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Autore: __roje    23/02/2016    3 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Ryu è un ragazzo di appena sedici anni praticamente invisibile al mondo intero, ma che un bel giorno si trova a fare la conoscenza del ragazzo più ammirato e desiderato della sua scuola, Hara. Solo che quell'incontro darà il via a tutta una serie di episodi tutt'altro che piacevoli per il nostro protagonista. Infatti finirà con lo scoprire che proprio Hara nasconde un carattere davvero particolare e schivo sulla propria vita privata, e spetterà proprio a Ryu scoprire il perchè del suo atteggiamento. Con determinazione e amore Ryu dovrà passo dopo passo arrivare al cuore di una persona che non sa che significa amare, e dovrà combattere contro i suoi demoni.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CAPITOLO XVI

Lo scrosciare della pioggia e il rumore dei tuoni mi sorpresero più di quanto pensassi visto che per tutto il giorno c’era stato il sole, allora pensai che persino il tempo mi stesse prendendo in giro in quel momento e che quei rumori fossero in realtà risate per quella situazione senza senso. Ero lì, immobile, sul ciglio della porta che avrei dovuto varcare senza voltarmi indietro e invece qualcosa mi aveva trattenuto o meglio qualcuno. Il mio braccio destro era intrappolato in quella che era la presa che meno mi sarei potuto immaginare in quel momento eppure ne percepivo il calore, la forza, quindi non poteva essere una mia immaginazione. Tutto iniziò a diventare più reale quando percepii la sua presenza alle mi spalle, la sua aurea, quel suo tepore e il profumo che di solito emanava quando mi camminava accanto
Un brivido mi scosse per quel contatto che in realtà non c’era, eravamo semplicemente due corpi vicini, che non si guardavano e si univano semplicemente attraverso quella mano che teneva il mio braccio.
Sì, non era una mia fantasia Hara era proprio lì dietro di me che mi tratteneva. “Io non ci riesco.” Cominciò a dire senza che potessi vedergli il viso, sentivo solo la sua voce profonda, “Tu non mi piaci ma non riesco a lasciarti andare dopotutto.” Non poteva davvero dire quelle cose, no dopo aver cinicamente detto quelle cose, prima. Non aveva senso, nulla intorno a lui aveva più senso per me.
“Che significa?”
“Io non so volere bene alle persone quindi non chiedermelo, ma non riesco a mandarti via.” In quel momento mi girai di scatto per vederlo negli occhi e lì incontrai a un palmo dal mio viso, non ebbi affatto paura di quella vicinanza. Ormai lui non mi faceva più paura.
“Io non posso stare dietro la tua testa. Quindi ora ti chiedo cos’è che vuoi davvero qui?” e con le dita della mano andai a scorrere lungo il tuo torace fino a raggiungere dove si presumeva ci fosse il suo cuore.
Hara parve di nuovo il ragazzo imbarazzato di quella notte al lago, forse anche a lui morivano le parole in gola ma non avevo più voglia di stare ad aspettare così fui io, quella volta, ad afferrargli il viso e ad avvicinarmi lentamente, in maniera delicata, a quelle labbra che restavano lì immobili e incrociai ancora una volta i suoi occhi arancioni completamente immersi nei miei. Restammo così ad un passo dall’unire le nostre labbra. “Ryu..”
“Dimmi la verità.”
Chiuse gli occhi all’improvviso fino a stringerli troppo per poi aprirli di scatto e indietreggiare bruscamente “Non posso ricambiare i tuoi sentimenti.”
“Perché?! Dimmelo almeno.”
Hara parve molto agitato in quel momento “Te lo dissi già mi pare, l’amore è stupido, non esiste, e non vale neanche la pena smarrirsi per qualcuno perchè si finisce per soffrire.”
Usò le stesse parole di quella volta e rammentai perfettamente quel momento “Hara..”
“Lo vedrai stesso tu poi, provare certe cose non serve a nulla.”
Abbozzai un sorriso a quel punto “Sta a me dire se una cosa serve o meno, forse infondo mi spiace solo che la prima vera persona che mi piace sia proprio tu...” Nel sentire quelle parole Hara parve rattristarsi, glielo leggevo nelle iridi degli occhi che avevano assunto una sfumatura più scura del solito. Era inutile, pensai, per quanto potesse darmi barlumi di speranza non avrebbe mai davvero fatto un passo verso di me e francamente capii che non si poteva salvare l’insalvabile. Eppure il mio cuore mi diceva non mollare, non lasciare perdere perché uno spiraglio era aperto “Io però non mi arrendo..” iniziai poi a dire raccogliendo una sorta di stupore da parte sua, “non mi importa quanti insulti ancora dovrò ricevere, e quanti 'no' ancora dovrò sentire io non ho intenzione di arrendermi con te e abbatterò le tue barriere.”
“Ma cosa dici.”
“Hai sentito bene! Quindi stanne certo ti farò innamorare e ricredere riguardo i sentimenti umani.”
Hara sgranò gli occhi probabilmente credendo di avere davanti a sé un completo pazzo ma la sua reazione fu ancora una volta imprevedibile, mi concesse un suo sorriso gentile “Starò a vedere allora.”
 
 
Era il grande giorno della partita e non eravamo al 100% pronti, io sentivo i muscoli praticamente morti per tutto l’allenamento improvviso a cui avevo sottoposto il mio corpo nelle ultime 24 ore, pensai che da un momento all’altro sarei crollato a terra privo di forze.
Gli altri non stavano meglio di me, Kyoja aveva ancora una volta lo stomaco sottosopra e Tetsuo si teneva a debita distanza di sicurezza per evitare che si ripetesse un altra spiacevole situazione. Persino Hara pareva molto esausto per tutti quegli allentamenti, ma non sembrava avere paura, che fosse solo una maschera?
“Allora ragazzi siamo carichi?!” ci gridò contro Kioko non riscontrando alcuna risposta, “Hey ma che vi prende a tutti, dovete giocare tra poco, dov’è il vostro spirito battagliero?”
“Lascia perdere” le rispose Tetsuo.
“Temo di fallire lì fuori” dissi in confidenza a Kyoja che mi sedeva accanto nello spogliatoio.
“Andrà tutto bene Ryucchan tu devi fare affidamento su di noi e vedrai che vinceremo!” Le sue parole erano dolci ma non mi aiutarono molto. Non avevo mai partecipato a una cosa del genere.
“Sega” mi chiamò improvvisamente Hara raccogliendo la mia attenzione “qualsiasi cosa accada tu non lasciarli segnare chiaro?”
“Chiaro.”
Hara dunque si alzò in piedi prendendo posto al centro della stanza e ritagliandosi l'attenzioni da parte degli altri “Bene ragazzi oggi non diremo ‘ci abbiamo provato’, lì manderemo a casa perché ce l’avremo fatta e voglio vedere quel tabellone con i nostri punti quindi oggi lasciate perdere tutto ciò che non conta e unitevi a me come mia squadra.” Quel discorso mi stupì molto, ma oltre me, stupì tutti che sembrarono improvvisamente più luminosi.
“Sempre il solito eh Yuuto?” commentò Tetsuo “Facciamoli neri.” Disse infine lanciando un occhiata di intesa al proprio amico che ricambiò sorridendo.
“Siii vinciamo!” gridò poi Kyoja.
Persino Makoto e Kaoru sembrarono rinati sentendo quelle parole come se ci volesse un discorso di incitamento ogni qual volta ci fosse da affrontare una sfida, eppure aveva funzionato, anch’io stavo meglio. Sì, ci avrei provato e al diavolo la paura e le mie pessime capacità, ormai ero in ballo e dovevo ballare.
L'ingresso in campo fu il momento più eccitante della mia vita, sfilare sotto gli occhi di tante persone fu come salire su un palcoscenico per la prima volta. Tanti occhi mi stavano fissando per la prima volta, forse non esattamente me, ma ero lì al centro di un qualcosa di importante e no nascosto in un angolo come prima. Quella era la mia rivalsa, pensai. Era finalmente arrivato il momento che tutti capissero che esistevo anch’io, che non ero affatto invisibile e che quelli davanti a me erano i miei compagni di squadra. Mi persi a lungo a guardare le platee che gridavano incitamenti per noi, fu così bello.
Un mano mi toccò la testa “Non spaventarti. Immagina che tutti loro non ci siano” mi sussurrò Hara nell’orecchio e con quelle parole improvvisamente le persone intorno a noi cominciarono a sparire dalla mia mente “ci sei solo tu e noi, pensa solo a questo.” La sua mano mi lasciò andare e abbandonai ogni sensazione legata alle persone, il cuore mi batteva forte ma solo perché avevo sentito il suo respiro e la sua voce nel mio orecchio.
E arrivò il famoso fischio di inizio. Senza rendermene conto era persino iniziata e io mi ci trovavo in mezzo, infatti vidi immediatamente Hara e Tetsuo schizzare in avanti con Masato e un suo compagno di classe mentre io e Kyoja restammo ai margini attendendo dei possibili attacchi.
Tutta la prima parte della partita si svolse con dei ritmi molto accelerati e più di una volta mi ero visto aggredito da uno degli avversari ma per fortuna era sempre intervenuto Hara o Kaoru in mio soccorso salvando la palla da un possibile punto.
A metà partita eravamo ancora in parità e i ritmi stavano calando specialmente dal nostro lato, anche perché tre di noi dovevano fare il doppio del lavoro per compensare le carenze di mie e di Kyoja che eravamo inutili. Masato e i suoi invece sembravano stare perfettamente e davano vita ad un ottimo gioco di squadra. In varie occasioni Masato mi lanciò strane occhiate che mi fecero paura, temevo che potessero prendermi di mira come anello debole e lo fecero davvero, iniziarono ad attaccare maggiormente sul mio lato e per quanto cercassi di marcarli erano molto più alti di me e persino più in forma.
“E’ inutile hanno capito su chi colpire ormai!” gridò Tetsuo.
Hara allora chiese di cambiare posizione e passò in difesa al posto di Kyoja che andò in attacco, scelta azzardata visto che Hara era il migliore in campo ma non si poteva fare altrimenti.
Arrivò un nuovo attacco da parte di Masato che sembrava un altro in campo; agguerrito più che mai cercò il confronto proprio con Hara, per fortuna quest’ultimo gli stava dietro senza alcun problema ma con mio dispiacere vidi arrivare in soccorso a Masato un suo compagno altrettanto bravo e allora Hara sarebbe stato in difficoltà. Dovevo provare a fare qualcosa anch’io. Ripensai dunque a come ero entrato nella squadra, infondo io avevo tolto la palla ad Hara potevo farlo anche loro. Hara fu schivato dall’altro giocatore mentre Masato lo teneva bloccato. Vidi il ragazzo correre dritto verso il canestro palleggiando e assaporando già il gusto del punto in tasca. Allora con una mossa del tutto a caso entrai in scena e mi piegai lievemente in direzione sua attendendo un altro palleggio, raccolsi lo stupore del giocare che cercò di caricare il salto per evitarmi dal basso ma era troppo pesante, e io essendo più leggero saltai più in alto e prima che tirasse riuscii a toccare la palla e a bloccarlo. La palla allora rotolò a terra finendo fuori come quella volta. “Si!” gridai soddisfatto.
“Grande!” urlò Hara venendomi vicino “La stessa mossa non funziona due volte con loro ma sei piccolo puoi batterli in agilità.” Mi spiegò.
Si avrei fatto così allora. E la partita proseguì, nessuno voleva arrendersi e arrivammo agli ultimi minuti completamente stanchi, io principalmente, che ero quello meno allenato mi sentivo di venire meno. “Tutto bene mezzasega?” mi domandò allora Tetsuo. Annuii cercando di prendere fiato “Stai andando bene, manca poco.”
Sentirgli dire quelle parole di incoraggiamento mi fecero uno strano effetto, al punto da sentire uno strano tepore nel cuore come se per la prima volta facessi davvero parte di quel gruppo.
Arrivò finalmente l’ultimo scatto in cerca del punto della vittoria, e mancano davvero pochissimi minuti alla fine. Pregai con tutto il cuore che Hara facesse punto ma fu bloccato da due avversari che riuscirono a togliergli la palla, a quel punto i due si scambiarono un’occhiata di intesa e gridarono il nome di Masato che cominciò a correre verso il nostro canestro ma per fortuna intervenne Kyoja che con la sua straordinaria velocità riuscirò a marcare l’altro ragazzo e a fargli perdere la palla. Questa rotolò a terra e mi ci catapultai sopra come se da quella mia ripresa dipendesse tutto, mi guardai intorno cercando di vedere a chi darla ma l’unico libero era Kaoru così gliela lanciai.
Kaoru afferrò la palla e cominciò a correre verso il canestro inseguito da Masato che agguerrito più che mai sfruttò le sue ultime forse per bloccargli il tiro e purtroppo Kaoru si trovò in trappola quando anche un altro degli avversari andò ad ostacolarlo.
Nel frattempo Hara si era liberato e corse verso di noi cercando di smuovere la situazione e gridò a Kaoru di passargliela e così fece, la palla però fu deviata dal tocco di Masato e per poco non mi finì in faccia e me la trovai di nuovo tra le mani.
Guardai il canestro davanti a me e gettai un occhiata a chi poterla passare. “Sega lancia quella cazzo di palla nel canestro!” gridò Hara. Ma proprio il quel momento vidi Masato correre verso di me assetato di sangue e pur di liberarmi di quella palla lanciai completamente a caso il pallone in direzione del canestro. Il tempo parve rallentare, così come le grida in campo e il brusio del pubblico. La palla rimbalzò due volte sul bordo del canestro, parve sul punto di cadere fuori e fu in quel momento che mi maledissi, avrei potuto fare meglio, prendere almeno la mira ma per fortuna Hara all’improvviso prese una bella rincorsa e saltò abbastanza da sfiorare la palla e spingerla nel canestro raccogliendo le acclamazioni del pubblico e lo stupore degli avversari che non si sarebbero mai aspettati un tiro del genere. E finalmente arrivò il fischio della fine, era davvero finita.
Gli spalti scoppiarono in grida di pura euforia lanciando striscioni, coriandoli e altra roba assurda. Ero rimasto completamente imbambolato di quella strana vittoria, se non ci fosse stato Hara quella palla avrebbe segnato la nostra sconfitta e tutto per causa mia. “Ryu” una voce attirò la mia attenzione facendomi sussultare, era Masato che mi era venuto vicino cingendomi la mano “è stata una bellissima partita, complimenti.” Mi sorrise come se quella sconfitta non gli toccasse affatto.
Allora immediatamente risposi a tanta sportività “Oh s-sì, siete stati bravi anche voi.” Era ciò che si diceva giusto? Non sapevo nemmeno io come comportarmi, ero un vincitore.
“Lo sapevo che avresti giocare bene e sono contento di averti trovato in campo.”
“Si sono felice anch’io.” Arrossii lievemente perché ero felice, lo ero perché avevo fatto ciò che davvero volevo e mi sentivo pienamente appagato di averci almeno provato. Mi venne da sorridere come un ebete.
“Ryu..” Vidi un espressione completamente diversa sul volto di Masato, era imbambolato e serio, ed era lì che mi fissava come in cerca di qualcosa. Sollevò il braccio verso di me, e lo vidi allungare la mano verso il mio viso cercando di sfiorarmi la guancia. Non mossi un muscolo, rimasi lì imbambolato aspettando quel contatto che non arrivò mai perché fui strattonato via bruscamente da un braccio enorme che mi avvolse il collo.
“Eh?” mi venne da dire riconoscendo quel profumo e quando girai un pò la testa per vederne il viso riconobbi Hara, e il suo braccio che mi teneva stretto a sé sotto lo sguardo sconvolto di Masato.
“Ti consiglio di andartene subito.” Disse bieco verso l’altro ragazzo, i suoi occhi erano famelici, stava affatto scherzando. Pronunciò quella frase con un tono molto cupo.
Masato allora tornò in sé, sorrise come suo solito e con il cenno di una mano ci lasciò. Fu allora che Hara mi lasciò andare guardando completamente da un altra parte e ignorandomi come suo solito, “Cos’era quello?”
Hara si toccò la nuca e esitò un attimo “Non puoi fare così durante la vittoria della tua squadra.”
Che cazzo di spiegazione era?! “Mi stava solo salutando.. aspetta un attimo, ti ha dato fastidio? Cioè che mi stesse sfiorando?” domandai guardandolo attentamente e sul volto di Hara Yuuto apparì un lieve rossore, a quel punto non potei fare a meno di ridere.
“Piantala sega!” Non riuscivo a smetterla e in quel momento arrivarono anche gli altri verso di noi in vena di festeggiare, Kyoja mi saltò letteralmente al collo come un cucciolo felice, ma non era l’unico a sentirsi così, ci sentivamo tutti soddisfatti e felici di avercela fatta. Il mister più di tutti che portò in campo una bottiglia di champagne.
Quella sera stessa decidemmo di andare tutti fuori a festeggiare ovviamente proposero un locale per bere, ma quella volta lasciai correre, io non avrei bevuto ma perché privare gli altri della loro felicità.
Mentre camminavamo per strada vidi Tetsuo cingere dolcemente il fianco di Kioko per portarla accanto a sé, trovai quel gesto molto dolce nonostante il caratteraccio di quel ragazzo. Io nel frattempo non potevo fare a meno di pensare alla reazione di Hara in campo, mi venne ancora da sorridere, infondo non era burbero come dava a vedere e poteva anche lui irritarsi. Dimostrazione o meno di gelosia ero contento in generale quella sera.
“Vi va bene questo posto?” domandò ad un certo punto Tetsuo indicando un bar a caso. I ragazzi risposero di si, no che quei posti fossero i nostri preferiti. Dentro però trovammo un ambiente molto confortevole e lo staff si rivelò essere cortese e anche troppo disponibile a vendere alcolici a dei ragazzi sedicenni, ma di cosa mi stupivo.
“Ryucchaaan la prendi un birra con me?”
“Ne farei a meno in verità.”
“Daaaai che male c’è.”
Se solo sapesse che effetto mi faceva certa roba, purtroppo però mi fu praticamente piazzata in mano una birra che aveva un sapore pessimo, Hara mi lanciò un occhiataccia allungando un braccio per togliendomi di mano quell’affare “Io eviterei che dici?”
Quella pseudo ironia mi dava sui nervi infondo quella volta non era stata colpa mia, anche se non ricordavo proprio nulla della vicenda.
“Yuuto ma ridai la birra a mezzasega per questa sera può festeggiare anche lui!” suggerì Tetsuo completamente brillo che nel frattempo cingeva continuamente la spalla di Kioko che cercava di liberarsi sentendo un penetrante odore di birra.
“Ma quindi voi state insiemeee” esordì a un certo punto della serata Kyoja che stava da un pò osservando Tetsuo e Kioko “Non ci credo..” Kioko arrossì di colpo e non rispose a tono come suo solito mentre Tetsuo lo intimò di smetterla. “Uao stanno nascendo coppie una dietro l’altra.”
Cosa aveva appena detto? Ebbi il terrore che stesse alludendo a qualcun altro e quella persona potevo essere io, infatti incrociai lo sguardo preoccupato di Kioko. “Credo tu debba smettere di bere Kyoja.”
“Perchè? Stasera posso anch’io, me lo sono meritato, tu torna a pomiciare con lo stronzoo” Per quanto apprezzassi l’ultima parola pronunciata e vedere Tetsuo infuriato, non potevo fare a meno di avere una brutta sensazione. “La voglio anch’io una ragazza non è giusto..”
“E’ andato” osservò Makoto divertito, ma più che ridere mi veniva da piangere.
“Kioko sta con Tetsuo, Makoto ha quella racchia della biblioteca” disse raccogliendo l’enorme imbarazzo di Makoto che cercò di nascondersi dietro Kaoru “Hara potrebbe farsi anche un attrice e io nessuno.. persino Ryucchan ci sa fare più di me!”
Scoppiò una grossa risata in quel momento e sia io che Kioko cercando di assecondarla facendo fitta che tutto ciò fosse solo il delirio di quell’imbecille. “Non credevo fosse così uno spasso il novellino” disse Tetsuo.
“Allora dovresti farti insegnare dalla mezzasega come abbordare le ragazze no?” suggerì ironico Hara mentre sorseggiava la sua seconda birra.
“Già dovrei ma non riesco ancora a capire come abbia potuto conquistare Aibara Mizumi e..” fu troppo tardi non riuscii a tappargli la bocca in tempo e quel nome gli scappò. Nel muovermi avevo rovesciato varie bottiglie lasciando senza parole i presenti per quel mio gesto improvviso. Ormai era fatta e aveva detto chiaramente il nome di Mizumi, e in quel momento non avevo il coraggio di voltarmi per guardare Hara in viso. Allora decisi di lasciar andare Kyoja, che ripreso fiato “Che ho detto di male? Perché te la prendi tanto? Eravate così carini abbracciati l’altro giorno”
“KYOJA STA ZITTO!” urlò a quel punto Kioko dandogli un ceffone in pieno viso. Erano tutti increduli per il gesto di Kioko, io invece le fui molto grata di ciò ma non serviva più a nulla, pensai. Gettai una fugace occhiata ad Hara il quale stava giocherellando con la propria bottiglia poggiata sul tavolo e la fissava come se nulla fosse, in silenzio e con lo sguardo di chi avrebbe voluto ammazzare qualcuno.
“Donna ma che diamine ti è preso?” intervenne a quel punto Tetsuo. Kioko però lo ignorò fissandomi, aspettava che dicessi qualcosa ma non avevo nulla da dire, forse l’unica cosa intelligente da fare in quel momento era tornarmene a casa e terminare lì quella serata.
Così senza dire nulla mi alzai e andai fuori dal locale “Ryu!” ascoltando Kioko chiamarmi ripetutamente. Ero paralizzato dalla paura fuori di lì, ma in cuor mio ringraziavo il cielo che a Kyoja non fosse uscito il nome di Hara almeno quel mio segreto era al sicuro eppure perché aveva parlato di Mizumi? Io e lei non ci eravamo affatto abbracciati ma poi mi tornò in mente quel giorno quando lei aveva poggiato la sua testa sulla mia spalla e le ero rimasto vicino mentre piangeva. Ci aveva visti!
Dovevo andare via di lì al più presto, a casa mia sarei stato al sicuro e sarei scappato da quella assurda situazione di imbarazzo e dall’odio di Hara. Perché finiva sempre in quel modo? Ero felice prima di andare in quel posto perché lui si era comportato bene tutto il tempo con me e durante la partita si era persino comportato da normalissimo compagno di squadra, ora invece si era tornati nuovamente punto e da capo. Mi fermai in mezzo alla strada, avevo camminato un pò senza manco guardare dove stessi andando, tanto dei pensieri che mi frullavano per la testa. Il mio cuore era sottosopra, ormai lì c’era solo Hara, Hara, Hara sempre e solo lui, in ogni sua sfumatura e come un imbecille mi facevo il problema per ogni cosa. Volevo la sua approvazione, il suo sorriso, la sua gentilezza eppure sembravano mete irraggiungibili perché facevo sempre qualcosa che scatenava l’effetto opposto. Mi veniva da piangere per quei sentimenti che facevano troppo male.
“Ryu!” Ero ormai talmente impazzito da sentire la sua voce ovunque, stavo sul serio male, serrai gli occhi sperando che tutto ciò svanisse, che potessi tornare lucido ma niente sentii ancora la sua voce: “Ryu cazzo!” Poi però ci pensai, lui non mi chiamava mai per nome così aprii gli occhi e mi voltai e dietro di me a qualche metro di distanza, tra tanta gente c’era proprio lui che affannato chiamava il mio nome.
“Hara?” Volevo scappare di lì ma le mie gambe erano inchiodate a terra, mi impedivano di mettere distanza tra noi, anzi se avessero potuto mi avrebbero portato tra lei sue braccia.
Hara mi raggiunse e inaspettatamente mi diede un cinque ben assestato proprio in viso “Cazzo ti sto chiamando da un ora! Dove te ne stai andando da solo idiota!”
“E-ecco io..” non seppi che dire.
“Non conosci una cazzo di strada non andartene in giro così.”
Perchè era lì? Non capii quella sua preoccupazione sinceramente, la trovai veramente strana tanto che lo guardai confuso. “Perché sei qui?”
“Kioko e gli altri ti stavano cercando dopo che sei andato via in quel modo.” E mi stavi cercando anche tu?
“Ah capisco.”
“Su imbecille torniamo indietro e smettila di scappare sempre per poi non scappare quando davvero sei nei guai, mi irrita molto questa cosa. Idiota.” Disse estremamente seccato. Avrei dovuto sentirmi felice ma non riuscivo ad esserlo pur avendolo così vicino a me, lo percepivo talmente lontano da farmi sentire su un altro pianeta. Che si fosse preoccupato per me non aveva alcuna importanza, volevo semplicemente che mi guardasse in maniera diversa e mi accettasse.
In breve tempo raggiungemmo gli altri che tirarono un sospiro di sollievo nel vedermi. Kyoja ancora brillo venne a chiedermi scusa avvolgendomi con le sue braccia, così fece anche Kioko accarezzandomi la testa e ringraziando Hara di avermi trovato. La serata ormai era finita lì.
  
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