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Autore: Crilu_98    12/03/2016    1 recensioni
François Marchand, appartenente ad una famiglia della media nobiltà francese, è alla disperata ricerca di sua sorella Amélie, sparita senza lasciare traccia; ancora non sa di essere diventato il bersaglio di un manipolo di congiurati e che per venire a capo dell'enigma dovrà ricorrere all'aiuto di una giovane ladra, Claire, dal passato misterioso. Amélie, invece, nel tentativo di riconquistare la propria libertà incrocia la strada di James MacMallon, un bandito scozzese in esilio perennemente diviso tra il profitto materiale e la propria coscienza.
Nel frattempo, a Parigi, il Cardinale Richelieu indaga sulle voci che girano a palazzo, avendo tra le mani un unico indizio: il simbolo del Giglio Scarlatto.
Tra briganti onesti, affascinanti contesse, spie, sicari e pedine si dipana la storia di una congiura che potrebbe mettere fine al regno di Francia...
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Jean Martin, o Mouchoir Rouge, come preferiva essere chiamato, aveva scelto un buon posto per accamparsi, quella notte: un'impervia ma ampia spelonca che tagliava in due una delle tante aspre colline che disseminavano il cammino tra Parigi e Tours.
Oltre a lui e al viscido Mauviette, Claire aveva inteso il nome degli altri briganti: quello con i capelli rossi veniva chiamato Renard*, l'uomo che sembrava essere cieco da un occhio Cyril e i due ragazzi gemelli, dall'aria vagamente stupida, venivano apostrofati entrambi con il nome di Lou.
Il moschettiere era seduto accanto a lei, con il capo chino e messo in ombra dai capelli castani sfuggiti al codino; entrambi avevano le mani e i piedi strettamente legati da robuste corde. Claire gli diede una gomitata e il giovane alzò gli intensi occhi verdi verso di lei:
-Spero abbiate capito perché ho detto ciò che ho detto!- bisbigliò la ragazza. Lui annuì:
-Certo. Essendo briganti non potrebbero mai consegnarci alle guardie in quanto rischierebbero il cappio al collo, e così saranno anche più propensi a liberarci, una volta che avranno capito che siamo inoffensivi e di nessuna utilità...-
-C'è sempre la seconda possibilità- rispose Claire mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore.
-E sarebbe?-
-Che considerandoci inoffensivi e inutili decidano di ucciderci!-
François si sporse verso di lei, con un sorriso dolce e mesto allo stesso tempo:
-Non permetterò mai che vi accada qualcosa di male, Claire. Non me lo potrei perdonare...-
La ragazza rimase molto colpita da quelle parole, ma non lo diede a vedere:
-Credo che... Per il bene della nostra copertura... Dovremmo... Darci del tu?-
L'uomo trattenne a stento una risata:
-Solo se per voi... Per te, non è un problema, cara la mia amante!-
 
-Non c'è molto tempo, miss. Le strade sono due: o restiamo fermi qui e aspettiamo che ci scovino, oppure adesso voi seguite precisamente ogni mio ordine senza esitare.-
Amélie annuì, stordita e preoccupata dalla luce ardimentosa e vivida - quasi folle - che vedeva negli occhi dello scozzese, che sorrise.
-Brava ragazza! Al mio segno, voi volterete le spalle a questi uomini e correrete fino a quella quercia lassù, va bene? E' molto in alto, e anche molto grande, perciò non dovrebbe essere molto difficile per voi arrampicarvi. Siete mai salita su un albero? Beh, no, certo che no, ma non fa nulla: aggrappatevi ai rami, issatevi su fino ad un'altezza che riterrete sicura. Dopo di che, aspettate fin quando non vedrete che Schmitt e gli altri soldati se ne saranno andati!-
-E voi?- chiese Amélie, atterrita, aggrappandosi al braccio di James -Cosa avete intenzione di fare!?-
Ancora incredula, si vide consegnare un coltello:
-Vi darei la pistola, ma non sapreste e non potreste usarla, perciò meglio che la tenga io.-
Lo scozzese osservò con una punta di compassione l'espressione della sua compagna: la stava per abbandonare al suo destino, ma era una donna forte ed era sicuro che se la sarebbe saputa cavare fino a Parigi, in un modo o nell'altro. Quella figura così simile ad un angelo nell'aspetto gli era stata inviata per un motivo, ne era sicuro: proteggendola, avrebbe fatto ammenda per tutti i suoi errori giovanili e anche per l'ingiusta morte di suo fratello.
Ma la ragazza non sembrava dello stesso avviso: doveva aver compreso il suo piano disperato, perché aveva artigliato la manica della sua camicia con tutte le forze. James sentì sorgere nel petto una strana commozione e un irrefrenabile desiderio di consolarla e darle la forza necessaria a salvarsi la vita. Le prese il volto tra le mani e la baciò, così velocemente da dubitare di averlo fatto davvero:
-Andrà tutto bene- bisbigliò, poggiando la fronte contro la sua -Andrà tutto bene...-
Si staccò da lei, tenendosi pronto a piombare in mezzo agli uomini di Schmitt non appena fossero giunti a tiro di pistola. Amélie lo guardò sempre più spaventata, avendo del tutto perso, in quelle ultime ore di terrore, tutta la determinazione e il carattere che l'avevano sempre contraddistinta.
-No, Monsieur MacMallon, vi prego. Monsieur MacMallon, Monsieur... James! James!-
Ma fu tutto inutile: con un grido di rabbia lo scozzese aveva già fatto fuoco contro il primo soldato e senza aspettare altro si lanciò alla cieca in mezzo agli archibugi spianati.
 
Balthazar Faure si poteva descrivere come un uomo perennemente insoddisfatto. Insoddisfatto del suo nome, nobile ma non abbastanza da potersene vantare: una nobiltà ormai dimenticata, che non gli offriva né denaro né onori, solo un blasone mezzo scolorito sopra la porta della sua casa. Insoddisfatto del mestiere che aveva: avrebbe potuto far carriera nell'esercito, ma un cavallo imbizzarritosi durante un'esercitazione lo aveva reso leggermente zoppo da una gamba. E a causa di quella zoppia suo padre si era dovuto abbassare a chiedere favori e protezione, rimediandogli un posto nella Guardia del Cardinale - il Cardinale! Un prelato odioso, manipolatore, astuto e cinico, completamente disinteressato a chi non era rilevante per il futuro della sua preziosa Francia! Balthazar era convinto che se il Re fosse morto prima di lui, il Cardinale si sarebbe appropriato con grande soddisfazione della Corona e di tutta la politica francese. Grazie a Dio era un uomo già in là con gli anni, e non sarebbe di certo sopravvissuto a Luigi XIII.
Insoddisfatto anche di sua moglie, una donna scialba, piatta, che non brillava per nessuna qualità, né estetica né interiore; l'aveva sposata perché portava una considerevole somma in dote e perché sperava presto di avere dei figli che perpetuassero la stirpe dei Faure... Ma diversi anni erano già passati e nonostante egli giacesse con lei ogni notte, Marie non era mai rimasta incinta.
Si vide riflesso nella pozzanghera ai suoi piedi, strascico del violento acquazzone che aveva devastato Parigi per qualche ora e poi subito dissoltosi: un uomo di all'incirca quarant'anni, dai capelli bruno-rossicci e una rada barba dello stesso colore. Aveva un volto spigoloso e scavato dalle delusioni e da quella perenne ricerca di qualcosa di più, di qualcosa di meglio, per sé stesso e per la prole che desiderava così disperatamente: e finalmente era giunta l'occasione di ottenere ciò che voleva. Onori, ricchezze, fama... Tutto era a portata di mano, ora: bastava accettare l'offerta. Bastava dire a quell'uomo che sì, l'avrebbe fatto: lui, Balthazar Faure, l'uomo a cui la Fortuna non aveva mai arriso, avrebbe fatto in modo che per una volta gli eventi si piegassero a suo favore. Lui avrebbe ucciso il Cardinale Armand-Jean de Richelieu.
 
-Allora- esordì Mouchoir, seduto su uno sgabello di legno con la schiena appoggiata alla parete della grotta e le braccia incrociate dietro la nuca -Ci sono diverse cose di voi che mi incuriosiscono, sapete?-
Claire e François, inginocchiati con le mani legate davanti a lui, si scambiarono una fugace occhiata d'intesa: mentre i briganti mangiavano avevano concordato i particolari della loro storia, per non essere costretti a svelare le pesanti verità che si portavano dietro. Il bandito continuò:
-Cosa avete fatto, per essere dei ricercati? Non mi sembrate assassini né ladri. Forse siete solo due innamorati in fuga d'amore, nel qual caso avete fatto molto male a mentirmi... Ma potrei anche ottenere un bel riscatto, se le vostre famiglie sono abbastanza ricche.-
-Non è così!- affermò seccamente François -Volete conoscere le nostre colpe? Ebbene, siamo due ladri. Due comuni, sfortunati ladri, costretti a fuggire da Parigi per evitare la cattura. E' abbastanza semplice, non trovate?-
-Anche troppo!- replicò l'altro, con uno scintillio malizioso negli occhi -E avete una semplice spiegazione anche sul perché la vostra compagna sia così sfacciatamente vestita?-
-Sono decisamente più comodi!- rispose Claire, riferendosi ai calzoni e alla camicia e sorridendo sfrontatamente. François sperò con tutto il cuore che l'abbigliamento della ragazza non creasse loro troppi problemi: aveva ben intuito cosa passava nelle menti di quegli uomini, capo compreso, nel guardarla.
Mouchoir Rouge si grattò le guance glabre, osservandola divertito. Anzi, ammaliato. Il giovane si irrigidì, nel constatare come Claire manipolava l'effetto che aveva sugli uomini per raggiungere i propri scopi.
"Probabilmente lo sta facendo anche con me, l'ha fatto dalla prima volta che l'ho incontrata... Ma perché? Dannazione, perché?"
Frustrato dal non poterle domandare nulla, François aspettò pazientemente che arrivasse il mattino, sperando di trovare il momento adatto per affrontarla.
 
Amélie, vergognandosi non poco, aveva eseguito gli ordini di James senza esitare e senza guardarsi indietro. Aveva corso fino a perdere il fiato, inerpicandosi per la piccola ma dura salita fino alla grande quercia. Aveva poggiato i palmi tremanti sugli ampi e robusti rami bassi, cercando disperatamente un appiglio: aveva fatto forza sulle braccia, fallendo più volte e sbattendo il mento contro il tronco. Si era graffiata le mani e strappata il vestito, ormai ridotto ad uno straccio, ma finalmente era nascosta tra le fronde. Se non fosse stata in quella pericolosa situazione, avrebbe detto a James MacMallon che sì, lei sapeva arrampicarsi sugli alberi, perché era il suo passatempo preferito quando era bambina e giocava con François e Antoine nei boschi di Parthenay. Non udiva più alcun rumore, probabilmente la schermaglia era già finita.
"E lui è morto."
La luce dei suoi occhi grigi, la ruvidità delle sue labbra e la dolcezza delle sue mani callose sulla pelle sarebbero stati ricordi indelebili che l'avrebbero accompagnata per molto tempo, rammentandole con quanta facilità aveva lasciato un uomo a morire per lei.
"Ma cos'altro avrei potuto fare?" si disse, mentre già le lacrime gli pungevano gli occhi "Sono una donna, maledizione. Solo una donna!"
Si sporse dalle foglie, stando bene attenta che non ci fosse nessuno nei paraggi che potesse vederla. Le venne in mente quella volta che aveva visto abbattere una gazza da un cacciatore: l'uccello aveva barcollato sul ramo, prima di piombare a terra con un sordo tonfo.
"Ecco quale sarà la mia sorte, se uno di quegli uomini mi vede appollaiata quassù! Da nobildonna a uccello da preda: un bel cambiamento, non c'è che dire!"
Con sguardo corrucciato, osservò il sole tramontare dietro le colline: avrebbe dovuto passare la notte là sopra, senza cibo né coperte per ripararsi... Fino alla mattina successiva.
"Poi si vedrà. Dovrò scendere, prima o poi, arrivare in un centro abitato. Trovare del cibo. Arrivare a Parigi. Far avvertire François..."
E con quei pensieri in testa Amélie si addormentò, rannicchiata contro il tronco della quercia.
 
*Volpe

 
   
 
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