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Autore: sony_97    12/02/2016    1 recensioni
Jane si trova ad Asgard poiché vittima dell'Aether. L'unico modo per salvarla prevede, con disapprovazione collettiva, la liberazione di Loki. La cosa però prende una piega inaspettata, costringendo ad una convivenza forzata i due protagonisti. Quali sorprese riserverà loro il deserto di Svartalfheim?
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Jane Foster, Loki, Thor
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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-era ora!-

Quella voce, ormai famigliare, mi svegliò.

-la bella addormentata si è svegliata finalmente.-

Mi stiracchiai, e, a fatica, mi misi a sedere.

-a dire la verità stavo ancora dormendo.-

Ribattei.

-beh, ormai sei sveglia, ed è ora di andare.-

Disse, piegandosi verso di me.

-e come credi che possa camminare con questa gamba?-

Domandai, ma lui già mi stava rispondendo.

-Ehi!-

Esclamai, quando mi prese in braccio.

-hai intenzione di portarmi in giro così per tutto il giorno?-

Chiesi, infastidita dal dover essere dipendente dal suo aiuto.

-no, solo finché non troverò un altro lupo a cui darti in pasto.-

-spiritoso...-

Sbuffai.

Mi arresi, e mi lasciai sollevare senza opporre resistenza. Uscimmo dalla grotta e, con la solita agilità aliena, Loki raggiunse la pianura. Eravamo di nuovo nel deserto. Pallido, secco, sconfinato deserto. Iniziava a darmi la nausea.

-non dici nulla?-

Domandò, distogliendomi dai miei pensieri.

-cosa dovrei dire?-

Fece spallucce, increspando le labbra.

-qualche altra stupida domanda, del tipo dove stiamo andando, o qualcosa su mio fratello...-

-fratellastro.-

Lo corressi.

-completamente estraneo geneticamente, se vogliamo essere precisi.-

Puntualizzò Loki. Sorrisi e lui ricambiò, tenendo lo sguardo basso.

-dove stiamo andando?-

Chiesi, con un sorrisetto beffardo.

-come ho detto, è una domanda stupida, dato che i deserti non hanno né inizio né fine, ma questa volta è un'aberrazione.-

Disse. Lo guardai meravigliata.

-vuoi dire che abbiamo una meta?-

-se così vogliamo definire un luogo di cui conosco l'esistenza ma non l'ubicazione, allora si, abbiamo una meta.-

Affermò.

-falla finita con queste risposte sibilline e dimmi semplicemente dove stiamo andando.-

Esclamai, irritata.

Loki accennò un sorriso, quel suo solito ghigno malizioso.

-lo scoprirai presto, piccola.-

Sibilò, guardandomi negli occhi. Respinsi all'istante il suo sguardo, e guardai altrove. Mi metteva a disagio quel suo atteggiamento...provocante.

Onestamente non avevo mai permesso a me stessa di pensare a Loki in quel modo, di ammettere che era bello e attraente. Tanto meno avevo considerato l'ipotesi di cedere a quelle che avevano tutto l'aspetto di avance.

Però chissà, forse stava veramente cercando di sedurmi. E a me andava di essere sedotta? Non avevo mai osato chiedermelo.

Dopotutto, era davvero attraente…

Scossi la testa, distogliendomi da quei pensieri. Avevo questioni più importanti da risolvere. Pensai alla sera precedente...o era oggi?

Mi resi conto che era quella mattina che ero stata attaccata dai lupi; quindi doveva essere passata solo qualche ora dal nostro caloroso abbraccio. Arrossii lievemente a quel pensiero. Era stato così dolce, ma adesso, era tornato il Loki di sempre. Beh, forse un po' meno ostile, però non avrebbe mai accennato a quel momento di affetto.

Sospirai, e cercai di fare mente locale. C`era qualcosa di ancora più importante di quell`abbraccio: il discorsetto della sera precedente.

Era servito? Era grazie a quello che adesso Loki pareva più disponibile e meno distante? Cercai di ripercorrere ogni suo gesto da quando mi ero svegliata, alla ricerca di una prova inconfutabile che confermasse il mio merito, ma non trovai altro che dilemmi.

In ogni caso, c'erano questioni ancora più importanti da chiarire.

-perché mi hai salvata?-

Chiesi, incapace di lasciar correre.

-Ero ferita, avresti potuto facilmente sbarazzarti di me. Cos`è, ti piace salvare le povere mediocri umane indifese?-

-veramente di solito mi accontento delle concubine.-

Risposte, ironico.

-d'accordo, non sei ancora pronto per rispondere.-

Dissi, concedendogli il primo indizio della mia indagine sulla sua interiorità. Tuttavia non ci fece molto caso, apparentemente, e continuò a camminare alla ricerca di quel luogo misterioso.

-spero che non sia un'altra grotta infestata dai lupi.-

Dissi, stimolando le risa di Loki.

-quei lupi non sono di qui, vengono da un altro mondo. Sono arrivati qui grazie alla Convergenza, attraverso una di quelle stesse porte che hanno permesso all'Aether di raggiungerti.-

Annuii a bocca aperta.

-questo è un bene o un male?-

Domandai.

-dipende: così puoi tornare a casa senza alcuna fatica, ma anche le creature mostruose degli altri mondi possono raggiungere casa tua senza il minimo sforzo.-

-una medaglia ha sempre due facce.-

Dissi, riassumendo.

-precisamente.-

Confermò Loki.

-comunque io non voglio tornare a casa.-

Ribadii.

-allora dovresti sposare Thor.-

Disse, con quel tono indecifrabile.

Io non risposi.

-lo faresti?-

Domandò.

-non lo so...-

Ammisi, confusa.

-non sai se vuoi restare ad Asgard o se vuoi sposarlo facendogli credere di amarlo?-

-vuoi smetterla con queste domande!-

Esclamai, irritata. 

-perché vuoi sapere tutte queste cose su di me?-

Domandai, genuinamente curiosa.

-è più facile ingannare qualcuno che conosci bene.-

Disse, con tono severo.

-questo è quello che ad Asgard si dice di te. Qual è il vero motivo?-

Chiesi. Loki mi rivolse uno sguardo stupito.

-che ti fa pensare che non abbiano ragione?-

-io non ho dimenticato quello che mi hai detto ieri sera, Loki, e ti ho creduto. Non mi importa se tu sosterrai di avermi mentito, io so che almeno un briciolo di verità c`era.-

Rivelai i miei pensieri con una tale fermezza che rimasi meravigliata io stessa più di Loki. Si fermò per scrutare il mio volto. Di nuovo vidi nell`azzurro di quegli splendidi occhi il riverbero di una lacrima, in un`espressione smarrita e addolorata. L`altro lato di quella medaglia pulsante si stava mostrando sempre più spesso. Sembrava un ragazzino adesso, anziché l`uomo che sicuramente era (inutile chiedere l`età ad un Dio millenario, supposi).

-hai troppa fiducia in me…-

Disse, abbassando la testa e riprendendo a camminare.

-finirai per fare male solo a te stessa credendo di vedere qualcosa di più dentro a questo cuore di ghiaccio.-

Mormorò. E finalmente aveva abbassato le sue difese, rinunciando alla maschera che si era costretto a portare per non deludere le aspettative altrui. 

-e se invece avessi ragione? Non potrei fare almeno un po’ di bene a te?-

Domandai, speranzosa. Lui sospirò.

-sei giovane, Jane, troppo giovane e ingenua per capire.-

-spiegami allora.-

Accennò un sorriso nervoso.

-tu credi che sia facile, che le parole bastino a far riemergere la parte migliore di me, rendendomi così libero dal peso del rancore…Ma ti sbagli. Non è semplice.-

-perché no?-

Scosse la testa.

-perché non possono bastare le parole? Dopotutto sono loro a guidare le nostre azioni, sono le parole che pensiamo nella nostra testa a spingerci ad agire. Se cambi quelle parole diventi un`altra persona… potresti stare meglio.-

Sbuffò.

-sei presuntuosa a pensare che io stia male. Non dai troppo peso alle tue fantasie?-

-può darsi.-

Ammisi, abbassando la testa.

-non mi hanno portato che delusioni finora, però non ho modo di reprimerle, quindi posso solo sperare che l`ennesimo tentativo mi renda felice.-

Scosse la testa di nuovo e volse lo sguardo altrove, con aria contrariata e dispiaciuta.

-allora mi dispiace che tu abbia incontrato me.-

E con quelle parole mi zittì. Una parte di me era commossa e soddisfatta, felice di aver trovato qualcuno di diverso e comprensivo, e orgogliosa di averlo spinto a riflettere su sé stesso. Dall`altra parte ero dispiaciuta, poiché sapevo di non essere d`accordo con lui: era la persona migliore che mi potesse capitare, ma sapere che lui si riteneva così senza speranze mi feriva. 

Rimanemmo in silenzio a lungo, ciascuno guardando l`orizzonte. Pensai a cosa sarebbe successo in seguito, se qualcuno ci avesse trovati, se non ci avessero trovati. Divenni presto consapevole che se qualcuno di Asgard ci avesse trovati, Loki sarebbe stato ricondotto in prigione, e sicuramente l`unico modo per evitare ciò, sarebbe stato scappare. Perciò, che ne avesse avuto l`intenzione o meno, ad un certo punto avrebbe dovuto lasciarmi. Quell`idea, dovetti riconoscere, mi rattristava; anzi, mi distruggeva. Non avevamo passato molto tempo insieme, ma mai mi ero sentita più… giusta per la situazione in cui mi trovavo. Esatto, con tutte le frecciatine e i rischi, ero stata felice, una felicità nuova, che avevo da sempre ritenuto una prerogativa dei sogni. Provavo qualcosa per lui, qualcosa di profondo, che non volevo perdere. 

Lo guardai: quella pelle diafana, quegli occhi smarriti, quei capelli corvini…

Si girò verso di me, e io distolsi lo sguardo all`istante, imbarazzata. Cosa mi stava facendo?

-siamo arrivati.-

Sentenziò.

Mi guardai in giro.

-dove?-

Domandai, non vedendo altro che sabbia, sabbia e deserto.

Loki mi posò delicatamente a terra.

-forse non sarà un posto molto piacevole se soffri di claustrofobia, ma per lo meno è sicuro e attrezzato.-

Iniziò a palpare il suolo, scostando la sabbia. 

-eccoti qui…-

Bisbigliò, e cominciò a scavare. Sentii un cigolio, come una trave di legno che si incrina, e subito dopo Loki tirò fuori dalla sabbia un fune. Era spessa, e pareva robusta nonostante i fili che si ribellavano dall`intreccio originale. La tirò forte, e una botola si aprì. 

-casa dolce casa!-

Esclamò, ridacchiando.

Mi sporsi per guardare, ma non vidi che buio.

-aspettami qui.-

-no, penso che andrò al bar a prendere un café.-

Dissi, sarcastica. Lui accennò un sorriso, ma probabilmente non comprese. Avevo dimenticato che non eravamo sulla Terra: forse ad Asgard non avevano il café, tanto meno i bar.

Loki saltò nella botola, e pochi istanti dopo comparve la luce.

-salta!-

Disse.

-cosa?!-

-non temere, ti prendo io.-

Mi rassicurò.

Non molto convinta, scivolai verso la botola, lasciandoci cadere dentro le gambe. 

-sicuro? È alto!-

Dissi, titubante.

-dubiti forse delle mie abilità divine?-

Domandò, con tono indignato.

-no, ma ho paura! La gamba mi fa ancora male!-

-Jane, o salti o vengo io a spingerti giù!-

Mi ammonì. 

-okay, okay, arrivo.-

Feci un respiro profondo, e mi lasciai cadere nel vuoto.

Non potei trattenere un grido, che però si spense all`istante, quando, aprendo gli occhi, mi ritrovai tra le sue braccia.

-visto, ti puoi fidare di me.-

Disse, senza togliere lo sguardo dai miei occhi.

-lo so.-

Risposi; entrambi consapevoli dell`ampio significato di quelle parole, ci scambiammo un sorriso.

Sempre stringendomi forte a sé, Loki avanzò, e mi posò su un letto. Mi guardai attorno, esplorando la zona. Era una piccola stanza, con qualche mobile, un lavandino, un tavolo. Dietro di me, oltre al letto, c`erano scatoloni con dentro vestiti, cianfrusaglie e soprammobili. Mi soffermai sul contenuto di un solo scatolone. Luccicava. Allungai la mano per prenderlo e notai che era la cornice di un quadro. Lo sollevai con delicatezza, per evitare di rovinarlo.

-ehi, che stai facendo!-

Esclamò Loki. 

-mettilo giù!-

Mi ordinò, protendendosi verso di me per togliermelo dalle mani. Ma io lo schivai.

-dai, voglio solo dare un`occhiata…-

-non sono affari tuoi, mettilo giù!-

E saltò sul letto, cercando di togliermi il quadro dalle mani. Ma io non avevo intenzione di cedere. Più lui si avvicinava, più io scivolavo verso i cuscini, sventolando il quadro nella direzione opposta a quella verso cui lui si stava lanciando. Iniziammo a ridere, giocando ad evitare l`altro. Io mi aggrappavo alle lenzuola, scappando da lui. Poi Loki mi afferrò, tirandomi verso di sé, ma aveva ormai perso l`intenzione di recuperare il quadro. 

Ad un certo punto scivolai, lasciando cadere il quadro dentro allo scatolone a cui l`avevo sottratto, e mi fermai. Loki era sopra di me e mi teneva per un braccio. Posò l`altra mano dietro alla mia testa, per non farmi cadere. Sospirai e rimasi a contemplare il suo volto. L`armonia di quel viso mi ammaliava con una dolcezza ineffabile, tanto bello da sembrare irreale. Aveva un`espressione assorta, forse intento anche lui a contemplarmi. Ma nel contempo pareva agitato, e spaventato. Erano ormai i suoi attributi fissi: paura e tensione, e talvolta anche insicurezza. In situazioni normali avrei cercato una causa per ciascuno, ma in quel momento avevo altro per la testa. Impercettibilmente iniziai a muovermi verso le sue labbra, ma non feci in tempo ad assaporare il suo profumo, che Loki si allontanò.

Con un movimento fulmineo si era alzato dal letto, e mi dava la schiena.

-non dovresti frugare tra quelle cose. Non sono affari tuoi.-

Ribadì, evidentemente assorto nei suoi pensieri, che erano lungi dall`incolumità della sua privacy. Delusa e rifiutata, ripresi in mano il quadro, che ancora non ero riuscita a guardare.

Era una famiglia, con due bambini: uno biodo e l`altro coi capelli scuri come la notte. La madre e il padre erano giovani, e orgogliosi, entrambi raggianti.

-è la tua famiglia…-

Mormorai.

-non lo sono mai stati.-

Disse.

Io ridacchia, ormai abituata.

-non demordi, eh?-

-è cosi che stanno le cose.-

Disse, mentre frugava nei cassetti di un vecchio mobile.

-eh allora? Perché devi continuare a ripetertelo…-

Sospirai, posando il quadro sul comodino.

-loro non mi hanno mai trattato come uno della famiglia.-

Sentenziò, sempre dandomi le spalle.

-o forse eri tu che non ti sentivi tale e hai esteriorizzato il tuo disagio accusando loro di esserne la causa.-

Loki rise, venendo verso di me con un ciotola in mano.

-sei veramente molto fantasiosa!-

-non è fantasia, è semplicemente come stanno le cose.-

Gli rivolsi le sue parole.

-d`accordo, adesso smettila di pensare a me e concentrati un po’ su questa gamba.-

Disse, inginocchiandosi davanti al letto. Con mio stupore, non si era arrabbiato. Le opzioni potevano essere solo due: o aveva deciso di smettere di ascoltarmi, o forse aveva ascoltato e finalmente aveva capito, accettando anche l`altro lato della medaglia. Conclusi che era irrilevante, poiché, qualunque fosse la ragione di tale mutamento, il suo comportamento era cambiato. Mi costrinsi a prendermene il merito, convincendovi che aveva riflettuto sulle mie parole della scorsa notte, e che per questo, stava abbandonando il rancore.

-ahi!-

Esclamai, mentre Loki mi toglieva le bende. Ritrassi la gamba di scatto, sottraendomi alla sua presa.

-senti, le devo togliere! Mi dispiace se ti fa male, ma non c`è altro modo.-

-okay…-

Mormorai, permettendogli di continuare.

-brucia ancora?-

Chiese.

-no, più che altro la sento indolenzita.-

Una volta tolte tutte le bende mi fece distendere sul letto e stese un asciugamano sotto alla mia gamba.

-un altro unguento miracoloso?-

Domandai.

-già, ma questo è meno doloroso…e anche più miracoloso.-

Prese una pastella verdastra dalla ciotola e cominciò a spalmarla sulla ferita.

-guarda…-

Disse. Mi sollevai sui gomiti per osservare, e rimasi sbalordita. Una volta che la miscela era stata stesa, la pelle sottostante cominciava a rigenerarsi, facendo sparire ogni singolo taglio. 

-così non dovrai preoccuparti di nessuna cicatrice.-

Disse Loki.

Io sorrisi, quasi commossa dalla sua premura. Non potei trattenermi, e gli gettai le braccia attorno al collo. Lui rimase immobile, colto alla sprovvista dal mio gesto. Ma presto si riprese, e ricambiò l`abbraccio posando le mani sulla mia schiena. 

-grazie…-

Gli sussurrai all`orecchio.

-non mi pare un gesto degno di tale riconoscenza.-

Ribatté.

-sai che non è solo per questo.-

Dissi. Loki appoggiò per un attimo la testa sulla mia spalla, ma poi si allontanò.

-dovresti mangiare qualcosa.-

Disse, alzandosi, e portando via la ciotola.

Io guardai di nuovo la mia gamba, tornata bella e liscia come un tempo, ma poi tornai a sentirmi rifiutata e insoddisfatta. Perché non accettava neanche un minimo gesto di affetto?

Il mio stomaco bramoso non mi permise di soffermarmi troppo sulla questione, e accettai la ciotola che Loki mi porse, qualunque cosa fosse.

 

 

   
 
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