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Autore: Hopeless20    12/02/2016    0 recensioni
Quando una ragazza si trova a combattere con la tristezza cosa è giusto che faccia? Può la cosa sbagliata diventare giusta? Il difficile cammino di Jessica che si ritrova a combattere, per cercare di uscire dal suo stato di tristezza perenne. Non sempre c'è un motivo per cui il cuore perde la gioia di vivere.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 3 "...e a quel punto gli ho detto che era un idiota e che poteva andare al diavolo". Sento delle risate attorno a me. Cristina sta raccontando di come ha scaricato il suo ultimo spasimante, è fatta così, le piace essere corteggiata e quando non le interessi più ti butta via. Fortunatamente lo fa solo con gli uomini e non con gli amici; da questo punto di vista è ammirevole. Come dice lei <>. Non credo sia una frase di sua invenzione ma in ogni caso è il suo credo, per cui perchè contestare che ne sia lei stessa l'arteficie? "Poveretto! Cristina avresti potuto essere più delicata.". Questo è Davide che parla, è perso di Cristina da quando l'ha conosciuta, ma sapendo la facilità con cui scarica i ragazzi non si è mai fatto avanti, e si limita ad esserne amico e a sfogare con me le sue frustrazioni, in qualità di migliori amici ci dovremmo dire tutto, ma purtroppo non posso parlargli del mio malessere, è una persona troppo pratica e non capirebbe come si possa essere tristi senza una ragione precisa. "Davide, sai com'è la nostra Cristina, non si risparmia mai.". dice Giacomo, il mio ragazzo. Ride e scherza con Davide e Cristina mentre tiene un braccio intorno alla mia spalla. Dal canto mio partecipo poco alla conversazione e mi limito ad ascoltare passivamente mentre penso a quello che mi è successo un paio di giorni fa.... Ho dato la mano ad Angelo e lui mi ha sorriso "Vieni ti porto in un posto.". Mi ha lasciato la mano e ha camminato davanti a me certa che io lo seguissi. Abbiamo camminato per un po' e ci siamo diretti alla fermata dell'autobus. "Hai soldi per il biglietto?". Mi ha chiesto, e io ho annuito. Siamo saliti sul primo autobus che è passato, il numero 5. "Scusami Angelo, ma il 5 non porta nella zona più malfamata della città?". "Esattamente dove vogliamo andare" mi ha risposto lui.... "Jessica ci sei ti senti poco bene?" Giacomo mi ridesta dal mio flashback. "Sì, sono solo un po' stanca. Dicevate?" domando senza interesse "Stavamo giusto pensando di andare a casa tutti, ormai si è fatto tardi.". Tiro un sospiro di sollievo, anche questa serata la farsa è finita. Ci alziamo e Giacomo mi aiuta a mettere il giubbotto, è sempre molto premuroso con me, però non si accorge del mio reale stato d'animo. Usciamo fuori e ci avviamo ognuno verso la propria macchina, io in realtà sono la passeggera di Giacomo. Saluto Davide e Cristina e salgo in macchina. Giacomo entra e si siede accanto a me dal lato guidatore. "Jess, sei tanto stanca stasera?". Immagino già dove vuole andare a parare. I miei genitori sono partiti per un viaggio dato che è il loro anniversario, e non ci saranno per tutta la settimana, per cui il mio ragazzo mi sta chiedendo un po' di intimità. Quanto tempo è che non facciamo l'amore? Da quando sto male, ho sempre usato delle scuse, del tipo <>. Adesso non ho più scuse per cui rispondo che non sono stanca così tanto, e che se vuole può passare la notte da me. Vedo il suo volto aprirsi in un sorriso,è così bello quando ride. In realtà è stupendo sempre, non capisco cosa ci trova in una come me. Guida sicuro verso casa mia, stando attento ad evitare frenate brusche o curve troppo veloci, perchè sa che soffro il mal d'auto. Parcheggia e scendiamo. Apro il portone, prendiamo l'ascensore, in realtà dovremmo salire di solo 2 piani, ma nessuno dei due ne ha voglia. Entriamo in casa mia e appoggiamo i giubbotti sul divano. "Andiamo in camera tua" mi sussurra. Io lo seguo senza fare storie. Iniziamo a spogliarci a vicenda, lui mi bacia e mi dice quanto sono bella e quanto gli sono mancata, vorrei credergli, ma penso che dica queste cose solo per l'astinenza. Una volta privati dei vestiti, ci sdraiamo sul mio letto e iniziamo l'amplesso. "Ti amo" sussurra nel mio orecchio mentre continua a bearsi del mio corpo, io cerco di concentrarmi e provare piacere, ma il mio stato d'animo mi impedisce di farlo. Dio come vorrei tornare a qualche mese fa in cui ero io la prima a voler fare l'amore col mio fidanzato. Termina con un gemito, e io fingo di fare lo stesso. Tutto sudato Giacomo mi abbraccia e mi dona teneri baci sulle tempie, tira su il lenzuolo e avvolge entrambi "Sei la mia bimba, non devi prendere freddo" mi mormora, continuando ad accarezzarmi. Tuttavia presto la stanchezza prende il sopravvento. Sento il suo respiro regolare e mi giro a dargli le spalle. I miei pensieri tornano all'evento di oggi....Perchè stiamo andando nella zona più malfamata della città? Forse sono ancora in tempo per allontanarmi, scenderò alla prossima fermata e tornerò indietro, e farò finta di non aver mai fatto la visita dalla psicologa, di non aver raccontato a un estraneo il mio stato emotivo, di non essere salita su un autobus che va in direzione "Criminali". "Ti vedo agitata Jessica, sta tranquilla, ci sono io". La voce di Angelo ferma le mie elucubraioni mentali, e, stranamente mi calmo. Restiamo in silenzio per tutto il resto del viaggio. Scendiamo al capolinea e Angelo mi prende per mano, resto sbalordita, me egli subito si appresta a spiegare "Se ti vedono con me, nessuno ti metterà gli occhi addosso". Annuisco timidamente e ci incamminiamo. Angelo gira per i vicoli tirandosi dietro me, che sono sempre più angosciata: come può una gita nel "ghetto" farmi ritornare felice? Arriviamo davanti a un garage e Angelo inizia a bussarci contro, ma seguendo un certo ritmo, probabilmente è una parola d'ordine o roba del genere. Al quinto ripetersi di qesta manovra,il garage si apre. Noi entriamo dentro, Angelo sembra a suo agio. Da quanto tempo frequenta questo posto?. "Ciao Angioletto, vedo che hai portato una signorina, cosa vuoi? Il solito?". "Sì grazie, ma anche qualcosa di più leggero per la mia ragazza.". "Arrivo subito ragazzi.". Mi stacco velocemente da lui "Io non sono la tua ragazza, il ragazzo ce l'ho già!". "Però sei qui con me ora, no? Perchè non hai parlato a lui dei tuoi problemi? Rilassati,non lo stai tradendo.". Mi zittisco, è vero non lo sto tradendo fisicamente, però ho preferito fidarmi di uno sconosciuto invece che di lui, non è ancor più grave di un tradimento fisico? "Eccomi ragazzi, tieni Angioletto". "Grazie dottore, quant'è?". "Il solito Angelo, per la signorina offre la casa stavolta." l'uomo, il quale sono abbastanza sicura non sia un vero dottore, mi fa un occhiolino, ma il gesto che dal suo punto di vista può sembrare amichevole, per me è solo viscido. Angelo tira fuori una mazzetta abbastanza consistente di banconote da 50 euro, e le consegna al "dottore". Adesso è tutto chiaro, scappo immediatamente fuori dal garage e inizio a correre per i vicoli. Non so dove sono, nè dove sto andando, qua le vie sembrano tutte uguali, accidenti avrei dovuto stare attenta alla strada. Mi appoggio contro un muro per riprendere fiato. "Ehi bella bimba, dove stai correndo?" Un ragazzo si avvicina a me, è giovane ma consumato, incute timore, cerco di allontanarmi fingendo indifferenza, ma lui velocemente mi artiglia il braccio e mi riporta contro il muro. "Lo sai che sei proprio carina, anche la mia fidanzata lo era.... Che buon odore! Usi il suo stesso shampoo.". Sono paralizzata mentre questo giovane mi annusa, le lacrime mi pizzicano gi occhi, e li chiudo per non vedere. Mentre vedo nero sento il peso che si allontana e una voce dire "Sparisci feccia, lei è troppo per te, non toccarla mai più.". Apro gli occhi, è Angelo che parla, prende il mio aggressore per il colletto della maglia e quasi lo solleva da terra:"Non provare mai più a toccarla, o dovrai risponderne a me." Lo sguardo di Angelo è freddo e controllato, ma il tono delle sue parole è assolutamente minaccioso. Lascia andare il ragazzo, il quale fugge più velocemente che può. Gli occhi di Angelo sono rivolti a me adesso. "Come ti è saltato in mente di fuggire in quel modo!? Sarebbe potuto accaderti qualcosa di grave!?" Angelo urla, ma la sua rabbia mi ricorda il motivo per cui sono scappata, così inizio a gridare anche io "Cosa è saltato in mente a me?! Cosa è saltato in mente a TE piuttosto?! Pensi che la cocaina sia la via d'uscita dai problemi? Dall'infelicità? Non avrei dovuto seguirti... Riportami immediatamente verso casa, e tu e la tua droga uscite dalla mia vita!". Angelo non parla, non dice più niente, restiamo attimi che sembrano infiniti a guardarci in silenzio, poi lui si volta, e si incammina, ed io lo seguo. Arriviamo alla fermata del bus proprio nel momento in cui il mezzo sta arrivando. Saliamo e timbriamo il biglietto, dopodichè il nostro viaggio verso casa comincia. Finisce com'è iniziato: in silenzio. Scendiamo alla fermata più vicino al centro. Mentre mi allontano come se gli avvenimenti di oggi non fossero accaduti sento Angelo che dice:" Pensavo tu cercassi una via d'uscita.". Fingo di non aver ascoltato la sua frase e continuo ad andare verso casa. Di tanto in tanto mi volto per controllare che nessuno mi stia seguendo. Arrivo a casa, e non c'è nessuno i miei sono partiti per tutta la settimana. Mi butto sul letto spossata dalla giornata. Il mio telefono squilla, so di chi si tratta, ho messo una suoneria personalizzata per le persone a me più care, rispondo:" Ciao Cristina.". "Buooonasera Jessi!!" è allegra come al solito. "Stasera ti va di andare al pub con Davide e Giacomo ?". No, non voglio:" Sì, verso che ora?" rispondo." Te lo faccio risapere più tardi, ciao ciao!"...... Dopo aver ripercorso gli eventi del giorno mi sento svuotata, sembra tutto assurdo. Scivolo nel sonno con in testa le parole di Angelo << Pensavo tu cercassi una via d'uscita>>.
  
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