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Autore: Ledy Leggy    15/02/2016    0 recensioni
Un incontro piuttosto strano per una normale giornata di lavoro.
Lì per lì pensai che fosse il genere di persone che si vedono due volte nella vita e poi spariscono per sempre, perciò vissi tranquillamente la settimana, senza farmi tanti problemi e continuando a vendere biglietti aerei, o per crociere e a organizzare mega viaggi di gruppo di quelli a cui di solito partecipano i vecchi, in località non troppo lontane da casa né troppo costose.
Non potevo certo prevedere che sarebbero successe tutte quelle cose in seguito.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Undercover Mission

Capitolo 10

 

 

 

 

 

"Stai tranquilla. Sii naturale e comportati bene." Mi raccomandò Jennifer, mentre mi indicava il vestito da mettere.

"La fai semplice te." Commentai squadrando il vestito poco sotto al ginocchio che mi aveva indicato.

Una volta approvato andai in bagno per mettermelo.

"Io ho fatto così con i suoi." Disse lei alzando le spalle.

"I suoi non avevano sempre avuto problemi con lui." Dissi guardandola male.

Se non si fosse capito stiamo parlando dei genitori. Perché Jeff mi ha invitata a casa dei suoi a cena e io sto morendo di paura.

"Ti rendi conto che ho fatto un partaccione al padre di Jeff per telefono?" Dissi agitando il mascara davanti ai suoi occhi.

"Ma dai, non se ne ricorderà più." Disse lei mentre prendeva in mano i miei capelli e li soppesava cercando di decidere qual era la pettinatura migliore.

"Come no." Dissi sbuffando.

Mi sistemai per bene e mi sedetti con Jen ad aspettare. Jeff sarebbe passato a prendermi in macchina per portarmi dai suoi.

"C'è il tuo principe azzurro." Disse Jennifer dopo poco, guardando fuori dalla finestra. Qualche secondo dopo Jeff suonò al campanello e io mi affrettai a scendere per andare da lui.

"Ciao!" Esclamai slutandolo con un bacio una volta uscita di casa.

"Ciao." Rispose lui guidandomi verso la sua macchina.

"Com'è andato il primo giorno non sotto copertura?" Chiesi con un sorriso mentre salivo in macchina e lui metteva in moto.

"Noioso. Ma ho conosciuto un po' di colleghi simpatici." Disse lui partendo. "Uno mi ha anche già invitato a cena, dice che sua moglie cucina molto bene lo spezzatino. A te va bene il prossimo fine settimana?" Chiese guardandomi di sfuggita mentre guidava.

"Certo! Ma se dopo li invitiamo noi sappi che dovrai cucinare te, se vuoi fare una cena decente." Scherzai.

"Guarda che sei migliorata molto a cucinare ultimamente." Disse lui sorridendo.

"Mia madre ha insistito a darmi lezioni di cucina. Oh e mi ha anche chiesto se vuoi venire anche te dai miei per Pasqua. Dice che sembri un bravo ragazzo da come gliene parlo, ma ovviamente non si fida e ti vuole conoscere." Spiegai sospirando.

"Certo! Almeno passiamo le vacanze di Pasqua insieme." Rise lui.

"Mi sta salendo l'ansia." Dissi dopo poco.

"Mi fermerei per coccolarti, ma poi faremmo tardi." Disse Jeff, allungando una mano per farmi una carezza sulla gamba.

"Non ti ci provare. Dobbiamo arrivare puntuali." Esclamai facendolo ridere.

"Ci siamo." Disse dopo qualche minuto parcheggiando in una stradina secondaria.

"Okay. Andiamo." Dissi convinta.

Jeff mi baciò subito prima di suonare il campanello.

"Salve. Te devi essere Nancy." Disse la madre di Jeff non appena ebbe aperto.

"È un piacere conoscerla." Dissi sorridendo e stringendole la mano.

"Dammi del tu, cara." Disse lei facendoci entrare. "Il viaggio è andato bene?" Chiese poi facendoci sedere sul divano.

"Sì, tutto a posto." Rispose Jeff, passando un braccio dietro alle mie spalle.

"Che buon profumino." Osservai sentendo l'odore di soffritto che veniva dalla cucina.

"Stavo cucinando il sugo di gamberetti e zucchine per la pasta, spero che ti piaccia." Disse sua madre sorridendo.

Ah ah. Lo sapevo, la cucina è anche il suo punto debole, non solo quello di mia madre.

"Certamente!" Dissi con un sorriso. "Come lo sta cucinando?" Chiesi curiosa.

Passai la seguente mezz'ora in cucina con la madre di Jeff. Era una donna favolosa, sempre sorridente e una cuoca provetta.

Entrai nelle sue grazie quando le chiesi di copiarmi un paio di ricette interessanti di cui mi aveva parlato. Le spiegai anche che non ero molto brava in cucina e si offrì di passare qualche pomeriggio insieme a cucinare.

Quando tornammo in sala da pranzo, il cibo pronto già nei piatti, trovammo Jeff seduto di fronte ad un uomo. Erano entrambi in silenzio e stavano sorseggiando il vino dai propri bicchieri.

"Quindi tu sei Nancy." Disse l'uomo quando mi vide entrare.

La tensione in quella stanza si poteva affettare col coltello.

"È un piacere conoscerla." Dissi stringendogli la mano.

Lui non rispose e io feci finta di niente sedendomi al mio posto.

La madre di Jeff distribuì la pasta e iniziammo a mangiare in silenzio.

"Che lavoro fai?" Chiese il padre di Jeff. Beh sapevo che era un poliziotto, ma non era per quello che mi sentivo ad un interrogatorio. Era più il suo sguardo che me lo faceva credere.

"Lavoro in un'agenzia di viaggi." Risposi.

"Non hai mai pensato ad un lavoro più serio?" Chiese fissandomi.

Nonostante il disagio per la sensazione di interrogatorio scrollai le spalle e feci un sorrisetto.

"Mi piace il mio lavoro." Risposi.

"In cosa sei laureata?" Chiese poi.

Vidi chiaramente Jeff sbuffare e tamburellare sul tavolo. Era più nervoso di me.

"Chimica. Ho fatto anche un progetto di scambi per frequentare gli ultimi anni all'estero." Spiegai. Ero fiera della mia laurea.

"Non c'entra niente col lavoro." Osservò lui.

"Già. Ma mi va bene comunque. Ho fatto ciò che mi piaceva nella vita. E lavorando all'agenzia trovo sempre le offerte migliori per i viaggi." Dissi scrollarsi le spalle. Che persona antipatica.

"E quindi stai con mio figlio. C'è un tornaconto personale?" Chiese impassibile.

Spalancai gli occhi, stupita che una persona potesse fare certe domande.

Non feci in tempo a reagire, la parte antipatica di me stava ancora sgomitando per arrivare in superficie quando la moglie lo rimproverò con un "Caro." Che voleva dire "Stai zitto."

Jeff invece si era già alzato in piedi e aveva buttato il tovagliolo accanto al piatto.

"Ma come ti permetti?" Aveva chiesto furioso. Non aveva alzato la voce, il che era ancora più spaventoso. "Come osi insultarla così? Non ne posso più, papà. Puoi giudicare me, insultarmi e dirmi che non sono degno di essere tuo figlio. Ma non ti azzardare a fare lo stesso con Nancy. Lei non c'entra nulla ed è qui solo per pura cortesia. Lasciala in pace." Scandì ogni parola con furia, mentre una parte irrazionale di me esultava perché mi stava difendendo.

Uscì dalla stanza, e poco dopo sentimmo sbattere la porta di casa.

Mi alzai in piedi, leggermente imbarazzata.

"Vado da lui." Dissi piano. "È stato un piacere conoscerti. Sentiti libera di passare da casa mia quando ti è più comodo." Dissi alla madre di Jeff. "Invece non è stato un piacere conoscere lei." Dissi al padre passando al lei. "Grazie per la cena." Aggiunsi alla fine.

La madre di Jeff mi accompagnò alla porta e io presi la giacca mia e quella di Jeff, che nella fretta aveva lasciato a casa.

La salutai ancora una volta e scesi in strada.

Camminai un po' lungo il marciapiede, poi vidi Jeff, di spalle, che si stringeva le braccia tra le mani per il freddo.

Mi avvicinai piano e gli posai delicatamente la giacca sulle spalle.

"Stai bene?" Chiesi piano.

Lui infilò la giacca e mi prese tra le braccia.

"Scusa se ti ho lasciato sola con i miei." Disse posando le labbra sulla mia fronte.

"E ti preoccupi di questo?" Chiesi divertita. "Io mi preoccupo più del fatto che tuo padre non digerirà mai la notizia che non ti importa del suo parere."

"Ben gli sta." Commentò Jeff con un mezzo sorriso.

"Tua madre è fantastica. Sono sicura che andrebbe molto d'accordo con la mia." Dissi cambiando argomento.

"Le faremo conoscere allora." Disse lui sorridendo.

Lo baciai piano e sorrisi contro le sue labbra, sotto al cielo stellato.

"Non hai ancora risposto. Stai bene?" Chiesi poi.

"Io sì, se stai bene anche tu." Disse lui guardandomi negli occhi.

"Io sto benissimo." Dissi, ancora abbracciata a lui. Chiusi gli occhi e appoggiai la testa sulla sua spalla.

"Nancy?" Mi chiese piano.

"Dimmi." Dissi godendomi il suo profumo.

"Mi vuoi sposare?" Chiese sotto voce dopo poco.

"E c'è da chiederlo?" Chiesi sorridendo e baciandolo.

  
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