1972
Nancy era molto turbata da quello che stava succedendo nell’orfanotrofio.
Dopo la morte di Kate, era stato affidato principalmente a lei il compito di occuparsi di Samara; non aveva mai riscontrato problemi, ma era stata una cosa momentanea.
Da un po’ di tempo a quella parte l’aiutava Holly, un’anziana signora che probabilmente era lì da più tempo di lei. Ci sapeva fare con i bambini, ed era molto brava con Samara. Non aveva mai sentito ridere così la bambina, in due anni che era lì.
Nancy ogni volta pensava che Samara non avesse dovuto aver poi una storia molto felice. La vedeva crescere, e l’immagine che le si presentava davanti era irrimediabilmente quella di una bellissima ragazza piena di fantasmi e preoccupazioni, per il semplice fatto che non aveva mai avuto una figura materna nella sua vita.
Non proprio almeno.
Il fatto che fosse stata portata all’orfanotrofio avrebbe potuto cambiare le cose. Avrebbe potuto avere amici e persone che l’amavano.
Ma non era così.
– Avreste una risposta? – chiese all’agente, una volta che rimasero soli.
La signora Holly era morta di un male improvviso e sconosciuto, subito dopo aver passato il pomeriggio con Samara. Nessuno ne aveva capito il perché.
Ma sicuramente l’agente aveva una risposta. Avevano fatto un’autopsia.
Dovevano avere una risposta, no?
– Mi dispiace deluderla, Nancy – disse solo l’uomo, con uno sguardo preoccupato.
– La prego – disse la donna. – Ho bisogno di sapere.
L’agente prese un respiro, poi snocciolò:
– Non sono tenuto a fornire dettagli del genere, ma sento il bisogno di essere sicuro che tutto questo venga risolto e archiviato. Per cui le dirò tutto, se può servire a farla stare tranquilla.
La balia restò in silenzio, come per incoraggiarlo a proseguire.
– Mi ascolti: ci troviamo di fronte ad un caso senza precedenti. Non c’è stata alcuna emorragia, come avevamo previsto.
Nancy si sentì raggelare. Anche l’agente tirò un sospiro ansioso.
– Gli organi vitali sono intatti. Per dir la verità, non c’è proprio niente che non vada. È tutto regolare, a parte il fatto che nulla è più dotato di vita. Questa signora, in teoria, non dovrebbe neanche essere morta – aggiunse.
Sentì un formicolio sgradevole alle guance.
– E allora che è successo?
L’agente si limitò a scuotere la testa.
– Non lo sa nessuno, signora.
– Nancy!
Una vocina interruppe quella conversazione, e una Samara sorridente si lanciò su Nancy, avvinghiandosi alla sua gamba.
– Mi tiri su? – chiese poi.
La balia obbedì e le rivolse un sorriso, facendole una carezza sui capelli. La bambina si strinse di più a lei, contenta.
– Non so, agente – disse poi. – Cosa dovrei fare, io?
Sentiva il cuore che ancora le palpitava in petto come un tamburo impazzito.
– Siamo tutti molto scioccati, signora – fece l’uomo. Improvvisamente sembrava aver fretta di andarsene. – Io stesso non so come comportarmi, perché di fatto non c’è una spiegazione razionale a tutto questo.
La donna si voltò un istante verso Samara. Si era fatta seria e guardava l’agente con i suoi occhi scuri.
L’uomo, di colpo, indietreggiò.
– Adesso devo andare – balbettò. – Mi scusi.
Poi sparì via velocemente, lasciando Nancy in un mare di dubbi.
E ignara del fatto che Samara stesse seguendo la sua sagoma con lo sguardo.