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Autore: keli    26/03/2009    2 recensioni
Ed erano i suoi angeli, malgrado lo negassero, malgrado lo vedesse. Ma lei era solo una sciocca no? Sorride, stringendosi nella cappa nera, sformando una delle nuvole rosse così finemente ricamate. Ma dopo tutto non le importava...
Genere: Romantico, Malinconico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Sakura Haruno
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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The Black Thread Of the Destiny



Inspira…
… espira…
Inspira…
E’ tutto quello che può fare, costretto nel suo sonno senza sogni, incatenato in un incubo nero senza possibilità di risveglio. Non è che una parvenza di vita, quella che si cela in lui. Il suo corpo vive, ma è come se fosse morto. Chiuso nei meandri della sua mente, sente, si sforza, sa di esserci ancora. Ma è come se la sua volontà fosse incatenata li, con lui, in quell’eterna illusione.
E’ inutile provare a ribellarsi, non fa altro che sfiancarlo, perso in tutto quel rosso di uno Sharingan sconosciuto, di un illusione che ha fatto provare a molti, nella sua vita, e che ora si è ritorta contro di lui.
Ed è solo la morte, quella che brama, ora.
Perché non serve a niente, vivere, in quella mera utopia che si ostina a chiamare vita, in quel corpo che non risponde più ai suoi comandi, in quella terra dove non c’è più lei
Può sentirlo, può rivederla, ancora e ancora, come se fosse stampata nel suo cervello, un immagine vista e rivista, una condanna che deve scontare all’infinito, perché per lui non ci sarà mai pace. Lo sa, sa che è destinato all’inferno, l’ha sempre saputo.
Ma quella consapevolezza era da tempo stata affievolita dalla dolcezza del sapere che Lei sarebbe stata il suo paradiso, alla fin fine. Anche solo saperla li, in vita, anche se non più sua, anche se non lo era mai stata, gli bastava ad andare avanti come seguendo una scia che sola poteva rischiarare il buio di quella vita che si era scelto.
Ma ora che anche l’ultimo filo che lo collegava al suo passato, alla sua felicità, era stato tranciato di netto, gli era stato tolto brutalmente, forse meritandoselo, la morte non era che un alternativa, una fine ovvia per quello che aveva dato al mondo.

Flash Back

Poteva vedere l’ira, e la follia della volpe, farsi strada negli occhi del giovane ninja davanti a se, di quello che un tempo aveva chiamato amico, prendendone possesso in ogni suo piccolo dettaglio, come se non aspettasse altro che una mossa falsa da parte del suo contenitore, per scatenarsi.
Gli occhi rossi dello Sharingan sfaldarono questa ipotesi ancor prima che si creasse nel suo cervello, e l’amarezza mista all’ironia prese possesso del suo volto, senza che se ne rendesse conto.
In fondo era un Genio, un Uchiha, e come tale non si sarebbe mai illuso così…
… Naruto lo stava odiando davvero, non era la Volpe, lei era solo minima parte di quello che era stato scatenato che era finito per diventare una supernova di emozioni represse, di parole non dette.
Non si era accorto, sciocco, che la ragazza dai capelli rosa, quella noiosa, aveva capito prima di lui le intenzioni del biondo, e non aveva fatto in tempo a fermarla, che quella gli si era parata davanti, a braccia aperte, ricevendo il colpo che era stato destinato a lui, solo a lui, proteggendolo, amandolo, ancora e ancora…
<< Sakura, no… >>
Mormorò prendendo la ragazza che si era accasciata contro di lui, sbalzata dal colpo.
E vide il sangue che macchiava ogni cosa, che la rendeva più bella eppure più tremenda di come non era mai stata. La strinse a se, accasciandosi a terra, sforzandosi di ignorare le ferite che urlavano la loro presenza in ogni suo gesto, scostandole i capelli dal viso esangue.
Non si diede pena di voltarsi verso il suo ex migliore amico, che estinta la forza della Volpe, si lasciava ricadere al suolo, esanime, maledicendosi per quello che aveva fatto.
Sapeva soltanto che non poteva finire così… che non doveva
Sakura si meritava di meglio che una morte che avrebbe dovuto essere solo sua.
Così lo fece.
Non doveva soffrire, non più. Attivò lo Sharingan, guardandola dritto negli occhi, facendola perdere nella sua illusione, convinto, sperandando, che ciò l’aiutasse a non provare il dolore.
Si chinò, sfiorandole la fronte con le labbra
<< Mi dispiace… >>
E poi sparì, lasciandola così, fra il sangue e la neve, maledicendosi più volte, odiandosi, e sperando che la morte avrebbe raggiunto pure lui, per ricongiungerlo alla sua compagna.

Fine Flash Back


La porta si apre lentamente, cigolando, e l’uomo dal mantello nero scivola dentro la stanza, come un ombra, come se non fosse nemmeno umano.
E forse non lo è più da tanto tempo oramai… l’immortalità non dona se è la malvagità che l’ha creata.
Osserva divertito e interessato il giovane nella capsula che lo mantiene in vita, studiandone le fattezze perfette, degne di un Uchiha.
Si avvicina, chinandosi su di lui, osservando la smorfia che gli segna il volto, nel sonno in cui l’ha costretto.
<< Mi dispiace giovane Sasuke… ma il potere ha sempre un prezzo troppo alto… nevero? >>
Ride, e la sua risata aleggia nell’aria come presagio di morte.
Chiude l’unico occhio che si può vedere, e quando lo riapre è rosso come il sangue che ha macchiato le mani di entrambi con pene che basterebbero per una vita intera di inferno, ma che lui non sfiorerà mai, come invece sarà condannato il giovane che è caduto nelle sue mani.
D’altronde, non è mica colpa sua se il fratello è inutilizzabile… Itachi Uchiha aveva avuto la sua parte in quel racconto, ma ora doveva mettersi da parte, lui non serviva più.
<< Dovresti essere onorato… >>
Alza il viso, di scatto, i capelli corvini che gli e lo sfiorano, colpendolo esangue come un pugno nell’occhio, spiccando in quella pelle fin troppo bianca, a confronto con il nero in cui vive. Si smuove, rabbioso, facendo tintinnare minacciosamente le catene che lo costringono in questa sua prigione illusoria, in un mondo astratto, fatto di inchiostro e sangue.
Fissa con odio la figura nera che sta al centro dell’occhio stilizzato rosso, che rappresenta il potere dello Sharingan che lo domina.
<< BRUTTO BASTARDO LASCIAMI SUBITO! >>
Ringhia, inferocito, verso di lui. Nemmeno vede il colpo che gli arriva, veloce, fulmineo, atroce, strappandogli le vesti e squarciandogli il petto.
Urla, mentre il sangue imbratta le vesti sgorgando dalla ferita che si apre, insieme a molte altre, sul petto, sul suo intero corpo. Sputa un fiotto di sangue, che gli cola dalle labbra pallide, mentre cade in ginocchio, il viso abbassato, le spalle ricurve sotto il peso di quelle catene che non l’abbandonano, ma che anzi, sembrano stringersi ogni ora di più, tirandogli gli arti, nell’intenzione di romperli, e di soffocarlo.
La figura viene scossa da risate, si piega in avanti, stringendosi le braccia al ventre.
<< Oh oh abbiamo una tigre… ma dimmi, tigrotto Uchiha, anche le fiere belve vengono addomesticate… tu non reggerai più di così… sono stato anche troppo mangnanimo a tenerti in vita fino ad adesso… ma ora… >>
Allude, evasivo, rimettendosi all’impiedi e indicando vago con una mano guantata verso il corpo martoriato e stanco nel munekin.
Sasuke ringhia, ma esce solo un suono smorto, appena un filo di respiro, nemmeno una parola. Ha raggione lui, non c’è la fa più, nemmeno lui è in grado di sopportare questo.
Ed è stanco, oramai, veramente troppo…
In uno spostamento d’aria, la figura è davanti a lui, all’impiedi, e può vedere benissimo la maschera infantile che ne copre i tratti.
L’uomo sogghigna, alzandogli il mento con una mano, costringendolo a guardarlo negli occhi.
Lo Sharingan è l’ultima cosa che vede, prima di spegnersi completamente, di azzerare la sua volontà, diventando solo un baccello vuoto… poco più che un ombra…
L’uomo si china, il volto vicino al suo orecchio, mentre chiude una volta per sempre gli occhi, abbandonandosi al dolce conforto della morte
<< … un ultima cosa… la tua Sakura, è ancora viva… >>




Angolino di Keli


E Sasukkia ha finito i suoi giorni in questo atroce modo, lo so lo so sono sadica e cattiva, ma se lo merita, razza di brutto emo scoiattolo fratricida mal riuscito!è.è
Eppure… eppure Sasuke ci sarà ancora, anche se non vi dico come, ne perché… eh eh…
Ringrazio davvero tanto chi continua a sopportarmi** Siete grandi!
Un bacio grosso e alla prossima!
  
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