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Autore: Nox7    01/03/2016    0 recensioni
“Era uno di quei giorni, in cui la vita ti mette davanti una di quelle scelte che si scontano per il tempo restante, di quei momenti in cui devi decidere quale strada prendere.
Ed io, scelsi te.
E non passa giorno in cui non mi chiesi se anche tu, in quel preciso istante, scegliesti me.
Perché, mentre tu ora starai ridendo con chissà chi, io sono qui a pensarti.
A pensare che, se potessi tornare indietro a quel momento sceglierei ancora te. Sempre.”
Anonimo
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dirty Rain
 
 
.I miss you
 
“Senza la tua presenza il mondo si è svuotato. Mi manca tutto di te: la risata, lo sguardo, i congiuntivi mancati, gli sms, le chiacchierate … tutte quelle cose insignificanti che valgono tutto per me , perché sono tue.”
Alessandro D’Avena 
 
Ian
 
Autunno 2014
 
Una strana luce le illumina gli occhi grandi che diventano impercettibilmente più piccoli quando sul suo viso si fa spazio un sorriso e una faccia un po’ buffa che segue la battuta che Chris le ha fatto ma che, non sono riuscito a cogliere perché è troppo lontana da me per darmi la possibilità di sentire.

Ritorno a fissare le poche righe che devo ripetere abbassando di nuovo lo sguardo sul mio copione stropicciato e una confusa amarezza mi prende la gola al pensiero che non sopporto che sia quel ragazzino che si crede troppo vissuto per i suoi ventisette anni da strapazzo a farla ridere in quel modo.

“Dobbiamo iniziare”.

Annuncia Brian a gran voce dopo aver appoggiato la sua tazza di caffè.

“Sarà una giornata lunga” prevede Paul al mio fianco mentre, come me, sfoglia il copione alla rinfusa spettinandosi i capelli.

La troupe si mette all’opera e il mio compare mi dà un’amichevole pacca sulla spalla prima di allontanarsi verso Candice che lo aspetta dall’ altra parte della stanza lasciando inevitabilmente spazio a tutto ciò che cerco costantemente di evitare.

Quei due occhi così dannatamente profondi e la consapevolezza che non riuscirò mai a fingere che di lei non mi possa più importare niente.  
 
 
 
Estate 2012
 
“Tu rifletti troppo Ian”.

“Lo sai vero che oggi dobbiamo in pratica girare tutte le scene più lunghe e, questa sera …”

Nina m’interrompe portando le labbra sulle mie.

“Tu rifletti troppo” ripete sottovoce a un centimetro da me, sorridendo appena. “Quando finirà la giornata, potremmo stare insieme, solo noi due, a mangiare il cibo cinese che ti piace tanto”.

Le metto una ciocca di capelli dietro all’orecchio prendendole la vita con l’altra mano.

“Piace più a te che a me”.

“Dettagli” mi sorride divertita prima di lasciarsi baciare ancora dolcemente.

Rimaniamo lì per un po’ a sghignazzare come ragazzini alla prima cotta quando qualcuno ci passa accanto non ancora del tutto sveglio.
“Buongiorno ragazzi!” Matt biascica qualche lamento insensato “Anche di mattina presto non riuscite a stare lontani?”

Nina ride staccandosi da me e aggrappandosi alla mano che prima accarezzava i suoi fianchi. “Ciao Matt”.

Quel suo sorriso contagioso fa capo a ogni angolo del suo viso e resisto a non avvicinarla ancora alle mie braccia solo perché stiamo entrando sul set dove c’è già gente che corre avanti e indietro per mettere in ordine le ultime cose.

“Devo andare in sala trucco, ci vediamo dopo in scena” mi bacia forte sulla guancia ma questa volta sono più veloce, infischiandomi di chi ci passa attorno, e l’attiro di nuovo a me, il tempo di un secondo, e la mia bocca trova di nuovo il suo incastro perfetto.

 
Autunno 2014
 
Mi piego e premo le mie labbra sulle sue, e la secchezza delle mie trova temporaneo ristorno dalla freddezza di queste ultime giornate quando si scaldano al contatto, il suo sapore invade le mie narici e la mia bocca, Nina ricambia fugace e con passione mista a una sottospecie di rabbia nascosta mentre i nostri nasi si scontrano quando approfondiamo il bacio.

“Stop! Ragazzi andava bene ma voglio rifarla su un’altra angolatura.”

Nina ed io ci stacchiamo l’uno dall’altra e i tecnici si spostano di fronte a noi.

Guardo altrove, mi discosto da quello sguardo che non riconosco a malapena e mi ostino a pensare che oggi devo mandare un esorbitante numero di mail alla ISF e non so effettivamente quando potrò farlo e sparatutto quando riuscirò a riprendere tra le braccia il mio adorato computer che giace solo nel mio camerino da ore ormai.

Tiro fuori il cellulare dalla tasca per controllare l’ora ma il nome di Nikki compare improvvisamente sullo schermo silenzioso.

“Ehi” quel suono mi solletica l’orecchio.

“Ehi, sto lavorando, va tutto bene?”

“Sì, sì, solo che mi mancavi e volevo sentirti”.

Sorrido sornione.

Cerco di non dare nell’occhio, insomma, tecnicamente non posso stare al telefono in questo momento.

“Ci siamo visti meno di due ore fa, lo sai vero?” la stuzzico dando ascolto alla mia vena maliziosa.

“Oh questo lo so, ma davvero, mi manchi” sospira un po’ rassegnata “Magari faccio un salto sul set per pranzo, che ne dici?”

“Sarebbe perfetto”.

Brian mi fa segno di riagganciare all’istante quando vedo le telecamere pronte.

“Adesso devo andare, a dopo” appoggio il telefono dietro ad una specie di ciotola sul bancone della cucina dopo aver sentito un flebile “ti amo” di Nikki.

Riprendo posizione mentre una voce fuori campo dice ‘azione’.

“Sostanzialmente” è Nina che pronuncia le prime parole in un finto imbarazzo mentre i boccoli le ricadono sulle spalle.

“Perfetto” dico sicuro un’altra volta, chinandomi su di lei.

È qualcosa di fugace che riesco a scorgere nelle sue pupille che no so se definire come noia o fastidio; un unico istante prima che lei prenda l’iniziativa aggrappandosi alla base del mio collo per assaggiare la mia bocca come poco prima aveva assaggiato il cupcake al cioccolato.

“Okay, questa andava benissimo, per adesso abbiamo finito, Chris tra mezz’ora ti voglio qui per girare il resto.”

Nina non mi degna di uno sguardo e corre verso il ragazzino sbarbato con i jeans troppo stretti e un sorrisino smagliante.

Che razza d’idiota, si ostina a scherzare e a sbirciare nella sua scollatura quando lei inizia a parlare.

Deficiente.

Neanche avesse dodici anni.

Paul aveva ragione, la giornata sarebbe stata veramente lunga.

Riprendo il mio cellulare e invio un messaggio.

 
Puoi venire anche ora se vuoi, ti aspetto.
 
 

Angolo autrice:
Ciao a tutte!

Mi dispiace di non aver aggiornato per tanto tempo, e ancora di più per essere stata costretta a cancellare “Odi et Amo”, mi piaceva davvero l’idea di quella storia ma sinceramente non riuscivo a portarla avanti, non mi convincevano alcune parti e chissà, magari con il tempo avrò il coraggio di riprenderla tra le cartelle del mio computer ma per adesso credo sia meglio che rimanga in un angolino polveroso.

Detto questo, vorrei ringraziare tutte voi, a chi ha letto la mia piccola one-shot e a chi avrà voglia di ripercorrere con me Dirty Rain.

Sì perché, matta come sono, avevo cancellato anche questa storia eppure, a dirla tutta, sento che, tutto sommato, abbia bisogno di una sorta di “sviluppo”.

Perciò ho deciso di apportare alcune modifiche, spero così di rendere la storia più chiara ed agevole alla lettura.

Vi mando un forte abbraccio e mi auguro con tutto il cuore di ritrovarvi presto!
Al prossimo aggiornamento!
Nox

 
  
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