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Autore: Geo_L_C    19/02/2016    0 recensioni
Steven non riesce più a resistere alla sua vita: il padre alcolizzato causa la separazione dalla moglie, il lavoro non lo soddisfa, vive in una casa di pochi metri quadri e la vita amorosa è un disastro dietro l'altro.
Il suo più caro amico gli suggerisce di scaricare una chat d'incontri dove a Steven capiterà all'occhio il profilo del giovane e affascinante Zayn.
Ci riflette prima di scrivergli ma non appena lo farà la sua vita cambierà completamente scoprendo dei lati del ragazzo che nemmeno lui pensava fossero possibili in un essere vivente.
Genere: Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, PWP, Threesome
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CAPITOLO 2.






In negozio c’è aria di novità. Il mio titolare Marcus sta sistemando gli addobbi per Halloween. Due scheletri all’ingresso e sulla vetrina ha appeso un manifesto con scritto “Buon spaventoso halloween” con un trio di fantasmi fatti a cartone animato. Prendo gli ultimi due scatoloni che ha lasciato in magazzino e anch’essi sono ricolmi di decorazioni. A Marcus piacciono queste feste, io invece sono tutto l’opposto, non le tollero.
-Steven mi puoi aiutare qui per favore?- chiede la mia collega Tamara che si trova sul ripiano più alto della scala a tre scalini mentre cerca di appendere un fantasma sopra uno dei lampioni che vendiamo. Lei è molto bella come sempre. Si veste come una pin up degli anni cinquanta. Capelli raccolti in una fascia rossa e bianca, polo da lavoro e jeans chiari con all star che riprendono i colori della fascia che ha in testa. Truccata perfettamente come sempre. Adoro il suo stile e adoro il suo modo di fare e come pensa. È la ragazza perfetta che tutti vorrebbero... ma è lei che non vuole nessuno al suo fianco.
-Single per scelta- ecco come risponde sempre a tutti. Resta così perché sta bene con se stessa. In questa cosa l’ammiro molto.
Io invece sono tutto l’opposto, vorrei trovare qualcuno da amare e che mi ami a sua volta. Sospiro.
-Steven! Che cavolo... mi dai una mano!?- la voce di Tamara mi fa scordare tutto e ritorno sulla terra scacciando via quell’ultimo pensiero.
-Scusami, arrivo- dico posando i due scatoloni sul bancone del negozio.
Gli passo un altro fantasma da appendere sul lampione. Lei, per arrivare all’ultimo gancio, si mette quasi in punta di piedi ed in fine riesce ad appenderlo. Sta per perdere l’equilibro ma d’istinto reggo con una mano la scala e con l’altra le stringo il jeans nella zona polpaccio per non farla cadere.
-Stai più attenta, non ti vorrai mica ammazzare prima delle ferie...- la rimprovero amichevolmente.
-Tranquillo che non era mia intenzione. Chiamale ferie poi, tre giorni di riposo e poi si riparte. Odio Halloween- risponde scocciata sbuffando. D’un tratto, dalla tasca posteriore dei pantaloni sento vibrare il cellulare. Lo estraggo e noto che c’è un nuovo messaggio della chat. Scorro la finestra. Oddio è lui...
Marcus è parecchio preso con le decorazioni che non ci fa caso al gesto che faccio ma per sicurezza vado nel retro a leggere cosa mi ha scritto il ragazzo dagli occhi di ghiaccio. Sento battere forte il cuore. Ancora mi sto comportando da ragazzino.

NUOVO MESSAGGIO DA GRINDR:
da: Dx
A: Steven
Salve carissimo.
Mi dispiace, forse ti sto disturbando ma avevo notato che non rispondevi più e quindi volevo chiederti solo come stavi e che stavi facendo?
Spero che sia tutto a posto, se sto recando disturbo non ti preoccupare, rispondimi pure quando vuoi.
Come faccio a non rispondergli subito. Gli manderò un messaggio veloce e diretto per fargli intendere che non disturba ma al tempo stesso che sono impegnato.

RISPOSTA
da: Steven
A: Dx
Ciao, non disturbi affatto, sono solo a lavoro e non potevo risponderti. Se ti va ci sentiamo in pausa pranzo.


Uno smile che fa l’occhiolino basterà. Infilo il cellulare dov’era prima e mi fiondo in negozio. Tamara mi guarda e fa uno strano sorrisetto, come se avesse già capito tutto.
-Che c’è?- chiedo sbuffando mentre estraggo gli ultimi decori dalla prima scatola.
-Sembri più felice, ti sei fiondato immediatamente in magazzino per rispondere al cellulare, cosa che non fai mai poi torni di qua con quello sguardo così... perso e radioso. Che sta succedendo?- mi chiede scendendo dalla scala.
Che imbarazzo, avrò sicuramente ancora quell’inutile sorriso da ragazzino delle medie alle prime armi con i ragazzi. Sembrerò un’idiota allo sguardo di tutti.
-Va bene. Sto conoscendo un ragazzo- rispondo vago.
-Tutto qui?- insiste.
-Si beh... abbiamo iniziato a chattare ieri è ovvio che sia tutto qui.
-E lui com'è?
-Mi ha mandato un paio di foto. Non sembra male. È elegante, capello scuro, occhio chiarissimo e decisamente.. bello. Sa come parlarmi ed è anche gentile.
-Il perfetto uomo che tutti vorrebbero. Mmm... mi puzza un po’ questa cosa, ma devi ancora incontrarlo, quindi- poi con l'indice mi punzecchia il fianco sinistro -Dimmi di più, come si chiama!?
-E dai! Piantala!- dico, ridacchiando sotto i baffi. Poi schiarisco la voce, ricomponendomi. -Zayn.
-Gran bel nome, spero solo che non sia uno dei tanti imbecilli che hai conosciuto fin'ora. 
-Ha detto che, solo per ora, vorrebbe conoscermi meglio via chat e magari poi...
Il suo sguardo cambia. Gli occhi sgranati e si avvicina con passo felpato verso di me.
-Assolutamente no! Basta chattare. Gli dai ancora un girono e poi vi incontrate chiaro?- mi obbliga.
-E se poi lui non volesse?- chiede.
-Avanti il prossimo!
-Ragazzi- dal fondo del negozio sentiamo la voce di Marcus che si avvicina lentamente mentre cerca di liberare una corda attorcigliata attorno ad una zucca di plastica -meno chiacchiere e più lavoro. Dai che abbiamo quasi finito.
Mi scappa una piccola risata e Tamara mi segue subito a ruota. Ma senza altri richiami torniamo subito a lavoro anche se, dalla tasca posteriore dei pantaloni sento vibrare ancora il cellulare.
Non aspetto oltre e apro immediatamente il messaggio.

NUOVO MESSAGGIO DA GRINDR:
da: Dx
A: Steven
Mi piacerebbe molto sentirti sempre, non solo in pausa pranzo.
Non vedo l’ora di incontrarti, un saluto Zayn.


Vedo che il ragazzo ha iniziato qualcosa che nemmeno io comprendo cosa sia davvero.
-Steven!- Alzo lo sguardo e mi ritrovo Tamara che mi guarda, gli brillano gli occhi e mi sorride. -È quel ragazzo vero?
-Si... è lui- ammicco un sorriso mentre rivolgo nuovamente i miei occhi sulla chat, la barra per rispondere lampeggia. Non so nemmeno io cosa rispondere, mi sento felice e sereno.
-Questa sera verrai anche tu alla mostra di Elena?- mi chiede mentre mette via l’ultimo decoro inutilizzabile perché rotto.
-Si, pensavo di andarci, raccoglie fondi per aprire la sua esposizione vero?- chiedo.
-Esatto, l’offerta è libera, puoi donare quanto vuoi. Per lo meno, se i quadri piacciono, farà qualcosa di utile per il suo futuro.
Elena. Penso a lei mentre blocco il cellulare con il tastino che si trova sopra la struttura. Credo che sia stata la prima vera migliore amiche che ho avuto in questi ultimi anni. A lei basta uno sguardo per capire che cosa veramente tu abbia, sa esprimere un giudizio guardando anche da lontano e coglie l’essenza di una persona alla prima conoscenza. È questo quello che fa Elena e racchiude il tutto nei suoi quadri. Fa dell’arte la sua espressione senza usare le parole.
La giornata prosegue ed io inizio a sentirne il peso. Poi arriva Marcus dandoci due foglietti con scritto, scandito in rosso: Festa annuale di Halloween (Costume obbligatorio). Pure quest’ultima. Non potrebbe andarmi peggio e sono anche obbligato a vestirmi da emerito idiota.
Mi guardo allo specchio sbuffando. Camicia bianca, jeans neri, scarpe dello stesso colore e giacca grigio scuro per staccare. Al diavolo questi completi sempre così elaborati, mi sembra di essere un volatile rinchiuso in una gabbia. Non mi trovo in questo outfit. Preferisco stare nei miei comodi jeans con risvoltino e magliette larghe con annesso maglione nelle stagioni invernali. Cerco di raddrizzare i miei capelli spettinati e non faccio altro che peggiorarli. Al diavolo. Vado abbastanza bene per quello che devo fare stasera. E poi è la serata di Elena non certo la mia.
Suona il citofono che mi fa sobbalzare. Tamara ed io andremo insieme a vedere la mostra e questa volta ha deciso di guidare lei, ha sempre detto che non si fida della mia guida. Cosa che non capisco, sono abbastanza certo di rispettare tutti i limiti e di dare sempre la precedenza.
Le apro il cancelletto ma non la faccio salire, prendo il cappotto ed esco rapidamente dalla mia piccola abitazione lanciando un cenno di saluto a mio padre che nemmeno ricambia. Tempo di fare i quattro scalini che sono subito dentro alla sua macchina.
Tamara si immerge nel traffico Newyorkese ed io accendo la radio mentre ascoltiamo una musica abbastanza soft per la serata.
Non parliamo molto, ci vuole meno di dieci minuti per raggiungere il Salone delle Arti della Street 67. Parcheggiamo in un vialetto li vicino.
Non appena lei scende dalla macchina io le sono subito dietro e mi balza all’occhio la sua eleganza: vestito bianco con una fascia color crema, tacchi e borsetta anch’essi dello stesso colore della fascia e per finire un elegantissimo cappotto corto bianco come il vestito. Il trucco e i capelli ovviamente sempre ordinati e impeccabili.
Le faccio segno con il capo di aggrapparsi a me per evitare di cadere  e la prendo sotto braccio.
L’interno del salone è sfarzoso ed elegante, è una grande struttura fatta di marmo e piastrelle bianco perla, sopra di noi c’è un lucente e sfavillante lampadario ricoperto di tanti cristalli. I quadri sono appesi in vari settori diversi, dai paesaggi sull’ala ovest ai ritratti fotografici dipinti sopra come una contaminazione verso il centro ed in fine gli animali ed i personaggi fantastici sull’altra ala. Tutte le pareti sono di un colore nero mentre i quadri sono deposti sopra a pannelli bianchi. Lo ritengo molto minimalista e la musica jazz risuona nell’aria è il tocco finale. Subito all’ingresso ci sono esposti le varie brochure con sopra scritti i vari punti che ci saranno durante la serata. Ne prendo uno in mano ed inizio a leggere:
Mostra di Elena Ugens
  • Ore: 20:30 Apertura porte con buffet all’ingresso
  • Ore 21:30 Musica dal vivo con il pianista Adrean Roman.
  • Ore 23:00 Conclusione mostra con ringraziamenti.
-Allora... andiamo a cercare Elena prima di perderla con tutta questa gente- dice Tamara guardandosi intorno, sembra quasi stizzita.
Non obbietto e proseguiamo il nostro percorso verso il salone principale dove si tiene la mostra. Un cameriere agghindato per l’occasione ci offre due calici di spumante ed io ne bevo subito un sorso.
-Secondo te dove potrebbe essere?- chiedo all’amica.
-Bella domanda.. credo che la tua amica abbia fatto centro con questa mostra- risponde Tamara.
Scruto bene le teste che balzano come funghi e si muovono lentamente osservando i vari quadri. Di questo passo non riusciremo nemmeno a salutarla. Poi noto subito qualcosa di familiare, i suoi occhi verdi sbucano fuori dal centinaio di persone che c’è qui. Bella e radiosa come sempre, è vestita molto semplice, tailleur completamente nero con annessi tacchi vertiginosi neri e una maglia di pizzo bianco spunta fuori dalla giacchetta. Come al solito è affiancata dal suo ragazzo Dave, anche lui vestito in un elegante abito nero con cravatta nera e soliti capelli tirati tutti indietro con... non so nemmeno quanti spruzzi di lacca ci saranno per tenerli fermi.
Sorrido, lei volta lo sguardo per un secondo e trova il mio. Ricambia il sorriso e mi fa cenno di avvicinarmi. Erano giorni che non la vedevo, devo raccontarle un sacco di cose, soprattutto con chi mi sto sentendo! Cerco di raggiungerla scavalcando le persone, non appena sono quasi vicino a lei ho un tuffo al cuore.
Zayn. Il ragazzo della chat. Elena stava parlando con lui.


 
   
 
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