Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: BlueWisteria    27/02/2016    3 recensioni
Storia lenta di come una situazione banale può diventare speciale per qualcuno. Se poi di mezzo ci sono i Bts, niente è scontato. In un giorno qualunque Jungkook scopre uno strano bar e...
Dalla storia:
-Ti va di sederti?- gli uscì talmente spontanea che si meravigliò lui stesso.
La ragazza fece una buffa smorfia e, mentre si sedeva di fronte a lui, lo guardò ironica.
-Grazie per avermi invitato ad accomodarmi nel mio bar- (Capitolo 1)
-Giuro che non siamo sempre così- cercò di spiegare Jungkook, arrossendo e mordendosi il labbro.
All'occhiata scettica che gli lanciarono Yoongi e Jimin, Vivian non ce la fece più e fu costretta a girarsi, cercando talmente tanto di non ridere che le tremarono le spalle. (Capitolo 2)
Ci fu un attimo di silenzio e poi Taehyung balzò in piedi all'improvviso, brandendo il cucchiaino e facendo quasi rischiare un infarto a Hoseok e Jin che gli stavano accanto.
-Expelliarmus!- gridò, sembrando serio. (Capitolo 3)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E buonsalve a tutti!
Non perdiamoci in chiacchiere, ringrazio tutti quelli che hanno letto e commentato.
Le cose in questo capitolo si fanno più interessanti, oltre al nostro Kookie, compare anche qualcun altro...

Informazione di servizio: probabilmente cambierò l'introduzione della storia. Magari non fregherà niente a nessuno, ma volevo comunque avvertirvi ^^

 

 

 



                                                                                                            - Centonchio -




Vivian era una persona mattiniera. Le piaceva fare le cose con calma, anche se a dirla tutta ci metteva giusto un quarto d'ora a prepararsi. Da quando poi lavorava al bar, non si doveva preoccupare nemmeno di fare colazione, limitandosi a mangiucchiare qualcosa mentre sistemava il bancone prima dell'apertura.
Proprio per questo motivo si era presa l'impegno di essere di turno tutte le mattine.
Quindi, come faceva tutti i giorni da un paio di mesi, alle sei era già in piedi, diretta verso il bagno con passo calmo.
C'era troppo silenzio.
Era strano abitare da sola. In Italia aveva abitato assieme ai suoi, anche durante l'università dato che era nella stessa città. E durante le vacanze estive veniva in Corea dai nonni. Aveva sempre pensato che la sua fosse una famiglia nient'affatto rumorosa, ma da quando abitava da sola aveva capito veramente cosa fosse il silenzio.
Sospirò debolmente, mentre si guardava allo specchio. Era abbastanza obiettiva da dire che non stava bene, sia fisicamente che emotivamente.
La morte di sua nonna l'aveva colpita come un pugno nello stomaco, totalmente inaspettata. Perché non c'era niente che indicasse che stesse male. In una delle sue ultime telefonate, si era giusto lamentata che era più stanca del solito, ma succedeva sempre con l'arrivo del freddo. E poi qualche giorno più tardi, una mattina di inizio dicembre, non si era più svegliata.
I giorni seguenti erano stati confusi per Vivian. Maman che l'abbracciava in ogni momento per conforto e per essere confortata. Suo padre, che era stato sempre un tipo pacato e bonaccione, improvvisamente infuriato contro il tipo dell'agenzia di viaggi che non riusciva a trovare un volo per Seoul il giorno stesso.
Il funerale, con tutti i clienti fissi, i signori Kim in prima fila.
La decisione di rimanere in Corea, anche se avrebbe voluto dire un lavoro immenso per riuscire a laurearsi in tempo.
Si legò i capelli in un codino, pettinandosi giusto la frangetta e quei poche ciuffi che sfuggivano dall'elastico.
Un miagolio la distrasse e guardò in basso, con un sorriso che pian piano le si dipingeva in volto alla vista di Vanille che le si strusciava addosso. Solo con lei sorrideva pienamente, perché in fondo Vanille la capiva, lei aveva perso una padrona dopotutto.
Non che Vivian non sorridesse più, solo che i suoi sorrisi erano diventati più contenuti e pensierosi. Di risate poi, ne aveva fatte veramente poche.
Pensò a Jungkook, mentre prendeva in braccio Vanille e si spostava in cucina, prendendole i croccantini. Con lui era stata più spontanea, più simile a com'era sempre stata. Forse perché (e si vergognò a pensarlo), non era stato protettivo al limite dell'oppressione, come tutti i clienti storici del bar che sì, considerava come una famiglia, ma forse dovevano smetterla di trattarla come un vetro di Murano appena soffiato. Lei era il tipo di persona che non tratteneva le emozioni, si era completamente scaricata nei giorni seguenti al funerale, ma poi si era detta basta. Era triste, ma non voleva esserlo ricordando sua nonna. Si era promessa che il suo ricordo sarebbe stato dolce come la prima torta che avevano fatto assieme.
Solo quando vide il post it attaccato al frigo si ricordò che era martedì. Ciò significava che il signor Kim e il suo collega, il signor Cho, avevano appena finito il turno di notte e stavano per arrivare.
Si infilò velocemente un paio di jeans e un maglioncino rosa fragola, scendendo poi le scale che davano sul bar e cominciando ad armeggiare con la serranda, proprio nel momento in cui il signor Kim e il signor Cho, giravano l'angolo.
Sorrise e salutò alzando un mano, per poi rientrare e cominciare a preparare le loro solite ordinazioni. I due erano entrambe persone abitudinarie, e da quando il bar era stato aperto non avevano mai cambiato ordine.
-Vivian, oggi sarà una splendida giornata- si annunciò così il signor Kim, entrando seguito dall'amico.
-Allora mi conviene aprire i lucernari- commentò Vivian, conoscendo le doti da meteorologo del suo vicino.
Ci furono pochi scambi di parole mentre i due consumavano la colazione. Vivian sorrise teneramente mentre li guardava sfregarsi le facce stanche segnate da rughe.
Conosceva il signor Kim da anni, in quanto lui e sua moglie erano stati i migliori amici dei suoi nonni. La signora Kim aveva un piccolo negozio di fiori in fondo alla strada ed era lì che lei (e sua nonna prima di lei), si riforniva.
Il signor Kim e il suo collega facevano i netturbini e a volte, nonostante l'età, gli capitavano ancora turni di notte. Così sua nonna si faceva dare i turni dalla signora Kim e in quelle mattine apriva il bar un pò prima, giusto per concedere loro qualcosa da mangiare prima di tornare a casa.
E Vivian manteneva quella tradizione. Dopotutto i signori Kim erano come degli zii per lei.
-Vedo che sei passata da mia moglie ieri- disse il signor Kim quando ebbe terminato, osservando con un sorriso il balcone sopra di loro.
-Già, le sono arrivati questi bellissimi centonchi-
-Aria di cambiamento eh? Bene bene- ribatté sorridendo lui, facendo ridere l'amico a fianco.
Vivian alzò le spalle con una punta di imbarazzo. Era così che si sentiva da un paio di giorni, ma non avrebbe saputo dire il perché.
Quando se ne furono andati, Vivian tornò un attimo di sopra per prendere lo scatolone con gli infusi che le era arrivato il giorno prima.
Vanille, sopra il tavolo, miagolò.
-Anche oggi non scendi?- le chiese la ragazza, grattandola brevemente in testa. Il gatto miagolò nuovamente, per poi balzare giù dal tavolo infilandosi in quella che era stata la camera di sua nonna.
Vivian scosse la testa, alzando gli occhi al cielo. Dalla morte di sua nonna Vanille non era più scesa nel bar, dove ne era sempre stata la mascotte. Solo una volta si era affacciata al balcone ma, scoperta dalla ragazza, era tornata nuovamente a rifugiarsi in casa.
Shin arrivò cinque minuti prima dell'apertura effettiva del bar, togliendosi la giacca e legandosi il piccolo grembiule nero. Il tutto ad occhi chiusi.
Vivian ridacchiò sotto i baffi. Lei era tanto mattiniera quanto Shin dormiglione. Gli ci volevano almeno un paio di caffè prima di cominciare a ragionare, ma si svegliava definitivamente a metà mattinata. Di solito.
Borbottò un saluto nella sua lingua madre come al solito e si mise a tirare giù le sedie dai tavoli. Per quanto Shin fosse a Seoul da ormai più di un anno, non era raro che, se preso alla sprovvista, parlasse in giapponese.
Le prime ore passarono veloci. La mattina, soprattutto appena dopo l'apertura, avevano sempre un gran daffare. Tra studenti e impiegati, la prima ora era veramente un macello.
Fu quasi verso le nove che Vivian, girandosi verso la porta che si apriva per accogliere i nuovi clienti, si ritrovò davanti a poco più di una settimana di distanza Jungkook. E altri due membri dei Bts.
-Ciao Vivian- salutò lui sorridendo. Vedendo poi il locale decisamente più animato della prima volta in cui ci era stato, sgranò gli occhi sorpreso.
-Te l'avevo detto che il venerdì pomeriggio era un mortorio- rispose lei, avvicinandosi al trio.
Squadrò brevemente gli altri due, cercando di riconoscerli. Nell'ultima settimana doveva ammettere che, incuriosita da Jungkook, si era guardata qualche loro video ed aveva scoperto il magico mondo delle "dance practice".
Uno lo riconobbe subito. Cuffia nera da cui fuoriuscivano ciuffi di capelli verdi, sguardo apatico che rivaleggiava con quello di Shin ed enorme sciarpa che gli copriva mezzo volto. Yoongi.
Con l'altro ebbe qualche dubbio a causa dell'incappucciamento stile rapina, fugato però da un ciuffo di capelli arancioni che sfuggiva dal berretto. Jimin. Sempre che non avesse cambiato colore. Il che poteva essere dato che dei video che aveva visto non ce n'era uno dove fossero uguali.
-Vi sedete?- domandò tornando a guardare Jungkook.
I tre si scambiarono uno sguardo poi Yoongi sorpassò tutti borbottando un 'divanetto', dirigendosi dall'altra parte del locale e accasciandosi sull'unico divano a due posti del bar.
Quello che sospettava essere Jimin si tolse cappuccio e mascherina (confermando così la sua identità) e la guardò timido.
-Ecco, lui è...- si bloccò, non sapendo come giustificare l'amico.
-Molto assonnato?- suggerì Vivian divertita, scatenando una risata in Jungkook e un sorriso sollevato in Jimin.
Recuperò un menù, arrivando poi al tavolo dove i ragazzi si erano sistemati. Quando Yoongi la vide arrivare, si raddrizzò leggermente, sbattendo velocemente le palpebre per cercare di svegliarsi.
-Sono Min Yoongi. Scusa per prima, ma il divanetto chiamava-
-Vivian, molto piacere- rispose lei con un mezzo sorriso, appoggiando il menù sul tavolo. -E non ti preoccupare. Se ti togli le scarpe per me puoi anche stenderti-
Non era di certo la prima volta che capitava e di clienti ben più strani ne passavano ogni giorno.
Jimin la guardò quasi incredulo e poi scoppiò a ridere talmente forte che sorprese Vivian. Osservò come il ragazzo sorridesse con tutto il volto, socchiudendo talmente tanto gli occhi che parevano chiusi. Sembrava un bambino, anche per il tono acuto della voce, a tratti nasale. Le mise improvvisamente allegria.
Yoongi per tutta risposta si guardò le scarpe, guardò lei, tornò a guardare le scarpe e seguì il suo consiglio, sdraiandosi sul divanetto sorridendo anche lui soddisfatto.
Vivian osservò affascinata anche il suo sorriso, notando la somiglianza con un tenero orsacchiotto. Yoongi strizzava gli occhi quando sorrideva, facendo formare così delle piccole rughette.
Sembrava che in quel gruppo tutti avessero un sorriso particolare. Era curiosa di sapere se anche gli altri ne avessero uno proprio.
-Jimin- si presentò il ragazzo dai capelli arancioni. -Jungkook aveva ragione, questo posto è davvero fantastico!- esclamò facendo arrossire di piacere Vivian. Amava quando le persone facevano i complimenti al bar, che era sempre stato come una seconda casa per lei.
Jungkook interruppe quel momento, anche lui leggermente in imbarazzo.
-Che torte ci sono oggi?- domandò curioso,  allungando la testa per cercare di vedere le tortiere.
Vivian ridacchiò. -Torta di mele e cannella e una di noci e castagne. E poi ieri sera ho fatto i cookie con gocce di cioccolato-
-Kookie, prendi un cookie!- esclamò Jimin, sogghignando.
Il più piccolo si imbronciò mentre Yoongi alzò gli occhi al cielo.
-Questa era pessima-
-Non è vero! Lo dici solo perché non è venuta in mente a te- si infervorò Jimin. Poi aggiunse -Bradipo-
-Ragazzi, dovremmo ordinare. Non facciamo perdere tempo a Vivian- li sgridò Jungkook, cercando di fare l'adulto responsabile. Cosa che risultava abbastanza comica, come fece notare la risata mal trattenuta della ragazza.
Si girarono tutti verso di lei, che cercò stoicamente di non ridere stringendo le labbra.
-Giuro che non siamo sempre così- cercò di spiegare Jungkook, arrossendo e mordendosi il labbro.
All'occhiata scettica che gli lanciarono Yoongi e Jimin, Vivian non ce la fece più e fu costretta a girarsi, cercando talmente tanto di non ridere che le tremarono le spalle.
-Non sta mica piangendo, vero?- la raggiunse la voce allarmata di Jimin.
-Ma sei scemo? Sta ridendo. Riderei anch'io se non fossi così stanco. Ho bisogno di caffè- gli rispose Yoongi.
A quel punto Vivian tornò a guardarli.
-Avete già deciso o passo tra qualche minuto?-
-Io prendo la torta alle mele e un caffelatte- Jungkook guardò gli altri due in attesa che si decidessero.
-Un cookie e...la cosa che contiene più caffè in assoluto?- chiese Yoongi.
-Ehm, caffè?- rispose perplessa Vivian. -Se vuoi ti posso fare un espresso, è molto più concentrato-
Il ragazzo annuì soddisfatto.
-Prendo anch'io un cookie- Jimn ammiccò in direzione di Jungkook che gli tirò prontamente un calcio sotto il tavolo. -Ouch. E prendo un cap...cappucc...ehm-
-Cappuccino- gli venne in aiuto la ragazza.
Jimin le sorrise. -Sì, quello! Lo dici benissimo!-
-Beh, è la mia lingua madre, vorrei ben vedere- scherzò Vivian. Recuperò il menù inutilizzato e schivò una coppia che stava uscendo dal locale.
Shin al bancone, stava bevendo il suo secondo caffè della giornata, guadagnandosi così un'occhiata bieca da Vivian.
-Sono appena le nove e mezza-
-Sono in periodo esami- borbottò in risposta il ragazzo, occhieggiando poi il tavolo dove erano seduti i Bts. -Quelli hanno un'aria vagamente familiare-
-Sono idol- spiegò Vivian interdetta, -Non pensavo potessi riconoscerli-
Shin alzò le spalle, mentre faceva il conto alla cassa a un signore.
-Miyon ascolta qualcosa di Kpop. Deve essere un gruppo che le piace-
Vivian preparò pensierosa gli ordini dei ragazzi, non accorgendosi delle occhiate che le venivano lanciate. I clienti in quel momento non erano molti, perciò decise di prendersi una piccola pausa, prendendo un cookie anche per sé.
-Rompi a me per il caffè però tu puoi mangiare un biscotto?- la prese in giro Shin.
-Sono la proprietaria, faccio quello che voglio- ribatté lei con finta sufficienza.
-Quello va tutto sui fianchi- il ragazzo le passò accanto strizzandole piano un fianco, mentre Vivian metteva su un'espressione indignata.
-Stai dicendo che sono grassa?!- esclamò oltraggiata, tirandogli una pacca sulla testa.
Shin prese il biscotto e glielo cacciò in bocca -Tò, va e stai zitta- concluse ghignando.
Vivian borbottò qualcosa di incomprensibile, vassoio alla mano e biscotto ancora in bocca, arrivando al tavolo dei ragazzi che la guardarono divertiti.
-Fai pausa con noi?- le chiese Jungkook, cominciando già a mangiare.
-Se non disturbo- rispose Vivian alzando le spalle. Jimin le spostò la sedia, rispondendo così alla sua domanda.
Yoongi tornò seduto, per poi avventarsi sul caffè.
-Quello chi è?- domandò il più piccolo, osservando Shin con la coda nell'occhio.
-Mh? Oh, è Shin-
Jimin si sporse verso di lei, a caccia di notizie. -È il tuo ragazzo?-
-Che? No- rispose decisa Vivian. Jimin sembrò quasi deluso.
Stettero un pò in silenzio, mentre ognuno mangiava. La ragazza continuava a lanciare occhiate un pò a tutti, continuando però a finire con lo sguardò su Yoongi. O meglio, sui suoi capelli.
-Posso dire una cosa senza sembrare una di quelle fan pazze?- si decise a dire dopo un pò, guadagnandosi delle occhiate perplesse.
Al cenno affermativo di Jungkook, Vivian guardò Yoongi.
-Adoro il colore dei tuoi capelli!- esclamò, provocando un'espressione scioccata al ragazzo in questione e facendo scoppiare a ridere gli altri due.
-Sul serio, ti prego, cerca di mantenerli per qualche altro mese ok? Che tanto lo so che nel nuovo video sarete tutti diversi- spiegò la ragazza accalorandosi. Non perché avesse problemi a riconoscerli, solo credeva che quel colore stesse davvero bene a Yoongi.
-Quindi hai visto altri nostri video!- esclamò sorpreso Jungkook.
-Beh, mi avevi incuriosito, perciò...- si strinse nelle spalle lei.
-E cosa ne pensi?- chiese Yoongi, addentando l'ultimo pezzo del suo cookie.
-Che ballate talmente bene che comincio a credere che siate veramente degli alieni. Giuro, fate delle robe pazzesche!- rispose Vivian sgranando a dismisura gli occhi. Ed era vero, per una che il massimo che riusciva a fare era camminare senza inciampare, le loro coreografie erano roba dell'altro mondo.
-Dai, scommetto che anche tu ti muovi bene- le ammiccò Jimin, ondeggiando le spalle a tempo di musica.
Ricevette per tutta risposta un'occhiata scettica.
-Guarda, proprio no, fidati-
-Ma sei di origine latina!-
-Tecnicamente per metà. E poi che vuol dire! È come il falso mito che gli asiatici sono bassi. E voi mi superate tutti in altezza- spiegò lei, incrociando le braccia al petto.
-Quindi niente latino?- Vivian sorrise alla faccia fintamente sconsolata di Jimin.
-Guarda, di latino posso giusto recitarti la prima declinazione- e addentò il biscotto mettendo fine alla questione.
-Piuttosto, se non sono indiscreta...- beccò Yoongi che fissava con aria meravigliata i due lucernari sopra le loro teste ed esitò, non volendo risultare maleducata.
-...mi chiedevo come mai foste qui. Cioè, gli idol di solito non hanno una vita super movimentata? Siete tipo in pausa?-
-Eh magari- borbottò Yoongi
-È che oggi abbiamo un servizio fotografico alle undici, perciò ci hanno lasciato la mattinata libera- spiegò Jungkook con un sorriso.
-Già, e Kookie ci ha praticamente trascinato qui. Ha passato tutta la scorsa settimana ripetendoci quanto voleva farci vedere questo posto e, ouch!- Jimin si beccò un altro calcio dal più piccolo che lo fissava con aria truce.
-Non è vero!-
-Sì che è vero- caricò Yoongi, sogghignando. -Stavi diventando al limite del molesto-
Jungkook si imbronciò, incrociando le braccia al petto e Vivian decise di intervenire, cercando di alleggerire la tensione.
-Guardate che a me fa solo piacere- i ragazzi si voltarono a guardarla e lei aggrottò le sopracciglia. -Non che Kookie...volevo dire, Jungkook stesse diventando molesto, chiaro. Mi fa piacere che vi faccia piacere venire qui-
Resasi conto del suo blaterare, sbatté piano gli occhi, emettendo un sospiro esasperato.
-Niente, fate finta che non abbia parlato-
-Puoi chiamarmi Kookie- le disse il più piccolo, con un sorriso dolce. Gli altri due risero, facendo arrossire Vivian.
-Già, a noi va bene se ci chiami per nome- continuò Jimin, poggiando le braccia sul tavolo, annuendo convinto.
-Mh, ok. E voi chiamatemi tranquillamente Vivian, tanto dovremmo avere più o meno tutti la stessa età-
Ci fu un silenzio improvviso, poi Yoongi sbuffò e Jimin si accasciò sul tavolo ridendo.
Vivian, interdetta da quella reazione, si voltò verso Jungkook, che la osservava divertito.
-Oddio, e adesso che ho detto?-
-Vivian, di che anno sei tu?- le chiese lui.
-...1995 - rispose confusa lei. -Tu sei più piccolo giusto? E voi due,- continuò, voltandosi verso gli altri due ragazzi, -cioè, siamo più o meno della stessa età, no?-
Jimin sghignazzò -Io sì- Poi si voltò verso Yoongi -Yoongi hyung è del 1993- enfatizzò sul 'hyung', provocando un'espressione sdegnata sul ragazzo in questione.
-Ah- fu l'unica cosa che riuscì a dire Vivian, mentre si sistemava imbarazzata gli occhiali sul naso. Per quanto fosse abituata a stare in mezzo agli asiatici, aveva ancora difficoltà a capire la loro reale età. Anche con Shin aveva pensato fossero coetanei, salvo poi scoprire che era più grande di tre anni.
-Quindi hai 23 anni?- chiese per sicurezza.
-Tra un paio di settimane per essere precisi- Yoongi scrollò le spalle, come se non gli importasse più di tanto.
-Oh, allora dovrei chiamarti Yoongi oppa?- domandò inclinando la testa, con un mezzo sorriso divertito.
-No, per carità! Non fargli montare la testa!- esclamò Jimin, ricevendo uno sguardo truce da Yoongi.
-No! Se chiami lui oppa poi io devo chiamarti noona. E ormai mi sono abituato a Vivian- annuì Jungkook in accordo con Jimin.
-Aspetta, e come dovresti chiamare me?- Jimin alzò di scatto la testa, guardandola ad occhi sgranati.
-Idiota- gli rispose Yoongi sogghignando.
-Ya!- E Jimin gli si lanciò addosso, finendo spalmato sul divanetto, iniziando una gara di solletico.
Vivian stava ridendo con Jungkook quando vennero interrotti da una voce sconosciuta.
-Ragazzi, ma voi controllare il cellulare mai, eh?-
-Jin!- esclamò Jimin tirandosi su e correndo ad abbracciarlo.
Beh, pensò Vivian, voce sconosciuta almeno per lei.
Voltandosi, si ritrovò a poco più di un metro di distanza un ragazzo alto. Erano tutti alti, maledizione! Quello che aveva dichiarato che gli asiatici erano tutti dei nani doveva fare uso di sostanza allucinogene.
Lo riconobbe come Jin, (come aveva urlato Jimin) il membro che le era sembrato più tranquillo di tutti, almeno dai video.
Aveva un viso gentile e uno sorriso rassegnato, come se non fosse la prima volta che capitava una cosa del genere. Si girò verso di lei, sgranando poi leggermente gli occhi alla sua vista.
-Oh, io sono Jin, molto piacere- si presentò subito, inchinandosi leggermente.
La ragazza inclinò anche lei il capo, sorpresa.
-Vivian, è un piacere anche per me-
-Non stavano dando fastidio, vero?- domandò con apprensione, causando un mugugnò indistinto a Jimin, che gli era ancora appeso al collo.
-Hyung!- esclamò Jungkook, indignato anche lui come Jimin. Yoongi si alzò con indifferenza, spazzolandosi i pantaloni.
-Nessun disturbo- gli sorrise Vivian divertita.
-Gli altri dove sono?- chiese Jungkook, sbirciando verso la porta, pensando di veder apparire gli altri membri.
-In macchina. Se aveste controllato il cellulare sapreste che vi stiamo aspettando da almeno dieci minuti. Voleva venire Teahyung a chiamarvi, ma ho pensato che se fosse venuto lui, poi non ne sarebbe più uscito- la spiegazione di Jin fece sbuffare tutti presenti eccetto Vivian, che li guardò perplessa.
-Non rapiamo mica le persone- scherzò, mentre andavano tutti verso il bancone.
-Tae è un tipo particolare- rispose Jin alzando le spalle. Jimin rise sottovoce.
Vivian ora era incuriosita. Taehyung doveva essere V, quello che nei video che aveva guardato faceva sempre alcune delle cose più strane. Quello dal sorriso strano.
-L'ho convinto promettendogli che gli avrei preso dei cookies. Li avete, vero?- Jin sembrò preoccupato dall'eventualità che potessero non averli, come se Taehyun potesse fare irruzione nel bar o causare distruzione di varia natura.
Annuì e, mentre salutava tutti, Jin alzò la testa.
-Bei fiori-

 

 

 

   
 
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