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Autore: CassandraBlackZone    29/02/2016    1 recensioni
Tutto accade il 29 giugno del 2016, data in cui viene ritrovato il cadavere di Slenderman, leggenda metropolitana reputata da sempre una mera invenzione di Internet. Questa scoperta non può far altro che suscitare una curiosità tale da spingere un gruppo di scienziati a studiare il corpo della Creepypasta; curiosità che portò alla rovina la razza umana. Bastò una sola incisione e un potente virus si diffuse indisturbato in tutto il mondo confondendosi con l'ossigeno. Esso venne denominato CRP. Le conseguenze? Quando una Creepypasta muore, essa rinasce successivamente in un qualsiasi individuo in cui il virus si è ben sviluppato. Pur sapendo la sorte che l'attende, l'umanità è tenuta a proteggersi dai soggetti infetti, i quali sono destinati a seguire il loro istinto di uccidere.
Genere: Azione, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Jeff the Killer, Nuovo personaggio, Slenderman
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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«Marcus ti prego, fermati! Mi stai facendo venire mal di testa!» ringhiò Thomas, che cercava di leggere in santa pace il suo fumetto preferito da una ventina di minuti. «Questo tuo andare avanti e indietro mi sta facendo impazzire!»
Marcus ignorò totalmente il compagno di stanza e continuò a camminare davanti al suo cellulare, lanciando di tanto in tanto uno sguardo sul display, nella speranza che si illuminasse. «Accidenti… deve esserle successo per forza qualcosa. Perché non mi chiama? Un messaggio lo poteva scrivere, no?» si disse il giovane soldato in ansia.
«Falla finita, Marcus. Devi solo avere pazienza. Probabilmente Annabelle è impegnata a conoscere i suoi genitori e i suoi fratelli.»
Per la gioia di Thomas, Marcus si fermò e lo squadrò perplesso. «Fratelli? Ha dei fratelli?»
L’indiano alzò le spalle senza distogliere lo sguardo dal fumetto. «È probabile. Ammetto che non mi aspettavo che quel Kuro avrebbe potuto avere una famiglia.»
«E perché no?»
«Da come si atteggia» Thomas prese al volo la coperta più vicina e un piatto di plastica da mettere davanti al viso. «Sii sincero. Un tizio che se ne va in giro vestito di nero e una maschera da oni non è proprio normale. Per me la moglie va in giro con una maschera in ceramica come Jane the Killer.»
«Avrà i suoi buoni motivi» giustificò Marcus, concedendo comunque all’amico il beneficio del dubbio.
«Sta di fatto che Annabelle non doveva andarsene così» si rattristò Thomas. «Avrebbe potuto avvertire tutti, così la salutavamo come si deve con una bella festa.»
Marcus annuì prendendo in mano il cellulare. «La vita è la sua. Noi non potevamo di certo intralciarla. Probabilmente dirlo a tutti l’avrebbe resa incapace di prendere una decisione definitiva.»
«Forse hai ragione, grande saggio Marcus. Dopotutto, chi meglio di te conosce Annabelle?»
«Scusa, con questo cosa vorresti dire?»
«Oh andiamo. Lo sai benissimo cosa intendo. Arrivati qui tu sei stato il primo ad aver fatto amicizia con lei e quindi ad aver instaurato un bel rapporto.»
«E questa dovrebbe essere una spiegazione?» arrossì Marcus.
«Non vedo perché non dovrebbe. È palese e lo sanno tutti.»
«Lo sanno tut-… cosa sanno?!» urlò Marcus imbarazzato. «Sputa il rospo, Thomas!»
«Non se ne parla! Sei tu che lo devi capire! E se non lo hai ancora capito, be’… sei davvero un tonto!»
«Tu piccolo bastar-… vieni qui! Non puoi scappare!»
«Vedo che le energie non vi mancano. Marcus e Thomas.»
Prima che Thomas venisse sopraffatto da una micidiale presa di wrestling da Marcus, Itaca entrò nella loro stanza senza farsi notare. I due ragazzi si staccarono e si misero in piedi davanti al loro capitano.
«Mi spiace disturbare la vostra lieta serata, ma è stata richiesta una riunione speciale in aula magna e comprende anche voi giovani cadetti.»
«Come? Ma non siamo tutti nel campo» obbiettò Thomas.
«Sono stati richiamati tutti con urgenza. Forza, andate.»
«Sissignora!» urlarono all’unisono i due soldati.
Il primo ad uscire fu Thomas, mentre Marcus venne fermato da Itaca, che gli appoggiò una mano sulla spalla. «Hai avuto sue notizie?» chiese Itaca.
Marcus scosse la testa con la delusione negli occhi.
«Anche io non ho ricevuto nulla, ma non stare a preoccuparti. Vedrai che si farà sentire molto presto.»
«Lo spero» bisbigliò Marcus con lo sguardo basso.
«Dai. Non è il momento di pensarci. Il generale ci sta aspettando.»

 
«È stata di tuo gradimento la cena, mia cara? » chiese Slenderman.
«Oh, sì. Era tutto buonissimo» rispose con un sorriso Annabelle, mentre leccava soddisfatta la cannuccia del suo frappé al cioccolato. In meno di venti minuti aveva spazzolato via tutto, dolce compreso, finendo così di mangiare prima di chiunque altro nella mensa. La tensione sembrò essersi sciolta dopo che Slenderman si era seduto a tavola. Nessun CRP si preoccupò più della nuova presenza, o almeno così aveva percepito la ragazza.
«Bene. Vedo con piacere che hai ripreso colorito. Eri visibilmente debole» annuì Slenderman.
«La cena di Masky mi ha ridato le forze.»
«Ne sono felice» disse il proxy facendo un leggero inchino. «L’ho fatto con piacere.»
«Masky è un così caro ragazzo. La cucina è la sua passione» lo elogiò Slenderman.
«È un hobby un po’ insolito per un killer» disse ridacchiando Annabelle.
«Be’, non hai tutti i torti» Masky si grattò la nuca nervosamente.
«Non è poi così strano», si intromise Hoodie dopo aver finito di bere il suo frullato, «in passato ha vissuto come un qualsiasi ragazzo. Come tutti, del resto. È un problema se a Masky piace cucinare?»
Annabelle avvertì una nota di rabbia nelle parole di Hoodie, che subito la portò a scuotere la testa.«Io non intendevo assolutamente offenderlo. Semplicemente io non pen-… »
«Tutti coloro che vedi qui ai tuoi occhi possono sembrare mostri, mutanti, chiamali come ti pare, ma non l’hanno voluto loro. Nessuno di noi l’ha voluto.»
«Hoodie, calmati ora. Stai esagerando» cercò di calmarlo Masky.
«Se questo fottutissimo virus non avesse infettato Masky, a quest’ora lui sarebbe ad una prestigiosa scuola di cucina. Un’occasione più unica che rara, che avrebbe giovato alla sua famiglia!»
«Hoodie!» Lo chiamò l’amico, senza farsi notare dal resto delle Creepypasta. «Adesso basta. Stai spaventando Annabelle.»
Accortosi dell’imbarazzante situazione, il proxy inspirò profondamente e finse di sistemarsi il cappuccio della felpa. «Mi dispiace. Credo… di essere stanco. Se permettete, io mi alzo per primo.»
Slenderman acconsentì con un cenno del capo e Hoodie poté lasciare il tavolo e quindi uscire dalla mensa.
«Io… non volevo farlo arrabbiare» disse Annabelle con lo sguardo basso. «E non volevo offenderti, Masky. Davvero.»
«Non ti devi preoccupare, Annabelle. Gli passerà. È solo un po’ lunatico. Inoltre è molto emotivo quando si tratta di noi. Non lo da’ molto a vedere, ma è così.»
«Sii più preciso, Masky.» disse Slenderman telepaticamente. «Lui è molto emotivo quando si tratta di te.»
«Signor Slenderman, questo non è affatto vero» si giustificò il proxy leggermente alterato.
«In che senso?» chiese Annabelle curiosa.
«Masky e Hoodie erano amici prima di diventare quelli che sono. Senza contare che senza Hoodie a quel tempo Masky non avrebbe preso la decisione di frequentare una scuola di cucina a Parigi.»
«Parigi?! Così lontano?»
Masky annuì imbarazzato. «Frequentammo la stessa scuola fino al liceo, finché poi non vinsi una borsa di studio grazie ad un concorso. Ma adesso basta parlare di me, Hoodie ha esagerato a prescindere. Dovrebbe capire che sei qui con noi da nemmeno un giorno, non può pretendere che tu capisca subito.»
«Capire cosa?» chiese la giovane soldatessa.
«Ricordi cosa ti ho detto arrivati a casa? Noi prima di essere dei CRP eravamo degli esseri umani e grazie al signor Slenderman non abbiamo perso del tutto la nostra umanità. Col tempo vedrai che capirai chi siamo veramente.»
Per un attimo ad Annabelle parve che quelle labbra disegnate del proxy gentile, si fossero allargate in un leggero sorriso. Forse era la superficie liscia della maschera a dare quell’effetto, ma stava di fatto che grazie ad esse la ragazza si era tranquillizzata per l’ennesima volta. Alla fine, si limitò a ricambiare quel sorriso immaginario.
«La confusione sarà tua compagna ancora per un po’, temo» disse Slenderman ad Annabelle accarezzandole i capelli. «Ma rimedieremo molto presto. Ora è meglio se ritorni nella tua stanza. Masky, accompagnala.»
«Come desidera, signore.»
Proxy e umana si incamminarono fianco a fianco ripercorrendo la stessa strada tra i tavoli. Improvvisamente sulla mensa, calò il silenzio fino all’uscita dei due.
«Bene, Slenderman. Ora puoi darci delle spiegazioni» iniziò a nome di tutti Laughing Jack. «Cosa diamine ci fa un’umana in casa nostra? Soldatessa, per giunta.»
«È… una soldatessa?» chiese Sally impaurita stringendo il suo orsacchiotto di peluche.
«Emana lo stesso odore» spazientito, il clown salì sul suo tavolo e raggiunse quello di Slenderman saltando sugli altri. Con uno sguardo severo, squadrò il padre. «Allora? Rispondi?»
«Non vedo come possa recarti qualche problema il fatto che abbia deciso di portare qui Annabelle» si giustificò l’uomo senza volto con estrema calma.
«Chi cazzo è Annabelle?»
«Vedi di darti una calmata, Laughing. Non puoi rivolgerti così a Slenderman» lo ammonì Liu.
«Abbassa la cresta, Liuccio. Lascia agli adulti queste faccende» faccia a faccia con il capo, Jack si portò alla sua altezza allungando il collo. «Ci vuoi dare una spiegazione plausibile?»
Ignorando totalmente il figlio bianco e nero, Slenderman mise da parte le posate e si aggiustò la cravatta. «Mi congratulo con voi per lo splendido lavoro fatto questa mattina. Come sempre, del resto. Nonostante il loro improvviso attacco, i poachers non sono stati in grado di sorprenderci.» disse alzandosi.
«Mi stai prendendo in giro? In questo momento me ne frego dei tuoi elogi!»
«Laughing Jack, hai così tanta poca fiducia in me?»
«Qui non si tratta di fiducia. È un dato di fatto. Un’umana non dovrebbe essere qui.»
«La sua presenza è di vitale importanza. Vi basta sapere questo, per ora.»
«Vitale in che senso?! Perché abbiamo bisogno di un’um-…» prima ancora che potesse finire di parlare, Slenderman alzò Laughing Jack prendendolo per il collo. Quest’ultimo, respirò a fatica in cerca di aria.
«Mio caro Jack. Tu sei uno dei primi, nonché il più anziano membro della mia famiglia, perciò speravo più comprensione da parte tua» la voce di Slenderman riecheggiava cupa nella mensa, incutendo terrore. «Io non tollero che le mie decisioni vengano respinte. Specialmente da te. Sono stato abbastanza chiaro?»
Dopo pochi secondi di ripensamenti, Jack acconsentì e venne liberato.
«Che vi piaccia o no, Annabelle resterà qui. Se mai qualcuno dovesse pensare di farle del male, se la vedrà con me.»
Tutte le teste dei CRP annuirono con il terrore negli occhi.
«Molto bene. Fra poche ore vi chiamerò per organizzare la prossima caccia» alzatosi dalla tavola, Slenderman si fece strada tra i tavoli ammutoliti e uscì chiudendo le porte dietro di sé. Sally e Ben furono i primi a precipitarsi dal clown.
«Jack! Jack! Va tutto bene?» chies preoccupata la bambina insanguinata.
«Sì… tranquilla. Non è niente.»
«Papà è strano ultimamente. Cosa ci trova in… lei?» disse Ben con la fronte aggrottata.
«Lei si chiama Annabelle», lo corresse Jane prendendolo in braccio, « e non è pericolosa. Puoi stare tranquillo.»
«E tu come lo sai?»
«Lo so perché ci ho parlato. Lei è spaventata quanto te. Quanto noi.»
«Tutte stronzate» disse L.J. massaggiandosi il collo. «Quella non appena ne avrà l’occasione chiamerà i suoi e ci farà uccidere.»
«Lo sai che non può farlo. Dalle tregua, ha solo quindici anni.»
«Quindici anni o no, è pur sempre un soldato. E sai cosa fanno i soldati, Jane. No?»
«Io dico che dobbiamo darle una possibilità» si intromise Liu. «Slenderman è sempre consapevole di quello che fa. Basta guardare noi. Se non fosse stato per lui noi saremmo tutti spacciati e… »
« Sì va bene, Liuccio. La conosco la storia. Cristo… odio quando mettete in ballo le grandi gesta del capo… »
Liu sorrise e tese la mano a Jack per aiutarlo a rialzarsi. «Forza, mentore. Diamo una pulita a questo posto. »
 
Il rumore di piatti frantumati attirò l’attenzione di Annabelle che subito si girò verso la porta della sua stanza. «Cos’è stato quel rumore?»
«Oh, sarà Laughing Jack che sale sui tavoli. Lo fa spesso» le rispose Masky.
«Capito. Devo… aver shockato tutti.»
«Be’, è andata meglio del previsto in realtà. Mi aspettavo un putiferio» la consolò Masky. «Si abitueranno. Vedrai.»
«E se la mia presenza spezzerà l’equilibrio? Inoltre… non so ancora a cosa servo…»
«Servo. Non sei mica un oggetto. Devo ribadire il discorso della pazienza?»
«Scusami Masky, ma ancora non ci capisco niente! Lo so che è il primo giorno eccetera, ma… perché di tanto in tanto mi sento come se… se stessi bene qui?»
Masky soffocò una risata e si sedette sul letto vicino ad Annabelle. «Non ti dico che sia normale, perché in effetti non lo è. Penso che inconsciamente tu ti stia rilassando e stia abbandonando la tua natura di soldato.»
«Sì, è probabile… Ora che cosa devo fare?»
«Be’, direi dormire. Anche se ho sentito che il signor Slenderman ha intenzione di portarti con noi, questa notte. Ma non ti preoccupare. Gli parlerò per farti restare a casa.»
«Portarmi con voi? Per cosa?»
Masky sospirò profondamente prima di prendere le mani di Annabelle. «Ascoltami, Annabelle. Parto subito col presupposto che non ti andrà a genio questa cosa, ma… come ben sai noi…»
«Per la nostra caccia quotidiana. È ovvio.»
«Hoodie!»
Senza che i due se ne accorgessero, Hoodie entrò nella stanza accompagnato da un Husky siberiano dal pelo bianco e nero e gli occhi azzurri.
«Caccia quotidiana?» ripeté Annabelle confusa.
«Immagino che voi soldati le chiamate missioni o qualcosa del genere, ma per noi è una caccia» si spiegò il proxy. «Anche se tecnicamente ad iniziare siete sempre voi.»
«Che ci fai con Smiley?» chiese sospettoso Masky.
«Oh, niente. Volevo semplicemente fare un piccolo esperimento» rispose Hoodie alzando le spalle.
«Che cosa hai in mente?»
«Stai calmo, Masky. Ti prometto che se succederà qualcosa mi prenderò tutta la responsabilità.»
«Annabelle, mi raccomando. Rimani dietro di m-… ah!» colto alla sprovvista, Masky venne bloccato a terra da Hoodie.
«Spiacente, Masky. Ma ora devi startene buono. Smiley. Attacca.»
«Con piacere» rispose Smile Dog.
«Oddio… ma quel cane ha parlato!» disse allarmata Annabelle.
«Annabelle scappa! Non aspettare che cambi forma! Vattene!» le urlò Masky .
«Come?»
Quel bel Husky puro inizialmente calmo iniziò a ringhiare ad Annabelle e a mostrare due file di denti aguzzi, che pian piano si allargarono per formare un enorme sorriso. I suoi occhi azzurri divennero bianchi e il suo pelo si tinse di rosso sangue.
«Non è… possibile» sussurrò la ragazza terrorizzata, mentre Smiley prese a correre verso di lei.
 
«Ho richiesto questa riunione generale in modo tale che tutti potessero sapere la situazione attuale. Giovani cadetti inclusi. Mi spiace avervi richiamati nonostante la giornata di riposo, ma purtroppo per noi il riposo non è ancora concesso.»
L’annuncio del generale Cherubi preoccupò non poco tutti i presenti nell’aula magna, che iniziarono a bisbigliare fra di loro, coscienti della criticità della situazione.
«Come ben sapete, quest’oggi l’attacco mattutino alla Black Forest non ha avuto un grande successo, anzi: è stato un completo disastro. Abbiamo perso più soldati oggi che in cinque anni. Questo significa che i CRP stanno diventando sempre più forti. Ma questo non ci deve demoralizzare.»
Con un semplice comando vocale, il generale Cherubi attivò le immagini olografiche dell’intera Black Forest evidenziando una determinata zona che era il centro di essa. «Perlomeno, abbiamo localizzato la tana dei CRP. L’unico problema è la presenza di una forza sconosciuta che ci impedisce di avvicinarci.»
«Una forza?» chiese Thomas a Marcus. «Come tipo una barriera?»
«Molti soldati hanno provato diverse volte ad entrare in quella zona, ma c’è sempre stato qualcosa che li bloccava» gli rispose Itaca. «Anche se io credo poco in questa storia della tana.»
«E perché?» chiese Marcus.
«Perché lì non c’è nulla. E per nulla intendo dire che è solo distesa di erba in mezzo alla foresta. Un po’ come la brughiera.»
«E se i CRP avessero fatto qualcosa in quel punto? Insomma, parliamo della Black Forest dopotutto. Cresciuta in neanche due anni grazie al grandeSlenderman. Tutto è possibile.»
«Concordo con Thomas. Potrebbe essere stata opera dei CRP stessi.»
«Pensate davvero che i cervelloni di cui disponiamo non avessero già pensato a questa ipotesi?»
«Se questi cervelloni di cui parli l’hanno già capito, qual è la soluzione al riguardo?»
Itaca alzò le spalle scuotendo la testa. «Questo non te lo so dire. È ancora un mistero, persino per lo stesso generale Cherubi.»
«Ora come ora, non possiamo fare altro che attendere informazioni a noi utili per il suddetto attacco alla zona», continuò Cherubi, «e dobbiamo inoltre lavorare sodo, affinché possiamo distruggere quelle immonde creature!»
L’urlo di incoraggiamento innalzato dal generale riuscì a risanare gli animi dei soldati. Pugni al vento e urla erano tutto ciò che potevano fare, in attesa del totale sterminio di quegli esseri che stavano invadendo l’intero pianeta.
   
 
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