4. Festa
«Andiamo, è soltanto per una serata!»
«Sara, ti ho detto di no. Io non so ballare.»
La bionda ruotò leggermente la testa di lato. «Ma è la festa di compleanno di Thea. Lei e Oliver ci hanno dato una mano a trovare questo appartamento, perciò è il minimo che possiamo fare per sdebitarci.»
Nyssa sbuffò, passandosi distrattamente una mano fra i capelli. Incontrò nuovamente lo sguardo ansioso di Sara, che ora le stava facendo gli occhi da cucciolo. «Habibti, ti prego» mugolò, facendo il labbruccio.
La figlia del Demonio la osservò a lungo negli occhi con aria di sfida, pur sapendo che non avrebbe resistito di fronte alle sue preghiere. «Va bene, verrò» sospirò ad un tratto, dirigendosi verso il grande armadio a muro, «ma sappi che non metterò piede sulla pista da ballo.»
Sara sorrise soddisfatta, annuendo freneticamente.
Mezz'ora dopo, tutto ciò che l'erede riuscì a udire fu la musica eccessivamente elevata del Verdant. Era pieno di ragazzini con birre in mano, che si spintonavano in continuazione senza un motivo preciso. Un odore acre misto a sudore, fumo e alcool le invase la narici non appena mise piede all'interno del locale.
Le due si sedettero vicino al bancone, dove la festeggiata stava parlando animatamente con delle amiche. Non appena le notò, Thea le raggiunse per salutarle.
«Se ti dico che mi sembra assurda la tua presenza in un locale notturno, mi infilzerai con una freccia?»
La mora si voltò di scatto alla sua sinistra, incontrando lo sguardo di Felicity. «No. Anzi, ti direi che concordo con te.»
L'hacker abbozzò un sorriso, rivolgendo poi uno sguardo confuso a Sara.
«Ci sto ancora lavorando» disse quest'ultima, poggiando la mano sulla spalla di Nyssa.«Ma almeno sono riuscita a farla uscire di casa.»
L'erede alzò gli occhi al cielo, suscitando una risata da parte di Sara.
«Andiamo» disse quest'ultima subito dopo, prendendola per mano.
«Eh?» Nyssa non ebbe il tempo di realizzare cosa stesse accadendo, e un attimo dopo si ritrovò nel bel mezzo della pista da ballo. «Che stai facendo? Sara-»
Canary ruotò appena la testa di lato, dopodiché, la baciò a fior di labbra; Nyssa, però, non si lasciò abbindolare. «Ti avevo detto di no!» sbottò, irritata. Ma quando Sara si avvicinò ulteriormente a lei e iniziò a muovere lentamente i fianchi a ritmo di musica, la figlia del Demonio non riuscì a opporsi.
«Solo un ballo» sussurrò sensualmente la bionda, a pochi centimetri dal suo orecchio. «Poi ce ne andiamo da qui.»
Nyssa deglutì, arrossendo visibilmente. Inutile provare ad opporsi: Sara riusciva sempre ad averla vinta, in un modo o nell'altro.