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Autore: shinepaw    06/03/2016    3 recensioni
L'amore circonda John in ogni modo possibile ed immaginabile: quello segreto del suo migliore amico Beau verso di lui, quello appena sbocciato tra suo fratello e un certo sfrontato ex militare... e come non citare l'amore di suo nipote (il quale ha finalmente messo da parte la propria cotta per lo zio!) verso il proprio ragazzo, Christopher? Insomma, l'amore è ovunque, ma non nel suo cuore. Si reputa troppo impegnato con la propria squadra di basket, nella quale gioca nel ruolo di playmaker, per l'amore. Ma si sa, esso non guarda in faccia a nessuno, nemmeno ai giocatori di basket super impegnati. Soprattutto a loro. E chissà che, con un po' di fortuna e una stella cadente...
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Sequel di 'Stray Heart'.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Keeping Love Again'
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John's point of view

- Ottima partita, oggi - dico ad uno ad uno ai giocatori avversari. Molto sportivamente mi stringono la mano, più provati di noi e, purtroppo per loro, sconfitti. Un incidente di percorso può capitare a tutti, alla mia squadra come ad una emergente ma già piuttosto forte come la loro.

Lo ammetto, è stata una partita per nulla facile, anche se di poco conto. È come una sorta di allenamento più impegnativo, che però non porta alcun progredimento alla carriera.

Poi vado dai miei compagni, i quali mi danno pacche sulle spalle o mi arruffano i capelli. Beau mi dona un sorriso complice, dolce.

- Siamo stati grandi - esordisco, stiracchiandomi e ricambiando fugacemente il sorriso del mio migliore amico. - Perciò, se vi va, possiamo andare a festeggiare da qualche parte, offro io.

Esultano, dopodiché iniziano a parlottare fra di loro. Io recupero le mie cose e mi cambio, lasciando loro il tempo di decidere cosa fare e dove andare. Intanto controllo il cellulare: ho due messaggi, uno da parte di Crystal e l'altro da Virginia. Apro il secondo, ritrovandomi involontariamente a sorridere dopo averlo letto.

'A: John.

Da: Virginia.

Com'è andata?'

'Alla grande, abbiamo vinto! :D'

'Fantastico!'

Odo dei passi in avvicinamento perciò, sussultando, m'affretto a riporre il cellulare in tasca.

- John? - mi chiama Beau. - Hai finito? Stiamo aspettando solo te.

- C-certo - balbetto io, imponendomi di cancellare dal volto il sorriso di poco prima. - Arrivo subito.

Lui mi lancia un'occhiata di malcelata diffidenza, per poi tornare dagli altri. Sospiro. Ho la netta sensazione che, nonostante questa vittoria, la fortuna non girerà tanto presto dalla mia parte. E non intendo nel basket.

~~~

Andiamo in un locale assai frequentato. Un tempo era gestito da un barista conosciuto per essere sposato con una veterinaria ed essere amico del campione nazionale di surf, ma soprattutto per essere sempre intento ad asciugare lo stesso bicchiere. Henry, si chiamava, se non sbaglio.

Ora invece la gestione è passata ad un'emerita sconosciuta, però pare simpatica. Mentre controllo il portafogli e conto quanti soldi ho, sperando bastino per quei bestioni dei miei compagni, lo sguardo mi cade su degli inconfondibili capelli biondo oro e una risata cristallina giunge alle mie orecchie.

- Ehm... - inizio, attirando l'attenzione della squadra. - Io arrivo subito, voi ordinate pure che poi pago.

Assentono, allegri. Beau mi regala uno sguardo strano, anche se lo noto solo di sfuggita. Mi avvicino e picchietto sulla spalla la bella ragazza vicino a me, intenta a parlare con l'amica.

- Sì? - risponde, voltandosi. Quando i suoi occhi si posano su di me ed avvampa impercettibilmente, il mio primo impulso è quello di abbracciarla. - Oh, John, ciao.

- Ciao - replico, sorridendole. La ragazza che è con lei soppesa brevemente i miei amici e poi mi dona una lunga occhiata d'apprezzamento, prima di prender sottobraccio l'amica.

- Ehi, Virgi, chi è questo bel tipo? Il tuo ragazzo, forse? Non me ne hai mai parlato...

Adesso sono io ad arrossire, e anche vistosamente. Bel... tipo?

- È s-solo un amico - risponde Virginia, diventando più rossa di me.

Già, siamo solo amici. Forse neanche quello.

- Be'... io devo andare, ti lascio un po' di privacy col tuo amico - dice colei di cui è in compagnia, dopodiché ammicca maliziosamente e abbassa la voce, sebbene io la senta benissimo. - Forse ancora non è il tuo ragazzo... ma io non me lo lascerei scappare, uno così.

E detto ciò la saluta con un gesto della mano ed esce dal bar.

- Stavi andando anche tu? - chiedo. Fa di no col capo. - Oh, allora che ne dici se prendiamo un tavolo? Posso offrirti da bere?

- C-certo.

Mi giro a controllare i miei compagni di squadra: si stanno sedendo anche loro e in piedi c'è solo il mio migliore amico, il quale mi osserva con gli occhi colmi di tristezza prima di distogliere lo sguardo ed unirsi agli altri.

Ho la spiacevole impressione che qualcosa non vada, con Beau, eppure la felicità e l'emozione nel vedere Virginia inibiscono qualunque impressione.

Ci sediamo anche noi ad un tavolo non troppo distante da quello della mia squadra, comunque abbastanza per poter parlare in pace. Sono tutti bravi ragazzi, però possono diventare un po' irruenti dopo una vittoria ed eccessivi festeggiamenti.

Per fortuna sono alle spalle di Virginia, almeno non può vederli ammiccare e fare gesti equivoci nella nostra direzione. A volte mi paiono più maturi i miei nipoti... entrambi diciottenni.

Sbuffo nel palmo della mia mano, prima di riprendere a sorridere.

- Ancora congratulazioni per la partita - dice Virginia.

- Oh... grazie.

- È stata dura? Sembri stanco.

Non posso fare a meno di domandarmi se sia apprensione quella nella sua voce perché, se così fosse, qualcosa dovrà pur voler dire.

- Non più del solito, però ammetto che deboli non erano.

Ci osserviamo per un lungo istante, in silenzio. È il cameriere a spezzarlo, servendoci da bere.

- È la tua squadra, quella? - domanda Virginia, voltandosi per fare un cenno verso di loro. Quegli stupidi fingono di parlare fitto fitto fra di loro. Annuisco. - Sembrano simpatici. Sei qui con loro?

Assento, di nuovo.

- Oh... non voglio trattenerti, se hai da fare.

Sorrido, agitando una mano come a dire che non fa niente. Ci saranno altri giorni in cui festeggeremo, mentre non so se incontrerò ancora Virginia in un posto che non sia il prato, me l'ha detto chiaramente: è restia a vederci nei luoghi più 'pubblici'.

- Ma no, siamo qui per festeggiare e quello si può fare sempre - la rassicuro. Mi dona un timido sorriso, quasi più bello di quello raggiante. - E tu? Eri con la tua amica?

Sorseggia la cioccolata che ha ordinato con un pizzico di goffaggine che la rende terribilmente carina ai miei occhi.

- Ah, sì - risponde distrattamente, sistemandosi una ciocca dorata dietro l'orecchio e alzando velocemente lo sguardo. Il mio è calamitato dallo sbaffo marrone che corre dalla sua bocca alla guancia. Arrossisce, accorgendosi che la sto guardando intensamente. - C-cosa c'è?

Prendo il tovagliolo e mi allungo sul tavolo, pulendole delicatamente il viso. Avvampa ulteriormente. Ah, questa ragazza è un mix esplosivo di tenerezza, bellezza e dolcezza, mi ritrovo a pensare.

- Eri sporca di cioccolato - spiego, arrossendo a mia volta.

- O-oh... g-grazie, allora.

- Non c'è di che - replico, prima che tra di noi cali per l'ennesima volta il silenzio. Lancio un'occhiata ai miei amici ed incrocio gli occhi di Beau, il quale mi mima con le labbra se ho intenzione di raggiungerli o no. Sospiro. - Credo di dover andare, ora.

- Oh... certo - dice lei con un filo di voce. Finisco l'acqua che ho ordinato in un sorso e deposito due banconote sotto il bicchiere, dopodiché mi alzo.

- Ciao, Virginia. Ci vediamo... al solito posto?

Annuisce brevemente, nascondendosi dietro la tazza. Cosa dovrei fare? Voglio abbracciarla, stringerla a me... insomma, voglio infrangere questa barriera per la quale il contatto fisico è motivo d'imbarazzo.

Incerto sul da farsi, mi avvicino a lei e semplicemente le scompiglio con gentilezza i capelli, prima di farle un cenno di saluto con la mano e andare dai miei compagni.

- Ce ne hai messo di tempo! - mi rimproverano scherzosamente.

- Chi è, la tua ragazza? - chiede Beau, ma più che una frecciatina pare una domanda seria.

- N-no... è solo un'amica - rispondo, arrossendo. Vado ad accomodarmi di fianco al mio migliore amico, bisbigliandogli all'orecchio: - Sei geloso? -.

- Ma va' - replica altrettanto a bassa voce, regalandomi un ampio sorriso. E io gli credo, mi ha già detto anni fa di non provare più nulla per me.

Mentre ordino una Coca-Cola Virginia si alza ed esce dal locale, agitando timidamente una mano nella mia direzione in segno di saluto. M'illumino immediatamente e ricambio entusiasticamente il gesto.

- Certo però che la tua amica è uno schianto! - commentano in coro i miei amici non appena è fuori e non può udirli.

- Già - concorda Beau, inarcando un sopracciglio. - Davvero una bella ragazza.

- Proprio così - annuisco, ridendo nervosamente. Il cameriere mi serve la Coca-Cola. - Che ne dite di partecipare al torneo che si terrà fra due mesi?

-

Note dell'autrice:
lo sooooo, ieri non ho postato. Ero in casa tutta sola soletta e mi son messa a fare la copertina della short story che seguirà la nuova raccolta, Color of the Season, e s'intitolerà Blue Eyes: a butler's story. Probabilmente sarà davvero l'ultima storia, ma non ci metterei la mano sul fuoco, soprattutto rammentando ciò che avevo detto circa Infinity. Devo ancora presentarvi un personaggio, però intanto potreste preparare delle domande per una terza edizione di Confessioni, domande folli e lettori lancia-pomodori. Pensateci. Baci
   
 
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