le prime forme di vita digitali che ho programmato." disse Shibumi, non nascondendo il suo orgoglio. "Volevo che ci fosse un po' di varietà nel Mondo Digitale che avremmo creato, e servivano anche dei programmi che eseguissero funzioni di mantenimento... perciò, ecco che mi è venuta questa idea. A quanto pare, anche loro hanno trovato rifugio, per così dire, nel Mondo Digitale."
 
"Tutto questo è molto interessante. Ma cosa c'entra esattamente con noi Tamers?" chiese Renamon.
 
"Ci stavo arrivando." affermò Shibumi, mentre i tre Digi-Gnomi cominciavano a guardare con curiosità il gruppetto di umani. Hagurumon si avvicinò incuriosito ad uno di loro e lo toccò con una delle sue piccole mani-ingranaggio, senza provocare una gran reazione. "E' stato grazie ai Digi-Gnomi se sono stato in grado di programmare le subroutine per la Carta Blu, quella che voi Tamers utilizzate per far raggiungere il livello Ultimate ai vostri Digimon. Ed è stato sempre grazie ai Digi-Gnomi se sono riuscito a trasformare la Shining Evolution, la fonte di energia allo stato puro che permette l'evoluzione dei Digimon, in un Digimon di nome Calumon, in modo da tenerlo più al sicuro possibile dal D-Reaper... e soprattutto, per fare in modo che l'energia della Digi-Evoluzione non provocasse il risveglio premuto del D-Reaper stesso."
 
"Cosa?" esclamò Kenta. "Accidenti... quindi era vero! Quel piccolino ha molti più segreti di quanti noi immaginassimo!"
 
"Ma anche questa si rivelò una soluzione temporanea. Alla fine, fu necessario aprire un portale verso il Mondo Reale, in modo che i Digimon non potessero evolvere troppo rapidamente. Sfortunatamente, non avevamo fatto i conti con l'ostilità che Zhuqiaomon, il Sovrano di questo Mondo Digitale, prova nei confronti degli esseri umani, e con gli estremi a cui si sarebbe spintoper fare sì che il suo regno restasse sicuro." spiegò Dobermon, prendendo la parola. "Calumon venne inseguito da numerosi Digimon desiderosi di mettere le mani sulla preziosa energia che lui custodisce. Ed è stato allora che, guarda caso, ha incontrato voi." 
 
"O, per l'esattezza, ha incontrato Takato-kun." precisò Ruki, comprendendo meglio la situazione. Ora sì che i pezzi del pzzle cominciavano ad andare al loro posto. "Ma... c'è una cosa che non sono sicura di aver capito bene. Se Calumon... ovvero la Shining Evolution... rappresenta l'energia che i Digimon usano per evolvere a livelli superiori, questo vuol dire che il D-Reaper, qualsiasi cosa sia, viene attirato dell'evoluzione?"
 
"Più o meno." spiegò Shibumi, facendosi di colpo più serio. Adesso stavano per parlare della più grande minaccia che il regno di Zhuqiaomon avesse mai affrontato. "E' il caso di darvi qualche spiegazione in proposito. Il D-Reaper è stato creato negli Anni Settanta dal Ministero della Difesa statunitense, come parte del Progetto Echelon. Si trattava, per l'esattezza, di un programma di sicurezza, il cui scopo era eliminare le masse di dati inutilizzate che superassero una certa dimensione. All'epoca, come immagino sappiate, i computer non avevano certo la potenza e la disponibilità di memoria che abbiamo adesso, e non ci si poteva permettere di lasciare parti di memoria occupate da elementi troppo grandi."
 
"Certo... il signor Wong ci aveva già fatto qualche accenno a questa storia..." ricordò Kenta, mentre Alice, che era quella che meno sapeva di tutto questo, ascoltava con un certo interesse. "Ma allora... il D-Reaper è in qualche modo finito a DigiWorld, e ha cominciato a cancellare le forme di vita digitali... giusto?"
 
"Esatto. Anche rimosso dall'ambiente informatico in cui si era originato, il D-Reaper ha continuato a seguire le sue direttive." affermò Shibumi. "Per quanto complesso, il D-Reaper non è che un programma, e come tale non è in grado di prendere decisioni autonome. Si limita a cercare e distruggere tutto ciò che ha superato un certo peso di byte, e i Digimon che si evolvono oltre un certo limite rientrano in questa categoria."
 
"Inoltre, il limite programmato nel D-Reaper è ancora basato sulle dimensioni delle vecchie memorie, sicuramente molto più piccole di quelle di adesso." continuò Dobermon. "E questo non ci da certo una mano. Al momento, il problema più grave con cui DigiWorld ha a che fare... è proprio evitare che il D-Reaper si risvegli completamente. Un simile evento sarebbe un disastro di proporzioni inimmaginabili."
 
"E come facciamo ad impedire che il D-Reaper torni in attività?" chiese Renamon, diretta e decisa.
Shibumi si sedette di nuovo alla sua scrivania, e sospirò, dando la poco tranquillizzante indicazione che nemmeno lui aveva idea di come fare esattamente. "Questa... è una bella domanda, ragazzi. Ammetto che io stesso non ho ancora scoperto un punto debole nel D-Reaper. Certo, annientarlo definitivamente metterebbe fine per sempre alla minaccia che esso rappresenta, ma non credo sia possibile al momento. Tutto quello che possiamo fare, ora come ora, è riportarlo allo stato quiescente."
 
"Quie... che?" chiese Hirokazu.
 
Alice venne in suo soccorso. "Fare in modo che il D-Reaper torni ad essere inattivo." spiegò.
 
Renamon incrociò le braccia e chiuse gli occhi, cercando di pensare a come fare. Dopo alcuni istanti, la volpe ninja riaprì di scatto gli occhi, e fece un cenno affermativo con la testa. "In questo momento, nella situazione in cui ci troviamo, non possiamo fare molto." affermò. "La prima cosa da fare, se possibile, sarebbe di ritrovare Takato, Guilmon e gli altri, spiegare loro cosa sta succedendo, e cercare di elaborare assieme un piano per scovare il D-Reaper e neutralizzarlo prima che si possa risvegliare del tutto."
 
"Sì, mi sembra una buona idea. Almeno come prime cose da fare, sarebbe un passo nella direzione giusta." affermò Dobermon. "Shibumi, hai idea di come potremmo fare?"
 
L'uomo si fermò un attimo a pensare. "Hmm... questa è una bella domanda." affermò. "Ma almeno, a questa potrei avere una risposta. Ho solo bisogno di qualche minuto. Abbiate un po' di pazienza, e credo di potervi dare una soluzione."
 
Almeno una buona notizia, pensò tra sè Hirokazu, che fece il segno dell'okay. "Grazie mille, Shibumi-san!" affermò. "Non si preoccupi, aspetteremo quello cheserve... e poi, torneremo da Takato-kun e gli altri, e sistemeremo questo D-comesichiama una volta per tutte!"
 
Per una volta, Ruki non volle fare commenti sul suo eccessivo entusiasmo. Una volta tanto, anche a lei e a Renamon era gradito avere attorno qualcuno che pensasse positivo...
 
 
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Takato sbattè gli occhi, spiazzato di fronte al paesaggio che gli era apparso davanti.
 
Più che di paesaggio, in effetti, sarebbe stato il caso di parlare di un vuoto nero ed infinito, che si estendeva fino a perdita d'occhio. Non c'era nulla su cui lui stesse poggiando i piedi, e sembrava che stesse camminando nel vuoto. Era uno scenario inquietante, non c'era un sopra nè un sotto, nè alcun posto dove andare.
 
"Dove... dove mi trovo?" si chiese Takato, facendo un passo in una direzione a caso, nella speranza di vedere qualcosa che potesse aiutarlo ad orientarsi. Macchè. Niente da fare... era sempre sospeso in quel vuoto senza fine, e anzi non era nemmeno sicuro di essersi spostato...
 
"Che posto è questo? Guilmon? Jen-kun, Ruki-san, Katou-san? Terriermon, Renamon? Ragazzi, dove siete? Se... se è uno scherzo non è divertente..." mormorò il ragazzino, sperando che una voce, una qualsiasi, rispondesse alla sua chiamata. Per diversi secondi, tutto ciò che si sentì fu l'eco della sua voce che risuonava tutt'attorno, creando uno scenario desolante...
 
"Non... non c'è nessuno qui?" chiese nuovamente Takato, cominciando ad andare in panico. Era fermo lì, senza possibilità di andarsene?
 
Ma proprio quando Takato cominciava ad avere paura, si sentì rispondere da una voce... una voce terribile, che sembrava un tuono che si avvicinava sempre di più, una voce che fece correre un brivido di paura lungo la schiena del giovanissimo Tamer!
 
"NON SPRECARE IL FIATO, PICCOLO TAKATO..." tuonò la voce senza corpo. "LO SAI GIA' ANCHE TU, VERO? NON CI SARA' NESSUNO A VENIRE IN TUO AIUTO... TU QUI HAI SOLTANTO ME!"
 
"C-cosa?" esclamò Takato, sempre più spaventato. La voce aveva un tono di crudeltà e ferocia che sarebbe apparso evidente a chiunque... "E tu... tu chi sei? Che cosa vuoi da me?"
 
Qualcosa si accese nell'oscurità, e Takato fece un passo indietro, con un sussulto di paura, quando vide accendersi davanti a lui quello che sembrava essere un simbolo di contaminazione radioattiva - un'elica con tre lame che si dipartivano dal centro, avvolto di luce rossa! Era gigantesco, e incombeva sopra il ragazzino come la lama di una ghigliottina. C'era decisamente qualcosa che non andava... un sentore malvagio aleggiava tutt'attorno, aumentando la paura...
 
"IO? IO NON VOGLIO NULLA DA TE, PICCOLO TAKATO..." disse la voce. "SARAI TU A DARMI QUELLO CHE VOGLIO, DI TUA SPONTANEA VOLONTA'. TU NON TE NE RENDI CONTO... MA DENTRO DI TE C'E' UN GRANDE POTERE! PERCHE' NEGARE A TE STESSO TUTTO CIO' CHE IL TUO LEGAME CON IL TUO GUILMON PUO' OFFRIRTI? SE SOLO TU SAPESSI COSA SARESTI IN GRADO DI FARE..."
 
"Di... di cosa stai parlando? Non capisco..." mormorò Takato. "E... e comunque io non ti darò mai quello che vuoi! Lasciami andare!"
 
Una risata a mezza bocca, beffarda e maligna, accolse le parole del ragazzino... "OH, SONO SICURO CHE TU NE SIA CONVINTO, ORA COME ORA..." tuonò l'entità. "NON HO FRETTA... HO TUTTO IL TEMPO CHE VOGLIO. POSSO ASPETTARE ANCHE ANNI. MA VERRA' IL MOMENTO IN CUI AVRAI BISOGNO DI ME. PER ADESSO... TI LASCIO CON QUESTA RIFLESSIONE, PICCOLO TAKATO!"
 
L'entità scoppiò a ridere, un suono talmente forte e doloroso che Takato fu costretto a coprirsi le orecchie, stringendo i denti per il dolore! 
 
"IO SONO PARTE DI TE. TU NON TI LIBERERAI MAI DI ME. RICORDATELO, QUANDO L'IRA DIVENTERA' TUA COMPAGNA, E TUTTO CIO' IN CUI CREDI AVRA' FALLITO... IO SARO' LI' AD ATTENDERE!"
 
Takato si sentì mancare il terreno sotto i piedi, e con un lungo urlo di orrore, il ragazzino precipitò nel vuoto... 
 
 
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Takato si svegliò di soprassalto e aprì gli occhi con un sussulto di paura, ritrovandosi davanti il cielo stellato di DigiWorld. Accanto a lui, vide Guilmon che vegliava su di lui... e poco lontano, seduto accanto ad un fuoco da campo, c'era Meramon, che cercava di ravvivare un po' le fiamme. Jenrya e Terriermon erano seduti accanto al fuoco, mentre Juri ed Elecmon stavano guardando cosa stavano facendo Ryou e Monodramon...
 
"Ah! Che... che cosa..." esclamò improvvisamente Takato, mettendosi seduto sul duro terreno dell'altopiano desolato. "Accidenti, era tutto un incubo... meno male... era... fin troppo realistico per i miei gusti..."
 
"Takatomon?" chiese Guilmon. "Va... tutto bene? Ti sei... svegliato di colpo..."
 
Takato si sfregò gli occhi, sentendosi all'improvviso un po' imbarazzato. Si era addormentato senza neanche rendersene conto... "Ah... accidenti... scusa, Guilmon, non volevo addormentarmi... è solo che... accidenti, ero così stanco che ho finito per farmi prendere dal sonno..." si scusò. "Mi dispiace, avrei dovuto essere un po' più attento..."
 
"Non te la prendere, Takato. Dopotutto, abbiamo fatto un viaggio piuttosto difficile, e siamo tutti molto tesi..." disse Jenrya. "Anzi, mi fa piacere che tu sia riuscito a prenderti un po' di riposo. Ne avremo bisogno."
 
Takato ridacchiò timidamente e si sfregò la fronte con una mano. Se non altro, era soltanto un incubo, per quanto realistico gli potesse essere sembrato... non era il caso di parlarne, era solo un problema in più che tra l'altro non avrebbe influito in alcun modo sull'esito della missione... vero?"
 
"Grazie, Jenrya-kun... cosa stanno facendo Ryou-san  e Katou-san?" chiese Takato guardando la sua amichetta e il famoso Re dei Digimon, seduti ad una certa distanza, appena sufficiente a permettere alla luce del fuoco da campo di raggiungerli. Sembrava che Ryou stesse facendo qualcosa con il suo Digivice, ma da quella distanza Takato non era in grado di vedere esattamente cosa.
 
"Non lo so, ma credo che Ryou e Monodramon stiano tentando qualcosa per ritrovare i nostri amici dispersi." disse Meramon. Il gigante di fuoco si distrasse giusto un momento dal suo compito di ravvivare le fiamme, avendo ottenuto un falò di dimensioni sufficienti, almeno per il momento, e Terriermon mise qualche pezzo di legno secco nelle fiamme in modo da farle durare più a lungo. Soddisfatto perchè se non altro era tutto tranquillo, almeno per adesso, Takato si mise a sedere accanto al fuoco, cercando di non pensare a quello strano incubo che aveva fatto...
 
"Speriamo non voglia dire niente..." disse tra sè. "Sono solo stressato, ecco tutto..."
 
 
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"Allora, Ryou-san... hai qualche idea di come potremmo fare a ritrovare Ruki-san e gli altri?" chiese Juri, dando un'occhiata sopra la spalla del Tamer più anziano, che stava armeggiando da un po' con il suo D-Ark. Monodramon stava sonnecchiando vicino al suo compagno umano, mentre poco più in là, sull'altopiano desolato, Takato, Jenrya, Guilmon, Elecmon e Terriermon sedevano accanto ad un fuoco che avevano acceso con l'aiuto di Meramon, dopo aver raccolto del legno secco e averlo messo dentro un circolo di grosse pietre. 
 
Il Tamer leggendario scosse leggermente la testa, reprimendo un brivido di freddo. Il clima di DigiWorld era decisamente più bizzarro di quello del Mondo Reale, e la notte poteva essere molto calda o molto fredda, e passare da un estremo all'altro con rapidità sconcertante. "Purtroppo no... temo che in questo momento i nostri compagni siano lontani da qui..." affermò Ryou. "Non so dove quel flusso di dati li abbia portati. Dobbiamo provare a rintracciarli in un altro modo."
 
"Già... ma come? Non abbiamo la più pallida idea di dove cercare..." disse Takato, cominciando a farsi prendere dallo sconforto. "Accidenti... mi ero immaginato che andare a DigiWorld non sarebbe stato come nella serie animata, ma non mi ero aspettato che sarebbe stato così difficile... ora come possiamo fare?"
 
"Stai tranquillo, Takatomon... una soluzione la troveremo, vero?" disse Guilmon, appoggiando una mano sulla spalla del suo Tamer per fargli coraggio. Il ragazzino fece un sorriso un po' stentato e accarezzò Guilmon sulla testa, ma volendo essere realisti, c'era comunque il fatto che Ruki, Renamon e gli altri erano finiti chissà dove in quel mondo ostile e pieno di pericoli, e Takato e i suoi compagni non avevano la più pallida idea di dove cominciare a cercare.
 
"Sì... spero di sì..." disse Takato, accorgendosi solo in quel momento di Juri ed Elecmon che si erano avvicinati a loro, guardandoli con preoccupazione.
 
"Va tutto bene, Takato-kun?" chiese Juri, per una volta senza usare il suo onnipresente calzino-marionetta per cercare di farlo ridere. "Come ti senti?"
 
Takato non vide motivo per nascondere alla sua amichetta come stavano le cose. "Un po' giù di corda, se devo essere sincero, Katou-san." affermò. "Certo... immaginavo che viaggiare nel Mondo Digitale non sarebbe stato facile... e che non sarebbe stato un posto accogliente... ma una cosa è guardare i Digiprescelti in televisione. Trovarsi qui e rendersi conto di persona della realtà dei fatti... è completamente diverso."
 
"Capisco cosa vuoi dire... da come me ne avete parlato, il Mondo Digitale che voi avete visto nei cartoni animati è un po' meno pericoloso di questo. Almeno, i Digimon non si danno la caccia a vicenda..." affermò Elecmon. "Credetemi, io non mi lamento perchè sono uno dei pochi fortunati che vengono più o meno lasciati in pace... ma la vita qui a DigiWorld non è per niente facile. Non voglio mettere in dubbio le capacità dei vostri amici, ma spero comunque che non si siano imbattuti in qualche Deva, o qualche Digimon particolarmente forte e violento."
Ryou e Monodramon stavano ascoltando i loro discorsi con un orecchio solo, mentre con l'altro restavano all'erta per evitare di essere colti di sorpresa. Meramon, poco lontano da loro, stava ravvivando il fuoco, gettando su di esso qualche scintilla. La serata, malgrado la preoccupazione per ciò che era successo ai loro compagni, stava procedendo tranquilla, senza particolari emozioni...
 
O almeno, così sarebbe stato, almeno fino a che Terriermon non drizzò le orecchie allarmato, Monodramon non si alzò di scatto, mettendosi in posizione di guardia... e gli occhi di Guilmon non si strinsero, segno sicuro che il piccolo Digimon rosso aveva fiutato qualche pericolo!
 
"Jen! Ragazzi! Sta succedendo qualcosa!" esclamò all'improvviso Terriermon. "Non so cosa sia, ma si sta avvicinando a noi!"
 
Il Tamer cinese guardò di scatto verso il suo compagno dalle lunghe orecchie. "Cosa? Ne sei sicuro, Terriermon? Riesci a sentire di cosa si tratta?" chiese Jenrya, volendo almeno avere un'idea di cosa aspettarsi. 
 
Guilmon fiutò l'aria, attirandosi dietro le espressioni ansiose di Takato, Juri ed Elecmon. "Si sta avvicinando, Takatomon..." mormorò il dinosauro rosso.  "Non so cosa sia, ma è pericoloso... molto pericoloso!"
 
"Mi sembra quasi... il suono di una motocicletta! So che può sembrare incredibile, ma è così!" affermò Terriermon, le cui grandi orecchie gli permettevano di sentire, molto in lontananza, un rombo con cui aveva preso familiarità vivendo nel Mondo Reale. Vide Ryou corrugare la fronte in un'espressione preoccupata, e si chiese se il Tamer più esperto non sospettasse qualcosa.
 
"Una motocicletta?" chiese Juri, altrettanto stupita. "E... cosa ci farebbe una motocicletta qui a DigiWorld? Chi l'avrebbe portata?"
 
"Nessuno, Juri-kun... temo di sapere di cosa si potrebbe trattare." rispose Ryou. "Si tratta di Behemoth, una particolare forma di vita digitale che assume la forma di una motocicletta. Non è esattamente un Digimon, quanto piuttosto una macchina infernale che può controllare chi la guida. Credevo che fosse stata sigillata, ma a quanto pare... è stata riportata alla luce. Non so da chi, però..."
 
"La cosa che mi preoccupa... è che non è da sola!" affermò Monodramon, le cui pupille si serrarono come quelle di un gatto alla luce del sole. "C'è qualcuno che sta guidando Behemoth... e se lo sta facendo senza esserne controllato, deve essere davvero molto potente!"
 
"Dici davvero, Monodramon?" chiese Ryou, fidandosi del giudizio del suo piccolo amico digitale. Guardò verso Takato e il resto del gruppo, e vide che tutti loro erano in allarme per la notizia. La situazione si stava complicando notevolmente... "Ragazzi, tenetevi pronti, sia a combattere che a fuggire. Non so di cosa si tratti, ma Behemoth si sta avvicinando, e porta con sè qualcuno di pericoloso."
 
"Lo sento, Takatomon..." disse Guilmon, fiutando nervosamente l'aria. "Sento che si sta avvicinando un nemico temibile. Ha un odore che non mi piace per niente... sa... di malvagità... è una cosa che non ho mai sentito prima!"
Takato vide che gli occhi del suo partner digitale si erano trasformati, diventando ambrati, con la pupilla ellittica... segno sicuro che stava accadendo qualcosa di brutto. Adesso, anche lui e i suoi amici riuscivano a sentire il rombo di una motocicletta che si avvicinava in maniera allarmante... e si stava facendo sempre più forte.
 
"E' qui... ormai ci siamo! Tenetevi tutti pronti!" esclamò Jenrya. Terriermon drizzò le orecchie, volteggiò su sè stesso, e si mise in guardia, mentre i Tamers misero mano ai loro deck di carte. Il rumore dei motori continuò a crescere di intensità... e prima che Takato si rendesse pienamente conto di cosa stava succedendo, ecco emergere da dietro un costone di roccia una motocicletta dall'aspetto futuristico e quasi feroce, dalla linea dinamica e dalla carrozzeria metallica e splendente, che rifletteva anche quella fioca luce che il falò proiettava attorno a sè! Meramon emise un'esclamazione strozzata, e si ritirò di alcuni passi, mentre il responsabile di quell'entrata in scena si rivelava, eseguendo una capriola all'indietro dalla sella di Behemoth! 
 
"Attenti!" esclamò Ryou. "Eccolo lì!"
 
Con un elegante volteggio a mezz'aria, il conducente di Behemoth atterrò sull'altopiano brullo, mentre la motocicletta diabolica si fermava poco lontano con un rombo simile al ringhio di un mostro inferocito. Alzò lo sguardo, e i Tamers rimasero senza parole davanti a quell'apparizione: non era molto più grande di un essere umano, ma l'aura di potere quasi palpabile che emanava era tale che non si poteva ignorare...
 
"Aaaaah... finalmente! Finalmente vi ho trovato, sciocchi Tamers!" esclamò la creatura. Si trattava di una creatura umanoide alta e snella, completamente vestita di nero, con addosso una giacca di cuoio nero attillata dalla quale spuntavano numerosi spuntoni di metallo che gli davano un aspetto ancora più selvaggio e pericoloso. Sulla testa, portava un elmetto viola dal bordo frastagliato, sul quale spiaccava un terzo occhio dalla pupilla scarlatta posto al centro della fronte. Le braccia e la gambe erano protette da degli spessi piastroni di metallo nero, e le sue mani portavano dei guanti d'acciaio con dei letali artigli su ogni dito. Anche i suoi stivali erano fatti d'acciaio nero, e anch'essi erano armati con degli spuntoni ricurvi sulle punte dei piedi. Una pistola di grosso calibro era posta in un fodero sulla gamba sinistra del Digimon sconosciuto, e alla parte superiore del braccio sinistro, la creatura portava legato un fazzoletto rosso, che per un attimo Takato credette di aver già visto da qualche parte. Muscoli guizzanti e dall'aspetto minaccioso si intravedevano sotto il suo giubbotto di pelle, e la parte inferiore del suo volto, appena visibile sotto quello strano elmetto che indossava, mostrava un ghigno feroce. Una lunga coda metallica e segmentata si agitava dietro la creatura, esprimendo tutta la sua bramosia a dare inizio alla battaglia...
 
"C-cosa?" esclamò Meramon. "E tu... tu chi sei?"
 
"Vi ho cercato in tutto il Mondo Digitale. Quando ho saputo che siete venuti qui per recuperare il vostro amichetto, non ho certo potuto dire di no alla possibilità di sistemarvi una volta per tutte!" esclamò il Digimon sconosciuto, affilando tra loro gli artigli. Takato e Guilmon notarono che l'espressione sul volto di Ryou mostrava paura ed incredulità, e si rese conto che, in effetti, la situazione doveva essere davvero grave...
 
"C-cosa? Di... di che stai parlando, specie di conceria vagante?" esclamò Terriermon. Nonostante la paura, il Digimon simile ad un cagnolino non aveva perso l'abitudine di fare battute... "Noi non ti abbiamo mai visto prima d'ora! Non è che ci stai scambiando per qualcun altro?"
 
"E... e per chi, Terriermon?" chiese Jenrya. "Non credo che ci siano stati molti umani prima di noi, qui a DigiWorld. Ho un presentimento... so che sembra impossibile, ma non c'è altra spiegazione..."
 
"Dovete fuggire..." sussurrò Ryou a Takato e Guilmon. "Questo è... un avversario troppo forte per tutti voi! Non potete affrontarlo, verreste spazzati via senza alcun dubbio! Lasciate che faccia io... voi pensate a salvarvi mentre io lo tengo occupato!"
 
"Cosa?" chiese incredulo Takato. "Ma... ma che stai dicendo, Ryou-san? Ci stai chiedendo di lasciarti qui a combattere contro questo Digimon?"
 
"Ho le mie ragioni..." rispose Ryou. "Questo non è un Digimon come tutti gli altri... è il terribile Beelzemon, uno dei sette Grandi Signori dei Demoni!"
 
"Cosa?" esclamò Juri. "Uno dei... Grandi Signori dei Demoni? E... e chi sono?"
 
"Sette Digimon che ti auguro di non incontrare mai!" affermò Monodramon. "Sono un gruppo di Digimon malvagi terribilmente potenti, ognuno dei quali rappresenta uno dei sette vizi capitali. Sono i più feroci Digimon della Dark Area, e comandano legioni di demoni e soldati da incubo! E questo tizio è uno di loro!"
 
"Aaaah, vedo che la mia fama mi precede. Ne sono lusingato." affermò Beelzemon, facendo un passo in avanti con una calma snervante. Sembrava prendersi il suo tempo per fare quanta più paura possibile ai Tamers e godersi la loro impotenza. "Hm? Cos'è, alcuni dei vostri amichetti se ne sono andati? O magari anno preso fifa e non hanno voluto accompagnarvi? Bah, meglio per loro, immagino. E comunque, non mi sfuggiranno a lungo."
 
Takato si insospettì a quelle parole - come faceva Beelzemon a sapere che avevano dei compagni che non erano lì in quel momento? Era la prima volta che lo vedevano... a meno che...
 
"Di... di cosa stai parlando? Noi... non ti abbiamo mai visto..." disse Takato impaurito. Il suo sguardo tornò al fazzoletto rosso che il Signore dei Demoni legato alla Gola portava legato al braccio sinistro. "A meno che... a meno che tu non sia la forma evoluta di qualche Digimon che abbiamo già visto prima... ma non ho proprio idea di chi..."
 
"Takatomon..." affermò Guilmon, dopo aver annusato una volta di più l'aria attorno a sè. Sentiva un odore vagamente familiare... un odore appena percettibile, ma comunque presente, e che Guilmon ricordava di aver già sentito qualche volta...
 
Ma dove? Già, dove? Aveva la risposta sulla punta della lingua, ma non riusciva a dirlo... o forse aveva paura di dirlo...
 
Jenrya stesso stava scavando nella sua memoria per cercare di capire cosa volesse dire Beelzemon, e come mai sembrava sapere così tanto del loro gruppo di amici... e anche lui ebbe come l'impressione che quel fazzoletto rosso fosse la chiave di tutto...
 
...
 
Un momento...
 
Ma certo! Il fazzoletto rosso! Come aveva fatto a non capirlo subito! Le somiglianze erano impressionanti... all'inizio non ci aveva fatto caso, ma dopo aver sentito Beelzemon parlare come se avesse già incontrato i Tamers, e aver rapidamente riesaminato i ricordi dei Digimon che aveva incontrato, il giovanissimo Tamer cinese era riuscito a fare rapidamente due più due!
 
"Takato-kun, temo di sapere chi sia quel Digimon!" esclamò Jenrya. "Sei libero di non crederci... ma credo proprio che ci troviamo di fronte ad Impmon!"
 
Lo stupore fu tale che Takato non riuscì a prononunciare parola per un istante... e il ghigno feroce stampato sul volto di Beelzemon sbiadì, sostituito da un cipiglio minaccioso. "Cosa? Jenrya-kun... non è possibile! Impmon... non era così potente! Come... come può essere diventato così forte in così poco tempo..."
 
"Takatomon, non vorrei dire... ma sento su di lui una traccia dell'odore di Impmon!" affermò Guilmon, altrettanto stupito. "E'... è debole, ma si sente, su questo non posso sbagliarmi!"
 
Beelzemon grugnì per l'irritazione e fece un passo deciso in avanti, pestando un piede a terra con tale violenza che il terreno si riempì di crepe sotto di esso! "Tsk! Certo, posso capire che vi sembra assurdo! Non riconoscete più il piccolo Impmon, vero? Il debole, patetico, impotente Impmon, eh? Quel Digimon senza forza e senza dignità che si trascinava da una parte all'altra facendosi prendere in giro da tutti, eh? Bene... allora vi interesserà sapere che quel Digimon è morto! Ora ci sono io... e più nessuno oserà prendermi in giro o considerarmi un giocattolo da contendersi o uno zerbino su cui pulirsi i piedi! Ora sono rinato... grazie a chi mi ha dato una mano a buttarmi alle spalle tutta la mia debolezza! Ora sono Beelzemon, Signore dei Demoni! E potrò vendicarmi di tutti coloro che mi hanno preso in giro ed umiliato... a cominciare da voi!"
 
Beelzemon scattò in avanti a velocità folle, sfoderando i suoi artigli e sferrando un fendente terrificante che sembrò tagliare l'aria stessa con il rumore del metallo che strideva sulla roccia! Appena in tempo Guilmon e Monodramon si scansarono per non essere infilzati sui suoi artigli, che penetrarono nella roccia come se fosse stata di burro! Beelzemon tirò indietro il braccio, strappando letteralmente dal terreno un grosso pezzo di roccia e sbriciolandolo nella sua mano con orrenda facilità... poi, il ghigno folle ritornò sul suo volto, e il Demone della Gola scoppiò in una risata terribile!
 
"Hahahahahaaaaa! Sì! E' questo il potere che volevo!" esclamò con gioia folle. "Il potere che mi permetterà di distruggervi tutti! Adesso non ridete più di me, vero? Hahahahahaaaa! Tremate davanti a me, prima che io vi riduca in dati!" Ormai, il Digimon era completamente ubriacato dal suo potere, e non aveva più limiti - per lui, questa battaglia era questione di vita o di morte!
 
Ma Takato e i suoi compagni non avevano nessuna intenzione di farsi sconfiggere tanto facilmente. "Ugh... non ci faremo battere solo perchè tu adesso sei più forte di prima! Guilmon, dobbiamo affrontarlo!"
 
"Sono pronto, Takatomon!" esclamò il dinosauro rosso... anche se aveva il presentimento che anche diventando WarGrowlmon, non sarebbe riuscito a competere con un Signore dei Demoni...
 
"Se questa specie di Hell's Angel di seconda categoria crede di farci paura, ha incontrato il Digimon sbagliato!" esclamò Terriermon. Accanto a lui, anche Elecmon e Meramon si preparavano allo scontro. "Forza, Jen, facciamogli vedere chi siamo!"
 
"Monodramon... non è il caso di trattenersi! Dobbiamo fare del nostro meglio fin dall'inizio!" si raccomandò Ryou. Immediatamente, delle carte blu apparvero in mano a Takato, Jenrya e Ryou, che le tirarono fuori dai loro deck e le strisciarono nei loro D-Ark.
 
"CARD SLASH! Radiant Faith... ACTIVATE!" esclamarono tutti e tre.Una scarica di energia si dipartì dai loro Digivice e pervase Guilmon, Terriermon e Monodramon, che cominciarono subito ad evolvere... ma anche davanti a questo, Beelzemon rimase impassibile, ghignando per l'aspettativa di uno scontro più degno di lui.
 
"Hah! Forse adesso vi renderete conto di che differenza c'è tra me e voi..." disse il Demone della Gola nel momento in cui le forme Ultimate dei tre Digimon apparvero davanti a lui.
 
"Guilmon shinka... GROWLMON! Growlmon chou shinka... WARGROWLMON!"
 
"Terriermon shinka... GARGOMON! Gargomon chou shinka... RAPIDMON!"
 
"Monodramon shinka... STRIKEDRAMON! Strikedramon chou shinka... CYBERDRAMON!"
 
"Non restiamo in disparte, Elecmon! Diamo una mano anche noi!" esclamò Juri, cercando di controllare la sua paura. Il piccolo Digimon elettrico le fece cenno di cominciare pure, e Juri strisciò la sua carta della Digievoluzione nello slot, trasmettendo ad Elecmon una scarica di energia che lo fece evolvere nella sua forma Champion!
 
"Elecmon shinka... LEOMON!"
 
Anche Meramon si mise in guardia, pur sapendo che probabilmente non sarebbe riuscito a fare nulla... e WarGrowlmon aprì lo scontro scagliando uno dei suoi attacchi più forti!
 
"Radiation Blade!" esclamò il gigantesco dinosauro cibernetico, eseguendo una poderosa spazzata in aria con il braccio destro, e scagliando contro Beelzemon un'ondata tagliente di pura energia che si schiantò a tutta velocità contro il nemico, strappando letteralmente da terra pezzi di roccia e detriti! Ma Beelzemon non si era nemmeno degnato di scansare l'attacco, e il motivo apparve evidente pochi istanti dopo: l'attacco Radiation Blade, nonostante la sua potenza, era stato appena sufficiente a far indietreggiare Beelzemon di un passo! La differenza tra i due contendenti era troppo netta...
 
"Cosa?" esclamò WarGrowlmon. "Takatomon, la vedo brutta... i miei attacchi non fanno niente a quel Digimon!"
 
"Ma lo hanno distratto quel tanto che bastava per permettermi di attaccarlo!" esclamò la voce di Rapidmon, che si era spostato con tutta la velocità di cui era capace alle spalle di Beelzemon, per sparare un attacco a bruciapelo! "Ed ora... beccati questo, brutto energumeno nero! Tri Beam!"
 
Il corpo di Rapidmon si illuminò... e da esso scaturì un dirompente raggio di energia che travolse tutto quello che si trovava davanti al Digimon Ultimate... che in quel caso, era solamente Beelzemon, e a distanza così ravvicinata, neanche un Digimon potente come il Demone della Gola avrebbe potuto evitare l'attacco, che lo inghiottì completamente e lo fece scomparire in un accecante baluginio! Rapidmon si ritirò di un breve tratto e ghignò con aria sicura, facendo a Jenrya e ai suoi compagni un segno dell'okay con il pollice. 
 
"OLE'! Allora, chi è il Digimon più macho del mondo, eh? Ti ho abbrustolito per bene, buffone nero!" esclamò Rapidmon, non resistendo alla tentazione di vantarsi un po'... solo per restare assolutamente pietrificato quando Beelzemon, con uno scatto improvviso, emerse dall'esplosione di luce che Rapidmon aveva creato e lo raggiunse con uno scatto velocissimo! Prima che Jenrya e Rapidmon potessero fare qualsiasi cosa, Beelzemon aveva afferrato il Digimon di livello più basso per il collo e lo aveva scaraventato a terra, verso Leomon e WarGrowlmon che si erano lanciati alla carica per aiutare il loro compagno! Rapidmon piombò loro addosso come un proiettile e impattò con violenza sui suoi compagni, facendoli rovinare a terra mentre il motociclista atterrava con agilità sull'altopiano, come niente fosse.
 
"Tsk... tutto qui?" affermò Beelzemon, ghignando con arroganza. "Del resto, non mi sarei aspettato nulla di diverso! Ora siete voi i deboli! Ora sono io che posso schiacciarvi come voglio! Ormai le parti si sono invertite! Rendetevi conto della vostra impotenza!"
 
Una palla di fuoco proveniente da Meramon raggiunse Beelzemon al torace, ma riuscì a malapena a spostarlo - il Digimon di livello Champion era troppo più debole per sperare di fare qualcosa contro un avversario simile, che ghignò con aria di superiorità! "Tsk... cosa speravi di fare, povero stupido? Un Digimon di livello Champion che prova ad affrontare un Mega come me?" esclamò. "Non ti preoccupare, al momento non mi interessano i tuoi dati! I tuoi compagni me ne forniranno molti di più!"  
 
"Ugh... accidenti!" esclamò Jenrya. "Che cosa facciamo? Non possiamo competere con un Digimon di livello Mega... Impmon! Impmon, ascoltaci! Non sappiamo chi ti stia manovrando... ma devi opporti! Non farti usare!"
 
Beelzemon fece una breve risata beffarda. "Hah... e così, voi pensate che io sia manipolato da qualcuno? Poveri sciocchi... io mi sono offerto di mia spontanea volontà a chi mi ha offerto abbastanza potere da distruggervi tutti quanti! La vostra fine è segnata... e comincerò da te, WarGrowlmon!" esclamò il Demone della Gola, lanciandosi verso il Digimon di Takato con gli artigli sguainati e pronti a colpire! WarGrowlmon sgranò gli occhi allarmato... ma il colpo non arrivò mai, grazie a Cyberdramon che si interpose e parò l'attacco di Beelzemon con i suoi artigli! Il terribile Demone della Gola fece un salto all'indietro e fece un verso di disappunto, atterrando in piedi sul terreno e squadrando il uo avversario.
 
"Tsk... se non altro, tu sembri essere un avversario un po' più degno di me." commentò Beelzemon. Cyberdramon restò fermo al suo posto, in posizione di guardia, e un lieve ghigno apparve sul suo volto - finalmente, un nemico contro cui non c'era bisogno di trattenersi! 
 
Ryou si fece avanti, piazzandosi quasi a fianco del suo Digimon. "Takato-kun, dovete fuggire! Non siete all'altezza di Beelzemon!" esclamò. "Lasciate fare a me e a Cyberdramon, sono sicuro che possiamo tenerlo a bada... almeno per ora."
 
"Ma... Ryou-san, hai detto anche tu che quel Digimon... è troppo forte per noi!" esclamò Juri, mentre aiutava Leomon a rialzarsi. Il gigantesco uomo-leone scosse la testa per schiarirsela, e si sgranchì una spalla. "Come... come pensi di fare ad affrontarlo?"
 
"Fidatevi di noi!" esclamò Cyberdramon, senza mai staccare gli occhi dal nemico. Beelzemon serrò gli occhi, infastidito dalla sicurezza del dragone cibernetico. Con chi credeva di avere a che fare? "Voi dovete scappare! Tranquilli, vi raggiungeremo il prima possibile!"
 
"Adesso andate!" continuò Ryou. "Non rischiate inutilmente! Ritrovate Ruki-san e gli altri!"
 
"Ryou-san..." mormorò Takato. Guardò per un attimo negli occhi del suo Digimon, e poi in quelli spaventati di Meramon... e si rese conto che non c'era altra scelta - dovevano fuggire, o sarebbero tutti periti per mano di Beelzemon. "E... e va bene... ma voi state attenti! Cercate di sopravvivere!"
 
Il Re dei Digimon sorrise con aria sicura. "Sono sopravvissuto a peggio." affermò. "Ora forza, andate!"
 
Mentre Takato faceva cenno ai suoi compagni e a Meramon di seguirlo, Beelzemon si voltò verso di loro, deciso ad impedire la loro fuga. "Fermi dove siete! Non ho certo finito con voi!" esclamò il Digimon oscuro, cercando di lanciarsi nuovamente su WarGrowlmon...
 
Appena in tempo, i suoi sensi lo avvertirono di qualcosa che stava per abbattersi su di lui, e Beelzemon alzò la guardia appena in tempo per parare il pugno di Cyberdramon! L'impatto scagliò comunque indietro il feroce Digimon che puntò i piedi sul terreno e strisciò all'indietro per diversi metri, per poi alzare lo sguardo verso il suo avversario.
 
"Non puoi permetterti di distrarti! Tu stai combattendo con me!" esclamò Cyberdramon.
 
"Togliti di mezzo, o sarai il primo a soccombere!" rispose furente Beelzemon, sferrando un fendente con i suoi artigli. Ma Cyberdramon reagì con prontezza incredibile per una creatura delle sue dimensioni e si scansò in tempo, per poi attaccare con un pugno micidiale! Beelzemon si scansò con abilità, lasciando che il pugno del dragone cibernetico si schiantasse sul terreno e vi aprisse uno squarcio! Poi, i due Digimon si squadrarono ferocemente, e Beelzemon mise mano alla sua pistola, Berenjena. Si prospettava uno scontro davvero terribile...
 
"Buona fortuna, amici." sussurrò Ryou, distraendsi giusto un attimo per osservare le figure di Takato, WarGrowlmon e dei loro compagni che si allontanavano alla massima velocità possibile. Poi, si girò nuovamente verso Beelzemon, che scattò rapidamente verso Cyberdramon e cercò di sferrargli un fendente... ma Cyberdramon riuscì a scansarsi, chiudendosi in difesa e parando gli attacchi dell'avversario. Beelzemon strinse i denti, ammettendo tra sè che per essere un Ultimate, si stava rivelando un combattente formidabile...
 
"Se credi che ti sarà facile, Beelzemon... temo che dovremo darti una delusione!" esclamò Ryou, tirando fuori una carta da suo deck e strisciandola nel suo D-Ark. "Card Slash! Hyper Wings Activate!"
 
Un paio di ali di luce spuntò dalla schiena di Cyberdramon, che si sollevò in aria e si accinse a sferrare un attacco contro Beelzemon, una scarica di energia che crepitava sulle punte dei suoi artigli!
 
 
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"Quindi... la carta blu altro non è che un algoritmo che permette ai Digimon di superare i loro limiti ed evolvere a forme superiori?" esclamò Kenta, meravigliato una volta di più davanti alle rivelazioni che Shibumi stava loro facendo. Quello che stavano sentendo era al di là di ogni loro immaginazione... tutto quello che pensavano di sapere di DigiWorld e dei Digimon stessi stava venendo messo in discussione.
 
"Precisamente." disse Shibumi, dando un'occhiata a due Digi-Gnomi che stavano organizzando alcune stringhe di dati lì vicino. In quel momento, il gruppetto stava percorrendo un corridoio relativamente spoglio, andando verso quello che sembrava essere una gigantesca biblioteca... e Shibumi ne stava approfittando per parlare ancora un po' di DigiWorld e svelare ai ragazzi qualche altra verità su di esso. "I Digi-Gnomi non possono comunicare con gli uomini, quindi cercano di parlare tramite le loro azioni. Per esempio... quando il vostro amico ha disegnato quel Digimon, Guilmon... sono stati i Digi-Gnomi a dare forma e pensiero alle stringhe di dati che ora compongono il Digimon del vostro compagno."
 
"Cosa?" esclamò Ruki, sinceramente sorpresa. "Quindi... il Digimon di Occhialoni non è un Digimon che esiste su questo mondo? E'... stato creato apposta? Ecco perchè non ne sapevamo niente nè io nè Renamon..."
 
La volpe ninja si sfregò il mento, pensierosa. In effetti, questa era una cosa che le era sfuggita... lei stessa non aveva neanche immaginato che un Digimon potesse venire creato in questo modo. E poi, questo creava qualche difficoltà... Takato avrebbe scoperto, prima o poi, che il suo piccolo amico Guilmon era nato in quel modo? E come avrebbe reagito? Conoscendolo, non l'avrebbe presa troppo bene...
 
"Tutto questo è molto interessante, Shibumi..." affermò Dobermon, camminando a fianco di Alice. "Ma la cosa più importante da fare, adesso, è fare in modo che Ruki e i suoi compagni tornino dai loro amici. Sono a rischio in ogni momento."
 
"Hai ragione, Dobermon... è proprio per questo che vi ho condotti fin qui." disse l'uomo, fermandosi per un attimo davanti ad una grande porta, prima di spalancarla con un gesto della mano... e dare accesso ai Tamers ad una grande biblioteca arredata con enormi scaffali pieni di libri sconosciuti, il cui soffitto si sollevava per decine di metri sopra di loro fino a perdersi nell'oscurità... e sopra le loro teste, con grande meraviglia dei ragazzi, di Renamon e di Hagurumon, si ergeva un gigantesco Digivice!
 
"Vi presento l'Arca." disse Shibumi. "Un simbolo di alleanza tra uomini e dei, e di rinascita dopo la fine." 
 
 
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CONTINUA...
 
 
Note dell'autore: E con questo... finalmente i Tamers si stanno incontrando per la prima volta con il terribile Beelzemon! Ruki e i suoi compagni hanno anche incontrato Shibumi... il che vuol dire che la storia è arrivata ad un punto di svolta! Riusciranno Takato e i suoi compagni a sfuggire a Beelzemon? E cos'è quella voce misteriosa che parla a Takato? Ruki e gli altri arriveranno in tempo per salvare la situazione? E intanto, Makuramon e gli altri Deva si avvicinano... come andrà a finire?
 
Lo saprete quanto prima! Per adesso... vi saluto, e vi auguro buon proseguimento! Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!             
   
        
           
  
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