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Autore: shana8998    05/03/2016    2 recensioni
E se un giorno qualsiasi di una vita qualsiasi, tutto cambiasse?
Se da un momento all'altro ,ogni sorta di regola , patto d'onore , sfumatura di dignità ,venisse infranta e ti ritrovassi nelle mani di un danno tanto grosso quanto stupendo?
Se quel danno così negativo potesse renderti tutta la felicità persa con il tempo?
Se quel danno fosse un uomo persino molto più grande di te?
Tu....Come reagiresti?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sei veramente sicura di voler rimanere al mio fianco?-.
-Si...E' quello che voglio...-.


Non avevo idea di cosa volesse dire restare a combattere "dalla sua parte". Non sapevo, non potevo immaginare cosa i miei occhi avrebbero dovuto vedere..
Ne cosa IO stessa avevo scelto di sopportare...

-Vestiti...-. 
Era notte. Fuori i fiocchi di neve erano trascinati da un vento crespo e fitti si erano fatti nebbia in meno di niente.
Alexander era apparso in camera mia come ormai faceva da qualche sera a quella parte, pronto per uscire a "Caccia".
Ero già vestita. Non amavo farlo attendere. Lui aveva fame, ed ogni volta che ne aveva, stava male, tremendamente male.
La sua pelle si faceva più chiara, quasi grigia e colpita dalla luce fioca delle lampadine pareva brillare di sudore. Attorno ad i suoi occhi apparivano due solchi rossastri simili a profonde occhiaie.
Ma era il suo respiro, ciò che più mi faceva capire il suo stato di malessere. Pesante, affaticato come se avesse corso per ore.
Non risposi. Mi alzai dal materasso e velocemente infilai la mia giacca.
Solo dopo qualche giorno dalla nostra "chiacchierata" , lui mi aveva concesso di accompagnarlo.
Avevo perciò , da poco scoperto in cosa consisteva il mio ruolo..
Scendemmo le tre rampe di scale e poi ancora quelle del sotterraneo.
Gregory davanti a noi , che ci faceva strada.
Raggiunto il garage, Alexander sfilò un mazzo di chiavi dalla tasca del suo pantalone nero, inserendole nella chiusura di un BMW.
Mi voltai verso Gregory fissandolo come per dirgli "Ehy ma hai intensione di farlo guidare in quello stato?", ma lui era di spalle, rivolto verso un pezzo di muro non lontano da noi ,che sfilava qualcosa da due "piedi" inchiodati nel cemento.
-Cos'è quella?-. Venne verso di me porgendomi qualcosa che assomigliava del tutto ad una spada giapponese , con tanto di cappuccio.
-Una Katana. Sono sicuro che le farà comodo...-. Accennò un breve sorriso.
Lasciai che l'arma mi scivolasse su entrambi i palmi delle mani.
L'osservai incredula.
Era stupenda. Il cappuccio lungo almeno un metro e mezzo, marrone scuro. Attorno, allacciato, un filo di seta rosso che lo ricopriva quasi del tutto. Anche sull'impugnatura giaceva lo stesso filo rosso che alla fine si allacciava lasciando due lacci più chiari ma dello stesso color vivo , ondulare nel vuoto.
-Sembra una spada dei film!-. Esclamai del tutto entusiasta.
Il secondo vampiro sorrise ancora , soddisfatto questa volta, mentre entrambi ci dirigevamo alla vettura.
-Quella spada è forgiata a tal punto che la sua lama possa tagliare qualsiasi cosa. E' un cimelio di famiglia..-.
-Vi fidate a lasciarla a me?-. Lo scrutai dubbiosa.
-Sono certo che lei, Signorina, sia la persona più adatta a maneggiarla.-.
"Ripongono così tante speranze in me?".
-Prego si accomodi..-. Tornai con la mente lucida a quel momento.
Alexander era già in auto , seduto dietro e Gregory aprendo lo sportello, mi stava invitando a raggiungerlo.
Entrai e poco dopo il maggiordomo , raggiunse il posto di guida.
Quando l'auto fu fuori dal Box, incominciò a salirmi una sensazione d'angoscia in petto.
Avere per le mani un'arma, probabilmente, doverla anche usare...Quando! Quando ero finita in quel macello!?
Osservai tutto ciò che mi circondava all'esterno. In silenzio , finchè non fu proprio Alexander ad aprir bocca, facendomi sussultare involontariamente.
-Sei preoccupata?-. Proferì mormorando appena.
Sospirai.
-Un pò. E' la prima volta che mi date un'arma...-. Non rivolsi lui lo sguardo, mantenendolo serrato sull'oggetto appuntito.
-Sarà anche la prima volta che ti lascerò guardare. Devi essere pronta a tutto.-. 
Persi un battito.
Non lo avevo mai visto uccidere esclusa la notte dove avevo saputo.
-Emh...Non so se sono pronta per questo...-. La voce mi tremò appena sulle corde vocali.
Poggiò il palmo della sua mano sulla mia.
-Lo devi essere Ana. O non puoi restare con me...-. Una smorfia d'angoscia tinse il mio viso.
E se non lo fossi stata? Se non fossi stata capace di proteggerlo? 
Forse avevo veramente troppa paura di morire..
-Signorina, non si preoccupi io le starò vicino..-. Guardai sullo specchietto retrovisore il volto semi-coperto di Gregory.
Mi sorrideva , sembrava del tutto rilassato.
Ricambiai accennando, anch'io, un breve sorriso.
Tornò ad avvolgersi di silenzio, l'interno della vettura, ma i pensieri che affollavano la mia testa , mi risultavano un gran baccano.
All'improvviso , il maggiordomo accese la radio sintonizzandola su un qualsiasi canale di musica.
Inaspettatamente entrambi incominciarono a cantare.
Li scrutai del tutto incredula.
Cantavano con il sorriso sulle labbra , erano ...Rassicuranti.
-Ahaha, Greg , come sapevi che quella canzone era la mia preferita!?-.Persino Alexander sembrava non star più male.
Riuscirono a farmi apparire un velo di sorriso sulle labbra sottili, tese, e come se non ci fosse mai stata , a farmi sparire la paura  che mi aveva costretto il petto sino a pochi attimi prima.

Poco dopo la vettura si arrestò.
-Siamo arrivati...-. 
Il mio cuore sembrò fermarsi.
Avevamo raggiunto una cittadina. Non era più quel vecchio paesino abbandonato. Le mura erano decisamente più recenti e ben messe. In strada , c'erano passanti, c'era vita.
-E' qui che vuoi attaccare?-.
-Attaccare?-. Mi scrutò con un cipiglio, ma non sembrava essere disturbato da quel verbo. Pareva esserne divertito.
-Mmmh Perchè tu come lo chiami?-.
-Magiare.-.
Brividi d'orrore mi fecero accapponare la pelle.
-Ah! Già dimenticavo...!-. Pronunciai con un gesto di stizza.
Gregory venne ad aprirmi la portiera ed una folata di vento gelido penetrando nell'auto, mi congelò fino alle budella.
Mi irrigidii di colpo, ma sapevo che non potevo farli aspettare. 
Scesi. L'arma stretta in un pugno.
Il maggiordomo mi scrutò e non dedussi subito quale fosse la sua espressione.
-Ha intensione di girare con "quella" stretta nelle mani, in bella vista? Vuole terrorizzare questa povera gente , per caso?-. Aveva tutta l'aria di una beffa quel susseguirsi di domande pronunciate da lui.
Portai lo sguardo alla mia mano.
Oddio, effettivamente non era l'ideale girare in quel modo...!
Lo guardai come per chiedergli che altro avrei dovuto fare.
-Tenga..-. Mi porse una cintura che non avevo mai visto prima di allora.
-La metta sotto la giacca. Questa parte va sulla vita...-. Mi aiutò.
-Mentre questa , sulla spalla.-. Una volta che fui legata come una salsiccia, infilò l'arma in un asola sul lato destro dei mie fianchi.
-Le sarà facile tirarla fuori senza dover togliere nemmeno il cappuccio..-. Capitolò soddisfatto.
-Grazie.-. Sorrisi.
-Allora?Voi due, avete finito di perdere tempo?-. Ci riprese il puro sangue.
-Eh! Si ecco!-. Lo raggiunsi velocemente.
Eravamo nascosti in un vicolo, sommersi dal buio. La strada di fronte a noi illuminata da svariati lampioni. I marciapiedi , umidi semi-coperti dalla neve, illuminati talvolta dai led delle insegne che si mescolavano alle luci artificiali dei pali , su ogni lato della via.
Poca gente in giro su quel pezzo di strada.
-Hai intensione veramente di esporti così tanto?-. Non mi capacitavo di quanta noncuranza per i particolari , per quanta fretta, stesse impiegando per "Mangiare".
-E' troppo avventata come mossa secondo me..-.
-Sta a vedere...-.
Balzò in un salto non umano dall'altro capo della strada. Nessuno se ne accorse. 
Alexander era come l'ombra.
Poi, ancora, un secondo balzo atletico gli permise di raggiungere un tetto.
Lo seguii con gli occhi fin lassù, non rendendomi conto che per lo stupore le mie labbra erano semi-aperte.
-Come pensa che io possa raggiungerlo fin li!?-. Constatai disturbata.
-Per questo..Non si preoccupi..-. Gregory, mi cinse la vita tenendomi stretta a se e con lo stesso atletico movimento del suo compagno,si lanciò verso il tetto.
Non ebbi nemmeno la forza di gridare.
Mi terrorizzò essere così lontana da terra.
Temetti che il mio cuore potesse cedere da un momento all'altro.
Il secondo vampiro , una volta raggiunto il tetto mi lasciò andare.
Finì ginocchia per terra. Le mie gambe tremavano troppo per reggermi.
-Ma ti ha dato di volta il cervello?! Volevi farmi morire di crepacuore!!-. Starnazzai.
Ero infuriata, anzi no, davvero incazzata nera!
Rise Alexander.
-Anche a questo ti devi abituare Ana..-. Mi voltai di colpo guardando alle mie spalle.
Era chino sul bordo del tetto e guardava in basso.
Ingoiai pesantemente a vuoto.
-Non credo affatto di essere pronta...Anzi ne sono certa!-. Mi tremò la voce.
Si voltò scrutandomi malizioso.
-Non puoi tirarti indietro proprio adesso...-. Sibilò.
Sussultai.
Lo sapevo bene. Non c'era modo di potermi sottrarre a quell'incubo.
Sospirai rassegnata alzandomi  raggiungendolo ancora tremante.
Mi sporsi.
-O MIO DIO!-. Gracchiai nuovamente, indietreggiando nell'immediatezza sul posto colpita da un forte senso di vuoto, di vertigine.
-Ma quanti metri sono!?-. 
Rise lui.
-Non so..Molti..-. Fece con ovvietà mantenendo un tono profondo di voce.
Avrei voluto tirargli un pugno in faccia.
Provai nuovamente a guardare di sotto, restando sdraiata ed artigliata alle tegole.
-Che stai guardando non si vede niente da qui su...-.
-Sbagli..-. Si gettò all'improvviso nel vuoto.
Sembrava un rapace che plana sulla sua preda.
Non feci nemmeno in tempo a trasalire.
Gregory tornò a cingermi la vita e in meno di un battito di ciglia ero nel vuoto alla velocità di almeno 200km/h .
Penso che si sia sentito persino l'eco di quell'urlo disumano che gettai.
Atterrammo come un esplosione.
Risentii il colpo per tutte le ossa. Era la stessa sensazione che si prova dentro un simulatore di terremoti, solamente molto più dolorosa.
Alzai lo sguardo dritto a me, lentamente, esitando talvolta.
Questa volta Gregory non mi lasciò andare...
Una donna, l'ennesima,era sdraiata al suolo, mentre Alexander le strappava la carne.
Per un attimo smisi di respirare.
Il rumore che la pelle faceva mentre veniva lacerata era insopportabile , ma mai quanto il rumore delle ossa mentre venivano sgretolate dalle fauci di quell'uomo. 
Sentii il mio stomaco rivoltarsi.
-Lasciami..-. Cercai di divincolarmi.
Era troppo. Troppo, per me. I miei occhi , il mio spirito, tutto in me, ne aveva abbastanza di quella storia.
Uccidere. Era questo che dovevo difendere?
Il peggior crimine che si possa commettere. Togliere la vita a povere innocenti.
Dovevo veramente proteggere un essere del genere?
-Lasciami ti prego!-. Ribadii in lacrime.
Il secondo uomo, non ne volle sapere di ascoltarmi.
Mi strinse con maggior vigore ed ora anche i piccoli movimenti mi erano presso che impossibili.
Serrai le palpebre.
-BASTA!-. 
-BASTA!BASTA!BASTA!
Non ne posso più! Non voglio vedere queste cose!-. Gridai disperata alla fine.
-Volevo difenderti. Aiutarti nella tua malattia. Ma..Mi è impossibile..-. Strattonai più forte le braccia del maggiordomo riuscendo a liberarmi finalmente.
-Non posso sopportare che una giovane donna , forse della mia stessa età, venga uccisa senza motivo! Non ci riesco!-. 
Alexander si fermò. Non rivolse lo sguardo a me , ma lo mantenne gettato su un punto perso, alla strada.
-Voi...Voi siete dei mostri!-. Singhiozzai.
-Lo so...-. Mormorò appena. 
Mi zittii di colpo.
Si alzò pulendosi il viso con il palmo della mano.
-So che ti provoco ribrezzo.So che tutto questo è più grande di te....-.
Forse , da una parte , avrei voluto abbandonare tutto.
Era troppo obbligarmi a veder morire ragazze senza un valido motivo. Era troppo, dover coprire un crimine ed agevolarlo in quel modo.
Si, amavo Alexander , ma forse nemmeno tutto l'amore di questo mondo mi avrebbe fatto cambiare opinione sulle atrocità che commetteva, e forse, nemmeno tutto il mio sentimento per lui, bastava a poter riuscire a sopportare.
-Forse è troppo presto...-. Si passò una mano sul viso.
-Pensavo, sbagliando, che fossi pronta. Infondo mi hai seguito più di una volta seppur restassi nascosta. Sapevi cosa facevo. Ed è per questo che ho creduto che potessi vedere...Il vero me.-.
-Credevo di essere pronta anche io..-. Singhiozzai ancora.
-Ma non ....Non pensavo che fosse così atroce...-. Lasciai dopo quelle ultime parole, il pianto fluire ininterrotto, accasciandomi sulle ginocchia.
Infondo , dentro , seppur avessi vissuto sempre tre passi avanti, mi sentivo ancora debole ed indifesa come una bambina.
-Credevo anch'io di poter affrontare tutto...Ci credevo veramente...-.
Il vampiro , si avvicinò a me cucciandosi alla mia altezza, poi mi accarezzò la testa.
-Va tutto bene...-......





   
 
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