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Autore: sorridopernullawow    23/02/2016    1 recensioni
Da una notte rilucente di sangue
nasceranno due fratelli.
Il loro legame richiederà un prezzo
che Alynor dovrà pagare:
il Drago sarà la chiave
che il destino farà girare.
Ciò che uno considererà fratello,
per l'altro sarà eterno nemico;
due facce della stessa moneta,
il cui lancio sancirà le sorti
del mondo amico.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOUNDTRACK: Sia “Alive”(Male Version)
\\

La pesante porta della cella si aprì lentamente, sollevando una nuvola di polvere che ricopriva il freddo pavimento di pietra. Un fievole raggio di luce illuminò l’oscuro interno della stanza, dove sul fondo era a steso a terra un ragazzo.

Gli abiti erano stati ridotti quasi a brandelli, squarciati da lunghi tagli e sporchi di sangue secco, proveniente dalle numerose ferite sul corpo.

-Controlla se il giovane è ancora vivo- ordinò una guardia al suo compagno, il quale sbuffò annoiato.

-Questa parte del lavoro tocca sempre a me … - si lamentò l’altro.

-Non fare storie, prometto che più tardi ti offrirò una birra alla taverna.- propose allora il primo uomo.

Alla fine la seconda guardia, facendo un altro lungo sospiro, dovette cedere all’offerta: quale occasione migliore per bere senza pagare un soldo, soprattutto in quei tempi difficili.

Si avvicinò al ragazzo, facendolo poi voltare verso di lui in modo da riuscire a sentire se respirava o meno. Dovette avvicinare un orecchio alla sua bocca per udire un fievole respiro, mentre il corpo era scosso da violenti brividi.

Alastar era ancora vivo, ma aveva bisogno di cure immediate.

-Chiama gli altri, questo ragazzo è ancora vivo.- disse al compagno fermo alla porta.

-È sopravvissuto ad una Furia Nera, ha avuto davvero molta fortuna.- affermò quello facendo un cenno verso delle altre guardie all’esterno.

-Non credo che sia stata pura fortuna, non hai visto come ha conficcato la spada nel petto del Drago?- chiese il secondo soldato mentre altri due suoi compari entrarono nella cella sorreggendo una brandina.

Questi ultimi caricarono Alastar sul lettino, per poi sollevarlo e trasportarlo fuori da lì, mentre la guardia rimasta in disparte, osservando più attentamente il ragazzo quando passò davanti a lui, notò il simbolo impresso sul suo collo. Aveva già visto quel segno da qualche parte, ma non rammentava con esattezza in quale occasione. Di una sola cosa era sicuro: la Prova di quel povero ragazzo non sarebbe di certo passata inosservata. 

Alastar venne condotto attraverso lunghi corridoi dalle guaritrici di corte, dove avrebbe potuto finalmente ricevere le cure necessarie. Le guardie lo consegnarono alle donne, per poi uscire dalla stanza e iniziare il loro lavoro di costante sorveglianza.

Dopo alcune ore Alastar aprì lentamente gli occhi. La forte luce che filtrava da ampie finestre in un primo momento lo accecò, ma il volto di una donna la coprì quasi subito. Aveva lineamenti dolci, occhi castani chiari e lunghi capelli scuri legati in diverse trecce, raccolte sopra la nuca in una crocchia spettinata. Indossava una lunga tunica verde acqua, dalle maniche corte e stretta in vita da una corda biancastra.

Il ragazzo ricordava solamente di aver perso i sensi nella completa oscurità della sua cella, eppure si era risvegliato disteso su un morbido letto, coperto da delicate coperte di lino e circondato dalla luce. Per un momento pensò di essere passato a miglior vita durante la notte, tuttavia la voce soave della donna lo riscosse dai suoi pensieri.

-Alastar riesci a sentirmi? Se sì stringi la mia mano o fai un cenno con la testa. 

Lui provò a stringerle la mano, ma era come se non sentisse più né le braccia né tanto meno le gambe, per cui si limitò a muovere il capo dando una risposta affermativa. 

-Non ti preoccupare se non riesci a muoverti completamente, è l’effetto delle erbe medicinali che ti abbiamo dato, passerà tra non molto. Riesci almeno a parlare?- chiese mentre gli sistemava altri cuscini dietro la schiena per farlo alzare leggermente.

-S-sì … d-dove mi trovo?

-Sei nelle Alte Infermerie a palazzo, alcune guardie sono venute a prenderti questa mattina e ti hanno portato da noi. Complimenti Alastar figlio di Loran, hai superato la Prova.

Di quello che era accaduto il giorno prima Alastar aveva solo dei ricordi confusi, che a mano a mano si facevano sempre più nitidi: l’Arena, la folla strepitante, il Drago ... 

-Tu chi sei?- domandò il ragazzo.

-Mi chiamo Keitha e, a voler essere più precisi, sono una delle donne che ti hanno salvato la vita. -rispose lei.

-Allora sono in debito in con te, per sempre.- disse tentando di alzarsi di più con i gomiti.

-Non sforzarti, devi riprendere tutte le tue forze per questa sera. Questo è il mio lavoro, non devi essermi debitore di nulla.

Un'altra voce femminile proveniente dalla parte opposta della stanza chiamò Keitha, forse per farsi aiutare con un altro ferito, per cui Alastar venne lasciato solo a riposare. 

Iniziò a guardarsi attorno, scorgendo una lunga fila di letti divisi da tende blu oceano. Il soffitto a volte era decorato da lampadari di cristallo, dai quali pendevano diversi rami ricolmi di fiori profumati, diffondendo così un piacevole odore che mascherava quello delle erbe medicinali, spesso molto forte e sgradevole. Notò inoltre, sbirciando sotto le coperte, che gli avevano tolto i suoi vestiti, sostituendoli con una lunga camicia bianca e calzoni morbidi grigi. 

Dalla profonda scollatura della camicia avrebbe dovuto vedere spessi strati di bende per le ferite inferte dalla Furia Nera, eppure il petto nudo non presentava alcun graffio né cicatrice.

-Come è diamine possibile?!- chiese a Keitha, la quale era ritornata da lui dopo pochi minuti.

-Te l’ho già spiegato: è l’effetto delle erbe curative che ti abbiamo applicato. -gli rispose con voce calma e pacata.

-Non ho mai sentito parlare di erbe con questi effetti così efficaci …

-E così dovrà essere sempre, il popolo non ne deve sapere nulla. Questo farà parte anche del Giuramento che proclamerai questa sera davanti a tutta la corte.

-Come mai è tenuto segreto? Noi abbiamo il diritto di essere curati, tanto quanto i nobili.

-Sono d’accordo con te, ma agli ordini del Re non si discute. E ricordati bene questo: da oggi tu non fai più parte del popolo.

Alastar rimase immutolito a quelle parole: la sua vita era davvero cambiata radicalmente.

-Avanti, riprova a stringermi la mano. - cambiò argomento la donna.

Il ragazzo sentì un leggero formicolio alla mano, ma questa volta riuscì a chiudere le dita verso quelle di Keitha.

-Bene, credo che tra due ore riuscirai ad alzarti, giusto in tempo per iniziare a prepararti al Giuramento. 

-Chi altro è sopravvissuto?- domandò speranzoso il giovane.

-Non ti è concesso saperlo ora, questa sera ne verrai a conoscenza.- rispose lei andando a prendere una ciotola colma di zuppa calda, per poi iniziare ad imboccarlo pazientemente, come se fosse ancora un bambino.

Finito il pasto, lo lasciò nuovamente da solo per andare ad occuparsi di altri malati. Esattamente due ore più tardi, ritornò da Alastar reggendo un grosso pacchetto chiuso da nastri di seta.

-Che cosa contiene?- chiese lui incuriosito.

-I tuoi abiti per la cerimonia. Non pensavi certo di presentarti davanti al Re vestito così, giusto?

-G-giusto. 

In realtà non ci aveva neanche pensato, tanta era l’apprensione che provava per quella sera. Continuava a chidersi se avrebbe rivisto almeno uno dei ragazzi che aveva incontrato nella Sala dei Campioni, se avrebbe rivisto ancora una volta Morgause.

Aiutato da Keitha, Alastar riuscì finalmente ad alzarsi, rabbrivedendo un poco non appena i piedi toccarono il freddo pavimento di lucida pietra bianca. 

-Ti lascio prepararti da solo, se hai bisogno chiamami.- disse la donna tirando le tende dietro di lei.

Con le mani ancora tremanti il ragazzo scartò il prezioso pacchetto, rivelando gli abiti pregiati scelti per lui. Quando ebbe finito di vestirsi chiamò Keitha, la quale lo aiutò a sistemare il lungo mantello di velluto color porpora.

-Sembro ridicolo.- commentò guardandosi ad uno specchio.

-Non dire così, secondo me invece sei molto elegante.- ribattè lei.

 Secondo i gusti più raffinati del Regno, Alastar era vestito come un vero campione: stretti pantaloni scuri gli risaltavano i muscoli delle gambe, ed una casacca nera ricamata con fili argentati copriva la camicia grigia con le maniche a sbuffo. Gli stivali lucidi  arrivavano appena sotto il ginocchio, mentre ai fianchi era legata una spessa cintura di cuoio scuro come la notte. Il mantello gli ricopriva le spalle, arrivando fino a terra, fissato alla casacca per mezzo di due grosse spille argentate.

-Manca solo questa.- disse Keitha porgendogli una spada racchiusa in un fodero impreziosito da alcune pietre. 

Alastar la prese in mano, togliendola dal fodero: era la sua scimitarra, pulita e affilata dal miglior fabbro della capitale.

-Tutto questo per me…

-Te lo sei meritato.

Una decina di soldati entrarono nella stanza, dirigendosi dritti verso il letto di Alastar. 

-È pronto?- chiese uno di loro.

-Sì può andare, non ha più bisogno di cure.- rispose Keitha, avvicinandosi poi al ragazzo per sussurargli all’orecchio -Cerca di rimanere te stesso il più possibile, non lasciarti influenzare troppo da questa corte. Tieni gli occhi aperti …

Il giovane non fece in tempo a rispondere che un soldato lo prese con forza per il braccio, iniziando a scortarlo fuori dalle Alte Infermerie. Percorsero vari corridoi, illuminati dalla luce del sole che stava tramontando ad Ovest. Alastar non riuscì a vedere molto del percorso, essendo circondato da una schiera di soldati, ma non potè non notare l’indiscusso sfarzo del palazzo. Le pareti dei corridoi erano riempite da ritratti di antichi Re o nobili, arazzi provenienti da Regni lontani, specchi dalle cornici dorate, caminetti in marmo: il lusso sfrenato.

Giunsero infine davanti ad un portone in legno finemente intagliato, dove i soldati si fermarono attendendo il momento di entrare.

-La cerimonia del Giuramento inizierà tra pochi minuti, quando arriveranno anche gli altri campioni.- esclamò quello che sembrava il comandante di quel gruppo di soldati, dato che indossava un elmo dorato con pennacchi rossi e blu. 

“Quindi non sono l’unico ad essere sopravvissuto …” pensò Alastar tirando un sospiro di sollievo.

Da un altro corridoio sulla destra si sentì il rumore di molti passi, alcuni pesanti per via del’armatura che indossavano le guardie di corte, altri più leggeri. Iniziarono a comparire i primi volti, tra i quali Alastar riuscì a distinguere quelli di Nicolas, il figlio di un generale, e Gideon, il bel ragazzo amato da ogni donna del Regno. Entrambi indossavano gli stessi indumenti che erano stati dati ad Alastar, come se costituissero una sorta di divisa.

Poi vide lei.

Indossava un abito cremisi dalla gonna ampia e voluminosa, adornata da piccoli cristalli che aumentavano verso lo stretto corpetto di pizzo, riempiendolo quasi completamente con il loro luccichio. Le spalle dalla pelle candida e bianca come la luna erano scoperte, mentre al collo portava una collana di perle che arrivava fino alla scollatura a cuore. I capelli rossi come il fuoco erano stati pettinati in una elaborata acconciatura, tenuta ferma da un piccolo fermaglio di rubini e diamanti; infine gli orecchini di perle le incorniciavano il viso, dalle guance piene di lentiggini leggermente arrossate e le labbra sottili risaltate da un particolare pigmento color fragola. Sulla schiena teneva la faretra colma di frecce e l’arco che aveva scelto il giorno prima, anch’essi rimessi a nuovo. Somigliava ad una vera regina: camminava a testa alta, con portamento pressocchè perfetto, senza esitazione.

Gli occhi grigi di Alastar incontrarono quelli verdi smeraldo di Morgause, che non riuscì a trattenere un’espressione sorpresa nel vederlo ancora vivo. Superò i soldati e corse tra le sue braccia, affondando il viso nelle spalle possenti del ragazzo.

-Sei vivo …- sussurò la ragazza ancora incredula.

-Non è così facile togliermi di mezzo.- rispose sarcastico Alastar, stringendola forte tra le sue braccia e assoporando il suo dolce profumo di rose.
Il comandante dei soldati tossì un paio di volte per attirare l’attenzione di tutti i presenti, proprio quando il portone iniziò ad aprirsi.

Alastar e Morgause dovettero sciogliere il loro abbraccio, ma rimasero comunque vicini, quasi sfiorandosi le dita delle mani, affiancati da Nicolas e Gideon.

Quando il portone fu completamente aperto, i ragazzi cominciarono ad avanzare a piccoli passi, ammaliati dalla grande maestosità della Sala del Trono.

Si estenteva in lunghezza, sormontata da numerose volte di pietra bianca, dalle quali pendevano dei lunghi nastri di cristalli che sembravano quasi brillare di luce propria, formando un corridoio di luce che conduceva davanti al trono. Ai lati della Sala, racchiuse in nicchie e adornate da fiori e candele, vi erano le statue dei Fondatori e di tutti i Re del passato; sopra di esse vi erano due file di balconcini, dai quali si affacciavano le guardie del Re ed i nobili più importanti. Il resto della corte invece affiancava il percoso dei giovani, lanciando petali di rose ai loro piedi, creando così una sorta di tappeto rosso che ricopriva il pavimento di pietra, talemente lucido da riflettere l’immagine del soffito come se fosse un enorme specchio. Tra di essi vi erano anche i vincitori delle precedenti Prove, riconoscibili grazie ai mantelli simili a quello di Alastar, e che occupavano tutta la prima fila. Ma ciò che attirava di più l’attenzione dei quattro giovani era il trono, sormontato da una enorme cupola di cristallo dalla quale passava la luce lunare. Era stato scolpito direttamente nella roccia quando il palazzo era stato costruito, una roccia talmente resistente da poter essere lavorata solamente una volta. Il colore mutava a seconda dell’inclinazione dei raggi del sole o della luna, ma solitamente era dorato con diverse sfumature più chiare, quasi argentate. Lo schienale era piatto, mentre sulla sommità vi erano una molititudine di bassorilievi raffiguranti Draghi in lotta tra loro; la seduta invece era coperta da una pelliccia scura, i cui lati sfioravano il pavimento rialzato da alcuni gradini.

Seduto sul trono vi era il Re di Alynor: Brayden II, diretto discendente di Ryann lo Spietato. Era un uomo sulla cinquantina, dalla corporatura massiccia ma ben proporzionata; il viso squadrato presentava folte sopracciglia brune ed occhi freddi come il ghiaccio, mentre i corti capelli castani cominciavano a divenire bianchi ai lati delle orecchie. Era vestito con estrema eleganza: giacca dorata, pantaloni bianchi in velluto, stivali alti e lucidi, mantello porpora con fili d’oro alle estremità. In mano reggeva una lunga spada, appartenuta alla sua famiglia fin dai primi secoli, mentre sul capo portava la corona in oro massiccio con una moltitudine di pietre preziose incastonate, tra le quali risaltava uno splendido diamante posto proprio al centro della fascia inferiore.

Nella Sala del Trono vi era ricchezza oltre ogni misura.

Arrivati di fronte al Re, tra gli applausi di tutta la corte, i quattro vincitori vennero fatti inginocchiare al cospetto di Sua Maestà, il quale si alzò dal trono e mise ad uno ad uno la sua spada sulle spalle di ogni campione. Infine alzò il capo verso la folla, che smise immediatamente di appludire facendo cadere un profondo silenzio, attendendo le parole del Re.

-Miei cari compagni, quest’oggi è un grande giorno per il nostro amato Regno di Alynor. Quest’oggi noi celebriamo la vittoria sui Draghi, e piangiamo per quelli che sono caduti nell’impresa. Quest’oggi accogliamo tra di noi i campioni della Prova, consapevoli che continueranno a difenderci da quelle laide creature!- esclamò a gran voce, per poi rivolgersi ai giovani - Adesso è il momento del Giuramento, sappiate che una volta pronunciato non potrete più tirarvi indietro dai vostri doveri, pena la morte. Chiunque di voi non lo accetti, è libero di andarsene senza vergogna. 

Nessuno si mosse, dopotutto era quello che desideravano, era quello per cui avevano rischiato la vita all’Arena.

-Molto bene, possiamo iniziare. Giurate di servire il Regno di Alynor a costo della vostra vita?

-Lo giuriamo.- risposero all’unisono.

-Giurate di non rivelare mai ad alcuna persona al di fuori da queste mura i segreti a cui verrete a conoscenza?

-Lo giuriamo.

-Giurate di seguire senza esitazione gli ordini di Sua Maestà Brayden II, anche se andranno contro le vostre convinzioni?

-Lo giuriamo.

-Giurate di continuare la Caccia, ovunque ce ne sia bisogno?

-Lo giuriamo.

-Ebbene allora io Brayden II, Re del Regno di Alynor, vi proclamo Cacciatori di Draghi. Sarete chiamati al vostro dovere ogni volta che un Drago sarà avvistato e potrete disporre di un certo numero di soldati scelti per ogni impresa. Da oggi in poi vivrete in questo palazzo, con ogni sorta di privilegio che voi desideriate, mentre le vostre famiglie saranno esentate da qualsiasi tassa come compenso e cariche di gloria. Avanti alzatevi e unitevi a noi!-  disse infine alzando le braccia, come se volesse abbracciare ognuno di loro.

Tutti e quattro si alzarono nello stesso momento e si voltarono verso la folla, che subito ricominciò ad applaudirli. Vennero poi condotti fuori dalla Sala del Trono, dove li aspettava una gran festa.

Il Re si risiedette sul trono, chiamando accanto a sé uno dei suoi consiglieri più fidati.

-Ditemi mio signore.

-Avete notato anche voi il simbolo impresso sul collo di uno dei campioni?

-No mio signore, non vi ho fatto caso. Credevo fosse un semplice tatuaggio.

-Allora potete ricordarmi il nome del ragazzo a cui appartiene?

-Alastar figlio di Loran, mio Re.

-Portatemi le carte di nascita di questo Alastar figlio di Loran e convocate al mio cospetto la sua famiglia, anche con la forza se necessario.

-Posso sapere il motivo sire?

-Desidero sapere come mai possiede uno dei Sigilli dei Draghi.
(FINE SOUNDTRACK)
\\

Brianna venne portata via da casa sua nel cuore della notte, senza sapere il motivo. I soldati le misero un cappuccio sulla testa, di modo che non capisse dove la stavano portando. 

Quando finalmente gli tolsero quel maledetto e fastidioso cappuccio la donna si ritrovò in ginocchio davanti al Re, il quale teneva tra le mani un lungo foglio di pergamena.

-Lei è la madre di Alastar, giusto?- chiese con voce dura il sovrano.

-S-sì mio signore, la prego mi dica che non è morto …- rispose intimorita Brianna.

-Il ragazzo è ancora vivo, ha pronunciato il Giuramento meno di un’ora fa. Ma non è stata convocata al mio cospetto per questo … Lei sicuramente sa bene che mentire al Re è ritenuto alto tradimento.

-S-s-sì mio signore.

-Questa pergamena è l’atto di nascita di Alastar figlio di Loran, suo defunto marito. Qui è scritto che suo figlio nacque diaciannove anni fa, la mattina successiva ad una luna rossa. Conferma?

-Confermo tutto sire ...- sussurrò a testa bassa.

-Lei sa cosa significa il simbolo che ha impresso sul collo?- chiese alzando il tono della voce.

-No, non ne so nulla…

-Allora glielo svelerò io: quello non è un simbolo qualsiasi, ma uno dei Sigilli dei Draghi. Ne esistono solo due e secondo gli Antichi Codici, dove vi è scritta anche la Profezia, a portarli devono essere due fratelli nati durante una luna rossa. Un evento molto raro, non crede? 

La donna non rispose, continuava a fissare il pavimento trattenendo le lacrime.

-Sono poche le persone a conoscenza di questa parte dei Codici. Il Re in carica, che sarei per l’appunto io, e la Confraternita, la setta traditrice che molti anni fa mise in crisi l’autorità della mia corona. Lei adesso mi deve dire la verità, altrimenti la rinchiuderò nelle segrete del castello per il resto della vita. Alastar è il suo unico figlio?

-Sì mio signore …- balbettò Brianna.

Il Re fece un cenno ad un soldato, il quale diede un calcio ai fianchi della donna.

-Non le conviene continuare a mentire … so che sua madre, Giselle, era uno dei membri più importanti della Confraternita, e ne ho le prove. Suppongo che abbiate deciso di dare il suo secondo figlio ad un menbro della vostra setta … A chi?

La donna non rispose, ma cominciò a tremare.

-Molto bene, se non vuole collaborare credo che una notte in cella le schiarirà le idee. Prima o poi saprò dove ha nascosto il gemello di Alastar ...
Brianna venne trascinata via dalla Sala del Trono, mentre vi entrò uno dei generali più fedeli al Re.

-Mi ha chiamato sire?

-Voglio che cerchiate in ogni angolo del Regno il ragazzo con il secondo Sigillo del Drago impresso sul collo, e che lo portiate da me. La Profezia deve essere fermata prima che ci porti alla rovina.







  
   
 
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