Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: BlueWisteria    23/02/2016    3 recensioni
Storia lenta di come una situazione banale può diventare speciale per qualcuno. Se poi di mezzo ci sono i Bts, niente è scontato. In un giorno qualunque Jungkook scopre uno strano bar e...
Dalla storia:
-Ti va di sederti?- gli uscì talmente spontanea che si meravigliò lui stesso.
La ragazza fece una buffa smorfia e, mentre si sedeva di fronte a lui, lo guardò ironica.
-Grazie per avermi invitato ad accomodarmi nel mio bar- (Capitolo 1)
-Giuro che non siamo sempre così- cercò di spiegare Jungkook, arrossendo e mordendosi il labbro.
All'occhiata scettica che gli lanciarono Yoongi e Jimin, Vivian non ce la fece più e fu costretta a girarsi, cercando talmente tanto di non ridere che le tremarono le spalle. (Capitolo 2)
Ci fu un attimo di silenzio e poi Taehyung balzò in piedi all'improvviso, brandendo il cucchiaino e facendo quasi rischiare un infarto a Hoseok e Jin che gli stavano accanto.
-Expelliarmus!- gridò, sembrando serio. (Capitolo 3)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti ^^

Questa è la prima storia che pubblico. Finalmente, potrei dire. Ho una sacco di storie scritte a pezzi o mai cominciate e la mia testa contiene talmete tante idee che non riesco mai a decidere di buttarle giù. Mi butto giù io e il risultato è che le idee rimangono nella mia testa, a inveirmi contro. (Potrebbe anche essere chiamato disturbo della personalità multipla, ma vabbé v.v)
Stavolta i Bts ce l'hanno fatta ed è grazie a loro che riesco finalmente a pubblicare una storia.
Sono pazzi e li adoro.
 L'inizio è lento, lo ammetto, spero non vi scoraggi. Vi prometto che appariranno tutti, pian piano. ...e questo mi assicura una bella dose di mal di testa, a gestirli tutti. Sì, Hoseok, parlo di te, adorabile esaltato. non che gli altri scherzino...
Jin, salvaci tu!                           
                                                                  

 



- Maggiociondolo -


Da quando era diventato un idol Jung Jungkook ogni tanto sentiva il bisogno di stare da solo. Succedeva che, quando avevano tutti del tempo libero, lui sparisse per qualche ora. La prima volta si era scordato di avvertire i suoi hyung ed aveva ricevuto una chiamata parecchio isterica da parte di Jin e Namjoon. Ancora ricordava gli strilli in sottofondo di Jimin. Da quella volta aveva spiegato tutto ai suoi amici ed ora bastava che lasciasse un messaggio e nessuno si preoccupava più. Beh, forse Jin, ma era Jin.
Dopotutto non faceva niente di assolutamente pericoloso. Si limitava a camminare, perso nei suoi pensieri, cercando di passare inosservato. Se era una bella giornata o faceva caldo si rifugiava sull'Han river e si stendeva al sole. A volte si chiudeva in un bar o in una biblioteca a leggere qualcosa. Una volta aveva provato ad andare in un centro commerciale, ma era stato uno sbaglio, troppa confusione e un alto rischio di essere riconosciuto.
Di solito trovava qualcosa da fare (o da non fare), ma quel giorno proprio non aveva idee. Forse era colpa del tempo, freddo, grigio e nuvoloso che lui odiava. Il freddo gli piaceva sì, ma solo se era una bella giornata di sole, senza quei nuvoloni che minacciavano pioggia.
Mentre schivava una coppia di signore si ritrovò a pensare che quel giorno c'era parecchia gente per strada. Probabilmente perché era venerdì pomeriggio.
E i Bts non avevano niente da fare.
Un miracolo praticamente.
Forse fu per la ragazza che lo guardò insistentemente come se lo avesse riconosciuto (cosa davvero difficile tra il cappuccio sul capo e la mascherina a coprirgli metà volto), o forse fu per la troppa folla che in quel momento non riusciva a reggere, ma scartò senza pensarci in una strada laterale che non ricordava di aver mai preso.
E fu anche il quel momento che le prime gocce di pioggia decisero di scendere.
-Ma porca...- Jungkook borbottò una mezza imprecazione sottovoce, mentre si andava a riparare sotto una tettoia di un edificio. E dire che Yoongi gli aveva allungato l'ombrello quando era stato sul punto di uscire di casa, ma lui no, con un sorriso gli aveva detto che sicuramente non avrebbe piovuto. Sicuramente, certo.
Si sentiva molto uno sfigato in quel momento, a spalle curve, mani in tasca e sguardo corrucciato. Per la miseria e ora che faceva? Era almeno a venti minuti di camminata veloce dal dormitorio e non è che morisse dalla voglia di spendere dei soldi per un taxi solo perché lui era stato così stupido da non portarsi dietro un ombrello.
Si era quasi deciso di farsela di corsa quando vide il negozio dall'altra parte della strada. Inclinò la testa incuriosito, mentre sbatteva gli occhi cercando di mettere a fuoco.
Era...un edificio particolare.
Due piani, un tetto per metà spiovente, intonaco bianco panna e un'enorme rampicante che ricopriva quasi tutto il piano superiore scendendo addirittura sulla piccola tettoia in legno. Era piccolo rispetto ai due edifici enormi e grigi che lo circondavano, ma era talmente fuori luogo che saltava subito all'occhio.
Gli infissi in legno, la porta decorata in vetro colorato, la vecchia lanterna in ferro battuto nell'angolo e l'enorme vaso pieno di fiori accanto alla porta, tutto faceva pensare a una casa uscita da un racconto.
Si sporse un pò, facendo sì che alcune gocce lo bagnassero, per cercare di leggere l'insegna.
Bianco su verde bosco, in caratteri eleganti stava scritto "Vivian".
Un bar.
Un bar che sembrava decisamente uscito da una fiaba.
Decise di entrare.
Quando entrò non ci fu quello scampanellio che tanto odiava in altri bar. A dire il vero era tutto molto silenzioso rispetto agli altri locali in cui era abituato ad andare. C'era della musica, sì, ma era in sottofondo, come quando eri in casa da solo e per non sentire tutto quel silenzio accendevi il televisore.
Era tutto molto caldo lì dentro. Bancone massiccio, tavolini, sedie e separé tutti in legno. Pareti color crema. Qualche poltroncina e cuscini bordeaux.
E lampade in vetro che davano al locale una luce soffusa e calda, non come quelle bianche e accecanti luci al neon che andavano tanto di moda.
Namjoon avrebbe detto che era retrò.
A Jin sarebbe piaciuta tutta quella tranquillità che si respirava.
Taehyung avrebbe curiosato per tutto il locale, affascinato.
Quell'atmosfera avrebbe tranquillizzato persino quei due esaltati di Jimin e Hoseok.
E Yoongi sarebbe finalmente riuscito a dormire in santa pace. Probabilmente.
-Salve, posso aiutarti?- una voce femminile lo riscosse e con un sussultò voltò lo sguardo a sinistra, dove una ragazza lo fissava con un mezzo sorriso.
Una ragazza decisamente occidentale.
Come se quel posto non fosse già abbastanza particolare.
-Veramente io...- improvvisamente timido, lanciò uno sguardo al bancone, nella speranza di trovare un menù affisso alla parete. Cosa potevano mai servire in un bar come quello?
-Mh, che ne dici se intanto ti siedi e ti porto un menù?- la ragazza lanciò un'occhiata fuori dalla vetrina, dove ormai pioveva talmente fitto che era difficile vedere dall'altra parte della strada.
-Puoi ordinare qualcosa oppure puoi aspettare che smetta di piovere, non c'è problema-
Sotto la mascherina Jungkook arrossì. Non voleva sembrare uno che era entrato solo per ripararsi dalla pioggia (anche se effettivamente era così), ma non aveva molta fame.
Imbarazzato, si limitò ad annuire e la ragazza tornò a sorridere.
-Bene, mettiti pure dove vuoi, a quest'ora di venerdì non c'è quasi mai nessuno-
Si guardò intorno, mentre sceglieva un tavolino non troppo lontano dall'ingresso. Il bar non era poi così grande, ma il soffitto alto e spiovente lo faceva sembrare tale.
Oltre a lui e alla ragazza vi era solo un'altra persona, un vecchio signore seduto su una poltroncina a qualche tavolo di distanza da lui. Stava leggendo e non sembrava aver fatto troppo caso alla sua entrata.
Tornò alla ragazza che ora era dietro al bancone cercando qualcosa con aria perplessa. Si passò una mano sulla fronte confusa, per poi illuminarsi di colpo e prendere a rovistare dentro un armadietto.
Jungkook continuò a osservarla mentre si toglieva la mascherina e abbassava il cappuccio.
Sul momento non ci aveva fatto caso, ma il suo coreano era perfetto. Se non l'avesse vista avrebbe creduto fosse coreana.
Era piccolina, forse di qualche centimetro più bassa di Yoongi. I capelli castani erano raccolti in modo disordinato e portava degli occhiali dalla montatura nera. Vestita semplicemente con un paio di stretti jeans e un maglione bianco, l'unica cosa che permetteva alle persone di capire che lavorava lì era un piccolo grembiule nero legato intorno ai fianchi.
Ad essere sincero non l'aveva proprio guardata in faccia, troppo in imbarazzo, e l'unica cosa che ricordava del suo volto erano i sorrisi pacati che gli aveva rivolto.
La vide tornare verso di lui con il menù.
Stavolta fu lei a sorridere imbarazzata.
-Scusa se ci ho messo un'eternità, ma il menù ormai non serve più a nessuno, sono quasi tutti clienti fissi-
-Non c'è problema- si ritrovò a rispondere, mentre sbirciava curioso il menù.
-Non scherzavo prima quando ho detto che puoi semplicemente restare qui aspettando che smetta di piovere-
A quel punto Jungkook la guardò per la prima volta in faccia, scontrandosi con un paio d'occhi color oliva dalla forma allungata che lo fissavano decisi.
-Non obbligo nessuno a ordinare- continuò con un piccolo sorriso. Sembrava che andasse avanti di piccoli sorrisi, osservò Jungkook. Erano calmi, dolci e anche un po’ rassicuranti, ma non sembravano essere mai completi. In fondo a quei sorrisi si poteva scorgere una punta di malinconia, come se qualcosa la frenasse dal sorridere completamente.
-Però mi sembra maleducato entrare e non ordinare- obiettò lui. La sua timidezza con gli estranei non gli avrebbe impedito di essere educato.
-Come vuoi- rispose la ragazza, alzando lievemente le spalle. -Se vuoi qualcosa di dolce ti consiglio di scegliere direttamente dal bancone-
Dopo che ebbe annuito la vide andare verso l'uomo sulla poltroncina, chiedendogli se voleva altro tè. Non sentì la risposta, occupato com'era a leggere il menù.
C'erano un paio di zuppe e parecchie insalate, un paio di tipi di bruschette (si chiese cosa fossero) e nient'altro di salato. Nella sezione dolci oltre alla macedonia di stagione e alle brioches c'erano solo la dicitura "torte del giorno" e "cupcakes misti".
Le bevande invece erano infinite. Sembravano avere tutte le miscele di tè disponibili, c'erano almeno otto tipi di caffè diversi, per non parlare poi di espresso, macchiato, cappuccino caffelatte, crema di caffè, caramel macchiato...
Ah, e cinque tipi di cioccolata.
E almeno una decina di tisane.
Improvvisamente gli era venuta fame.
Totalmente indeciso su cosa poteva ordinare fece come gli aveva suggerito la ragazza, avvicinandosi al bancone. -Scusi?- disse, cercando di attirare la sua attenzione. La ragazza dapprima sbatté gli occhi, poi fece una smorfia divertita.
-Il tono formale va bene, ma niente lei, ti prego. Non sono poi tanto più grande di te-
Jungkook si chiese come facesse a saperlo. Lo conosceva forse? Era una fan dei Bts?
-Allora, sei rimasto così colpito dal nostro meraviglioso menù che ti è venuta fame?- continuò, chiaramente autoironica.
-Veramente sì- rispose sincero lui, sorridendo.
Lei sgranò gli occhi sorpresa, come se non si fosse aspettata una risposta così sincera.
La vide arrossire leggermente e si rese conto che non era il solo ad essere timido.
-Beh, grazie- rispose infatti lei, imbarazzata. -Dimmi tutto-
Jungkook si mordicchiò il labbro, nuovamente indeciso. La verità era che si sarebbe dovuto trattenere dal mangiare qualcosa di troppo calorico, per via della dieta e cose simili.
Solo che quando buttò l'occhio sulle tortiere esposte alla sua destra, mandò la dieta direttamente a cagare.
Sì, Jung Jungkook nella sua testa imprecava. Era pur sempre un adolescente.
-Uhm, quelle torte...?- Il loro manager lo avrebbe ucciso.
La ragazza si spostò verso le tortiere.
-Abbiamo una cheesecake alla ricotta, non mi chiedere perché con questo freddo io abbia fatto una cheesecake perché non lo so neanch'io...-
-Le hai fatte tu?- la interruppe meravigliato Jungkook.
-Uh?- lei sbatté gli occhi un paio di volte, sorpresa. -Sì?-
-Oh-
-...ok-
Si guardarono negli occhi, entrambi perplessi, poi Jungkook inarcò le sopracciglia e a quel punto la ragazza scoppiò a ridere, portandosi una mano davanti la bocca. Neanche mezzo secondo dopo e anche lui stava ridendo.
-Scusa,- riprese la ragazza mentre prendeva fiato. -Ti giuro che non stavo ridendo di te-
-Io sì- rispose Jungkook, scatenando un'altra piccola ondata di risate.
-Va bene, va bene, ora la smetto e ti do da mangiare. Oltre alla cheesecake è rimasta una fetta di foresta nera. Se te lo chiedi è cioccolata con cioccolata e ancora cioccolata...- il ragazzo sghignazzò -e poi abbiamo una buonissima torta di carote e mandorle e una decorazione in caramello-
-Torta di carote?- chiese lui dubbioso.
-Mh, lo so che in Asia non è molto conosciuta, ma ti assicuro che è buona! È una delle mie preferite-
Jungkook guardò la torta affascinato. Era bella compatta e i ghirigori di caramello lo tentavano.
-Ok, la provo-
La ragazza gli fece un cenno compiaciuto, contenta che si fosse fidato del suo giudizio.
-Qualcosa da bere?- chiese mentre ne tagliava una bella fetta.
-Posso...voglio dire, un bicchiere di latte, grazie- Di solito non ordinava mai il latte quando era con gli altri, già era il più piccolo del gruppo, se avesse preso del latte Jimin lo avrebbe preso in giro a vita.
La ragazza invece non sembrò per niente turbata dal suo ordine.
-Arriva subito, torna pure a sederti- gli rispose gentile.
Tornato a sedere, tirò fuori il cellulare. Ormai era da quasi un'ora che era tornato a casa e forse avrebbe dovuto rassicurare i suoi hyung che era ancora vivo.
Improvvisamente, come se qualcuno avesse spento un interruttore, tornò malinconico. Per quanto fosse il maknae del gruppo, spesso si sentiva sommerso di responsabilità. Dopotutto, come tutti amavano ricordargli, lui era il Golden Maknae, quello che sapeva fare tutto. E lui era il tipo di persona che odiava deludere gli altri, perciò ce la metteva tutta, anche quando l'unica cosa che voleva fare era mettersi in un angolino e dormire.
A onor del vero, i suoi hyung in privato non lo chiamavano mai così. Sapevano che quel titolo in un certo senso gli pesava e cercavano sempre di alleggerirgli l'animo. Alla fin fine tutti loro si dividevano tra la loro immagine di idol e quella di ragazzo normale.
Eccetto forse Taehyung. Lui era l'unico che non conosceva la differenza tra on stage e off stage.
Con un sospiro, mandò un messaggio veloce a Namjoon, canticchiando sottovoce la canzone che stava passando in quel momento.
Aveva notato che non era una radio, perché tutte le canzoni che passavano erano abbastanza famose sì, ma erano tutte cover e quasi tutte acustiche. E si susseguivano l'un l'altra senza nessuno stacco pubblicitario. Probabilmente era una playlist che aveva fatto la ragazza.
Proprio nel momento in cui quest'ultima arrivò a portargli torta e bicchiere di latte la canzone che stava canticchiando finì, facendo iniziarne un'altra che conosceva decisamente bene.
Purtroppo.
Non che non gli piacesse, ma quello non era decisamente il momento adatto a sentire la cover di "Fools" sua e di Namjoon.
Vide la ragazza occhieggiarlo, preoccupata dalla sua smorfia sconsolata. La vide mentre sbatteva rapidamente le palpebre per sgranare di colpo gli occhi.
-Vuoi che cambi canzone?- chiese cauta.
Fu lui questa volta a guardarla sorpresa. Allora lo aveva veramente riconosciuto!
-Sai chi sono- e non fu una domanda.
-Beh, sì-  la ragazza sembrò per un attimo intimorita dal suo sguardo serio.
-Torno subito- borbottò a bassa voce, prima di dirigersi velocemente verso il bancone e armeggiare con qualcosa vicino alla cassa.
Improvvisamente la musica cambiò. Blues.
E lui era tornato ad essere Jungkook dei Bts. Il Golden maknae.
-Sei diverso- fu la prima cosa che gli disse la ragazza, inclinando il capo come ad osservarlo meglio.
Jungkook lo sapeva. On stage.
-Non capisco- rispose con la sua voce da idol e il suo sorriso da idol.
La ragazza lo guardò scettica.
-Sì invece. Ma non importa. Finché qui dentro non sarai scortese o maleducato per me puoi essere chi vuoi-
A quel punto la sua perfetta maschera si incrinò.
-Pensavo fossi una fan- cercò di spiegare lui, nuovamente timido.
La ragazza si grattò una guancia, pensierosa.
-Conosco alcune vostre canzoni e qualcuna mi piace abbastanza da averla in playlist, ma non posso dire di essere una vera fan- cercò di spiegare in tono gentile, non volendo offenderlo.
Jungkook non era per niente offeso, solo confuso.
-Però mi hai riconosciuto-
-Arrivo giusto a quello e ai vostri nomi, non di più- rispose lei alzando le mani come a difendersi.
Rimase per qualche secondo a fissarla, provando a capire se stesse mentendo o meno. Magari era una sasaeng particolarmente brava a recitare.
Ma no, si disse mentre osservava l'espressione incerta della ragazza, impossibile.
-Ti va di sederti?- gli uscì talmente spontanea che si meravigliò lui stesso.
La ragazza fece una buffa smorfia e, mentre si sedeva di fronte a lui, lo guardò ironica.
-Grazie per avermi invitato ad accomodarmi nel mio bar-
Jungkook scoppiò a ridere, passandosi imbarazzato una mano tra i capelli.
-Quindi...non sai quasi niente di noi- esordì mentre assaggiava finalmente la torta. Cavoli, era davvero buona. Non troppo dolce e riusciva a sentire le mandorle tritate.
-Quasi nulla, mi spiace- rispose lei, appoggiando i gomiti sul tavolo e tenendosi la testa con una mano.
-Uhm...quanti siamo? A proposito, la torta è davvero buonissima!-
Lei sorrise. -Grazie. E...sei? No aspetta! Sette! Maledizione, siete come i sette nani, me ne scordo sempre uno!- esclamò, guardandolo fintamente angosciata.
Jungkook ridacchiò, bevendo poi un sorso di latte.
-Canzone preferita?-
-Non credo di conoscerne abbastanza per poter sceglierne una preferita. Posso dire che adoro le vostre cover, come hai potuto sentire- rispose sorridendogli furba.
Arrossì leggermente. Si imbarazzava ancora facilmente di fronte ai complimenti, soprattutto se erano così spontanei. Imbarazzo positivo, chiaro.
Poi gli venne in mente che non le aveva ancora chiesto il nome, partendo subito in quarta con un interrogatorio degno di Hoseok.
-Io comunque sono Jung Jungkook- si maledisse mentalmente mentre le allungava la mano. Doveva chiederle il nome, non presentarsi come se lei non sapesse perfettamente chi fosse.
La ragazza però sembrò apprezzare.
-Vivian- E sorrise.
Jungkook sbatté velocemente gli occhi, sorpreso.
-È il nome del bar- disse facendola suonare come un'affermazione intelligente.
Vivia nascose un sorriso. -Ma guarda un po’-
-Cioè, volevo dire...- si interruppe, prendendo un altro boccone di torta, masticando velocemente. -Il bar è tuo?-
-Solo da un paio di mesi- rispose Vivian, lo sguardo appena malinconico.
-Oh- Jungkook non era la persona più empatica di questo mondo, ma riusciva ancora a capire quando veniva toccato un tasto dolente. Non chiese niente, continuando a mangiare. Era ovviamente curioso, ma rispettava la privacy altrui, capiva bene quanto fosse importante.
Tuttavia il suo silenzio sembrò dire qualcosa a Vivian. Sembrò ringraziarlo con lo sguardò e l'espressione le si fece improvvisamente più morbida. Solo che non era rivolta a lui.
-I miei nonni hanno aperto questo bar l'anno in cui sono nata e gli hanno dato il mio nome. L'ho ereditato due mesi fa, quando nonna è...venuta a mancare- concluse con un sospiro guardando il tavolo.
-Dovevano volerti davvero bene- fu l'unica cosa che riuscì a dire Jungkook, sentendosi un po’ patetico. Poteva solo immaginare come ci si sentisse a perdere un familiare, dato che tutta la sua famiglia stava (fortunatamente) bene.
-Ero la loro unica nipote, era viziatissima- spiegò Vivian, sembrando improvvisamente riprendersi.
-Ma come mai qui?-
-Che vuoi dire scusa?- domandò lei confusa.
-Perché qui a Seoul?- A onor del vero a Jungkook la domanda sembrava sensata. Vivian non era forse occidentale? Calcolando approssimativamente l'età dei suoi nonni, era strano per degli occidentali stabilirsi in Corea.
-Oh, non sono...- Vivian sembrò capire a cosa si riferiva. -Nonno era coreano-
-Ah, non sembri molto asiatica- concluse lui. -Scusa- aggiunse poi, non volendo sembrare offensivo.
-Maman è mezza coreana. Papà è occidentale- spiegò semplicemente lei.
Solo che Jungkook non capiva.
-Aspetta, com'è che hai chiamato tua...madre? Quindi sei per quanto? Un terzo coreana?-
Vivian alzò gli occhi al cielo, dandosi un piccolo colpetto in testa.
-Scusa, è che sono abituata a chiamare così mamma. Colpa del bilinguismo o trilinguismo se proprio dobbiamo essere precisi. E comunque sono coreana per un quarto-
Jungkook bevve l'ultimo sorso di latte, guardandola in attesa di spiegazioni.
-Ok, te la faccio semplice: nonno coreano e nonna francese-
Jungkook annuì.
-Maman...mamma è metà coreana e metà francese e si è sposata con papà che è italiano-
-I tuoi nonni paterni?- chiese lui divertito.
Vivian sbuffò, divertita pure lei. -Da quella parte sono normali, tutti italiani. Sempre che di normali si possa parlare-
Ci fu un attimo di pausa finché Jungkook, guardando di colpo sopra Vivian esclamò -Quello è un balcone?-
La ragazza scoppiò a ridere, voltandosi a osservare il suddetto balcone, posto sulla parete del bancone, all'altezza in cui ci sarebbe dovuto essere il secondo piano. Ad un'estremità del balcone era appeso un vaso in terracotta, pieno di strani fiori a grappolo che Jungkook non aveva mai visto. Non che fosse un esperto di fiori. E comunque non erano i fiori a scioccarlo, ma il balcone!
-Questo è il posto più strano in cui sia stato-
-Te lo posso concedere- sorrise furba Vivian.
-No, davvero, sono curioso. Perché c'è un balcone lì sopra?-
La ragazza emise un sospiro rassegnato, come se non fosse la prima volta che dovesse spiegarlo.
-Perché lì sopra c'è casa mia. E il nonno ha pensato che fosse divertente avere un balcone che dava sul bar-
-Un tipo strano tuo nonno- commentò Jungkook.
-Decisamente- rispose Vivian alzandosi e prendendo in mano il piatto e il bicchiere ormai vuoti. -Guarda,- aggiunse indicandogli con un cenno della testa la vetrina, -Ha smesso di piovere-
Jungkook sbatté gli occhi sorpreso, controllando velocemente il cellulare. Erano passate quasi tre ore da quando era uscito di casa. Si avviò velocemente al bancone, dove nel frattempo anche Vivian era tornata.
-Mi sa che devo andare- Si sorprese di sé stesso per quanto risultò disinvolto. Aveva appena conosciuto Vivian, eppure non aveva già perso quell'imbarazzo iniziale.
E, quando la ragazza si voltò e gli sorrise dolce, si rese conto che anche la malinconia era passata. Anzi, era come se non ci fosse mai stata.
-Lo sapevo che saresti rimasto finché non avesse smesso di piovere-
-Ehi! Ho ordinato!- si difese lui, prendendo il portafoglio dalla tasca dei jeans.
-Allora la prossima volta vieni quando c'è il sole- ribatté divertita Vivian, azzardandosi poi a tirargli su il cappuccio.
Quando era ormai sulla porta, Jungkook si voltò, osservando con espressione pensosa il balcone con i fiori gialli.-Quei fiori, cosa sono?- chiese, forse non volendo davvero uscire da quella bolla di calma e serenità che gli trasmetteva quel posto.
-Maggiociondoli. Significano "benvenuto"-

   
 
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