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Autore: mvstrxl    02/03/2016    4 recensioni
JuuzouxOC
Tokyo ghoul fan fiction
Juuzou x OC
···
Akane Aisaka è una diciassettenne senza amici né fiducia in nulla e con un odio profondo verso persone e ghoul.
Juuzou Suzuya è un diciannovenne con qualche rotella fuori posto, cresciuto da un ghoul, salvato dalla CCG e completamente indifferente alla vita altrui.
Questi due non sembrano avere proprio niente in comune, vero?
Beh, forse non ci crederete, ma possono cambiare molte cose grazie ad un portafogli rubato, a dei ghoul affamati e a due bambini mezzo sangue...
...
Gli avvenimenti della storia seguiranno l'opera originale solo in parte.
Potete trovarla anche su Wattpad.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Suzuya Jūzō, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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"Mamma! Mamma non ci crederai mai! Oggi è successa una cosa incredibile!" gridò Akane correndo nella cucina della piccola casa vacanze.

Sua madre stava cucinando e infatti la stanza era impregnata di un buonissimo odore.

Come la signora Aisaka vide sua figlia correrle incontro con quel sorriso tipico di ogni bambino felice e spensierato, non poté fare a meno di lasciare quello che stava facendo. Si pulì le mani su uno strofinaccio e si accovacciò permettendo alla bambina di abbracciarla.

"Cosa è successo Akane?" chiese la donna sorridendo intenerita.

I capelli di Akane, sebbene corti fino al collo, erano tutti scompigliati. Aveva le guance rosse e gli occhi che brillavano.

"Abbiamo visto due cavalli!" disse alzando le braccia al cielo.

"Ah sì? Due cavalli?" chiese sua madre con un sorriso e il tono stupito che si usa solitamente con i bambini.

"Sì! Due cavalli! Erano mamma e figlio, il puledrino era nato da poco ed era tenerissimo! Si è subito alzato in piedi e ha cominciato a camminare, poi..." cominciò a raccontare ma piano piano, l'euforia da cui era stata investita qualche attimo prima, sembrò scomparire. Abbassò gli occhi cominciando a fissarsi i piedi.

A vedere il suo sguardo improvvisamente spento, sua madre si preoccupò.

"Mamma..." chiamò con un fil di voce la bambina, "perché i miei capelli non sono come quelli tuoi o di papà?" chiese piano senza alzare gli occhi.

La signora Aisaka raggelò.

"Perché mi fai questa domanda tesoro?" chiese a sua volta facendo un sorriso tirato.

La piccola alzò gli occhi fissandoli in quelli della donna.

"Non assomiglio né a te né a papà..." disse con un fil di voce.

La signora Aisaka ebbe una stretta al cuore e subito fu pervasa da una forte voglia di abbracciare la figlioletta.

"Akane ma che dici? Tu assomigli tantissimo a noi! Guarda, sei riflessiva come tuo padre ma pazzerella come me!" disse toccandole dolcemente la punta del naso.

"E poi, hai i capelli rossi come quelli del mio papà, ovvero tuo nonno" disse infine la donna sorridendo calorosamente.

A sentire quelle parole, Akane spalancò gli occhioni piena di sorpresa.

"Davvero? Il nonno aveva i capelli rossi?" chiese mentre sul suo viso si formava un altro sorriso.

Sua madre annuì.

"Proprio così! Aveva i capelli rossi rossi rossi!" disse scompigliando i capelli della figlia che scoppiò a ridere.

"Ma allora, perché non ce li hai anche tu rossi, mamma?" chiese ancora Akane.

"Beh, c'è tutta una spiegazione scientifica sotto. Sono cose che studierai a scuola quando sarai più grande" disse infine la signora Aisaka alzandosi in piedi.

A quelle parole, la faccia di Akane si contrasse in una smorfia.

"Io odio scienze! E' noiosa! E difficile! E... e noiosa!" disse la piccola andandosi a buttare sul divano.

La signora Aisaka sorrise impercettibilmente.

"E anche in questo sei uguale a me" sussurrò continuando a preparare il pranzo.

* * *

Akane si alzò di scatto.

Il cuore le batteva all'impazzata, la fronte era imperlata di sudore e ai bordi degli occhi si erano formate piccole lacrime.

"Mamma..." sussurrò la ragazza rendendosi conto di aver sognato.

Eppure sembrava tutto così reale... aveva giurato che sua madre fosse lì davanti a lei e che le stesse porgendo la mano che lei aveva provato ad afferrare invano.

Akane si passò una mano sul viso come per scacciare i residui di quel sogno.

E nel compiere quel gesto tanto semplice, si ricordò improvvisamente di tutto quello che le era successo.

Il ghoul.

Kaneki.

La ferita.

Il dolore alla schiena.

Il sangue.

Altro dolore.

Un brivido le percorse la schiena. Si guardò il braccio ferito all'altezza della spalla ma di ferito non vi era proprio niente.

Sconcertata, Akane si guardò e tastò l'arto in più punti. Però la stoffa della manica era strappata, come a volerle dire "tranquilla, non sei pazza. E' successo per davvero".

Ancora sotto choc, la ragazza si guardò intorno. Si trovava seduta con una coperta sulle gambe sopra un comodo divano grigio in una stanza non molto grande ma sicuramente accogliente. Al centro della stanza vi era un tavolo di legno su cui vi era una tazzina di caffè. Tutt'attorno vi erano divani e poltrone. Dietro di lei vi era una finestra e affianco una libreria e dall'altro lato della stanza, vi erano appese delle foto. E una domanda si fece spazio automaticamente nella sua testa:

"Dove mi trovo? Cosa diavolo sta succedendo??"

Qualche ora prima.

"Muori schifoso bastardo!" urlò Touka mitragliando il ghoul con tanti cristalli provenienti dalla sua kagune. Il ghoul incassò i colpi in pieno gridando dal dolore. Si accasciò per terra in un lago di sangue, esalando il suo ultimo respiro.

"Tsk" sbuffò Touka lanciando un'ultima occhiata al cadavere.

"Touka sei stata grande!" gridò Kaneki da dietro di lei, ancora accovacciato accanto alla ragazza dai capelli rossi.

Touka ignorò il commento e li raggiunse, accovacciandosi a sua volta.

"Sta perdendo molto sangue, eppure è strano... la ferita non sembra essere molto profonda..." rifletté Kaneki tenendo Akane tra le braccia.

"E che ti importa? Su muoviti, alzati e andiamo" disse secca Touka alzandosi in piedi.

"Non vorrai mica lasciarla qui!?" disse Kaneki sgranando gli occhi.

Touka si voltò lanciando uno sguardo freddo al ragazzo.

"Non dirmi che adesso ti metti a raccogliere gente a caso dalla strada!? Ti ricordo che siamo dei ghoul e lei è un'umana! Ha già visto abbastanza mi pare" disse la ragazza alzando la voce.

Kaneki abbassò lo sguardo.

"S-sì però... io davvero non me la sento di lasciarla qui. Io la conosco, insomma, non siamo proprio amici ma andiamo nella stessa scuola e abbiamo scambiato qualche parola e poi ha da poco perso i genitori e-"

"Un motivo in più per lasciarla qui! Solo perché ti è simpatica non vuol dire che non ci denuncerà alla CCG!"gridò la ragazza spazientita.

Fissò Kaneki dritto negli occhi ma sta volta il ragazzo non abbassò lo sguardo.

"Io non la lascio" disse infine.

La giovane strinse i pugni sentendo la rabbia ribollirle nel petto.

"Se adesso ci fosse Yoriko al posto di Akane... tu la lasceresti morire?" disse piano Kaneki continuando a guardare Touka negli occhi.

La ragazza sussultò lievemente sentendo la rabbia abbandonarla. Guardò la ragazza dai capelli rossi svenuta e una strana compassione si impossessò di lei. Scosse la testa per riprendersi. Ma da quando era diventata così debole?

"Fa come vuoi" disse infine voltando le spalle a Kaneki, il quale sorrise vittorioso.

* * *

"Capo! Abbiamo bisogno di aiuto!" disse Kaneki una volta messo piede all'Anteiku.

"HA bisogno d'aiuto"corresse acidamente Touka ritirandosi nella sua stanza mentre il signor Yoshimura andava in contro al ragazzo.

"Cosa succede Kaneki?" domandò pacatamente l'anziano senza scomporsi quando vide che il ragazzo aveva in braccio una giovane dai capelli rossi.

"E' ferita. Un ghoul l'ha attaccata colpendola al braccio. Sta perdendo troppo sangue" spiegò mentre il capo gli fece cenno di seguirlo al piano superiore del bar.

"Tu la conosci?" chiese il signor Yoshimura una volta che Kaneki ebbe fatto stendere Akane sul divano del piccolo salotto che il personale dell' Anteiku usava come "sala riunioni".

"Sì, frequenta la mia stessa scuola. E'... una mia amica" disse Kaneki allontanandosi per far vedere la ferita della ragazza al capo.

Questi si accovacciò accanto ad Akane prendendole delicatamente il braccio.

"La ferita deve essere subito pulita. Vado a prendere il kit del pronto soccorso, tu resta qui" disse l'uomo per poi alzarsi ed uscire dalla stanza.

Kaneki annuì e si sedette a terra proprio accanto alla rossa. Prese ad osservarla mentre rifletteva su cosa potesse dirle al suo risveglio per giustificare quello che aveva visto.

"Andiamo Ken, pensi davvero che crederà ad una bugia? Questa ragazza non è stupida, sa quello che ha visto... puoi solo sperare che non se ne ricordi ma anche questo è pressoché improbabile" pensò. Le sue riflessioni, però, furono scacciate dall'arrivo del signor Yoshimura che era tornato tenendo il mano un kit bianco del pronto soccorso. Dietro di lui vi era una Touka non poco imbronciata che portava una tazzina di caffè per l'"ospite".

Senza dire nulla, l'uomo si inginocchiò di nuovo accanto alla ragazza.

"Pensa... pensa che se la caverà?" chiese Kaneki per rompere il silenzio.

"Di questo non devi preoccupar-" ma prima che il signor Yoshimura potesse finire la sentenza, dalla ferita di Akane cominciarono ad uscire come dei fili rossi che lentamente, sotto lo sguardo attonito dei tre ghoul, fecero rimarginare la ferita rigenerandola completamente, finché non fu rimasto nemmeno un graffio.

Kaneki e Touka fissavano la scena a bocca aperta, senza sapere che dire. Il signor Yoshimura non era meno sorpreso.

"Ma... che cosa...?" riuscì in fine ad articolare Touka con gli occhi ancora sgranati per la sorpresa. Dopo l'attimo di stupore, la giovane dai capelli blu fu la prima a spezzare quel silenzio carico di tensione e meraviglia.

"Com'è possibile una cosa del genere!? Voglio dire... non è mica..." si voltò verso Kaneki in cerca di spiegazioni ma il ragazzo scosse la testa.

"Io non ne so niente. Anzi, ha da poco perso i genitori a causa di due ghoul..."

E mentre Touka e Kaneki cercavano di trovare una spiegazione logica a quello che avevano appena visto, il signor Yoshimura notò un piccolo oggetto bianco spuntare dalla tasca della giacca della giovane ancora addormentata. Allungò la mano lentamente, afferrando quello che rivelò essere un contenitore contenente delle pillole. Se lo rigirò tra le mani finché non trovò l'etichetta.

"Medicinale anti anemia, da prendere tre volte al giorno dopo i pasti" lesse a bassa voce accigliandosi. Non vi erano altre istruzioni su quel barattolo perciò lo rimise al proprio posto nella giacca della giovane, come se non l'avesse mai visto.

"E allora come spieghi la rigenerazione, eh? Pensi che sia opera di magia nera!?" gridò insistente Touka che stava ancora battibeccando con Kaneki.

"L'unica che potrà darci spiegazioni è questa ragazza. Non possiamo far altro che aspettare che si svegli" disse il direttore del bar mettendo le mani dietro alla schiena e dirigendosi verso l'uscita della stanza. I due ragazzi si scambiarono uno sguardo perplesso ma poco dopo uscirono anche loro chiudendosi la porta alle spalle, stanchi e ancora stupiti da quello che avevano visto.

* * *

Akane si stava ancora guardando in torno completamente spaesata. Cominciava a chiedersi se non fosse stata rapita.

Proprio in quel momento, la porta della stanza si aprì rivelando il volto rugoso ma cordiale di un uomo.

Come lo vide, la rossa si irrigidì.

-Vedo che si è svegliata- disse l'uomo con un sorriso.

Akane non sapeva che dire quindi rimase in silenzio aspettando che l'uomo continuasse.

-Come ti senti?- domandò infatti egli facendo qualche passo verso di lei.

-Confusa...- sussurrò Akane toccandosi istintivamente il braccio dove fino a qualche ora fa vi era la ferita.

Il signor Yoshimura la guardò attentamente per un po' dopodiché indicò la tazzina di caffè sul tavolo di legno.

-Prendi un sorso di caffè- disse dolcemente, -ti aiuterà a rimetterti in sesto-.

La ragazza alzò la testa di scatto come punta da un ago. Guardò l'uomo e poi il caffè. Non sapeva se doveva fidarsi. Qualcosa le diceva che quell'uomo non le avrebbe torto un capello ma era ancora scossa dagli avvenimenti di quella sera.

Il signor Yoshimura notò subito la sua riluttanza e non insistette.

-Come ti chiami?- le chiese sedendosi sulla poltrona accanto.

-Akane Aisaka- rispose la giovane lanciandogli uno sguardo.

-Bene Akane, non hai nulla da temere- disse il signor Yoshimura con un sorriso.

-Ti trovi all'Anteiku, Kaneki ti ha salvato da un ghoul, ricordi?-

A quelle parole Akane annuì. Certo che se lo ricordava. Il ragazzo l'aveva protetta da quel ghoul sprigionando la sua kagune. Già, Kaneki era un ghoul... ma allora perché l'aveva salvata?

-Posso... posso farle una domanda?- chiese infine la giovane titubante.

-Tutto quello che vuoi- disse l'uomo attendendo che la giovane parlasse di nuovo.

La rossa fece un profondo respiro, il cuore aveva preso a batterle più forte, le mani le tremavano. Chissà cosa sarebbe successo dopo aver posto quella domanda...

-Lei è un ghoul?-

Silenzio.

Le parole della ragazza si stavano disperdendo in quella stanza come se fosse stata la cima di un burrone.

Non osava distogliere gli occhi dall'uomo, come se volesse tenerlo d'occhio, come se volesse tenersi pronta a scappare nel caso le fosse saltato addosso per sbranarla. Al solo pensiero rabbrividì.

Passarono altri secondi prima che l'uomo parlasse.

-Sì, sono un ghoul- disse senza scomporsi.

Akane abbassò il capo.

-Anche Kaneki lo è?- sussurrò appena. Conosceva la risposta. Cavolo, l'aveva visto combattere contro un altro ghoul! Qualcosa però la spinse a porre quella domanda. Forse era la persistente l'incredulità.

-Sì, anche Kaneki- rispose l'uomo alzandosi dalla poltrona e incamminandosi verso la finestra della stanza, le mani dietro la schiena.

-Noi dell'Anteiku, però, siamo un po' diversi dagli altri ghoul- spiegò il signor Yoshimura facendo voltare Akane verso di lui ancora una volta.

La ragazza non parlò, attese che l'uomo continuasse.

-L'Anteiku- proseguì infatti l'uomo, -nasce per permettere ai ghoul di mangiare senza dover uccidere. Invece di cacciare come i nostri simili, noi mangiamo carne di chi pone fine alla propria vita di spontanea volontà-.

-In sostanza... mangiate chi si suicida?- chiese improvvisamente Akane incuriosita. La paura l'aveva abbandonata.

Il signor Yoshimura sorrise.

-Sì, in pratica sì. Qui all'Anteiku però, serviamo anche clienti umani- disse l'uomo voltandosi verso la giovane che si era inginocchiata sul divano. Akane inclinò la testa di lato perplessa.

-Dice davvero?- chiese, ma poi si ricordò che qualche tempo fa anche lei era stata cliente.

L'uomo annuì mantenendo il sorriso che alla ragazza suscitò una grande tenerezza.

-Dimmi una cosa Akane- disse poi il vecchio direttore,

-ti andrebbe di venire a lavorare all'Anteiku?-

* * *

Le strade erano buie e le persone cominciavano a ritirarsi nelle proprie case. Un altro giorno si stava concludendo per gli esseri umani mentre per i ghoul era appena cominciato.

Kaneki e Akane camminavano in religioso silenzio l'uno affianco all'altra.

Dopo aver accettato il lavoro offertale dal signor Yoshimura, Akane era al settimo cielo, tanto da essersi in parte dimenticata degli avvenimenti di quel giorno.

Ovviamente aveva dato la sua parola al suo nuovo capo di non riferire nulla alla CCG ma in quel momento, sulla via del ritorno, la sua mente non faceva altro che riportarla a Juuzou. Lui era un investigatore. E lei da lì a poco avrebbe cominciato a lavorare come cameriera in un bar gestito da ghoul. La cosa era un po' contraddittoria.

Ma alla fine di cosa si preoccupava? Forse del fatto che, se il signor Yoshimura fosse stato scoperto, ci sarebbe andata di mezzo anche lei? Non poteva mentire a sé stessa, era questo il grillo che l'assillava. Era inevitabile, l'essere umano poteva essere buono e altruista quanto voleva ma il suo animo sarebbe rimasto sempre quello di un codardo che si preoccupa prima di sé stesso che degli altri. Akane strinse i pugni infilati nelle tasche. Anche lei era come loro, anche lei era una codarda, anche lei pensava prima a sé stessa che agli altri. Semplicemente perché era un essere umano.

Proprio allora si ricordò della ferita, anzi, della non ferita. Non aveva idea di come fosse possibile ma se Kaneki e il signor Yoshimura non avevano detto nulla a tal proposito, forse si era davvero sognata tutto... eppure il dolore se lo ricordava. E ricordava il sangue. Alzò la testa con un sospiro vedendo davanti a lei la familiare struttura dove ormai abitava.

-Siamo arrivati- disse la ragazza mentre tirava fuori le chiavi.

Kaneki si fermò a sua volta mentre la rossa faceva qualche passo verso la soglia di casa.

-Bene, allora ci vediamo domani- disse il ragazzo sorridendo incerto.

C'era ancora tensione. La si poteva quasi toccare.

Entrambi rimasero in silenzio per un po' finché...

-Grazie di tutto- disse Akane sorridendo, -ormai sembra che... già, eh eh, sembra proprio che i ghoul mi perseguitino!- cercò di sdrammatizzare ma si pentì subito di quello che aveva detto. Non voleva che sembrasse un'offesa nei confronti di Kaneki e del signor Yoshimura.

-Cioè... ecco... sì, insomma, volevo dire che... anzi, non volevo dire che... cioè...- farfugliò la ragazza diventando sempre più rossa.

Kaneki scoppiò subito a ridere quando vide la faccia imbarazzata di Akane.

-Non preoccuparti, ho capito cosa vuoi dire- la tranquillizzò il ragazzo ridendo a sua volta.

La rossa si grattò la nuca in evidente imbarazzo ma poi sorrise.

Kaneki era davvero un bravo ragazzo, pensò; era forse una delle poche persone che anteponeva gli altri a sé stesso. Aveva il tipico sguardo di chi ha una forte empatia, di chi gioisce a vedere gli altri sorridere.

-Beh, allora ci vediamo domani- disse infine la giovane spostando il peso da un piede all'altro.

-Sì, a domani- la salutò il moro con un cenno della mano.

Come mise piede in casa, Akane fu assalita da una forte voglia di sorridere. Finalmente era a casa.

Mentre si toglieva le scarpe all'ingresso mettendole affianco alle pantofole rosse del suo coinquilino sentì dei passi provenire dal soggiorno e prima che potesse aprire bocca, Juuzou le si era piantato davanti.

-Aka-chan eccoti finalmente!!- gridò il giovane con un sorriso a trentadue denti.

Akane sentì una strana fitta al cuore quando i suoi occhi si posarono in quelli del ragazzo.

-Ce ne hai messo di tempo!- esclamò l'albino, il piede sinistro batteva a ritmo sul freddo parquet di legno mentre le braccia erano incrociate al petto.

Ad Akane venne da ridere. Juuzou era così buffo cercando di imitare una posa che non gli apparteneva. Probabilmente l'aveva vista fare al signor Shinohara, pensò la giovane.

-Sì, scusa... è che ho avuto un pomeriggio movimentato- spiegò la rossa superandolo e facendosi strada nella cucina.

Proprio in quel momento però...

-Ma dove sono le caramelle?- chiese Juuzou facendo capolino dalla sua spalla destra.

La ragazza si bloccò di scatto.

Giusto, le caramelle...

La busta della spesa doveva essere rimasta in quel vicolo quando Kaneki l'aveva portata in salvo all'Anteiku.

-Eeeeeehm...-

-Aka-chan, non dirmi che te ne sei dimenticata!- disse Juuzou con un tono lamentoso.

-Ecco... temo proprio di sì, eheheh- ridacchiò nervosamente la ragazza.

Juuzou sospirò strusciando i piedi fino alla cucina.

-Sei proprio un caso perso- disse il ragazzo dando le spalle ad Akane, la quale, dopo aver sentito quelle parole, si raddrizzò indignata.

-Scusa tanto se stavo per essere divorata da un ghoul spuntato dal nulla mentre tornavo a casa dopo essere andata al supermercato per comprare le tue stupide caramelle!!- disse tutto d'un fiato la rossa.

Juuzou voltò il capo verso di lei incuriosito.

-Un ghoul hai detto?-

-Sì! Un ghoul! E tutto perché tu non puoi stare un giorno senza zuccheri!- disse Akane incrociando le braccia al petto stizzita.

L'albino sbatté le palpebre un paio di volte. Poi sorrise- un sorriso tutt'altro che rassicurante- facendo rabbrividire la ragazza.

-P-perché adesso sorridi?- balbettò lei lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.

-Mi sarebbe tanto piaciuto uccidere quel ghoul con Juuzou's Jason!-

Dopo pochi istanti, la porta della stanza da letto sbatté violentemente.

-...ma che ho detto?- si chiese Juuzou grattandosi la testa dopodiché fece spallucce e si diresse verso il frigo alla ricerca di qualcosa da mangiare.

* * *

Il vento invernale soffiava freddo, facendo scompigliare leggermente i capelli rossi di Akane, la quale sembrava non badarci minimamente. Seduta sul tetto ad abbracciarsi le gambe, la sua attenzione era completamente rivolta al cielo stellato. Quello era l'unico momento in cui riusciva a non pensare a nulla, l'unico in tutta la giornata in cui si sentiva in pace, distante da qualsiasi forma di distrazione, distante da qualunque problema, distante da tutti.

Le stelle sembravano mille occhi indiscreti fatti di luce. Erano gli unici sguardi che sembravano non infastidirla. La mezza luna, alta nel cielo, le sorrideva benevola. Akane scioccamente ricambiò il sorriso.

Quel momento fatto di pace e serenità era semplicemente perfe-

-Aka-chan ecco dov'eri!!-

...come non detto.

Juuzou comparve dalla piccola finestra del tetto spiovente con un largo sorriso.

La ragazza spostò il suo sguardo su quello cremisi dell'investigatore ma lo distolse quasi subito sbuffando.

-Cosa vuoi?- brontolò Akane mentre Juuzou si sedeva accanto a lei.

-Farti compagnia- disse allegramente il ragazzo facendo arrossire la sua amica.

-Fa' come vuoi...- disse lei con un fil di voce.

-Bene, allora starò qui con te- disse Juuzou stendendosi con le mani dietro la nuca.

Akane arrossì lievemente. Doveva ammetterlo, la compagnia di quel ragazzo non le dispiaceva. In poco tempo dimenticò anche di essere arrabbiata con lui. Non era colpa sua, lei lo sapeva che non era in grado di provare empatia. Ciò, però, la rattristava. Cosa avrebbe fatto Juuzou se le fosse successo qualcosa? Quando lui diceva sorridendo "devo proteggerti", Akane si sentiva più sicura ma allo stesso tempo dolcemente malinconia.

Rimasero entrambi in silenzio per un po' ascoltando le stelle che, con il loro luccichio, sembravano ridere di loro essendo a conoscenza di cose che i due giovani ancora ignoravano.

"Smettetela, cosa ci trovate di buffo? Questi due stanno cercando di godersi la quiete! Fa tanto ridere?" sembrava voler dire loro la luna.

-Ho trovato un lavoro- disse infine la rossa spezzando la quiete.

-Mh? Che tipo di lavoro?- chiese Juuzou muovendo i piedi scalzi.

-Lavorerò in un bar- tagliò corto Akane come se la cosa fosse improvvisamente di poco conto.

-Ahh... che bar?-

L'esasperazione che provò Akane in quel momento, non si può descrivere.

-All'Anteiku- sospirò la ragazza protendendo il busto indietro e appoggiando le mani sulle fredde tegole del tetto.

-Fantastico!- esclamò l'albino alzandosi e mettendosi nella stessa posizione dell'amica.

-Perché sei così felice?- chiese la ragazza inarcando un sopracciglio guardandolo.

Juuzou si voltò verso di lei con uno sguardo malizioso.

-Così potrai essere la mia cameriera personale-

Tempo due secondi e il viso di Akane divenne rosso come i suoi capelli.

-Ma... MA CHE CAVOLO DICI!?- gridò la ragazza imbarazzatissima mentre Juuzou scoppiava a ridere.

-Aaaaaaw Aka-chan è tutta roooossa!-

-Sta zitto!!- disse la ragazza prendendo il braccio dell'albino e stringendo la sua pelle tra due dita dandogli un forte pizzico. Juuzou continuò a ridere e solo in quel momento le sembrò udire le parole del signor Shinohara: "Juuzou non sa cosa sia il dolore fisico".

"O almeno, non se lo ricorda..." pensò la giovane lasciando andare la presa.

Notando lo sguardo improvvisamente distante di Akane, Juuzou le sventolò una mano davanti agli occhi.

-Akaneeeee! Ci sei?- chiese avvicinando il suo viso a quello della ragazza.

Quando questi incrociò lo sguardo dell'investigatore, allontanò il proprio viso dal suo nuovamente imbarazzata.

-S-sì, scusa- farfugliò.

-Ad ogni modo credo di aver capito di che bar si tratta! Spero che servano le ciambelle! Vorrei davvero farmi una scorpacciata!- esclamò Juuzou spostando ancora una volta il suo sguardo al cielo mentre quello di Akane rimase puntato verso il vuoto.

-Juuzou... dimmi una cosa...- disse poi con un fil di voce.

-Mh?-

-Non ti manca tua... madre?- domandò la ragazza senza alzare lo sguardo. Aveva pronunciato la parola "madre" in modo molto incerto. Non sapeva nemmeno lei a chi si riferiva con quella parola, se alla madre da cui era nato o la donna, o meglio, il mostro che l'aveva cresciuto.

-Perché mi fai questa domanda?- chiese con tono curioso Juuzou inclinando la testa di lato.

-Ecco... non so...- disse facendo una pausa.

-Forse perché... io sento molto la mancanza dei miei genitori- disse la ragazza appoggiando la fronte sulle ginocchia.

-Beh, ovvio, sono morti!- disse Juuzou sorridendo come se avesse appena detto "due più due fa quattro!"

A quelle parole Akane alzò la testa e gli lanciò uno sguardo rabbioso.

Juuzou stette per un po' senza dire nulla, poi si ricordò una cosa che gli aveva detto il signor Shinohara e sorrise ancora.

-Però chi muore non ci lascia mai veramente. Continua a guardarci e proteggerci da lassù- disse alzando un dito indicando il cielo che si estendeva sopra di loro.

Akane sorrise sentendo la rabbia dissiparsi.

-Però non possiamo negare il fatto che siano morti- aggiunse Juuzou alzando le spalle.

E la rabbia di Akane tornò insieme alla voglia di sferrargli un pugno.

-Comunque- disse il ragazzo, -cosa fanno di solito due persone durante un appuntamento?- domandò facendo cambiare espressione ad Akane ancora una volta.

-Perché me lo chiedi?- chiese a sua volta la rossa sentendo un'improvviso nodo allo stomaco seguito da una strana sensazione...

"Che sia gelosia questa...?" pensò la rossa tra sé e sé.

"Pff ceeerto, come no! Andiamo Akane, gelosa di chi? Di Juuzou? E poi chi mai vorrebbe uscire con lui? Non sto dicendo che non è carino... ma nemmeno che lo è! CIOE', NON STO DICENDO CHE E' BRUTTO!! E' bello... MA NON IN QUEL SENSO! O... o sì? AAAAAAAARGH!!"

Juuzou fissava Akane che intanto si stava prendendo a pugni la testa farfugliando cose come "ma che mi salta in mente!? Sì che lo è ma non... cioè sì, ma..."

-Eeeehm... Akane?- chiamò l'albino picchiettandole la spalla con un dito.

Akane smise immediatamente si prendersi a pugni e sorrise imbarazzata.

-Ehehehe... scusa, dicevi? Ah, sì, l'appuntamento, perché mi chiedi cosa fanno due persone durante un appuntamento, cosa ti importa, voglio dire, perché me lo chiedi?- chiese tutto d'un fiato la giovane, visibilmente agitata.

-Perché è quello che stiamo cercando di fare!- esclamò Juuzou sorridendo.

Silenzio.

Occhi sbarrati, bocca semi aperta, cuore che batte peggio di un tamburo...

-Eh?-

-Ahahaha Aka-chan, sembri un pesce con quell'espressione! Sei buffissima!- scoppiò a ridere l'albino indicando la faccia di Akane che ormai poteva benissimo mimetizzarsi con i suoi capelli.

-Ma... ma... cosa intendi con... cioè... appuntamento?- farfugliò a fatica la ragazza.

-Il signor Shinohara ha detto che dovrei invitarti ad uscire- disse Juuzou con una tenera espressione, tipica di chi non ha capito un'accidente.

Akane sospirò a sentire quella frase.

-Juuzou, non è così che funziona-

-E perché no? Siamo fuori dopotutto, no?-

-S-sì ma...-

-E stiamo parlando-

-Okay ma...-

-Quindi si suppone che questo sia un appuntamento, no?-

Akane rimase in silenzio, non molto sicura su cosa dire. Cominciava a fare più freddo e le strade sotto di loro erano completamente deserte. E intanto le stelle sembravano fare più rumore di prima.

-Perché vuoi uscire con me?- chiese improvvisamente Akane spezzando il silenzio.

-Lo stai facendo perché te lo ha detto il signor Shinohara?-

-Sì- disse Juuzou con leggerezza, -ma anche perché trovo che tu sia buffa-.

Akane lo guardò storto. Doveva prenderlo come un complimento?

-Il signor Shinohara ha detto che quando una persona ti piace devi chiederle di uscire- aggiunse.

La ragazza avvampò ancora una volta.

-Ed io... io ti... piaccio?- chiese la rossa, pronunciando quella domanda con incredulità.

Juuzou la guardò negli occhi.

-Certo, perché non dovresti?-

Il cuore della giovane perse un battito.

Non sapeva come doveva decifrare quella frase ma per il momento si accontentava che Juuzou glielo avesse detto. Non poteva mentire a sé stessa, anche a lei Juuzou piaceva. In quale ambito, però, non lo aveva ancora capito...

-Sì ma... cosa ti piace di me? Voglio dire... guardami! Guardami e trova un solo pregio in... in questo!- disse improvvisamente Akane indicando le stessa. Le si era formato uno strano groppo in gola, gli occhi avevano cominciato a farsi lucidi e dolorosi ricordi avevano fatto capolino nella sua mente.

Le stelle si erano improvvisamente zittite e il vento era cessato. Sembrava che tutto il mondo si fosse fermato.

-Tutte le persone a cui ho voluto bene mi hanno sbattuto la porta in faccia perché... perché... beh, non lo so nemmeno io perché! Ma il motivo lo si può immaginare!- esclamò girandosi completamente verso Juuzou con il classico atteggiamento di chi sta per tenere un discorso.

-Sono antipatica, antisociale, permalosa, acida, lunatica, misantropa, non mi fido di nessuno, sono insicura e schiva e fredda e solitaria e distaccata verso tutti! E non sono nemmeno tanto carina quindi adesso dimmi perché ti piace una come me!- concluse gesticolando.

Juuzou la osservò perplesso per un po'. Poi sorrise.

-Perché sei buffa!- ripeté il ragazzo.

-Perché... perché sono buffa...- ripeté anche Akane.

-Esatto!-

Altro silenzio.

-Beh, a quanto pare, essere buffi non basta per evitare che le persone di lascino- sussurrò voltandosi nuovamente verso il cielo.

-Tutti i miei amici mi hanno abbandonata. Mi hanno lasciata sola senza un motivo. Se ne sono andati come se niente fosse e mi hanno mollata così, senza nemmeno dirmi una parola. E adesso... e adesso se ne sono andati anche i miei genitori...- sussurrò la ragazza nascondendo la testa tra le gambe.

-Cosa diamine c'è che non va in me!?- esclamò senza nemmeno accorgersene.

Juuzou continuò a fissarla senza proferire parola.

-Hai dimenticato di dire che sei stramba- disse infine facendo sussultare la ragazza che alzò la testa e lo guardò negli occhi con sguardo spento.

-Già, hai ragione. Grazie per avermelo ricordato- rispose sarcastica.

-Non c'è di che!-

Il vento riprese a soffiare investendo in pieno i due giovani che ormai, invece che guardare le stelle, guardavano un punto impreciso davanti a loro.

-Tu però non sei sola-

Akane sussultò.

Si voltò verso Juuzou che le regalò il sorriso più dolce che lei avesse mai visto.

-Io sono qui! Non sono mica invisibile!-

Quelle semplici parole bastarono per far spuntare il sorriso sul volto della giovane Akane, un sorriso che andò man mano ad ampliarsi fino a diventare una sonora e cristallina risata.

Juuzou si limitò a sorridere, fiero di essere riuscito nel suo intento.

-Aka-chan è molto più carina quando sorride- disse più a sé stesso che alla ragazza accanto a lui.

Improvvisamente sentì un peso sulla sua spalla destra. Si voltò e solo allora vide che Akane aveva poggiato la testa sul suo omero, forse senza nemmeno rendersene conto.

-Grazie Juuzou- sussurrò la rossa chiudendo gli occhi.

L'albino sgranò gli occhi perplesso ma poi sorrise.

Mentre Akane sprofondava tra le braccia di Morfeo, pensò tra sé e sé:

"Forse mi sono...nah, impossibile" formulò prima di essere vinta dal sonno.

* * *

Il forte cinguettio di un passerotto e la luce del sole che le colpiva le palpebre infastidendola, costrinsero Akane ad aprire gli occhi.

Si strofinò le orbe ancora stesa. Strano, non ricordava che il materasso fosse così duro e scomodo.

Si mise a sedere ma nel farlo delle profonde fitte le attraversarono la spina dorsale.

-Che male...!- pensò massaggiandosi la schiena con entrambe le mani.

Una folata di vento le scompigliò i capelli.

-Possibile che Juuzou si sia dimenticato di chiudere la finestra ieri sera?- si chiese abbracciandosi scossa dai tremori.

Quando però si rese conto di non trovarsi nel letto ma bensì ancora sul tetto, sgranò gli occhi sconvolta.

Aveva dormito tutta la notte sul lì!?

Nel voltarsi verso la finestra scorse un piccolo foglietto di carta accanto a lei.

Lo prese e lesse:

"Buongiorno Aka-chan! Se stai leggendo questo biglietto vuol dire che sono alla CCG! Avrei tanto voluto andare a prendere un gelato con te piuttosto che andare a lavoro ma il signor Shinohara ha detto che dovevo andare a tutti i costi per una riunione. Beh, ci vediamo dopo allora! Non vedo l'ora di tornare a casa e mangiare il ramen! Me lo preparerai, vero?

Juuzou

P.S.

Ho provato a riportarti dentro casa ma eri troppo pesante :P"

La ragazza accartocciò il foglio furente. Ben presto tutto il vicinato fu svegliato in un modo tutt'altro che dolce...

-JUZOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!-

Angolo autrice

FINALMENTE HO AGGIORNATOOO! *fa festa*

Scusate il solito ritardo, come sapete la colpa è della scuola :<

Ad ogni modo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto c:

Detto ciò, mi dileguo!

Sayonara!

CherryPau_99




  
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