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Autore: Songbird97    15/02/2016    2 recensioni
La travagliata storia d'amore tra Cullen e l'Inquisitore durante il tempo di guerra che vede minacciato tutto il Thedas. Vi è attrazione tra i due ma essi desiderano cose diverse e ciò li porterà a conoscersi e ad intraprendere un viaggio di incertezze e insicurezze, oltre che a collaborare per sconfiggere il famigerato Magister Corypehus e il suo scagnozzo Samson. La storia contiene variazioni rispetto al videogioco per scelta personale.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blackwall, Cullen, Inquisitore, Josephine Montilyet, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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Charleene non ce la faceva più. Una situazione del genere non era più tollerabile. Troppe decisioni, missioni, favori per gli altri compagni, e in così poco tempo, senza contare ovviamente Corypheus e l’enorme squarcio nel cielo che permaneva lì, indisturbato e minaccioso. Charleene era stanca, anche per il dolore lancinante e pungente che il marchio sulla mano sinistra le causava, e l’elfa ormai aveva la netta certezza che stesse peggiorando, espandendosi verso il polso. Tuttavia, era sconvolta anche per ragioni sentimentali in quanto, lungo la strada per diventare Inquisitore, era nato in lei un certo interesse verso quel Custode Grigio Blackwall dal passato misterioso, il quale sembrava che ricambiasse tale interesse, seppur con qualche difficoltà ad ammetterlo. Egli, però, non era il solo che l’avesse intrigata, in quanto l’elfa si sentiva terribilmente attratta anche dal comandante dell’esercito dell’Inquisizione, Cullen Rutherford, con quella cicatrice che sensualmente gli attraversava la parte destra del labbro superiore. Oltre all’affascinante presenza, Charleene trovava dolce il suo carattere così timido, ma che allo stesso tempo nascondeva - ne era certa – virilità e sicurezza che avrebbero saputo possederla e dominarla.                                                                                                                                            
Ciononostante l’occasione si presentò prima con il Custode. Charleene, infatti, ricordava ancora la prima volta che avevano toccato l’argomento, mentre insieme controllavano i bastioni di Skyhold. Quella volta lui aveva provato a respingerla, ma lei non volle cedere e insistette finché lui decise, il giorno seguente, di darle una spiegazione sul proprio passato, prima di accettare completamente quella relazione. La condusse, perciò, ad un accampamento abbandonato, dove cercò di spiegarle vagamente chi fosse prima di incontrarla e dove trovarono il suo perduto stemma dei Custodi Grigi. Quella sera stessa, Charleene si era ritirata nelle sue stanze, piuttosto delusa da quella scampagnata che non aveva portato novità nel suo rapporto con Blackwall. Quest’ultimo, tuttavia, si presentò senza preavviso sul suo balcone, con un viso tormentato, segnato dalle troppe preoccupazioni che lo attanagliavano riguardo a loro due. Charleene ricordava ancora la dolce sensazione delle labbra di lui che sfioravano appena le sue, ma lei aveva comunque percepito la fame di passione che lui tentava di reprimere. Dopo quel bacio, infatti, lui per l’ennesima volta si tirò indietro, pretendendo anche che fosse lei a porre fine a quella pseudo relazione che per soli due giorni li aveva coinvolti. Un’altra decisione da prendere, un’altra responsabilità che andava a pesare insieme a tutto il resto.
Era troppo!
Charleene lo spinse lontano da sé e ricordava ancora le parole che gli urlò contro:

“Come è possibile che tu non riesca a deciderti a fare una scelta, e tantomeno non riesci neppure a chiudere tu questa specie di storia tra noi due?! Speravo di trovare in te la persona con cui avrei potuto affrontare meglio tutto questo, la persona con cui avrei potuto condividere un po’ della mia sofferenza e delle mie responsabilità. Si vede che non lo sei affatto. Vattene, allora. Esci dalle mie stanze e vai all’Inferno!”

Lo sguardo del Custode rivelò il suo essere ferito da quelle taglienti e perfide parole; egli rimase lì, fermo per un momento a guardarla, ma lei gli aveva già voltato le spalle, decisa più che mai a non farsi vedere crollare in lacrime. Non doveva cedere. Non ancora. Aspettò che Blackwall finalmente decidesse di andarsene per lasciarsi scivolare in terra in lacrime e singhiozzi. Non ce la faceva più. L’Inquisizione si era rivelata solo una fonte di stress e dispiaceri in tutti i sensi. Come poteva perdurare in quell’angoscia e dolore? Restò lì, a terra, in preda al pianto per tutta la notte finché non vide spuntare l’alba dalle montagne, osservando dal balcone. Un altro giorno di doveri, decisioni e responsabilità le si stava prospettando davanti. No, non riusciva. Non era nella condizione emotiva per poter svolgere il suo ruolo di Inquisitore efficientemente quel giorno. Forse le potevano concedere un giorno di pace senza che le venisse affidata nessuna missione in giro per il Thedas e che la lasciassero restare nelle sue stanze per tutto il giorno. Le lacrime continuavano a scenderle lungo le guance, portatrici del Vallaslin di colore lilla che le disegnavano dei rami intrecciati. Fu in quel momento che sentì bussare alla porta e, a quell’ora così mattiniera, poteva essere una sola persona, che stranamente quella volta non aspettò il permesso per entrare e aprì la porta dicendo:

“Lady Lavellan, ho qui dei doc-“, Josephine la vide, stravolta dal pianto e dal mancato riposo. “Che succede? Non piangete, vi prego, parlatemi e spiegatemi tutto.”

Si avvicinò, cercando di consolarla, ma ella si irrigidì, da un lato non abituata a certe dimostrazioni di attenzione, dall’altro non si sentiva così in confidenza da rivelarle cosa fosse accaduto in quella brutta nottata. L’unica persona che in quel momento le si proiettò nella mente con la quale voleva e si sentiva di parlare, anche se effettivamente la confidenza non era tanto maggiore, era Cullen.

“Chiamatemi Cullen, per favore. Voglio parlare solo con lui.”

Josephine la guardò allibita da quella strana richiesta, ma vedendola così disperata, decise di non porle ulteriori domande e di assecondare la sua richiesta. Perciò, annuendo, se ne andò a chiamare il comandante, il quale, anch’egli stupito da quella inaspettata convocazione, si precipitò alle stanze dell’Inquisitore, trovandola ancora in terra singhiozzante. La osservò non sapendo cosa dire né cosa fare e, soprattutto, come comportarsi in una situazione così peculiare, tanto che arrossì in volto e si sentì alquanto in imbarazzo. Lei alzò lo sguardo e se lo trovò davanti alla porta, fermo e perplesso, pentendosi di averlo fatto chiamare, ma ormai decise di rivelargli ogni cosa, iniziando dal dolore che il marchio le provocava, dal peso che si sentiva sulle spalle e di come Blackwall l’avesse abbandonata perché troppo indeciso ed egoista per affrontare una relazione. Espose il tutto senza mai fermarsi e senza mai guardarlo una sola volta, mentre Cullen, inizialmente, se ne restò in piedi ad ascoltarla, poi, capendo che la faccenda era seria, le si avvicinò fino a sedervisi accanto. Aspettò che finisse il discorso e, quando finalmente lei alzò lo sguardo e lo rivolse verso di lui, gli venne in mente una sola e unica domanda da rivolgerle, sentendosi nonostante tutto intenerito e persino terribilmente attratto dall’elfa.

“Perché dici tutto questo a me?”

“Perché tu mi infondi un senso di protezione e, ad essere sincera, volevo anche confessarti che, in realtà, Blackwall non è stato il solo che mi abbia colpito emotivamente. Il problema è che mi sono trovata in un momento di indecisione, ma ero ormai arrivata alla conclusione di concentrarmi su di te, se Blackwall non mi avesse proposto quella passeggiata sui bastioni.”

“Quindi mi stai dicendo che tu eri interessata a me, ma Blackwall è arrivato prima, perciò io non conto più nulla?”

“No, al contrario! Mi interessi ancora, ma, data la situazione, ho paura che tu ti possa ritenere un ripiego e che io sia una persona insensibile e superficiale.”

“Non lo penserei mai questo, ma la faccenda del ripiego mentirei se non fosse vero, o almeno in parte. Tuttavia, penso che tu sia la persona più sensibile di tutto il Thedas. Guardati, sei qui in lacrime e, nonostante questo, ti preoccupi di non ferire il mio essere uomo… E comunque, anche io provo dell’interesse per te, ma mi sono frenato perché siamo in guerra e.. non pensavo fosse possibile.”

Cullen sentì crescere dentro di sé una calda felicità che si infuse in ogni propria parte del corpo, inclusa la sua zona più intima, ormai visivamente presente e alle strette nei suoi pantaloni. Non poteva crederci che, in un periodo di guerra e di minaccia come quello, avesse trovato finalmente, dopo tanti anni, una persona che avesse riacceso in lui quella passione famelica, assopita da tempo, e, soprattutto, quella persona era proprio la bellissima Lady Lavellan, l’Araldo dell’Inquisizione. Il suo desiderio continuava a crescere e, non appena i loro sguardi si incrociarono per la prima volta, non poté resistere alla voglia di avvicinare le sue labbra a quelle di lei, arrivando a pochi centimetri l’uno dall’altra, quando…

“Comandante, ho qui una copia del rapporto della Sorella Leliana”, era la voce di un soldato dall’altra parte della porta, che nessuno dei due aveva sentito bussare, troppo persi l’uno negli occhi dell’altra.

“Portala nel mio ufficio, immediatamente.”

“Agli ordini, comandante!”, si sentirono passi che si allontanarono.

Charleene fu delusa da quella interruzione, ma allo stesso tempo era consapevole che nell’Inquisizione e specialmente in un tempo di conflitto come quello, il dovere era la priorità, perciò capì che Cullen aveva altro da fare in quel momento.

“Cullen, se devi tor-“, le labbra di lui catturarono le sue in un appassionato bacio, cogliendola di sorpresa in un turbinio di emozioni e sensazioni piacevoli. Capì quanto il comandante l’avesse bramata dalla fervente impazienza della lingua di lui che premeva sulle sue labbra, che socchiuse decidendo di ricambiare appieno quel meraviglioso bacio. Lui l’aveva iniziato, e fu lui che lo interruppe, staccandosi da lei e guardandola dritto nei suoi occhi turchesi.

“Perdonami, ma non ho saputo resistere. È stato alquanto piacevole.”

“Sì, andava bene, ma avrei bisogno di più tentativi per esserne certa, sai, è stato tutto così rapido”, scrutò con passione quei bellissimi occhi dorati, che la volevano ardentemente.
Charleene prese l’iniziativa di alzarsi, prendendogli le mani e conducendolo verso il letto, dove lei si sdraiò, offrendosi a lui. Lui si lasciò trasportare, mai distogliendo lo sguardo da quell’anima così perfetta, che aveva deciso di darsi a lui, e a lui soltanto. Almeno, era questo che credeva il comandante: lui la desiderava più di ogni altra cosa al mondo, tanto che avrebbe voluto che non fossero lì in quel momento, che non fossero a Skyhold e stessero lavorando per costruire l’Inquisizione e per trovare un modo per sconfiggere Corypheus. La bramava talmente tanto che, improvvisamente, si bloccò pensando che forse per lei sarebbe stato solo un mero momento di svago per appagare il suo stress e l’attrazione sessuale che vi era tra i due. No, non poteva essere così, non voleva che fosse così. Era da tempo che non provava interesse verso una donna e non voleva che tutto si riducesse a quello, ma che si potesse costruire un qualcosa. Inoltre, si conoscevano appena, avendo avuto modo di chiacchierare del più e del meno solo una volta quando giocarono a scacchi in giardino. Non voleva violare il suo corpo troppo presto, ma voleva che lei lo desiderasse perché sarebbe stato con lui e nessun altro, incluso quel Custode Grigio, che aveva avuto la sfacciataggine di voltare le spalle ad una così splendida creatura come Charleene. Cullen auspicava ad un qualcosa di più, ma lei aveva la stessa sua opinione in merito?
Le lasciò la mano, arretrando di qualche passo verso la porta. Non era pronto. Sentiva che non era una mera attrazione fisica, ma vi era di più. Non voleva rovinare tutto e temeva che per lei non fosse lo stesso.

“Perdonami..”, e se ne andò.
   
 
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