Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Lunemy    20/02/2016    3 recensioni
«Inuyasha è colpa mia? Qualcuno avrà scoperto il collegamento tra i due mondi per colpa mia, e ora ci spia con i microchip! vi ho messo tutti in pericolo, ti ho messo in pericolo. Alla fine non appartengo a questo mondo... e la mia presenza fa solo danno a voi, a te... sempre problemi ti causo...» mormorò lei, sentendosi in colpa, non si era mai posta il dubbio che qualcuno potesse osservare i suoi movimenti e scoprire qualcosa…che stupida era stata!
«Non dire stupidaggini. Non è colpa tua... Io ringrazio il cielo sempre, perché ho te ogni giorno, al mio fianco. E sarei disposto a rifare la guerra contro Naraku, se fosse necessario, per rimanere insieme. Risolveremo anche questa situazione…» disse guardandola con gli occhi dorati pieni d'amore.
«Tu vali tutte le guerre della mia vita Kagome. Perché tu sei la mia pace.» concluse lui, stringendola forte a se.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Sentimenti confusi
 
Rin aspettava al fiume Kagome. Intorno a se vedeva tantissimi petali di ciliegio volare, gli alberi erano in fiore ed era uno spettacolo meraviglioso. Si stese a terra a guardare il cielo.
 «Chissà cosa sta facendo in questo momento Sesshomaru» mormorò. Lui la pensava ogni tanto? Le sue visite erano diventate sempre più rare e brevi, l’ultimo anno, e Rin ne soffriva molto. Era come se volesse allontanarsi da lei. Perché? L’aveva già costretta a rimanere al villaggio, non seguendolo nelle sue avventure, e ora spariva del tutto? Perché si comportava così? Aveva avuto un qualche comportamento sbagliato verso di lui quando era venuto a trovarla? Era una punizione? Certo, Sesshomaru non era molto loquace, ma se avesse avuto un problema con lei, l’avrebbe detto no? Cercò di ricordare i comportamenti che aveva avuto con lui, le ultime volte che era venuto a trovarla e non ricordò nulla di strano. Le sembrò solo che la guardasse un po’ di più.
Sorrise tra se e arrossì coprendosi il viso imbarazzata. Le sarebbe piaciuto avere un lieto fine come Kagome e Inuyasha, con Sesshomaru. Ma era impossibile. Lui non provava amore verso di lei…no? Se fosse stato innamorato di lei, sarebbe venuto a trovarla più spesso… Le avrebbe fatto una qualche dichiarazione giusto? Le sue erano solo fantasticherie. Sesshomaru l’avrebbe vista per sempre con una bambina. E soprattutto lei era umana. Lui disprezzava il fratello perché era un mezzo demone. Di certo non avrebbe mai voluto una famiglia con lei… avrebbe significato avere un figlio mezzo demone…

Si inginocchiò e si specchiò nel fiume. I capelli erano diventati molto lunghi, e aveva perso da tempo l’aspetto infantile. Si sciacquò il viso.
Sentì dei passì dietro di se. Kagome era arrivata, aveva un gran sorriso.
«Ciao Rin!» esclamò lei abbracciandola.
«Buon giorno Kagome! Ti aspettavo… ma sbaglio o ti vedo particolarmente felice?» disse Rin incuriosita da tanto buon umore.
«Beh… si lo sono» confermò lei sedendosi per terra.
«Hai portato i contenitori?» chiese Rin volenterosa di raccogliere tutte le erbe mediche. Molti bambini e anziani avevano una brutta tosse e soltanto le erbe mediche davano loro conforto. Kagome si batté una mano sulla testa.
«Oh no no no!!! Me ne sono dimenticata, tutta colpa del bacio di Inuyasha!!» esclamò, rendendosi conto troppo tardi di aver detto troppo.
Rin ridacchiò… «Il bacio di Inuyasha ti fa perdere la memoria? Che effetti collaterali!» esclamò prendendola in giro «eh dimmi, ti ha dato un bacio alla francese?» aggiunse maliziosa.
«Rin!!! Ma che dici… ma un momento, tu sei di quest’ epoca, come fai a sapere del bacio alla francese? Neanche sai che esiste la Francia!» disse Kagome imbarazzata e sospettosa.
«Ti ho sentita mentre dicevi a Sango, che quel tipo di bacio si chiama così…» confessò Rin abbassando la voce per l’imbarazzo. Lo sapeva che non doveva origliare, ma nessuno le spiegava mai queste cose.
«Pensavi di metterlo in pratica con Kohaku?» chiese pungente Kagome. Tutto il villaggio sapeva che Kohaku era innamorato di Rin, e da circa due anni la corteggiava in tutti i modi. «Penso che Kohaku al solo pensiero di sfiorarti già sverrebbe, ti consiglio di non utilizzare subito il bacio alla francese quindi» concluse Kagome ridacchiando.
«Ma no! No no Kagome, Kohaku che dici! È solo un caro amico, quante volte lo devo ripetere…» rispose subito Rin. Le faceva rabbia che ormai tutti nel villaggio la considerassero non la fidanzata di Kohaku, ma quasi. Tanto è che gli altri ragazzi neanche le facevano la corte. Kohaku faceva capire a tutti che non dovevano nemmeno provarci, ed era molto convincente andando in giro con una falce sulla schiena.

Rin non poteva negare che Kohaku fosse un bellissimo ragazzo, molto dolce e protettivo, ma non poteva far nulla se non l’amava… Ma forse con il tempo l’amore sarebbe nato? Una parte di se sapeva che doveva abbandonare i sentimenti per Sesshomaru, prima o poi… Lui non provava nulla per lei e doveva farsene una ragione. Ma sarebbe stato giusto usare Kohaku come un ripiego? No, assolutamente no.
«C’è un rapporto speciale tra voi due. Non puoi negarlo…» disse Kagome avvicinandosi a un cespuglio per raccogliere delle piante mediche e Rin fece la stessa cosa.
«Non è amore…» mormorò Rin.
«Lui ti fa ridere, e ti è sempre accanto. Ricordi quando stavi male, e di sua iniziativa senza dire nulla a nessuno, di notte andò a scalare una montagna abitata dai demoni per raccoglierti una pianta medica che cresceva solo lì? Dovesti amare ciò che ti fa star bene.» disse Kagome con enfasi.
Lei sapeva.
«Se ci fosse stato lui, non si sarebbe certo tirato indietro.» rispose risentita Rin.
«E’ questo il punto. Lui non c’è mai.» la verità detta ad alta voce la lacerò ancor di più. «La storia mia e di Inuyasha non è stata rose e fiori. Lui era innamorato di Kikyo e di me contemporaneamente, ma mi è stato sempre accanto. Sempre. Nonostante amasse entrambe non ci ha mai abbandonate.»
Delle lacrime rigarono il viso di Rin. Si alzò in piedi «Kagome porto le piante al villaggio. Ti aspetterò lì per fare i miscugli.» disse lei, voleva stare da sola.
«Rin perdonami, dovrei farmi i fatti miei… ma ti voglio bene come a una sorella per questo ho parlato…scusami» disse Kagome dispiaciuta. Forse aveva parlato troppo, non voleva farla star male.
«Hai detto la verità. Di cosa ti scusi» mormorò Rin andando via.

Era affranta. E si sentiva una stupida. Era ridicolo che Sesshomaru provasse un qualsiasi sentimento romantico per lei. Era un indegna umana, ai suoi occhi. Le voleva bene certo. Ma non fino a quel punto. Attraversò il bosco trovandosi a pochi metri dal villaggio, quando vide in lontananza una figura alta dai capelli lunghi e bianchi. Inuyasha non poteva essere così alto. Più si avvicinava più vedeva i particolari. Indossava un kimono bianco e una coda di pelo bianco scendeva dalla spalla. Le si congelò il cuore.
 
 

Sesshomaru si voltò a guardarla, aveva sentito il suo odore nei dintorni e l’aspettava da un po’ di tempo. Era diventata ancor più bella. Notò i suoi occhi rossi, doveva aver pianto, le avrebbe chiesto dopo cosa le aveva causato dolore. In mano teneva delle erbe mediche. Indossava l’abito che lui stesso le aveva regalato un anno fa. Era però logoro e strappato. Aveva fatto bene a comprarle degli altri abiti. Notò che Rin aveva un viso sconvolto e stupito. Non si aspettava di vederlo, ormai lei si era fatta una vita con gli umani. Lui avrebbe tolto subito il fastidio. Voleva sapere solo come stava.
«Signor Sesshomaru…» pronunciò lei, forse incapace di credere che fosse lì davanti a lei.
«Ti ho detto più volte di chiamarmi Sesshomaru» dichiarò lui. Sentirsi chiamare “signore” da lei, gli dava fastidio.
Rin fece cadere le erbe raccolte a terra e corse verso di lui e l’abbracciò. Sesshomaru rimase stupito da tale reazione. Rin non si comportava così dalla sua infanzia.

Diventata donna non aveva più avuto questi atteggiamenti espansivi con lui. Sentì il profumo dei suoi capelli. Ma non si concesse di ricambiare l’abbraccio. Sesshomaru dopo qualche secondo si allontanò da lei.
«Come stai Rin?» le chiese, osservandola. Voleva notare tutti i cambiamenti del tempo, sul suo viso. Ma notò soltanto che era divenuta ancora più bella. I suoi capelli scuri ancora più lunghi le incorniciavano il suo viso innocente e gentile.
«Bene…tu?» mormorò lei, teneva gli occhi bassi e sembrava stesse per rimettersi a piangere. Aveva sicuramente notato il suo comportamento distante.
«Io bene.» affermò lui… «Rin perché piangi?» aveva notato delle lacrime scendere sul suo viso, ma non le si avvicinò.
Rin alzò lo sguardo, e mentre le lacrime scendevano le sue labbra si aprirono in un sorriso.
«No… è solo emozione. Da tanto non ti vedo.» rispose Rin incerta.
Era una bugia, i suoi occhi esprimevano sofferenza e confusione, e se le mentiva, significava era lui stesso la causa di quelle lacrime.

Sesshomaru le si avvicinò e si concesse di sfiorarle con la mano il suo viso. Le sue dita ruvide sentirono la morbidezza della guancia di lei. Rin si immobilizzò e lo catturò nel suo sguardo profondo e dolce. Il vento scompigliò i capelli di entrambi. Lui lasciò cadere la mano e continuarono a fissarsi. In quegli ultimi tempi aveva evitato di incontrarla. Finché avesse provato solo lui certi sentimenti avrebbe continuato a incontrala, non gli importava di soffrire. Ma da quando aveva capito che lei provava qualcosa per lui aveva deciso di allontanarsi. Non doveva vederlo come lui vedeva lei. Perché per loro non c’era futuro. Lui non avrebbe mai accettato di avere una famiglia con un umana, avere un figlio come suo fratello, mezzo demone. L’avrebbe ucciso piuttosto.

«Rin, ho trovato una compagna, un demone cane. Per avere un erede. È tempo.» sentenziò in modo glaciale, improvvisamente. Non doveva trasparire alcuna emozione.

Rin fece due passi indietro spalancando gli occhi, il suo viso perse colore. Chiuse gli occhi. Non voleva guardarlo. Strinse i pugni sui fianchi.
«Lo so. Io non sono abbastanza per te!!! Io…io non posso darti quello che desideri... no?!» disse rabbiosa Rin, stava quasi urlando.
Sesshomaru rimase in silenzio e fu peggio di una conferma per lei. Lui provava qualcosa per lei. E il suo essere umana era un ostacolo. Saperlo era anche peggio per lei. Lui si voltò e si incamminò, stava andando via. Ma non poteva lasciarla così.
 
 

Sesshomaru stava per parlare, ma lei grido, non si tratteneva più.
«Sei un vigliacco! Ti fai sottomettere dei tuoi stessi beceri modi di ragionare! Certo è molto più ragionevole lasciarsi, e costruire la propria vita nelle proprie convinzioni. Tanto prima o poi ti dimenticherai di me no? io morirò e per te sarà più semplice! l’importante è la purezza di sangue demoniaco… pensavo valessi qualcosa di più!» neanche lei si rese conto di quello che diceva, fino a quando non lo disse. Ma lui preferiva una donna qualsiasi a lei. Si comportava come un animale, desiderava solo una compagna degna del suo rango, per avere un erede demone, e al diavolo i sentimenti.
«Rin, io e te non siamo mai stati insieme…» disse lui quasi sottovoce. Chiuse gli occhi e se ne andò veloce tra le nuvole.

Rin dopo diversi minuti riprese le erbe mediche che le erano cadute, e si diresse con passo veloce al villaggio. Aveva la mente annebbiata dal dolore. Decise di andare a casa di Kaede, ormai da due anni divenuta anche casa sua. Voleva solo stare sola.
Arrivata al villaggio consegnò le erbe alla vecchia Kaede, che notò le lacrime della ragazza, ma non le chiese nulla.

Entrando in casa, Rin vide degli abiti non suoi posati sul suo letto. Erano abiti nuovi, del suo colore preferito, arancione, con ricami floreali in oro. Capì che erano doni di Sesshomaru. Prese gli abiti e guidata dalla furia iniziò a strapparli e a pestarli. Dopo aver ridotto a brandelli gli abiti, la rabbia diminuì. Si guardò intorno e si rese conto di aver fatto una gran stupidaggine, sia perché degli abiti le servivano e sia perché erano un dono di una persona stupida e cocciuta, ma comunque importante. Pentita raccolse gli abiti (ormai pezze) da terra, stringendoli al petto.
Notò un piccolo ricamo che non era un disegno floreale... sembravano più delle parole, si trovavano su una manica dell’abito ormai in brandelli.
Rin guardò con attenzione: “Per sempre insieme” vi era ricamato. Rin si accasciò a terra.
«Sesshomaru… perché mi fai questo? Mi ami e mi abbandoni?» disse lei, sempre più confusa.
   
 
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