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Autore: BabyLolita    08/03/2016    1 recensioni
Il primo amore non si scorda mai. Ti rimane dentro, impresso, indelebile. Il primo amore ti travolge e ti stravolge. Hilary è alle prese con il suo primo amore. Un amore che la cambia, che la turba. Un amore che la risucchia e l'annulla. Quando si scopre innamorata è troppo tardi, perché lui è ormai lontano. Si promette di aspettarlo, di dichiararsi non appena lui farà ritorno. Si promette di essere forte. Fa tante promesse a sé stessa. Così tante che è difficile mantenerle tutte quante. Quando un amore è lontano e tanta gente gira intorno a te è difficile essere fedeli a sé stessi, alle proprie promesse. È difficile non innamorarsi ancora. È difficile dimenticare chi si è amato tanto. È difficile quando, davanti a te, il passato ed il presente si scontrano per impossessarsi del tuo futuro.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Kentin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Quando uscii dalla palestra ero ancora incazzato nero. Avevo passato più di due ore ad allenarmi ma non ero riuscito a calmarmi, non ero riuscito a togliermi dalla testa l’immagine di quei due. Lei che voleva farla finita, lui che compare subito dopo. Non ci voleva un genio per capire che il motivo per il quale lei si era distaccata era il nano. Capii quasi subito che il motivo per il quale lei manteneva le distanze fra noi era perché si sentiva attratta, il qualche modo, anche da quel coso. Tornai a casa e mi feci una doccia poi decisi di andare sotto casa sua. Dovevo parlarle, e sapevo che non avrebbe mai accettato di farlo in pubblico ma, allo stesso tempo, io non accettavo questo suo comportamento. Quando arrivai davanti a casa sua iniziai a pensare ad una scusa decente per farla uscire, ma non ce ne fu bisogno. La vidi rientrare poco dopo. Si stava stringendo nelle spalle infreddolite mentre, con aria un po’ inebetita, sorrideva tra sé e sé. La osservai avvicinarsi e, quando si accorse della mia presenza, si fermo cambiando radicalmente. Il suo sguardo tornò quello a cui ero abituato, uno sguardo confuso, felice e triste.
Stai pensando a me e lui, non è vero?
Mi avvicinai a lei, e lei indietreggiò.
   «Che ci fai qui?» la sua voce era cupa. «Non dovresti essere qui.»
   «Questo sì che è il modo migliore per accogliere la persona che fino a poco tempo fa sembrava piacerti.»
Lei si voltò di scatto e non rispose. Mi avvicinai ancora e lei si allontanò.
   «Che vuoi, Castiel?»
   «Una spiegazione. Immagino te l’abbia chiesta anche lui.» Lei si morse il labbro. Capii che era da casa sua che stava tornando. La cosa mi irritò e non poco. «Sei stata da lui, non è vero?»
Lei si agitò per un istante.
   «Non sono cose che ti riguardano.»
   «Hil, non prendermi per il culo. Ora tu mi spieghi che diavolo sta succedendo.»
Ero furioso, avrei voluto distruggere qualcosa. Anzi, in realtà, tutto ciò che volevo distruggere aveva un viso molto chiaro nella mia mente. Lei mi fissò, indecisa, arrabbiata, ma anche titubante e desiderosa di venire da me. Lo vedevo, avevo imparato a conoscerla e, ora che intuivo il perché era così restia a lasciarsi andare del tutto, le cose stavano diventando sempre più chiare.
   «L’ho capito, sai? Ho capito che provi qualcosa anche per lui. Quando se n’è andato ti sei chiusa in te stessa. Lo so, io c’ero. Ti ho vista cambiare, ti ho vista “rinascere”, lo hai fatto grazie a me, non puoi negarlo. Ti sei innamorata di me, esattamente come io mi sono innamorato di te, sai che è così. Ma ora che lui è tornato hai rimesso tutto in discussione. Sai di amare anche lui, probabilmente in un modo diverso da come ami me, eppure ci ami entrambi. Non è forse così?»
Lei mi guardò con aria spiazzata, come se non capisse come avessi fatto a comprenderla così profondamente. Vidi i suoi occhi diventare lucidi e, non appena scorsi questa sua debolezza, mi avvicinai e la strinsi a me. Lei iniziò a tremare, e poi a piangere. Le strinsi forte e sentii su di lei l’odore di lui. La cosa mi fece saltare i nervi, ma non potevo aggredirla, sebbene fossi incazzato nero. Lei mi abbracciò e continuò a piangere.
 
Non riuscivo a capire come potesse paragonarmi a lui. Io ero migliore in tutto e per tutto, e dovevo farglielo capire. Non l’avrei ceduta a nessuno, tanto meno ad un pappamolle come Kentin.
   «Hil, non mi importa quello che provi per lui, o quello che lui prova per te. Sai benissimo che non sono un gran che bravo a parole, ma a fatti so rimediare a questa mia mancanza. Io c’ero quando ti sentivi sola. Lui ha deciso di andarsene, io non l’avrei mai fatto. Sarei rimasto qui, accanto alla donna che amo, per proteggerla, e per fare in modo che nessuno me la portasse via. Io ti capisco meglio di chiunque altro Hil. Ti ho vista ridere, piangere, soffrire e gioire. Ho visto le espressioni più disparate sul tuo viso. Ti ho visto arrossire per me, piangere per me, disperarti per me. Nessuno, più di me, ti conosce davvero. Kentin… se n’è andato, ti ha lasciata. Chi ti dice che non lo farà ancora? Non me ne frega un cazzo di quello che c’è stato prima fra di voi. Quel che è successo è successo, ma ora ci sono io, sono anni che ti sto dietro, lo sai. Non ti permetterò di buttare tutto nel cesso solo perché quello sfigato è tornato a scombussolare la nostra vita. Non mi sono mai messo in gioco così tanto e, ora che l’ho fatto, non ho intenzione di lasciarti a nessuno. Tu sei mia, e lui non potrà mai riaverti indietro, non lo permetterò, costi quel che costi. Sai bene che solo io sono in grado di comprenderti solo con uno sguardo, mi sorprende ancora il fatto che tu non riesca a realizzare questa cosa. Ci sono stato nei momenti in cui nessun altro c’era, ed ora impedirò a chiunque di avvicinarsi a te.»
Le sue lacrime si fermarono. Sapevo che mi stava ascoltando attentamente, e sapeva di non poter negare nessuna delle mie parole. La allontanai da me asciugandole il viso ancora inumidito. La guardai negli occhi. La confusione regnava ancora sovrana dentro di lei. Lo capivo, lo vedevo, lo sentivo. E sapevo di non poter accettare questa cosa. La baciai e lei rispose a quel bacio. Mi strinse forte, ed io più che mai mi sentii invincibile. Sapevo di poter cancellare dal suo cuore l’immagine di lui, sapevo che sarei stato in grado di renderla sicura del nostro legame.
 
Ero convinto di sapere ogni cosa, di poter vincere senza problemi. Ero convinto che farla mia sarebbe stato facile. Ciò che le mie convinzioni non avevano considerato, erano le sofferenze che avrebbe vissuto lei. Quelle sofferenze che distruggeranno ogni cosa, portandoci a quello che è il nostro attuale presente.
 
Quando le nostre labbra si separarono lei mi guardò ancora. Mi parve meno agitata, meno confusa, ma sapevo bene che non potevo vincere con un solo bacio. Le chiesi di entrare, ma lei mi liquidò con una scusa. La guardai allontanare e, prima che entrasse, le chiesi un’ultima cosa.
   «Ho bisogno di chiederti di essere sincera con me. Sempre. So che lo farai, quindi voglio una risposta. Sei stata da lui prima, non è vero?»
Lei mi fissò. Ci mise qualche istante a rispondere. La vidi irrigidirsi e distogliere lo sguardo.
   «Si, ero da Kentin.» disse entrando in casa, impedendomi di chiederle qualsiasi altra cosa.
I nervi mi tornarono a fior di pelle.
Se sei scappata così velocemente da queste mie parole, vuol dire che non è un bacio che mi stai nascondendo.
Tornai a casa ed iniziai a suonare la chitarra. Lui l’aveva avuta prima di me e questa era la cosa più disgustosa che avrei mai potuto accettare. Ero davvero furibondo, come mai ero stato prima.
Se è davvero riuscito a portarsela a letto, allora deve amarlo davvero molto. Molto più di quanto ama me. No. Non posso assolutamente permettere che tutto questo accada.
Il giorno dopo andai sotto casa sua. Quando uscì mi resi conto che di certo non si aspettava una mia visita.
   «Non possiamo andare a scuola assieme. Sai benissimo come la penso.»
   «E tu sai benissimo che non prendo ordini.»
Lei mi fulminò con lo sguardo, ed io la baciai senza preavviso. Sapevo che, una volta arrivata a scuola, sarebbe stata tutto il tempo con lui.
No, non posso accettarlo.
La presi per mano e la trascinai via. Lei oppose resistenza, ma sapevo che prima o poi avrebbe ceduto. Quando le sue resistenze crollarono del tutto eravamo sotto casa mia. Lei mi guardò con aria furiosa.
   «Non entrerò.» mi disse poi. «So dove vuoi andare a parare, e la risposta è no.»
   «Senti, io non ti farò domande riguardo a tu sai chi, perché ho già capito tutto. La cosa mi fa parecchio incazzare, ma non ti forzerò a fare qualcosa che non vuoi. Non l’ho mai fatto, e sai benissimo che non lo farò nemmeno adesso. Ma ho bisogno che tu ti fidi di me, ok?»
Sapevo che era in imbarazzo. Sapevo che non accettava il fatto che io avessi capito tutto. E sapevo che, probabilmente, si sentiva in colpa, in un modo o nell’altro.
 
Riuscii a farla entrare in casa mia, anche se vidi che era molto titubante e spaventata. Odiavo il fatto che, nonostante tutto questo tempo, ancora non si fidasse di me. Nascosi la delusione e cercai di darle tempo, ancora, per l’ennesima volta. Le feci posare la giacca sul divano. Aveva capito che quella mattina non sarebbe andata a scuola, e sapevo che pensava a come lui avrebbe reagito. Sentii il suo cellulare squillare ma, prima che riuscisse a prenderlo, glielo sfilai dalla giacca e lo spensi.
   «Che diavolo stai facendo?!»
   «Non ti permetterò di pensare a lui mentre sei con me. Tu sei mia, devi smetterla di metterlo fra noi. Tu hai me, non hai bisogno di nessun altro.» dissi premendo a forza le mie labbra sulle sue.
Lei cercò di divincolarsi e, questa volta, non si arrese alle mie attenzioni. Scivolò via dalle mie braccia. Sembrava davvero spaventata. «Ti giuro che non farò nulla per turbarti. Scusami se ti ho dato questa impressione ma, davvero, fidati di me. Smettila di pensare a tutto il resto. Ci siamo solo noi adesso, proprio come è sempre stato. Apriti con me, ti prometto che andrà bene.»
La vidi cambiare sotto i miei occhi, ancora, e per l’ennesima volta mi sorpresi di quanto il suo atteggiamento potesse cambiare radicalmente in pochi secondi.
Come hai fatto a stravolgermi così tanto?
Allungai la mano e lei la prese. La portai in cucina dove le avevo preparato una colazione con i fiocchi. Sapevo bene che lei la mattina non mangiava mai. Fisso la tavola imbandita con aria sorpresa e poi mi sorrise con quel sorriso che mi stese anni prima. Mi avvicinai a lei e la strinsi forte, lei contraccambiò il gesto.
   «Grazie.» mi disse con voce dolce.
   «Posso renderti felice, se me lo permetti.»
Lei restò immobile per qualche secondo prima di fare cenno di sì con la testa. La feci accomodare al tavolo e mangiammo parlando del più e del meno. Prestai bene attenzione a non affrontare argomenti che potessero turbarla. Dovevo dimostrarle di essere la persona perfetta per lei. Finita la colazione ci sedemmo sul divano. Le cinsi le spalle con il braccio e lei si appoggiò sul mio petto. Sentii il suo respiro farsi sempre più calmo e rilassato.
   «È la prima volta che salto scuola.» mi disse poi.
   «E come ti sembra la vita da ribelle?»
   «… non male.»
Si mise a ridere, ed io risi con lei. Volevo che fosse sempre felice, felice grazie a me. I suoi occhi incrociarono i miei. Sapevo cosa voleva. Mi avvicinai alle sue labbra e ne presi possesso. Lei non si tirò indietro. Ci baciammo a lungo e finimmo distesi sul divano. Non andai oltre. Volevo che fosse lei a darmi il permesso di arrivare allo stadio successivo. Passammo tutta la mattina abbracciati, e mi sorpresi nel vedermi così calmo avendola tutta mia fra le mie braccia. Quando dovetti salutarla mi sentii parecchio allarmato. Sapevo che, fuori da casa mia, non sarebbe stata “al sicuro”. Decisi di accompagnarla a casa. Quando giungemmo davanti al cancello di casa sua, Kentin era lì ad aspettarla. Sapevamo tutti che uno scontro sarebbe stato inevitabile ma, di certo, non pensavamo sarebbe avvenuto così in fretta. Io e Kentin ci guardammo in silenzio per qualche minuto. Entrambi avevamo le stesse idee e, se avessimo avuto delle armi da fuoco, di certo i primi colpi sarebbero già stati sparati da un po’. Kentin allungò la mano nella nostra direzione.
   «Hilary, vieni qui.» le disse poi.
Mi misi davanti a lei.
Col cazzo che te la lascio.
Lo guardai in cagnesco. Hilary si allontanò da me, ma non andò da lui. Si allontanò da entrambi ed iniziò a fissarci. A tutti noi era chiara la situazione, ma noi eravamo troppo accecati dall’odio e dalla rabbia per accorgersi che la crepa che stava distruggendo Hilary era sempre più profonda. La vidi iniziare a piangere e a tremare.
   «Tutto questo… non ha senso… io… mi dispiace… non riesco a…»
Parlava da sola. O forse tentava di comunicare con noi. Nessuno di noi lo sapeva. Tuttora, non so a cosa stesse pensando in quel periodo, come stesse vivendo quei momenti. La situazione era terribile e, probabilmente, vista dall’esterno lei potrebbe sembrare la stronza di turno. Eppure, eravamo noi a lasciarla fare. Noi che, amandola così tanto, non riuscivamo a rinunciare a lei. Eravamo convinti di poter vincere. Ci preoccupavamo solo di trovare il modo di averla al nostro fianco, cancellando l’altro dal suo cuore per sempre. Lottavamo per avere lei ma, forse, lottavamo per noi stessi, per ottenere la nostra felicità più che la sua. Eravamo davvero egoisti, e nemmeno ce ne rendevamo conto. Non gli stavamo chiedendo apertamente di scegliere, ma in realtà era davvero questo che bramavamo.
Una scelta. Una scelta che lei prese, ma che fu diversa da quella che noi le avevamo “proposto”.
 
Ancora oggi, ricordo i suoi singhiozzi di quel giorno. Ricordo quanto furono sordi e strazianti. Ricordo che furono l’inizio di un mare di lacrime che, ancora oggi, mi fa affogare lentamente.







Commento dell'autrice: salve popolo di EFP! Come procede la vita? La mia bene, ora che ho postato il nuovo capitolo mi sento meglio xD l'ho appena scritto e, in realtà, mi sembra un pelo più breve degli altri. Tuttavia mi ritengo soddisfatta, sopratutto per il finale! Mi piace ahah xD C'è un velo di mistero caratteristica di questa storia e mi piace davvero un sacco xD Detto questo vi saluto e alla prossima! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!!! =D

   
 
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