Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: __roje    22/02/2016    2 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Ryu è un ragazzo di appena sedici anni praticamente invisibile al mondo intero, ma che un bel giorno si trova a fare la conoscenza del ragazzo più ammirato e desiderato della sua scuola, Hara. Solo che quell'incontro darà il via a tutta una serie di episodi tutt'altro che piacevoli per il nostro protagonista. Infatti finirà con lo scoprire che proprio Hara nasconde un carattere davvero particolare e schivo sulla propria vita privata, e spetterà proprio a Ryu scoprire il perchè del suo atteggiamento. Con determinazione e amore Ryu dovrà passo dopo passo arrivare al cuore di una persona che non sa che significa amare, e dovrà combattere contro i suoi demoni.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Finalmente siamo arrivati al capitolo 15! Purtroppo in questi giorni ho avuto pochissimo tempo per scrivere tra lo studio e la vita privata, e sto cercando di far conciliare tutto dandomi degli orari. Parlando della storia sono stra-contenta di aver raggiungo le 300 VISUALIZZAZIONI, è davvero un traguardo incredibile per me. Semplicemente perchè non sono una scrittrice ma solo una ragazza che ama immaginare storie e non sa come esprimerle se non scrivendo. Quindi grazie mille di cuore!

CAPITOLO XV

Non avevo mai fatto così tante assenze come quell’anno e i miei genitori anche quella volta mi chiesero se andava tutto bene e io rispondevo come sempre di si, che procedeva tutto come al solito e se non andavo era perché non mi sentivo molto bene. Due grosse bugie. Non ero voluto andare per non incontrare né Mizumi né Hara perché non avrei saputo affrontare nessuno dei due.
Come potevo dire a Mizumi che suo fratello davvero l’odiava e che non potevo più tenerlo d’occhio per conto suo? E poi c’era Hara, non avrei avuto il coraggio di parlargli dopo la scenata di ieri. E quindi me ne stavo così, buttato sul letto a fissare il soffitto mentre fuori risplendeva un sole primaverile e presto sarebbe anche finito l’anno scolastico quindi con che coraggio me ne stavo rintanato lì? “Aaaaah!” Lanciai un grido soffocato nel cuscino che mi ero portato sulla faccia. Dovevo essere lucido e mettere da parte i miei sentimenti, cosa che non avevo assolutamente fatto quei mesi. Il problema principale era iniziato da quando avevo incontrato Hara e sapevo bene di non poter cancellare quello che era successo, sì avevamo fatto sesso un paio di volte ma dai su, non potevo essere gay solo perché mi veniva un infarto ogni volta che gli ero vicino. E la mia curiosità per la sua vita era solo perché, come tutti gli altri, l’ammiravo.
Si quelle sembravano essere ottime spiegazioni al mio problema eppure dentro di me c’era una vocina che diceva ‘Ti stai prendendo per il culo da solo, ma bravo’, ormai avevo un Hara persino nella testa.
Le possibilità dunque erano due: o mi trasferivo seriamente ponendo fine a quel putiferio di strani sentimenti contrastanti o mi facevo seriamente controllare perché sentivo di essere in qualche modo masochista e di amare particolare le percosse verbali e gli atteggiamenti lunatici di quel ragazzo.
Pensai poi alla sua situazione familiare, quello era un altro problema che andava risolto o non sarebbe mai cambiato nulla in lui. Mizumi aveva parlato della madre dicendo che non si era mai comportata come tale, ciò significava che fosse colpa sua? Che tutto il malumore fosse celato nella mancanza di affetto? E perché Mizumi non risentiva della stessa cosa, anche lei viveva lontana dalla figura materna eppure sembrava normale. Anche se la parola normale era troppo per entrambi, però non aveva rabbia repressa quindi ci doveva essere una qualche spiegazione a tutto ciò e dovevo solo capire. I miei guai si sarebbero colmati se Hara avesse smesso di comportarsi da Hara.
Sì, ormai ero più che deciso era ciò che dovevo fare scoprire cosa diavolo nascondesse e risolverlo. Forse partivo con la quarta, e stavo tralasciando un particolare: Hara non mi avrebbe mai permesso di scoprire nulla, le domande non servivano e nessuna delle persone intorno a lui conosceva molto della sua vita privata a parte quel lato di puro divertimento che condividevano; quindi dovevo fare tutto da solo e osservare.
 
Tornai il giorno dopo a scuola con la speranza che tutto potesse funzionare e andare diversamente ma avevo bisogno di qualcuno con cui poterne parlare, di cui potermi fidare così dopo le prime tre ore di lezioni catturai letteralmente Kioko e Kyoja e li trascinai sul tetto.
“Si può sapere che ci facciamo qui sopra? Facciamo presto che devo vedermi con una persona”, disse Kioko soffermandosi un pò di più sul particolare finale.
“E chi?” domandai allora incuriosito.
Kioko arrossì, voleva palesemente dirlo a tutti “Lo conoscete molto bene.”
“Incredibile ce l’ha fatta..”
Kyoja ci guardò confusi “Di che diavolo parlate?!” Lasciai però perdere la faccenda Tetsuo e Kioko e tornai al motivo per cui li avevo portati lì lontani da occhi indiscreti. Iniziai parlando dell’incontro con Mizumi, dicendo loro che quella ragazza era in realtà la sorella di Hara e che c’era un problema con quest’ultimo. Raccontai a loro anche lo scontro che avevo avuto due giorni fa al centro commerciale, e l’atteggiamento ostile che Hara non solo riservava a noi tutti ma soprattutto alla propria famiglia.
Inizialmente entrambi rimasero senza parole, poi ci fu un pò di perplessità e infine Kioko si fece avanti “Non posso crederci che abbia una sorella gemella in questa scuola e nessuno ne sappia nulla!
“Ed è anche carina” asserì Kyoja
“Non è il momento” lo fermai.
“Scusa Ryucchan!”
Kioko continuò a sembrare pensierosa, “Ha detto che non ci parla da un pò di tempo quindi è probabile che la causa sia il divorzio dei loro genitori.”
“Si ma sembra che il problema sia la madre. Sono stata a casa sua ed è quasi sempre da solo.” Kioja e Kioko strabuzzarono gli occhi lanciandosi occhiate, “Cosa c’è?”
“Sei stato a casa sua?”
“Sì. Vi prego cerchiamo di non rimanere perplessi per ogni cosa?”
Kioko mi interruppe ancora “No Ryu questo è strano invece. Hara non ha mai portato nemmeno Tetsuo a casa sua e credo che sia la persona più vicina a lui.”
Cosa? “Nessuno?”
“Già so che molte ragazze hanno cercato di farsi invitare ma non ci sono mai riuscite e pensa gli avevano promesso un bel servizio. Un pazzo avrebbe rifiutato Ryucchan!” A parte l’atteggiamento pervertito di Kyoja quella notizia mi spiazzò un pò, si le volte successive ero andato io stesso da lui e mi aveva sempre fatto entrare invece quella sera era stato lui a trascinarmi a casa sua, peccato che non ricordassi assolutamente nulla di quella notte.
“Non pensavo che foste così amici”, osservò Kioko, “credo che la soluzione sia semplice, chiedigli stesso tu quale sia il problema con la sua famiglia no? E sapremo la verità.”
Si sbagliava io non potevo chiedergli nulla. “Hara odia anche me. Sono probabilmente la persona che più detesta qui dopo sua sorella.”
“E perché mai Ryucchan?”
Dovevo dirglielo? Dovevo davvero raccontare loro proprio tutto? Pensai, che fosse uno sbaglio farlo ma anche che dovevo fidarmi e che non avevo fatto nulla di male. Eppure la paura mi assaliva, ero andato a letto con un ragazzo come l’avrebbero presa? Non mi avrebbero più guardato allo stesso modo.
“Ryu va tutto bene?”
“In realtà no. Io devo togliermi questo peso di dosso” incassai la testa tra te spalle, mi irrigidii di colpo e iniziai a sentire le mani sudate “io ci sono andato a letto.” Quel momento parve interminabile, passarono solo pochi secondo ma parvero ore. Sentivo i muscoli del corpo più rilassati, strano, eppure avrei dovuto provare agitazione e invece mi sentivo più leggero.
Kyoja allora sollevò un sopracciglio “Tu e la sorella?”
Imbecille!, sbottai dentro di me. Solo Kioko parve aver afferrato la notizia senza travisare, tanto da avere lo sguardo corrucciato ”Ryu.. e quando è successo?”
“La sera in cui andammo al locale, il giorno dopo mi sono ritrovato a casa sua senza sapere come.”
Kyoja finalmente parve afferrare tant’è che spalancò la bocca traumatizzato. “E dopo? Cioè non..”
“Dopo Hara mi ha detto praticamente di dimenticare tutto” spiegai ciò sorridendo perché non potevo fare altrimenti, scappare ormai era troppo tardi.
“Ryucchan sei gay!”
Kioko si innervosì e diede un bel colpo assestato sulla testa di Kyoja “Idiota! Sta zitto se devi sparare cazzate” gli urlò contro facendogli male, “Ryu... tu sei innamorato di Hara per questo ti sta così a cuore sapere.”
Bingo. Ridacchiai nervoso e non ebbi il coraggio di emettere un sonoro sì ma era palese ormai quello che davvero provavo per Hara. Kioko non parve disgustata piuttosto sembrava provare pena per me, sapendo di chi mi ero invaghito e che non sarei riuscito a starci insieme.
“Scusate eh ma mi spiegate come fanno due maschi a fare.. insomma.. roba.” Sospirai per gli interventi inopportuni di Kyoja che ancora una volta fu colpito in testa da Kioko.
“Io ti aiuterò se tu vuoi, lo sai ma sarà dura. Anche se scoprissimo la verità questo non vorrà dire che Hara accetterà la cosa, cioè te. Che tu gli dia una mano non gli farà provare le stesse cose.”
Forse era quella la verità che più mi faceva male, e cioè che più mi impegnavo e più non riuscivo ad avvicinarmi. “Lo so, non spero affatto di essere ricambiato ma voglio assolutamente scoprire cosa nasconde.”
“Sei sicuro Ryu? Potrebbe odiarti per davvero.”
Sapevo benissimo che si sarebbe arrabbiato ma non mi importava più. Poteva fare quello che voleva, anche tirarmi tutti i capelli di testa ma stavolta non avrei lasciato perdere. Io avrei distrutto la corazza di Hara. “Sì”
Kioko mi sorrise dolcemente, non capii perché di quella espressione, finché non mi venne vicino prendendo la mia mano e stringendola forte. Quello era il suo affetto per me. Entrambi mi promisero di non dirlo a nessuno e che ci sarebbero stati per qualsiasi cosa, ne fui davvero commosso non aspettandomi una simile reazione.
“A quanto pare pure a Ryucchan piacciono i fighi.” Quel commentò mi fece davvero ridere perché sapevo che proveniva da una persona spontanea e trasparente come l’acqua.
“A proposito, questo significa che nemmeno Tetsuo può aiutarci.” Pensò ad alta voce Kioko richiamando tutta la nostra attenzione.
“No ti prego se lui lo sapesse diventerei il bersaglio delle peggio cose. E non credo che Hara si confidi più di tanto con lui da quanto mi ha raccontato Mizumi.”
Kioko parve rifletterci ancora “Ho capito. Quindi la prossima mossa è?”
“Credo raccogliere notizia riguardo la madre.” Detto ciò e mettendoci d’accordo sulle ultime cose ci lasciammo, raccomandando a ciascuno di noi di essere prudente. Più volte mi chiesi se avessi fatto bene a coinvolgerli nelle mie fissazioni, ma poi pensai che si sarebbero potuti tirare fuori e invece non l’avevano fatto. A quel punto dovevo solo trovare il modo di incontrare Mizumi e dirle esattamente quello che era accaduto ma a scuola sarebbe stato difficile, Hara avrebbe potuto vederci così lasciai un bigliettino nelle mani di una sua compagna di classe facendomi promettere di darglielo.
Si fecero presto le tre e attesi il suo arrivo nel punto che le avevo lasciato detto sul bigliettino. Era un luogo lontano dall’edificio principale, di solito lì, le persone come Hara non ci mettevano piede, piuttosto era il luogo dove un tempo mi rifugiavo quando volevo leggere in pace. Attesi per un pò e poi la vidi arrivare “Ciao”, le dissi.
“Che succede? Hai delle novità?” Oh si. Così le dissi di accomodarsi accanto a me sul prato e le raccontai cosa era successo quel giorno al centro commerciale dopo che se ne era andata e dell’ira che aveva scatenato facendosi scappare il mio nome. Mizumi rimase senza parole e parve profondamente dispiaciuta “Mi dispiace tanto.”
“Non importa tranquilla. Non è solo per questo che ti ho fatto venire qui”, lei mi guardò di nuovo interessata lasciando perdere il dispiacere, “Ho bisogno di sapere qualcosa riguardo tua madre. Io credo che il problema sia la vita che conduce attualmente tuo fratello e penso che la chiave possa essere lei.”
“Mia madre? Beh c’è poco da dire non la vedo da secoli ma per quello che ricordo non è mai stata capace di occuparsi di noi e di mio padre ed per questo motivo che hanno divorziato tanto tempo fa. Avevamo tipo sui sei o sette anni, io non sopportandola chiesi a mio padre di ottenere la mia custodia mentre Yuuto è voluto restare lì ma non credo l’abbia fatto per lei.”
“Non andava d’accordo con tuo padre?”
“Si certo. Nostro padre è un bravissimo uomo, ma rispettò la scelta di Yuuto nonostante gli chiedesse continuamente se andasse tutto bene. Passarono tipo otto mesi dalla loro separazione e alle nostre chiamate non ricevemmo più risposta tanto da farci preoccupare. Sia io che mio padre siamo andati a casa sua e o non c’era mai nessuno o nessuno ci apriva.”
Il suo racconto era quello che già avevo sentito. “Quindi in quell’arco di tempo è accaduto qualcosa.”
Mizumi mi guardò leggermente sorpresa di quella mia osservazione “Non saprei cosa Ryu. Mio fratello era una bambino dolcissimo, amava giocare con gli altri ed era gentile.”
L’opposto della versione di oggi, pensai. “Forse tua madre gli ha fatto qualcosa.”
Mizumi sgranò gli occhi impaurita di quella possibilità “E perché non avrebbe chiesto aiuto altrimenti? Noi c’eravamo non era solo.”
“Questo non lo so ma è ciò che dobbiamo capire.”
Improvvisamente gli occhi di Mizumi divennero lucidi e si lasciò andare poggiando il proprio viso sulla mia spalla “Non l’ho aiutato sono la peggiore.”
“E’ lui che non ha accettato il vostro salvagente non hai nessuna colpa.” Nonostante le mie parole Mizumi iniziò a singhiozzare nascondendo il volto con le mani. Forse aveva solo bisogno di sfogare così la lasciai stare e le restai accanto, mi domandai però se anche Hara avesse delle lacrime da versare che non voleva mostrare a nessuno.
Passarono una decina di minuti e Mizumi si ricompose “Che imbarazzo” disse col viso leggermente rosso e gli occhi ancora lucidi.
“Sta tranquilla risolveremo questa cosa.” Le sorrisi e il suo viso improvvisamente si fece ancora più rosso così di punto in bianco mi disse che ci contava, usò un tono distaccato e poi scappò via. Io le ragazze non le avrei mai capite, giuro. Diedi un occhiata all’orario sul display del cellulare e vidi che era il momento di andare in palestra dove sicuramente ci sarebbe stato anche lui.
Una volta lì trovai Makoto a terra e il mister che cercava di fasciargli la caviglia in maniera molto superficiale. “Penso proprio che tu abbia bisogno di un medico.” Disse.
“Ci mancava solo questa!” intervenne Tetsuo irritato.
Mi avvicinai silenziosamente a Kioko chiedendole cosa fosse successo e proprio alle spalle del mister intravidi Hara che osservava tutta la scena con aria preoccupata. “Tetsuo per sbaglio l’ha urtato ed è cadut, quando ha cercato di rialzarsi non c’è riuscito.”
“Credo sia una slogatura mister” asserì Hara osservando con attenzione la parte gonfia.
“Lo credo anch’io. Non può giocare così la partita di domani.”
I ragazzi si guardarono tra loro consapevoli di avere un giocatore ferito. “Mister possiamo prendere qualche ragazzo della panchina!” propose a quel punto Kaoru.
“Hai visto come ha giocato l’ultima riserva al posto di Hara, faceva pena. Se ce la siamo cavati è perché avete dato il meglio di voi.”
Hara a quel punto mi lanciò un occhiata strana e sorrise “Mister forse ho la soluzione.” Tutta la faccenda stava prendendo una strana piega che non avevo affatto previsto quel giorno.
Improvvisamente il mister capì a cosa si stesse riferendo Hara e mi guardò con una strana luce negli occhi “Oh no, sono fuori allenamento non posso prendere il suo posto!” tagliai corto.
“Capirai. Eri titolare quindi riprenditi la maglia e non fare storie.” Disse semplicemente Hara.
Il mister annuì inserendo il mio nella lista della squadra tra le scartoffie che portava sempre con sé senza che io ne fossi minimamente convinto. Gli altri non obiettarono, nemmeno il povero Makoto che sì, ci teneva a giocare ma non voleva diventare un peso per la squadra e fu così che di punto in bianco mi ritrovai di nuovo in tuta e al centro del campo con un pallone in mano. “Non sarò mai pronto per la partita lo sai vero?”
Hara fece qualche palleggio con la palla proprio davanti a me “Non dovrai fare nulla oltre che stare in campo e non farti schiacciare dagli avversari.” Tutto ciò non mi convolava affatto. Sospirai e tentai a fare un tiro, che mancai miseramente il canestro. “Sei una completa schiappa sega”, lo sapevo già da solo.
Pensai però che fosse l’ideale per stargli accanto senza che pensasse a qualche strano trucco, e notai che era tornato del suo solito umore come se la rabbia l’avesse di nuovo accantonata. “Ma contro chi giochiamo?” domandai all’improvviso rendendomi conto di non saperlo ancora.
“Ma come non lo sai?” ridacchiò Kyoja “Giochiamo proprio contro la squadra di Masato.”
Avremmo giocato contro Masato che strano, sentii uno strano groppo in gola sensazione che non durò a lungo perché mi arrivò una pallonata in piena faccia che mi stordì.
“Pensaci dopo a certe cazzate e allenati idiota!” mi rimproverò Hara che aveva tirato appositamente quella pallonata per colpirmi. L’odiavo con tutto me stesso.
Verso le sei quasi tutti andarono via e Kioko mentre varcava l’uscita mi fece uno strano occhiolino, che strane idee si era fatta anche lei. Io fui praticamente costretto a rimanere da Hara, diceva infatti che mi sarei dovuto allenare tutta la notte per essere quanto meno decente il giorno della partita. Ci teneva così tanto che faceva quasi paura. “Hai sbagliato di nuovo idiota!” E andò avanti così fino a tardi quando ormai, stanco morto, crollai a terra nella mia stessa pozza di sudore. “Rialzati” mi esortò ancora.
“Dammi una cazzo di tregua!!”
Schioccò la lingua, mi venne incontro furioso e mi sollevò a forza da terra afferrandomi per la maglia “Non ho intenzione di perdere per colpa tua quindi impegnati.” E mi lasciò andare bruscamente.
Mi sistemai la divisa e gli lanciai un occhiataccia, guardai l’orologio ed erano già le otto passate. Io almeno avevo informato i miei genitori che avrei fatto tardi, lui invece da quando eravamo lì non aveva telefonato, prova schiacciante che non ci fosse nessuno a occuparsi di lui. “Tu non hai fame?” dissi allora prendendo una strana iniziativa, “Io direi che dovremmo andare a cenare e smetterla per oggi. Ci alleneremo domani mattina presto, credo che mia madre sia abbastanza in pensiero.”
Attirai la sua attenzione e mi guardò con la sua solita sufficienza con uno sguardo indecifrabile “Dille che tarderai e non ti lagnare.”
Aveva di nuovo troncato la conversazione sul nascere. Così sospirai, “Chissà che buona cena aveva preparato. Tu cosa avresti mangiato? Immagino che non fosse nei piani restare così a lungo qui.”
“Sei diventato ancora più idiota? Che mi frega di cosa ha cucinato tua madre.”
Mi stavo davvero comportando come un cretino allora vi rinunciai e raccolsi il pallone da terra, lo fissai per un pò come se quell’oggetto mi fosse estraneo ma infondo lo era. “Chissà come andrà la partita, Masato è davvero bravo secondo me.”
“Mh?”
“Sono circondato di persone perfette, accidenti” ridacchiai nervoso all’idea di giocare, al punto che avevo iniziato a stringere la palla tra le mani e a tremare, uao quindi quella era l’ansia.
“Nessuno è davvero perfetto.” Mi stupii molto sentire quelle sue parole e quando sollevai lo sguardo dalla palla lo vidi lì, in mezzo al campo, con le mani in tasca che fissava un punto impreciso nell’enorme sala. In quel momento mi lanciò una piccola occhiata senza nemmeno girare il capo, e incontrai quei suoi occhi glaciali.
“Stai parlando di te stesso?”
“Chissà.” Cos’era quel sorriso non glielo avevo mai visto in viso fino a quel momento, sembrava nascondere ironia, ma no la solita e crudele, un ironia buona, gentile e spontanea. Ne fui folgorato talmente della bellezza, al punto che sentii le guance prendere improvvisamente fuoco. Avrei voluto dirgli tante cose e quello sembrava essere il momento perfetto ma le parole mi morivano in gola come al solito, bloccato dall’idea di non rivedere più quel sorriso. -Potrebbe odiarti davvero- ero pronto a tutto ciò?
“Uao che pace quando smetti finalmente di parlare.” Aggiunse e si mise a giocherellare con la palla che aveva tra i piedi, senza uno scopo preciso, la faceva semplicemente rimbalzare sul piede destro. Era bellissimo, era la persona che mi piaceva e ce l’avevo lì a pochi passi da me. Così vicino eppure tanto lontano da non poterlo raggiungere. Il mio cuore stava impazzendo e mi stava dicendo di farlo adesso o mai più perché non ci sarebbe stata altra occasione. Infondo non avevo nulla da perdere.
“Hara” Attirai di nuovo i suoi occhi su di me attendendo cosa avessi da dire. Il tempo parve fermarsi completamente intorno a noi, ogni cosa sembrava invisibile, perché lì per me c’eravamo solo noi e basta. “M-mi piaci.” E lo dissi finalmente. Che me ne fregava del suo odio. “Sì. Mi piaci.” Ripetei ancora.
Contro ogni mia aspettativa Hara si fece buio in viso “Te l’avevo già detto che avresti dovuto dimenticare ogni cosa e non hai voluto darmi retta. Tu a me non piaci affatto.” Di cosa mi stupivo me l’aveva già detto e non stava mentendo ma avevo sperato vivamente che la risposta potesse essere un altra ma non fu così, ero stato forse un pò ottimista al riguardo. Aveva ragione Kioko, se pure fossi riuscito a curare le sue ferite non sarebbe cambiato nulla e i miei sentimenti non avrebbero avuto feedback da parte sua.
“Beh allora dimentichiamoci di tutto.” Dissi a quel punto nascondendo il fatto che volessi piangere da un momento all’altro, abbassai il capo in modo da poter nascondere il dolore che provavo.
“Sega.”
“Non dire altro ti prego, lascia stare. Avevi ragione ti ho praticamente perseguitato e ho fatto tutto da solo, mi sta bene ricevere insulti e rifiuti perché me lo merito.” Lo pensavo davvero dentro di me. Attesi il momento migliore per rialzare la testa e cercai di abbozzare una risata che parve palesemente forzata, “A domani.”
Guardai per l’ultima volta Hara che sembrava sul punto di dire qualcosa ma se la rimangiò tornando al suo posto, come una statua, senza nemmeno mostrare il minimo dispiacere.


SCHEDA PERSONAGGIO:

Image and video hosting by TinyPic
Nome: Kioja                                 Cognome: Irumo
Età: 16 anni                                  Luogo di nascita: Tokyo, Giappone
Altezza: 1,67                                 Peso: 48kg
Capelli: Castani                            Occhi: Marroni
Gruppo sanguigno: AB
Scuola: Kudan Kenkyuusho       Sezione: Secondo anno, 3 sezione
Colore preferito: Azzurro           Cibo preferito: Patatine fritte
Like: Tutte le ragazze.
Dislike: Studiare e non sapere.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: __roje