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Autore: Defiance    19/02/2016    3 recensioni
Fanfiction ambientata otto anni dopo la fine di Play Hard e senza aver letto la quale, risulterebbe alquanto priva di senso.
Le cose, per i nostri protagonisti, sono decisamente cambiate dopo il liceo; si sono tutti allontanati, hanno intrapreso strade diverse, molti di loro hanno smarrito la retta via... finchè Nick Fury non ha deciso di riaprire il progetto Avengers e di riunire i migliori alunni che abbia mai avuto, nella speranza che lo aiutino a sconfiggere l'HYDRA e i suoi alleati.
Riusciranno i nostri eroi a salvare la terra dai terribili piani dell'associazione nazista? Dovranno contare solo su loro stessi, o ci sarà qualcun altro su cui poter fare affidamento?
[Mini-crossover Arrow/Flash, comprensibile anche senza aver visto le serie. Possibili riferimenti ad Agents Of S.H.I.E.L.D.. Programmazione americana, Spoiler Alert]
[Non si tratta più di un AU. Per scoprire come i protagonisti siano diventati gli eroi che conosciamo... beh, dovrete leggere].
Genere: Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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An Arrow And A Flash
 
 



 
 
Central City
 
« Mi chiamo Barry Allen e sono l'uomo più veloce del mondo! Da piccolo vidi mia madre morire per mano di qualcosa di impossibile. Poi un incidente trasformò me in qualcosa di impossibile! Agli occhi del mondo sono un perito della polizia scientifica, ma uso in segreto la mia velocità per combattere il crimine e trovare altri come me. Io sono… FLASH! »*
 
Quella sera Barry Allen aveva fatto un’enorme cazzata.
Era uscito con Patty, come ogni sabato sera, ma aveva deciso di non portare il cellulare con se.
Una serata normale. Almeno una volta, voglio concedermela. Penso anche di meritarlo’
Aveva pensato, così, una volta rincasato, si era ritrovato ben dieci chiamate da parte di Joe, quindici di Iris e ben quarantacinque chiamate di Cisco.
Il cuore gli pulsava persino più velocemente di quanto era solito correre lui stesso; un brutto presentimento aveva preso il posto della serenità con cui aveva trascorso la serata e il terrore che stava provando in quel momento per l’eventualità che qualcosa di terribile fosse accaduto, lo stava paralizzando.
Né Joe, né Iris avevano risposto. Non erano neppure in casa.
“Cisco, che sta succedendo?” domandò subito non appena l’amico ebbe premuto la cornetta verde.
“Devi venire immediatamente alla S.T.A.R. LABS. CORRI!”
Non se lo fece ripetere una seconda volta.
 
Quando Barry raggiunse l’edificio, fu investito da un gelo insolito.
Il pensiero volò immediatamente a Mardon, ma lo aveva rispedito in prigione poco tempo prima e avevano aumentato la sicurezza e la sorveglianza dei meta-umani.
Se non era stato lui, comunque, qualcun altro li aveva attaccati, proveniente, forse, dalla Terra 2.
Faticava a correre con quel freddo e si rese lentamente conto di essere circondato dal ghiaccio.
Ghiaccio puro.
Dovette procedere a passo normale.
Raggiunse il più velocemente possibile Cisco, il quale si era completamente imbottito, neanche fosse in procinto di partire per l’Alaska.
“Forse” esordì, “avrei dovuto chiamare Firestorm prima”
“Che diavolo è successo qui? Dove sono Iris, Joe e Caitlin? Stanno bene?”
“Calmati Barry, nessuno è stato ferito/rapito qui, okay?” lo rassicurò il ragazzo, battendo rumorosamente i denti, “I West sono di sotto a parlare con Caitlin. L’abbiamo dovuta rinchiudere in una cella”
“Di che diavolo stai parlando, Cisco?” domandò Allen, il tono della voce confuso e scioccato al tempo stesso.
“Caitlin ha sviluppato dei poteri. Non sappiamo come, o perché, non ho neanche avuto delle visioni a riguardo, ma… Lei ha fatto tutto questo” spiegò l’amico, spalancando le braccia ad indicare ciò che li circondava.
“Se è uno scherzo…”
“Ti sembra uno scherzo? Non mi sarei impegnato così tanto, fidati. Ma, ehi, le ho già trovato un nome” proseguì entusiasta Cisco, “Killer Frost
“Cisco!” esclamò accigliato Barry, ma prima che uno dei due potesse aggiungere altro, lo schermo del pc si illuminò, mostrando un’aquila argentata.
Il logo, venne presto sostituito dall’immagine di un uomo.
“Signor Allen, Signor Ramon” li salutò questi, mentre i due gli chiedevano all’unisono di rivelare la sua identità, sconcertati.
“Il mio nome Phil Coulson. Sono il vice-direttore dello S.H.I.E.L.D., il sistema di Intelligence americano. Sappiamo cos’è successo alla vostra amica… E possiamo aiutarvi.”

 
Starling City
 

"Tra la 25esima e la 26esima, sono in sette. Quattro su un camion e tre in moto. Si muovono velocemente"
"Dove sono diretti?"
"Probabilmente ad un magazzino abbandonato fuori città"
"Li abbiamo individuati"
"Fate attenzione"
 
Ogni volta che i suoi compagni andavano in missione e lei era costretta a restare lì, chiusa in quel seminterrato a guidarli e osservarli, Felicity Smoak rimpiangeva di non aver scelto un lavoro un po' più tranquillo.
O meglio, si chiedeva cos'avesse fatto di male nella sua vita per meritare tante ore di agonia.
A parte creare un super-virus che avrebbe tranquillamente potuto causare la distruzione dell'intera città in cui viveva, ovviamente... E innamorarsi di un tipo che se ne andava in giro ad acciuffare i criminali con un cappuccio verde e un arco.
 
"è fatta!"
Felicity trasse un sospiro di sollievo e rilassò i muscoli, accasciandosi contro lo schienale della poltrona.
Un'altra missione riuscita, altre vite salvate, altri delinquenti dietro le sbarre.
"Grazie al cielo" pensò.
Si ritrovava a ringraziare il cielo ogni qual volta udiva quelle parole, perchè il timore di poter perdere qualcuno del proprio team, dopo la morte di Sara non l'aveva più abbandonata.
Dopo la quasi morte di Oliver, in realtà.
Erano stati i giorni più terribili della sua esistenza e, considerando che era stata rapita più di una volta e quasi uccisa sempre più di una volta, era tutto dire.
Non aveva ancora superato il tutto, nonostante, di recente, avessero addirittura resuscitato l’amica.
"Cosa guardi? Adesso anche tu vai in giro a rischiare la pelle" sbottò, parlando con quel manichino vuoto posto lì, proprio di fronte a lei, e che sarebbe rimasto vuoto finchè Barry Allen non avesse deciso di farle visita.
A quanto pareva, non le era concesso di incontrare gente 'normale', che di notte anzichè dare la caccia ai criminali, andava in discoteca a divertirsi.
"Teoricamente siamo stati in discoteca per anni. Ma non ci divertivamo affatto" biascicò, "continuo a parlare da sola. Sto diventando pazza"
Si alzò da quella sedia e si infilò il cappotto, preparandosi già per l'imminente ritorno a casa dopo aver rivisto tutti i membri del team ed essersi assicurata che fossero tutti vivi.
"State tutti bene?"
"Stiamo tutti bene" le assicurò Diggle, cinque secondi dopo anche Roy, Laurel ed Oliver fecero capolino nella stanza.
"Sei stata grande" si complimentò la Lance, sorridendole cordialmente, perchè nonostante il suo passato con Oliver e il presente di questi ultimi, non poteva non essersi affezionata a Felicity... tutti si affezionavano alla signorina Smoak, era inevitabile.
"Beh anche tu sei..."
Non terminò mai la frase.
La luce saltò e si ritrovarono nel buio più assoluto.
"Che succede?" le chiese Oliver, scrutandola pigiare tasti a raffica sul computer.
"Io... io non lo so" balbettò la donna, confusa e nel panico più totale.
"è come se..."
"Buonasera signorina Smoak"
Un viso scuro, un occhio coperto da una benda, una voce autoritaria e profonda.
"Chiedo scusa per questo inconveniente, ma non mi era possibile fare una visita al vostro, uhm, quartier generale?"
"L-lei chi è, signore?" domandò intimorita la giovane, anche un po’ offesa a dirla tutta: nessuno hackerava il suo sistema. Nessuno.
“Il mio nome è Nick Fury, vice-direttore dello S.H.I.E.L.D. Sappiamo chi finanzia Damien Darhk. Sappiamo quali sono i loro piani. Ma sembra che questa volta il mondo abbia bisogno di qualche eroe in più”

 
 
S.H.I.E.L.D. HQ
 

Quando Fury aveva parlato loro del progetto Avengers, diverse reazioni si erano scatenate nella sala.
Natasha aveva sollevato un sopracciglio, quasi come se Nick fosse completamente impazzito ai suoi occhi, ma non aveva comunque proferito parola: lui dava gli ordini, lei li eseguiva. Fine della storia.
Tony, invece, era scoppiato a ridere e aveva rammentato loro che lavorava da solo.
Al che, la Romanoff, aveva prontamente provveduto a ricordargli che se nel corso delle sue missioni non avesse ricevuto neanche un minimo aiuto, probabilmente non starebbero nemmeno avendo quella conversazione.
Clint e Cap erano rimasti in silenzio, Banner si era opposto e disperso prima che qualcuno potesse anche solo pronunciare una sillaba, mentre Thor si era rivelato l’unico davvero entusiasta di quel progetto.
“Sarà un disastro” commentò Natasha una volta fuori dalla sala riunioni.
Avengers” ripeté Tony, quasi ridacchiando, “Sembra quasi voglia prenderci per il culo”
“Tu dici?” ribatté sarcastico Steve, “Per quanto mi riguarda, vorrei saperne di più su questi tipi. Allen e Queen. E suoi loro amici”
“Divertente, Capitano, davvero. Come se qualcuno qui dentro conoscesse davvero qualcun altro oltre a sé stesso” considerò Stark, per poi sparire dietro ad una porta metallica.
“Che diavolo voleva dire?” esclamò Thor, alquanto ferito da quelle parole.
“Semplicemente la verità” rispose schietta la Vedova, “Non siamo più le persone che conoscevamo un tempo. Siamo una bomba ad orologeria: un insieme di individui messi assieme da cause maggiori, ma che in realtà vorrebbero essere altrove, con chiunque altro. La domanda è: riusciremo a non esplodere?”

 

 
*Introduzione accorciata di proposito.







*Angolo dell'Autrice*
Salve a tutti!
Mi sono presa una mezz'oretta di pausa dallo studio e 
ho deciso di usarla per aggiornare questa storia, anche perché questo 
è il modo più veloce per dare spiegazioni a chi segue le mie storie e 
alle persone le cui storie seguo io.
Tra qualche giorno avrò un esame e quindi sono stata 24/24 a studiare,
ciò mi ha tolto il tempo di lavorare al secondo capitolo della mia fanficiton Romanogers 
(motivo per cui ho mancato l'aggiornamento di lunedì scorso e che verrà pubblicato questo giovedì)
e anche a questa storia. Fortunatamente, questo è stato il primo capitolo che ho scritto su questa fanfitcion,
quindi era già pronto e ho dovuto solo trovare il tempo di sistemarlo e pubblicarlo.
Chiedo scusa per il ritardo.
Non appena avrò finito l'esame risponderò a tutte le vostre recensioni - per le quali vi ringrazio di cuore - 
e recupererò tutti capitoli arretrati delle storie che seguo, lasciandovi, ovviamente, la mia recensione.
Chiedo ancora scusa per il disagio e vi ringrazio per la pazienza e il continuo supporto.
Sto anche pubblicando il prologo una nuova storia nella sezione Avengers, scritto di notte su una nota del mio telefono quando l'ansia non mi faceva dormire, è un altro AU (Questa volta resterà sempre AU, promesso), 
se vi va di passare a leggere.
Lo pubblico già ora per vedere se suscita un po' d'interesse, in caso contrario abbandonerò il progetto, visto che il tempo scarseggia.
A presto,
Bell :)

 
  
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