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Autore: BalthierSan    01/03/2016    1 recensioni
Salve a tutti, ecco qua una nuova storia.
Questa serie si ambienta dopo gli avvenimenti dei due giochi riguardanti Final fantasy XII. Diciamo uno o due anni dopo l'avventura a Lemures. Non mancheranno i sentimentalismi, i battibecchi e i colpi di scena. Vi consiglio di seguirla in caso foste vecchi fan del videogioco.
Chissà dove questa nuova avventura porterà i nostri eroi preferiti.
Rating variabile.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Penelo corse dall'emporio di Migelo fino all'Hangar c-23 dell'aerodromo dove il gioiellino di Vaan stava riposando. Attraversò la città in direzione ovest senza mai fermarsi, neanche a guardare gli orfanelli come lei che portavano ancora sulle spallegli orrori della guerra. Mentre il vento le accarezzava la pelle, Penelo pensava quanto fosse cresciuta e maturata in quegli ultimi anni, nonostante tutto quello che avevano passato si riteneva fortunata. Quel gruppo così singolare si era dovuto dividere per motivi, per lo più, di dovere, ma lei continuava comunque a sentirli vicini. La loro premura, determinazione e conoscenza era come se si fossero trasmesse a lei: da ognuno di loro veva imparato qualcosa e giorno per giorno ne stava facendo tesoro. 
Aveva preso anche una decisione importante: aveva scelto chi essere, si era imposta di tirare fuori il meglio da se stessa ogni volta, aveva scelto di restare al fianco di Vaan sempre e comunque, e anche di aiutare Migelo tra un viaggio e l'altro dimostrandogli continuamente infinita gratitudine oer tutto quello che aveva fatto per lei e i suoi amici. 
Era ormai una giovane donna che solcava i cieli con il suo emergente compagno aviopirata, mentre il suo cuore restava sempre a Rabanastre. 

-"Hey Vaan ho una novità importante!"-

l'odore in quell'Hangar ra quasi nauseante, quello di olio e carburante mentre a terra giacevano sparsi numerosi attrezzi da meccanico. 

-"Anche io ho grandi novità, Pen!"- Vaan sbucò improvvisamente da dietro la propria aeronave -"Ho scambiato gli anelli al motore della Galbana, ora dovremmo volare più veloci... Certo, non ai livelli della Strahl, ma prima o poi ci arriveremo!"-

-"Sì, va bene, sono contenta, ma calmati per favore e fa parlare anche me."-

Solo dopo le lamentele di Penelo, Vaan smise di parlare a raffica rassegnandosi.

-"Scusa.. Di.. Dimmi.."-

-"Ashe ci ha mandato un invito, per una festa! A palazzo! E' tra una settimana, ovviamente non ho potuto che accettare."-

-"Ma.. Pen.. Una festa a palazzo, non credo di essere portato per questo genere di eventi.."-


Apparentemente Vaan sembrava non condividere l'entusiasmo di Penelo, ma la giovane sapeva bene come tentarlo.

-"Non devi preoccuparti per questo, è una festa in maschera e Ashe ha pensato anche ai vestiti: dovremo solo recarci dalla sarta indicata sul biglietto. Avanti Vaan, ci saranno anche Balthieri e Fran e potremo rivedere Basch, Ashe e persino Larsa!"- 

-"Ba.. Balthier.. Ba.. Basch.. Larsa.. Tutti quanti.."-

-"Esatto! Per favore, Vaan! Non possiamo deludere Ashe!"- 


-"E va bene, allora non ci resta che andare da questa sarta!"- 

Gli occhi di Vaan sembravano essersi riaccesi, non appena l'amica aveva nominato tutti gli altri. Era ovvio che Vaan non avrebbe potuto resistere. 

-"Dovremo andare il prima possibile!"- 

Penelo saltò al collo di Vaan, abbracciandolo e il neo aviopirata si sentiva felice, avrebbe per una volta fatto qualcosa per la sua dolce Penelo.


***


-"Vostra Maestà, è appena atterrata un'aeronave proveniente da Archades, dicono che il Giudice Magister Gabranth sia venuto di persona per portare la risposta dell'Imperatore al vostro invito."- 

-"Se così è, conducetelo qui, lo aspetterò."-

-"Come vostra maestà desidera."-


L'umile uomo se ne andò, così come era entrato, in silenzio quasi come un'ombra.

"Basch perchè hai deciso di venire fino a qui.. Perchè ora.. Perchè proprio tu.."


***


Il tramonto era ormai inoltrato sui Monti Mosfora, il sole colorava le rade nubi di un piacevole arancione rosato. 
L'interno della Strahl era quieto e silenzioso; Fran, seduta sul proprio letto, aveva appena finito di fasciarsi a dovere la ferita, quando si accorse di una presenza appoggiata all'uscio della porta che non azzardava a staccarle gli occhi di dosso. 

-"Hai mandato quel povero Moguri fino all'accampamento con questo freddo e la notte che sta calando. Sei veramente un capitano senza scrupoli."- 

-"La sua missione è di vitale importanza."- Balthier appoggiava la testa stanca mentre incrociava le braccia al petto.

-"Ci tieni davvero tanto che quella lettera parta con la carovana di questa notte."- 

-"Non vorrei far aspettare più del dovuto sua Maestà. Ma ci terrei, allo stesso tempo, a sapere come sta la mia socia."-


-"uh.."- Fran alzò il viso con quell'espressione stizzita che il suo partner conosceva fin troppo bene. -"La tua socia sta magnificamente, visto che mentre tu ti dilettavi con parole mielose per la tua amata Regina, lei si è medicata le ferite riportate in giornata tutta da sola."-

Il giovane sospirò e dopo essersi seduto a fianco della Viera si lasciò cadere con il busto sulle morbide coperte di quel letto. Non rispose alla provocazione della compagna era davvero troppo stanco, anche se non l'avrebbe mai ammesso. Diede la risposta che Fran voleva sentirsi dire. 

-"Era un invito. Tra qualche giorno, poco meno di una settimana. Una cerimonia e una festa in maschera. Andiamo?"-

-"Non chiedermelo se hai già deciso"-
Disse lapidaria la Viera.

-"Potremmo sempre dare buca."-

-"Non daresti mai buca ad una regina soprattutto a quella Regina."-
Fran provocava, come sempre, ma in fondo, le sue parole avevano un gusto rammaricato. 

-"L'unica a cui non darei mai buca, sei Tu."- 

Fran si voltò a guardarlo qualche istante. Quella pelle così perfetta, i lienamenti del viso così nobili e delicati, l'apparenza di un ragazzo frivolo nascondeva in verità un cumulo di sofferenze e delusioni chiuse dietro una porta di apatia e indifferenza. Lei lo sapeva e sapeva riconoscere quando, in periodi più stressanti di altri, quella porta veniva aperta e,anche se nulla da dentro usciva, si poteva intravedere il contenuto con degli occhi più attenti di altri. 

-"Alla luce degli imprevisti dovremo modificare la nostra tabella di marcia allora."- Replicò la Viera cercando di richiudere quella porta e mettere a suo agio il proprio compagno.

-"Forse dovremmo semplicemente accantonarla."-

-"Non è da te questa pigrizia sul lavoro."-

-"Semplicemente preferisco che quelle ferite non ti diano problemi."- 


Balthier si alzò senza incrociare lo sguardo della compagna, ma quest'ultima lo fermò proprio sull'uscio in cui si era fermato poco prima.

-"Io invece preferirei lasciare questo posto con quello che stiamo cercando senza tornarci per un po'. In meno di una settimana dovremmo riuscire, no?"-

Balthier si voltò di nuovo verso la viera, sembrava essere tornato sempre il solito, benchè sul suo viso, l'occhio esperto di Fran riuscì ad intravedere un lievissimo sorriso. 

-"Hai cambiato idea sulla festa?"-

-"La prenderemo come una specie di paura e visto che sarà in maschera nessun ospite sospetterà di avere due aviopirati così vicini."- 


l'allusione di Fran era ben evidente per il socio che la colse al volo e si diresse verso la propria stanza per la notte dopo aver risposto.

-"Come il vice pilota desidera. Buona notte mia cara."-


***


Gabranth era partito quella stessa mattina e così Larsa potè dedicarsi a cose di carattere esclusivamente burocratico, ma non prima di essersi tolto un piccolo sassolino dalla scarpa. 

Il giudice Zargabaath percorse l'enorme salone calpestando il raffinato tappeto rosso fino ad arrivare al cospetto del giovane imperatore, il quale sedeva su quel trono che era stato per tanti anni del suo caro padre. 

-"Lord Larsa vi ho portato la giovane che avete convocato, ovviamente me ne sono occupato personalmente."- 

La giovane rimasta fino a quel momento alle spalle del giudice si mise al suo pari, chinando il 
capo di fronte all'imperatore. 

-"Vi ringrazio Zargabaath, ora potete lasciarci."-

Il difensore della legge non fece una piega, andandosene come ordinato. 

-"E' un piacere averti qui e poterti rivedere, Artemis."-

-"Per me è un onore, eccellenza, ma potrei sapere perchè mi avete fatta chiamare?"-


-"Certo, ma proviamo ad abbandonare le formalità, almeno per ora. "-

La giovane alzò finalmente il viso per rivolgerlo al giovane. La sua innata bellezza lo fece vacillare, era da un po' di tempo che non si incontravano e ora Artemis non gli sembrava la stessa di un tempo.

Non se la ricordava proprio così, forse quella ragazza  di oltre vent'anni con i capelli liscissimi e lunghi fino al fondo schiena  di quel colore totalmente inusuale che gli rivolgeva lo sguardo in quel momento era diventata una vera e autentica donna. 

-"Hai impegni inderogabili per la settimana a venire?"- 

-"Nulla che non possa cancellare se si trattasse della vostra volontà."- 


I loro sguardi si incrociarono in quel momento dopo tanto tempo e Larsa provò nuovamente la freddezza di quegli occhi ghiacciati che incorniciavano quello splendido viso mentre sembravano perforare il giovane Solidor. 

-"Vorrei portarti con me a Rabanastre."-

-"Fino a Dalmasca?"-

-"La Regina Ashelia ha indetto una cerimonia con a seguito una festa in maschera. Sono sicuro che non ci saranno problemi nel portarti e tenerti al mio fianco come mia personale ospite."- 


La giovane chinò nuovamente il capo e una cioccia argentata dei suoi finissimi capelli le scivolò davanti il viso. 

-"Sarò felice di accompagnarvi allora."-

-"E io sarò ben lieto di presentarti una certa persona.."-


I loro sguardi si incrociarono di nuovo ma questa volta sul viso dell'imperatore si presentava un sereno sorriso, forse era contento di poter passare di nuovo del tempo insieme a lei. 


***


Rimase per quegli interminabili minuti di attesa immobile a giocherellare tra le dita con un bracciale di perle. 
Nel palazzo si sentiva un po' di trambusto, mancavano pochi giorni alla cerimonia e Ashe voleva che tutto fosse perfetto, così ogni impiegato dava il massimo per far sì che i preparativi continuassero senza intoppi. 
Ashe rivolse lo sguardo fuori, oltre il vetro di quell'imponente finestra e vide uno stormo di rondini volare lontano passando  dall'essere un mare di onde nere a delle piccole macchiette quasi invisibili ad occhio nudo. Bastava poco per farla diventare pensierosa, ma quei piccoli uccellini non potevano che metterle in mente i suoi vecchi amici. 
Si sentiva una piccola rondine in gabbia in confronto a loro, a quel gruppo di rondinini che le sembravano tanto Vaan, Penelo, Fran e Balthier; loro avevano conquistato quella libertà tanto desiderata e potevano volare lontano, ovunque avessero voluto. Un misto di invidia e gioia aveva pervaso il suo corpo, quel dovere che da sempre la legava a quel palazzo, quel cognome e quel sangue che tanto le pesavano. Le sue ali non avevano mai spiccato il volo, ma non era l'unica. L'immagine di Basch le passò davanti come un fulmine. Un cavaliere rimane per sempre un cavaliere, ma dentro di sé lo malediva quell'uomo dal grande onore che era fin troppo cavaliere e si maledì da sola allo stesso tempo per tutto quello che gli aveva fatto passare, per tutte le cose che gli aveva precluso. Avrebbe voluto piangere, sarebbe voluta essere quella ragazza fragile da consolare che la sua età pretendeva. Ma il bussare alla porta la riportò alla realtà.

-"Avanti.."- Mise il bracciale al suo posto ad adornare il suo candido polso.

Un servitore si fece avanti. 

-"Come precedentemente annunciato, vostra maestà..."-

Fece un gesto con la mano permettendo all'uomo in armatura di entrare.

-"È un piacere potervi ospitare a Rabanastre giudice Gabranth."-

-"Vi ringrazio, è sempre e comunque un onore ritrovarsi al vostro cospetto." -


Dopo i dovuti convenevoli il servitore se ne andò chiudendo dietro di sé la porta.

Rimasero in silenzio, avevano così tanto da dirsi che non sapevano da dove cominciare dopo le solite frasi di rito. 
La voce metallica dietro quell'elmo freddo aveva raggelato il sangue di Ashe che era rimasta immobile, si sentiva in svantaggio. Non avrebbe mai potuto capire cosa passasse per la testa al suo vecchio Capitano, ma non poterlo nemmeno guardare negli occhi non le piaceva per niente.

-"Fammi un favore.. Toglimi quell'elmo."-

Ashe si voltò dandogli le spalle. Lo voleva guardare in viso eppure  si voltò subito dopo averglielo chiesto, non riusciva a capire nemmeno lei il motivo di quel comportamento. Basch si tolse l'elmo, prendendolo sotto braccio.

-"Degnatemi di uno sguardo però."-

Lei lo sapeva. Sapeva di essere fragile davanti  a lui, sapeva che avrebbe visto la tristezza nei suoi occhi e non poteva permetterselo, non poteva farsi vedere fragile.

-"Volevo informarvi che l'imperatore ha accettato di buon grado il vostro invito, arriverà la mattina della cerimonia, mi occuperò io stesso di riceverlo."-

-"Ne sono lieta." -


Finalmente si voltò scambiando uno sguardo di malinconica nostalgia con il vecchio amico.

-"La tua stanza è già pronta."-

-"Vi ringrazio."-


Basch tendeva a chinare il capo evitando gli occhi della regina, forse mandarlo lì non era stata una grande idea.

-"Basch.."-  All'udire quel nome alzò subito il capo notando gli occhi lucidi della regina.  -"Ti piace la tua nuova vita?"-

Era troppo anche per lei, non aveva più forze per tenersi tutto dentro, voleva tornare a quando poteva parlargli senza contenersi... a quando avevano una loro intimità.

-"Lady Ashe..."-

Il tentennare di Basch la fece rinsavire.

-"Perdonami, ho pensato ad alta voce. Allora ti prenderai qualche giorno di pausa?"-

-"Così mi ha detto di fare Larsa."-

-"Hai qualche cosa in mente.?"-

-"Non so, girare per la città senza pensieri non mi sembra il caso. Il mio volto è ancora noto a Rabanastre, sarò particolarmente discreto. Pensavo di tornare un po' ai vecchi tempi, facendo una passeggiata tranquilla quanto pericolosa, magari tra le sabbie del deserto." -


Ashe sorrise ricordando le avventure che avventure vedano passato tra le sabbie del deserto di Damasco.

-"Ti accompagnerei volentieri se non avessi tutte queste cose da fare.."-

-"Tutte queste cose.. Come fare la Regina..?"-

-"Basch.."-


Anche lui aveva pensato ad alta voce, ma alla fine chi se ne importava.. Era solo loro due. 

   
 
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