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Autore: corvina5    13/02/2016    3 recensioni
Secondo capitolo della storia 'Ricordi di un sogno già vissuto'
Un nuovo criminale infesta le strade di Jump City. SI fa chiamare il Compratore e sta stramando una vendetta con i fiocchi. I Teen Titans gli danno la caccia ma scopriranno che l'uomo è molto più pericoloso di quanto si possa pensare. BB nasconde un segreto che neanche i Titans sanno, così inizia a condurre una seconda vita.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Revival of vengeance'
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Solitudine
 
 
-Ti rendi conto di cosa ha fatto questa lurida doppiogiochista?! - sbraitò Sarah all’uomo che, pacatamente, ingurgitava il suo pranzo.
-Ehi, modera il linguaggio!- le disse Terra.
-Altrimenti cosa farai uh? Mi passerai una bomba?- Sarah le si avvicinò pericolosamente.
-Via ragazze calmatevi!- intervenne Nicholas -Sarah sono sicuro che c’è una spiegazione logica a tutto questo, non è così Terra?-
Sarah sbuffò di rabbia, camminando freneticamente avanti ed indietro.
-Certo che c’è signore-
-Bene allora sentiamo questa tua stronzata!-
-Per l’amor del Cielo Sarah! Chiudi quella cazzo di bocca!- la riprese lui -Prego Terra, procedi-
-Corvina e Sarah stavano lottando a terra ed io ero paralizzata, ho provato a passare la bomba a Sarah ma all’ultimo secondo Corvina si è spostata ed è riuscita a prenderla-
-Che grandissima puttanata! Tu NON puoi assolutamente crederci-
-Sarah non voglio ripeterlo più... CHIUDI LA TUA DANNATA BOCCA!-
Nicholas si massaggiò le tempie facendo profondi respiri.
-Ascoltatemi tutte e due: io non posso sopportare queste stronzate alla mia età. Quindi cercate di tenere la bocca chiusa e calmatevi. Sarah, sono sicuro che Terra abbia fatto un piccolissimo errore-
Sarah sbuffò nuovamente, alzando gli occhi al cielo.
Nicholas la fulminò con lo sguardo e riprese a parlare.
-Tuttavia Terra, i piccoli errori vanno pagati. Sarah tu ti occuperai di questo. Falle un livello tre-
-C-cosa è un livello tre?- chiese Terra impaurita.
-Una punizione corporale mia cara, e sarò ben lieta di infliggertela- sorrise.
-Ricordati bambina che è solo un livello tre, non devi esagerare-
-Affatto- disse andandosene -Ci vediamo oggi alle tre alla stanza numero sette, carina-
 
 
 
 
-Mi dispiace che BB non sia venuto per salutarvi ragazzi- disse Robin.
-Fa niente. Capiamo la situazione- rispose Aqualad.
-Già non deve essere affatto facile-
-No infatti Bee, ma vedrai che si rimetterà presto- disse Cyborg.
Bumble Bee ed Aqualad stavano per andarsene per tornare alla loro torre dove gli altri membri del team li stavano aspettando. Sul tetto la loro navicella imponente era già in moto e caricata con tutte le valigie, impaziente di partire.
Corvina prese Aqualad in disparte, per poterci parlare lontano dagli altri.
-Senti, mi dispiace per come sono andate le cose ma ecco... non voglio solo che tra noi ci sia qualche divergenza-
-E’ tutto ok, tra noi due insomma. Si siamo stati insieme ma è acqua passata. Nemmeno io voglio che ci siano difficoltà-
-Bene. Allora fai, fai buon viaggio-
-Addio Corvina-
Corvina annuì e tornò dentro la torre. Gli altri la seguirono, tranne Cyborg che voleva godersi qualsiasi istante rimasto con la sua ragazza. Dopo averle dato un ultimo bacio, Bumble Bee salì sulla navicella e partì, salutando Cyborg con la mano.
Cyborg entrò nel salone trovando tutti occupati a fare qualcosa: Stella stava preparando per il pranzo una tipica schifosa pietanza tamaraniana, Robin stava facendo zapping alla televisione mentre Corvina era seduta in un angolo a leggere un libro dall’aspetto antico. L’unico che mancava all’appello era BB.
-Ehi ragazzi, anche voi sentite la mancanza di un moscerino verde?-
-E’ ancora in camera sua- rispose Robin.
-Non è uscito da ieri sera?!-
-No-
-Qualcuno deve andare da lui-
-Perché non vai tu? Sei il suo migliore amico- disse Stella.
-Non credo di essere la persona adatta, in questo momento- disse guardando Corvina.
-Invece penso che tu sia la persona adatta- rispose la maga fulminandolo con lo sguardo.
Robin che non vide la scena parlò -Si Cyborg forse è meglio che vada tu-
Corvina sorrise guardando Cyborg in segno di vittoria.
-E va bene, vado io- e se ne andò.
Stella vide tutta la scena e guardò Corvina con un’espressione a punto interrogativo. Corvina l ignorò e tornò a leggere il suo libro.
Dopo pochi minuti Cyborg tornò con in mano il comunicatore di BB.
-Ehm ragazzi, BB è scappato-
-Come?- si voltarono i tre.
-E’ volato via dalla finestra ed ha lasciato il comunicatore. Non vuole essere trovato-
-Ma non ha senso, chi non vorrebbe stare in compagnia dei propri amici?- chiese Stella.
-Immagino che abbia solo bisogno di stare un po’ da solo, è stata una giornata pesante ieri- le rispose Cyborg.
-Si ma adesso non può aggirarsi da solo per chissà dove in quello stato. Nicholas potrebbe attaccarlo di sorpresa in qualsiasi momento. Dobbiamo trovarlo. Qualcuno ha qualche idea di dove possa essere?- disse Robin.
I quattro ragazzi si guardarono confusi.
 
 
 
 
 
Dall’ora di pranzo, Terra non era più uscita dalla sua stanza. Ormai era l’unico luogo che riteneva “sicuro”. Amava chiudere a chiave la porta e ascoltare la musica con le cuffiette a tutto volume, scordandosi di ciò che c’era all’esterno. Da quando aveva lasciato i Titans, la sua mente era sempre affollata di pensieri, di paure e l’unico modo che conosceva per non pensare era la sua musica. La stanza era spoglia e fredda. Una brandina con leggere lenzuola bianche, era accostato al muro; a fianco, un piccolo armadio anch’esso bianco. Le uniche cose che le avevano concesso di tenere erano il suo fermacapelli a forma di farfalla e il suo iPod. Le tolsero tutti i contatti col mondo esterno.
La musica alta, le rimbombava nelle orecchie, facendole dimenticare di tutto, persino l’ora. Sussultò appena vide il piccolo orologio bianco attaccato al muro, che indicava le tre e dieci minuti.
Terra si tolse le cuffie e lanciò l’iPod sul letto, lanciandosi poi in una corsa sfrenata per arrivare il prima possibile alla stanza numero sette.
Sarah la stava aspettando, appoggiata contro la porta mentre fissava l’orologio.
-Sarah! Eccomi, sono qui- disse col fiatone.
-Bene, bugiarda ed anche in ritardo. Dovrei dirlo a...-
-Ti prego Sarah non dirlo a Nicholas-
-Perché mai dovrei pararti il culo se ogni volta che facciamo una missione tu mi tradisci?-
-Ti prego Sarah non lo farò mai più, ti prego-
-Mm no, non mi convinci- e si voltò per andarsene.
-Potrai farmi quello che vorrai in quella stanza, io non dirò niente-
-Come faccio a fidarmi di te?-
-Non ho niente da perdere, non trovi?-
Sarah ci pensò su.
-D’accordo. Sai, sei brava con gli affari-
Terra si limitò ad abbassare il capo, preparandosi per la tremenda tortura che sapeva le avrebbe inflitto Sarah.
La porta si aprì scorrendo di lato, facendo entrare le ragazze in quella che era una vera e propria camera della tortura. Terra deglutì.
-Che c’è hai paura?-
Terra a capo chino non rispose. La porta si chiuse dietro di loro.
-Bene stronzetta, questa non è una stanza erotica come quella di Christian Grey e, ovviamente, io non sarò come una dominatrice o cose del genere. Fidati, non ci sarà niente di bello in questa stanza. Tu sputerai sangue qui dentro! Non dovrai mai replicare, siamo intesi?-
-Si-
-Bene- Sarah guardava la ragazza di fronte a lei e in un certo senso , ammirava il suo coraggio.
Sarah portò Terra ad un palo in legno e le ordinò di sedersi e di abbracciarlo, senza muoversi. Da uno scaffale prese una frusta nera molto robusta. Con leggeri movimenti faceva roteare la frusta sulla testa come se fosse un nastro da ginnastica ritmica. Con un rapido gesto della mano fece scoccare l’oggetto sulla schiena di Terra, facendo gridare dal dolore la ragazza. Continuò per una quindicina di volte. La maglietta di Terra era lacerata e sporca di sangue, la ragazza tremava dal dolore. Le lacrime le scendevano copiose in volto cercando di reprimere il doloro atroce che le pervadeva tutto il corpo.
-Bene direi che queste sono abbastanza-
Terra rimase immobile a singhiozzare.
-Non muoverti assolutamente fino al mio ritorno-
Il dolore era talmente forte che Terra non sentì neanche quelle poche parole che le aveva detto Sarah. Sentiva il sangue caldo colare sulla sua schiena intorpidita fino ai pantaloni i quali ne assorbivano ogni singola goccia. Poco dopo tornò Sarah con un barattolo tra le mani.
-La ferita si infetterà se non viene curata subito, cosa che sarebbe svantaggiosa anche per me, quindi ora la disinfetterò-
-Fa... male...- disse singhiozzando.
-E questo te ne farà di più-
Svuotò il barattolo sulla schiena della ragazza dal quale uscì una grossa quantità di sale. Terra urlò dal dolore, gridò talmente forte da sentire la gola andarle in fiamme, ferendo le corde vocali.
-E’ sale fino, in modo che ogni piccolo granello possa arrivare anche sottopelle evitando qualsiasi tipo di infezione, so che fa male l’ho fatto anche io prima di te ma ciò che non ti uccide rende più forte-
-Sembrerebbe quasi che, mmh, tu mi stia... mi stia dando dei consigli- riuscì a parlare Terra tra gemiti di dolore.
-A differenza di ciò che pensi io non ti odio, vedo del potenziale in te. Ma non puoi prendermi per il culo. Entrambe sappiamo che non è stato un incidente, non è così? E guardami quando ti parlo!-
Terra si voltò lentamente, piangendo ad ogni movimento e gemendo.
-Allora?-
-No, io...-
-Senti io non ti sto giudicando, capisco anche il perché tu l’abbia fatto ma un accordo è un accordo. Avanti ammetti le tue colpe e ti lasciò andare-
Terra non voleva parlare ma la paura che le avesse altre ferite del genere la precedette.
-E va bene lo ammetto. Le ho passato la bomba-
Sarah le diede un pugno in faccia facendola cadere al suolo. Terra gemette ma non per il pugno, qualsiasi movimento sembrava essere una pugnalata nella schiena.
-Sei perdonata. Ma ricordati ogni tua azione vale una conseguenza e la prossima volta non sarai l’unica a soffrire-
Terra sussultò.
-Adesso fila nella tua stanza e datti una ripulita-
Lentamente e tremante,Terra si rialzò facendo brevi passi e uscendo da quella terribile stanza della tortura camminando gobba. Ogni  passo, ogni movimento era un terribile supplizio: riusciva a sentire i piccoli granelli di sale sotto la pelle che la graffiavano.
Arrivò finalmente nella sua stanza e si diresse in bagno. Aprì la cannella della vasca riempiendola con acqua calda. Si tolse i pantaloni della tuta ormai zuppi di sangue, persino le mutandine avevano assunto il tipico colore scarlatto. La maglia era ridotta a brandelli e l’unica cosa che la teneva ancora attaccata al suo petto era il sangue. Provò a tirarla via dal petto ma il tessuto sembrava essere incollato alle ferite, provocando un dolore tremendo. Terra decise di infilarsi direttamente nella vasca ormai piena nella speranza che l’acqua calda avesse fatto da solvente. Si calò lentamente fino a immergersi completamente. Una piacevole sensazione le pervase il corpo, l’acqua bollente le fece rilassare tutti i muscoli che fino ad un momento prima si contraevano per il dolore, dandole ristoro. Chiuse gli occhi e sopirò godendosi quella sensazione. Il sale sulla schiena si sciolse completamente e la maglia si staccò dal suo petto, insieme al reggiseno. Terra riaprì gli occhi per togliersi finalmente l’indumento e vide che l’acqua era completamente rossa. Quella visone la spavento; cominciò ad ansimare sempre più forte, il cuore le scoppiava nel petto. Uscì velocemente dalla vasca e la svuotò. Cercò di guardarsi la schiena allo specchio. La scena che vide la fece rabbrividire: i tagli erano profondi ed ampi e ricoprivano maggior parte della schiena, il sangue non aveva smesso di fuoriuscire e sembrava non avesse intenzione di fermarsi. I tagli erano contornati di pelle rossa, infiammata. Terra era in lacrime, le cicatrici le avrebbero sfigurato il corpo per tutta la vita.
D’un tratto per’,smise di piangere, ricordandosi il perché stava sopportando tutto ciò. Si fece forza e riempì nuovamente la vasca con l’intenzione di pulirsi la ferita.
 
 
 
 
 
Corvina era immersa nel verde dei boschi, guardandosi introno alla ricerca di un’animale dello stesso colore. Il fatto che avesse lasciato il comunicatore a casa indicava chiaramente che non voleva essere ritrovato, voleva restare solo. I quattro Titans si erano divisi per cercarlo: i ragazzi si aggiravano nella città ma Corvina era andata nei boschi. Lei sapeva che sarebbe andato lì, quei posti lo avevano sempre rilassato; poteva trasformasi in qualsiasi animale e perdersi nella natura ad annusare nuovo odori oppure per volare nel cielo scordandosi del resto. Era un modo per evadere dalla realtà, schiarirsi le idee. Lei era l’unica a cui lo aveva detto.
Anche lei lo faceva spesso, e capiva esattamente cosa stesse facendo BB ma sapeva anche che lui aveva anche bisogno di essere ritrovato. In effetti quella era una bellissima giornata da passare nel bosco: l’aria era fresca e la luce del sole era intrappolata dai rami degli alberi creando una magia di colori unici. Gli alberi erano in fiore e mille colori rendevano quel luogo vivace, confortevole.
Col passare delle ore però la luce diminuì e il buio arrivò per dominare il cielo.
Corvina decise di cercarlo utilizzando i suoi poteri. Recitò il suo mantra e cominciò a meditare. Proiettò sé stessa fuori dal corpo, trasformandosi in un’ombra nera. L’ombra fiutò la presenza di BB e andò verso di lui. Dall’alto vide un lupo verde che camminava annusando di tanto in tanto l’aria. L’ombra ritornò nel suo corpo facendo riaprire gli occhi a Corvina.  La maga si alzò in volo e si diresse dove l’aveva portata l’ombra un momento prima. La luna piena splendeva alta nel cielo e i suoi raggi argentati erano talmente forti da illuminare chiaramente il bosco.
-BB!- cominciò a chiamarlo -Dove sei?-
Corvina sentì un movimento alle sue spalle e si voltò. Un paio di piccoli occhi la fissavano nel buio.
-BB sei tu?-
Un lupo dal mantello grigio e bianco uscì dal suo nascondiglio facendosi avanti e mostrando i denti.
-No, non sei BB-
L’animale ringhiò ancora più forte e avanzo verso di lei. Corvina era pronta a salire in volo ma un altro lupo si piazzò davanti a quello argentato, ringhiando. La bestia, intimidita se ne andò. Corvina rilassò i suoi muscoli e sorrise all’animale verde.
-Vieni, torniamo a casa-
Il lupo si voltò e fece per andarsene.
-BB aspetta. Dobbiamo tornare a casa-
Il lupo si voltò verso di lei e ringhiò: non aveva nessuna intenzione di tornare.
-Non fai affatto paura e mettiti in quella tua testa che non me ne vado senza di te-
L’animale rimase immobile.
-Le cose brutte succedono a tutti ma non puoi scappare dai tuoi problemi. Controlla le tue emozioni-
Il lupo piegò la testa di lato ed ammirò la stupenda ragazza che era immobile davanti a lui, i raggi argentati della luna la avvolgevano facendole risplendere i bellissimi occhi color ametista. Le si avvicinò lentamente. Corvina  gli tese una mano ed il lupo appoggiò la zampa sulla sua. Lentamente quella divenne una mano, stringendo la mano della ragazza. BB si alzò in piedi fissando negli occhi Corvina senza lasciarle mai la mano. Con un gesto, la attirò a sé abbracciandola con tutta la forza che aveva in corpo.
-Grazie- le sussurrò all’orecchio.                                                                                                                                        
 
 
 
 
 
Sarah bussò alla porta di Terra. Si meravigliò quando la ragazza le aprì: pensava che sarebbe stata troppo debole persino per vestirsi da sola e invece davanti a lei c’era una ragazza che sembrava essere nel pieno delle suo forze, senza nemmeno un accenno di dolore.
-Oh- le scappò dalla bocca, meravigliata.
-Perché quell’ “oh”?-
-Beh io pensavo che... No niente-
-Cosa vuoi Sarah?-
La ragazza scosse la testa, tornando in sé.
-Nicholas ci vuole-
Terra guardò l’orologio che aveva al polso confusa.
-Ma sono le otto spaccate, non dovrebbe mangiare?-
-Mi ha solo detto che ci vuole-
-D’accordo- disse lei uscendo e chiudendo la porta.
 Si avviarono nel corridoio con passo svelto; un uomo come Nicholas non va fatto aspettare.
-Come va con la schiena?-
-Bene-
-Fa male?-
-Non molto-
-Lo vedo, da come cammini-
Terra non rispose.
-Meglio così, almeno lui non se ne accorgerà-
-Già-
Arrivarono nella sala da pranzo dove la tavola era apparecchiata per tre persone.
-Buonasera bambine mie! Come è stata la vostra giornata?-
Le ragazze si guardarono, confuse.
-Bene, direi- rispose Sarah.
-Sarah non ti ha fatto troppo male vero Terra?-
-No signore, sto bene-
-Che ne dici di farmi vedere quanto stai bene facendo qualche capriola o salto o che so io-
Terra obbedì e fece un paio di capriole sul pavimento trattenendo i gemiti di dolore, dopo fece qualche salto accontentando il suo padrone.
-Bene! Sei in grande forma. Mi complimento con te Sarah, sei riuscita a trattenerti! E spero che questo non debba più ricapitare-
-Non ricapiterà signore- disse Sarah.
-Mi fa molto piacere che le cose tra di voi siano chiare adesso, in fondo siamo tutti dalla stessa parte-
-Si signore-
-Bene e allora ceniamo tutti insieme, come una vera famiglia-
Le ragazze si sedettero una di fronte all’altra e Nicholas a capotavola fra loro due. I camerieri portarono subito tre zuppe dal colore ambrato.
-Brodo di pollo. Prego, prego mangiate- disse l’uomo.
Le ragazze presero una cucchiaiata della minestra dall’aspetto delizioso e lo inghiottirono con gusto. Nicholas le guardava sottecchi.
Le ragazze continuarono a mangiare. Improvvisamente Terra avvertì un forte dolore allo stomaco. Si allontanò dal tavolo tossendo, cadendo dalla sedia. Rimase a carponi sul pavimento con la constante sensazione di non avere più ossigeno.
-Terra? Terra stai... aargh- disse Sarah.
Lo stesso dolore colse Sarah all’improvviso. Cadde anche lei dal tavolo portando con se il piatto di minestra. Entrambe al suolo tossivano, respirando a malapena. Il dolore allo stomaco era paragonabile solo ad una coltellata e continuava ad aumentare. Nicholas con tranquillità finì il suo cucchiaio di minestra e parlò.
-Che c’è mie care? Non vi piace la zuppa?-
-Che cazzo ci hai messo dentro?- disse con rabbia Sarah, soffocando.
-Arsenico-
-Cosa?!-
-Sei uno psicopatico- disse senza voce Terra.
-Tu ci hai avvelenato. Brutta merda tu ci hai avvelenato!-
Nicholas le tirò un calcio nello stomaco facendola rantolare ancora di più.
-Pensate di potermi prendere per il culo eh?! Che io sia solo uno stupido vecchietto? Eh? No, con me non si scherza! Nessuno mi tradisce e nessuno. Fa. Niente. Alle. Mie. Spalle!- Nicholas sbatté i pugni sul tavolo, diventando rosso in volto. Il piatto di Terra cadde scheggiandosi solamente. L’uomo lo raccolse e lo spaccò nella schiena di Terra facendola cadere e facendole riaffiorare il dolore delle ferite.
-Tu sei una bugiarda e una TRADITRICE!- le urlò in un orecchio -Sei fortunata che io ti abbia solo avvelenata ma sappi che avrei potuto fare molto di peggio-
Poi si avvicinò a Sarah.
-E tu cosa pensavi che non avrei mai saputo che tu l’avresti ridotta allo stremo delle forze eh? Pensi che puoi nascondermi le cose? Che puoi rivolgerti a me in questa maniera?! Non puoi assolutamente! Prima fai scappare Corvina con la madre e poi fallisci un’altra missione! Sei inutile! Ti vanti di aver ucciso tante persone ma non appena ti metti a confronto con i gli eroi scappi e fallisci!- Le tirò un altro calcio -Non è così che ci si comporta con me!-
L’uomo si riordinò la giacca e i capelli ritornando al suo aspetto pulito e semplice di sempre. Si chiarì la voce a parlò con voce calma.
-L’arsenico non vi ucciderà ma stanotte rigozzerete l’anima. Questa volta l’arsenico la prossima volta... beh non ci sarà una prossima volta-
L’uomo uscì dalla stanza lasciando le ragazze sul pavimento.
                                                 
 
 
 
 
-E’ l’ora di cena e BB non è ancora uscito dalla sua stanza- disse Cyborg -dite che è scappato di nuovo?-
-No io non credo- disse Robin.
-Qualcuno dovrebbe andare a chiamare il nostro amico- disse Stella.
Tutti guardarono verso Corvina.
-Io sono già andata a prenderlo nei boschi-
-Andiamo Corvina! Penso che tu sia l’unica persona che lui voglia veramente vedere- disse Cyborg.
-Va bene ma... ecco...- arrossì in volto.
-Vai e basta- disse Stella sorridendo. L’aliena conosceva molto bene la sua amica e sapeva che Corvina voleva andare da BB ma l’unico sentimento che non era mai stato in grado di gestire era l’amore e aveva sempre avuto bisogno di una piccola spinta, e lei, era sempre disponibile per spingerla.
 
Corvina si trovava davanti alla porta chiusa di BB, indecisa sul da farsi. Era andata li per parlargli ma appena arrivò, il cuore cominciò a martellarle nel petto. Un senso di nervosismo le pervase la schiena, giungendo fin sopra ai capelli. Doveva essere una cosa facile, secondo la logica ma secondo il cuore, le sembrava la cosa più difficile che avesse mai fatto. Prese tutto il coraggio che aveva in corpo e bussò. BB si presentò alla porta.
-Ciao, c-che ci fai qui?-
-Sono venuta per chiederti come stai-
-Entra-
Corvina rientrò nella stanza disordinata del ragazzo. Era passato molto tempo dall’ultima volta e per un attimo le sembrò che anche la sua stanza le fosse mancata.
-Allora? Come stai?-
BB si appoggiò alla scrivania, sospirando.
-Lo psicopatico che vuole uccidere tutti i miei amici è in realtà il mio patrigno e la mia ex ragazza sta complottando insieme ad una con cui sono andato a letto per uccidermi... quindi abbastanza bene direi-
-Mi dispiace- mormorò lei.
-Non è colpa tua-
-No ma... insomma non mi piace vederti così-
-Così come?-
-Abbattuto, spento. Tu non sei così-
-Già...- BB guardava fisso il pavimento.
-Le cose miglioreranno vedrai. Patrigno o no, adesso sappiamo chi è e possiamo fermarlo-
Lui continuava a guardare il pavimento.
Corvina si avvicinò e gli prese dolcemente il viso tra le mani, costringendolo a guardarla.
-Noi lo fermeremo. Ok?-
BB si limitò ad annuire.
-E poi... non credo che Terra sia passata dalla parte dei cattivi per una stupida ripicca- allontanò le sue mani, distaccandosi.
-Voleva lasciarti morire nelle segrete del tuo palazzo, ricordi?-
-Era una mia scelta-
-Comunque, non credo che lei farebbe una cosa del genere-
Un breve silenzio interruppe la conversazione.
-Con... Aqualad? Insomma... ehm ci stai, ci stai ancora insieme o...?-
Corvina scosse la testa, con un lieve sorriso.
-Oh... vorrei poter dire mi dispiace-
-Perché vorresti poter dire che ti dispiace?-
-Perché non mi dispiace affatto-
BB si avvicinò velocemente a Corvina, prendendole il viso tra le mani per poi baciarla intensamente. Corvina rispose al bacio con delicatezza.
 Il bacio poi, diventò sempre più affannoso, più spinto. Le loro lingue s’intrecciavano come in una bellissima danza. BB spinse la sua  amata contro il muro, assaporando il dolce sapore delle sue labbra, dal quale lei, emetteva piccoli gemiti. BB riusciva a sentire il dolce odore di Corvina dal quale era inebriato, come una droga bellissima. Corvina lo stringeva a sé, paurosa della lontananza. Il contatto col suo corpo la rinvigoriva, tutto era più bello con lui. La sua pelle, il suo calore le davano vita. Colti dall’eccitazione del momento, si tolsero i vestiti in un lampo, appagando i loro bisogni carnali. Ma non era solo sesso; in quel piccolo, grande contatto, le loro anime si fusero diventando una sola. L’amore in quel meraviglioso gesto era infinito e indistruttibile.
 
 
 
 
ANGOLO DELLA SCRITTRICE
BUONASERA A TUTTI! SPERO TANTO CHE VI SIA PIACIUTO E CHE VI ABBIA FATTO ALMENO UN PO’ INCURUISIRE SUL  CARATTERE SPIETATO DI NICHOLAS. HO VOLUTO APPROFONDIRE, IN QUESO CAPITOLO LA VITA CHE CONDUCE TERRA SOTTO IL COMANDO DI UN UOMO COME LUI. MA ANCHE TERRA NASCONDE UN SEGRETO, INFATTI PERCHE’ AVEBBE DOVUTO AVVERTIRE I TITANS SULL’IDENTITA’ DEL COMPRATORE? QUESTA (PURTROPPPO PER VOI) SARA’ UNA DOMANDA A CUI RIDPONDERO’ NEI PROSSIMI CAPITOLI.
A PRESTO,
CORVINA.
   
 
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