- Ah... scusa per il ritardo! - esclamo, ansimando. E sì che dovrei essere abituato a correre. Virginia mi sorride timidamente, sistemandosi i capelli dietro l'orecchio in quel consueto gesto che mi fa impazzire.
- Non fa nulla, sono io in anticipo - mi rassicura, mentre riprendo fiato.
- Oh... meglio, detesto non rispettare gli orari. Entriamo?
- Certo.
Dopo aver cenato insieme, come secondo appuntamento l'ho invitata al cinema. Semplice, banale, eppure abbastanza romantico. Compro i biglietti del film che abbiamo scelto, una commedia da molti consigliata, e poi entriamo nella sala semi-vuota. Mi aspettavo più gente, ma meglio così.
- Dove vuoi che ci sediamo, in mezzo, in alto o in basso?
- In mezzo - sussurra, stringendosi impercettibilmente a me. Alle nostre spalle giunge del trambusto.
- Avevi promesso che mi avresti comprato il popcorn, Christopher!
- Ah sì? Non ricordo.
- Non mentire!
Mi volto a sbirciare da chi provengano queste voci familiari. Non che non ne abbia idea. Mio nipote incrocia le braccia al petto, evitando lo sguardo divertito del fidanzato e mettendo il broncio.
- E va bene, te lo compro - sospira Christopher, quasi come una mamma che cede ai capricci del tenero figlioletto. - Ma ad una condizione.
- Quale?
- Devi baciarmi.
Akira tentenna e il suo ragazzo fa da sé, afferrandolo per le spalle e affondando una mano fra i suoi capelli, prima di baciarlo appassionatamente sulla bocca.
- Adesso me lo compri?
- Sì - sorride lui, e mio nipote per poco non gli salta in braccio. Si limita ad abbracciarlo forte.
- Sììì! Ti amo, Chris!
Mi giro completamente affinché mi notino.
- Ciao, Akira - dico, sperando mi sentano.
- Oh, c-ciao, zio John - replica, stringendosi al braccio del proprio fidanzato. Soppesa brevemente me e Virginia.
- Anche voi qui?
- Sì - risponde Christopher, poi lancia un'occhiata eloquente a mio nipote. - Stavamo andando a prendere il popcorn.
Dopodiché stringe la sua mano nella propria e tornano di là. Io e Virginia andiamo a sederci vicino ad un'altra coppia composta da un ragazzo con gli occhiali e la sua ragazza dai lunghi capelli chiari, o almeno così nel buio della sala mi pare.
- Mikha?
- C-cosa?
- Ti amo.
- A-anch'io, Liam.
Soffoco un sospiro, sbirciando Virginia. Distoglie lo sguardo: anche lei mi stava guardando. Rientrano Chris e Akira e si accomodano nella fila seguente.
Dopo all'incirca una decina di minuti le luci si spengono completamente, mentre sullo schermo cominciano ad apparire i soliti, poco interessanti trailer.
- Magari anche tu volevi il popcorn - bisbiglio in un orecchio a Virginia.
- No, grazie. Sto bene così.
Poi parte il film: 'Mikha' e 'Liam' si baciano praticamente per almeno metà di esso e credo anche mio nipote e il suo ragazzo; io lo seguo distrattamente, poiché la presenza di Virginia mi distrae e calamita il mio sguardo. Anche al buio è bella, così dannatamente bella.
Mentre lei è terribilmente concentrata su un inaspettato colpo di scena faccio lentamente scivolare un braccio verso lo schienale della sua poltroncina, prima di abbassarlo fino a poggiarlo sulle sue spalle.
Sussulta e mi guarda, arrossendo, ma non mi chiede di toglierlo e, dal canto mio, non ho intenzione alcuna di spostarlo.
- Virginia... - la chiamo piano. Il film sta giungendo alla fine e anche la mia vita, siccome percepisco il mio cuore prossimo ad esplodere. Torna ad osservarmi timidamente. Sullo schermo i due goffi protagonisti si baciano e io... io mi sporgo verso di lei e delicatamente le sfioro le morbide labbra con le mie.
Sorprendentemente la sua mano si posa sulla mia guancia e mi attira ulteriormente a sé, invitandomi ad approfondire il bacio. Le sistemo i capelli dietro l'orecchio, scostandomi.
Nell'oscurità è difficile dire quali sentimenti celino i suoi occhi, spero solo che non si penta. Perché questo bacio, come il precedente, sta decisamente alimentando le mie speranze.
~~~
Cammino lentamente, quasi misurando ogni passo. Come ogni sera, il vento agita delicato l'erba rigogliosa e mi scompiglia i ricci.
Mi sdraio come di consueto nel posto un tempo 'di Virginia', ma che ora condividiamo. È terribilmente suggestivo.
Lei? Lei è da un po' che non si fa vedere. Le ho mandato qualche messaggio, ai quali ha risposto spicciamente. Forse è davvero impegnata con il lavoro, fatto sta che ho capito che vuole i propri spazi.
E ha tutti i diritti di desiderarli, però... però non riesco a farla uscire dalla mia testa, ero distratto perfino agli allenamenti. Non so se stasera verrà, il mio sesto senso dice di sì, ma ne dubito.
Be', poco male, resterò qui a parlare da solo come un cretino come durante le sere passate.
Alla fine, mentre la speranza si sta dissolvendo quasi completamente, lasciando posto alla stanchezza, un fruscio. Virginia si accomoda accanto a me.
- Ehi - bisbiglio.
- Ehi - replica. - Avevo la netta sensazione che m'aspettassi.
Non confermo né nego. Non ho il coraggio di confessarle che la aspetto dal nostro secondo appuntamento.
- Come va col lavoro?
- Tutto okay. Mi dispiace di essere stata tanto impegnata, non volevo pensassi ti stessi evitando ma non potevo fare altrimenti.
- Figurati, so quanto sia importante il lavoro.
Cala il silenzio. Contempliamo le stelle a lungo, siano ore o minuti non ne ho idea. Sembra tutto come il solito, eppure non è il consueto silenzio. È più teso, forse anche con un filo di disagio.
- Virginia... io...
Mi tiro a sedere, prendendole lentamente una mano. Non la ritira, restando in quieta attesa.
- C-cosa?
Prendo fiato, sperando di non sembrare troppo impacciato o stupido o...
- Io...! Insomma, so che è presto e che tu hai un lavoro e io gli allenamenti e non potremo vederci tutti i giorni ma, diamine, sei bellissima e mi piaci e...
Lei ridacchia sommessamente, con timidezza, frenando il mio fiume di parole.
- John.
- ... e lo capisco, se rifiuterai, davvero, non è un problema, non ci resterò male, è okay...
- John! - ripete, ridendo. La sua risata cristallina non può essere paragonata a nulla di terreno. Taglia corto e non farti distrarre, mi rimprovero mentalmente.
- Cioè, ecco, quello che voglio dire è... vorresti essere la mia ragazza?
Il mio cuore pare pronto a lasciar baracca e burattini e fuggire dalla cassa toracica. Arrossisce in modo adorabile, mentre l'attesa si fa carica di tensione e speranza, ma anche sconforto. E se dicesse no? Ne sarò deluso, ovvio, però non potrò darlo a vedere, non sarebbe coerente.
- Sì - bisbiglia, abbozzando un lieve sorriso.
- Davvero?
- Sì.
- Sicura?
Si mette seduta anche lei, ridacchiando di nuovo.
- John... - sussurra, accarezzandomi una guancia. Percepisco le sue dita finire tra i miei ricci e stringerli delicatamente. - Mi piaci anche tu.
E mi bacia vicino alla bocca. La stringo a me con entrambe le braccia, più felice che se fossi entrato a far parte dell'NBA.
- Ti prometto che non te ne pentirai - mormoro, inspirando a fondo il suo profumo dolce. Lei ricambia la stretta. - Te lo prometto, Virginia.
-
Note dell'autrice
mettete giù i forconi e ritirate gli annunci che mi davano per dispersa. I'm sooooo sorry. Mi piacerebbe postare ogni giorno, davvero, ma tra scuola e pigrizia mi sento prosciugata. Sono gli ultimi mesi... comunque, per vostra fortuna, tra poco arrivano le vacanze. Spero di non ammalarmi né avere un altro piccolo problema... e spero di trovare il wifi! Ah, non ve l'ho detto? Le trascorro a Miami! Ora basta, I need some sleep. Baci