-Tokyo. 13 Maggio Anno 2051 ore 18:33-

Forse dovrei accettare il fatto di essere soltanto un neet senza vita, forse dovrei farmi aiutare...forse, forse. E' così che passo le mie giornate, i miei parenti credono che questo status sociale mi vada bene, che mi calzi a pennello. Fin da bambino ero quello stava in disparte, che non aveva amici, ma che non veniva bullizzato da nessuno fortunamente.
La mia vita l'ho sempre vista con occhi cinici, riluttanti, convinto che un giorno si sarebbe sistemato tutto da solo. Avrei trovato degli amici, una ragazza, delle persone su cui poter contare anche nei momenti difficili. Ma...mio mal grado non è stato così.
Mi avvicino alla finestra, oggi c'è una bella giornata, non troppo soleggiata e non troppo nuvolosa, i miei occhi attenti scrutano ogni cosa, dai bambini che giocano felice nel piazzale sotto casa, a dei vecchi innamorati su una panchina, sarebbe la giornata ideale per uscire...ma non per me. Una volta uscito sono sicuro che tutti mi riderebbero alle spalle, avrei un attacco d'ansia e scapperei rinchiudendomi in casa...aumentando l'odio nei confronti della società odierna, e peggiorando la mia situazione.
C'è una ragazza bellissima, la mia vicina di casa che anche oggi esce per andare a scuola, certo, forse è un po' troppo piccola per me, dal momento che ho diciannove anni e lei ne ha all'incirca sedici. Ma il profumo che lascia al suo passaggio...è quasi inebriante, com'è possibile che esca carica di nochalance, che non si preoccupi dei giudizi della gente. Eccola...indossa un vestitino bianco davvero niente male, il suo profumo entra anche nella mia cupa e fredda stanza, portando un po' di colore nelle mie giornate vuote...e monotone.
Quante volte sognai di fermarla e dichiararmi a lei...un mostro ridotto ai margini della società come me...ha il diritto di sognare?
E' andata via, cerco di trattenere il suo odore dentro le mie narici...ha davvero un buon odore. Beh, è il momento di mettersi a "lavoro". Mi avvicino al computer accedendo alla mia email, continuo ad inviare curriculum, dopo il diploma mi sono trasferito da Kamakura a Tokyo, per cercare lavoro, ma dall'ora sono costretto, sì...costretto, ad accettare gli alimenti che mi inviano i miei genitori ogni dieci del mese. Anche oggi nessuna risposta ai miei curriculum per fortuna...una volta ebbi una risposta da un datore di lavoro disse che mi avrebbero preso per il ruolo di lavapiatti nel suo ristorante. Ma...anche sapendo che quei soldi mi sarebbero tornati utili, decisi di non andare...o meglio, la mia condizione mi impedì di andare.
UN'EMAIL!? Apro il messaggio con grande curiosità, il computer sembra essersi riavviato, schermo nero, ma soltanto una spunta quadrata chiede di essere aperta. Mi avvicino con il puntatore del mouse alla finestra. Un messaggio che ricopre l'intero monitor appare dinanzi a me: Vorresti cambiare la tua vita?
Cos'è...uno scherzo? Mi hanno appena hackerato il Pc? Qualcuno che non ha nulla da fare  si diverte ad importunarmi? Due caselle sotto il messaggio principale risaltano ai miei occhi. "Sì" o "No"...è così semplice, forse se premessi sì la mia vita cambierebbe davvero, magari il mio conto in banca si gonfierebbe e io sarei felice per tutta la vita. Scommetto che il tizio dello scherzo in questo momento mi starà guardando, e vedendo i miei occhi sgranati dinanzi a questo messaggio sicuramente si starà divertendo un mondo. Beh, stiamo al gioco allora, ormai la mia reputazione è andata già da un pezzo, peggio di così non può andare.
Avvicino il viso verso il monitor fingendomi interessato, e con tutta sicurezza clicco sulla casella "Sì". Una luce sta ricoprendo il mio corpo, sento che ogni cellula, ogni molecola si sta separando da me...sto per morire? Adesso? Non era uno scherzo quello? Mi sento stanco, dovrei soltanto...lasciarmi andare...chiudere gli occhi...tra non molto sarà tutto finito, non opporrò alcuna resistenza. Sono stranamente tranquillo anche dinanzi alla morte, il mio corpo continua a riscaldarsi sempre di più, sento caldo, sento sempre più caldo, è come se la mia pelle stesse bruciando, ma non  mi fa male. Beh...è la fine, forse è giusto così, è giusto che io muoia, sono soltanto un peso per i miei genitori. Addio