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Autore: AndThenWeKiss    12/03/2016    1 recensioni
Dawn è una sedicenne che si è trasferita in una delle scuola più prestigiose del Canada. Arrivata a scuola, fa conoscenza con Mike e Zoey, con cui stringe un rapporto d'amicizia, mentre proverà ad avvicinarsi ad un ragazzo di nome Scott.
La ragazza inizierà ad essere vittima di strani fenomeni-non paranormali- che metteranno a rischio la sua vita, e alla fine scoprirà il vero responsabile, che trama vendetta contro la sua famiglia da parecchi anni, servendosi di persone vicine a Dawn per i suoi scopi malvagi.
Note Autore: Hola! Intanto ci tenevo a precisare che il primo capitolo è principalmente di introduzione, le cose inizieranno a movimentarsi dal secondo.
La storia la scrissi tempo fa(2012, all'incirca) su una mia pagina ed è scritta in modo pessimo, quindi ho deciso di riprenderla, modificare la trama e di riscriverla in modo più corretto.
Spero vi piaccia, baci.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Capitolo 6:

Attraversammo il bosco con molta difficoltà, aiutati solo dalla Luna perché entrambi avevano dimenticato i cellulari in casa, ma fortunatamente il mio potere tornava utile anche in questo caso: lo utilizzavo stile pipistrello ed evitavo di urtare animaletti che passavano di lì per caso o che si nascondevano per poi attaccare(tipo i serpenti).
Scott correva dietro di me, sembrava che del bacio non gli importasse più molto e che fosse concentrato solamente su sua sorella: da ciò che avevo capito i due si volevano molto bene e il loro legame era davvero stretto a tal punto che potevano contare l'uno sull'altra per ogni cosa, da un lato li invidiavo.
Io, alla fine, non avevo nessuno su cui contare. Non che i miei siano cattivi genitori, ma ai tuoi genitori non diresti mai che un ragazzo che conosci da pochi giorni ti ha baciata e che tu ti sei allontanata perché non sapevi che fare, giusto per fare un esempio.
Finalmente eravamo usciti dal bosco, ora toccava a Scott dirigermi.
-Vieni, di là”
Esclamò senza troppi complimenti addentrandosi dentro una stradina di campagna fangosa e che era separata dal bosco solo tramite una rete.
Continuammo a correre mentre io maledivo me stessa per essermi messa quelle scarpe nuove che si stavano macchiando ad ogni passo che facevo nel fango, Scott invece sembrava non curarsi del fatto che anche le sue scarpe e i suoi jeans si stavano sporcando.
-Ferma Dawn.
Mi sussurrò bloccandomi con una mano, davanti a noi c'era qualcuno: era girato di spalle, ma aveva una sagoma troppo familiare, la Luna la illuminò e in quell'istante vidi Zoey, tirammo un sospiro di sollievo.
-Zoey!
Esclamò Scott, lei si voltò e sorrise, agitando la mano per salutarci.
-Ragazzi, che ci fate qui?
Domandò avvicinandosi a noi, adesso teneva entrambe le mani dietro la schiena. Inarcai un sopracciglio, poi tirai Scott per il giacchetto, allontanandolo da Zoey.
-Ha un'arma.
Gli dissi indicando la rossa con mano tremante.
-Ma non è vero.
Rispose lei con tono offeso.
-Zoey hai sentito qualcuno che urlava?
Domandò Scott con tono allarmato, la rossa si strinse nelle spalle.
-Però posso accompagnarvi.
Disse sorridendo e voltandosi verso il resto della stradina illuminata solamente dalla Luna.
-Ci tradirà Scott, credimi!
Gli dissi praticamente implorandolo e tirandogli il giacchetto, lui alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
-Ma mangiati un verme.
Mi rispose Zoey guardandomi male.
-Facci vedere le mani!
Stavolta anche il mio tono di voce si era fatto alto.
-Senti, mia sorella è in pericolo e non ho alcuna intenzione di aspettare. Zoey, accompagnaci.
Zoey sorrise e mi fece una pernacchia, poi la vidi armeggiare con le mani dietro la schiena, quando si voltò dietro non aveva niente, anche se sentivo ancora la presenza maligna dell'arma nascosta sicuramente sotto la sua felpa rossa.
Continuammo a camminare, seguivamo Zoey che per tutto il tempo parlava di affari propri. Ogni tanto notai che cercava di farci imbucare verso altre stradine di campagna, ma Scott la correggeva dicendole che Albertha era verso un'altra direzione.
Continuammo a camminare e quando guardai per l'ennesima volta la ragazza avvertii una strana sensazione, come quella che avevo avvertito all'arrivo delle gemelle e quella che avevo avvertito nel parco quando la gemellina Charlotte era venuta a chiederci aiuto. E se...?
Forse stavo delirando.

Arrivammo davanti all'auto di Albertha, c'erano altre scatole di fuochi d'artificio tutto intorno ad essa mentre il corpo di Albertha giaceva sul tetto dell'auto.
Scott sgranò gli occhi e scosse la testa, lo rassicurai.
-Sento la sua aura, è viva. E' solo svenuta.
Non so se mi diede più o meno retta, so solo che si calmò.
-Che razza di maniaco può far questo?
Domandai, ma Scott si era già precipitato a prendere il corpo della sorella.
 

-Io credo che abbiate visto troppo.
Disse Zoey avvicinandosi a me con fare minaccioso, teneva di nuovo la mano dietro la schiena.
Tirò fuori un coltello e me lo puntò.
-Zoey, che ti è preso?
Domandai indietreggiando, lei continuava ad avvicinarsi con la punta del coltello rivolta verso di me.
Nonostante guardassi pochi film, sapevo benissimo come sarebbe andata a finire questa scena: mi avrebbe messo sull'orlo di un precipizio, non avrei saputo cosa fare e mi sarei lasciata uccidere.
Dovevo impedirlo.
La mia salvezza non tardò ad arrivare, e come avevo previsto, Scott si fiondò su Zoey rubandole l'arma e ribaltando la situazione.
-Tu pensa ad Albertha.
Mi disse, aveva adagiato il corpo di sua sorella accanto all'auto, ma non potevo pensare ad Albertha quando davanti a me c'era Scott che stava puntando un coltellaccio contro Zoey.
L'avrebbe uccisa, non potevo permetterlo.
Nonostante Zoey fosse stata inspiegabilmente cattiva con me, sentivo che Zoey non stava agendo seguendo la sua volontà, la sentivo lontana.
Quella non era Zoey.
La ragazza rossa stava indietreggiando, come ho detto prima, la situazione si era ribaltata, mi guardai intorno: avevo bisogno di qualcosa per distrarre Scott e allo stesso tempo smascherare la falsa Zoey.
Pensai a fondo, Scott afferrato la ragazza per il colletto della felpa e teneva il coltello sulla sua fronte.
-Scott fermo!
Gridai, lui si voltò.
-Non è Zoey quella.
Mi avvicinai e vidi la ragazza sogghignare, accelerai il passo e le diedi una spinta, facendola cadere a terra.
Ok, molte persone sulla lista di cose mai fatte hanno gli sport estremi, le canne, alcool, io avevo spingere le persone.
Non so ancora adesso da dove presi tutta l'energia e la rabbia per spintonare quella ragazza che io consideravo amica ma che in realtà non lo era.
Mi inginocchiai e misi le mani a coppa, presi l'acqua di una pozzanghera e gliela gettai in faccia: strati e strati di trucco colavano misti al fango, le tolsi il fiore che al tatto era di plastica e lo poggiai, poi sciolsi i capelli rossi e tolsi la parrucca rivelando capelli castani e lunghi.
-Passami della carta, le ripuliremo il viso e vedremo a chi appartiene il volto.
Dissi a Scott, che si stava guardando intorno alla ricerca di qualcosa da usare per pulire il viso della ragazza.
Uno sparo allarmò entrambi, c'era qualcuno che aveva sparato in aria e che era immerso nell'ombra.
Albertha riaprì gli occhi e udendo il secondo sparo rivolto al vuoto ci prese per mano entrambi e scappammo, lasciando la falsa Zoey stesa a terra con il viso sporco di fango e trucco colato.
Continuavo a pensare ad un ipotetico nome, anche se più o meno mi ero fatta un'idea su chi potesse essere la responsabile.

 

Il giorno dopo, in classe, ero di nuovo accanto a Dakota che era impegnata a limarsi le unghie colorate di rosa confetto, dietro di me c'erano Mike e Zoey che mi guardavano male, specialmente quest'ultima.
Il pensiero di averla smascherata ma allo stesso tempo di aver quasi rischiato di morire per colpa di quella scellerata e del suo alleato mi faceva rabbrividire. Soprattutto ora dovevo stare sempre in gruppo con qualcuno: il pericolo era seduto un banco dietro di me.
Dakota continuava a limarsi le unghie, io la guardavo, non tanto perché mi interessassi di queste cose ma perché il movimento della limetta mi rilassava.
Lei si accorse del mio sguardo.
-Ti piace il colore?
Disse facendomi vedere le unghie, io annuii e lei sorrise entusiasta.
-Se vuoi te le faccio anche a te.
Disse, e prima che potessi risponderle la vidi tirare fuori diversi flaconi di smalto dal suo astuccio.
-Magari me le farai per il mio prossimo appuntamento con Scott.
Dissi inarcando un sopracciglio. Lei riposò i flaconi.
-Allora scrivimi in chat privata e ti renderò bellissima!
Esclamò alzando le braccia al cielo e sorridendo. Sembrava una bambina piccola che si esaltava per un non nulla, la cosa mi divertiva e mi faceva piacere: magari Dakota non era una persona antipatica come voleva far sembrare; magari l'idea che ho avuto di lei all'inizio è stata sbagliata.
Il suo bisogno di fama e complimenti in realtà vuole nascondere un bisogno di amore: suo padre e sua madre sono troppo ricchi per darle consigli e preoccuparsi di lei e ha dovuto passare ogni anno della sua vita a cavarsela da sola. Era dell'idea che nonostante i regali che le facevano, i suoi non le volevano bene. La guardai ancora un po' e mentre nella vita reale controllava i suoi duecento e più mi piace sotto il suo ultimo selfie, nella sua mente c'era un ricordo.
Mi misi in posizione da yoga e decisi di guardarlo, un po' come si guarda un film in 3D.
Dakota indossava un pellicciotto rosa intorno alle spalle e un abitino corto color crema, stringeva la sua pochette rosa, era in lacrime.
Io la osservavo in disparte.
Era al centro di una stanza e c'erano delle persone che ridevano di lei, non sapevo il motivo.
La vidi sbottare, lanciare a terra il pellicciotto e andarsene in bagno, lì compose il numero di sua madre che le disse di non chiamarla quando si trattava di queste cose di poco conto e che lei era troppo impegnata per pensare ai problemi da ragazzina.
Quando la Dakota del ricordo scoppiò in lacrime, quella reale continuava a controllare i mi piace alle sue foto, il suo sguardo però era triste e perso.
-Sai Dawn, volevo dirti una cosa.
Mi disse poi senza staccare gli occhi dal cellulare.
-Cosa?
Il mio tono era alquanto disinteressato dato che conoscendola si trattava di qualcuna delle sue cose riguardanti smalti e vestitini.
La vidi voltarsi, Mike e Zoey prendevano appunti riguardo alla lezione che il professor Josh stava spiegando.
Si avvicinò verso di me e iniziò a parlare.
-Tempo fa ero nel parco, erano più o meno i primi giorni di scuola. Hai presente i bagni pubblici vicino la gelateria?
Annuii e lei continuò.
-Ho visto Charlotte che trascinava qualcosa, ma dato che era buio non ho visto cosa. Certo che quelle lì sono strane: non vengono a scuola e poi le vedi girare nel parco. Be', tutto qui.
Mi disse tornando ai suoi mi piace e lasciandomi tra i miei pensieri, il puzzle iniziava ad avere un disegno ben preciso piuttosto che diversi tasselli sparpagliati qua e là.
Non ascoltai il resto delle lezioni, finita la scuola raccontai a Scott ciò che mi aveva detto Dakota.
-Dawn, aspetta.
Mi disse mentre mi allontanavo per andare ai bagni, lo guardai e mi avvicinai a lui. Mi diede un bacio sulla guancia-anche se il suo intento era un altro- e lo vidi arrossire, gli sorrisi e feci lo stesso, anche se anche il mio scopo era un altro.

 

Il parco era più affollato che mai, come era prevedibile a quell'orario, io andai vicino il chiosco dei gelati e vidi le toilette: erano più appartate rispetto al resto, non si vedevano bene gli altri per via di qualche albero.
Nel preciso momento in cui la mia mano si poggiò sulla maniglia della porta, qualcuno mi colpii in testa facendomi cadere a terra, ero svenuta.

   
 
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