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Autore: Farawayeyes    28/02/2016    1 recensioni
La premessa è semplice: dimenticate le coordinate spazio temporali.
La domanda è semplice: ci sarebbe spazio per i Guns n' Roses al giorno d'oggi?
Oltre a questo è la solita, incasinata, classica, storia d'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duff McKagan, Izzy Stradlin, Nuovo personaggio, Slash, Steven Adler
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo bene la prima volta che l'ho incontrato. È stato uno dei momenti più imbarazzanti della mia vita.


Diciamocelo chiaro, iniziare il liceo non è mai una cosa semplice. Non lo è soprattutto se di cognome fai Ferretti e sei la sorella più piccola di una delle ragazze più popolari della scuola. Qualcuno potrebbe pensare che questo possa essere un aiuto, un vantaggio. Ma vi assicuro che non è così.
Tanto per cominciare lei stamattina se ne è andata a scuola in macchina e io sto aspettando l'autobus, da sola.
“Non è che non ti voglio bene, solo che ho bisogno dei miei spazi. Non voglio mocciose tra i piedi”
Mocciose. Una a quattordici anni è ancora considerata una mocciosa? Ho parecchi dubbi a riguardo, ma stamattina a colazione le ho annuito accondiscendente.

La 4ªA fu facile da raggiungere, meno facile fu scegliere il posto che mi avrebbe accompagnato per tutto quell'anno scolastico. Lato finestra o lato muro? Prima o ultima fila?
Optai per una moderata seconda fila lato finestra. Così non avrei dovuto resistere tutto l'anno all'impulso di stare seduta con la schiena appoggiata al muro. 
“È libero?”
Una ragazza dalla faccia più assonnata della mia mi guarda speranzosa.
“Certo, siediti pure”
“Sono Sofia”
“Arianna, piacere” 
Ricordo solo questo del primo giorno di scuola. A ricreazione feci un giro con quella che sarebbe diventata una delle mie migliori amiche. Perlustrammo la zona: le macchinette più vicine alla classe, i bagni, l'auditorium, il cortile. 
Quando uscimmo fuori vidi mia sorella con un gruppetto di amici, lei mi ingoró e io feci lo stesso. Rideva, come sempre. E beveva il suo estathè al limone fumando una sigaretta. Fumando? Ok, Beatrice fumava. Fu più traumatico di quello che pensavo scoprirlo. Quanto può essere frustrante per un'adoloscente avere una sorella come lei? Tu ti consideri ancora l'anatroccolo piu sfigato della storia e lei è il cigno più invidiato del lago.
Eravamo poi cosi diverse infondo? Mia madre diceva che ero lei in miniatura, forse intendeva per via delle tette che non avevo. E' sempre stato normale per me vederla come un traguardo. Bella è bella, simpatica non credo, o forse lo è solo con chi decide lei. Abbiamo sempre avuto una grande differenza: lei si sa rapportare con le persone, io no. 
Non voglio dire che io sia scortese, anzi. Forse é l'unica cosa che sono: cortese, gentile. Ma al di là di questi rapporti di facciata vorrei che nessuno mi rompesse le palle. Io amo la solitudine, lei è l'animale sociale per eccellenza.  
Ogni giorno tornava a casa da scuola, studiava un paio d'ore e poi scendeva in centro con gli amici, sempre. Ah no, se pioveva andava in palestra. Insomma a volte vorrei sapere dove ha l'interruttore.
Odio essere vista, mi piace osservare, ma non essere osservata. Le interrogazioni alla lavagna per esempio erano un'esperienza traumatica. Il problema non era non sapere le risposte alle domande, il problema era parlare davanti a tutti.
Un'altra delle cose più imbarazzanti della mia vita da adolescente era prendere l'ascensore con il ragazzo che abitava al sesto piano. Due piani sotto di noi. Anche lui veniva al Costa, ma a scuola lo avevo solo un paio di volte. Non so cosa mi imbarazzasse di più, fatto sta che appena lo vedevo diventavo rossa. Non che lui mi desse motivo per diventarlo intendiamoci, al di là di un semplice saluto non mi diceva mai niente. Forse diventavo rossa perchè pensavo che lui pensava che io lo trovassi attraente. Non che non fosse vero, eh. Però insomma, non l'ho mai visto come un possibile ragazzo, sapevo bene di non avere la benché minima speranza con lui. Per capirci: delle sorelle Ferretti non ero certo io quella che avrebbe voluto portarsi a letto.
Cosa gli sia passato per la testa quel giorno proprio non lo so. Fatto sta che mentre stavamo aspettando insieme l'ascensore mi rivolse la parola.
“Come sta andando matricola?”
“Cosa?” Dissi togliendomi una cuffietta dall'orecchio, non potevo crederci che mi stesse rivolgendo la parola.
“Dico, come stanno andando questi primi giorni?”
“Ah, insomma, la macchinetta non ha gli oreo
-Che cavolo ho detto? Sono veramente una cretina, gli oreo? Ma che cazzo c'entra?-
Scoppia a ridere. Non so se con me o di me.
“Già, bella rottura, sono buoni quei biscotti”
Annuisco. Sperando che non mi rivolga mai più la parola.
Entrati in ascensore tiró fuori dalla tasca il suo cellulare.
-Oggi proviamo alle 17, non fare tardi- 
Che odio quelli che ascoltano i messaggi vocali in pubblico, cosa vi fa pensare che tutti vogliano farsi i cazzi vostri? 
-No, io oggi non ci sono-
-Fottiti Saul! Che devi fare?-
-Devo fare quello che tu hai appena detto di fare a me-
-Fottere? Che palle, tu la figa l'hai presa come un lavoro vecchio mio lasciatelo dire-
-Alla prossima Micheal, non te la prendere-
Sembrava fosse finita. Ero rimasta a fissare il bottone ALT per tutto il tempo. Quella volta ci si era impegnato a mettermi in imbarazzo. Grazie a Dio l'ascensore raggiunge il sesto piano.
“Beh, ci vediamo” disse uscendo.
“Ciao”





<<< Ciao! Spero che questo capitolo non vi faccia troppo schifo! E' un'idea strana lo so, ma mi incuriosiva :) >>>
   
 
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