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Autore: Vago    10/02/2016    2 recensioni
Libro Primo.
Dall'ultimo capitolo:
"Che schifo.
Dopo tanto tempo che passi con qualcuno ti ci finisci per affezionare.
Non so chi, tra di loro, mi mancherà di più.
Forse tutti, o forse nessuno. Prima o poi dimenticherò i loro nomi.
In fondo, mi sono divertito a seguirli.
Sai, la mia ironia non ha perso l’occasione di affiorare.
Ho visto cose incredibili. Draghi, fate, esseri fantastici… e poi la magia. Quant’è bella?
Peccato che, se mai uscirai da lì, non potrai vederla con i tuoi occhi…
Nel mio viaggio con quei cinque ragazzi ho visto cose veramente incredibili.
Questo nuovo mondo è pieno di sorprese. Sarebbe bello poterlo esplorare assieme a te… Come ai vecchi tempi…
[...]
Ho visto perfino le armi elementari all’opera ancora una volta.
Non mi è dispiaciuto fino in fondo questo lavoro… O forse sì.
Il finale è stato bello e, nonostante tutto, devo ammetterlo, perfino io mi sono commosso, ogni tanto.
Un ragazzo si è sacrificato per i suoi compagni. Forse c’è ancora qualcuno non corrotto, in fondo.
[...]
Incredibile.
Non ho mai visto cose di questo tipo in tutta la mia vita…
Aspetta un attimo, così potrai vedermi anche tu."
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Storia revisionata
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Fato'
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L’autunno arrivò come prima del Cambiamento. Il vento si fece freddo e gli alberi della Grande Vivente si tinsero di giallo e rosso. Ardof ammirò il paesaggio. Era la prima volta che guardava la grande foresta con quei colori.
Il Cavaliere rosso si strinse il mantello che aveva appena comprato addosso.
Trado li aveva avvertiti con una settimana di anticipo dell’arrivo dei nuovi Cavalieri e dei nuovi Domatori, con la novità dei nani. Le uova erano arrivate e Fariuna aveva creato uno spazio speciale per l’addestramento dei cuccioli di drago nella Terra del Fuoco. Era tutto pronto e studiato nei più piccoli particolari. Ardof si incamminò verso il Palazzo della Mezzanotte passando attraverso le piccole case che cominciavano ad infestare la piana.
Mentre Frida finiva i preparati nelle stanze degli allievi a lui era toccato il compito di mostrare alle nuove guardie i loro alloggi.
Si ritrovò davanti un gruppo vociferante di umani, elfi chiari e scuri, nani e, addirittura, Bereng nelle loro armature leggere.
Il cavaliere tirò un sospiro e si fece strada nella calca. I soldati avevano la curiosa caratteristica di puzzare di sudore anche senza aver fatto nulla di faticoso. E tra questi odori quello dei Bereng spiccava particolarmente.

Non credo metterò mai più piede in quel palazzo. L’odore di quei soldati si attaccherà a qualunque cosa, ne sono sicuro.

Fece giusto in tempo a darsi una sciacquata e mettersi la tuta rossa e argento addosso. Le guardie all’ingresso aprirono il portone e una massa di ragazzi sedicenni entrò.
Avevano deciso di far entrare nell’Accademia tutti i nuovi allievi in una sola volta, e non a ondate, non sarebbero stati costretti a dividerli in sezioni per mesi di nascita come era toccato a loro.
Appoggiò il casco da Cavaliere sul pagliericcio e uscì dalla stanza. Nel corridoio non c’era già più nessuno. Le guardie avevano fatto un ottimo lavoro con l’assegnazione delle camere.
Ardof si diresse veloce verso la mensa, era lì che si sarebbero presentati ai ragazzi, che gli avrebbero detto in che meraviglioso posto erano finiti.
Quando entrò nella sala c’erano Frida, Niena e Savan, seduti a uno dei tavoli e intenti a discutere animatamente-
- Allora, sei pronta per cominciare?- chiese Ardof sedendosi sulla panca vicino alla Domatrice azzurra.
- Penso di sì.-
- Già… finalmente il nostro momento è arrivato. Che ne dici, facciamo un po’ di spettacolo per questi poveretti che ci dovranno sopportare per i prossimi cinque anni?-
- In che senso?-
Ardof si alzò dalla panca su cui si era appena seduto e, estratta Pyra, si mise in guardia. Frida fece lo seguì e, impugnata saldamente la spada dell’acqua, si mise a sua volta in guardia. Umano ed elfa si studiarono per alcuni attimi.
- Per favore. – supplicò Niena facendosi da parte – Oggi è il primo giorno, cercate di non rompere niente.-
Cominciarono a scambiarsi qualche colpo per riscaldarsi, dopo aver smussato le lame per non farsi troppi tagli.
Il duello si fece più accanito.
Una serie di affondi e parate, stoccate e schivate.
I due sfidanti non si accorsero neanche del gruppo di ragazzi che si era creato intorno a loro, tenuto a stento a bada dai tre Cavalieri non impegnati nel duello.
Quando si fermarono erano entrambi sudati e con il respiro affannoso. Riposero le lame nei foderi e si girarono verso i sedicenni.
- Dovremmo poi trovare un nome per i nani che si legano a un drago. Sai, come Cavaliere o Domatore.- bisbigliò Ardof.
- Che ne dici di Compagni? Compagni dei draghi. Come ci ha detto Farionim quando lo abbiamo incontrato. Dopotutto loro ci chiamano compagni di volo…-
- Aggiudicato Compagno dei draghi.-
- Derta noy. “ Voce spanditi.”- bisbigliò Ardof quando le porte della mensa si chiusero
- Benvenuti a tutti. – disse con la voce amplificata dalla magia. – Io sono Ardof Neghyj, lei è Frida Vergy e loro sono Niena Garvà, Savan Letèn e Kella Nairua. Saremo i vostri insegnanti per i prossimi cinque anni. Come i più acuti di voi avranno capito questa è una specie di scuola, come quelle prima del Cambiamento. – un mormorio si propagò per la folla di sedicenni accalcati – Qui non ci sono molte regole da seguire, nelle lezioni dovete stare attenti, quando farete scherma vi chiedo di non tagliarvi nessun braccio. – ci fu una risatina soffocata – E vi chiedo di indossare sempre la tuta che avete trovato nelle vostre camere. Ci vedremo domattina nelle classi in cui sarete divisi. Siate puntuali.-
Ardof se ne andò seguito da Frida. I due entrarono nello studio dei professori.
- Come ti sono sembrato?-
- Bravo. Io non avrei saputo dire di meglio.-
- Grazie. Per me vuole dire molto. Comunque, io vado a dormire, domani ce la dovremo vedere con un bel gruppo di ragazzi. Buonanotte.- Ardof fece per andarsene ma Frida lo trattenne.
- Buonanotte anche a te.- gli rispose l’elfa, e lo baciò.
Ardof rimase un attimo inebriato, poi se ne andò nella sua stanza.
La mattina seguente, quando entrò nell’aula, tutti i posti erano occupati. Aveva passato la notte a pensare a cosa avrebbe detto in classe.
- Ciao a tutti e benvenuti. Voi tutti qui presenti siete aspiranti Domatori, aspiranti Cavalieri o aspiranti Compagni dei draghi. Questo edificio vi ospiterà per cinque anni, poi voi sceglierete che indirizzo prendere: se Arti magiche, insegnamento agli aspiranti, scherma o protezione dei territori. Funziona più o meno come le scuole del vecchio mondo. Ora faremo l’appello, vi chiedo cortesemente quando sentite il vostro nome di alzarvi e dire “presente”.-
- Artey Mert.-
- Presente.-
- Bern Tonai.-
- Presente.-
- Born Redio.-
- Court Nefertia, Danse Gersy, Estrea Nifedo, Gift Nerton, Irk Martes, Neft Bergia, Poart Rikley, Radd Notfe, Saturned Tarudia, Versetta Merìan.-
Tutti risposero.
- Ora vi spiegherò come funziona questa scuola: per i primi due anni faremo allenare draghi e allievi separatamente, per poi riunirli. Ora vi chiedo di dare in custodia i vostri cuccioli agli stallieri che stanno per entrare.-
Le guardie entrarono e Ardof vide che i suoi allievi cedevano a malincuore i loro compagni.
Le guardie incaricate portarono via i draghi neri.
- Innanzi tutto, voi tutti avete la pelle di una delle vostre mani tinta di un colore insolito, quella a cui si è attaccato il guscio dell’uovo, per la precisione. Non preoccupatevi, non è niente di pericoloso, è solo il… contratto che avete firmato con il vostro drago, un marchio di ciò che siete diventati. Detto questo, preparatevi per la vostra prima lezione di magia. La magia è controllata dai pensieri e può essere incanalata in vari modi, per voi sarà più semplice espellerla attraverso la mano che è entrata in contatto con il guscio. Usare la magia non è il semplice pronunciare un incantesimo o concentrarsi su qualcosa. Ognuno di voi possiede nel proprio corpo una riserva di un'energia particolare che chiameremo mana ed è questa energia che permette alla magia di manifestarsi, guidata da determinate formule. Domande?-
Una mano si alzò dal primo banco. - C'è un limite al numero di magie che uno può usare?-
- Naturalmente. Per ognuno questo limite è diverso, ma sempre migliorabile. Nel momento in cui la riserva del mago raggiunge un livello critico, mago in questione può svenire, entrare in uno stato comatoso, detto congelamento, o persino morire.-
Una ragazza alzò la mano
- Si?-
- Lei ha detto che un mago può migliorare, come?-
- La riserva di mana utilizzabile è come un muscolo. Più la riserva è allenata, più mana potrà contenere e più velocemente si ristabilirà il livello ottimale di energia dopo il lancio di un incantesimo.-
- Che cosa possiamo fare con la magia?- chiese un altro.
- Potete sollevare, muovere, trasformare oggetti utilizzando i quattro elementi. Parlare, a diversi livelli, con il pensiero. Ma la telepatia è per lo più una questione di allenamento e predisposizione. Vedere e parlare con persone lontane... insomma quasi qualunque cosa. Vi provo a dare dei paletti: potete fare qualsiasi cosa che sia, anche solo vagamente, naturale. Se la vostra mente può immaginare un motivo minimamente plausibile per cui una cosa avvenga, la magia può farlo. Potreste addirittura salvare una persona dalla morte, se arrivate prima che l'anima si sia interamente distaccata dal corpo, con una scossa elettrica potreste rimettere in funzione il cuore. Ovvio che non potreste riportare un'anima sulle Terre una volta che questa ha lasciato il corpo, perchè non esiste in natura una forza sufficiente per esaudire la vostra richiesta. L’unica cosa che può riportare in vita un morto è il cambiamento del suo fato, del suo destino. Ma molto raramente il dio Fato modifica ciò che ha scritto all’inizio dei tempi sul suo libro.-
Fino a quel momento la lezione era proseguita come la prima lezione di Ardof, in maniera spaventosamente identica.
- In che senso una persona può essere riportata in vita dal suo Fato? Il destino può essere davvero cambiato?-
- Come spero sappiate, esistono numerosi Dei. Cinque primigeni, Acqua, Aria, Fuoco, Terra e il Fato, e sette secondari, o minori, Natura, Tempo, Spazio, Luce, Oscurità, Ordine e Caos. Il Fato, vi ho detto, è uno di quelli primigeni. Il fato, o destino, è segnato per ognuno di noi su un libro dalle pagine infinite. Se un mago entrasse in possesso di quel libro e scrivesse con parole cariche di mana una continuazione della vita di un morto, questo potrebbe resuscitare. Certo c’è un problema a questo: il libro del fato, ovviamente, non può essere letto da un comune mortale.-
Ardof benedisse la campana quando suonò.
Si chiese se anche i suoi compagni di avventura di fossero ritrovati nella sua situazione.
La classe defluì verso la mensa. Quando furono tutti seduti i cuochi portarono i piatti che avevano preparato.
- Come è andata?- chiese Frida.
- Abbastanza bene. Gli ho spiegato come funziona la magia e, a sorpresa, gli ho spiegato il libro del fato.-
- I nostri professori queste cose non ce le hanno mai dette.-
- I nostri professori queste cose non le conoscevano neanche. Siamo i primi di questa nuova generazione.-
- Hai ragione. Le spade sono arrivate, vero, Savan?-
- Si, erano quasi tutte a posto. Ne ho dovute rimandare indietro tre perché erano sbeccate e due perché i diamanti si erano staccati dall’elsa.-
- Menomale. Altrimenti avremmo dovuto rimandare la prima lezione di scherma a chissà quando.-
- Non penso sarebbe stato necessario. – intervenne Niena – dopotutto abbiamo armi a sufficienza per tutti questi ragazzi.-
Il pomeriggio arrivò in fretta.
Ardof si sedette in terra guardando le guardie cercare di dare a ogni ragazzo una spada appropriata. C’era solo un vociare confuso in torno a lui.

Quella notte il Cavaliere rosso sognò il vecchio mondo, gli era successo solo un’altra volta, dal Cambiamento. Si vide in terza persona, stava leggendo uno dei suoi libri. Il titolo era sbiadito nella sua memoria. Vide chiaramente una frase sulle pagine coperte di forme insensate. “ La vita è un cerchio e, prima o poi tutto ritorna alla partenza.”
Ardof si svegliò di colpo, ansante e completamente sudato. Fuori era ancora buio. Si sentiva lo scroscio della pioggia sulle pareti di pietra. Dalla piccola finestra che dava sulla Grande Vivente non si riusciva a vedere pressoché nulla, se non i lampi che ogni tanto illuminavano il cielo notturno.
“ Tutto ritorna al via… come è vero. Io sono di nuovo qui, quasi non fosse mai successo niente…”
Il Cavaliere si sdraiò di nuovo, affondando il viso tra i capelli di Frida. Poco prima di riaddormentarsi pensò a cosa sarebbe successo se ci fosse stata un’altra guerra.
La flebile presenza della coscienza di Erdost lo fece stare subito meglio, era troppo lontano per potergli parlare, ma oramai gli bastava quel semplice contatto per infondergli fiducia.
Se ci fosse stata un’altra guerra loro l’avrebbero combattuta e vinta. Su questo non dovevano esserci dubbi.

 

Angolo dell'autore:

Ciao a tutti!

Ebbene, Ardof, Frida, Diana, Trado e Vago si sono sistemati, tutto più o meno è tornato come prima, la storia sembrerebbe non avere altro da dire, MA, - guarda questi ma, si infilano ovunque... - Dicevo, MA non scappate proprio ora. A domani l'ultimo capitolo, perchè c'è ancora qualcuno che deve dire la sua. Seriamente, credo sappiamo tutti di chi sto parlano e, scusate se sono di parte, quello di domani è il capitolo che più mi piace, è un po' come la scena dopo i titoli di coda, quindi vorrei chiedervi di non alzarvi ancora dalla vostra poltrona e avere ancora un pochino di pazienza.

A domani, quindi. Buon proseguimento a tutti!

Vago.

   
 
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