Crossover
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Autore: Korran    19/03/2005    0 recensioni
Sono presenti personaggi di Kimagure Orange Road, Ranma 1/2, Sailor Moon e Saint Seiya (I cavalieri dello Zodiaco). Riassunto ridotto dalla webmistress ... il commento è un commento, non un capitolo (cmq, l'ho spostato nel prologo ... sei libero di togliere questo mio messaggio, quando lo vedrai)!
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finita la colazione decisero di uscire per una passeggiata. Sofia era curiosa di vedere la scuola di Usagi, il locale di Moran, il parco e tutti i luoghi possibili di quel paese. A dire il vero uscirono soltanto Rei, Kyosuke, Madoka e Sofia. Infatti come immaginato Ranma era KO a letto, assistito da Akane e le sorelle.

 

“Ecco, questa è la scuola di Usagi e delle altre” affermò Rei fermandosi davanti alla Juuban High.

“Chissà se Usagi è riuscita a fare il compito…”si chiese Sofia.

Ad un tratto delle urla, fecero sobbalzare i quattro ragazzi.

Rei, rimase inebetita per un attimo, poi cominciò a correre verso il giardino interno della scuola. Le voci spaventate erano sempre più vicine. Quel che videro i quattro fu una scena davvero incredibile. Un uomo vestito di nero, con una maschera nera che copriva la parte superiore del volto, stava a mezz’aria osservando pacatamente lo spavento degli studenti assaliti da un vero e proprio mostro. Sofia rabbrividì, un conto era vedere i mostri alla TV, un altro vederli di persona.

Ad un tratto una voce si sentì risuonare da un posto indefinito: “Ehi tu brutto mostro, come ti permetti di disturbare questi studenti intenti a studiare!!!!?!?!? Io sono la paladina della legge, sono una combattente che veste alla marinara, io sono Sailor Moon e sono venuta sin qui per punirti in nome della LUNA!!!!!”.

Kyosuke e Madoka rimasero senza fiato. Ne avevano sentito parlare, ma pensavano a delle leggende di paese, invece le famose guerriere sailor non erano storie raccontate per bambini, ma esistevano davvero!

Sofia notò l’ansia di Rei e così disse la prima cosa che le venne in mente: “Rei, corri a vedere come stanno Usagi e le altre! Chiamale a vedere quanto sta accadendo!” le fece l’occhiolino. Rei rispose sollevata: “Si, le vado a cercare! Voi rimanete qui che poi mi raccontate tutto!”.

“Certo, certo” fece Kyosuke ancora intento a osservare la vicenda.

Presto altre guerriere si presentarono al cospetto del mostro, le inner e le outer oltre ovviamente a Tuxedo Mask e Sailor Chibiusa.

Sofia però non era preoccupata per quella creatura orribile, bensì per quella specie di uomo che a mezz’aria osservava impassibile la scena. Chi era? Era un nemico delle Sailor? Un nuovo nemico? Una pedina di qualcuno?

Il mostro venne battuto facilmente dalle 9 sailor. L’uomo scese a terra e con fare minaccioso si avvicinò alle senshi.

“Beh, vedo che a quanto pare siete forti come mi dicono. Certo quello era solo un assaggio….uhm….non siete al completo però…..”.

“Che vuoi dire???? Certo che lo siamo! Se ti riferisci alle Star Light, quelle senshi sono tornate al loro pianeta” gli gridò una furibonda Sailor Moon.

“No, non intendevo quelle tre ragazze….uhm…..uh?”.

“Che c’è ??? Chi sei, ce lo vuoi dire?” urlò Sailor Jupiter inviperita.

“Potete chiamarmi Mister X se volete…uhm…” il nemico si voltò e i suoi occhi incrociarono quelli di Sofia.

Quest’ultima per un attimo si sentì mancare. Quegli occhi erano pieni di male e oscurità. Erano insopportabili. Ma soprattutto li aveva già incontrati in passato.

L’uomo misterioso le si avvicinò, ma venne subito bloccato da Sailor Uranus e Sailor Neptune.

“Che vuoi fare????” urlò Uranus.

Mister X non la badò e scansò entrambe senza difficoltà.

“TU!!!” l’uomo puntò il dito indice verso Sofia, che sconcertata osservava la scena senza muoversi. “Io ti conosco! Quegli occhi…..quegli occhi…..”.

“Ma di che diavolo parli?!” intervenne in difesa della ragazza Sailor Mars. “Lasciala stare!”. Detto questo lanciò uno dei suoi colpi preferiti, i cerchi saettanti. Nulla. Una barriera li fece rimbalzare lontano.

Ad un tratto Mister X si bloccò e come se avesse ricevuto un ordine diverso si congedò freddamente: “Mi ricordi qualcuno ragazzina, ma per ora devo lasciarti vivere, tornerò comunque e chiarirò la faccenda”. Un ghigno malefico si dipinse sul suo volto. E in un istante una nube nera lo avvolse e lo fece sparire dalla loro vista.

“State bene?” chiese Sailor Moon rivolta a dei ragazzi impauriti che avevano osservato il combattimento. Nel frattempo Sailor Mars raggiunse Sofia.

“Ti senti bene Sofia?”le chiese dolcemente. “Sì, certo”fece lei assente. “No, non stai bene”intervenne Sailor Venus “altrimenti avresti un’espressione pacata, mentre a quanto pare qualcosa ti turba” aggiunse Sailor Mercury, anch’essa avvicinatasi.

“Diciamo che sono spaventata, avrebbe potuto uccidermi col solo schiocco delle dita…”.

“Ehi e noi chi saremmo? Ti avremmo difeso! Ci conosci no?” disse Sailor Moon sorridendo avvicinandosi.

Tuxedo Mask le osservava in silenzio. Mister X non era una figura nuova nemmeno per lui. Dove lo aveva già visto? Non lo ricordava. Eppure….

“Ehm…scusate ma ci saremmo anche noi…..” fece Kyosuke. Le guerriere lo guardarono e in effetti aveva ragione. Non lo avevano degnato di uno sguardo.

“Comunque stiamo bene” le rassicurò Madoka.

“Certo sarebbe bene che ci spiegaste perché avete tutta questa confidenza con Sofia….”domandò Kyosuke sospettoso.

“Ehm….ragazze che facciamo?”chiese Sailor Moon alle altre.

“Credo che a loro si possa dire….sono persone fidate….”rispose Amy certa.

“Sì Amy ha ragione”. Concluse per tutte Haruka.

“Beh vedete, noi….in realtà siamo……ehm…che ne dite se parliamo in un posto appropriato della faccenda?”. Chiese Usagi.

“Oh, ok”rispose Kyosuke.

“Bene allora al tempio di Rei, oggi alle 16:00!” fece Usagi.

“Conoscete Rei????” domandò Kyosuke sbalordito.

“Ehm….già” rispose Sailor Mars.

“Bene a dopo allora”. Era Madoka, che aveva di sicuro intuito qualcosa.

 

Dopo essersi divisi, Rei li raggiunse e chiese un resoconto di quanto fosse accaduto, facendo finta di non sapere nulla e di essere sbalordita del fatto che si sarebbero ritrovati al suo tempio.

La mattinata poi trascorse tranquillamente, senza nessun altro attacco.

 

In un posto sconosciuto e lontano, un’entità non identificata stava architettando un modo per distruggere il mondo e impedire la nascita di Crystal Tokio  e il periodo di pace sulla Terra.

“X, cosa mi racconti?”.

“Non sono ancora al completo, futuro sire.”

“Bene, bene….dobbiamo approfittarne finché siamo in tempo”.

“Ehm…a dire il vero…..”.

“A dire il vero….???!?!?!?”.

“…..ho notato la presenza di una ragazza, che mi sembra di aver già visto……i suoi occhi mi ricordano qualcuno….ma non so dirle chi sia….per ora….”.

“Che aspetti, indaga!!! Comunque l’importante è che a loro non si affianchi il cavaliere dello zodiaco, Sagittar o non avremo scampo!”.

“Si, signore, scoprirò chi è quella ragazza”.

“Bene, va e fa un buon lavoro”.

X sparì ai suoi occhi. “Finalmente il mondo sarà mio e le guerriere Sailor verranno spazzate via dalla faccia dell’universo!!!AHAHAHHAH!!!ATENA TREMA!!!!!”.

Nello stesso istante un brivido percorse la schiena di Sofia, che si guardò le spalle sconcertata da quella sensazione ormai non più nuova. Non notando nulla continuò a camminare con gli altri senza preoccuparsi.

 

Nel pomeriggio, come stabilito le guerriere si presentarono al tempio. Rei le fece entrare e insieme a Sofia, a Kyosuke e Madoka andò in camera sua.

“Ciao!” fece Akane notando delle ragazze vestite in uno strano modo avviarsi alla camera della cugina.

“Akane…..come mai qui? Pensavo fossi uscita con la tua famiglia…”. Disse Rei titubante.

“No, io e Ranma abbiamo deciso di restare al tempio…..sono tue amiche?”. Puntò il dito verso le sailor.

“Ehm…..sì circa…..”.

“Rei, forse è giusto che diciamo anche a loro quello che sta accadendo…..” tentò di convincerla Usagi. La ragazza venne freddata da sguardi atroci delle amiche.

“Dirci cosa????”. Ranma raggiunse Akane nel corridoio.

“Ehm…o forse no…..” la testolina buffa non sapeva più come salvarsi…

“Ormai hai fatto la frittata USAGI!” le urlò Haruka furiosa.

“Scusate, ma si può sapere di che parlate?”. Akane non ci capiva nulla.

“Ok andiamo tutti nella mia stanza…..” fece Rei rassegnata sbuffando.

Entrati in camera, compresi Luna e Artemis, Rei prese la penna magica. Senza badare agli sguardi curiosi e confusi degli altri, procedette alla trasformazione in Sailor Mars. Un turbinio di colori sfumati di rosso, la avvolse e in pochi secondi si trasformò in guerriera Sailor.

Le due coppie inconsapevoli di quel segreto fino a pochi secondi prima, rimasero pietrificati.

La prima ad accennare qualcosa con una voce fioca fu Madoka: “Quindi….se tu sei una Sailor queste ragazze…sono…..”. Ora le poteva riconoscere chiaramente, mentre prima probabilmente per un effetto magico incomprensibile, il loro viso non le rimaneva impresso nella memoria.

Kyosuke finì per Madoka la frase: “….Usagi, Mamoru….e tutte le tue amiche di ieri pomeriggio….”.

“Esatto!”confermò Sailor Mars.

Ranma, rimase per un attimo senza parole, ma in qualche modo non era del tutto sorpreso.

“Siete le guerriere di cui ci avevano parlato prima a pranzo, Kyosuke e Sofia??? Le guerriere Sailor….incredibile…..”disse Akane ancora incredula.

“Tu già lo sapevi ovviamente, vero Sofia?”chiese Ranma a Sofia.

“Sì, Ranma….io lo sapevo….conoscevo il loro segreto, dato che ho visto l’anime alla TV….”.

“Ho capito…” rispose lui.

“Ora è meglio discutere di quanto accaduto stamane” disse preoccupata Amy.

“Da come ci avete detto la scuola è stata attaccata da un mostro….” cominciò Akane.

“Sì, esatto”confermò Usagi.

Sofia le osservava e ripensò alla scena accaduta alla mattina. Dopo di che un lampo le attraversò la mente: “Ehi e se quel MISTER X avesse usato uno stratagemma con quel mostro per farvi uscire allo scoperto?”.

“Che vuoi dire?” le domandò Mamoru.

“Voglio dire che …forse voleva scoprire se eravate al completo come vi ha chiesto e si è sincerato del fatto che non lo siate ancora….”.

“In effetti non hai tutti i torti. Anch’io ho avuto la sensazione che stesse solo verificando le nostre condizioni” fece Makoto.

“Allora credete che ci sia qualcun altro alleato che ancora non conosciamo????”. Chiese Usagi completamente presa alla sprovvista.

“Probabile…”dissero all’unisono Artemis e Luna. I due gatti spaventarono Ranma a morte.

“Noo….via via….pussa via…….io odio i gatti!!!!!! E se parlano è anche peggio!!!!!!”.

“Vi prego non avvicinatevi a lui o diventa a sua volta un gatto e lo perdiamo per delle ore….” disse stancamente Akane, quasi vergognandosi del comportamento del fidanzato.

“Certo che suo padre lo ha proprio rovinato….” disse Rei, conoscendo la storia degli allenamenti di Genma.

“Già….uff…Ranma calmati!!!! Li vedi? Sono vicino a Minako!”.

“Tranquillo, restano qui …” lo rassicurò Minako.

“V-Va bene….rat rat rat….. lo spero!”.

“Allora che dicevate?” domandò Rei ai due gatti, rimasti impietriti dalla reazione di Ranma…un combattente in preda al panico per ….dei gatti…..

“Uh?….si certo. È probabile che abbiate degli alleati….ma non pensiamo che ci sia bisogno di loro….”. Luna sembrava sicura di questo, Artemis non era dello stesso parere: “Forse, Luna, si è risvegliato nuovamente……..”.

“Artemis, chi si sarebbe risvegliato, un nostro nemico passato????” chiese impaurita Hotaru.

“No, Artemis non sa quel che dice….”. Luna lo rimproverò con lo sguardo. Non erano pronti per conoscere quella parte del loro passato, poi senza contare il fatto che erano in compagnia di persone che non c’entravano niente con le guerriere sailor, o almeno così credeva all’inizio.

“Ci state nascondendo qualcosa??? Non è vero Luna????” la punzecchiò Usagi. Loro dovevano sapere.

Mamoru pensò fosse il momento di intervenire per parlare del sogno dell’altra notte e della possibile esistenza di un cavaliere, ma … “Io…scusate….se vi interrompo, ma ….” era Sofia che, balbettando, stava tentando di parlare alla meglio.

“Cosa ti succede???” chiese preoccupata Setsuna.

“Io……” gli occhi della ragazza persero la lucidità e ancora una volta cadde in trance, come il giorno prima.

“Oh no!!! Le sta accadendo di nuovo!!!” urlò disperato Kyosuke “Accidenti, Sofia, rispondi!!!”.

 

Buio, oscurità…attorno a lei solo questo…ora riusciva a intravedere qualcosa…lo stesso paesaggio della sua precedente visione, il lago, il chiarore di luna…Però con lei c’era qualcuno e le camminava a fianco.

“Non so che cosa pensare…” una voce femminile cominciò a dialogare con lei “perché sta succedendo tutto questo…ho bisogno di te…”. Si voltò verso quella donna. Un tuffo al cuore le impedì di rispondere. Quella era…

 

“Chissà cosa sta vedendo?" chiese Akane osservando l’espressione della ragazza. Sembrava quasi… sconvolta.

“Dobbiamo farla tornare in sé!” affermò Ranma.

“No!”ribattè Artemis “è giusto che la visione arrivi al termine quando è il momento, non deve essere interrotta. Aspettiamo”.

“Umpf….non sono d’accordo!”. “Ranma, lasciamo che Sofia affronti ancora un po’ questa situazione, se notiamo un minimo pericolo, interveniamo”. Era Usagi. Sentiva che quei sogni erano un modo per tutti loro di comprendere gli ultimi avvenimenti accaduti dall’arrivo di Sofia nel loro universo.

 

“Non è possibile…” la sua voce finalmente uscì da un mutismo assoluto. Solo che non era la sua. Era una voce più baritonale, era di un ragazzo, ma proveniva da dentro di lei.

“Cosa c’è? Perché hai quell’espressione ?”. Gli occhi della ragazza la fissavano incuriositi.

“Io …tu chi sei?”. Sofia non sapeva che dire.

“Come chi sono?Principe Eric, stai bene?”.

“Eh? Cos’hai detto?”.

“Sei anche diventato sordo?eheheh…sei incredibile! Ho chiesto se stai bene, Eric”.

“Sto bene, ma non sono un principe. Anzi a dirla tutta io non sono un uomo!”.

“Eric, mi cominci a preoccupare, per caso hai la febbre?”. Con un gesto gli appoggiò la mano destra sulla fronte, per sentire la temperatura. Sofia arrossì senza capirne il motivo. Il suo viso si trovava a pochi centimetri dal suo. Era bellissima, quei capelli neri corvino lunghi, lunghissimi, splendidi. Ma cosa sto pensando, si chiese Sofia arrossendo ulteriormente.

“Non scotti…forse stai inventando una scusa per non andartene lontano da me…” anche lei arrossì. Sofia non capì il rossore sulle guance di Rei. Era lei. Ma che ci faceva in quel luogo incantato?

“Eric, Eric!!!!” un grido le fece sobbalzare. Si voltò verso quella voce di uomo che la chiamava.

“M…M…Mamoru?????”.

“Come???? Eric che ti prende?”.

“Pensavo avesse la febbre, ma sta bene…mi parlava in modo strano prima…diceva di non essere un uomo…”.

“Sempre voglia di scherzare eh fratellino…??? E poi chi sarebbe questo Mamoru?”.

“Io non capisco…io…”.

Rei inaspettatamente lo abbracciò. Per un attimo ebbe l’impulso di ricambiare il gesto, era stato automatico gettarle le braccia addosso a sua volta. Subito dopo si rese conto dell’errore e si ritrasse dalla stretta.

“Ma che ti succede Eric?Non mi abbracci più?Hai per caso intenzione di dimenticarmi?”.

“Io non voglio dimenticare nessuno…non so chi sei…o meglio tu sei Rei…credo…”.

“Cosa? Chi sarebbe Rei??? Sono Sabrina, Sabrina, anche se tu ami chiamarmi Mars, in onore del pianeta di cui sono principessa… Mi stai prendendo in giro vero??? E poi questa Rei non sarà mica la tua amante!?!?!?!”.

“Da mio fratello non mi sarei mai aspettato un doppio gioco…eheheh”.

“Io non faccio il doppio gioco…non sono il vostro Eric…io …”.

In quel momento una luce comparve in cielo dal nulla.

I tre rimasero sbalorditi. Era una luce potentissima. La stessa che aveva aiutato Sofia in precedenza a tornare a Tokio ,fra i suoi nuovi amici. Doveva raggiungerla. Sarebbe tornata a “casa”, se così la poteva chiamare…

Cominciò a correre verso la luce, ma qualcosa o meglio qualcuno le prese il braccio destro. Era Sabrina. “Dove vai sei impazzito???”. “Lasciami, questo non è il mio mondo. E’ un sogno, solo un sogno!!!” urlò Sofia disperata. Non poté girarsi che Sabrina gli cinse la vita e la baciò. Pietrificata Sofia rimase fredda. Poi però sentì………ritornò in sè “No che sto facendo?!?!?!?! Lasciami, non sono Eric!!!”. Finalmente riuscì a liberarsi di lei e a gettarsi nella luce. La voce di Sabrina echeggiò nel tunnel. “Eric, ti amerò per sempre… amore mio…”.

 

“Sta riaprendo gli occhi!!!” era Kyosuke rimasto accanto a lei per tutto il tempo.

“Finalmente” aggiunse Madoka sollevata avvicinandosi al ragazzo.

 

Gli occhi le lacrimavano, ma li doveva riaprire comunque. Forse ora si stava svegliando e presto sarebbe andata in ufficio. Era tornata sì, ma purtroppo non a casa sua, ma nel mondo che tanto l’aveva sconvolta.

Notò gli sguardi posarsi su di lei. E poi quegli occhi. Lei. Era lì, la fissava. Era diversa da prima. Non era la ragazza che l’aveva baciata con tutto quell’amore, scambiandola probabilmente per il suo fidanzato.

“Come ti senti?” le chiese proprio Rei.

“Io…sto bene… ma ho bisogno di parlare con Artemis e Luna, subito!!!”.

“Non puoi! Sei ancora debole!!!” le rispose Kyosuke stizzito.

“Sto bene Kyo, devo parlare con loro due…la visione che ho avuto….” in quel momento Mamoru e Rei erano vicini. Erano identici alle persone di prima. Stessa profondità negli sguardi e stesse espressioni. Decise di non proferire parole ulteriori e prendendo in braccio i due gatti, si allontanò dalla stanza di Rei e si avviò verso il giardino del tempio. Setsuna la seguì.

 

“Ma che le è preso?” chiese agli altri Chibiusa.

“Non lo so, ma aveva un’espressione…” iniziò Mamoru.

“…quasi imbarazzata” terminò per lui Amy.

 

In giardino intanto…

“Allora Sofia che volevi dirci?”. Luna la interrogò notando l’imbarazzo sul suo volto.

“Io, voglio sapere la verità e voi la conoscete!”.

“Vedi, Sofia, Luna vuole solo proteggerti…”. Artemis tentò di calmarla, ma la ragazza non faceva che irritarsi ancor di più.

“Voglio la verità, non protezione!!! Ormai non ho nulla da perdere. La mia vita è già sconvolta!”.

“E’ giusto che tu sappia. Le visioni che hai cominciato ad avere, ti impediscono di vivere a pieno la vita”. Era Setsuna .

“Setsuna? Allora mi hai mentito… tu sai cosa significa tutto questo!!!! Perché mi hai mentito???”.

“Non ti ho mentito! Dopo il combattimento di stamane, ho indagato. E ho scoperto alcune questioni che ti riguardano in prima persona”.

“No, Setsuna! Non dirle nulla, le rovinerai completamente la vita!”. Luna la esortò a fermarsi. Niente. La sailor era decisa. Con un cenno le fece capire che non c’era più soluzione alcuna.

Luna si arrese. Era giunto il momento. Finalmente molte cose avrebbero avuto una logica.

La gatta chiese: “Setsuna, non credi che anche le altre Sailor meritino di sentire quanto stiamo per dire?”.

“Credo che non ci impiegheranno molto a risvegliare l’ultima parte della loro memoria, ancora avvolta nell’ombra. Più che altro mi preoccupa la reazione di Sofia. Giusto?”. Le rivolse un sorriso.

Setsuna dette inizio al suo racconto: “Bene cara Sofia, man mano che ti parlerò dei ricordi entreranno nella tua mente e in quella delle sailor, perché così è stato detto…e così finalmente ricorderete…

 

“Al tempo del regno argentato e di Queen Selene, madre di Serenity, regnava la pace, anche se molto presto l’idillio sarebbe stato sconvolto da Beryl e dai suoi seguaci sulla terra. Prima della tragedia il tempo trascorreva tranquillo.

La principessa Serenity era legata sentimentalmente al principe della Terra Endimyon. Quello che nessuno di voi ha saputo fino ad ora, è che Endimyon aveva un fratello. Il suo nome era Eric. Questi era più giovane di un anno rispetto al fratello più grande. Entrambi erano molto legati tra loro.

In quell’epoca i balli di palazzo era molto frequenti. Qui si riunivano le maggiori autorità dei pianeti del sistema solare. Ogni sovrano aveva delle cosiddette guardie del corpo. Questi erano dei cavalieri, i Zodiac Group, dodici uomini pronti a combattere in qualsiasi momento per la salvezza del sovrano che dovevano proteggere. In pratica erano un aiuto in più delle guerriere Sailor. Vi erano poi dei cavalieri di rango inferiore, in quanto non possedevano un’armatura d’oro, bensì di argento o di bronzo. Ognuno di essi affiancava un cavaliere d’oro.

La notizia che Beryl con l’aiuto dei terrestri voleva attaccare il Regno Argentato, si sarebbe diffusa di lì a poco.

Ma torniamo a Eric. Era timido, introverso, non aveva amici. L’unica persona su cui contava veramente era unicamente Endimyon. Nessuno lo avrebbe sostituito, si diceva sempre. Comunque il giovane ragazzo fu il primo a conoscere Serenity  proprio a un ballo in maschera. Infatti mentre Endimyon era intento a discutere con degli amici di corte, il fratello più piccolo notò la principessa della Luna imbronciata e le si avvicinò.

Dapprima non disse nulla poi però…”

 

Come per incanto Sofia cominciò a rivivere quei momenti, era tornata a quell’epoca.

Eric: “Principessa” disse “che Vi accade?”.

Serenity: “Nulla. Ma Voi chi sareste?”.

Era vestito di nero con una maschera grigia in volto. Non era riconoscibile.

Eric: “Oh, è vero, scusate. Sono Eric, il fratello minore di Endimyon”.

Serenity: “Eric! Se tu sei qui significa che anche Endimyon è qui…”.

Eric: “Esatto. Volete che Ve lo chiamo?”.

Serenity: “Prima di tutto mi devi dare del tu. E poi…no non serve che me lo chiami, grazie comunque…”. Sorrise. Era proprio il sorriso di Usagi.

Eric conosceva i sentimenti del fratello per la ragazza e quindi con una scusa lo condusse alla ragazza e glielo presentò (ormai Sofia non sentiva più la voce di Setsuna, perché stava vivendo sulla sua pelle tutti quei momenti e quelle emozioni).

Endimyon: “Ma perché mi hai fatto venire qui Eric?”.

Eric: “Ehm…volevo un tuo parere su questo vino…”.

Endimyon: “Ma se sei astemio…” fece il principe alquanto insospettito.

Troppo tardi. Ormai Serenity gli era accanto.

Serenity: “Endimyon …”.

Endimyon: “Serenity…”.

Li lasciò chiacchierare, andando sul terrazzo a godersi una vista magnifica. Il paesaggio che gli si parò di fronte era irreale e fantastico. La calma regnava sovrana. Era un’atmosfera…magica. Si girò nuovamente verso la sala gremita di ospiti. Era la prima volta per lui che assisteva a un avvenimento del genere. Sebbene avesse diciotto anni non si era mai interessato a feste o quant’altro. L’unica cosa che a lui importava era diventare cavaliere d’oro. Otto anni di scontri e combattimenti. Il tutto per l’onore e il rispetto. Voleva in qualche modo ottenere la fama di cui già godeva il fratello. Essere un cavaliere d’oro, oltre che un orgoglio, era un modo per lottare per ciò in cui lui credeva. L’onestà e la lealtà erano i principi su cui aveva posto una base sin da piccolo. Questo era quanto la madre gli aveva insegnato prima di morire precocemente, quando lui aveva appena compiuto nove anni. Da allora si era sempre impegnato a fondo e proprio quella sera i suoi sforzi potevano essere premiati.

Sentì una voce provenire dall’interno. Il tono era alto. Sembrava un annuncio. Era il momento.

Erano presenti proprio tutti. La cerimonia sarebbe cominciata presto. Ancora un’armatura doveva essere indossata. Chi l’avrebbe ottenuta sarebbe diventato protettore di Marte e dei suoi abitanti per l’eternità.

Era presente Chronoss, il padre del Tempo, che affiancato da Sailor Pluto, la guardiana dello spazio-tempo e dalla dea Atena, reincarnata in Lady Sarah, la guardiana della Via Lattea , avrebbe nominato il cavaliere, Sagittar, l’ultimo degli Zodiac.

Eric rientrò. Endimyon lo fissò e gli sorrise. Suo fratello sapeva quanto lui ci tenesse a quell’armatura.

“Bene. Ora che ho ottenuto l’attenzione di tutti voi” cominciò Chronoss “direi che è il caso di chiamare qui prima di tutto i regnanti del pianeta Marte “Prego, Sire. Venite.”.

Gli si avvicinarono, quattro persone. Di certo, pensò Eric, erano il re e la regina, mentre a loro fianco vi erano due ragazzi, probabilmente i figli. A dire il vero, erano una ragazza e un ragazzo.

“Bene” continuò Chronoss “Dato che tutto è pronto, chiederei agli aspiranti cavalieri di avvicinarsi a loro volta. Quanto avete fatto sino ad oggi vi rende onore”.

Eric si avviò verso il centro della sala. In totale erano 5 aspiranti cavalieri. Il giovane notò che il figlio del re di Marte non aveva un viso sconosciuto. Cominciò a ricordare. Quel ragazzo era Pegasus. Un caro amico che conobbe a dieci anni quando iniziò a gareggiare e combattere. Erano inseparabili, finché le loro strade si divisero, per motivi a lui sconosciuti.

Ora quel vecchio amico era lì ad osservare Eric. Come era strana la vita a volte. E chi avrebbe pensato che fosse anche lui un principe!

Quel che però sconvolse ancor di più il fratello minore di Endimyon fu la bellezza della sorella. Non l’aveva mai vista prima. Non poteva toglierle gli occhi di dosso. Che cosa gli succedeva. Non aveva mai avuto sintomi del genere. Doveva concentrarsi sulla decisione di Chronoss. E così fece o tentò di fare. Ora più che mai VOLEVA essere il protettore di Marte.

“Sailor Pluto, chi sono i candidati?A ogni nome, passo in avanti del candidato chiaro?”. Gli fecero cenno di sì.

“Lord Gustav di Plutone”.

“Principe Andryi di Mercurio”.

“Sir Franz di Venere”.

“Principe Marc della costellazione di Andromeda”.

“Infine…ehm…signore c’è un problema…”.

“Quale?”.

“Vede…”. Sailor Pluto indicò con l’indice l’ultimo nominativo.

“Uh?Beh di certo ne ha di coraggio! Procedi con la lettura così come sta Pluto”.

“D’accordo…infine come ultimo candidato abbiamo…il Futuro Cavaliere di SAGITTAR Eric del pianeta Terra”.

Eric fece il passo in avanti come richiesto da Chronoss. Aveva sfidato tutto e tutti dando quel nominativo, ma così aveva fatto capire di che pasta era fatto.

Nella sala ci fu chi si stupì e chi si offese, ma al giovane poco importava. La famiglia reale di Marte lo guardò attonita, in particolare la figlia lo osservò attentamente e sorrise davanti a tanta spavalderia.

Dopo una serie di ologrammi, in cui erano riassunte le varie fasi dell’addestramento dei cinque, Chronoss poté nominare il cavaliere e spiegare il motivo di questa scelta, determinata dalle più alte cariche del sistema solare.

“Dopo un esame curato e dettagliato delle vostre capacità, nonché altrettanto complicato e estenuante abbiamo preso la seguente decisione. L’armatura di SAGITTAR appartiene di diritto e di giustizia a Eric, secondo genito della famiglia reale terrestre!”.

Dapprima tutto sembrò vuoto. Ad un tratto Eric capì quelle parole, a cui tanto aveva sperato. Era un cavaliere. Il cavaliere.

“Congratulazioni, Sagittar!” fece Pluto avvicinandosi con uno strano oggetto sferico, un medaglione a dirla tutta.

“Che cos’è?” chiese Eric ancora frastornato dall’emozione.

“E’ l’oggetto che ti permetterà di indossare l’armatura in qualsiasi momento. Basta che pronunci questa frase: armatura di SAGITTAR, io ti invoco!”.

“Ho capito, grazie Sailor Pluto”. Con un semplice gesto il medaglione allacciato ad una catenina d’oro venne infilato al collo di Eric.

“Sire, volete dire qualcosa?”. Domandò Chronoss al sovrano di Marte.

“Sì certo. Credo che la scelta presa all’unanimità, sia corretta. Sei un ragazzo in gamba SAGITTAR. Spero che il tuo coraggio e la tua destrezza possano essere d’aiuto al nostro pianeta. E che la tua forza ci sostenga per sempre”.

“Io ve lo prometto sire”. Il ragazzo si inginocchiò all’istante.

Un applauso fu la risposta a tutto ciò.

 

“Il nuovo cavaliere venne affiancato come di prassi da un cavaliere di un metallo inferiore, di bronzo. E con stupore di Eric, fu proprio il suo amico Pegasus. Anche lui aveva ottenuto l’incarico di Cavaliere seppur di bronzo. E ora era suo partner. Insieme avrebbero difeso Marte e insieme agli altri cavalieri e alle guerriere Sailor l’intero universo se fosse stato necessario”.

 

Sofia riprese a sentire la voce di Setsuna. La visione era terminata. Eppure sentiva che c’era dell’altro. La sailor le disse: “Ben tornato Principe Eric!”.

 

Intanto anche Rei ricordò. E accanto a lei qualcun altro rimase di sasso. Dei ricordi mai avuti gli stavano affollando la mente…

 

  
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