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Autore: shana8998    10/03/2016    2 recensioni
E se un giorno qualsiasi di una vita qualsiasi, tutto cambiasse?
Se da un momento all'altro ,ogni sorta di regola , patto d'onore , sfumatura di dignità ,venisse infranta e ti ritrovassi nelle mani di un danno tanto grosso quanto stupendo?
Se quel danno così negativo potesse renderti tutta la felicità persa con il tempo?
Se quel danno fosse un uomo persino molto più grande di te?
Tu....Come reagiresti?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrai in camera mia all'improvviso, insospettita dal baccano che proveniva dall'interno.
-Alexander...Che stai facendo?!-. Il vampiro era chino all'interno del mio armadio, semi-coperto da una delle quattro ante.
A terra, attorno ai suoi piedi, i miei abiti.
Stretta nel pugno della sua mano, una borsa dal quale penzolavano maniche delle mie maglie.
-Ce ne andiamo.-. Rispose glaciale senza nemmeno degnarmi di uno sguardo.
-Come sarebbe a dire ce ne andiamo?-. Da quando Gregory era morto, mi ero resa conto, che qualcosa in lui era mutato in maniera esponenziale.
Ogni giorno che passava, era sempre più nervoso, scontroso. Gli occhi gli si erano spenti del tutto. Un mantello di preoccupazione, li aveva oscurati.
Sapevo che non aveva mai smesso di darsene colpa per la morte di quell'uomo.
Leggevo nei suoi occhi tutta la rabbia e la frustrazione.
Certe volte, mi era sembrato anche di leggere i suoi pensieri che talvolta si facevano acidi e corrosivi. " sei stato tu", "Lo hai ucciso tu".
S
i, sicuro si era detto quel genere di frase più volte da allora.
Ma non avrei mai pensato che lui, uomo riflessivo ed attento, potesse essere arrivato al punto di perdere il senno in quel modo...
-Si. Ce ne andiamo. Quegli esseri potrebbero venirci a cercare qui...-. Ringhiò infilando con violenza l'ennesimo panno nella borsa.
Lo scrutai immensamente preoccupata.
-Alexander sono tutti morti...-. Cercai di farlo ragionare.
-NO!-. Tuonò la sua voce facendomi sussultare.-Loro sono ancora li. Sono ancora in quella radura...E ben presto ci troveranno.!-. C'era il delirio nella sua voce.
-Ti sbagli loro non ci sono più!-. Ribattei alzando la voce.
Lasciò tonfare la borsa a terra, afferrandomi le spalle all'improvviso.
Trasalii.
-Lui non c'è più! Non loro.-. Covava il fuoco negli occhi. Era la prima volta che vedevo in lui tanta collera.
Non aveva mai reagito così. Non aveva mai alzato il tono della voce.
Lui, non era più l'Alexander di pochi giorni prima.
Mi guardava con cattiveria, come se stesse fissando negli occhi uno di quei mostri.
Le sue iridi, le sentii taglienti, dividere me stessa a metà.
Le mie, le sentii scottarmi sino alle lacrime.
-E' vero. Gregory è morto. Ma tu...Stai perdendo il senno Alexander!-. Afferrai una sua mano strappadola da me.
Per la prima volta, ebbi il coraggio di ribellarmi al timore che mi incuteva quell'uomo.
Non potevo più sopportare di non essere ascoltata.
E' vero che avevo promesso lui di obbedirgli, di restare al suo fianco, ma non ci stavo a farmi trattare in quel modo.
-Vorresti scappare. Bene! Dove hai intensione di nasconderti?-.
Parve placarsi.
-Ti dissi tempo fa, che ad eccezione di me e Gregory non c'era nessun altro vampiro..Ricordi? Ti ho detto anche che sono l'ultimo erede della mia Casata...Ecco,non è vero.Esistono altri vampiri. Loro fanno parte del mio regno, ed è da loro che ci faremo proteggere..-. Abbassò repentinamente lo sguardo facendolo rasentare terra.
-Reputi veramente, tanto forti, i vampiri di quella notte, da voler nasconderti?-. Aveva gettato le armi. Si era arreso Alexander. Non era da lui ricorrere alla fuga..
-Si.-.
Era difficile che ammettesse di essere più debole del suo nemico. Perciò, se aveva deciso di ricorrere alla così detta "ultima spiaggia", forse nel suo delirio un briciolo di verità ci doveva essere..
 Mossi un passo breve verso lui, intrappolando delicatamente il suo viso fra i palmi delle mie mani.
-Allora va bene. Ti seguirò...-. Sussultò.
-Anastasia...-.
Ci aveva sperato fino alla fine. Aveva sperato che io fuggissi da quella vita che non era mia.
Sorrisi appena.
-No, non dire nulla...-.
Mi guardò ed i suoi occhi sprigionarono tanta di quella tristezza da riuscirmi ad avvinghiare il cuore.
-Avrei tanto desiderato che tu non fossi mai venuta a conoscenza di questa storia..Ho cercato così disperatamente di estrometterti dall'incubo che è la mia vita...-. Mormorò in un filo di voce, distogliendo nuovamente le iridi dalle mie.
-Sono io che ho cercato il vero "Te". Tu non potevi impedirmelo...-.
-E' colpa mia. Come lo è stata per la scelta di quella notte, che ha portato Gregory a morire, lo è ora per questo..-.
-Non è così.Non è stato perchè tu hai scelto di combattere, ne perchè sono state le tue mani a toglierli la vita. Gregory è morto , come muoiono tutti gli eroi. E' morto in guerra. Lo ha fatto per proteggerci. Ed io...Beh, io ho scelto di stare al tuo fianco ben consapevole dei rischi. Non puoi allontanarmi arrivata a questo punto e non devi incolparti...Affatto...Per nessun motivo..-.
Vidi nei suoi occhi, per la seconda volta da quando lo avevo conosciuto, l'espressione di un uomo che si lascia salvare.
Alexander, aveva lasciato che le mie parole lo salvassero, che io stessa potessi avvicinarmi così tanto a lui, da poterlo fare.
Mi abbracciò, disperatamente.
-Sei la cosa più cara che ho. Non posso permettermi di perderti...-.
-Muori tu...Muoio io...Sino a quel momento io starò accanto a te..Come una condanna...-. Sussurrai appena sorridendo.
Sospirò una leggera risata.
-Ti amo...-. 
-Anche io..-....


(Poche ore dopo)

-E'ora?-. Mi voltai solo quando lo sentii nuovamente entrare nella mia stanza.
-Si..-. Sospirò appena.
Mi infilai la giacca ed imbracai il mio borsone allontanandomi dal letto.
Alexander, sul ciglio della porta, mi porse la spada.
Presi un gran respiro.
Da quel momento, non avrei più rivisto quella casa. Non avrei più sentito i suoi rumori, ne inalato i suoi profumi.
Quel posto non sarebbe più stata la mia gabbia dorata, ne più la MIA casa..
-Aspetta un attimo..-. Mi voltai a guardare la mia stanza un'ultima volta.
"Mi sembra passata un'eternità da quando sono arrivata qui"...
Ricordai Gregory, al lato del letto, che mi raccontava la sua storia. Ricordai Alexander, baciarmi sotto quelle stesse lenzuola.
Ricordai i giorni passati ad aspettare, ed i pianti infiniti.
Le gioie. Oh si quelle le rimembrai tutte.
Mi strapparono il fiato. 
Quei ricordi passati, così malinconici apparvero nella mia testa e non riuscii in alcun modo ad allontanarli.
Ancora una volta vedevo tutto finire. Ancora una volta, ero inerme al cospetto di eventi incontrastabili e più grandi di me.
Una lacrima isolata bagnò il mio viso. La repressi. Faceva male. Forse troppo. 
Quel posto mi sarebbe mancato per il resto della mia vita.
Quell'uomo invece, il premuroso Gregory, non sarebbe mai smesso di mancarmi.
Quei momenti sarebbero rimasti per sempre dentro me..
-Andiamo..-. Proferii spegnendo per l'ultima volta la luce dell'enorme lampadario di cristallo.
Lentamente , dietro il nostro passaggio, comandate dal vampiro, tutte le luci della casa si spensero esattamente come se quell'edificio ci stesse salutando per l'ultima volta.
Raggiunto il salone a pian terreno, anche l'ultima luce terminò di ardere.
Rimanemmo al buio di fronte alla porta del garage.
Alexander, con il pugno stretto sulla maniglia sembrava non volerla aprire.
-Non temere..-.
Appoggiai una mano sulla sua schiena coperta da un trench da uomo, nero.
Scendemmo l'ultima rampa di scale. In silenzio. Arrivando al veicolo.
Sapevo perchè stava temporeggiando. In fondo anche a lui addolorava dover abbandonare così, ancora una volta, forse l'ennesima di mille precedenti, un pezzo della sua vita.

Attimi dopo, la vettura già stava imboccando il piccolo sentiero che lasciava il colle.
Mi voltai verso la villa.
Vederla morire dietro di noi, fu frustrante.
Quella casa era stato il mio "castello" ma anche la mia gabbia, e seppur l'avessi detestata per così tanto tempo, ora che la stavo abbandonando, mi mancava come l'aria.
-Torneremo mai?-. Proferii in un filo di voce timido.
-Ne dubito...-.
Abbassai lo sguardo alle mie mani. Le stavo torturando.
"Immaginavo..".

Durante il viaggio mi addormentai.
Credo che il tragitto sia durato almeno un giorno intero, perchè quando tornai ad aprire gli occhi era nuovamente notte.
Non eravamo più sul colle. Attorno a me , non c'erano più le isolette di città e paesini separati dall'immenso oceano verde, d'erba.
Eravamo difronte ad un cancello altissimo in ferro grigio scuro. 
Lungo il suo perimetro, si estendeva il suo scheletro costernato da rampicanti nella quale si immergevano , spuntando qua e la, boccioli di rose rosse.
Avevo gli occhi ancora impastati dal sonno, ma vedevo chiaramente due fari puntarci addosso, provenienti dall'interno.
Poi la bocca del cancello si spalancò , lasciando che davanti ai miei occhi si ergesse maestoso un castello.
Uno di quelli che solo nelle favole si vedono. 
Due maestose figure di leone in roccia, ci guardavano dall'alto, per un attimo immaginai che fossero vive. "Nient'altro che sentinelle"mi dissi fantasticando sulle sculture mentre l'auto di Alexander, procedeva lenta all'interno del giardino. Da un momento all'altro,mi parve di essere piombata ad "Hogwarts".
Scrutai ogni dettaglio minuziosamente.
Concentrandomi un attimo sul prato all'inglese separato da una lingua di mattonelle che raggiungeva la scalinata principale, e quello dopo, sulle due torri che sembravano toccare il cielo, erette esattamente sui due lati del palazzo.
-E'...Stupendo...-. Mormorai estasiata.
-Si..-. Un lieve sorriso tinse lui le labbra.

L'auto si fermò e come dal nulla due maggiordomi molto in là con l'età ci vennero incontro. Scesi dalla vettura porgendo le mie valigie ad uno dei due.
-OhOh! Ma chi si rivede!-. Mi voltai all'improvviso, verso una sagoma oscurata dalla luce degli enormi fari provenienti dalla scalinata alle sue spalle.
"E questo chi è?!".
Mi feci buio con la mano sulla fronte mo' di "Visiera di cappello", per riuscire a scorgere le sue fattezze meglio.
Ci raggiunse prima che lo potessi esaminare nel dettaglio..
-Come stai amico!?-. Diede il cinque alla mano di Alexander stringendola poi in un pugno.
Subito dopo i due si abbracciarono amichevolmente.
Mi lasciò del tutto spaesato quel modo di comportarsi di entrambi.
Sembrava non si vedessero da millenni, il che' poteva anche essere vero...
-Ana. Questo è George...-. Scrutai il suo viso.
Non più giovane di 24\25 anni, con i capelli castani, lunghi e spettinati sin poco sotto l'orecchio, coperti da uno stranissimo cappello nero bordato di verde che ricordava quelli indossati dai mafiosi nel film "Il Padrino".Persino il suo abbigliamento ricordava quello di un mafioso!
Il suo sorriso era smagliante,spavaldo,brillante quasi quanto la luce che emanavano i suoi occhi sottili, taglienti, verdi smeraldo.
Deglutii.
-Piacere!-. Porsi velocemente la mano per stringere la sua cordialmente, totalmente imbarazzata.
Il giovane mi scrutò ed i suoi occhi si fecero trabordanti di malizia.
-Il piacere è mio..-. Sibilò, lasciando scivolare il palmo della mia mano nel suo,poi, vi appose appena, un bacio velato, non staccando mai le sue iridi dalle mie.
Sembrava mi stessero mangiando.
Ritrassi subito l'arto. Il cuore che mi era salito in gola.
-Allora? Qual buon vento vi porta qui?-. Chiese rivolgendosi al compagno succhia-sangue , mentre veloce faceva cenno ai due camerieri di portare dentro le borse.
-Nessun buon vento..Mi spiace deluderti....-.
-UFF...Insomma Alex, possibile che ogni volta che io e te ci vediamo_E devo dire che le volte che posso godere della tua presenza si sono ridotte di molto_Mi porti solo cattive notizie?!-.
Il suo modo di parlare, quello di atteggiarsi, le smorfie del suo viso, tutto di lui mi era sconosciuto.
Sin da quando avevo scoperto di Alexander e Gregory, avevo sempre immaginato i vampiri , come esseri seri, privi di gioia ed allegria...Delle "mummie" più o meno..Ah, beh, ovvio che di Alexander non lo pensassi..O non seriamente per lo meno..
Però ecco, George, mi aveva stupita. 
Era egocentrico, spavaldo, una dinamite e non solo perchè in 5 minuti che avevamo messo piede li era, riuscito a beffeggiare (bonariamente si  intende) Alexander, ma proprio perchè la stessa sua voce sembrava l'esplosione di bombe ripetute , ogni volta che pronunciava una parola, e tu, non potevi far altro che ridere.
-E tu invece, quando diventerai serio? Almeno risparmia i discorsi importanti..-. Sospirò con rassegnazione l'altro.
Risi "sotto i baffi". In due , erano un'accoppiata fantastica.
-Signori...Prego...Casa vostra..-. Una cameriera, anch'essa con una maschera che le copriva gli occhi , ed un abitino nero sotto il classico grembiulino nero, ci invitò con un inchino riverenziale ad entrare.
"Avanti Ana..".

Erano tanti...
Stavano bevendo il mio sangue con gli occhi e divorando la mia carne con la mente.
Bramavano quel desiderio..
Erano vampiri..
Tutti loro lo erano..
   
 
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