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Autore: CassandraBlackZone    22/02/2016    1 recensioni
Tutto accade il 29 giugno del 2016, data in cui viene ritrovato il cadavere di Slenderman, leggenda metropolitana reputata da sempre una mera invenzione di Internet. Questa scoperta non può far altro che suscitare una curiosità tale da spingere un gruppo di scienziati a studiare il corpo della Creepypasta; curiosità che portò alla rovina la razza umana. Bastò una sola incisione e un potente virus si diffuse indisturbato in tutto il mondo confondendosi con l'ossigeno. Esso venne denominato CRP. Le conseguenze? Quando una Creepypasta muore, essa rinasce successivamente in un qualsiasi individuo in cui il virus si è ben sviluppato. Pur sapendo la sorte che l'attende, l'umanità è tenuta a proteggersi dai soggetti infetti, i quali sono destinati a seguire il loro istinto di uccidere.
Genere: Azione, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Jeff the Killer, Nuovo personaggio, Slenderman
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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«È tutta colpa mia» Masky sospirò pesantemente accompagnandosi con la schiena, ingobbendola. «Se solo avessi controllato prima Jeff, Annabelle non avrebbe rischiato di morire.»
«Dai Masky, non farne un dramma. Non è stata affatto colpa tua. E comunque ora sta bene» lo consolò Jane, alle prese con gli ultimi cesti di frutta.
«Ti ringrazio, Jane. Se non ci fossi tu» la elogiò il proxy. « Dopo che sono ritornato qui in cucina ho sentito il cuore di Annabelle riprendere a battere regolarmente. Grazie a te.»
«Ma piantala. Non ho fatto nulla di che» ridacchiò la giovane assassina.
«Tu sei sempre stata così.»
«Adesso non esagerare. Ho semplicemente fatto la cosa che sembrava giusta. Poco importa che è una soldatessa, quindi un nostro nemico. Rimane sempre una ragazzina di quindici anni a cui sono stati portati via casa e famiglia.»
« Hai un istinto materno invidiabile» Masky non osò aggiungere altro e riprese a sistemare gli ultimi ritocchi aggiungendo del pepe su ogni piatto per insaporire il tutto. Il silenzio che calò tra le due Creepypasta diede l’occasione a Jane di ripensare alla chiacchierata fatta con la nuova coinquilina umana, finendo con l’intristirsi: i ricordi si erano fatti largo nella sua mente, ricordi che risalivano ai tempi in cui lei era ancora Caroline Skie.
Era un giorno qualiasi per la famiglia Skie, in quanto da lì a poco sarebbe nato il fratellino di Caroline, Dereck, ma quel lieto momento venne stroncato improvvisamente dal virus che infettò la povera quindicenne in meno di ventiquattro ore. L’insaziabile CRP distruggeva ogni cellula, tessuto e organo del suo corpo, la razionalità cedeva il suo posto alla follia e la sua memoria veniva intasata e alterata da falsi ricordi e emozioni. Jane rievocò anche a malincuore come quel parasita prese il controllo delle sue azioni, inducendola a prendersi fuoco da sola davanti ali suoi genitori, causando uno shock per questi ultimi e l’inevitabile perdita del figlio tanto atteso. I soldati anti-CRP non tardarono ad arrivare dopo l’immediata segnalazione dei vicini di casa, ma grazie all’ultimo gesto paterno da parte di Arnold Skie, Caroline poté scappare verso la Black Forest, la sua unica speranza.
Stanca e ancora succube di un dolore indescrivibile, Caroline, ormai consapevole della sua nuova identità di Jane the Killer, camminò per diverse ore nella sua nuova casa, fino a quando qualcosa, o meglio qualcuno, non le tese la sua enorme mano bianca: era Slenderman, in tutta la sua grandezza e magnificenza, il suo indiscusso salvatore che la indirizzò sulla retta via. Era pronta ad abbracciare il suo destino e quindi a morire da sola, ma per sua fortuna la Speranza si era presentata a lei per salvarla.
«Ho imparato dal migliore» disse Jane sorridendo e scacciando ogni pensiero che non fosse sistemare gli ultimi cesti sui tavoli della sala da pranzo.
 
La saliva colava in modo incontrollato dalle fauci di Smile Dog, eccitato per ciò che avrebbe messo sotto i denti arrivati a casa. «Arrosto! Arrosto di Masky! »
«Hai ragione, Smiley! È proprio lo speciale arrosto al forno del nostro Masky!» lo assecondò altrettanto contenta la piccola Sally.
Clockwork si avvicinò a Smiley per calmarlo, lasciando che la sua mano accarezzasse il suo pelo morbido. «Certo che è curioso. Di solito Masky non lo prepara per delle occasioni speciali?»
«Ma come? Non festeggiamo la dipartita di Jeff?» ridacchiò Laughing Jack.
«Non dirlo neanche per scherzo, Jack! E poi è in casa» lo ammonì la castana, squadrandolo con l’unico occhio buono.
«Ci sono anche EJ e Liu con lui»aggiunse Ben fiero di essere riuscito a percepirli.
«Jane e Masky sono in cucina, ma… chi c’è lì?» Rake allungò il suo indice destro artigliato verso l’ultima finestra del primo piano a destra, visibilmente perplesso.
Una ad una, tutte le Creepypasta si accorsero della presenza estranea nella loro adorata villa e iniziarono a preoccuparsi.
«Non è per allarmare tutti, ma… questa sensazione… è possibile che sia…» iniziò Clockwork.
«È un umano» concluse LJ con un inquietante ghigno sul volto.
«Ha ragione Jack… È un umano» disse Sally con la voce tremante e aggrappandosi alla giacca di Clockwork.
«Cosa diamine ci fa uno sporco umano in casa nostra?» ringhiò Smiley a denti stretti.
«State tranquilli. Ci deve essere per forza una spiegazione» li tranquillizzò Rake.
«Infatti c’è
L’inconfondibile voce profonda dell’indiscusso padre delle Creepypasta, si fece strada tra la famiglia e si mise davanti ad essa. Slenderman, accompagnato dal suo fidato proxy Hoodie, venne salutato da tutti all’unisono.
«Non dovete preoccuparvi di Annabelle. Lei non è assolutamente una nostra nemica.»
«Ma è un’umana, vero?» chiese indeciso Ben.
«Sì. È umana.»
Fratelli e sorelle iniziarono a bisbigliare fra di loro sempre più perplessi e confusi, ma non irrispettosi al cospetto di Slenderman.
«E possiamo almeno sapere di chi si tratta?» osò chiedere Rake.
Slenderman sogghignò e allungò una mano verso suo figlio per accarezzargli la testa :«Durante la cena in suo onore, ve la presenterò.»
 
Annabelle quasi si commosse davanti a tutti quei vestiti nuovi: camicie, t-shirt, pantaloni e felpe erano stati ben nascosti dalle sue divise e oggetti personali. Quella pazza di Itaca, pensò la ragazza mentre li ammirava distesi sul letto. Tra essi riconobbe alcuni modelli che aveva visto assieme a lei su delle riviste e non poté fare a meno di sorridere.
Quasi indisturbata, una busta sigillata scivolò dalla tasca dell’ultima felpa da tirare fuori e si adagiò vicino ai piedi di Annabelle, che avendola notata la raccolse. Per Annabelle, così recitava il retro. La giovane soldatessa riconobbe la calligrafia del suo capitano e la aprì subito.
 
Cara Annabelle,
Ti auguro di nuovo un buon quindicesimo compleanno. Spero che questi vestiti ti piacciano. Avrei tanto voluto darteli di persona, ma purtroppo non ne ho avuto l’occasione, poiché il destino ha voluto che tu incontrassi il tuo vero padre proprio quest’oggi. Sto scrivendo questa lettera mentre parli con lui nell’aula magna, lo sto facendo di fretta per cui perdona la pessima scrittura e gli errori di ortografia.
Come ben sai, io non sono smielata o romantica quando si tratta di queste cose, ma con te farò uno sforzo e lo sai perché? Perché da quando ne ho memoria tu sei sempre stata una figlia per me. Voglio che tu sappia che è stato un onore essere il tuo capitano e che io non mi dimenticherò mai di te. Qualsiasi cosa accada, sii forte, Annabelle. Non sottovalutarti. Questa sarà una nuova vita per te, ma non ti devi spaventare. Essere una ragazza “normale” non sarà poi così male.
Ricordati, mia cara Annabelle, che io ti vorrò sempre bene. Qualsiasi cosa tu deciderai di fare, di essere io ti appoggerò. Sempre.
Questo non è un addio, ma un arrivederci.
 
Itaca Martinez

 
Le lacrime rigarono inevitabilmente le guance di Annabelle, ma presto un sorriso prese il loro posto.
«È stata un vero tesoro, non trovi
Profonda e calda. Annabelle non si stupì più di quella voce ormai divenuta familiare. La ragazza si asciugò il viso con i dorsi delle mani e forzò un sorriso. Con la coda dell’occhio riconobbe la figura slanciata di Slenderman e Hoodie.
«La cena è pronta in tavola» disse con tranquillità l’uomo senza volto.
«Ok. Grazie.»
«Permettimi di accompagnarti
Annabelle si voltò verso Slenderman lanciandogli uno sguardo di terrore.
«Non ti devi preoccupare, mia cara», le prese la mano il più delicatamente possibile, « fai parte della famiglia. Ricordi?»
La ragazza deglutì senza riuscirci e si limitò a spostare lo sguardo sul pavimento rivestito di velluto. L’idea di dover affrontare chissà quanti CRP la stava spaventando ed era proprio quello che temeva. Quella paura da lei mai provata la stava mettendo in una scomoda situazione di rabbia e ansia, rendendola incapace di prendere una decisione definitiva e razionale. Che cosa doveva fare? Lasciarsi guidare dall’istinto e scappare o restare ad ascoltare l’inaspettato lato paterno di Slenderman?
«Be’, se fossi in te opterei per la seconda possibilità.»
Annabelle ritrasse velocemente la mano e squadrò l’uomo senza volto irritata. «Così è scorretto»
Slenderman ridacchiò riprendendole la mano. «Te l’ho detto e te lo ripeto. Non hai nulla di cui aver paura. Io non ti farò nulla. Nessuno ti farà del male qui.»
«E… chi me lo dice?» chiese Annabelle con un filo di voce.
«Se mai qualcuno dovesse provare anche a torcerti un solo capello, dovrà vedersela con me.»
Quelle parole, che risuonarono nella sua testa più e più volte, la fecero sentire al sicuro. Come quando entrò in quella che da quel giorno sarebbe stata la sua stanza.
«Forza, è il momento di andare. Avrai fame, giusto? »
La ragazza arrossì violentemente inumidendosi le labbra. Effettivamente non aveva ancora mangiato da quando aveva lasciato il campo.
«Lo sospettavo
Hoodie si apprestò ad aprire la porta e la coppia CRP-umana uscì mano nella mano, per raggiungere la sala da pranzo, dove la famiglia attendeva il loro arrivo.
 
Urla e schiamazzi erano di consuetudine nella villa durante ogni pasto, specialmente il pranzo, ma quel giorno, l’inaspettato ospite aveva fatto perdere la voglia di scherzare e di mangiare ad ogni singola Creepypasta. La presenza di tovaglie sui tavoli di acciaio e dei cesti di frutta decorativi disturbava non poco, facendo venir voglia a chiunque fosse vicino a questi ultimi di lanciarli.
«Ma si può sapere cos’hanno tutti? Di solito questo posto nel giro di venti minuti è un vero caos» si lamentò Eyeless Jack, imboccandosi con una bella forchettata di arrosto. «Per non parlare della favolosa cucina di Masky. Anche Smiley non si sta abbuffando come al solito.»
«Credo che sia abbastanza evidente»,sbuffò Jane,«sono tutti preoccupati per Annabelle.»
«Oh, è così che si chiama la nuova arrivata? Più tardi la saluto.»
«Come fai ad essere così tranquillo, EJ? Non ti preoccupa il fatto che abbiamo un umana in casa?» si intromise alterata Laughing Jill storcendo il naso dal disgusto.
EJ alzò le spalle. «Sinceramente non mi fa né caldo né freddo.»
«Jill, credimi. Lei non è quello che sembra. È una ragazzina di quindici anni normalissima.»
«Sì, Jane. Normalissima! Tanto è solo un soldato pronto ad ucciderci. Slenderman deve avere qualche rotella fuori posto.»
«Slenderman sa cosa fare. Non dobbiamo dubitare delle sue decisioni» disse Liu ordinando a Jill con lo sguardo di abbassare la voce.
«Oh, andiamo Liu! Pure tu?! Lo so che consideri il vecchio Slendy come un padre, ma…»
«Lui è nostro padre. E ora smettila di borbottare e mangia.»
La giovane clown era intenta a rispondere, ma gli occhi glaciali del biondo la zittirono, come sempre. Pur essendo teoricamente più vecchia di lui, Jill non era mai riuscita a contraddirgli o anche semplicemente rispondergli. Davanti al ragazzo lei era vulnerabile.
Sconfitta, Jill abbassò lo sguardo sul polpettone e iniziò a punzecchiarlo con la forchetta.«Borbottare? E chi borbotta? Tanto lo fanno tutti… stupido Liu…»
«Stanno arrivando» annunciò EJ, allarmando l’intera mensa.
Gli inconfondibili passi del padre delle Creepypasta riecheggiavano nell’enorme stanza ancor prima di entrare.
«Ora ne vedremo delle belle», sogghignò il mangiatore di reni, «sei ancora in tempo per la scommessa, Liu.»
«Chiudi il becco, Jack.»
«Come preferisci.»
All’ingresso di Slenderman, la famiglia si alzò in piedi per salutarlo con un profondo inchino.
«Vi prego. Alzatevi. Non ce ne bisogno. Perché quest’oggi non è me che dovrete salutare
Bisbigli e ringhi riempirono la mensa, manifestando la loro disapprovazione nei confronti dell’ospite speciale.
Ignorando il comportamento infantile dei suoi figli, Slenderman si spostò leggermente vicino alla porta per rivelare finalmente il nuovo membro della famiglia.
Titubante, Annabelle avanzò accompagnata da Hoodie che la prese sottobraccio per tranquillizzarla.
«Devi calmarti, ok? », le disse sottovoce, «Qui nessuno ti farà del male.»
La ragazza deglutì più volte e cercò di camminare la più disinvolta possibile, senza preoccuparsi delle occhiate di quelli che una volta considerava nemici mortali. Fratelli? Era così che da quel giorno li avrebbe dovuti chiamare? Tutte quelle creature che la stavano fissando con odio dovrebbe comporre la sua nuova famiglia? Se solo avessi le mie armi, pensò lei, potrei benissimo ucciderli uno per uno.
«Ne dubito fortemente, sai?»
Annabelle sobbalzò finendo con lo staccarsi dal proxy. «Tu… c-come?»
Hoodie si indicò la testa con un indice. «Sono mentalmente collegato a Slenderman. In sintesi, posso leggere nella mente.»
La ragazza spalancò gli occhi allarmata.
«Tranquilla. Farò finta di non aver sentito. Dopotutto, è il tuo primo giorno. Continua a camminare.»
Le Creepypasta scrutarono Annabelle fino all’arrivo del tavolo di Slenderman e la loro attenzione si posò sul particolare colore dei suoi occhi.
«Uuuuh. Però! Che occhi particolari. Non ho mai visto un umano con gli occhi di quel colore» disse EJ annuendo.
«Solo perché ha gli occhi diversi, non significa che lei lo sia» ringhiò Jill.
«Ad occhio… penso sia una ragazza interessante» disse Clockwork.«Che sia a causa di quegli occhi che Slenderman abbia deciso di prenderla con sé?»
«A quanto pare se ne stanno accorgendo tutti» bisbigliò Jane a Liu.
«Purtroppo però non sono ancora convinti. Perlomeno hanno smesso di guardarla male» rispose il giovane.
«Il suo nome è Annabelle. Da oggi in poi, vivrà con noi» annunciò Slenderman.
Arrivati all’ultimo tavolo della sala, Hoodie lasciò Annabelle nelle mani di Masky che allungò subito un braccio verso la ragazza sollevata di vedere il gentile proxy.
«Sono felice di vedere che stai bene» le disse il ragazzo mascherato.
«E io sono felice di vedere te» gli rispose lei prendendogli la mano.
Masky accompagnò Annabelle al suo posto vicino ad un’enorme sedia di legno verniciata di nero. Slenderman, pensò subito lei, ma il delizioso profumo del piatto fumante davanti a sé la invitò ad ignorare totalmente tutti gli occhi puntati su di lei.
«Spero ti piaccia. È una mia ricetta speciale » le si sedette accanto Masky.
«Ha un profumo delizioso» disse Annabelle entusiasta, assaporando le fette di arrosto con gli occhi.
«Bene, figli miei. Mangiate, prima che tutte queste leccornie diventino fredde.»
Tutte le Creepypasta ritornarono ai loro posti obbedienti.
«Forza, cara» prima di sedersi, Slenderman si avvicinò ad Annabelle per passarle le posate «Non è solo bello da vedere, è anche buono. È stato fatto apposta per te. »
Annabelle annuì e un po’ titubante prese forchetta e coltello e iniziò. La carne era così morbida che pareva burro e il purè di patate era di un bel giallo oro. Alla prima forchettata Annabelle assaporò il tutto con estrema calma e dopo aver preso confidenza con quel gusto paradisiaco, la fame la indusse a mangiare senza esitazioni o preoccupazioni. Almeno per un po’.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE: sono veramente dispiaciuta. Non so cosa dire riguardo il mio ritardo… anzi, in realtà sì. Chiedo di nuovo scusa, ma subito dopo aver iniziato la scuola non ho avuto davvero un attimo di pace. Torno a casa sempre esausta (intorno alle 20 e 30 di sera, per intenderci) e la mia testa non ragiona più… Cerco sempre di avvicinarmi al pc per scrivere, ma ogni volta… crollo dal sonno…
Sto veramente facendo del mio meglio… e spero che nessuno mi odi per questo e che possiate capire.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento! Scusate ancora e grazie per la pazienza!
 
Cassandra


 
   
 
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