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Autore: EmiiOsaki    12/03/2016    0 recensioni
Ambientato ai giorni nostri The End è la fantastica reinterpretazione di Sherlock, serie tv della BBC. La protagonista è Samantha, una ragazza americana come tante, che nasconde un misterioso segreto. Ossessionata dalla morte del padre si trasferisce a Londra, per iniziare una nuova vita, tuttavia non sa che proprio lì incontrerà un uomo che gliela sconvolgerà e cambierà per sempre: Sherlock Holmes.
Genere: Avventura, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Cognome: Holmes
Nome: Sherlock
Residenza: 221B, Baker Street
Anni: 40
Statura: 1, 83
Capelli: neri
Occhi: azzurri
Professione: consulente investigativo (Questo mestiere, in verità, forse neanche esiste, credo proprio che Sherlock abbia semplicemente dato un nome a ciò che fa. Egli infatti è più che altro l'ultima risorsa, l'ultima spiaggia di chi brancola nel buio alla ricerca di una verità occulta, nascosta, che solo una mente acuta come la sua può portare alla luce).
Segni Particolari: Estremamente vanitoso, buon violinista, ottimo lottatore, stronzo galattico.



 
 
 
Sherlock Holmes, un uomo a dir poco riservato e notevoltemente strano e lunatico, da un'intelligenza fuori dalla norma paragonabile solo alla sua superbia, non sarebbe mai diventato famoso senza l'aiuto del dottor Watson, che si è gentilmente offerto di pubblicare i casi più strani nel suo blog. In verità anche Mr. Arroganza (suona bene, no?) ha un blog. L'ho visitato qualche volta e l'ho trovato a dir poco stomachevole ed inappropriato. Ogni settimana pubblica un articolo riguardante una diversa disciplina. Sembra una cosa interessante, ma diventa disgustosa non appena si scopre che i suoi esperimenti vengono effettuati sui cadaveri. Eppure, nonostante tutto, c'è una cosa che ammiro in quest'uomo ed è la sua voglia di conoscere, di documentarsi sempre di più in relazione a tutto ciò che lo affascina o che è utile per il suo lavoro; diversamente ciò che lo annoia o che, a parer suo, è superfluo o di poco importanza viene immediatamente rimosso dalla sua memoria. A questo proposito il signor Watson mi ha raccontato di una volta in cui chiese a Sherlock  se fosse il sole a girare intorno alla terra o viceversa e quando quest’ultimo, rivelatosi completamente ignorante sull’argomento, venne a sapere la verità dei fatti si giustificò dicendo che era altamente irrilevante e che non poteva occupare la sua 'grandiosa' mente con simili 'sciocchezze'.
 
Sette mesi e questo è tutto ciò che so sul conto del mio datore di lavoro. Sette lunghi mesi sono passati dall'addio a Nick, da quella decisione presa in aeroporto senza indugio, da quel primo passo verso una nuova vita, dall'incontro con il tassista misterioso, da quell'annuncio sul giornale, da quegli occhi splendenti, da quel sorriso fugace e da quella noncuranza con cui mi mise alla porta, da quella notte passata in biblioteca, da quel cellulare, da quegli sguardi, da quelle scuse, dette fugacemente e alla buona, da quell'incontro che ha segnato una volta per tutte la mia vita e che non dimenticherò mai più. Quel dannato Sherlock Holmes mi è entrato nel cuore, non c'è che dire, eppure potrei dire anche di odiarlo. Amore e odio, che strani sentimenti! Tra i due vi è interposto un flebile filo di seta, facile da spezzare, quasi impossibile da riparare. Penso ancora a quanto sia difficile cercare di comprendere i propri sentimenti, quando un suono improvviso e assordante, proveniente dalla cucina, mi riporta alla realtà. Salto giù dal letto e...BOOOM!!! Diario, mp3, tutto a terra, ma non m'importa! Sherlock è in cucina e quello lì è capace di ogni cosa, meglio andare a controllare. Arrivata in cucina mi accorgo che nell'aria si respira uno strano odore, ma tutto sembra in ordine. Beh, tutto tranne le 'provette da piccolo chimico' di Mr. Arroganza, che, infatti, sono sparse per tutto il pavimento. Noto che solo alcune rotte...che peccato!

-Signorina Eagle, la prego metta un po' di ordine, mi dispiace ma io sto lavorando e non posso aiutarla.-
Dice il dottor Watson, entrando improvvisamente nella stanza.

-Certo dottore, non si preoc...- Non riesco a finire la frase perchè il signor Holmes, rimasto in disparte fino ad ora, mi interrompe, sempre con i suoi modi gentili...

-NON. TOCCARE. NIENTE. - Urla, scandendo bene le parole.

-Shery caro, non si preoccupi ci sento benissimo…piuttosto perchè mai non dovrei pulire?.-

-A meno che lei non voglia lasciarci le penne, le consiglio di stare alla larga da questa cucina e anche da me!.-

-Ma cosa dice?! E lei allora? Su di lei questi veleni, o quel che diavolo è, non fa effetto? Oh, dimenticavo lei è il famigerato SHERLOCK HOLMES. -

-Suvvia Signorina Eagle, non lo stuzzichi. Sappiamo tutti benissimo com'è fatto, lo ignori. -
Il dottore è sempre così gentile con me, sono sicura che se in questa casa non ci fosse lui, andrebbe tutto in rovina.


-Sherlock per l'amor del cielo cosa è capitato?. - Non dimentichiamo ovviamente la signora Hudson, un vero portento! Il suo unico difetto? E' sempre così...all'antica! Il mio scopo in questa casa e’ proprio quello di rendere meno faticosa la vita a questa povera donna, ma siamo sicuri che io ci stia riuscendo?

-Non si preoccupi, non è successo niente di grave, può tornare alla sua maglia!. – Non si può dire che io sia più simpatica di Watson, ma sicuramente batto Sherlock. Chiunque riuscirebbe ad essere meno acido di lui.
 
-Visto che non vi sono di nessun aiuto torno in camera mia.-
-Un attimo, signorina Eagle.,, vorrei informarla che io ed il signor Holmes siamo molto lieti di averla con noi, eppure dobbiamo farle una confessione e credo proprio che non le piacera’. – Il tono del signor Watson e’ piuttosto calmo, ma intravedo una punta di ironia nella sua voce. Le sue parole mi spaventano e mi incuriosiscono al tempo stesso.
-Mi dica, signor Watson!-
-E’ difficile trovare le parole giuste, non so come introdurre la questione.- Ma Shery non gli permette di finire la frase.
-Il tempo è tutto signor Watson, per cui lasci stare o a causa di certi vapori tossici moriremo tutti. Me ne occuperò io.- Detto questo si rivolge a me con fare saccente. – Dolce streghetta, durante questi mesi l’abbiamo messa alla prova, somministrandole numerosi enigmi e trappole, facendo in modo che, inconsciamente, ci rivelasse le sue capacità deduttive e di analisi. Inizialmente Watson non era d’accordo ma con il passare del tempo, mio malgrado, si accorse che avevo ragione e che pertanto valeva la pena appoggiar i miei esperimenti, dai quali è emerso che lei ha la stoffa del detective. Non è al livello del dottore e, non è necessario dirlo, nemmeno a quello del sottoscritto, tuttavia rispetto agli altri suoi amici primati se la cava piuttosto bene, per cui credo sia arrivato il momento per te di unirti ai giochi! -
 
Non posso crederci. Mi hanno usata e continuano a farlo. Come dovrei reagire? Sono al tempo stesso irritata e disgustata. Sta continuando a parlare. Continua imperterrito. E’ ora di mettere fine a questa pagliacciata:
 
-STA’ ZITTO! PROVA A DIRE UN’ALTRA PAROLA E TI DISTRUGGO QUEL BEL VISINO.- Avevo proprio bisogno di dirgliene quattro, ma adesso e’ arrivato il momento di spostare la mia attenzione verso la persona che mi ha deluso di piu’, Watson. Cerco di ricompormi e di calmarmi un po’ prima di prendere nuovamente la parola:
-Watson, non so che dirle. C’era da aspettarsi qualcosa del genere da un caso patologico come quello, ma da lei…no. Non me lo sarei mai aspettata!. Credo sia arrivato il momento di licenziarmi.-
Con l’amaro in bocca, una profonda delusione e senza un soldo in tasca mi accingo alla porta. I miei movimenti sono lenti, lascivi. Forse spero che mi trattengano ma entrambi sono allibiti, esterrefatti. E’ mai possibile che non si aspettassero una reazione del genere? Ma proprio mentre sto per girare il pomello sento una presenza gelida sulla mia mano.
 
-Non andare, Zammy!-
 
Non ci credo. E’ la seconda volta che lo sento pronunciare quella parola, ma non riesco a rispondergli. Sono lì davanti alla porta, impietrita. Non so che fare.
 
-Non ti chiederò scusa ma è arrivato il momento di dirti che non è per le tue doti culinarie, ne’ per le tue scadenti capacità in qualsiasi altro campo della vita domestica che sei qui.-
 
-P-Perché?-
 
Cos’altro avrei potuto dire?
A quel punto Sherlock, intravisto un mio momento di debolezza, toglie la mia mano dal pomello e mi conduce nella sua stanza. Watson non pare sorpreso, anzi. Come sempre l’unica a non sapere mai nulla sono io. Mi tremano le ginocchia e ho il fiato mozzo, quindi decido di farmi trascinare da quell’uomo che detesto così tanto. Noto solo adesso che il suo passo, sempre sicuro e svelto, la sua aria regale e i suoi occhi di ghiaccio cozzano con il suo carattere così particolare, così impossibile. Quale donna mai lo potrebbe amare? Non avevo mai pensato a lui come ad un normale essere umano fino ad oggi e preferirei non farlo più.
Mi provoca imbarazzo.
 
-Stai arrossendo! Tranquilla, non ho cattive intenzioni, non ancora. - Ecco, la magia è svanita ed i miei sentimenti di odo nei suoi confronti si sono nuovamente fatti strada nel bel mezzo di quello stretto corridoio londinese che mi appare immenso. Finalmente entriamo, o meglio entra. Mi lascia fuori ad aspettare, come sempre. Non mi ha mai permesso di entrare in quella che io chiamo “Bat-caverna”, nemmeno per metterla in ordine. Ne esce quasi subito con in mano una lettera. O meglio, una busta che mi pone davanti indicando il mittente.
 
“Da Irine Adler.”
 
Abbasso lo sguardo per leggere il destinatario. Ne aveva rubata una delle mie. Non era possibile.
 
“A Sherlock Holmes”
 
-Adesso sai come faccio a conoscere il tuo nomignolo e credo che a questo punto saprai anche perchè sei qui. Io e Watson, mi si stringe il cuore a dirlo, ma abbiamo bisogno di te. Non pensavo che il tuo momento sarebbe arrivato così presto ma stiamo lavorando ad un caso a dir poco impossibile e credo che tu, meglio di chiunque altro, possa aiutarci.-
 
-La verità Sam – Watson ci raggiunge ed interrompe per la prima volta nella storia dell’umanità il suo caro collega. Provo un po’ d’invidia in effetti – è che per ora a Scotland Yard è tutto tranquillo, per cui abbiamo deciso di occuparci di un caso a cui teniamo particolarmente e di cui tu sei assolutamente al centro: la scomparsa di Irine Adler. Allora sei con noi?-
 
Quei due idioti non la smettono mai di lasciarmi senza parole e tra le lacrime nere per via del mascara ed il fiato corto vorrei urlare, ma ciò che riesco a dire è solamente:
 
-Come diavolo fate voi due a conoscere mia madre?-
 
 
 
  
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