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Autore: Lady Vel    14/02/2016    4 recensioni
Storia partecipante al “Choose your quote! Contest” indetto da erzsi sul forum di efp
Tom Riddle è un bambino di appena sette anni, ma già comincia a mostrare tratti del suo carattere. Tratti che cominciano ad accentuarsi dopo un incontro particolare...
Dal testo:
Personalmente più che la stanza in se, odio doverla condividere con quell’inetto. Non durerà molto, non l’hanno fatto gli altri, perché dovrebbe riuscirci lui?
Come si m’importasse qualcosa di lui. Se lo dovessi incontrare penso lo ucciderei.
"Era già grave che avessi un tale potere di persuasione sulle persone a soli sette anni, ma… giocare con i serpenti!?"
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nagini, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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“Ragazzi per domani voglio un bel tema sui rettili ok? Il migliore potrà poi esporlo alla mostra del prossimo mese quindi impegnatevi! Buona giornata ragazzi!”
Finalmente la professoressa Pock esce dalla classe. Poche persone sono detestabili tanto quanto lei ed i suoi temi. Comincio a mettere via i miei libri quando gli altri escono dalla classe, non voglio unirmi ad una massa di bambini così inferiori.
“Hey Tom!” Nonostante il richiamo continuo a mettere via le mie cose, ho riconosciuto la voce di Sandy. Non è altro che un’oca, scarsamente intelligente e con una personalità esagerata, anche per le ragazze. Ignorando i suoi continui richiami comincio a percorrere la strada verso l’orfanotrofio, Sandy inizia a seguirmi.

Purtroppo ad un semaforo sono costretto a fermarmi e riesce a raggiungermi.
“Tom! Non hai sentito che continuavo a chiamarti?”
 La sua voce squillante mi perfora i timpani. Un motivo in più per odiarla.
“Sì, ma non volevo ascoltarti”
Alle mie parole la vedo intristirsi. Non è nemmeno capace di nascondere i suoi sentimenti. Probabilmente anche mia madre era così, debole, altrimenti non mi spiego come abbia potuto morire così giovane.
“Io volevo solo chiederti se ti andasse di aiutarmi a fare il compito… sei il più bravo della classe ed io ho bisogno di migliorare…”
Ssssmettetela di fare confusssione. Io sssto cercando di dormire.
Mi blocco dal risponderle con un secco no per quel sibilo, che lei pare non aver sentito, poiché continua a parlare. Immagino pensi che la stia ascoltando.
“Io non sto facendo confusione. E’ quella a farne.”
 
Parlerei con chiunque pur di mettere fine a questa, non voluta, conversazione.
“Che cos’hai detto?”
Ancora parla? Non lo vede che sono impegnato a parlare con qualcun altro?
“Lo sai benissimo cos’ho detto. Ed ora vattene, non ho tempo da perdere. Quello che mi ha chiamato era il proprietario dell’orfanotrofio, ti conviene smettere di parlare a meno che tu non voglia essere vittima di una predica del signor Sut o peggio…”
Magari potresti venire ferita. Magari potresti cominciare a sentirti male e decidere finalmente di lasciarmi in pace. Riportando la mia attenzione su di lei mi accorgo di una riga rossa dalla quale cola sangue, sono abbastanza certo che prima non l’avesse. Nemmeno lei sembra accorgersene ma immagino sia troppo occupata a cercare, senza successo, di farmi sentire in colpa con lo sguardo per accorgersi di altro. E’ così inutile… sia lei sia ciò che prova a fare. Mi volta le spalle e a passo di marcia s’incammina nuovamente verso scuola. Qualcuno sarà venuto a prenderla. Altri punti da aggiungere alla lista, non ha orientamento –è anche riuscita a perdersi a scuola l’anno scorso ed avevamo accesso solo al primo piano…- e non è minimamente indipendente.
Grazie amico. L’hai sssalvata. Ssse fosssse rimasssta ancora l’avrei morsssa.
“Morsa? E come? Ti avrebbero visto.”
Oh no. Non mi vedono quasssi mai. O non sssarei ancora vivo. Voi umani tendete ad ucciderci quando ci trovate…
“Voi umani?”
Esssatto. Sssei umano, lo capisssco dal tuo odore. Non mi sssono mai avvicinato tanto ad uno di voi ssse non per morderlo.
“Dove sei? Non ti vedo.”
Qui sssotto. Seei piccolino… appena ussscito dall’uovo?
Abbasso lo sguardo per cercare un bambino più piccolo di me, forse è uno di quelle persone affette da nanismo, ma vedo solo un serpente.
“Non ti vedo. Dove sei?”
Mi ssstai fissssando. Non prenderti gioco di me, ci metto poco a far morire anche te. Sssei piccolino, il veleno andrà più in fretta.
A parlare è il serpente. Un animale più intelligente di molti umani.
“Mi siete sempre piaciuti sai? Voi serpenti intendo.”
Grazie. E’ la cosssa più bella che mi abbiano mai detto. Mi puoi fare un favore? La notte qui fanno tanta confusssione e non riesssco a dormire. Il posto in cui dormi te è più sssilenzioso?
“Di giorno no, ma la notte sì, gli altri bambini crollano addormentati. Se vuoi, posso portarti da me.”
Volentieri bel bambino. Ma non sssono velocissssimo, temo dovrai andare piano.
“Non ce n’è bisogno. Ti metto nello zaino.”
 Non mi piacciono quei vossstri aggeggi. Andiamo piano.
“Allora rimani qui, non mi faccio comandare da nessuno, tanto meno da un serpente.”
 
Come risposta si attorciglia sulla mia gamba e viene su fino a raggiungere con la sua testa la mia gola. Andiamo piccolino, non costringermi a farlo….
“Non lo farai. Ora tu entrai nel mio zaino, o resta pure qui.”
Come immaginavo il serpente scende e comincia ad attendere fissandomi. Poggio a terra lo zaino, lo apro e lo lascio strisciare dentro.
E’ buio.
“Taci, gli altri non devono sentirti.”

 

Arrivare all’edificio è stato facile. Anche superare la signora all’ingresso, non è molto sveglia nemmeno lei. Al serpente pare piacere la mia stanza… è l’unico. Sia io che Edward la odiamo. Personalmente più che la stanza in se, odio doverla condividere con quell’inetto. Non durerà molto, non l’hanno fatto gli altri, perché dovrebbe riuscirci lui? Magari lui si farà del male con la sua adorata mazza da baseball. Ahia… perché è caduto?
“Cosa?”
Quesssto pezzo di legno. Ha rissschiato di uccidermi. Hai tante cossse pericolossse in questa ssstanza, ma sssotto quella grande cosssa andrà bene per me come rifugio. Ho anche intravisssto un topolino.
“Fa come ti pare. Basta che mi lasci in pace.”
Mentre lui striscia sotto il letto di Edward io mi porto alla scrivania e comincio a fare il tema, seppur controvoglia.

 

-… uno dei rettili più noti è il serpente. Esso è un…-
Vengo interrotto da qualcuno che bussa alla porta.
“Tom? E’ ora dell’incontro con lo psicologo. Vedi di modificare il tuo atteggiamento, non tornerà se lo tratti ancora come la volta scorsa.”
“I suoi vestiti hanno preso fuoco da soli! Io non gli ho fatto assolutamente nulla.”
Anche se mi avrebbe fatto molto piacere esserne stato l’artefice.
“Adesso lo farò entrare e tu ti comporterai come un bravo bambino di sette anni vero?”
Non aspetta nemmeno la mia risposta, negativa, che è già sparita. Al suo posto compare quell’uomo, il dottor Osir, e vedere come si guarda attorno terrorizzato mi fa sorgere un ghigno spontaneo. Ghigno che non sparisce mentre si siete sul letto di Edward. L’ultima volta che ha provato a sedersi sul mio, l’ho fatto piangere… un’altra persona debole. Come vorrei sterminarle tutte, il mondo sarebbe un posto migliore. “Allora Tom, come va oggi?”
E’ in ansia. E si vede. Continua ad allargarsi il nodo della cravatta, per poi stringerlo nuovamente subito dopo.
“Come tutti gli altri giorni.”
“Oggi vorrei provare a fare con te qualcosa di diverso. Vorrei che fossi tu a raccontarmi di qualcosa. Che ne dici di parlarmi un po’ di come ti senti quando pensi alla tua famiglia?”
Si arrenderà mai? Ci prova a farmene parlare ogni singola volta. Il massimo lo ha raggiunto la volta scorsa chiedendomi se mi sono sentito ferito quando ho saputo che probabilmente mio padre è vivo ma non è mai venuto a prendermi, a patto che sappia che esisto. Come si m’importasse qualcosa di lui. Se lo dovessi incontrare penso lo ucciderei.
“Che ne dice se invece le facessi vedere come si uccide un gatto? Magari la sua mente eccelsa riuscirà a inventarsi un qualche disturbo mentale da attribuirmi. Ancora.”
“Ancora cosa?”
Il suo sguardo è seriamente perplesso.
“Non ha sentito?”
“Ho sentito che hai fatto alcuni sibili. Se ti mettono a tuo agio fa pure, ma non capisco la tua… lingua.”
Gatto? Lassscialo a me, ho fame. Ma che ssssia piccolo, è più gustosssso.
“Stavo parlando con un mio… amico”
Sul suo viso compare un sorriso. Non l’ho mai visto tanto radioso.
“Amico? Ed il tuo amico è qui? Posso conoscerlo?”
Incapace di nascondere i sentimenti, inetto, ripetitivo ed ora anche impiccione. E sono gentile, ho tolto molti attributi.
“E’ sotto di lei. Vieni da me.
Il serpente mi raggiunge e si arrampica dalla mia gamba, fino ad arrivare al materasso.
Qui sssopra è molto meglio! Più comodo del terreno! Penso resterò qui.
“Al massimo dormirai su quello di Edward.”
Il volto di Osir ha cambiato tonalità velocemente. Ora è cadaverico.
“Tom, Tom allontanati da lì. Quello penso sia una vipera di Russell, allontanati è velenosa!”
Dice cercando di strattonarmi via.
“E’ lui il mio amico. Il più fedele.”
Mi divincolo dalla sua presa, non propriamente ferrea.
“Non abbia paura. Non le farà niente, sempre che non glielo ordini io.”
Stranamente non scappa via urlando, peccato… sarebbe stata una scena divertente.
“Tu riesci a comunicare con quell’animale?”
Sembra molto stupito.
“Tom… non dovrei dirtelo ma… mantieni il segreto. Attorno a te succedono cose… strane, come l’altra volta quando la mia cravatta ha preso fuoco o quando hai convinto quel ragazzo che buttarsi dalla scogliera era la cosa più giusta da fare. Tom, per legge non posso riferire ciò che mi confidi ma temo tu sia pericoloso… e penso sia meglio portarti nella clinica che seguo per tenerti sotto controllo. Era già grave che avessi un tale potere di persuasione sulle persone a soli sette anni, ma… giocare con i serpenti!? Non posso lasciartelo fare. Ho ignorato il serpente di due anni fa, te lo ricordi? Quello che avevi preso allo zoo? Quello che pensavi ti avesse salutato?”
Certo che me lo ricordo. Era un bellissimo serpente a sonagli. E’ stato lui ad avermi salutato e sempre lui ad essere venuto da me, anche se non ho mai saputo come abbia fatto. C’era il vetro tra noi ma è riuscito ad uscire e mi ha raggiunto. Lasciarlo strisciare su di me fino al busto e mettere la giacca per nasconderlo penso sia stato la parte più facile, peccato che la Pock si sia accorta che al ritorno ero molto più grasso di quando siamo partiti. Alla fine mi hanno obbligato a ridarlo allo zoo. Era l’unico che mi capisse, l’unico che mi ascoltasse davvero. E non solo mi capiva, si era anche confidato con me, mi aveva raccontato un po’ di come si stava allo zoo. Non so da dove venisse, ma non aveva un accento inglese. Non mi sono immaginato niente. E’ davvero successo… Tutto quanto.
“Non solo ci gioco, ma parlo anche con i serpenti, loro mi trovano, sussurrano cose, è normale? No?”
Lo sguardo di pietà che mi rivolge mi fa infuriare.
“Anche altri ragazzi lo fanno! Ma lo fanno con l’aria. Perché per loro va bene ed io dovrei essere rinchiuso?”
Non è giusto. Lo farò pentire di volermi rinchiudere.
“Tom, quelli sono amici immaginari. E’ normale che un bambino li abbia. Lo aiutano a confidarsi, a sentirsi libero. E’ solo la tua immaginazione che ti fa credere di poter comunicare con i serpenti, non lo fai davvero. Gli altri bambini si accorgono col tempo che non sono veri i loro amici, che gli altri non li possono vedere. La tua è una situazione diversa. Tu lo neghi… e non va bene.”
Il tono con cui me lo spiega è lo stesso di quello usato per spiegare le cose più elementari ad un bambino piccolo… mi sta prendendo in giro.
“Non lo so se ha ragione, ma lui mi obbedisce, guardi. Attaccalo. Non voglio più vederlo.
Il serpente con uno scatto morde lo psicologo, sono riuscito a tenerlo abbastanza vicino perché potesse attaccarlo.
Osir comincia ad avere degli spasmi e lentamente, muore.
“Grazie.
 A te piccolo uomo. Ssssai, ho deciso di farti un dono. Ssseguimi.
Finita la frase il serpente si avvia verso la porta.

Finalmente, a quasi notte, arriviamo in un parco abbandonato.
Manca poco promesssso. Sssto cercando… ecco. Assspetta, devo farle ussscire.
In pochi minuti compaiono davanti a me tanti piccoli serpentelli.
Uno di loro sssarà il mio regalo. Mi sssei sssimpatico, perciò ssscegli la tua nuova amica. Hanno tutti meno di una sssettimana, perciò puoi insegnarli tutto ciò che vuoi. Ma trattali bene, oppure verrò a mordere anche te.
“Davvero posso?”
Certo… sssiamo animali molto fedeli. Ne ssssarai felice vedrai.
“Allora dammi il primo che è nato.”
La prima vorrai dire… sono tutte femmine questa volta… Comunque come vuoi, avrai la mia bambina.
Si sposta dietro uno dei serpenti più piccoli e comincia a spingerla verso di me mentre le altre tornano sottoterra. La osservo e posso dire di aver fatto una buona scelta. La sua pelle è liscia e verde, un verde adatto a mimetizzarsi, cosa che potrebbe essermi molto utile in futuro.
Da oggi lei ti sssservirà con fedeltà e riconossscenza, la ssstessssa che avrà la mia famiglia verssso di te per le prossssime generazioni. Ssse avrai mai bisogno di aiuto, cercaci. Faremo tutto quello che vorrai, abbiamo un debito con te, ci hai trovato una cassssa nuova. Temo però che noi non ci rivedremo per molto tempo... Abbi cura della mia bambina. Addio piccolo umano.
“Addio… non mi hai detto il tuo nome. Come ti chiami?”
Nome? Che cosss’è un nome?
“E’… lascia perdere. Addio.”
Dopo aver messo il piccolo serpentello nella tasca, mi avvio a tornare all’orfanotrofio, stranamente felice.

§§§

“Sssei ssssicuro della ssscelta che hai fatto? Non mi sssembra una buona idea unirci a quel mago… avrei preferito assspettare”
“Ne sssono più che certo. Ho visto uno ssscorcio del sssuo futuro, diventerà grande… e noi con lui. Tutti sssi ricorderanno della nossstra piccolina.”
“E ssse non la proteggerà? Ci hai mai pensssato? Mia figlia è fragile, ha sssolo cinquant’anni!”
“L’ho visssto, la proteggerà… anche con la sssua ssstessa magia. Ora lasssciamoli cressscere. Torneremo da loro quando la piccola ci chiamerà.”
“E ssse non ci chiamasssse? Non possssiamo morire di vecchiaia ma non sssiamo invulnerabili* e tantomeno ricordiamo in eterno. Ssse anche dovesssse riuscire a sssopravvivere a quel mago ma sssi dimenticasse del’accordo?”
“… in quel cassso andremo a cercarla. Sssono certo che sssentiremo ancora parlare di Tom Riddle, non sssarà difficile trovarlo.”
Le illusioni degli altri cuccioli sparirono e i due rettili sparirono nella notte.

 

 

*E’ un mondo magico, perciò mi sono presa la libertà di inventarmi un mago che cercava un modo di essere immortale che non fosse la pietra filosofale. Ha deciso di provarla sui serpenti e così sono stati creati geneticamente modificati grazie ad una pozione i genitori di Nagini. (Perché sì, è Nagini la piccola serpentella.). Attualmente il serpente-senza-nome ha… 500 anni, circa. Mi sembrava giusto comunicarlo.

Note dell’autrice:
Salve gente! *ignora i grilli di sottofondo* Il piccolo Voldemort passione serpenti. L’ho reso un pazzo psicopatico anche alla tenera età di sette anni, ma nella mia testa è così dalla nascita. Tuttavia alcuni tratti ho preferito “addolcirli” un po’, non potevo certo renderlo un serial killer professionista già da allora (comincerà ad otto però, sempre nella mia testa.). Il fatto che odia tutti, serpenti esclusi, è dovuto al suo odio generale verso i babbani ed ad un suo sentirsi sempre fuori posto: è il primo della classe quindi i suoi compagni lo additano come secchione oppure lo cercano ma solo per farsi dare una mano (vedi Sandy… la odio già.), essendo un orfano ho immaginato la sua realtà come molto povera e con gente… bhe, non saranno certamente i futuri presidenti.

Possibili domande e risposte:

Q: Ma nel libro aveva capito come usare i suoi poteri perché qui no?

A: E’ un bambino di sette anni. Così come non è ancora completamente devoto al lato oscuro non sa ancora che ha questi poteri. Ha solo scoperto che riesce a comunicare con i serpenti. Da qui le cose cominceranno a degenerare.

Q: Perché lo psicologo è stupido?

A: E’ abbastanza alle prime armi e si ritrova a dover gestire il futuro Signore Oscuro. Non penso che sia facile per nessuno, figurarsi per un novellino. Non odio gli psicologi, al contrario penso che siano davvero molto intelligenti (entrano nella testa delle persone, non deve essere facile.).

Q: Il serpente non ha un comportamento molto serpentesco, come mai?

A: Partiamo dai Serpeverde. Cosa fanno? Agiscono dietro le quinte, senza esporsi a meno che non sia strettamente necessario. Sono astuti e programmano le mosse con molta attenzione.
Cosa fa questo serpente? Vuole diventare grande ma senza correre rischi inutili e decide di mandare sua figlia per diventare poi più importante di lei per l’accordo. Esso consiste nel avvicinarsi a un mago che diventerà famoso per poi chiamare il padre e la madre. Alla fine il padre avrebbe ucciso compagna e figlia per avere solo lui il potere. Il padre dell’anno esatto…

Q: Perché hai cercato di uccidere un gatto?

A: Perché è un animale facile da trovare per strada. Io amo i gatti, non cercherei mai di ucciderli o cose del genere, ma a parlare è Tom. Non faccio fatica a immaginare Voldemort che squarta gattini innocenti per i suoi scopi (Potrei essere stata influenzata inconsciamente da Nina: La bambina della sesta luna… me ne rendo conto solo ora…)

Q: Perché quel titolo?

A: Perché è la verità. Tom è diverso dagli altri. Per carattere, per abitudini e specialmente per abilità. E’ diverso il modo in cui lui si approccia alla realtà, è diverso come lui affronta i problemi, quasi tutto in lui è diverso. Mettendolo già nel titolo volevo far emergere maggiormente questo aspetto poiché nella storia ho preferito far emergere altri aspetti del suo carattere. Dopotutto lui denigra la debolezza e sentirsi diverso può essere visto come tale, specie da un bambino come Tom.

   
 
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