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Autore: akinamikaze    12/03/2016    6 recensioni
La storia di lei, prudente ragazza sempre pronta alle più incredibili fughe dai problemi d'amore, e quella di lui facoltoso e affascinante avvocato con il mondo ai suoi piedi.
C'è solo un problema: Lorenzo Nobili è il suo professore, il più sadico e arrogante uomo con cui Emma abbia mai avuto a che fare.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Chiedo scusa per il ritardo nella pubblicazione ma le esigenze

lavorative mi hanno portato via un sacco di tempo con scadenze strette

e altre problematiche. Posso dirvi che tutto il mese di marzo

e metà aprile sarà un periodo molto tosto e la pubblicazione potrebbe essere irregolare.

Quindi non temete! Non abbandonerò questa storia a meno che io non ci

rimanga secca sotterrata dall'immensa mole di lavoro, studio e tavole!

 

 

Lezione 13: Questo non è un appuntamento, giusto?



Quella mattina la sveglia era suonata tremendamente presto; davanti alla solita tazza di caffé fumante mi ero informata di quale fosse la migliore tintoria vicino alla mia università e alle 8.30 ero già davanti a Perla e Lavaggi!
Pregai la scorbutica donna al bancone una decina di minuti buoni per farmi preparare la giacca per le cinque di quel pomeriggio, sostenendo che era davvero urgente e alla fine cedette alla mia disperazione assicurandomi che si sarebbe messa a lavarla quella mattina stessa.
Quando varcai la soglia della facoltà era già troppo tardi: Lorenzo Nobili mi avrebbe tagliato la testa prima o poi, ne ero certa. Nonostante il bacio che c'eravamo dati sul mio pianerottolo non ero sicura di quello che realmente ci fosse tra di noi.
Entrai trafelata con il fiato corto, i capelli spettinati e accaldata il suo sguardo azzurro si piantò nel mio, sentii le guance arrossarsi più di quanto la corsa le avesse già colorate "Scusa" mimai con le labbra, roteò lo sguardo seccato per poi sorridermi di sottecchi.

 

Se sei deciso a frequentarmi anche dopo aver visto il peggio di me sicuramente sei l'uomo della mia vita caro avvocato!


Salii le scalinate con la grazia di un elefante e mi lasciai cadere accanto a Max con uno sbuffo plateale “Fatte tutte le commissioni?” chiese con il solito sorriso
“Sì, ce l'ho fatta” risposi trionfante, lanciai un'altra occhiata a Nobili che ricambiò nuovamente lo sguardo, non c'era la solita tensione tra di noi ora c'era qualcosa di diverso, per esempio... la mia voglia di baciare di nuovo le sue labbra?


Okay Emma, non possiamo affrontare d'ora in avanti nessuna lezione di Nobili, troppe distrazioni dannazione!

 

Ora anche io ero volubile al suo fascino e sforzarmi di non guardarlo e tenere la testa china non funzionava affatto anche se lui evitava il mio sguardo di proposito. Avevo l'impressione che fosse più teso del solito, forse era vero: il fatto che non avesse frequentato mai una sua studentessa.

I capelli neri gli ricadevano in avanti mentre era concentrato a leggere dal pesante tomo del corso, dovetti ammettere che l'irrefrenabile voglia di accarezzarli, di infilare le dita tra quelle leggere onde nere mi impediva di seguire il filo logico delle sue parole.

 

"Terra chiama Emma!"
Mi schiarì la voce Smettila di pensare a certe cose, concentrati! "Eeeh?" mi voltai guardando Max come se fosse un marziano appena sceso sul nostro pianeta.
“Stai bene?” mi chiese preoccupato
“Chi io?” ridacchiai nervosa con un acuto che fece voltare la fila davanti a me “O-Ottimamente!”


Tutta l'aula si stupì quando Nobili concesse una pausa e un gruppetto di tre ragazze ne approfittò per scendere la scalinata e raggiungerlo. Quanto avrei voluto che tutte e tre inciampassero nei loro stupidi tacchi e rotolassero come palle da bowling. Stupide oche!
La bionda la riconobbi subito, era la ragazza dell'esame di settembre, mi morsi il labbro corrucciata osservando attenta ogni piccolo minimo particolare di quelle tre.
La ragazza bionda fece una risata argentea sfiorando la manica della giacca di Nobili e mi sentii avvampare di un sentimento distruttivo e totalmente disarmante. Ma dimmi te quell'oca giuliva! Quando gli occhi glaciali di Lorenzo raggiunsero i miei fui del tutto convinta di essere circondata dalle fiamme dell'inferno, di sicuro percepiva il mio istinto animalesco che voleva azzannare quelle tre e ovviamente ne era completamente divertito e compiaciuto. Anche se tra me e Lorenzo c'è poco più di niente la mia parte irrazionale decantava già un certo possedimento, un certo... diciamo tutto!
Sviai il suo sguardo, rimettendomi composta, non gli avrei dato quella soddisfazione di mostrarmi ingelosita da altre studentesse.
Ma dopo pochi secondi con la coda dell'occhio ricercai la chioma dell'audace bionda “Ma che ha tanto da parlare quella!?” esclamai acida, capii di averlo detto ad alta voce solo quando sentii Max ridacchiare e appoggiare la fronte contro il mio braccio.
“Sei gelosa di Nobili adesso?”

 

 

 

Come? Come?

 

 

 

Lo so che era una battuta ma mi misi in allarme, deglutì sonoramente “Ma che dici! E' solo che non sopporto quelle che fanno così, dico io ma che ha da chiedere tanto! Cioè... voglio dire...” ridacchiai isterica, dovevo distrarlo prima di tradirmi, non ero brava a mentire “Ritornando a ieri cos'è che dovevi dirmi?” chiesi con un sorriso teso


Emma Franceschi sei la più grande idiota della Galassia.

 

Anzi, dell'Universo.


Mi sorrise, ridacchiò imbarazzato grattandosi il capo “Vuoi davvero parlarne qui? Nella pausa della lezione di Nobili”
“No appunto stavo scherzando” avrei voluto rispondergli ma invece rimasi zitta a fissare i suoi occhi ambrati “Bhè... volevo chiederti se ti andava di uscire a cena stasera, per stare un po' tranquilli insieme, da soli
Dovetti assumere un'espressione aliena perché Max si tormentò nervoso il labbro e si grattò la nuca, ma mi chiedo io... da quando va di moda invitare una ragazza a cena il lunedì?!
“Stasera...” mormorai agitata No Max stasera no, vedi quello? Sì Nobili il prof... stasera passa a prendermi alle 8 “Stasera non posso” tagliai corto.
Max mi mise la mano sulla nuca osservandomi dolcemente “Rinunceresti così facilmente a un triplo cheeseburger dal tuo pub preferito?” Gli occhi mi brillarono al suono di triplo sorrisi piena di gioia ma poi il mio sorriso si spense “è davvero arduo ma stasera davvero non posso”
“Okay, okay” si arrese con un sorriso, ma ancora non tolse la mano dalla mia testa e nemmeno gli occhi dai miei, sapevo cosa gli stava per passare per la testa e prima che potessi ritrarmi, qualcuno di mia conoscenza si schiarì la voce al microfono “Riprendiamo!” esclamò Lorenzo suscitando sospiri rassegnati da parte della popolazione femminile.
Dapprima credetti che il suo tempismo fosse stato del tutto casuale ma nella seconda parte della lezione invece che ignorarmi mi sembrò che ricercasse continuamente il mio sguardo.
Sistemai le cose con calma dopo la lezione, forse perché speravo in un saluto tra me e Lorenzo “Andiamo?” mi chiese Max con un sorriso, io alzai lo sguardo “Certo” fiatai un po' delusa.
Dovevo assolutamente riuscire a farmi cambiare il corso e dovevo parlare a Max.

 

* * *


Ricorsi con fiato corto le scale fino a raggiungere la porta dell'appartamento “Em?” lanciai il mio giaccone sul divano e mi sfilai gli anfibi rossi “Em?” gracchiò Let seguendomi verso la mia stanza e riacchiappando il pullover scuro che mi ero sfilata “Oddio, oddio è in giacca e cravatta Let!” fiatai innervosita “devo trovare qualcosa da mettermi e fare qualcosa per questi stupidi odiosi capelli! Let devi aiutarmi! Ma perchè cavolo mi sono vestita come tutti i giorni!?" urlai sull'orlo di una crisi di nervi "Io te l'avevo detto Emma!" gridò lei di rimando correndo da una parte all'altra trepidante e più entusiasta di me.

Mi infilò un tubino rosso scuro e mentre mi truccavo mi ritoccò la peluria sulle gambe passandomi velocemente la lametta "Non tagliarmi, non tagliarmi Let!" la pregai a bocca aperta mentre applicavo il mascara.
"Devi stare ferma!" mi ammonì lei passando al ferro arriccia capelli.

Non mi resi conto di aver fatto tutto nel tempo record di 20 minuti, afferrai la giacca e mi precipitai giù di sotto quasi volando, per minimizzare i tempi mi sarei potuta anche calare giù dal balcone e spiaccicarmi direttamente sul suo parabrezza ma evitai.

Lo vidi lì fermo di fianco alla sua macchina scura "Ciao" mi sussurrò con un sorriso, il suo sguardo glaciale mi fece salire il cuore in gola.

"Ciao, scusami per il ritardo" mi grattai il capo nervosa abbassando lo sguardo, allungai il braccio mostrando trionfante la giacca con un sorriso anche se mi risparmiai il Ta-daan! "Non dovevi Emma, comunque non preoccuparti già lo sapevo che mi avresti fatto aspettare così ho prenotato per le nove" il ghigno che avevo tanto odiato si palesò di nuovo sulle sue labbra. Mi aprì la portiera e mi sorrise ancora più seducente, allungò la mano prendendomi per un fianco ed attirandomi a sè. Il suo corpo contro il mio aveva la grande capacità di farmi perdere totalmente il senso della realtà che mi circondava "Lo so già che odi i miei gesti di cavalleria ma per stasera permettimi di essere galante" mi provocò con voce bassa e roca prima che potessi ribattere.

Lanciai un ultimo sguardo alla finestra giusto per vedere Let, Sara e Jo farmi gesti di incitamento e altri poco consoni.

"Dove andiamo?" chiesi nervosa mordendomi il labbro, non è un appuntamento è solo una sorta di ringraziamento per aver portato la sua giacca in tintoria, davvero non è un appuntamento. Non ti illudere.

"Al Gatoux"

Quasi mi strozzai con la saliva quando pronunciò quel nome, il Gateaux era il ristorante più chic e caro della città con due stelle Michelin "Non ci sono mai stata" sussurrai.

 

Stupida Emma è ovvio che non ci sei mai stata, non puoi permetterti nemmeno un insalata là dentro!

 

"Buonasera avvocato, signorina" ci salutò il cameriere, che in realtà doveva avere una qualche speciale mansione con un nome francese, ma io sono una ragazza alla buona e per me sono tutti camerieri. Il Gateaux aveva un enorme salone con un soffitto altissimo, fissai il tipo accigliata nessuno mi aveva mai chiamato signorina con quel tono altezzoso.
Seguii Lorenzo e il cameriere fino al nostro tavolo, il Baffetto così da me soprannominato fece il gesto di tirarmi indietro la sedia ma io afferrai prontamente lo schienale "Ma no grazie faccio da sola, non sono mica invalida. Vede? Ci riesco benissimo" esclamai con un tono troppo acuto e la ridarola sulla bocca, lui alzò un sopracciglio indignato e si allontanò di un passo cercando di nascondere la sua indignazione "Come preferisce signorina, vedo che ce la fa benissimo da sola"

Gli sorrisi ma lui arricciò il naso Che antipatico!

Quando mi sedetti notai la mano di Lorenzo nascondere una risata "Credo di non stargli molto simpatica" sussurrai, afferrai i lati della sedia e la trascianai in avanti per avvicinarmi meglio.

Il suono sordo rimbombò per tutta la sala e Baffetto dall'altra parte mi lanciò un'occhiataccia, sentii le gote arrossarsi e alzai la mano verso il cameriere in segno di scusa, Lorenzo ridacchiò sistemandosi meglio... bhè se non fossi diventata la sua ragazza sarei certamente riuscita a diventare il suo giullare preferito! Senza dubbio!

Inutile dire quanto mi sentii fuori luogo in quel posto, lui era lì era davanti a me ma l'atmosfera era tutt'altro che rilassata, tra Baffetto e le perfide vecchie arpie al tavolo di fianco al nostro che continuavano a lanciarmi occhiate acide e superiori.

Il ragazzo che ci portò la bottiglia di vino, anche lui sicuramente avrà avuto un nome francese che ignoravo del tutto, stappò il vino davanti a noi e Lorenzo fece un gesto verso di me. Il cameriere poggiò il mio calice e ne versò un po', poi indietreggiò portandosi un braccio dietro alla schiena. Aggrottai le sopracciglia, alzai gli occhi confusa per incontrare lo sguardo glaciale di Lorenzo "Bevi e digli se ti piace" sussurrò facendomi l'occhiolino.

 

Bhè, facile! Io già pensavo che ci fosse qualche sorta di tranello!

 

Come una vecchia ubriacona d'osteria afferrai il calice e lo trangugitai come un fulmine per poi sbattere il bicchiere con troppa enfasi "Buonissimo!" esclamai con voce troppo alta, il ragazzo si morse le labbra per evitare di ridere e io mi sentii nuovamente la più grande stupida della sala mentre le vecchiacce arricciarono il naso guardandomi con disgusto; Baffetto aveva già perso le speranze.

Abbassai lo sguardo e presi un grande respiro davanti al menù, ovviamente non avevo minimamente idea di quello che c'era scritto ma i prezzi erano più che esorbitanti, era tutto in francese e non potei fare a meno di pensare al triplo cheeseburgher che mi aveva proposto Max.
"Prendiamo il menù dello chef ti va?" mi chiese chiudendo il menù e facendo segno a Baffetto di avvicinarsi "Sì va bene" sussurrai poco convinta.
Ero silenziosa, più del solito almeno, il posto mi rendeva nervosa e completamente a disagio così mi limitavo a rimanere in silenzio o ad annuire a qualche domanda di circostanza di Lorenzo. Sperai vivamente che quello non fosse un appuntamento perchè se lo era per davvero Lorenzo non sarebbe uscito con me una seconda volta.

Le portate del menù dello chef consistevano in piatti minuscoli di cibi che non mi ispiravano per nulla, per questo stranamente mangiai poco e niente e decisamente controvoglia con lo stomaco stretto per il nervoso, davvero non riuscivo a capire come si potesse spendere tanto per così poco. Certmente io non ero un palato fine!

 

"Guarda, i gomiti sul tavolo che cafona" quella voce mi arrivò nuovamente alle orecchie, e quando roteai gli occhi una delle due vecchie arpie voltò nuovamente lo sguardo.
"Che portamento sciatto" rispose l'altra, strinsi i denti e continuai a tormentare la povera quaglia nel mio piatto "Si vede che non ha mai frequentato qualcosa che non fosse un osteria, mi chiedo perchè l'avvocato Nobili si accompagni ad una ragazza così mediocre"
Non so se ci portava le sue solite conquiste in quel ristorante ma, portare me era stato decisamente un errore. Immaginai l'assistente al posto mio, la stessa che aveva interrogato me all'esame, ecco lei sarebbe stata perfetta io no. Dannazione! Quelle vecchie arpie stronze avevano ragione e quel posto, il suo modo di vivere al di fuori della Facoltà lo dimostrava; in fin dei conti erano due realtà differenti la mia e la sua.

"Emma" alzai gli occhi incontrando i suoi "Sei silenziosa"

"Bhè non voglio rischiare che Baffetto ti sbatta fuori per colpa mia" sussurrai

"Baffetto?"

"Il tizio che ci ha accompagnati al tavolo"

"Ah, il maître intendi"

"Lo sapevo che aveva un nome francese!" esclamai soddisfatta

"E l'hai chiamato Baffetto?" ridacchiò divertito, abbassai lo sguardo stringendomi nelle spalle "Lo so che è una cosa stupida" ammisi. Lui ridacchiò ancora e quando lo alzai lo sguardo i suoi occhi azzurro ghiaccio catturarono il miei sentii un enorme vuoto alla bocca dello stomaco, farfalle, coleotteri o quello che volete "Mi piace il tuo modo di vedere la realtà che ti circonda" osservò compiaciuto, non aveva bisogno di sfiorarmi con la mano, bastava il suo sguardo, credetemi, bastava solo il suo sguardo non avevo bisogno di altro "Let dice che sono solo esagerata" sussurrai arrossendo, lui rise di gusto "Sì, forse è quello ma qualsiasi cosa sia mi piace".

Il menù dello chef consisteva anche nella conclusione con il saluto dello chef e io non potevo fare figura peggiore mentre Lorenzo parlava di accostamenti di gusti, vini e qualche termine francese che mi faceva venire l'orticaria, dissi unicamente che il pane era delizioso e l'uomo alzò il sopracciglio grugnando qualcosa di incomprensibile, probabilmente un insulto francese! Sicuro!

Non indagai su quanto potesse aver pagato ma quando salimmo in macchina mi sentii delusa e più che convinta che Lorenzo avrebbe cambiato velocemente idea sul fatto di uscire insieme se davvero ne avesse avuto idea, nonostante la frase sul fatto che il mio esagerare gli piacesse, il resto era del tutto da buttare.

 

Durante il tragitto in macchina aleggiava uno strano silenzio fino a quando qualcuno o meglio qualcosa non decise di interrompere bruscamente quel silenzio: il mio stomaco che si lamentava del poco e pessimo cibo che gli avevo serivito!

 

La serata non poteva andare peggio di così!

 

Lorenzo si schiarì la voce, aveva imprecato a bassa voce stringendo il volante di pelle e io mi vergognai così tanto che quello stupido mio stomaco si fosse messo a brontolare in un momento così inopportuno.
“Immagino che non mi concederai un secondo appuntamento” fiatò a bassa voce, non doveva essere uno che era abituato a mancare così tanto la mira, lo capii da quanto sembrasse nervoso e affranto e questo mi fece sentire ancora peggio prima che le parole secondo e appuntamento avessero totalmente mandato in tilt il mio cervello. Quindi quello era un appuntamento, mai avuto uno in vita mia come potevo riconoscerlo?
“Era un appuntamento...” espirai a bassa voce più a me che a lui ma gli dovette sembrare come una presa di coscienza perché percepii il suo corpo irrigidirsi e il suo petto muoversi in un espiro stanco “Era un appuntamento” confermò senza guardarmi.
“Oh” esclamai sentendomi arrossire, mi schiarì la gola “Non è andato poi così male come primo appuntamento” ribadii ridacchiando nervosa mentre svoltava nella via del mio appartamento. Lui mi guardò con la coda dell'occhio per poi concentrarsi di nuovo sulla strada “Non sei brava a mentire Emma” piccata mi voltai verso il finestrino con uno sbuffo “Non stavo mentendo!” la macchina si arrestò al civico 176 “Ma uscirò con te per un secondo appuntamento solo se il posto lo scelgo io!” sottolineai con un sorriso, i suoi occhi mi puntellarono attenti soppesandomi con lo sguardo, dopo pochi secondi gli angoli della bocca si incurvarono nel suo solito ghigno seducente “Ma certo” sussurrò con voce rauca e bassa tanto da far vibrare ogni tendine del mio corpo, quel suo tono di voce stava diventando pericolosamente un mio tallone d'Achille.
Le sue labbra si posarono sul mio dito indice che avevo prontamente appoggiato sulla sua bocca prima che fosse troppo vicina, sorrisi audace mentre godendomi la sua espressione confusa pronunciai in un sussurro incerto e impacciato “Niente bacio al primo appuntamento”
mi fissò da prima contrariato ma quando capì che ero seria percepii le sue labbra incurvarsi in un sorriso tenero, allontanai lentamente l'indice osservandolo con aria trasognante, ma che regola stupida avevo imposto! Io che avevo così tanta voglia di baciarlo, di sentirmi stretta a lui. Per un momento sperai che non mi desse ascolto, la sua mano raggiunse la mia gota spostandomi con il pollice una ciocca di capelli ribelle “Una fanciulla d'altri tempi” osservò con un sorriso beffardo che si tramutò presto nel sorriso più dolce che gli avessi mai visto indossare, mi sfiorò la guancia con le labbra mentre il mio cuore martellava come impazzito “Buonanotte” sussurrò al mio orecchio.
“B-buonanotte” balbettai scendendo dall'auto con le gambe che tremavano come budino.
La scura macchina di Lorenzo aspettò che fossi entrata nel portone e che lo salutassi con la mano prima prima di partire nella notte scura.
Mi appoggiai al portone con un sorriso ebete che non riuscivo a togliermi dalla faccia.

 

 

Io e Nobili, quello era un appuntamento, tralasciando le vecchie insulse, il cibo, Baffetto e tutto il resto, quello era un appuntamento

   
 
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