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Autore: Irizar Elwell    21/02/2016    1 recensioni
Christine, per gli amici Chris, una normalissima ragazza di 17 anni, si trasferisce a Dallas da sua sorella maggiore Sam, incinta di 6 mesi lasciando la sua adorata Shelbyville, il suo storico ragazzo Ben e la sua migliore amica di sempre Megan. Arrivata a Dallas incontrerà non poche difficoltà per farsi spazio fra i pregiudizi dei ragazzi della nuova città, dove incontrerà anche dei nuovi amici. Tutto sembra procede più o meno in modo abbastanza normale, ma la conoscenza di uno strano ragazzo dai profondi occhi grigi e i misteriosi fenomeni che ruotano attorno a lui sconvolgeranno del tutto la sua esistenza
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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Dopo quella avventura tutto sembra essere tornato alla normalità. È passato esattamente un mese dalla morte fisica di Meredith, Louis e Evy sono partiti per mete sconosciute e lei ha deciso di seguirli.  Marta è tornata ad essere la solita prima cheer-leader di sempre e Nigel.. Nigel è sparito. Ha mantenuto la sua promessa, quella sera dopo avermi portata via da quell’albergo e dopo avermi curata sono crollata dal sonno senza aver la possibilità di parlare. Anche se.. beh.. non è che ci fosse chissà cosa da dire. Non riuscivo a guardarlo negli occhi. Non riuscivo a sopportare la sua presenza. Nigel aveva distrutto tutto quello che avevamo costruito di positivo, aveva distrutto me in tutti i modi possibili. Ed ancora peggio … io glielo avevo permesso. Le uniche difese che ho sempre messo tra me e lui erano banali paranoie e nient’altro. Ho sempre voluto sin dall’inizio lasciarmi travolgere da lui. Perché mi intrigava, perché probabilmente in una mia visione distorta era la strada più facile per scappare dalla normale vita adolescenziale. Quando mi sono svegliata, ero nel mio letto e di Nigel non c’era traccia. Ho scoperto solo in seguito, ritornando a scuola dopo la convalescenza che lui era sparito. Nessuno l’ha più visto o sentito ed io l’ho accettato senza farmi troppe domande. La mia curiosità mi ha portato a ferire tutte le persone che mi circondano.
“di nuovo persa nei tuoi pensieri?”
Paul mi guarda con comprensione mentre mi rendo conto di essermi distratta.
“scusami”
Sussurro dispiaciuta prendendo tra le mani la tazza di caffè caldo.
“non importa Chris … allora, Sam quando ritorna?”
Mia sorella è partita con George e Michelle per Shelbyville, Denise chiede, Sam risponde!
Ho casa libera e dovrei essere l’adolescente più felice del mondo. Fare tutte quelle cose proibite che tutti vogliono fare in assenza degli adulti, invece sono qui in cucina a bere qualcosa di caldo con Paul , cercando di ripassare aritmetica.
“non saprei, non ha detto nulla al riguardo”
Sono contenta che Sam sia partita, dopo quel che è successo è un bene che abbia staccato un po’ la spina. Anche se non mi chiede mai nulla, so che lei sa e negli ultimi giorni sembrava davvero stanca.
“Chris, vuoi parlarne?”
Chiede il mio amico allungando la mano sulla mia. Non mi aspettavo questa domanda sinceramente. Nessuno mi ha mai chiesto nulla su quel che è successo in quella stanza.
Lo guardo appena e sottraggo la mano. Resto in silenzio distogliendo lo sguardo da lui, guardando fuori dalla finestra la neve che scende pigra sul vialetto.
“io non so cosa è successo, guardandoti certo non ci vuole molta immaginazione ed entrambi sappiamo quello che Nigel è in grado di fare”
Guardandomi. Già. Per quanto il sangue di Nigel possa rimarginare le ferite, il veleno di quei mostri ha impedito una completa guarigione, lasciandomi una grande cicatrice che si estende dal collo al braccio sinistro.  D’istinto sollevo il cappuccio della felpa per coprire il collo, Paul abbassa lo sguardo e dopo poco riprendiamo a studiare.
Non parlo volentieri di quel che mi è successo, non ho mai detto a nessuno cosa è accaduto esattamente, Sam e i miei amici sanno che tutto ciò è stato causato da Nigel e questa per loro è una più che soddisfacente spiegazione. Passo la maggior parte del tempo provando a non pensarci, cercando di trovare distrazioni eppure appena la mia mente si ferma un istante, i ricordi mi travolgono. Voglio credere che Nigel sia in un posto che possa sentire casa sua, in un posto sicuro dove possa trovare quel che cerca. Non riesco ad odiarlo e non riesco a dare a lui la colpa di tutto. Cosa che Sam, Paul e gli altri non riescono a capire è che alla fine, se io non avessi fatto nulla … probabilmente ora sarebbe stato tutto diverso. Ed ammetto che a volte passeggiando con Mandy, mi soffermo a pensare a lui. Un altro giorno ha inizio e come ogni giorno sono costretta a prendere l’autobus per andare a scuola. Per il momento posso dire addio alle passeggiate mattutine con Paul e la sosta al cafè da Mike. Conseguenze di quel che è successo è la mia libertà vigilata per cui devo ringraziare Sam. Da una parte non la biasimo, da quando sono qui non ne ho fatta una giusta e lei si è sempre preoccupata un sacco, ora dopo aver enormemente esagerato rubando l’auto e scappando direi che me la sono proprio meritata. Sospiro guardando la solita strada con le solite case e i soliti alberi scorrermi davanti. Poggio la testa sul vetro freddo chiudendo appena gli occhi e infilandomi le cuffie nelle orecchie.
“giornata iniziata male?”
Mi chiede qualcuno sedendosi accanto a me. Sobbalzo leggermente togliendomi un auricolare girandomi leggermente. È un ragazzo, non credo di averlo mai visto prima. Mi sorride entusiasta continuando a fissarmi. Lo guardo interrogativa allontanandomi un po’.
“scusa, ci conosciamo?”
Chiedo cercando di non essere brutale.
“ehm, credo di no. Piacere, sono Frank!”
Risponde allungando la mano. Accenno un saluto col capo e rimetto la cuffia.
“però, che caratterino! Tu come ti chiami?”
Sbuffo leggermente portando gli occhi al cielo. Lo guardo per qualche secondo. Questo tipo sembra la persona più positiva del mondo. Continua a guardarmi sorridendo.
“Chris …”
“Chris, bene”
Sussurra compiaciuto.
“sai, mi sono trasferito da poco! Oggi è il mio primo giorno di scuola”
”ah, sì?”
Chiedo distratta senza dargli davvero attenzione.
“ma dimmi Chris …  sono tutti così amichevoli come te?”
Lo guardo stranita e prima di poter ribattere siamo arrivati alla meta. Si alza e salutandomi con fare ironico si allontana. Resto qualche secondo seduta nel bus fissando il vuoto. Sento un pizzico di irritazione percorrermi. Alzo lo sguardo guardando in direzione del ragazzo ormai sparito.  Quel tipo non mi sta per nulla simpatico.
Raggiungo Mandy e Paul che sostano davanti al cancello d’ingresso come ogni mattina.
“Buongiorno Chris!”
Mi salutano all’unisono.
Vederli mi rasserena molto. Mi fanno sentire al sicuro e non giudicata e anche se non lo danno a vedere so che sono preoccupati per me e cercano di tenermi lontana dai guai.
“tutto ok?”
Chiede perplesso Paul.
Mi guardo attorno provando a cercare lo strano tipo del bus.
“sapevate che c’è un nuovo ragazzo a scuola?”
“in segreteria non abbiamo ricevuto nessuna segnalazione”
Afferma Mandy dubbiosa. Anche Paul sembra pensarci su.
“Chris, pensi potrebbe essere qualcuno che abbia a che fare con Nigel?”
Il solo sentirlo nominare mi fa gelare improvvisamente il sangue nelle vene. L’incontro con Frank mi ricorda tanto la conoscenza fatta con Geremy. Ha detto che si è appena trasferito e che oggi è il suo primo giorno di scuola, eppure in segreteria non ci sono documenti di un nuovo studente. Mi ha rivolto la parola e già questo di per sé è un avvenimento eccezionale. Nessun essere umano, o meglio nessun essere parla con me di propria volontà, a meno che non voglia uccidermi.
Informo i miei amici di quel che è accaduto sul bus, ed assieme decidiamo di tenerlo sotto controllo. Forse siamo un po’ paranoici, ma la prudenza non è mai troppa quando si ha a che fare con entità di ogni tipo.
Ci incamminiamo verso le aule guardandoci attorno sospetti, probabilmente visti dall’esterno sembriamo un po’ fuori testa, ma credo che ormai questa caratteristica ci accomuna da un bel po’ . Prima ora: letteratura inglese. Prendo il mio posto accanto alla finestra in terza fila, guardo fuori la neve. Ancora. Per un attimo immagino me e Nigel fare una passeggiata nel bianco. Magari in silenzio, sfiorandoci con fare imbarazzato le dita, guardando davanti a noi un futuro del tutto incerto, ma un presente sereno. Sbatto le palpebre due volte, ritorno alla realtà. Una parte di me ci crede ancora, una parte celata e nascosta a tutti a volte anche a me stessa. Sposto lo sguardo al resto della classe, mentre la lezione è già avviata.
“ehi! Ehi tu!”
Sussurra qualcuno, seduto al banco accanto al mio propendendosi .
Riconosco in quei tratti il tipo di questa mattina sobbalzando un po’. Che cavolo ci fa qui?
“potrei sbirciare dal tuo libro?”
Chiede sorridente,poi per un attimo la sua espressione si fa dura. Che tipo strano.  Senza rispondere avvicino il libro in modo tale da permettere anche a lui la lettura.
Segue attentamente ogni parola del professore e legge in modo impegnato il testo sul libro. Mi perdo ancora nei miei pensieri, ultimamente ho la testa tra le nuvole più del solito e non mi accorgo di lasciar la presa sul libro.
“ehi!”
Esclama lui chinandosi a raccoglierlo, mentre il tonfo ha attirato l’attenzione di tutti.
Me lo porge senza dire nulla, ancora con quel sorrisino. È irritante.  La lezione fortunatamente sembra volare e appena la campanella ci assorda le orecchie non ci penso due volte ad alzarmi e allontanarmi. Ho bisogno di prendere un po’ d’aria.
“così … anche tu frequenti questo corso, eh?”
Mi blocca Frank. Maledizione! Non ho molta voglia di fare conversazione con un tipo sospetto e ficcanaso!
“già”
“ehi, sto cercando solo di fare conversazione … “
Sembra se la sia presa, e questo mi lascia spiazzata. È vero, non sono stata molto amichevole, ma non so cosa dirgli.
“ho capito … beh, scusami non volevo disturbarti, buona giornata!”
Dice deluso andando via.
C’è rimasto male, mi dispiace. Come al solito sono riuscita a rovinare tutto. Le mie paranoie sicuramente non aiutano e me la sono presa con un povero ragazzo al suo primo giorno di scuola. Complimenti Chris! L’amica dell’anno! Sbuffo e raggiungo un po’ rassegnata gli altri.
Se ripenso al mio primo giorno di scuola mi vengono i brividi. Non sarei mai riuscita a superarlo senza Mandy e Paul, probabilmente mi avrebbero trattato peggio di come ho fatto io con Frank e ammetto che al posto suo mi sentirei abbastanza triste in questo momento.  Finite le lezioni decido di cercarlo per scusarmi, sono stata davvero cattiva e  arrogante. Cammino per i corridoi ma di lui nessuna traccia, ormai non ci sono più tanti studenti in giro, chissà, magari è già andato via.
Passo davanti alla biblioteca per caso, quanti ricordi. Sfioro il legno della porta.
Non ci sono più venuta da quando …
Istintivamente stringo i pugni e delle lacrime improvvise si impossessano dei miei occhi. Sembra passata un’eternità dalla prima volta che sono ci sono entrata. Ero da poco stata attaccata da quello che poi si è scoperto essere uno spettro demone. Non so quante ore ho passato qui dentro a spulciare libri assieme a Nigel. Era addirittura riuscito a farsi dare le chiavi dalla bibliotecaria permettendomi di continuare a far ricerche.
“ehi tutto ok? Ah …  sei tu …”
Il modo in cui ha detto “sei tu” mi irrita non poco e ho già un’idea di chi trovarmi davanti.
“Frank … “
Sussurro asciugandomi subito le lacrime
“Mh? Ti ricordi il mio nome?”
Mi chiede realmente incuriosito. Non riesco a capire se mi sta prendendo in giro o fa sul serio. Anche se sembra realmente sorpreso.
“che razza di domanda è? Certo che mi ricordo, ti sei presentato stamattina sull’autobus!”
Dico acida e un po’ alterata. Lui per risposta ride divertito guardandomi in modo strano.
“scherzavo! Sei sempre così … sulle tue?”
Chiede avvicinandosi e squadrandomi bene. Non so perché ma questa domanda mi imbarazza. Non rispondo e mi accortoccio su me stessa rossa in viso. Lui mi sta fissando in modo insistente.  Non so che dire o cosa fare. Che razza di persona è?
Deglutisco stringendo un po’ le spalle, guardandolo di sottecchi.
“Scusami per questa mattina … so cosa si prova ad essere il nuovo arrivato, ed io … con te sono stata davvero stronza, mi spiace”
Dico d’un fiato.
Mi guarda sorpreso. Si avvicina a me
“dillo guardandomi!”
Lo guardo sorpresa a mia volta.
“che vuoi dire, scusa?”
“mentre parlavi non mi guardavi, dillo ancora guardandomi, allora accetterò le tue scuse!”
Che cosa? Cosa dovrei fare? Alla fine ha senso il suo discorso, mi stavo scusando col pavimento probabilmente più che con lui. 
“scusami per stamattina”
Sussurro imbarazzata guardandolo, rendendomi conto solo ora che i suoi occhi sono celesti.
“ahaha, non pensavo lo avresti fatto sul serio!”
Dice arruffandomi i capelli. Allontano la sua mano cercando di ricompormi. Mi stava prendendo in giro questo … questo … individuo!
“ma come ti permetti?”
Ride di gusto per la scenetta un po’ comica e senza accorgermene un lieve sorriso si forma sulle mie labbra.
“sembri sempre cupa, invece sai anche sorridere caschetto!”
Come? Come mi ha chiamata? Caschetto?
“c-caschetto?”
“i tuoi capelli!”
Risponde sorridendo.
Senza rendermene conto iniziamo a parlare un po’, della scuola, di Dallas. È curioso come ogni angolo della città mi ricordi qualcosa legata a Nigel, e anche se piacevoli ricordi, mi fanno ancora troppo male, per cui decido di lasciar parlare lui e senza rendercene conto abbiamo camminato fin casa mia.
“io abito qui”
Dico facendo un cenno in direzione del vialetto.
“bene! Allora a domani caschetto!”
“eh? Tu dove abiti?”
“dall’altra parte della città! Buona giornata!”
Dice salutandomi con la mano.
Che cacchio! Mi ha accompagnata a casa nonostante non sia per nulla la sua zona. In una città che non conosce. Lo guardo andar via ed istintivamente ripenso al primo incontro con Nigel, paradossalmente opposto a questo. Anche lui quella sera mi aveva accompagnata a casa, l’estate non era ancora finita del tutto e fuori si stava bene, ricordo che non abbiamo spiccicato una parola per tutto il tragitto. È stato strano ma intenso, ed allora come ora lo guardavo sparire per le strade. 
   
 
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