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Autore: shana8998    05/03/2016    2 recensioni
E se un giorno qualsiasi di una vita qualsiasi, tutto cambiasse?
Se da un momento all'altro ,ogni sorta di regola , patto d'onore , sfumatura di dignità ,venisse infranta e ti ritrovassi nelle mani di un danno tanto grosso quanto stupendo?
Se quel danno così negativo potesse renderti tutta la felicità persa con il tempo?
Se quel danno fosse un uomo persino molto più grande di te?
Tu....Come reagiresti?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tornai a riaprire gli occhi. Ero nuovamente in camera mia.
Non so per quanto tempo ero rimasta priva di sensi, ne, tanto meno, sapevo come , da quel paesino spettrale , ero riuscita a tornare a casa.
Avevo ancora dolore per tutto il corpo e la testa mi sembrava essere diventata pesante come un mattone,per di più ero confusa come se mi fossi svegliata dopo una sbornia colossale. 
No..Non era affatto piacevole quella sensazione..!
Provai a sollevarmi a fatica, ma di colpo ripiombai di schiena , tonfando dolorosamente sul materasso che per quanto ero dolorante , mi era parso di ferro.
Persi il respiro. Che diavolo era stato a farmi tornare così maldestramente , sdraiata!?
Alzai lo sguardo ai miei polsi. Ero legata!
 In quell'istante la porta si aprì e l'immagine di Alexander apparve come un' ombra nella stanza.
Imminenti le immagini della notte passata mi frustarono la mente.
Alexander..Gregory..Quella donna..
Alexander era un mostro! Gregory lo era, e quella donna era morta! L'aveva uccisa lui!
Mi dimenai freneticamente cercando di liberare i polsi. Fu inutile, ogni mio movimento parve vano.
La paura accrebbe vertiginosamente dentro me annebbiando la capacità, di ragionare , di razionalizzare, di restare calma.
Mantenni lo sguardo su di lui. Temevo più di ogni altra cosa quell'uomo, specie ora che sapevo,che avevo visto la sua malattia e di cosa si trattasse.
Non era solo un mostro , era un assassino, un cannibale...Ed io ero la preda nelle sue mani.
Mi scrutava in silenzio.
Cosa avrebbe detto? Che giustificazione mi avrebbe dato? 
"Ti ho legata perchè tu non potessi sfuggirmi..Sai a me piace mangiare le donne..".
Avrei voluto strillare e piangere.
Provò ad avvicinarsi , lentamente..
-STA FERMO!-. Lo freddai.
-Non ti azzardare ad avvicinarti a me!-. Gridai ancora.
Si arrestò all'istante.
Sul suo volto , nacque la tristezza più assoluta. Adesso mi spiegavo quell'eterno sguardo ammorbato che giaceva sul suo viso da mesi..
-Posso spiegarti...-. Proferì quasi con un filo di voce.
Non mi guardava più adesso.
-Spiegarmi?Cosa?!...Perchè mi hai legata? Perchè hai ucciso e divorato quella donna?!Cosa devi spiegarmi?!Come mi dovresti convincere che tutto questo sia normale!-. 
Tentai ancora di divincolarmi dalla corda che mi teneva le braccia allacciate alla spalliera del letto.
-Devi ascoltarmi Anastasia...-. La sua voce non era più alta di un soffio. 
-Dovrei ascoltare le parole di un assassino?...-. Anche la mia si ridusse ad un sospiro. Ero distrutta. Realmente, un colpo del genere, non me lo sarei potuto immaginare, e di certo, non avrei mai immaginato che scoprire una cosa del genere mi avesse potuto fare così male.
Mosse l'ennesimo passo arrivando a sedersi sul bordo del materasso. Ritrassi i piedi di riflesso , come se anche solo sfiorarlo accresceva il ribrezzo che provavo per lui.
Il suo sguardo era incollato al pavimento. Era spento, privo di vitalità. Forse quell'uomo stava peggio di me.
-Non voglio che tu ti sforzi a credere a ciò che ti confesserò...-. Era difficile persino, anche per lui , dover ammettere le sue colpe, dover parlare di quanto fosse accaduto quella notte.
-Dio, non credevo che arrivati a questo punto , potesse essere così frustrante dover parlare di una cosa del genere...-. Sospirò passandosi una mano fra i capelli, come era solito fare quando si trovava a dover affrontare un problema.
Restai in silenzio, in attesa delle sue parole, senza emettere un fiato.
-Io, non sono un uomo normale Ana. Tu mi hai conosciuto come un semplice avvocato di successo, con una bella villa , un mare di soldi, una vita agiata e...Felice, per quanto il mio schifo di vita lo possa essere. Ma io , non sono affatto quello che conosci tu...-.
Incominciai a sentire le gambe tremarmi. Pregavo con tutta me stessa che non mi dicesse nulla. La verità mi terrorizzava.
-Quell'essere che hai visto la notte scorsa, quel mostro...Ecco, quello sono io Ana. Un abominio. Una creatura che persino Dio o Satana ,rifiuterebbero senza pensarci due volte...Io, sono lo stesso essere che ha divorato la carne di quella giovane, lo stesso che ha ucciso decine di donne...Ti sarai sicuramente chiesta il perchè di tutte quelle auto nel sotterraneo quando hai rubato la mia, vero?...Ecco , quelle auto appartengono a donne conosciute casualmente  in viaggi di lavoro, alle riunioni, o più semplicemente , circuite ed uccise mentre facevano benzina...Io ho bevuto il loro sangue e mangiato la loro carne, perchè senza morirei...-. La sua voce si era fatta acuta e triste, come se di li a poco fosse potuta sfociare in un pianto dirotto.
Alexander si disprezzava più di quanto non lo facessi io. Si detestava. Detestava essere quello che era e me lo aveva fatto intendere in ogni modo.
-Io sono un vampiro...-. Concluse attimi dopo.
-U...Un vampiro?...-. 
Esistevano veramente?
-Esattamente. Come quelli dei film horror, solo, con la piccola particolarità , che a me non serve solo il sangue umano per sopravvivere..Io devo divorare le mie prede fino a mangiarne il cuore...-.
Un conato mi salì alla gola.
-Perchè proprio il cuore?-. Mi guardò stupito , forse si sarebbe aspettato più una frase come"liberami immediatamente", anzi che delle informazioni.
-E' la parte più importante del corpo. Senza cuore le persone non possono vivere...-.
"Ah già..Era ovvio"..
-Come sei diventato..Un vampiro?..-. La mia voce si calmò. Divenne pacata, tranquilla. Non volevo metterlo a disagio e  non sapevo nemmeno perchè.
Forse lui, per me, soffriva già troppo.
-Ci sono nato. Appartengo ad una stirpe di vampiri puro-sangue, l'ultima generazione ancora in vita.-.
-E Gregory?..-.
Mi scrutò nuovamente, ma questa volta quasi impassibile.
-Lui no. l'ho trasformato io...-.
-Puoi anche far diventare le persone come te?-. Chiesi quasi sorpresa.
-Si.-. Abbassò repentinamente lo sguardo.-Ma non è affatto una cosa positiva. Essere come me , non significa essere me...-.
Aggrottai le sopracciglia.
-Che vuoi dire?-.
-Ecco...Quando un umano viene morso e metà del suo sangue viene bevuto da un vampiro puro sangue, esso diventa ,si, un vampiro, ma la sua durata di vita, la sua forza, il suo corpo non saranno mai come quelli di un vampiro puro.-. Si alzò dirigendosi verso la testata del letto.
-Questo significa che vivrebbe molto più di un umano ma molto meno di un vampiro , la sua forza perdurerebbe in lui finchè il suo corpo è capace di sostenerla e poi...-. Si interruppe.
-E poi?-. 
Mi sciolse una delle corde liberandomi il primo polso.
-E poi diventerebbe sabbia senza nemmeno accorgersene...-.
Sgranai gli occhi.
-E'...Così che muore un vampiro?-.
Sospirò una risatina brevissima.
-Non solo così.-.
-E come? Con un paletto di legno nel cuore?-. Fece il giro del letto fino a raggiungere l'altro polso, sporgendosi leggermente verso me..
-Ahah..Quelle sono stupidaggini da film...No. Noi possiamo morire solo se nel nostro cuore viene conficcato dell'argento puro.-.
-Ma tu hai tante cose di argento dentro casa, non ti danno fastidio? Non ti brucia la pelle?-. Tornò a sedersi , questa volta, molto più vicino a me, scrutandomi quasi con sguardo paterno.
-Quel tipo di argento non è "l'argento" che intendo io...-.
Si sporse verso uno dei comodini, poi, mi porse un foglio di carta.
Sembrava vecchio, usurato dal tempo. Era ingiallito, sgualcito.
Sopra, giaceva un disegno.
-Sembra una pistola..-.
-E' una pistola. Si chiama Death-Rose. E' l'unica arma che possiede il tipo di argento che può uccidermi...-.
-Chi la possiede?-. Domandai quasi preoccupata stringendo maggiormente il foglio di carta fra i polpastrelli.
-Gli Hunter...-.
Non ne avevo mai sentito parlare..
-Che sono gli Hunter?-.
-Cacciatori. Sono gli acerrimi nemici dei vampiri...-.
Sfiorai le sue iridi con le mie , scrutandolo quasi incredula, dubbiosa.
-Mi stai dicendo che tutto questo...Esiste veramente?...-. Mormorai appena.
Ero palesemente confusa.
Come potevano esistere cose del genere?
Fino a qualche mese prima la mia vita era una corsa ad ostacoli fra noia e lavoro...Ed ora?
Dov'era finita la mia quotidiana realtà? 
-Non ti mentirei mai su una questione del genere...E poi tu ci hai visti con i tuoi occhi..-. Guardò alle mie spalle. Mi voltai.
Anche Gregory ci aveva raggiunti. 
-Era di loro, degli Hunter, che aveva paura?-. Mi voltai domandando al maggiordomo, che mi fece cenno di si con il capo.
-Sono così pericolosi?-. Tornai a rivolgermi al vampiro.
-Sono in grado di uccidermi...Ed io non sono mai morto da duecento anni a questa parte...Tu che dici sono pericolosi?-. Mi ripropose la domanda quasi con ironia.
Distolsi lo sguardo.
-Bhe, si ...Sono pericolosi...-. Restai zitta per qualche istante mentre nella mia testa cercavo di riordinare tutti i tasselli. Lentamente tutto si stava facendo più chiaro, comprensibile, ma io le risposte le dovevo avere da lui.
-Allora. Mi hai spiegato perchè ci sono tutte quelle auto. Mi hai svelato chi sei realmente..Chi è Gregory...Ma...non mi hai detto perchè io sono qui..Con quale "magia" mi hai costretta a restare...-. Il mio sguardo si fece inquisitore , schiaffeggiando il suo.
Sussultò quasi impercettibilmente , tornando calmo subito dopo.
-Immaginavo non fossi una stupida...-. Persi un battito.
Io avevo tirato i dadi alla cieca buttando giù un'ipotesi alla quale non avevo mai pensato...!
Portò entrambe le mani sulle mie spalle, fissandomi dritto negli occhi.
-Ana. Non voglio che cancelli nessuna delle parole che ti ho detto prima di questo momento...-.
Ingoiai a vuoto.
-Promettimelo..-. Aggiunse severo. La sua espressione era mutata nuovamente. 
-Te...Te lo prometto...-.
-Bene..-. Socchiuse leggermente le palpebre, per poi riaprirle un istante dopo.
-Sin da quando tu sei entrata nel mio studio..Io ho avvertito qualcosa di strano in te. Tu non eri una ragazza qualsiasi...-.
Mi tornò in mente quel giorno. Le sue parole, il modo di osservarmi. 
Un velo di malinconia piombò nel mio petto.
-Dopo il primo incontro, ne ebbi la certezza. Il tuo odore, i tuoi occhi, tutto era diverso da una ragazza qualsiasi. Tu, Anastasia, sei molto di più...Così ho usato il mio sguardo, o meglio il potere racchiuso in esso, per convincerti che ogni mia decisione fosse tua....Mi dispiace, non volevo imbrogliarti...-.
-Quindi...Se io sono qui...E' solamente perchè TU l'hai voluto...-.
Sentii mancarmi la terra da sotto i piedi. In un attimo ero finita nello sconforto della verità. In una frase , avevo scoperto quanta menzogna avevo bevuto per mesi..
-Hai fatto tutto questo solo perchè..Mi vedevi diversa, per una tua curiosità?!-. Gridai, e due lacrime scivolarono sul contorno del viso.
Mi scrutò smarrito, poi, scosse il capo.
-No!...Cioè all'inizio si, era principalmente per quel motivo..Ma poi..Ana, io ho sempre faticato a fidarmi degli estranei, mentre con te è stato diverso. Tu mi hai dimostrato rispetto, devozione, fiducia...Mi hai accettato anche quando la sofferenza ti stava divorando dentro...-. Respirò appena, e tornò a guardarmi.
-Quando ti ho detto di amarti...Lo pensavo veramente..-.
-Come...Come faccio a crederti..-. Singhiozzai.
Si avvicinò nuovamente portando una mano al mio braccio.
-Te lo sto dicendo senza guardarti negli occhi...Senza usare alcun potere...-.
Strinsi i pugni..
"E' stata tutta una menzogna. Una stupida bugia"..
-Mi hai usata...-.
Non rispose.
-Mi hai trattata come una pedina...-. Cercai di soffocare un singhiozzo.
-Io mi sono fidata di t...-. All'improvviso sentii le molle del materasso oscillare appena.
Le sue labbra si appoggiarono alle mie senza che io potessi ribellarmi. Delicate come un soffio sulla pelle.
Calde come il fuoco.
Tremai.
Poggiò entrambe le mani sulle mie guance prima di allontanare la sua bocca dalla mia.
-Non uso più il mio potere da quando sei arrivata qui...Ogni scelta che hai compiuto è stata solo tua.-.
Perchè il cuore continuava a dirmi di credere alle sue parole?
Mi divincolai debolmente dalla sua presa, mentre con il palmo della mano mi asciugavo il volto dalle lacrime.
-Perchè mi hai costretta a venire qui?...-.
-Perchè in te , ho, sin da subito, captato qualcosa che un umano normale non possiede..-.
Lo scrutai spaesata.
-Se intendi dirmi che sono una vampira, beh.. Ti sbagli di grosso. Non ho voglie sadiche e disumane di sbranare carne..-. Proferii acida.
-Io non sono un mostro..-. Conclusi poi, tagliente.
-No. Non è questo...Tu sei molto peggio...-. Sbarrai le palpebre.
-Io ti ho morsa. Ho bevuto il tuo sangue, eppure, tu, non ti sei trasformata. Non è cambiato nulla in te...-.
Disse quella frase come se ne avessi colpa.
-Forse non ne hai bevuto abbastanza...-. Tentai nel dire , sussurrando appena le parole.
Mi folgorò con le iridi, piombando con lo sguardo su di me.
-No. Ne ho bevuto metà...Metà esatta.-.
Doveva spaventarmi quel dettaglio?
-Forse hai pensato tu, che fosse metà. Magari...Non lo era..-.
Si alzò di scatto.
-No, no Ana. Ne sono certo!...-. Era preoccupato, mai lo avevo visto così.
-Questo...Vuol dire solo una cosa...-. 
Restai con il fiato sospeso. 
Sentivo il cuore nel mio petto, esplodere.
-Sei immune ai morsi dei vampiri...Probabilmente perchè nel tuo sangue scorre lo stesso Argento di cui ti ho parlato..-.
-Argento? Nel sangue?...-.
Portai d'istinto una mano sul polso della gemella osservandone le vene.
-E' l'unica spiegazione. Tu..Dovresti esserti trasformata...E non lo hai fatto..-. 
Andava avanti ed indietro per la stanza freneticamente, come se stesse impazzendo.
-Se hai paura che io possa ucciderti....Non lo farò.-. Si arrestò di colpo.
-Non ho intensione di ucciderti. Io...Ti credo, non chiedermi perchè, ma, ti credo e no, non ho voglia di macchiarmi le mani di sangue...-. Dissi fredda come il gelo.
-Non è solo di questo che ho paura...-.
-Ah no? E di cosa?-. 
-Loro...Potrebbero trovarti e costringerti ad uccidere migliaia di vampiri usando il tuo sangue...-.
Trasalii internamente.
-No! Mi opporrei!-. 
Sospirò una risata ma la curva di un triste sorriso sulle sue labbra, non svanì.
-Se fosse così semplice , Ana, staresti dormendo beata nel tuo letto senza avermi mai dovuto conoscere...-.
Quindi "Loro" erano forti tanto quanto lui , se non di più..?
Sospirai pesantemente alzandomi dal materasso quasi trascinando me stessa.
-Una cosa è certa..-. Lo guardai dritto negli occhi.
-Arrivata a questo punto...Non ti abbandonerò...Se posso combattere questi Hunter al tuo fianco, lo farò...Ad ogni costo...-.

Credo che ad un certo punto, per ogni situazione nella vita, bisogna ricorrere al "dover scegliere".
La vita è un susseguirsi di scelte. 
Non si può sfuggire da esse...
Ed io, avevo avuto l'opportunità di farlo. Potevo scegliere e beh, lo avevo fatto.
Non lo avrei lasciato in balia di un destino amaro.
Amavo quell'uomo. In qualche modo gli dovevo tanto. E seppur provassi sentimenti confusi , contrastanti..Non lo avrei mai tradito.
   
 
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