Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: MartinsBieber    11/03/2016    1 recensioni
Liam. Ronnie. Due adolescenti.
Una festa di Halloween che cambierà le loro vite per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cinquantottesimo capitolo.



L’aria calda di Giugno non faceva altro che aggravare la mia insofferenza.
Non tolleravo molto il sole e il calore; preferivo le stagioni fredde.
In primo luogo adoravo l’autunno e sarei potuta stare ore intere a guardare le foglie secche cadere dagli alberi.
Louis mi ripeteva sempre che ero l’unica al mondo a detestare l’estate; a questo proposito, mio fratello uscì dall’ospedale dopo circa una settimana di ricovero. 
“non farmi mai più scherzi del genere, hai capito?” lo minacciai, quando potei finalmente vederlo.
“ci proverò” ridacchiò, “non ti libererai di me, continuerò a romperti le palle per tanti e tanti anni.”
“non desidero nient’altro” gli risposi, abbracciandolo forte. 
Era ridotto parecchio male, ma il suo senso dell’umorismo e il suo forte ottimismo gli permettevano di andare avanti. 
Louis era fatto così; sdrammatizzava in qualsiasi situazione, si prendeva poco sul serio, e sorrideva sempre.
Lo amavo per questo – fatta eccezione per le volte in cui era davvero insopportabile – e mi sentivo fortunata ad averlo non soltanto come fratello, ma come amico. 
Aveva ricevuto un paio di settimane di riposo dal lavoro e ne approfittava per fare ciò che adorava di più: il nullafacente. 
Amy gli faceva da infermiera personale e lui sembrava esserne piuttosto contento, io e la mamma non eravamo da meno: visto che il gesso alla gamba gli impediva di muoversi molto, lo servivamo di continuo.
“credo che potrei abituarmici” esclamò lui una mattina, quando ebbi la splendida idea di portargli la colazione a letto. 
“non farlo, goditi questo relax finché dura” fu la mia risposta.
“forse dovrei fare incidenti stradali più spesso” scherzò, facendomi innervosire.
“non dirlo mai più” sibilai, “Louis, sono seria.”
Lui alzò le spalle e sorrise, “perché non ridi un po’ Ron? Ti farebbe bene ogni tanto”
“non ci trovo niente da ridere” replicai, “pensi sia divertente per me vederti così? Ricevere quella telefonata nel bel mezzo della notte? Credi sia stato bello per noi vederti all’ospedale non sapendo neanche se fossi vivo o morto?”
Louis poggiò una mano sulla mia spalla, “ehi, sorellina, sta’ calma”
Soltanto dopo quell’affermazione mi resi conto che mi ero agitata parecchio.
“mi dispiace di aver alzato la voce, sono parecchio irritabile ultimamente” sospirai, portando una mano tra i capelli.
“ho notato” rispose, facendomi spazio sul letto con lui, “siete tutte così concentrate su di me che non mi permettete neanche di farvi domande.”
“non devi preoccuparti per noi, sei tu quello che ha rischiato di morire andando a sbattere con la macchina” gli ricordai, facendo una smorfia.
“ma adesso sto bene” sistemò la gamba sotto il lenzuolo e adagiò la schiena contro il muro del letto, “sto bene e sono fuori pericolo, perciò voglio che tu e la mamma torniate alle vostre vite, e mi piacerebbe sapere cosa sta succedendo”
“cosa dovrebbe succedere?” aggrottai la fronte.
“tu sei strana da giorni, Ron” sbuffò, “e so che c’entra Liam perché non lo vedo più girare per casa, tu sei così triste ed ho semplicemente fatto i conti.”
“dì la verità, lui ti ha detto qualcosa quando è venuto a trovarti in ospedale?” chiesi, sospettosa.
“no, io gli ho chiesto come fosse andata la vacanza in Irlanda ma lui ha preferito non parlarne” disse senza giri di parole.
“ci siamo presi una specie di pausa, abbiamo preso le distanze per un po’ ma stiamo ancora insieme” balbettai non del tutto convinta, “o almeno credo..”
“Ronnie, santo cielo” borbottò lui, “ma che stai combinando?”
“perché sei così sicuro che sia stata opera mia?” chiesi.
“perché ti conosco, so che hai paura di star male quando lui andrà al college ma non ti accorgi che stai male anche adesso? Tutta questa storia non ha senso.” mi rimproverò.
“ti ringrazio per l’aiuto, ma adesso non ho proprio voglia di parlarne” scossi la testa, “oltretutto sono in ritardo e devo andare a scuola.”
Balzai in piedi fuori dal letto e mi ricomposi, sotto le occhiate minatorie di mio fratello.
“non è evitando il problema che lo risolverai” mi avvertì, facendomi rabbrividire.
Aveva ragione e me ne rendevo conto, ma non sapevo cosa fare. 
Lo salutai con un bacio veloce e, dopo aver terminato di prepararmi, andai a scuola a piedi. 
Non parlavo con Liam da troppo tempo e la situazione cominciava a darmi alla testa; non riuscivo neanche a concentrarmi nelle lezioni nonostante mancassero pochi giorni all’arrivo delle vacanze estive.
Sapevo di dover essere io a fare la prima mossa, in quanto ero stata proprio io a chiedergli le distanze. 
Ma sapevo anche che, nonostante lui si stesse sforzando di rispettare la mia scelta e darmi tempo per pensare, stava male tanto quanto me. O almeno lo pensavo fino all’uscita da scuola; arrivai nel cortile con Amy, pronta per tornare a casa, quando lo vidi. 
Proprio vicino all’ingresso, con Zayn e altri amici, a parlare con delle ragazze. Mi sentii morire dentro, e anche fuori. 
Non sentivo più le gambe, come se fossero fatte di gelatina, e percepii brividi in tutte le parti del corpo. Gelosia ovunque.
“so cosa stai pensando” mi disse Amy all’orecchio, perplessa quanto me da ciò che aveva visto.
“non” balbettai, “dire” un’altra pausa, “niente.”
“Ronnie, dai” mi afferrò un braccio mentre continuavo a fissare quell’orribile scena.
“sta soltanto parlando con una ragazza, non significa niente” continuava a ripetermi.
La ignorai e iniziai a camminare più velocemente verso l’uscita, sperando che Liam non mi vedesse. 
Corsi fuori dal cancello con Amy alle mie spalle e raggiunsi una via stretta ed isolata vicino la scuola. 
Mi appoggiai al muro e abbassai lo sguardo, sperando che la mia amica non dicesse altre stupide frasi per consolarmi dall’evidente e triste realtà.
“gli ho chiesto del tempo per pensare soltanto perché lo amo troppo e mi preoccupo per lui, stavo cercando di farmi da parte e lasciargli spazio per programmare il suo futuro” sbottai, frustrata come non mai, “e lui che fa? si mette a fare il cretino con la prima ragazzina che trova?”
“sono sicura che lo abbia fatto di proposito” mi tranquillizzò Amy, “voleva farti ingelosire così che tu tornassi da lui.”
“non sopporto questi gesti infantili e, se lo avesse davvero fatto per questo motivo, non fa altro che allontanarmi ancora di più” borbottai irritata, uscendo da quel vicolo buio.
Salutai Amy in fretta e mi incamminai a testa bassa verso casa, bloccandomi quando sentii qualcuno sfiorarmi da dietro. 
Mi voltai e cacciai un sospiro di sollievo quando mi accorsi che era Harry.
“oh, sei tu” sospirai, alzando gli occhi al cielo.
“sei piuttosto tesa o sbaglio?” chiese, sorridente come al solito.
“non sbagli” confessai, cercando di calmarmi.
“che succede?” alzò un sopracciglio, “problemi d’amore?”
“preferirei non parlarne adesso, scusami” risposi, guardandomi intorno.
“fa niente, sarà per la prossima volta” sorrise ancora, “sto per andare all’orientamento per l’università.”
“oh, davvero?” cominciai ad incuriosirmi, “avevo dimenticato che stai per diplomarti anche tu.”
Ridacchiò, “sei così concentrata sul tuo Liam che non pensi più a nessun altro.”
Mi irrigidii dopo quell’affermazione: “non è vero” dissi.
“scherzavo” ribatté, portando una mano sulla mia spalla.
“beh” feci una pausa, “hai già scelto il college?”
“non ancora” sbuffò, “ma dopotutto, è a questo che serve l’orientamento.”
“c’è un college musicale qui a Londra..” iniziai, ripensando a quando Liam voleva iscriversi lì ma aveva fallito il test d’ammissione, “non ti piacerebbe provarci?”
“è uno dei college che avevo preso in considerazione, ma il prossimo test d’ammissione è vicino e non ho molto tempo per studiare, quindi..” sospirò.
Aggrottai la fronte, perplessa: “vicino quanto?”
“un paio di settimane, mi sembra” spiegò, “perché?”
“semplice curiosità” accennai un sorriso, per poi guardare l’ora sul telefono.
“ho capito cosa stai per dire, devi andare” ridacchiò, “ma va bene, perché devo scappare anch’io.”
Sorrisi di nuovo.
“ci vediamo Ronnie” con mia sorpresa mi baciò una guancia e poi filò via a passo svelto.
Restai imbambolata per qualche secondo dopodiché ricominciai a camminare.
Quando svoltai l’angolo e mi ritrovai nel viale di casa, ebbi un sussulto.
Rimasi a dir poco pietrificata nel vedere Liam seduto sulle scalette del mio portone, ad aspettarmi.
Rabbrividii e mi avvicinai lentamente, cercando le parole adatte da dirgli.
“ancora una volta sono io a fare il primo passo” disse subito, nel momento in cui mi ritrovai di fronte a lui. 
Si alzò dalle scale e mi si avvicinò ancora di più. 
Mi morsi il labbro, restando in silenzio.
“non parliamo da una settimana e non hai niente da dirmi?” continuò, piuttosto infastidito.
“io..” iniziai, poi mi schiarii la voce con un colpetto di tosse, “io avrei tante cose da dirti”
Per esempio volevo dirgli che lo amavo e che mi mancava da morire, ma per qualche assurdo motivo non lo feci.
“allora parla, ti ascolto” mise le braccia conserte.
“perché sei venuto qui?” cambiai improvvisamente discorso.
“perché ti ho vista oggi, scappare via in quel modo dopo avermi visto in cortile” rispose.
Rimasi a bocca aperta e mi maledii mentalmente per non essere riuscita a nascondere le mie emozioni. 
La mia stupida gelosia aveva preso il sopravvento, ancora una volta.
“andavo parecchio di fretta” spiegai, cercando di sembrare convincente.
“peccato che subito dopo io ti abbia visto chiacchierare con Styles” serrò la mascella e fece una smorfia dopo aver pronunciato quel nome.
“vuoi che ti dica chiaro e tondo che ero gelosa?” sbottai, “ebbene sì, sono gelosa di te, bravo!”
“lo ero anch’io, nel vederti con Harry” rispose disinvolto, “ma io, a differenza tua, non ho problemi ad ammetterlo.”
Mi mordicchiai il labbro ancora una volta, sentendo di essere in torto.
“mi avevi detto che avevi bisogno di tempo, e te lo sto dando” aggiunse, “avevi anche detto che questo non cambia ciò che c’è fra noi, ma a me sembra che tutto stia cambiando.”
“non so neanch’io quale sia la cosa giusta da fare, ormai” abbassai lo sguardo, con un nodo allo stomaco. 
Sentii la gola bruciare e gli occhi farsi via via più gonfi.
“assurdo” sbottò lui, superandomi per andarsene. 
Mi voltai di scatto e lo bloccai per un braccio prima che potesse farlo.
“aspetta, ti prego” piagnucolai.
“mi sono stancato di aspettare, Ronnie” ribatté, “sono mesi che ti dimostro quanto ti amo e anche se ho fatto degli sbagli, farei di tutto per te e lo sai, se questo non ti basta più io non posso far altro che farmi da parte”
“mi basta, ma..” provai a dire, ma lui mi interruppe un’altra volta.
“ma non sei più sicura di voler stare con me, è così?” ringhiò.
“io voglio stare con te!” gridai, esasperata.
“non è questa l’impressione che mi stai dando” rispose.
“ma è la verità” chiusi gli occhi per non incrociare i suoi. 
Se lo avessi fatto, probabilmente sarei scoppiata in lacrime ed era proprio ciò che volevo evitare.
“ascoltami bene, Ron” prese il mio viso tra le mani, “non posso più andare avanti così, con questa pausa o come la chiami tu, perciò le soluzioni sono due: possiamo pensare al nostro futuro e risolvere i problemi insieme come abbiamo sempre fatto, o restare separati in questo modo.”
Volevo davvero stare con lui, ma la paura e l’ansia in quel momento mi tenevano bloccata.
Mi coprii il viso con le mani e non dissi nulla, finché non fu lui a spezzare quel lungo silenzio.
“come pensavo..” mormorò deluso, prima di infilare le mani in tasca ed andarsene una volta per tutte.
Arrivò anche l’ultimo giorno di scuola.
Ero finalmente libera da ogni tipo di impegno scolastico e potevo finalmente pensare un po’ a me.
“sei stata così impegnata a pensare al futuro di Liam che hai messo da parte il tuo” mi aveva fatto notare mia madre, dopo che le raccontai ogni dettaglio di ciò che era successo durante la sua lontananza. Non avrei mai pensato che sarei arrivata a confidarmi con lei, eppure ogni volta che lo facevo mi sentivo stranamente meglio: sapeva sempre come rispondermi e cosa consigliarmi.
“io ho ancora un anno per pensare al mio” le risposi, “Liam invece sta per diplomarsi.”
“non mi riferisco soltanto al diploma” replicò lei, “ti ho sempre vista occuparti di lui, essere in pensiero per lui, e mai una volta pensare soltanto a te stessa. Forse questa è la volta buona”
“credo sia abbastanza normale, quando due persone si amano” mormorai, non del tutto convinta.
“lo sai vero, che non durerà a lungo questa cosa che hai messo in atto per allontare Liam?” disse ad un tratto, accennando un tenero sorriso di compassione.
“che vuoi dire?” aggrottai la fronte, pensierosa.
“oh, andiamo, Ronnie” esclamò, “chi vuoi prendere in giro? lo sai anche tu che non durerai a lungo senza di lui, lo ami troppo per mantenere a lungo questa corazza che ti sei creata per tenerlo lontano.”
Sospirai; mi capiva e conosceva meglio di quanto pensassi.
“cosa dovrei fare, secondo te?” chiesi, ormai senza speranze.
“questo puoi saperlo soltanto tu” rispose.
“allora sono nella merda” sbuffai, abbassando lo sguadro, “perché io non ho idea di cosa fare.”
Mia madre rise, “ti spaventa così tanto che Liam debba trasferirsi per studiare altrove?”
“non dovrebbe spaventarmi?” replicai, aggrottando la fronte.
“potrebbe, ma allo stesso tempo dovrebbe renderti emozionata e felice per lui” continuò.
Restai in silenzio per un po’. Ancora una volta mi aveva spenta con una sola frase.
“io sarei felice per lui, ma..” balbettai.
“ma non saresti tranquilla non avendolo vicino, e non sapendo cosa faccia ogni minuto della sua giornata?” indovinò.
Annuii, sprofondando nella vergogna più totale.
“non è che io voglia controllarlo, o non mi fidi di lui” mi giustificai, “è solo che so com’è fatto, e quando è con il suo migliore amico a volte diventa un’altra persona.”
“Ronnie, Liam non è un ragazzino” mi spiegò lei, “è quasi un uomo ormai, e da quello che ho visto è parecchio responsabile, fa le sue stupidaggini come tutti ma ha la testa sulle spalle.”
Aveva ragione, aveva ragione ancora una volta. Per questo non dissi nulla.
“e se ora lui non mi volesse più?” mi morsi il labbro, “se mi respingesse?”
“non lo scoprirai mai se resti qui e non fai niente per riprendertelo” continuò mia madre, mentre preparava il pranzo per Louis. Feci un’altra smorfia, pensando e ripensando a cosa fare.
“guardate un po’ chi arriva” ci interruppe una vocina stridula ed entusiasta. Mi voltai e vidi Amy uscire dalla stanza di Louis, tenendo sotto braccio mio fratello che aveva appena ripreso a camminare. La gamba era ancora ingessata e parecchio malconcia, ma erano evidenti alcuni segni di miglioramento. Louis sorrideva soddisfatto mentre si aggrappava alla sua ragazza.
“per vostra gioia, non dovrete più servirmi in camera” brontolò lui, “ma non nascondo che questa cosa mi mancherà parecchio.”
Io e la mamma scoppiammo a ridere, ci avvicinammo a lui e ci stringemmo tutti in un forte abbraccio. Ecco, quella fu la prima volta in cui mi resi conto che eravamo davvero una famiglia.

“indovina un po’?” fece Amy qualche ora più tardi, “domani sera ci sarà una festa per la fine della scuola”
“ah, davvero?” risposi senza molto interesse, sedendomi accanto a lei e Louis sul divano.
“sì, davvero” annuì entusiasta, “dobbiamo andarci insieme”
“onestamente, non è che io muoia dalla voglia di andarci” confessai, sprofondando con la testa contro un cuscino.
“e dai, Ronnie” protestò lei, “sei troppo depressa, hai bisogno di cose come questa.”
Provai a ribattere ma Louis mi anticipò: “non puoi andarci senza di me” le disse.
“tesoro, devo ricordarti che non vai più a scuola da parecchio tempo?” ridacchiò lei.
“così mi fai sentire vecchio” borbottò lui, facendo ridere entrambe.
“è una festa per soli studenti, l’estate è appena iniziata” continuò Amy.
“sul serio andresti ad una festa sapendo che il tuo povero ragazzo è a casa tutto solo e con la gamba rotta?” insistette Louis, sporgendo il labbro inferiore per cercare di intenerirla.
“non puoi fare così, lo sai che non resisto quando fai il broncio” sbuffò lei, mettendo le braccia conserte.
“lo faccio per questo” ammise Louis, sorridendo beffardo e avvicinandosi per baciarla.
Alzai gli occhi al cielo, rendendomi conto di quanto sola fossi. 
Mi mancava Liam, da morire.
Sorrisi quando mi accorsi che quei due non smettevano di scambiarsi effusioni e baciarsi neanche in mia presenza. Soltanto quando la situazione si fece più piccante decisi di farmi da parte.
“va beh, voi continuate pure” ridacchiai alzandomi dal divano, “io esco a fare una passeggiata, la mamma non è in casa quindi per qualsiasi cosa chiamate me.”
“mh, come vuoi” fu la risposta sbrigativa di Louis che non perse altro tempo per tornare ad occuparsi delle labbra della fidanzata. 
Risi di nuovo e, dopo aver preso la borsa, uscii.
Con mia sorpresa trovai Karen nel vialetto di casa, la quale sorrise nel vedermi.
“Ronnie!” mi chiamò, facendo cenno con un braccio di raggiungerla. Mi avvicinai lentamente e allo stesso tempo imbarazzata considerata la situazione strana che avevo con suo figlio.
“Karen” le dissi quando finalmente fummo vicine, sul marciapiede. 
Mi sistemai una ciocca di capelli dietro l’orecchio e poi accennai un altro timido sorriso.
“come stai?” mi chiese, senza arrivare al dunque. Perché era chiaro che fosse venuta per me.
“abbastanza bene” mentii, “e tu?”
“me la cavo” rispose, “la scuola è finita, quindi? adesso tutto riposo?”
Annuii, non capendo dove volesse arrivare. 
Lei probabilmente se ne accorse perché subito dopo disse: “perdonami, non sono brava nell’improvvisare. Credo che tu sappia il motivo per cui sono qui”
“già, in effetti penso di saperlo” mormorai abbassando lo sguardo, “Liam ti ha raccontato tutto?”
“no, non c’è ne stato bisogno” scosse la testa, “lo sai che lui non mi parla mai di ciò che succede tra voi.”
Rimasi in silenzio.
“qualche giorno fa sono andata a trovarlo e l’ho trovato in condizioni pessime” disse.
Il mio cuore prese a battere più rapidamente dopo questa affermazione.
“era veramente distrutto, non lo vedevo così da anni” spiegò, “e ho capito subito che c’entrassi qualcosa tu. Insomma, adesso sei tu l’unica persona che conta davvero per lui..”
Un brivido mi percosse la schiena. Mi tremavano le gambe.
“anch’io ci sto male” risposi, con voce spezzata.
“non sono venuta per chiederti cosa è successo perché ho chiuso con le intromissioni, quei tempi sono ormai lontani” si lasciò scappare una risata al ricordo di quando mi detestava, “ma volevo soltanto dirti che, se non è troppo tardi per rimediare, allora fallo. Voi due siete una coppia unica, come non se ne vedono in giro, vi fate forza l’un l’altro e mi dispiacerebbe molto se vi separaste.”
Mi morsi il labbro per cercare di trattenere le lacrime, per l’ennesima volta. Ci riuscii.
“Liam è a casa?” chiesi, tutto d’un tratto. 
Non resistevo più, dovevo andare da lui.
“come?” domandò, credendo di aver capito male. Karen sbarrò gli occhi poi annuì.
“credo sia uscito, ma non so dove stesse andando” rispose, “portava dei libri con sé.”
“ho capito, ho capito” mormorai a voce bassa, guardando l’orologio.
“Ronnie, ma cosa?” chiese, continuando a non capire il mio sbalzo d’umore.
“vado da lui, non è troppo tardi” sorrisi, “grazie Karen.”
Detto questo la superai e corsi verso la fermata dell’autobus, aspettando l’arrivo del prossimo pullman.
Salii sul primo che trovai, sperando arrivasse in fretta a destinazione.
Mi sistemai i capelli e cercai di placare lo stato d’ansia e agitazione che provavo nel sapere che nel giro di pochi minuti avrei rivisto Liam. Provai a preparare un discorso, o almeno qualcosa da dirgli.
Eppure dimenticavo tutto subito. 
Soltanto quando il pullman si fermò realizzai che dovevo improvvisare, dire ciò che provavo al momento, senza parole impostate. 
Arrivai in quella zona di campagna e, dopo essere scesa dall’autobus, percorsi una lunga stradina in mezzo al verde.
Sorrisi nel rivedere quel posto in cui non tornavo da parecchio tempo; il fiume e quella meravigliosa casetta di legno dove avevo trascorso momenti magici solo con lui.
Mi avvicinai con esitazione, mentre il cuore sembrava volermi esplodere dal petto. 
Poi decisi che non mi sarei tirata indietro per nessuna ragione al mondo. 
E non dovevo far altro che confessare ciò che sentivo all’unico ragazzo che avevo mai amato in vita mia. 
Bussai più volte a quella porta, senza però ricevere una risposta.
Sospirai, sentendo nessun rumore dall’interno, e presi in considerazione il fatto che Liam potesse non essere lì.
Ma non potevo aver sbagliato; ero sicura di conoscerlo bene e sapevo che in quel momento lui era lì.
Dopo un paio di minuti la porta si aprì. 
Io, che nel frattempo mi ero seduta a terra sconsolata, mi alzai in fretta e spalancai la bocca nel trovarmi Liam di fronte.
“Ronnie” sussurrò. Non sembrava sorpreso di vedermi.
“ehi” sorrisi, sperando che lui facesse lo stesso. Ma non lo fece.
“mi è mancato questo posto” continuai, guardandomi intorno.
“come sapevi che ero qui?” chiese, rigidamente.
“la prima volta che mi portasti qui, mi hai detto che questo era il tuo posto speciale, che ci venivi spesso per pensare e per stare solo” risposi, “e così eccomi qui.”
“non ti sfugge niente, eh?” commentò, con un velo di ironia nel tono di voce.
“niente” annuii, soddisfatta. 
“perché sei qui?” domandò, andando dritto al sodo.
“lo sai” 
“no, non lo so” scosse la testa, infilando una mano in tasca.
“sì che lo sai” insistetti.
“senti Ron, ho parecchio da studiare visto che sto per diplomarmi perciò se mi faresti il piacere di..” provò a dire, ma lo interruppi.
“ti amo, ecco perché sono qui” esclamai, “ho sbagliato ad allontanarti in quel modo, ma avevo paura di perderti e lo sai che sono pazza, ma sono anche pazza di te e questo non cambierà mai.”
Non gli diedi neanche il tempo di rispondere, mi sporsi in avanti e in punta di piedi mi aggrappai alle sue spalle, portando le braccia attorno al suo collo e baciandolo dopo tanto – forse troppo – tempo dall’ultima volta.





 
***


un bacio e alla prossima xx

-marty.




 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: MartinsBieber