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Autore: __roje    15/02/2016    2 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Ryu è un ragazzo di appena sedici anni praticamente invisibile al mondo intero, ma che un bel giorno si trova a fare la conoscenza del ragazzo più ammirato e desiderato della sua scuola, Hara. Solo che quell'incontro darà il via a tutta una serie di episodi tutt'altro che piacevoli per il nostro protagonista. Infatti finirà con lo scoprire che proprio Hara nasconde un carattere davvero particolare e schivo sulla propria vita privata, e spetterà proprio a Ryu scoprire il perchè del suo atteggiamento. Con determinazione e amore Ryu dovrà passo dopo passo arrivare al cuore di una persona che non sa che significa amare, e dovrà combattere contro i suoi demoni.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Zan zan! Ecco il capitolo 9, uao siamo già arrivati fin qui e devo ringraziare chi legge e commenta ogni giorno. Io ce la metto tutta a rendere questa storia interessante ma non è facile trovare le idee e far coincidere le cose, ad esempio su determinati luoghi e posti giapponesi ho dovuto addirittura fare delle ricerche.
Tra le novità volevo semplicemente dire che ad ogni capitolo corrisponderà anche la scheda personaggio di qualcuno e oggi tocca al nostro Ryu. Quindi mi fermò qui e vi auguro buona lettura!

CAPITOLO IX

Per il mio bene la prima cosa che feci il giorno dopo a scuola fu lasciare definitivamente la squadra, avrei sicuramente trovato un altro sport da praticare ma stare lì con lui era tossico per la mia salute.
L’unica che seppe immediatamente del mio ritiro fu Kioko che ne rimase senza parole, mi chiese più volte spiegazioni e le dissi semplicemente che mi toglieva tempo allo studio. Sapevo bene che lei e Toshiro avrebbero capito la mia decisione e che avrebbero avvertito loro gli altri. Quando sarebbe accaduto non volevo essere presente.
Continuai normale la mia vita scolastica. Onoe da quel giorno non mi aveva più rivolto la parola, quindi in classe oltre al saluto di Kioko non interagivo più con nessuno, ero tornato invisibile. Di tutto ciò provai una sorta di sollievo, avrei davvero scacciato via tutto quello che riguardava Hara Yuuto e avrei dimenticato.
Decisi in quelle settimane di concentrarmi solo sullo studio e finalmente tornai ad avere la mia media perfetta.
In varie occasione Makoto e Kyoja avevano tentato di farmi cambiare idea ma fui irremovibile, l’unica che non si arrendeva era Kioko, che non credeva alla scusa dello studio ma decisi ignoravo le sue parole.
Passarono settimane e poi mesi e finalmente iniziò il famoso campionato di basket a cui avrei tanto voluto partecipare, ma la decisione che avevo preso mi aveva in qualche modo davvero salvato. Da quel giorno non avevo più avuto contatti con Hara o quel suo amico bastardo, oltre che vederli in classe non c’erano altre occasioni di sentirmeli nelle orecchie.
Quel giorno però fu più forte di me, volevo assolutamente vedere la cerimonia di presentazione del campionato. C’era mezza scuola presente, ragazzi e ragazze che non vedevano l’ora di vedere i bellocci dello sport.
Mi feci strada tra la folla e fui spintonato varie volte ma finalmente riuscii a ritagliarmi un piccolo spazio per guardare la scena e vidi che al centro del campo le dieci squadre della regione che vi avrebbero partecipato.
Con mio stupore riconobbi il viso di Masato, che sembrava notevolmente cresciuto dalla gita al lago. Sembrava più alto e si era accorciato e tinto i capelli di un tenute biondo cenere chiaro. Chissà perché del cambiamento.
E poi vidi quelli che un tempo erano i miei compagni e al mio posto c'era un ragazzo che non avevo mai visto. Kyoja e Makoto erano impacciatissimi mentre Tetsuo pareva pieno di sé fino al midollo e infine c’era lui, bello e prestante come sempre con la divisa della nostra scuola. Lo sguardo intenso ed enigmatico come sempre e i capelli neri che gli incorniciavano il viso.
Ormai ero un caso perso, pensai.
“FORZAA HARAAA!” Gridarono alcune ragazze senza ritegno. Era strano tornare da quel lato del campo e ascoltare di nuovo le grida delle ragazze, non ci ero più abituato e sorrisi dentro di me.
La cerimonia non durò molto, furono presentate le squadre e annunciata la prima partita che si sarebbe tenuta quel sabato stesso tra due squadre avversarie. Poco dopo la palestra di sfollò e i ragazzi cominciarono ad andare via, così mi unii a loro per non essere visto.
Una volta fuori notai con stupore che gli alberi stavano iniziando la fioritura, immaginai che sarebbe stato uno spettacolo incredibile essere lì in primavera. Mesi fa avrei pensato di andarci con gli altri ma la realtà è che non sarebbe stato così.
Fui sorpreso nel sentire il mio cellulare squillare e quando guardai il nome sul display rimasi senza parole: era proprio Masato, chissà che voleva non ci eravamo mai davvero chiamati se non massaggiati una volta, pochi giorno dopo il weekend.
“Pronto?”
“Ryu ma dove sei non ti ho visto alla cerimonia”
“Scusami Masato ma vedi io-“
“Ah aspetta ti vedo sei tu quello fermo accanto agli alberi?”
Mi girai di scattò e lo vidi uscire dalla palestra che agitava il braccio destro senza preoccuparsi di attirare attenzione. Perfetto, ci mancava solo lui adesso. “Non sei affatto cambiato” disse venendomi incontro”
“E ci credo sono passati mesi no anni.”
Masato sorrise. Non ero abituato a vedere persone che sorridevano per ciò che dicevo, ero solitamente abituato a ghigni e sgridate “Comunque sono davvero felice di vederti” continuò.
“Anch’io” ricambiai il suo sorriso.
Gli occhi di quel ragazzo avevano un aria particolare, ne fui davvero abbagliato.
“Allora ricordi quello che mi avevi detto? Devi farmi assolutamente vedere Tokyo ovviamente quando sei libero dagli allenamenti.”
Lui non sapeva nulla, pensai. “Tranquillo, vedi io non sto più nella squadra.”
“Eh?” spalancò gli occhi.
Feci un bel respiro e gli spiegai le mie ragioni ovviamente non facendo alcun riferimento ad Hara, gli dissi semplicemente che mi portava via tempo e che i miei non erano contenti.
“Mi spiace davvero”
“Sono cose che capitano” ridacchiai.
“No sul serio avrei davvero voluto vederti in campo. Ti trovo anche più robusto rispetto a prima.”
Ah giusto lui non sapeva che mi ero allenato duramente dopo quel weekend e che avevo sollevato pesi e corso quasi ogni giorno per raggiungere il livello degli altri. “Beh il mister mi faceva sudare parecchio.”
Masato rise “Beh io adesso devo tornare all’albergo per forza. Che ne dici se ci si vede lontano da questi ambienti scolastici?”
“Ma certo.”
Masato era la boccata d’aria fresca di cui avevo bisogno in quel periodo, sentivo proprio la necessità di un amico al mio fianco, così gli dissi di farmi sapere quando era libero. E ci congedammo così. Lo vidi andare via con la sua squadra, che vedendomi lanciarono dei saluti che ricambiai.
Non tutte le persone erano cattive dopotutto e in me rinacque la speranza.


Il giorno dopo decisi di accettare l’invito a pranzo di Kioko e Kyoja nella mensa. Non passavo del tempo con loro da settimane, ma sapevo che erano molto indaffarati con gli allenamenti, così li avevo lasciati stare.
“Ryucchan ha visto i capelli di Masato? L’ho preso in giro tutto il tempo alla cerimonia, dovevi esserci” rise spensierato come suo solito.
“Si l’ho incontrato anch’io quel giorno.”
“Vi odio tutti e due. Masato è una persona gentile ma non parla con nessuno della nostra scuola se non per salute, siete proprio fortunati.” commentò Kioko infuriata perchè non ci aveva contatti.
“Se ti va quando usciremo puoi venire con noi” le dissi.
“Davvero?!”
“Certo” Kyoja mi rivolse una strana occhiata “Cosa c’è?”
“Eh? Ah, nulla Ryucchan non sapevo che volesse uscire con te, è strano che a me non abbia detto nulla eppure ci siamo sentiti spesso in questi mesi tramite mail.”
Non sapevo che si sentissero spesso. “Beh gli sarà passato di mente."
“Probabile!”
Dentro di me pensai dunque che avesse proposto di uscire insieme giusto in memoria di quello che ci dicemmo quel weekend, ma non speravo sul serio di organizzare qualcosa. Cioè perché avrebbe dovuto andarsene in giro con me e no con Kyoja, suo vero amico di penna.
Le lezioni terminarono anche quel giorno e andai a prendere le scarpe giù all'ingresso.
“Sega mi sei d’intralcio” disse Tetsuo spintonandomi per arrivare al suo scomparto.
“Soliti modi di merda.”
“Sai mi manca prenderti per il culo tutto il tempo” ghignò.
Evitai di rispondere a quella sua stupida provocazione e lasciai perdere andando nella direzione opposta verso l’uscita e proprio lì vi trovai Hara con due ragazze che se la rideva di gusto. Già era proprio tornato tutto come prima, pensai. Lui il beniamino di tutti e io nessuno.
Fu in quel momento che vibrò il cellulare, era Masato con un suo messaggio.
- Sei libero oggi? –
Che domanda diretta pensai. Inizialmente pensai di rispondere 'no' ma dovevo cercare almeno di tutelare quell’unico pseudo amico che avevo così scrissi di sì e la sua risposta non si fece attendere a lungo.
-Ti va di mangiare qualcosa stasera?-
Un idea carina così risposi che mi andava bene. Mi chiese anche che locale mi piacesse e gli dissi che l’avrei portato in un posto che conoscevo visto che non era di qui.
Mi sentivo stranamente contento e quella mia felicità sparì immediatamente quando i miei mi proibirono di uscire. Non si fidavano e avevano paura che potessi tornare di nuovo ubriaco come quella sera, così spiegai loro che questa volta sarei andato nel pub dove di solito andavamo insieme la domenica.
Mia madre non mi credeva ma volle darmi il beneficio del dubbio. E così dopo varie discussioni con i miei mi ritrovrai persino in ritardo per l’appuntamento. Pregai con tutto me stesso che Masato non si fosse perso, ma quando arrivai ad Harajuku lo trovai proprio fuori dalla stazione.
“Scusa il ritardo” dissi prendendo fiato.
“Figurati pensavo di aver sbagliato fermata in verità.”
“Sei stato bravo invece. Sai molti dei turisti si perdono nel cunicoli della metropolitana” spiegai e gli raccontai che stesso io una volta mi ero perso e scoppiò a ridere.
Sentivo che la serata sarebbe andata alla grande! Masato era davvero una piacevole compagnia e mi divertii molto a fargli vedere vari posti della città. Si metteva ogni tanto a scattare delle foto da bravo turista.
“Dai Ryu vieni anche tu nel selfie”
“Io?”
Fui praticamente trascinato davanti all’obiettivo e scattò. Ne venne fuori un selfie davvero divertente, Masato sorridente e perfetto e io con la faccia di chi non sapeva cosa ci facesse lì. “Se vuoi te la passo”
“No grazie è orribile” la guardai con disgusto.
“Io la trovo spontanea” disse con tono dolce guardandola attentamente.
“Eh?”
Chiuse il cellulare e indicò qualcosa alle mie spalle “E quello cos’è?”
Il giro continuò ancora per un ora e poi decisi di portarlo al pub. Avevo paura che non gli piacesse ma Masato era contento di qualsiasi cosa gli proponessi e sembrava molto divertito della serata, nei fui lieto.
Una volta lì prendemmo possesso di un tavolo. Il posto era molto rustico e familiare, pensai che fosse perfetto per due amici che uscivano, si avevo avuto un ottima idea.
“Vieni spesso qui?” mi chiese all’improvviso guardandosi intorno. Persino sotto le luci tenue del locale i capelli biondi di Masato risaltavano.
“Si, vengo ogni tanto con i miei.”
“Amici mai?”
Quella stupida parola. “Io non ho molti amici.”
Masato si illuminò “Significa che sono il primo?”
“Teoricamente.”
“E quelli del lago? Non ci passi più del tempo insieme?”
L’argomento che non volevo tirare in ballo era saltato fuori proprio quando la serata si stava rivelando divertente per entrambi. “Veramente no. Eravamo solo compagni di squadra dopotutto.”
“Ah capisco eppure sembravi molto intimo con alcuni di loro” osservò.
Non sapevo sul serio dove avesse visto tutta quella intimità tra me e gli altri. Per due giorni c’erano state solo battutine, poche parole con Makoto e risate senza senso con Kyoja.
Mi vide chiaramente confuso.
“Ma sì Kyoja e anche l’altro, Hara.” Certo proprio con Hara andavo d’accordissimo. Ora le stava sparando grosse. Dovette notare che mi sentivo a disagio e così decise di non fare più domande. Non volevo che se ne accorgesse ma non potevo fare a meno di sentirmi strano, così tentai di prendere il menù e cambiare argomento.
Masato fece lo stesso capendo il mio disagio.
La cena fu squisita e piacque molto anche a lui che mi chiese di tornarci presto e gli promisi che vi saremmo tornati anche con i suoi compagni di squadra se lo voleva.
“Ma no io preferirei di nuovo noi due soli.”
“Ah.. vabbe se vuoi si può fare” sorrisi.
Eravamo entrambi alla cassa quando distrattamente urtai contro la persona davanti a me in fila. Un gigante rispetto a me e subito provai una certa familiarità. “Mi scusi” dissi istintivamente.
A voltarsi fu proprio Tetsuo in carne ed ossa “Oh guarda c’è mezzesega.”
Perché a me, pensai. Masato lo riconobbe e lo salutò da bravo ragazzo quale era e Tetsuo parve stupito nel vederci insieme proprio lì
“Che fai fraternizzi col nemico?” commentò sarcastico.
Masato rise “Non credevo di trovare anche te qui” disse.
“Sono qui con degli amici.” Quali amici?! Oh no. Praticamente era vero avevo una sorta di calamita dentro di me perché dove andavo io praticamente ci trovavo anche loro.
“Che ci fai qui con mezzasega tu?”
Urlavo dentro di me. Pregai con tutto me stesso che si muovessero le persone davanti a Tetsuo per scappare da lì il prima possibile. Muovetevi!
“L’ho invitato per un giro, non avevo mai visto Tokyo.” Non dire troppe cose Masato.
“E tra le tante compagnie ti sei scelto mezzasega? Povero.”
Masato smise di sorridere nel sentire ancora quel soprannome “Perché povero?”
“Oh guarda se ne sono andati quelli, coraggio paga imbecille!” gridai.
Tetsuo si fece scuro in viso “Non mi dici che fare capito?” Era sul punto di afferrarmi per il collo quando davanti a me si mise Masato. Com’è che la serata aveva preso quella piega improvvisa. Sempre colpa loro.
“Spostati.”
“Siamo in pubblico io eviterei che dite?” disse a tutti e due guardandoci seriamente.
Masato si era intromesso al momento giusto fermando quella scena pietosa. Tetsuo ingogliò il rospo, e si morse il labbro per la rabbia, mi guardava in maniera famelica. Ma preferii ignorarlo e far finta di nulla.
La porta del locale si aprì di scatto e sulla soglia comparve una ragazzina “Tecchan hai fatto? Ci stai mettendo una vita” pronunciò in nostra direzione.
Con chi ce l’aveva?
“Si ora pago” rispose con mia sorpresa Tetsuo.
Feci un respiro di sollievo vedendo che era in compagnia femminile ma la mia gratitudine sparì quando apparvero altre due ragazze minute e appariscenti sulla porta.
“Ma quello è Masato Nishima” disse una spalancando la bocca.
Vi prego non fatelo!, urlavo dentro di me. In pochi secondi Masato fu accerchiato da loro sotto le occhiatacce di Tetsuo geloso di tanta attenzione rivolta verso un altro ragazzo. Io fui praticamente spinto via senza ritegno e messo in un angolo mentre loro tre riempivano di domande il povero Masato, il quale gentilmente rispondeva a tutto.
“Si può sapere che state combinando?” e apparve anche Hara.
Mi si gelò il sangue nel vederlo. Quant’erano , due o tre mesi che non lo vedevo così da vicino? Si rese conto della nostra presenza lanciandomi un occhiata di sfuggita.
“Ciao Hara da quanto tempo” dissi Masato tagliandosi uno spazio per salutarlo.
Hara da gran maleducato ricambiò con un cenno di capo e andò verso l’amico spronandogli di muoversi.
“Mio diooo siamo circondate da tre giocatori!” urlò una delle ragazze. Perchè non provavo la stessa gioia?
“Scusate ma siete un unico gruppo?” domandò a quel punto la cassiera.
All’unisono io, Hara e Tetsuo rispondemmo con un sonoro “No!”
Una volta fuori di lì ripresi fiato mentre le ragazze cinguettavano ancora eccitate facendo un gran baccano per strada. “Non credevo fosse così complicato pagare” feci notare.
“Penso che non potremmo tornare qui la prossima volta” osservò divertito Masato.
E chi pensava di tornare sapendo che era un posto frequentato anche da loro. Con mio stupore una ragazza si avvinghiò al braccio di Masato senza alcuno scrupolo, premendo il proprio seno contro il suo braccio. “Hai progetti Masato?” chiese
“Veramente s-si”
Liquidala in fretta.
“Ho un idea grandiosa perché non vieni con noi in sala giochi!” propose all’improvviso.
“Hikari muoviti” la esortò Hara da lontano.
La ragazza di nome Hikari per non sentirsi dire no vedendo Masato chiaramente titubante cominciò a trascinarselo lasciando me lì come un emerito cretino. La serata stava prendendo una piega che non mi piaceva affatto ma mio malgrado non potevo lasciarlo da solo così seguii il resto del gruppo, composto da Hara, due suoi amici di cui non avevo mai visto le facce, Tetsuo e quelle oche.
Ci ritrovammo presto nella sala giochi in centro e Masato fu praticamente spinto nelle Purikura. Probabilmente volevano la prova materiale di aver trascorso la serata con lui per mostrarla a cani e porci. Masato mi guardò sofferente.
Anche Tetsuo andò dritto in una cabina con una di loro, mentre gli altri due ragazzi andarono dritti ad altre macchinette a caso poco distanti da noi. Decisi dunque semplicemente di attendere la fine di quella serata e mi lasciai scivolare su uno dei divanetti presenti lì.
Con mio stupore anche Hara si mise a sedere proprio a pochi centimetri da me. Lo sentii sospirare, probabilmente anche per lui la serata aveva preso una strana svolta. Cercavo di guardarlo con la coda dell’occhio, ma il più delle volte cercavo di fissare altrove perché non avevo proprio voglia di sentirmelo ancora nelle orecchie. “Puoi parlare se vuoi sega eh.”
Sentirglielo dire mi stupì, come suo solito si era reso conto che lo stavo fissando.
“Non ti ho vietato di parlarmi.”
“Tecnicamente l’hai fatto.”
Stavamo seriamente avendo una conversazione dopo mesi? Mi accorsi che era diverso rispetto al solito, sembrava più calmo, quasi spento.
“Sei il solito, prendi alla lettera quello che ti si dice” mi diede un colpetto sulla fronte. Non capii lo scopo, né tanto meno il significato di quel gesto ma non mi parve cattivo.
“Ryu! Non vuoi fare le foto tu?” Dal nulla apparve Masato completamente stravolto.
“Che ti hanno fatto?” osservai stupito per i suoi abiti sgualciti.
“Mi hanno praticamente messo sottosopra” ridacchiò, “non venite voi?”
“Io passo.” rispose Hara.
“Si anch’io.”
Una ragazza apparve alle spalle di Masato trascinandolo di nuovo dentro. Mi faceva pena ma se mi fossi messo in mezzo mi avrebbe ucciso brutalmente, mai toccare il loro giocattolino.
Hara allora si alzò e andò accanto ad una console lì vicino e vi cominciò a giocare, così a caso. Probabilmente preferiva lo stupido gioco piuttosto che parlare con me. Il tempo parve fermarsi completamente ma poi finalmente uscirono tutti da quelle dannate Purikura.
Altro posto che scelsero le ragazze furono le cabine del baseball. Che pessima scelta pensai. Perché delle ragazze dovrebbero andare in un posto del genere, ma ne capii immediatamente le ragione quando tutte e tre elemosinarono gli insegnamenti da parte di Masato per lanciare come si deve.
“Guardate ragazze che non gioco bene a baseball” spiegò.
Ma le ragazze continuarono ad insistere così con la galanteria che lo caratterizzava disse loro di indossare casco e guanti e di afferrare le mazze, e una dopo l’altra furono accompagnate nel tiro. Ciò che in pratica volevano ottenere.
“Cazzo quello ci ha fregato le ragazze” commentò Tetsuo.
“Non essere geloso” dissi.
“Prendi esempio Tetsuo a quanto pare piace quell’approccio alle ragazze” suggerì Hara scegliendo il casco giusto per il suo capoccione.
Tetsuo continuò a brontolare per la mancanza di attenzione, ora capiva come mi sentivo.
“Ryu vuoi provare?” mi chiese Masato
“No grazie passo.” Masato però non volle scuse e mi venne a prendere trascinandomi davanti alla macchina che lanciava le palline. Ero terrorizzato, non avevo mai praticato sport come faceva a non capirlo. “Davvero io lascerei perdere.”
“Andiamo ti faccio vedere io” disse gentilmente.
Le ragazze ci lasciarono perdere e cambiarono l’obiettivo delle loro attenzione, Tetsuo si sentì di nuovo amato. Nel frattempo era entrato nella cabina accanto a noi anche Hara pronto per ricevere. Quando la prima pallina partì sperai in parte che gli finisse in fronte ma con mio stupore la prese al primo tentativo colpendola con estrema forza.
Porca miseria c’era qualcosa in cui era negato? Ci pensai un pò e mi dissi: sì i rapporto sociali.
“Allora Ryu devi tenere la mazza così” Masato riprese le sue lezioni di cui potevo benissimo fare a meno, mi spiegò come tenerla in mano e titubante seguii le sue indicazioni “poi devi girare lievemente il busto ma tenere il volto verso la palla” mi indicò il macchinario.
Masato mi afferrò per i fianchi avvicinandomi a lui, mi mise nella posizione di tirare. Quel contatto mi metteva estremamente in agitazione, sapevo che da un momento all’altro sarei diventato rosso come un pomodoro.
Cercai di controllare il mio respiro e i miei battiti, ma Masato era davvero troppo vicino! E poi partì il rumore di un colpo.
Questo però non si era prodotto nella mia cabina bensì in quella affianco dove c’era Hara. Mi voltai a guardare, la mazza era a terra e si teneva una spalla poggiandosi contro la parete.
“Chiamate il medico!” disse uno dello staff.
Che diavolo era successo in meno di un secondo. Lasciai cadere la mazza da baseball e mi precipitai verso di lui. Si teneva la spalla destra con una mano, e sul suo volto vi era dipinta un espressione di dolore.
“Fa vedere” disse Tetsuo.
Ma Hara gli bloccò la mano “Sto bene andiamocene” disse.
“Hara-san ma quella pallina ti ha colpito come un proiettile” disse una delle ragazze. Avevo più chiaro cosa fosse successo in quei pochi secondi di distrazione. Quello che non capivo è perché non volesse attendere il medico della struttura.
“Il dottore sta arrivando” disse un altra ragazza alle mie spalle.
“Ho detto andiamocene!” sbottò di colpo.
Continuate ad insistere idioti. In cuore mio avevo paura che fosse qualcosa di grave, e per uno sportivo non era proprio il massimo farsi del male a pochi giorni dall’inizio del campionato. Eppure nessuno disse più nulla, che codardi.
“No” dissi allora io, “ora tu ti metti lì seduto, in silenzio e ti lasci controllare la spalla, idiota.”
Hara mi guardò perplesso e così un pò tutti. Non me ne fregò assolutamente nulla delle parole che avevo usato, il suo egoismo avrebbe potuto danneggiare la mia vecchia squadra e non era quello che volevo. Hara titubò un pò all’inizio ma poi mi diede retta e attese il medico.
Per fortuna una volta tolta la maglia ci rendemmo conto che non era nulla di serio e ce lo confermò anche il medico, dicendogli tuttavia di stare a riposo per un pò perchè probabilmente la spalla si sarebbe gonfiata. Tirai un sospiro di sollievo.
Si poteva ufficialmente dire che la serata fosse terminata, non credo che gli altri avessero voglia di andare ancora in giro dopo quello che era successo. Così i ragazzi si proposero di accompagnare le fanciulle, Tetsuo invece era praticamente incollato all’amico e nonostante fosse pessimo con me, dovevo ammettere che da amico era bravo.
“Che dici andiamo via anche noi?” mi domandò Masato.
Annuii, e senza avvertire gli altri imboccammo la strada del ritorno. Masato molto gentilmente mi scortò fino alla metro, nonostante fosse lui l’ospita ma mi disse che sapeva come muoversi da lì. “Grazie della serata Ryu.”
“Sarebbe potuto andare meglio credo” ridacchiai.
“No davvero mi sono molto divertito, alla prossima” e andò via.
Infondo aveva ragione la serata non era stata così male come pensavo, tranne per l’infortunio finale di Hara. Come aveva potuto una persona perfetta come lui farsi colpire da una pallina, bah, persino i migliori potevano sbagliare quindi. Mi crogiolai nel pensiero che fosse anche lui umano.


SCHEDA PERSONAGGIO:

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Nome: Ryuchi Cognome: Yumei
Età: 16 anni
Data di nascita: 13 Marzo Luogo di nascita: Tokyo, Giappone
Altezza: 1,72 Peso: 55kg
Capelli: castani Occhi: blu mare
Gruppo sanguigno: A
Scuola: Kudan Kenkyuusho Sezione: Secondo anno, 1 sezione
Colore preferito: Verde Cibo preferito: Temaki
Like: I posti tranquilli e immersi nel verde.
Dislike: I prepotenti (Hara) e le ragazzine isteriche.
  
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