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Autore: Misuzu    17/02/2016    0 recensioni
E se nel pianeta Wonder ci fosse un altro regno? E se questo regno ad un certo punto sparisse, lasciando solo la propria erede come ultima testimonianza? E' così che inizia la storia della principessa conosciuta da tutti come Fine, ma che si rivelerà ben presto essere qualcun altro.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Fine, Shade, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo, come di consueto una volta a settimana, le ragazze suonarono il piano insieme. Tutto stava procedendo liscio, fino a quando iniziarono a non suonare in sincronia e ci fu una combinazione di note che ricordò a Fine qualcosa. Lei si bloccò immediatamente, sgranando gli occhi e bloccando persino le mani.
-Qualcosa non va, Fine?- chiese la madre della ragazza.
-Scusate, sono desolata, ma non riesco più a suonare. Vi prego di perdonarmi- disse, cercando di sembrare calma.
-O, tranquilla, sarai solo stanca. Va pure a riposarti- disse il padre.
-Vi ringrazio- disse Fine, andando nella sua camera, ovvero anche quella di Rein.
Appena si sdraiò sul letto, chiudendo gli occhi per capire quello che le era successo, una miriade di immagini le attraversarono la mente, immagini orrende di disperazione di quello che era stato il suo regno. E poi vide uno spartito e sentì una dolce melodia, quasi come una ninna nanna cantata da una voce angelica. Sgranò gli occhi e si mise seduta, il sudore freddo le colava addosso e il sole, che era alto nel cielo, era scomparso lasciando posto alla notte.
-Mi sono addormentata?- chiese, confusa. Si alzò dal letto e, prendendo un foglio che vi era sulla scrivania, iniziò a riprodurre tutte le note che ricordava di aver visto nello spartito. Dopo aver finito, pensò che la cosa migliore da fare fosse suonarlo: ricordava solo un pezzo di quella melodia, quindi suonandolo avrebbe potuto ricordarlo tutto.
-Principessa Rein! Fa pace con la principessa Fine!- disse, in lontananza da dietro la porta, la voce di Pomo
-Te lo scordi! Quella non la sopporto! Sai, vorrei proprio che non fosse mia sorella!-  disse Rein. Fine aprì di scatto la porta e corse verso la sala del pianoforte. Avrebbe voluto piangere, ma tanto era la verità: non erano sorelle. Tuttavia quella fu l’ulteriore prova che tutto quello che Rein desiderasse, diventava realtà.
Andò al pianoforte e poggiò gli spartiti; poi iniziò a suonarli. Era la prima volta che lo suonava, eppure le stava riuscendo alla perfezione. Nonostante pensava di essere sola, qualcuno la stava ascoltando.
-E’ arrivato il momento, vero?- chiese Elsa.
-Già... e noi non abbiamo potuto fare nulla...- rispose Tolouse.
Quando Fine ebbe suonato l’ultima nota, ricordò che quella melodia le era stata cantata tanto tempo prima da sua madre, la sua vera madre, anche se non ne ricordava le parole. L’unica cosa che ricordava era il fatto che la canzone parlasse di gioielli. -Domani andrò nel regno di Bright e Altezza, allora- si disse, prendendo il foglio e andando a letto.

-Principessa Fine! Fa pace con tua sorella, ti prego!- disse Pomo.
-Eh? Perché?- chiese lei.
-Come perché?! Siete sorelle, siete sempre andate d’accordo! Non potete litigare, non ora!- rispose il buffo animaletto.
-Mi dispiace, Pomo, ma come posso fare pace se non ho mai litigato con Rein?- chiese Fine.
-Tu no, ma lei sì! Quindi, per favore...-.
 - Rein è una persona molto più intelligente e in gamba di me. Quando si sentirà di dirmi cosa ho fatto di sbagliato, potrò scusarmi con lei. Ma, per ora, dormiamoci su!- disse Fine, entrando in stanza e iniziandosi a cambiare. Sarebbe voluta partire la mattina successiva, ma dopo le immagini che aveva visto aveva paura che richiudendo di nuovo gli occhi le avrebbe riviste. Aspettò allora che Pomo si addormentasse e, solo quando iniziò a russare, si alzò, si cambiò e sistemò il suo letto. -Si preoccuperanno se non mi trovano domani... meglio lasciare un biglietto- pensò Fine prendendo un foglio e, vedendo quello che scriveva grazie all’aiuto dello splendore della luna
-Caro Pomo, mi sono appena ricordata di aver smarrito una cosa davvero importante. Non so quanto tempo impiegherò per recuperarla, ma ti assicuro che entro una settimana sarò tornata a casa. PS. Di a Rein di stare attenta a quello che desidera, perché i desideri possono diventare realtà. - Poi, più silenziosamente che poté, uscì dalla stanza.  Andò alla mongolfiera e iniziò a pilotarla. Nel buio era più difficile e, in un certo senso, anche spaventoso, ma lei mise da parte tutte le sue paure. Doveva farlo se voleva scoprire il più possibile della sua famiglia.

Quando giunse nel regno dei gioielli, stava albeggiando. Lasciò la mongolfiera in una specie di parcheggio e iniziò a gironzola per la capitale. Ma, ben presto, il suo senso dell’orientamento la fece perdere in mezzo la città. Andò al fiume e si sedette su una panchina lì vicino.
-Che ci faccio qui?- si chiese, mentre guardava il riflesso del sole sull’acqua. Guardò poi in cielo: già, lì sopra c’era la sua casa... ma non era sua. Ritornò a guardare il fiume -Devo trovare... quell’edificio!- si disse, alzandosi. Non doveva abbattersi alla prima difficoltà! La sua prima meta era quella e avrebbe dovuto portare avanti il suo viaggio fino alla fine.
-Fine! Che ci fai qui?- chiese Bright, avvicinandosi alla ragazza
-Eh! Bright... ecco, io...-  iniziò a dire la ragazza, non capendo se avesse dovuto raccontagli tutta la verità o no.
-Lui è un amico, quindi forse capirà come ha fatto Eclipse - -Ma lui odia Eclipse! Quindi è più probabile che odi anche te- -Ma con Shade, magari è amico dato che sono entrambi principi. E se è così, allora...- Furono questi i pensieri che iniziarono a girovagare per la mente della povera ragazza, la quale decise di mantenere ancora un po’ il suo segreto.
-Ecco... sto cercando un edificio... Sto facendo una ricerca su alcuni fra gli edifici più antichi dei vari regni e ho deciso di iniziare dal regno dei gioielli!- rispose la ragazza sorridendo.
-Davvero? E cerchi un edificio particolare? Potrei darti una mano- disse Bright.
-Davvero? Mi aiuteresti davvero?!- chiese Fine, con gli occhi chele brillavano per la gioia.
-Ma certamente! Oggi, poi, non ho nulla da fare- rispose il principe.
-Grazie! Sei il mio eroe!- disse allegra.
-Figurati, per me è un piacere. Allora... dimmi, com’è questo edificio che stai cercando?-.
 -Ecco... è un enorme edificio in disuso da una decina d’anni. Le mura sono ingiallite dal tempo e le finestre sbarrate. Dovrebbe trovarsi in una zona non molto periferica della città- disse Fine.
-Sì, credo di sapere qual è l’edificio! E non è nemmeno molto distante da qui. Vieni- disse, prendendola per mano e attraversando le vie della capitale.
-Ah Bright...- disse Fine, bloccandosi in una via non molto popolata, poco prima di giungere alla loro meta.
-Che c’è?- chiese il principe..
-Mi dispiace- disse lei chinandosi col busto -So che una principessa che giunge in un altro regno dovrebbe per prima cosa andare a porgere il suo saluto ai sovrani, tuttavia questa è una faccenda davvero importante per me e non ho molto tempo- disse la ragazza.
-Non preoccuparti... i miei genitori non sapranno nulla! Sei una persona molto gentile e onesta, e non credo faresti mai nulla di male. Inoltre... se non ci aiutiamo fra noi principi, come pretendiamo che regni la pace quando toccherà a noi prendere il potere?- disse Bright.

-Dai! Siamo quasi arrivati...- disse, fino a quando non giunsero all’edificio che era stato descritto da Fine. -E’ questo?- chiese Bright.
-Sì- rispose la ragazza e iniziò a scattare foto all’edificio. Poi si avvicinò alla porta d’ingresso, che pensava fosse chiusa, ma che si aprì appena la sfiorò. L’interno, che sarebbe dovuto essere impolverato e tetro, era in realtà illuminato e splendente.
L’edificio era un’enorme stanza e i candelabri vistosi con sopra delle candele eternamente accese lo illuminavano; inoltre vi era un’ala principale divisa da due laterali tramite delle colonne. -Ma cosa?!- si chiese Bright, voltandosi ed ammirando la sala. Meravigliosa era dire poco. Fine iniziò a fotografare le basi dei candelabri, contenenti tutti dei simboli che la ricollegavano al suo vero regno e, fra questi, notò anche la luna e pensò a Shade. -Andrò nel regno lunare... ogni simbolo una tappa- disse, capendo l’enigma del primo di quei palazzi. Poi, dopo averlo delicatamente sfiorato, iniziò a sentire come una dolce melodia, che sembrava rimbombare nelle mura di quel castello
Stella rossa che guardi da lassù
questa notte un sogno triste ho fatto sai
lacrime, velan gli occhi e tu
tu risponder non sai.
Stella rossa che, guardi da lassù
hai cercato invano il mio grande amor
e così, ora non c’è più,
pace dentro il mio cuor.
Quella voce, dolce e melodiosa, Fine la riconobbe come quella della propria madre.
- Bright... forse è meglio che usciamo- disse la rossa.
Non ne sapeva il motivo, ma aveva come la netta sensazione che sarebbe accaduto qualcosa se fosse rimasta ancora lì. Bright le si avvicinò e, dopo averle messo le mani sulle spalle, l’avvicinò a se e iniziò a baciarla. Fine cercò subito di spostarsi, ma più tentava, più la sua stretta diventava forte, non dandole nemmeno il tempo di riprendere fiato. Alla fine gli tirò un sonoro schiaffo in faccia e scappò via. Corse fino a giungere di nuovo al fiume, e lì si sciacquò il viso.
Non riusciva ancora a credere a quello che era accaduto, anche se riconosceva dietro a quell’atto la magia tipica solo del suo regno.
-Mi dispiace- disse Bright, raggiungendola pochi minuti dopo.
-Sono io che dovrei scusarmi. Io non ho... detto tutta la verità.- disse Fine.
-No, Fine. Quello che è successo...- iniziò Bright.
-E’ opera di una magia. Quell’edificio, non è un semplice edificio.- disse Fine, stringendosi la giacca -Giurami che quello che sto per dirti non lo dirai a nessuno, a qualsiasi costo... ti prego- disse Fine.
Bright la guardò serio, poi annuì - Quell’edificio serviva per entrare nel mio regno. Si chiama edificio del desiderio e, generalmente, vi entrava chiunque volesse andare a Narnia. In teoria, non dovrebbe avere altra funzione se non quella, tuttavia, a quanto pare dieci anni di inattività gli hanno fatto accumulare parecchia magia che ha riversato su di te...- disse Fine.
- Narnia? Tuo regno?- chiese Bright - Narnia, l’ottavo regno di questo pianeta, il regno dimenticato... ha avuto tanti nomi da allora. Ormai è scomparso. Comunque... io non sono Fine, principessa del regno solare, ma Ayame, principessa di Narnia - gli disse.
Il ragazzo rimase per un po’ di stucco, poi disse -Perché non me ne hai parlato? Perché non me lo hai detto?-.
La ragazza lo guardò per qualche secondo, per poi rispondergli -L’ho scoperto solo qualche giorno fa... e non lo vado di certo a spiattellare al primo che capita- rispose la ragazza.
-Ma io non sono il primo che capita! Avresti anche potuto dirmelo!- disse Bright.
-Hai ragione... in fondo non sei tu quello che sa come mi sento! Facile parlare per te che sei sempre stato cresciuto dalla TUA famiglia!- rispose la ragazza. -Ora scusami, ma devo andare. Non è l’unico edificio quello lì e mi restano sei regni- disse, voltando le spalle al principe e iniziando a correre.
Non ne avrebbe più voluto sentire parlare, per un po’, almeno.
Le faceva male perdere uno dei pochi amici che era riuscita a farsi, però trovare la verità era la cosa più importante in quel momento. Sarebbe anche potuto essere collegato al pianeta Wonder, e se ciò ne avesse portato la salvezza, tanto valeva continuare a cercare.
Giunta alla mongolfiera, entrò e prese subito il volo per il regno lunare.

Per via della distanza, vi giunse che era già sera. Non era mai stata in quel regno, non ancora, e si stupì, dopo essere atterrata, di vedere l’aurora che risplendeva alta nel cielo. Ne aveva sentito parlare: una delle tante leggende che giravano attorno ad essa era che fosse nata da una quasi colluttazione fra il cielo del pianeta Wonder e il cielo di un altro misterioso regno, e che quella ferita, che era ancora aperta, anche se in maniera non grave, donava delle notti serene a chiunque si addormentasse subito dopo averla vista. Pensando a quello che era successo nel regno dei gioielli, la ragazza si rese conto che girovagare senza sapere dove trovare il luogo da lei desiderato non avrebbe avuto molto senso.
Si fece indicare, dai pochi abitanti svegli a quell’ora, dove fosse il palazzo della luna e vi andò. A dire il vero, non volendo entrare come ospite, decise di infiltrarsi nel castello approfittando della momentanea distrazione delle guardia creata grazie al lancio di una pietra e di una buona dose di fortuna. Nell’edificio, cercò di fare la massima attenzione a non farsi accorgere dalle numerose cameriere che vi transitavano e, quando credeva di aver visto tutto l’edificio senza aver trovato la persona che cercava, questa si appresto ad entrare in una delle porte.
- Shade! Shade!- bisbigliò lei, cercando di farsi notare dal principe. Questo, sentendo dei suoni, si voltò e rimase davvero molto stupito nel trovarla lì.
Si avvicinò a lei, e la fissò, sospirando -Che ci fai qui?- le chiese, con fare apparentemente freddo.
-Ecco... io volevo chiederti se sai dov’è un edificio...- disse lei - Se lo facessi da sola ci impiegherei una vita a trovarlo- disse sconfitta.
Il ragazzo la fissò e sospirò per l’ennesima volta -Vieni in camera mia... non possiamo di certo parlare qui, mi prenderanno per pazzo se credono che io stia parlando con una pianta- affermò. Dopo aver controllato che non ci fosse nessuno, la fece entrare nella camera propria.
-Quindi questa è la tua camera... è  davvero stupenda! E sei molto ordinato! Non mi stupisco che la gente qui ti ammiri- disse lei, quasi estasiata notando quelle cose che le erano nuove.
Il ragazzo si sedette sul letto, facendole poi cenno di sedersi accanto a lui, e così fece. -Allora... spiegami dall’inizio questa storia. Che ci fai qui?- chiese, fissandola negli occhi.
-Ecco... oggi, no ieri, mentre suonavo al pianoforte con Rein, c’è stata una combinazione di note che mi ha fatto improvvisamente ricordare il mio regno. Ho fatto uno strano sogno, e quando mi sono svegliata, avevo in mente una melodia che mi ha portato nel regno dei gioielli. Sapevo solo l’edificio nel quale dovevo entrare, e nient’altro. Allora Bright mi ha aiutato a trovare l’edificio e... ho scoperto che era uno degli ingressi del mio regno- disse piano.
-Uno degli ingressi? Quanti ne aveva?- chiese Shade.
-Da quel che ho capito, uno per ogni regno. Ma non sono sicura nemmeno di questo. E finché non scoprirò quello del regno della Luna, non potrò ricordare quello di un altro regno!- disse lei.
-Capisco... ma non possiamo mica muoverci ora, che è quasi notte fonda. Sarebbe meglio dormirci su e domani ti accompagno io- disse Shade, con fare cordiale.
-Dormirci... su?- chiese lei, prima che le immagini degli ultimi istanti di vita del suo regno le ripiombassero in testa. -No! Non voglio dormire! P- posso andare perfettamente a cercarlo da sola l’edificio! Basta che mi dici la zona e mi orienterò in qualche modo!- disse lei, seria, aggrappandosi alla sua giacca ed iniziando a tremare.
- F-Fine, calmati!- le disse Shade, vedendola in quello stato. Poi fece quello che gli venne spontaneo: la tirò a sé e l’abbracciò, accarezzandole piano la testa. -Da quanto tempo non dormi? Che è successo?- chiese lui.
- S- solo una notte, nulla di che- bisbigliò lei. A quella domanda si accoccolò al suo petto e nascose il volto, per non fargli vedere le lacrime che cercavano in maniera prepotente di fuoriuscire dai suoi occhi -E’ solo che... quando mi sono addormentata l’ultima volta, ho avuto un incubo... tutte le... sensazioni, emozioni di tutte le persone che hanno perso la vita... se solo chiudo gli occhi li rivedo e ho così paura!- disse lei, mentre le lacrime iniziavano a rigarle il viso. Shade la osservò, mentre qualcosa gli attorcigliava lo stomaco.
Sapeva perfettamente che non avrebbe potuto fare nulla per impedire che provasse quelle sofferenze, se non alleviarle con delle parole dolci.
-Fine... anzi no... Ayame - la chiamò dolcemente, facendole alzare il viso e asciugandole le lacrime con le dita.
-Scusami... sono davvero una principessa pietosa- disse lei, ricominciando a guardare in basso.
-No, non lo sei. Io credo invece che tu sia una principessa fantastica. Sai, molte persone avrebbero mollato tutto e continuato a vivere la loro vita da principessa in maniera tranquilla, invece tu stai cercando la tua verità e al contempo proteggi questo pianeta con tutte le tue forze... sarebbe difficile trovare una persona che sia al tuo pari, figuriamoci superiore a te- disse lui, con fare dolce.
-So che non posso fare molto, ma ti starò accanto e ti aiuterò nella ricerca dei palazzi- disse lui, continuando ad accarezzarle la testa.
-No! Non devi! Devi rimanere qui nel tuo regno... e poi, io non voglio perdere anche te- disse lei. A quell’affermazione, incuriosito, Shade chiese di narrare quello che fosse accaduto. Alla sua richiesta, raccontò quello che era successo nel palazzo e del litigio che ne era conseguito dopo.
- Ayame... non ci vuole una scienza per capire che in realtà lui si sia preso una cotta per te. Me ne sono accorto persino io quel giorno. Credo che il portale non abbia fatto altro che amplificare i suoi sentimenti abbastanza da poterli esprimere, anche se in una maniera così rude- disse lui, continuando a coccolarla -Eravate ancora shoccati entrambi, è naturale che abbiate reagito in quel modo- disse Shade.
-Allora... credi che non mi odi?- chiese lei, fissandolo negli occhi. Era la prima volta per Shade, che gli capitava di perdersi negli occhi così puri e vicini di qualcuno, specialmente di Fine. Gli fu difficile contenersi e non arrossire, ma prese tutto il suo autocontrollo ed annuì, semplicemente -Vedrai che si risolverà tutto- disse lui, sorridendo, per la prima volta davanti a lei, in modo gentile.
A quelle parole, anche Fine sorrise e si asciugò gli occhi -Grazie mille, davvero- disse felice, per poi fargli una domanda un po’ strana, della quale lei, probabilmente, non ne avrebbe capito il significato nascosto.
-Se trovassi il portale... e avesse lo stesso potere.... potrebbe accadere la stessa cosa che è accaduta con Bright?- gli chiese. In pratica, era come se gli stesse chiedendo se fosse innamorato di lei, ma in una maniera così innocente e pura che non sarebbe mai riuscita a cogliere il significato.
-Sì... potrebbe accadere...- disse lui, distogliendo lo sguardo per non far notare l’imbarazzo.
-Ma tu non ti arrabbierai con me, vero?- chiese lei, prima di ricevere un buffetto sulla fronte.
-Come potrei arrabbiarmi se non fai nulla?- chiese lui, per poi sorriderle -Ti va di dormire con me?- le chiese.
-Eh?! Cosa?! M- ma sono cose che si fanno solo dopo il matrimonio! E io sono ancora troppo giovane!- disse lei, arrossendo e iniziando a fare la danza strana alla quale era solita. Sospirando, la buttò sul letto ed iniziò a farle il solletico. Fine, che lo soffriva, iniziò a ridere come se non ci fosse un domani, e si fermò solo quando il ragazzo smise.
-Non l’ho fatto per sposarti... ma magari, se dormi con me, riuscirai a non avere incubi. E non ho vestiti femminili della tua taglia, mia sorella è ancora troppo piccola. Quindi dovrai accontentarti di una mia maglia- disse, vedendola arrossire.
-Ancora questa storia? Ti ho detto che è solo per farti dormire bene. Non ti sei portata un cambio d’abiti, o sbaglio?- chiese lui, fissandola.
-Ce l’ho... ma sta nella mongolfiera- disse lei, imbarazzata.
-Inoltre, sei qui come intrusa, quindi non dovresti esserci... Non posso di certo farti dormire in altre stanze come se nulla fosse. Sei pur sempre una principessa, faresti scalpore- disse lui, vedendola mettere il muso.
-Si ho capito... non farmi la predica- gli disse. A quella visione il ragazzo sorrise e, dopo aver preso una maglia che le potesse andare bene e anche abbastanza lunga da sembrare un vestito, la fece andare nel piccolo bagno della propria camera a cambiarsi. Fine indossò velocemente la maglia e poi uscì.
-Non sai quanto sia imbarazzante per me...- disse. La maglia, che a Shade stava perfettamente, a lei arrivava fino alle ginocchia e le maniche erano talmente tanto lunghe da sorpassare la rotula. Vedendola, Shade iniziò a ridere talmente tanto che cadde a terra e dovette tenersi la pancia con la mano. -Sì, sì, ho capito! Non c’è bisogno che ti ci metti pure tu- disse lei, sospirando.
-Scusami... ma erano anni che non ridevo così!- disse lui, asciugandosi le lacrime e mettendola nel suo letto. Poi vi si sdraiò anche lui, iniziandole, istintivamente, ad accarezzarle la testa. -Se avessi bisogno di me, puoi svegliarmi in qualunque momento, non preoccuparti- le disse dolcemente.
-Grazie mille per tutto quello che stai facendo per me- disse lei, sorridendo, per poi chiudere gli occhi e lasciarsi andare al sonno.
Il giorno dopo il primo a svegliarsi fu Shade e se la ritrovò praticamente poggiata al suo petto, con un’espressione beata in volto. -Certo che assomiglia davvero ad un angelo- pensò lui, sorridendo e quasi dispiaciuto di doverla svegliare.
- Ayame... sveglia. Dobbiamo andare- disse Shade alla ragazza,scuotendola lievemente.
-No... ancora cinque minuti- disse lei, mettendogli poi il braccio attorno alla vita e trattandolo come un cuscino.
Allora il ragazzo sospirò -Dormi un secondo di più e non avrai la colazione-. A quelle parole magiche, la ragazza scattò in piedi come una molla.
-Basta davvero così poco per convincerti?- le chiese lui, divertito, fissandola.
-La colazione è una parte importante della giornata!- disse lei, per giustificarsi.
Poi prese la propria roba dalla sedia  sulla quale l’aveva poggiata ed andò a cambiarsi. -Meglio dei miei vestiti non c’è proprio nulla!- disse soddisfatta, uscendo dal bagno per poi piegare la maglietta del ragazzo.
-Non male per quella che definiscono la principessa meno principesca del pianeta- disse lui, divertito.
-Smettila! Io le cose le so fare!- disse lei, per poi osservare l’indumento -Vuoi che lo porti a casa mia a farlo lavare? Anche se non potrò andarci subito- disse lei.
- No tranquilla... lasciala pure lì- disse lui, travestito da Eclipse -Vieni, seguimi... in questo modo non verremo visti- disse, utilizzando il passaggio segreto per uscire dal castello.
-Sai già dove si trova?- chiese lei, seguendolo
-Sì, lo so perfettamente- disse lui, con un sorriso, avviandosi a piedi verso la capitale -Inoltre, credo di poterti dare una mano anche per tutti gli altri edifici. Basta pensarci un attimo: per ogni regno, qual è il luogo più popolato e al quale, generalmente, la gente va?- chiese Shade
-Mh... vediamo... la capitale!- disse lei.
-Esatto! Quindi, se i portali dovevano raggiungere la maggior parte di persone possibili, dovevano per forza essere nella capitale- disse lui.
-Sei un genio!- disse lei, facendolo sorridere.
-Ci ho solo pensato un po’... - disse, camminando per un breve tratto, durante il quale non fece altro che parlare con la ragazza di cose delle quali, probabilmente, non si sarebbe mai aspettato. Poi si fermò di fronte ad un edificio che, con quello del paese dei gioielli, aveva in comune solo il fatto che sembrasse diroccato.
-Se è lui, dentro il tempo non sarà passato- disse Ayame, avvicinandosi alla porta e sospirando. Prese tutta la sua determinazione e l’aprì, trovando un interno identico esattamente a quello dell’edificio nel regno dei gioielli. Le uniche cose che differivano erano gli ornamenti e la poesia che era scritta.
-L’acqua e il tempo hanno solo una cosa in comune: scorrono per l’eternità... nel paese dei gioielli era di gran lunga migliore come poesia- disse lei, sospirando -Non c’è dubbio però, che mi toccherà andare nel paese di Mirlo - disse.
-Sì, immagino sia così, ma ora è meglio uscire da qui dentro. Non so il motivo, ma ho una stranissima sensazione- disse lui. La ragazza annuì, ma proprio mentre stavano per uscire, vide una nuova sequenza di immagini. Questa volta, come protagonisti, vi era una famiglia di Narnia, la quale, purtroppo, dovette separarsi. I figli riuscirono ad andare nel paese dell’acqua, mentre i genitori rimasero intrappolati nel regno, senza possibilità di poter rivedere i loro piccoli.
- Ayame... tutto a posto?- chiese lui, notando che la ragazza si fosse improvvisamente bloccata. Quando vide le lacrime uscire dai suoi occhi, la prese in braccio e la portò fuori dall’edificio, sedendosi poi con lei su una panchina e dandole un fazzoletto per farle asciugare le lacrime.
-Che è successo?- disse, dopo che lei ebbe preso il fazzoletto e si era asciugata le lacrime.
-Nuovi ricordi... di una famiglia di Narnia. I genitori morirono quando il regno iniziò a disintegrarsi, mentre i piccoli si salvarono...- disse lei, continuando a singhiozzare.
-La stessa cosa che è successa a te, no?- disse Shade.
-Ma io ho avuto una famiglia... non so se per loro sia accaduta la stessa cosa- disse lei, stringendo piano il fazzoletto. Shade la fissò per un po’, poi disse: - L’unico modo per scoprirlo sarebbe trovarli... e dato che stiamo per andare nel regno dell’acqua, potremmo approfittarne... comunque, per ora, ho qualcosa che potrebbe farti piacere. Aspettami qui!- disse, allontanandosi. Poco dopo, tornò con in mano un gelato alla fragola.
-Eh? Un gelato?- disse lei, osservandolo stranito.
-Te l’avevo promesso... non ricordi? Eppure è accaduto solo qualche giorno fa!- disse lui.
-Sì ma... non credevo che...-.
A quelle parole glielo porse -E’ il migliore nel regno della Luna, dovresti assolutamente provarlo!- disse, porgendoglielo.
La ragazza lo prese in mano, un po’ stranita, e, col cucchiaino, assaggiò il dolce. -Ma è davvero delizioso!- disse allegra, mangiandone un altro po’.
-Te l’avevo detto... sei tu che non mi credevi!- disse lui, con un sorriso.
-Ne vuoi un po’? Se mi dici il luogo, ti vado a prendere il cucchiaino anche- disse lei, allegra.
-No tranquilla... lo prendo così- disse avvicinandosi alla coppetta del gelato e leccandone un po’.
-Non so perché ma lo fai sembrare imbarazzante- disse lei, arrossendo lievemente.
-Sei tu che mi offri le cose! Dovresti evitare di farlo, allora- disse divertito, osservandola mangiare il gelato.
Terminatolo, i due si avviarono verso la mongolfiera, ma degli abitanti della capitale del regno della luna iniziarono a dire che la regina si era sentita male e, allora, i due corsero a palazzo. Entrarono nella stanza dove la regina sembrava essere caduta in un sonno profondo. Milky, appena vide il fratello, si fiondò su di lui, piangendo.
-Come sta la mamma?- chiese alla sorellina, la quale cercò di fargli capire la situazione.
Shade si avvicinò alla madre e le prese la mano.
-O mamma...- disse, osservando il volto sofferente della madre. Vedendo la scena, Ayame, quasi istintivamente, andò dall’altro lato e sfiorò la mano della regina. Immediatamente, immagini del pianeta Wonder in rovina balenarono nella sua testa e capì la regina Maria manifestava esternamente le situazioni reali del pianeta. Si avvicinò un po’ di più a lei e, dopo averle messo una mano sul petto, attese qualche istante e una luce fioca iniziò a fuoriuscire dalla sua mano. Quasi immediatamente, però, un dolore al petto iniziò a farsi sentire, e si intensificava mano a mano che il tempo passava. Ma vedendo dei segni di ripresa nella regina, non poteva arrendersi.
Poco dopo, mise l’altra mano sulla fronte della regina, e la stessa luce che continuava a fuoriuscire da quella vicino al petto, iniziò. Per nascondere i gemiti di dolore che sarebbero voluti uscire, si morse il labbro in maniera da non essere notata da Shade. Poi, dopo qualche secondo, cessò e attese l’avvenire di qualcosa.
La regina, infatti, aprì ben presto gli occhi, sotto li sguardi felici dei suoi figli e della ragazza.
-Mamma! Come ti senti?- chiese subito Shade, preoccupato.
- Shade... cos’è successo?- chiese, iniziando poi ad alzarsi in piedi.
-Aspetti regina! Dovrebbe alzarsi con molta cautela!- disse Ayame, aiutandola ad alzarsi, e facendole da sostegno.
-Oh grazie...- disse lei, per poi fissarla per un attimo, quasi basita dalla persona che stava vedendo. Ma si riprese quasi subito e sorrise come se nulla fosse accaduto.
-Tu sei Ayame... giusto? È un piacere incontrarti- disse lei, lasciando la ragazza basita.
-Ecco... io...- iniziò a dire lei.
-Sta tranquilla, sono l’unica a saperlo. Ero molto amica dei tuoi genitori- disse la regina, osservandola con un sorriso -Per me è davvero un piacere conoscerti- continuò poi.
-Ecco... la ringrazio infinitamente per la sua gentilezza- disse Ayame, chinando poi leggermente il capo. La regina, sorridendo, le accarezzò leggermente la testa.
-Non c’è bisogno che usi tutte queste formalità nei miei confronti. E poi, sei un’amica di mio figlio, no? Shade mi ha parlato davvero molto bene di te- disse la regina.
-Ma mamma!- si lamentò il ragazzo, sentendo quelle parole e arrossendo lievemente. Vedendo quella scena e, nonostante il dolore, Ayame non poté fare a meno di sorridere.
-Ora mi scusi, ma devo andare- disse piano, scendendo dal letto e chinandosi come avrebbe fatto una principessa. Iniziò a camminare verso l’uscita della stanza, ma Shade la fermò.
-Aspettami Ayame! Vengo con te!- le disse, correndo verso di lei.
-No, sta tranquillo Shade. E poi tua madre si è appena ripresa, sarebbe più giusto se stessi con lei- disse lei, con un sorriso.
-Ma... potrebbe accaderti di tutto in quei palazzi! Non posso lasciarti da sola!- disse, per poi prenderle la mano. O almeno, fu quello che avrebbe voluto fare. Appena la sfiorò, infatti, un dolore talmente tanto forte da paralizzarlo lo pervase, facendolo rimanere immobile.
-Ehi Shade... stai bene?- chiese lei, preoccupata, fissandolo.
-Ecco... sì- disse lui, stranito.
A quelle parole lei sorrise -Va a riposarti. Se verrai alla prossima festa delle principesse, ci vedremo lì- disse, dandogli poi un bacio sulla guancia. -Grazie di tutto- bisbigliò, per poi iniziare a correre verso il luogo in cui aveva lasciato la mongolfiera.
Shade tornò dalla madre, con uno sguardo preoccupato che la donna colse all’istante.
-Se sei preoccupato, puoi seguirla- disse la donna, facendo alzare lo sguardo del figlio -So perfettamente cosa sta accadendo... e so anche che avrà bisogno di qualcuno che le stia accanto nei momenti difficili-.
Quando vide che il figlio stava per rispondere qualcosa, lei lo interruppe -Hai sentito anche tu quell’immenso dolore, vero? E’ lo stesso dolore che avevo io... ed è lo stesso che sta provando lei in questo momento. Non so nemmeno io cosa le stia dando la forza per muoversi, ma so che prima o poi crollerà, e se sarà sola potrebbero accadere delle disgrazie. Perciò, fammi questo regalo e va con lei- disse la regina.
-Grazie mamma... non la lascerò mai sola!- disse Shade, correndo verso il parcheggio delle mongolfiere. Prese molte scorciatoie e corse più velocemente che poté, abbastanza da poter arrivare alla mongolfiera prima di lei.
-Sei in ritardo, Ayame!- disse lui, appena la vide arrivare.
- Shade? Ma come hai fatto... eri a castello quando io...- disse lei -Sono il principe di questo regno, conosco qualche scorciatoia- disse, per poi porgerle la mano -Andiamo?- chiese con un sorriso dolce, porgendole la mano.
La ragazza annuì e sorrise dolcemente, prendendo la mano che il ragazzo le porgeva e salendo sulla mongolfiera.




Angolo dell'autrice: Buona sera a tutti e bentrovati in questo nuovo capitolo! Innanzi tutto, ringrazio moon rouge per la sua precedente recensione! E' stata quella che mi ha consentito di pubblicare.
E adesso vediamo che dire di questo capitolo: innanzi tutto, è enorme! Ebbene sì! A dire il vero quello originale è ancora in corso (il titolo è torno presto), ma per semplicità di lettura ho deciso di dividerlo in più parti. Potrebbero essere due o tre, in base a come li svilupperò (ci sono parti più sbrigative di altre).
Qui che dire... innanzi tutto sono felice di essere arrivata ad una parte dove non sono più "vincolata" dall'anime, quindi posso gestirmi come voglio! E' fantastico!
A dire il vero non mi ricordavo questa parte così... "dolce"? Spero che a moon rouge possa piacere, anche se per avere degli sviluppi bisogna aspettare taaaaanto tempo!
Per quanto riguarda Fine, spero di aver descirtto bene lo stato d'animo, senza farla sembrare debole. In fondo, si trova ad affrontare numerose prove da sola e come veri amici ha (o meglio aveva) solo Bright e Shade... ma adesso sto adorando sempre di più Shade!
Per ora posso dirvi che con questo capitolo dovete accontentarvi per un po'... non so quando avrò altro tempo libero che mi consentirà di continuare questa storia, ma non penso prima della seconda metà di Luglio.
Alla prossima!
  
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