Capitolo
4
<< Idioti, burini!
>> sibilò Lina
fremendo. << Così imparano! >>
esclamò sbuffando, e nuotando
energicamente. Però si sentiva strana. Provava una dolorosa
morsa al cuore,
come se avesse dimenticato qualcosa di importante.
<< Ma cosa?
>>
Ed ecco che le apparve, proprio
sotto il naso, lo
spirito della mappa, con tanto di occhioni tristi, da cui luccicavano
una
miriade di lacrime. << Come hai potuto, dimenticarti, di
me? >>
piagnucolò lo spirito, con voce piccola e tremolante.
<< NOOO! PERDONAMI!
>> strillò Lina
strappandosi i capelli.
<< Ti sei dimenticata
di
meeeeeeee……………..>>
disse allontanandosi.
<< NOOO! Non
andartene! Torna da
meeeeeeeeeeeeee…….. >>
urlò cercando di afferrarla.
<< Allora
cercamiiiiiiiiiiiiiiiiiiii………..
>> le disse lo spirito della mappa, con voce spettrale.
Prima che potesse scomparire, si
tuffò a prenderla, e
andò a sbattere contro un masso.
<< Perché,
tutte a me…? >> mugugnò,
incapace di muoversi.
Dopo vari tentativi,
riuscì a scollarsi dalla roccia,
e si mise a elaborare un piano.
<< Non posso cercare
il principe, conciata così…
sta coda m’intralcia, quindi sarà bene che diventi
umana, ma… non posso farmi
un incantesimo da sola, non so nemmeno come si fa, a diventare umana!
>>
rimuginò prima di vedere un cartello su cui era scritto:
ATTENZIONE. LA STREGA MARTINA SI
E’ TRASFERITA
IN QUESTA GROTTA. ENTRATE E TROVERETE RISPOSTA A QUALSIASI PROBLEMA!
VOLETE
DIVENTARE UMANE? ENTRATE, ALLORA! COSA ASPETTATE?
<< Bene!
>> Lina esultò sbattendo le mani.
<< Proprio quello che mi ci voleva! >>
Sull’ingresso
pieno di lustrini, leggermente osé, a suo parere,
esitò incerta.
<<
Benvenuta… Lina! >> esclamò Martina
trionfante,
gli occhi socchiusi dalla soddisfazione, e una mano sul fianco,
così da far
risaltare la sua figura, che per l’occasione, aveva messo in
risalto,
mettendosi su un piedistallo.
<< Finalmente hai
bisogno di me. >>
Nel frattempo, Lina pensava:
“Ma che strano, una volta
i capelli della strega erano corti e chiari… che porti una
parrucca?”
<< Allora Lina, vuoi
diventare umana… non è
così? >> sussurrò, ad un centimetro
dal suo volto . << Hai idea… di
cosa ti chiederò in camb… >>
Lina afferrò i capelli
delle strega, e con una mossa
degna di Hercules, gli e li torse, finchè non
riuscì a strapparglieli di netto.
<< Ops…
>> esclamò allegramente Lina, con
un sorriso a trentaquattro denti.
<<… erano
capelli veri… scusa! >>
Martina alzò lentamente
le mani. “Non… non…
può…
essere vero!” pensò. Le sue dita si avvicinarono
ancora… fino… a toccare… il
deserto sulla nuca! Era mezza pelata. << AAAAAARGHHHHHHH!
>> Il suo
grido fu terribile a udirsi!
<< Dannazione!
>> imprecò Lina tappandosi
le orecchie. << E’ come se avesse una gallina
bloccata in gola, che
chiede a sua volta pietà! >>
La povera strega spennata che un
tempo era conosciuta
sotto il nome di Martina, si tuffò a guardarsi allo
specchio.
<
<<
IIIIIIHHHHHHHHHHHHHHIIIIIII >>
<< Ma quante storie!
>> sbuffò Lina.
<< I capelli ci sono ancora! >>
In effetti i capelli
c’erano ancora… ma le era venuta…
la chierica da prete che svettava lucida come una perla.
Fu il colpo di grazia. Martina
rinsecchì. Sbiancò, e
cadde sulla sabbia, come un tronco d’albero abbattuto. Non
faceva più parte, di
questo mondo. Lina si chinò su di lei.
<<… come
dici? Posso usare il tuo laboratorio,
mentre sei priva di sensi? È tutto gratis? Ma che gentile!
>> esclamò
allegramente afferrando l’unico libro di magia presenta nella
biblioteca. Gli
altri… contenevano solo posizioni erotiche!
<< Dunque…
per diventare umana… bisogna….
>> Lina impallidì.
<<… b…. b….
b…. ba… bacia… baciare un ragno.
>> Un piccolo coso nero, con le zampe, e una lunga
fluente chioma bionda,
e dagli occhioni azzurri, si piazzò di punto in bianco, a
due centimetri dal
suo naso. “Un… ragnetto…” si
disse sbiancando.
<< Ciao
cocca… >> Il ragnetto le fece
l’occhiolino. <<… pomiciamo?
>>
<< C…
c… come… diavolo fai, a respirare
sott’acqua? >> gli domandò
rassegnata. “Tutte a me, devono
capitare…”
<< Eehh…
non lo so! >> le rispose con un
sorriso ebete. << Che importa? Vieni fra le mie zampette,
porcellina mia!
>>
<< Sparisci!
>>
Lo shock fu tale, che fu costretta
spazzolarsi tutto
il cibo che Martina custodiva in cucina. Una volta sazia e tranquilla,
riprese
in mano il libro. << Se vuoi diventare umana…
in alternativa, invoca la
fata madrina. Finalmente qualcosa di normale! >>
borbottò fra sé, prima
di recitare la formula magica che serviva a farla apparire.
<< Eccomi, mia cara!
Oh! Ooh oh! >>
esclamò la fata madrina, apparendo fra un turbinio di
nuvolette rosa, le unghie
laccate di rosso, con tanto di brillantini, e il torace villoso,
stretto nel
bustino. Dalla scollatura, straripava una non meglio identificata
quantità di
peli neri.
Lina sentì saettare un
lungo brivido gelato lungo la
schiena. “Ma siamo sicuri che non sia un
travestito?”
<< Sono la fata
madrina Zangrus… >>
Il “fatone”
sbatté le lunga ciglia, e arricciò le
labbra rosse. << Fatti baciare, bambina…
>>
Lina indietreggiò, con
gli occhi fuori dalle orbite. <<
MAIII! >> urlò dandogli un pugno di tal
potenza, che lo mandò dritto dritto
in direzione della Luna.
<< AAAAAAAAAAHHHHHH!
>>
Nello svolazzar lontano, per un
istante si videro i
suoi mutandoni rosa, con i cuoricini, e gli orsetti del cuore.
Lina rabbrividì.
<<….l’ ho scampata bella…
>> I suoi occhi si calamitarono su uno strano bastoncino
sottile.
<< Hey…
ma…>> Se lo rigirò ben bene fra le
mani. << Questa è una bacchetta magica!
Evviva! >>
<< La…
storia… non va così! >>
sussurrò
Martina, allungando la tremolante mano verso di lei.
<< Taci tu!
>>
Senza nemmeno guardarla, le
mollò un pugno, che spedì
anche lei sulla luna… che presto si ricoprì
inquietantemente di bimbi urlanti…
Lina, nel frattempo, raggiunse la
superficie, agitò la
bacchetta su di sé, e una volta umana,
l’agitò ancora, e fece apparire un
tappeto magico. << Ma che comodità!
>> mugugnò soddisfatta. Mentre
si stiracchiava placidamente sul tappeto voltante, realizzò
solo allora, di
avere fra le mani, le chiavi del mondo! Semplicemente agitando il
bastoncino,
poteva ricoprirsi di oro, gioielli, e avere tutto il cibo che voleva!
<< EVVIVA! CHE QUELLA
STUPIDA MAPPA VADA
ALL’INFERNO! CHi NE HA BISOGNO? >>
urlò ridendo.
<<
TRADITRIIIIIICEEEEEEEEE! >>
<< Spirito della
mappa! >> Lina saltò a
sedere sul tappeto, neanche fosse diventata un grillo e con ragione! Lo
spirito
della mappa, aveva “abbellito” se stesso con un bel
mantello nero, stile angelo
della morte, e con una mano scheletrica che le puntò contro.
<< Se il mio tesoro,
entro tre giorni, non
troverai, la faccia di Zangrus, e i capelli della strega Martina avrai,
per il
resto della tua VITAAAA! >> la minacciò
tetramente.
<< NOOOOOOO!
>> starnazzò Lina, prima che
le balenasse in testa un idea. “Hey, aspetta un attimo ma di
che mi preoccupo,
io ho la bacchetta!” esultò fra sé.
Puff! Il bastoncino scomparve.
<< Niente bacchetta!
>> sibilò severamente
lo spirito.
<< E… di
conseguenza… >> Lina inghiottì.
<<… niente… tappeto volante!
>> Allungò le mani sotto di sé.
Puff! Il tappeto volante scomparve.
<< NON STO CADENDO!
NON STO CADENDO! NON STO
CADENDOOOOO! >>
Prima che potesse fare qualunque
cosa, il suo corpo
precipitò nella giungla, e centrò perfettamente
un gigantesco pentolone pieno
d’acqua. << Ohi ohi ohi…
>>
<< Ah! Salve
signorina Sirena! >> esclamò
una voce allegrotta, e fin troppo “familiare!” Come
avrebbe potuto
dimenticarlo? I suoi guai erano cominciati proprio a causa sua!
<<
Dov’è? Dov’è?
>> strepitò lei
istericamente, guardandosi intorno.
<< Eccomi!
>>
Lina si voltò di scatto.
Era accanto a lei,
all’interno del pentolone. << Cosa diavolo ci
fai, qui? >> strepitò
scuotendolo a più non posso.
<< Non lo
so… >> rispose Gourry,
sforzandosi di pensare. << Mi sono ritrovato nella
giungla, dopo quello
strano volo, e… questa simpatica tribù che ci
circonda, mi ha fatto la festa di
benvenuto! >> le spiegò con un sorriso
fanciullesco. << Pensa… mi
hanno lavato, coperto d’erbe, e messo in questo pentolone,
per farmi il
bagnetto! >>
Solo allora, realizzò
che era nudo come un verme… e
che le capanne, erano decorate con teschi di tutte le dimensioni!
<< POVERA
ME! >>
<< Non sono stati
gentili, a prepararci il
bagnetto? >> le domandò fresco come una rosa.
<< Ma che bagnetto, e
bagnetto, questi ci
vogliono mangiare! >> strillò torcendogli i
capelli.
Gourry sbatté gli
occhioni. << Davvero,
sirenetta? E perché? >>
<< Smettila di
chiamarmi sirenetta! Mi chiamo
Lina! >> sbottò mentre cercava una soluzione.
Sulla terra, poteva usare i
suoi poteri solo di notte, ma al tramonto, mancavano ancora alcune ore!
<< Che facciamo, adesso? >>
piagnucolò.
<< Lina?
>> esclamò Gourry inclinando il
capo. << Lina… oh! >> Il
principe s’illuminò tutto. << Ma
allora… tu sei il mio tesoro! >>
<< Eh?
>>
<< Conosco il modo,
per uscire di qui… >>
disse dolcemente, il principe Gourry, afferrandole il mento.
<< Oh…
>>
Lina arrossì
violentemente. Nessuno le aveva mai
accarezzato la guancia, come stava facendo lui in quel momento, con
tanta
dolcezza. Gourry si avvicinò ancor di
più… Lina provò un tuffo al
cuore… lo
vide avvicinarsi ancora, accostarsi al suo volto… ed
infine… baciarla. Puff!
Quando Lina riprese i sensi, sentiva… che qualcosa non
andava… << GROAK!
GROAK! GROA…. Ehy, perché sto gracidando?
>> Un brutto presentimento la
spinse ad osservarsi le mani… << ARGH!
>>
Erano diventate delle vere e
proprie zampette verdi!
<< No… non può essere…
>> Esaminò il resto del suo corpo, e la
verità la colpì come un dragon slave.
Perché capelli a parte… era diventata una
rana!
<< GROAK! GROAK!
GROAK… >>
Quando vide Gourry, gracidare
tranquillo accanto a sé,
con un sorriso ebete sulla bocca, con tanto di schizzo di bava, che gli
gocciolava sul mento, gli diede una tremenda zampata sulla testa, e gli
afferrò
una ciocca di capelli, mentre si lamentava dal gran dolore.
<< Che cosa diavolo
mi hai fatto? >>
<<
GROAK! GROAK! GROAK… niente! GROAK! GROAK! GROAK… >>
<< Come niente?
>> strillò
sbatacchiandolo. << E non gracidare! >>
<< Io sono il
principe ranocchio… >>
rispose allegramente. <<… non lo sapevi?
>>
<< Oh…
>>
Lina tremò
convulsamente…
<< Alcuni notti fa,
ho fatto un sogno, e… grazie
ad esso, mi sono messo alla ricerca del tesoro. Ossia… la
mia fidanzata!
>> le spiegò saltellando di gioia.
<< La mappa mi apparve in sogno
dicendo: per avermi salvato dal gatto, ti farò dono di un
gran tesoro. Una Lina
sirenetta ti apparirà, e il tuo destino cambierà!
>>
<< STUPIDO SPIRITO
DELLA MAPPA! MI HAI INGANNATA!
MA TI PRENDERO’! TI PRENDERO’! >>
urlò Lina inferocita.
Lo spirito della mappa, sentita la
minaccia, giunta
niente meno che dall’altra parte del mondo, pensò
bene di trasferirsi sulla
Luna, dove Martina e Zangrus, avevano fondato un bad and breakfast.
Il fondale marino…
festeggiò… festeggiò…
festeggiò….
Per vent’anni di seguito. Le loro preghiere, erano state
esaurite.
Fine
Grazie
di averla letta, mi auguro che siate sopravvissuti. Anche
perchè questo non è
il mio genere, di solito scrivo gotiche, stile fantasy... un po'
musone, ecco... ^^''