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Autore: Justice Gundam    29/03/2009    3 recensioni
Quali pericolose avventure attendono i Digimon Tamers nella loro corsa contro il tempo per svelare i misteri di DigiWorld? Cosa sono i Deva, e chi è il 'Digimon Sovrano' di cui parlano? E perchè i loro piani coinvolgono il piccolo Calumon? Questa volta, molte cose potrebbero andare diversamente da come sappiamo... la mia prima storia di Tamers, che si ricollega (vedrete come...) a quelle di Adventure che sto scrivendo e a quella di Frontier-Savers che scriverò!
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Tamers Reload-11

Digimon Tamers Reload

Una fanfiction di Digimon Tamers scritta da: Justice Gundam

 

Ta-daan! Ed eccomi di ritorno! Ancora una volta, la mia storia di Digimon Tamers ha subito un pò una battuta d'arresto... ma sono stato in grado di riprenderla senza troppi intoppi! Sicuramente, con meno intoppi di Digimon Zero... e poi, in questa storia, ci stiamo avvicinando alla parte più interessante, quella in cui Takato e compagni andranno nel Mondo Digitale! Non ho da fare altro che introdurre i futuri partner di Hirokazu e Juri, uno dei quali lo si è visto alla fine del capitolo precedente...

Ma non sveliamo troppo della trama, e limitiamoci a fare un riassunto della situazione! Per adesso, sappiamo che Zhuqiaomon ha fatto intrufolare due delle sue spie nel Mondo Reale, che l'organizzazione Hypnos ha sperimentato il suo nuovo giocattolo e che ora sta cercando di assicurarsi la collaborazione dei Monster Makers - il team di sviluppatori di intelligenza artificiale di cui il padre di Jenrya faceva parte...

Oh, e che finalmente Ryo sta assumendo un ruolo importante! Certo, per adesso non sembra essere molto fiducioso nei confronti degli altri ragazzi, al punto che vorrebbe evitare che si lasciassero coinvolgere ulteriormente... state tranquilli, comunque, perchè i Digimon Tamers avranno la loro occasione di smentire questa sua impressione! Se pensate che sarà uno spettacolo interessante... beh, avete perfettamente ragione!

Bene, credo che non ci sia bisogno di spiegare altro! Passiamo a rispondere alle vostre recensioni, come sempre, e poi riprendiamo a raccontare la storia!

 

KillKenny: Già... anche nell'anime, ad un certo punto, Yamaki mi ha dato l'impressione di essere più pericoloso lui, per i Tamers, che non i Digimon che continuavano a riversarsi nel Mondo Reale! E adesso che sembra avere anche i Monster Makers dalla sua... anche se, in effetti, questo apre delle notevoli possibilità in più... Come anche il fatto che Hirokazu abbia incontrato Hagurumon... Grazie del bel voto, come sempre!

SmartGirl: Ciao! E' sempre un piacere risentirti! Mi fa piacere che pensi che questo nuovo capitolo sia interessante, anche perchè è stato scritto in un periodo in cui ero estremamente sotto pressione, tra l'università e il resto! Mi fa piacere vedere che questo non ha avuto più di tanto effetto sulle mie abilità come scrittore... Comunque, come hai detto tu, il fatto che i Monster Makers siano stati convocati per risolvere il problema Digimon... alla maniera di Yamaki... non fa sperare in bene per i nostri amici. Tuttavia, potrebbe dare la possibilità ai nostri di fare qualche incontro molto importante... E per quanto riguarda Hirokazu, la sua esperienza con i Digimon sarà più che bene accetta dal piccolo Hagurumon! Anche se immagino che un pò si monterà la testa, sappiamo com'è fatto...

Grazie ancora per la recensione, e mi fa piacere aver solleticato un pò la tua curiosità per quanto riguarda i retroscena! Farò in modo che le rivelazioni finali siano all'altezza!

 

Okay, mi sembra che ci siamo tutti! Quindi, non mi resta altro da fare che augurarvi buona lettura!

 

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Capitolo 11 - Un partner per Hirokazu

 

"Tu... tu sei un Digimon, vero? Ciao, e benvenuto sulla Terra! Io mi chiamo Hirokazu Shioda... piacere di conoscerti, Hagurumon!"

Con queste parole, Hirokazu si acquattò, in modo da porsi quasi allo stesso livello del piccolo Digimon fatto di ingranaggi, che continuava a guardarlo nervosamente, quasi si stesse chiedendo cosa il ragazzo avesse intenzione di fare. Non era ben sicuro... da una parte, il suo istinto di autoconservazione, e la consapevolezza che non aveva più i suoi poteri, lo spingevano a non fidarsi a priori di qualsiasi cosa lui incontrasse... ma dall'altra, c'era qualcosa, in quel ragazzo, che gli impediva di provare la stessa titubanza. Hagurumon era combattuto tra due impulsi che gli dicevano di fare l'uno l'opposto dell'altro, e non sapeva bene quale dei due seguire...

Invece Hirokazu non aveva la stessa titubanza. Cavolo, aveva davanti un Digimon! Un Digimon! Un VERO Digimon, non un disegno animato che si muoveva sullo schermo, come nel cartone animato che lui seguiva! Quello era reale! Era la prova che quello che lui, nel suo entusiasmo da otaku, aveva ipotizzato era assolutamente vero! I Digimon esistevano... erano reali! E quindi... forse anche Takato ne sapeva qualcosa! Ora che aveva questo Digimon con sè, il suo amico non avrebbe più potuto nascondergli la verità...

Impegnato com'era nelle sue fantasie ad occhi aperti, Hirokazu quasi non si accorse della confusione che si vedeva negli occhi di Hagurumon... e quando se ne accorse, decise di cambiare strategia. Forse, si stava mostrando un pò troppo entusiasta... evidentemente, quel Digimon era tanto emozionato di conoscere degli esseri umani quanto lui lo era di conoscere un Digimon...

"Ehm... okay, okay... forse sono stato un pò troppo frettoloso... Dopotutto, tu sei nuovo di queste parti..." affermò, per poi schiarirsi la gola con un paio di colpi di tosse. "Allora, rifacciamo le cose come si deve... ehm... allora, stavo dicendo, il mio nome è Hirokazu Shioda, e sono un essere umano... ehm... sì, almeno, quello che voi a DigiWorld considerate un essere umano... Ehm... beh... hehehehee... oh, cavolo, come ci si presenta ad un Digimon che è appena arrivato nel nostro mondo, e probabilmente non sa neanche da dove..."

Mentre Hirokazu continuava a rimuginare tra sè e sè, Hagurumon avanzò leggermente, emettendo un leggero ticchettìo dagli ingranaggi che lo componevano. In qualche modo, la goffaggine con cui Hirokazu gli si stava presentando era riuscita a far mettere da parte al Digimon la sua naturale diffidenza, e a non fargli identificare il ragazzino castano come una potenziale minaccia.

"Ehm... ah, sì, ecco! Questo è quello che mi veniva da dire!" riprese Hirokazu, che evidentemente stava cercando un altro modo di far uscire il piccolo Digimon meccanico dal suo nascondiglio. "Ehm... lo... lo sapevi che qui, sulla Terra, tu e tutti gli altri Digimon siete delle celebrità? C'è... c'è persino un cartone animato che racconta delle vostre avventure! Beh, sì, vostre... vostre e degli altri Digiprescelti, Taichi, Daisuke, Yamato... insomma... hai capito quello che voglio dire, no? Voglio dire... che non c'è bisogno di essere timidi! Io... io, per esempio, sono felice di conoscerti! E... credo che anche i miei amici, quando ti presenterò a loro, saranno felici! Quindi... ehm... sì, insomma, non hai bisogno di nasconderti! Su, dai, vieni... non voglio farti del male!"

Ancora qualche istante, in cui Hagurumon sembrò esitare, facendo ora un passo avanti, ora uno indietro... e finalmente, il piccolo Digimon si decise e avanzò, uscendo dal suo nascondiglio. Hirokazu se lo vide arrivare vicino, e negli occhi di Hagurumon gli parve di leggere qualcosa di più della paura che aveva visto fino a quel momento. Forse... forse quel Digimon si fidava davvero di lui, e adesso gli stava dimostrando di essere pronto a fare amicizia?

Ragazzi, che notizia fantastica!

"Hiro... kazu..." disse Hagurumon, dicendo la sua prima parola da quando era regredito alla sua forma Rookie. La sua voce era acuta, piuttosto stridula, come se centinaia di puntine d'acciaio fossero state inserite nella sua gola ed ora grattassero l'una sull'altra...

Emozionato, Hirokazu prese tra le mani il Digimon... e si stupì di trovarlo estremamente pesante! Si rimproverò tra sè per non averci pensato... ovvio che un Digimon fatto di metallo, anche se di dimensioni ridotte, pesava di più! "Heheheee... sì, Hagurumon... il mio nome è Hirokazu! Piacere di conoscerti! Vuoi essere... il mio Digimon? Vedrai, ne passeremo un sacco assieme! Sarà una bomba! Uno spettacolo! Ci divertiremo come mai prima d'ora... e tu mi racconterai un bel pò di cosa del mondo da cui vieni, non è vero? Diavolo, dev'essere un mondo mitico! Una fortuna così, a chi capita? Ora devo assolutamente dirlo a Takato-kun, e farmi spiegare tutto! Chissà come ci rimarrà! Heheheee..."

L'espressione di Hagurumon passò da una vaga sicurezza al più completo stupore, e dei punti interrogativi grandi un dito apparvero dal nulla sopra la sua testa per dimostrare la sua confusione, mentre Hirokazu, senza smettere di parlare nemmeno per un istante, lo portava con sè, tenendolo stretto come un bambino fa con un peluche a cui è affezionato... Che razza di creature strane vivevano, nel Mondo Reale? Beh, se non altro, non correva più il rischo di essere cancellato dalla prima cosa che passava per la strada...

Certo, però, che gli ci sarebbe voluto un pò di tempo, prima di abituarsi a questo cambiamento...

Oh, beh, se non altro, quel ragazzo sembrava essersi affezionato subito a lui...

 

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"Allora, Makuramon e Kumbhiramon sono già nel Mondo Reale?" chiese Zhuqiaomon con acredine, squadrando i rimanenti Deva che erano chinati davanti a lui. In tutto erano otto i Deva rimasti nel suo santuario, escludendo il Deva Drago Majiramon che in quel momento era assente. Evidentemente, per eseguire gli ordini di Makuramon...

"Sì, supremo Zhuqiaomon-sama... hanno approfittato dell'emersione di un altro Digimon per intrufolarsi nel Digital Field e raggiungere il mondo umano." rispose un gigante in armatura dalla testa di cavallo e dal mantello viola splendente, che portava sulla schiena un enorme corno dorato. "Cercheranno di scoprire quanto più possibile su questi traditori, e su cosa stanno facendo gli esseri umani per contrastarci, e se li conoscono bene come credo, ci daranno risultati entro breve." Si sentiva acredine nella voce rombante del Deva Cavallo, ed era palese che provava del rancore verso uno dei due, o entrambi... e che stava lodando le loro abilità soltanto perchè era la verità. In effetti, Makuramon non era certo il più popolare dei Deva...

"Io spero soltanto che a Makuramon non venga in mente qualcosa. Non mi fido affatto di lui, e non credo che si farebbe scrupoli a complottare contro di noi!" commentò il Deva Tigre, ponendosi a fianco del Deva Cavallo. "Ovviamente, mi rimetto alla sua decisione, sommo Zhuqiaomon-sama, ma credo ugualmente che non sia il caso di lasciare Makuramon a sè stesso."

"E' proprio per questo che ho accettato di far andare Kumbhiramon con lui, Mihiramon." rispose il feroce Sovrano del Sud. "Anche se la sua abilità in combattimento è mediocre, paragonata a quella degli altri Deva, la fedeltà di Kumbhiramon è comprovata. Nel caso Makuramon tentasse qualcosa di strano, ci penserà lui a fare rapporto. Non tenterà nulla, finchè sarà sicuro che lo teniamo d'occhio."

"Quessssto mi rassssicura non poco, ssssupremo Zhuqiaomon-ssssama..." sibilò il Deva Serpente, Santiramon. "Tuttavia, non ssssono lo sssstesssso certo che Makuramon non tenterà nulla. Quello è molto furbo... ssssa bene come ssssfuggire al nosssstro controllo, e lo ha già fatto in passssato."

"Non lo si può negare. Tuttavia, in questo momento, le sue abilità saranno molto utili al nostro obiettivo." rispose Zhuqiaomon, non in vena di discussioni. "Se dovesse tentare qualcosa, sa già cosa lo attende. Che non gli venga in mente di essere indispensabile, se metterà la sua gloria personale davanti al recupero della Shining Evolution."

Nessuno dei Deva rispose. Sapevano tutti fin troppo bene quale fosse la punizione di coloro che osavano sfidare Zhuqiaomon, e Makuramon sarebbe stato un folle anche soltanto a pensare di farlo. Questo, tuttavia, non impediva loro di pensare che, pur andando avanti con la sua missione, Makuramon avrebbe architettato qualcosa per danneggiare i suoi colleghi Deva, facendosi promuovere a loro discapito. E a quello, Zhuqiaomon non sarebbe stato per niente contrario... l'unica regola che valeva davvero, agli occhi di Zhuqiaomon e per conseguenza in tutto il Mondo Digitale a lui assegnato, era che la vittoria era tutto ciò che contava, e la ragione stava sempre dalla parte del più forte... o del meglio preparato. E quello che il vile Deva Scimmia perdeva in potenza fisica, lo recuperava ampiamente in intraprendenza... Tutti loro, il Deva Cane Chatsuramon in particolare, dovevano stare in guardia, a scanso di vedersi sottrarre il posto...

Zhuqiaomon decise che era giunto il momento di mettere fine a quella inutile discussione, e richiamò l'attenzione dei suoi Deva spalancando di scatto le sue potenti quattro paia di ali. Immediatamente, senza che il Sovrano Fenice avesse bisogno di dire una sola parola, i Deva presenti si raddrizzarono come per mettersi sull'attenti, e si misero in ascolto.

"Adesso, comunque, non è questo il fattore più importante!" tuonò severamente. "Quello che mi interessa è che Makuramon e Kumbhiramon facciano la loro parte nel recupero della Shining Evolution! Per il resto, poi, possono fare quello che vogliono. Per quanto riguarda voi, mi aspetto che siate pronti ad intervenire non appena vi sarà dato il via libera. Mi sono spiegato? Per quanto riguarda il Digimon emerso nel Mondo Reale tramite il Digital Field... sapete già di chi si trattava?"

"Era un Digimon molto potente, sommo Zhuqiaomon-sama, di questo siamo assolutamente sicuri. Credo di non sbagliare se dico che il suo potenziale era quasi pari a quello di uno di noi Deva." rispose Vajiramon, il Deva Bue, senza esitazioni. "Molto probabilmente si trattava di Orochimon... e sembra che abbia trascinato con sè anche un altro Digimon. Adesso, tuttavia, Orochimon è tornato nel Mondo Digitale, e senza il Digimon che si era portato dietro. Posso solo ipotizzare che Orochimon lo abbia cancellato ed assorbito."

"Hmmm... capisco." tuonò il gigantesco rapace infuocato. "Orochimon è un fastidio da non sottovalutare, e sinceramente speravo che questo incidente ci potesse sbarazzare di lui. Ma non è questo l'elemento più importante. Il punto è che ora sappiamo che gli esseri umani hanno sviluppato un nuovo sistema per tenerci nel Mondo Digitale... e se davvero vogliamo realizzare i nostri piani, dobbiamo fare in modo di sviluppare una contromisura."

"Certamente, supremo Zhuqiaomon-sama. Makuramon e Kumbhiramon saranno già al corrente della situazione... ci penseranno loro a sabotare questo sistema." affermò Mihiramon. "Intanto, abbiamo già visto che l'emersione di due o più Digimon nello stesso momento può confondere i loro strumenti. Questo è un elemento a nostro favore."

"Indubbiamente." affermò Zhuqiaomon, il becco da rapace che si abbassava di qualche centimetro. "Bene... per adesso, non c'è più nulla di cui fare rapporto. Come ho già detto, attendete mie istruzioni, e non agite di testa vostra. E' tutto, Makuramon e Kumbhiramon sapranno cosa fare."

"Certamente, Zhuqiaomon-sama..." risposero in coro i Deva rimanenti, prima di separarsi e lasciare il loro Sovrano ai suoi ragionamenti. Quando anche l'ultima delle forme animalesche fu scomparsa nelle altre sale del tempio, il Sovrano del Sud ripiegò le sue numerose ali contro il corpo, e serrò gli occhi, che luccicarono di una pericolosa luce ambrata mentre la feroce fenice considerava le sue opzioni.

"Makuramon sfrutterà sicuramente l'occasione per cercare di entrare nei miei favori. Anche se questo vorrà dire avvantaggiarsi di altri Deva... bah, non mi interessa, se devo dire la verità. Come ho detto, finchè Makuramon fa il suo lavoro e non si lascia distrarre dalla sua sciocca ambizione, mi sta bene anche che sacrifichi qualcuno degli altri Deva. Le regole sono queste, e i miei Deva lo sanno. Per quanto riguarda i Digimon che si sono messi al servizio degli esseri umani... bah, per loro, non ci resta che aspettare. Una volta che i nostri piani saranno stati portati a compimento e avremo acquisito la Shining Evolution, non saranno certo loro ad impedirci di marciare sul Mondo Reale... no, nemmeno tu, Tamer Leggendario Ryo Akiyama! Non so cosa ti venga in mente, ma visto che anche tu ti opponi ai miei piani, non ci sarà pietà nemmeno per te!"

Fece una pausa come per raccogliere i pensieri, quasi che quello che seguiva fosse in qualche modo più importante.

"In ogni caso, dobbiamo fare in fretta. Più aspettiamo, più quella maledetta cosa acquisisce energia. Se dovesse accumularne abbastanza, il nostro Mondo Digitale verrebbe cancellato..."

 

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"Hmmm... e così, finisce un'altra giornata di scuola!" riflettè ad alta voce Takato, stiracchiandosi mentre si metteva lo zaino sulle spalle e si sgranchiva la spina dorsale. "Beh, se non altro, per oggi sembra che non ci saranno problemi con i Digimon. Comunque, è meglio che faccia un salto al parco per vedere come se la stanno cavando Guilmon e Calumon. Spero che a quello strano tipo non siano venute in mente altre idee... per fortuna, per il momento il mio D-Ark è inerte, quindi... non credo ci siano problemi!"

Dopo essersi rassicurato con questo pensiero, Takato si apprestò a dirigersi verso i cancelli della scuola e andare a fare visita ai suoi amici digitali... quando una vocetta acuta che proveniva da dietro di lui, e una leggera pressione in mezzo alle scapole lo fecero saltare per la paura!

"Woof! Che stai facendo, Matsuda, parli da solo? Sentiamo, è qualcosa di interessante? Ruff!"

"AAAARGH!" urlò Takato, strabuzzando gli occhi e facendo un balzo di almeno mezzo metro... prima di atterrare in piedi, sull'attenti come un soldatino, e con delle comiche gocce di sudore che spruzzavano tutt'attorno a lui! "Mi... Mi scusi, Asaji-sensei! Stavo... ehm... stavo pensando ad alta voce... riguardo alle condizioni del tempo, sì! Fa... fa abbastanza caldo per questo periodo... non trova anche lei?"

Alla sua sfilza di parole rispose una voce più tranquilla, che dava l'impressione di essere rimasta molto sorpresa delle parole del ragazzino. "Hmmm... Takato-kun, sei sicuro di stare bene? Non avevi mai scambiato il mio pupazzo per Asaji-sensei, prima d'ora..." commentò Juri, sbucando improvvisamente da dietro le spalle e guardando il suo amico d'infanzia con espressione piuttosto stranita.

"Ah... ehm... Katou-san?" mormorò Takato. Il ragazzino si passò una mano sulla fronte per asciugarsi un pò di sudore, cercò di nascondere il lieve rossore delle sue guance, e si rivolse alla sua piccola amica, dietro la quale vedeva anche Hirokazu e Kenta. Per un attimo, dando un'occhiata agli altri due, gli sembrò che Hirokazu avesse un'espressione stranamente determinata... ma ci passò sopra, pensando che forse era stata solo una sua impressione. "Scusami, Katou-san, è che oggi sono un pò... come posso dire... nervoso! Non chiedermi il perchè... forse non ho dormito abbastanza stanotte!"

Juri si passò un dito sul mento. In effetti, non poteva negare che, per tutta quella giornata, il suo amico le fosse sembrato un pò... distratto e assonnato. "Hmm... però, questo è un pò un problema!" rispose poi, assumendo una tonalità di voce fin troppo seria per non risultare invece comica! "Credo che debba essere sottoposto ad un vero esperto... e guarda caso ne abbiamo uno proprio qui! Allora... che cosa ne pensi?"

Una gocciolona di sudore scese dalla fronte di Takato... reazione più che naturale, visto che la domanda di Juri era rivolta a quell'onnipresente pupazzo che la brunetta, in qualche modo, riusciva sempre a far spuntare fuori dal nulla! Facendo una buffa voce modulata, Juri fece "parlare" il calzino, facendogli battere le mani allo stesso tempo! "Ruff! Questo significa non riposarsi abbastanza e stare troppo tempo alzati a giocare con le carte!" disse la marionetta improvvisata. "Il signorino Matsuda dovrebbe smetterla di stare alzato fino a mezzanotte a divertirsi! Woff! Questo è il mio parere da esperto!"

Takato rimase senza parole quando Juri, bella come il sole, si girò verso di lui e sfoderò uno dei suoi radiosi sorrisoni! "Visto, Takato-kun? E' come dicevo io, tu resti troppo tempo alzato! Dovresti dormire un pò di più, invece di recuperare in classe... o Asaji-sensei finirà per abbassarti i voti!"

"Ehm... lo terrò a mente, Katou-san!" si schermì Takato, mentre la sua amichetta metteva via l'inquietante pupazzetto! "A proposito... Kazu-kun, Kenta-kun, come mai siete qui anche voi? Credevo che foste già al parco a sfidarvi con le carte..."

Il ragazzino con gli occhiali alzò le spalle, come per dire che non era lui quello a cui la domanda andava posta. "Beh... questo devi chiederlo a Hirokazu-kun, credo... è stato lui a volerti parlare a tutti i costi, non appena fossimo usciti di scuola!" affermò, con l'aria di essere l'unico sano di mente in mezzo ad un branco di pazzoidi. "Io... sono qui soltanto per tenerlo d'occhio e assicurarmi che non faccia stupidaggini come al solito!"

"Grazie della fiducia, Kenta-kun, sei davvero un grande amico!" borbottò Hirokazu con sarcasmo... ma la cosa finì lì, in quanto il ragazzo con il frontino lasciò cadere completamente il discorso, e invece si avvicinò con convinzione a Takato. "Ma... lasciamo perdere questi discorsi, mio caro Matsuda-kun, e veniamo invece a qualcosa di ben più importante... heheheee..."

Takato, appena ripresosi dalla stranezza del discorso di Juri, trovò che il sorrisetto che danzava sul volto di Hirokazu fosse, in qualche modo, ancora meno rassicurante! Per esperienza diretta, poteva confermare che ogni volta che il suo amico aveva quell'espressione, voleva dire che stava per accadere qualcosa di grosso... "Ah... ehm... ciao, Hirokazu-kun! Dimmi, c'è... ehm... qualcosa che non va?" chiese. "Oggi... mi sembri particolarmente pieno di energia!"

L'espressione trionfante sul volto di Hirokazu non svanì, e Takato cominciò seriamente a preoccuparsi quando, con un sorrisone subdolo, il ragazzo con il frontino gli sbattè una mano sulla spalla. Per qualche motivo, gli sorgeva sempre più il dubbio di essere stato preso in trappola...

"Ah, giusto te cercavo, caro il mio Matsuda-kun! Hehehehee..." disse Hirokazu, sghignazzando in maniera comicamente sinistra! "Allora, devi sapere che ieri sera mi è accaduta una cosa particolare, e pensavo che tu potessi saperne qualcosa! E visto che noi due siamo amici per la pelle - vero? - ho pensato che forse tu mi potevi dare qualche consiglio in proposito! Visto che avrai senz'altro più esperienza di me..."

Gli occhi di Takato sbatterono rapidamente per la confusione. Che cosa voleva dire Hirokazu, e perchè girava attorno al discorso, invece di fare una domanda diretta come era suo solito? C'era qualcosa che non andava, in tutto questo... "Ehm... non sono sicuro di capire bene quello che vuoi dire, Hirokazu-kun... e... e poi, scusa, ma com'è che all'improvviso..."

Prima che il ragazzino potesse terminare la frase, il suo amico gli cinse le spalle con un braccio, come ad un compagno di bevute! "Hehehehee... è un pò lunga da spiegare, caro il mio Matsuda-kun! Ma... non è questo il momento giusto per parlarne! Perchè non andiamo a discuterne da qualche altra parte, lontano da orecchie indiscrete?" chiese. Anche se sembrava più un ordine smorzato che una domanda, e Takato si rendeva conto che non aveva molte possibilità di evitarsi quella che si presentava come una requisitoria... su un argomento di cui lui non aveva neanche idea!

"Ehm... mi può andare anche bene, Hirokazu-kun, ma di cosa volevi... argh! Ma che fai? Aspetta! Non farmi correre così! Agh!" esclamò Takato, la cui voce si era alzata improvvisamente di qualche ottava nel momento in cui Hirokazu, senza nemmeno attendere risposta, aveva preso la mano del suo amico e lo aveva trascinato con sè! Stupiti, Juri e Kenta non poterono fare altro che guardare ammutoliti i due ragazzi che infilavano rapidamente il cancello, e scomparivano dietro il muro di cinta della loro scuola, diretti chissà dove, mentre tutt'attorno continuavano a sciamare gli altri scolaretti che non vedevano l'ora di tornare a casa...

Seguì qualche attimo di assoluto silenzio tra i due ragazzi rimanenti... e poi Juri, talmente confusa da non ricorrere nemmeno al suo pupazzetto da mano, si voltò verso Kenta ed indicò nella direzione in cui Takato ed Hirokazu si erano dileguati! "Ehm... Kenta-kun, tu per caso hai idea di cosa... volesse parlare Kazu-kun a Takato-kun?"

Il ragazzino occhialuto sospirò di nuovo, e si aggiustò gli occhiali. "Sigh... non chiederlo a me, Katou-san, ci vorrebbe la lettura nel pensiero per capire quello che passa per la testa di Hirokazu-kun in certi momenti..." rispose. "Spero solo che non decida di ficcarsi in qualche pasticcio..."

"Sigh... credo di averlo già detto una volta, e adesso lo ripeto! I ragazzi sono tutti matti..." disse allegramente tra sè Juri, e Kenta la guardò in maniera strana. Certo, proprio lei parlava di stravaganza...

 

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"Hanf... hanf... cavolo, Hirokazu, mi hai fatto correre per mezza Shinjuku! E non sono neanche tanto atletico, per giunta!" esclamò Takato, con le mani sulle ginocchia, mentre cercava di tirare il fiato dopo la corsa sfrenata a cui il suo amico lo aveva costretto. Ora che i due amici erano in un vicoletto vicino a casa di Hirokazu, lontani da quelli che l'amico definiva 'occhi indiscreti', il giovanissimo Tamer pensò che fosse il momento di farsi chiarire certe cose. "Insomma, Kazu-kun, mi vuoi dire che ti prende, tutt'a un tratto? Abbiamo piantato in asso Katou-san e Kenta-kun, e adesso tu mi trascini in questa stradina per dirmi qualcosa... come se fosse un segreto di stato! Insomma, che ti prende, vorrei saperlo!"

Anche Hirokazu attese un pò prima di rispondere, visto che era a sua volta spompato dalla corsa. "Puff... okay, Takato-kun... un momento che tiro il fiato... e ti dico tutto... allora... phew... oh, okay, adesso credo che vada meglio! Allora..." fece una pausa, come se volesse prepararsi per bene tutto quello che doveva dire... e alla fine, dopo essersi schiarito la voce, andò davanti a Takato e gli rivolse una brutale, diretta domanda a bruciapelo.

"Allora, Takato-kun... è vero che tu hai un Digimon?"

Takato fu talmente colto di sorpresa da quella domanda che per qualche istante non riuscì nemmeno a pensare ad una risposta, e si limitò a guardare il suo amico come se avesse appena detto che il giorno è buio e la notte è luminosa!

"Ehm... scusa, Hirokazu-kun? Non... er... non sono sicuro di aver capito..." mormorò. "Hai... hai detto... se ho un... Digimon?"

"Sì, hai capito bene, amico mio... voglio sapere tutto del Digimon che nascondi!" incalzò Hirokazu, invadendo lo spazio personale di Takato in un istante di eccitazione. "E non cercare di fare il finto tonto, perchè ho tutti gli indizi che mi servono per concludere che tu ne hai uno! Non sei il solo ad aver visto tutte e due le serie di Digimon quando le hanno date in televisione!"

Takato non sapeva più come comportarsi, di fronte al suo entusiasta amico che - chissà come, poi - aveva scoperto la verità su di lui. L'unica cosa che gli veniva in mente, sul momento, era di negare fino alla morte, sperando che ad un certo punto Hirokazu si convincesse di aver fatto un errore... "Ehm... Hirokazu-kun, mi sembra che tu stia correndo un pò troppo! Sei... sei sicuro di dormire abbastanza, anche tu? Io... ehm... non ho mai avuto un Digimon! Lo sanno tutti che i Digimon sono soltanto dei cartoni animati e dei videogiochi..."

"Ah, davvero? Cerchi di negare che esistono e che ne hai uno?" continuò imperterrito il ragazzo con il frontino. "E cerchi di farmi credere che ho avuto un'allucinazione? Heheheee... mi aspettavo che avresti avuto questa reazione, quindi... ho preso i dovuti provvedimenti!"

Mentre Takato continuava a chiedersi cosa stesse cercando di dire Hirokazu, e anche a preoccuparsi per il suo contatto con la realtà, il suo amico si voltò verso un paio di scatoloni di cartone impilato ad un lato della strada, e fischiò come per chiamare un cane addestrato! "Hey, Hagurumon! Okay, ora sì che puoi uscire! Ti voglio presentare un mio amico... anche a lui piacciono molto i Digimon!" disse. "Sono sicuro che voi due diventerete buoni amici! Forza, Hagurumon, non essere timido!"

Gli scatoloni di cartone non si mossero di un millimetro, e per diversi secondi i due ragazzi restarono là impalati a guardarli. Quando, dopo tutta quell'attesa, ancora non successe nulla, Takato ridacchiò goffamente, e si avvicinò ad Hirokazu con un pizzico di prudenza... "Ehm... beh, come posso dire, Hirokazu-kun... è... stato molto interessante... ma... sei proprio sicuro di non restare alzato troppo a lungo a giocare con i videogiochi? Sai, ho sentito che non è molto salutare..."

"Hagurumoooon!" chiamò nuovamente Hirokazu, questa volta con maggiore irritazione. "Che diamine, ti ho detto di non muoverti di qui! Allora, ci sei o non ci sei? Ti ho detto che non devi avere paura... voglio solo presentarti un mio amico, Takato Matsuda, uno che ama i Digimon come me! Andiamo, non fare il coniglio! Il Digimon di Hirokazu Shioda non può essere un pauroso!"

"Hirokazu-kun, ti ho detto che..." iniziò Takato... ma si bloccò di colpo e sentì la gola seccarsi quando vide uno dei due cartoni sollevarsi lievemente, e una piccola mano fatta di ingranaggi dorati che sporgeva da sotto il bordo! Con un leggero click click, il proprietario di quella mano iniziò a farsi avanti... e Takato vide due grandi occhi rossicci che lo guardavano con curiosità e paura al tempo stesso... poi, il Digimon nascosto sollevò ancora un pò la scatola e si fece avanti, vincendo i suoi iniziali timori, e Hirokazu lo accolse con un sorrisone a denti scoperti!

"Hey, Hagurumon!" lo salutò. "Ciao, come vedi sono tornato da scuola! Allora, come va? Scusa se ti ho chiesto di rimanere nascosto lì, ma non avevo davvero altro posto in cui... mia mamma, quando fa le pulizie, rivolta la mia stanza da cima a fondo! Ti avrebbe trovato subito! Allora, come avevo promesso ti presento il mio amico! Hagurumon, questo è Takato Matsuda... amico, questo è Hagurumon! Fate amicizia!"

Il ticchettìo degli ingranaggi si fece più pronunciato allorchè il Digimon macchina scostò del tutto la scatola che lo teneva nascosto, e si avvicinò a Takato, rotolando sulle ruote dentate che costituivano il suo corpo. Takato, dal canto suo, continuava a seguire il piccolo Digimon con lo sguardo, e sembrava che stesse pensando di essere in un sogno!

"Qu... questo è... questo è... un Digimon? Hi... Hirokazu-kun... mi stai dicendo che hai trovato tu questo Digimon? E... che hai... fatto amicizia con lui?" balbettò il ragazzino con gli occhialoni, mentre Hagurumon gli si avvicinava e, con la mano metallica, afferrava la gamba dei suoi pantaloni. Quello sì che era un periodo di scoperte incredibili! Prima Guilmon, poi gli altri Tamers... poi quei misteriosi uomini in nero e i Deva... poi quel Tamer misterioso che li aveva avvertiti di non restare coinvolti nella vicenda... e adesso, saltava fuori che anche uno dei suoi migliori amici di scuola aveva trovato un Digimon e lo stava tenendo con sè, come lui stava facendo con Guilmon...

"Già! E devo dire che questo Digimon ha dimostrato di essere un tipo sveglio, visto che ha scelto proprio il sottoscritto come partner!" affermò Hirokazu, sfregandosi il naso con un indice. "Ma... tornando al discorso di prima, amico, adesso che io ti ho fatto vedere il mio Digimon, perchè non mi fai vedere il tuo? Perchè... anche tu ne hai uno, giusto?"

Takato alzò lo sguardo da Hagurumon, che continuava a tirargli i pantaloni incuriosito... e sbattè gli occhi come se non avesse capito la domanda di Hirokazu. "Huh? Come... come sarebbe a...? Hirokazu-kun, cosa ti fa pensare che io abbia..."

"Hehehee... te l'ho detto, amico, non mi sono guardato tutte e due le serie di Digimon, dal primo all'ultimo episodio, per niente!" rispose Hirokazu, alzando un pochino la cresta. "Vedi... so abbastanza di Digimon da ipotizzare che, quando si apre una specie di varco nel cielo... soprattutto se è notte... e quando un tuo compagno di classe comincia ad allontanarsi per conto suo, facendo il misterioso con tutti... beh, le possibilità non sono poi molte!"

Takato alzò gli occhi al cielo. Solo Hirokazu poteva fare un ragionamento così scombinato, e allo stesso tempo così spaventosamente... esatto! Si era dimenticato, del resto, che la battaglia che lui e i suoi amici avevano sostenuto contro Vajiramon qualche giorno prima... beh, non era stata esattamente la più discreta che si potesse fare, soprattutto grazie al varco nel cielo che quel tipo di nome Yamaki aveva aperto grazie a qualche marchingegno assurdo...

Però, da qui a immaginare che Hirokazu avrebbe raggiunto simili conclusioni...

Takato abbassò la testa e guardò verso l'asfalto, osservando ora il piccolo Hagurumon che gli restituiva uno sguardo dubbioso... ora semplicemente il terreno. Non era ben sicuro di come parlare ad Hirokazu di questa cosa... anche perchè Hirokazu, da quanto aveva potuto vedere, non aveva nemmeno un Digivice, e quindi non avrebbe potuto combattere al suo fianco in caso di bio-emersione di Digimon ostili. E Hirokazu non era certo tipo da lasciarsi mettere in disparte...

"Hey, Takato-kun?" lo chiamò Hirokazu, agitandogli una mano davanti al viso. "Yu-huuu! Terra a Takato Matsuda! Mi ricevi? Ti stavo facendo una domanda!"

"Ah! Ehm... scusa, Kazu-kun, mi sono distratto..." affermò Takato. "Ehm... comunque, stavi dicendo... ah, sì, che volevi vedere... sì, insomma... il mio Digimon, non è vero? Stavo... stavo giusto pensando a..."

Hirokazu aggrottò le sopracciglia e piegò la testa da un lato. "A... che cosa? C'è qualche problema che dovrei sapere?"

Takato sospirò e si appoggiò una mao sul fianco. Come spiegare ad Hirokazu tutto quello che era sucesso, e cosa si sarebbe trovato ad affrontare se fosse davvero diventato un Digimon Tamer? Alla fine, però, decise che era meglio essere chiari con il suo amico fin dall'inizio, e alzò la testa, facendo cenno ad Hirokazu di venire con lui. "Sigh... e va bene, Hirokazu-kun... comunque, la faccenda è un pò più complessa di come potrebbe apparire... senti, forse è meglio se vieni con me e ne discutiamo quando arriviamo. Porta pure con te il tuo Digimon, con te sarà più al sicuro che qui da solo... e non rischierà di essere cacciato da qualche altro Digimon che vuole i suoi dati!"

Hirokazu sbattè gli occhi, un pò confuso, mentre raccoglieva Hagurumon e lo stringeva a sè... e il Digimon, quasi subito, si rilassò, sentendosi più al sicuro nelle braccia del suo Tamer. "Hmmm? Un Digimon che vuole... hey, amico, aspetta un momento! Dove stai correndo? Aspetta almeno che... Sgrunt..." cercò di protestare, quando Takato iniziò a correre in direzione del parco. Senza altra scelta che seguire il suo compagno, Hirokazu si affrettò nella stessa direzione, e seguì Takato verso una zona del parco a lui abbastanza familiare... era uno dei posti in cui lui, Kenta e Takato si sfidavano più spesso alle loro partite a Digimon Trading Card Game, prima che Takato iniziasse ad evitarli.

Takato si fermò soltanto sporadicamente per controllare che Hirokazu gli fosse ancora dietro e, con un cenno della mano, invitò lui ed un Hagurumon decisamente confuso a seguirlo in una macchia di alberi abbastanza fitta, verso una zona del parco che Hirokazu sapeva non essere molto frequentata. Quando Hirokazu entrò nella vegetazione, davanti a lui apparve una strana costruzione diroccata, verso la quale Takato si stava dirigendo. Ancora una volta, il ragazzino con gli occhialoni si fermò per chiamare Hirokazu ed Hagurumon... e quando questi ultimi si avvicinarono, Hirokazu prese fiato, un pò spompato per aver dovuto accelerare il passo, e guardò verso Takato.

"Uff... accidenti, amico, certo che anche tu... tagliare la corda in quel modo..." si lamentò Hirokazu. "Allora, mi vuoi dire come mai siamo venuti fin qui? E poi cosa volevi dire con... Wah!"

Sia lui che Hagurumon saltarono per la sorpresa quando un muso da rettile coperto di squame rosse e dall'espressione assolutamente ingenua e tranquilla fece capolino da dietro uno dei muri in rovina dell'edificio abbandonato... e li guardò con curiosità, mentre Takato si sfregava la nuca con una mano quasi volesse cercare di dire che era imbarazzato nel dare loro la notizia in questo modo...

"Hmm? Ciao, Takatomon, che succede? Ci sono problemi?" chiese Guilmon. "E... lui chi è? E' un tuo amico?"

"Ah... Aspetta un attimo, amico! Questo... questo..." boccheggiò Hirokazu, guardando il Digimon rosso che, nel frattempo, gli si stava avvicinando con circospezione, e aveva iniziato ad annusarlo per prendere confidenza con lui. Hagurumon, sempre fermo e muto tra le braccia del suo primo amico umano, sembrava a sua volta piuttosto spaesato... come se il Digimon rosso che gli stava davanti avesse qualcosa di diverso rispetto a tutti gli altri che aveva incontrato in vita sua...

Questa impressione gli fu confermata quando un emozionato Hirokazu, passata la sorpresa iniziale, si inginocchiò davanti a Guilmon, e iniziò a guardarlo attentamente, dalla testa ai piedi. Come Takato aveva previsto, la reazione di Hirokazu davanti a Guilmon era in egual misura costituita da meraviglia e confusione...

"Ta... Ta... Takato-kun... questo... questo... è il tuo Digimon?" esclamò Hirokazu, quasi senza fiato. "Ma... ma che... che razza di Digimon è? Non... non ne ho mai visto uno simile! Nel cartone animato non c'era! Voglio dire... per certi versi mi ricorda molto Agumon, il Digimon di Taichi... però, ora che lo guardo meglio mi sembra che abbia qualcosa anche di Veemon... e poi, e poi..."

Mentre Hirokazu sfrecciava da un lato all'altro di Guilmon, quasi volesse fotografarlo da tutte le direzioni, e Hagurumon assisteva esterrefatto alla scena, Takato non riuscì a trattenere una risatina divertita. Il suo amico, dando libero sfogo all'otaku di Digimon che era in lui, si era imbarcato in un discorso sulla prima e seconda serie dell'anime, discorso che era ovviamente ben al di là della portata del confuso Guilmon, nel tentativo di ricostruire che tipo di Digimon potesse essere! Quando finalmente si calmò, più per il fatto che aveva la gola secca che perchè aveva esaurito gli argomenti, Hirokazu tirò il fiato e deglutì prima di riprendere il discorso. "Ehm... insomma, Takato-kun... che Digimon è mai quello? Ho provato a ricordarmene... ma ora sono sicuro di non averlo mai visto, nè nelle due serie, nè nei film! Di... di che razza di Digimon si tratta?"

"O... Okay, Kazu-kun, adesso prendi un pò il fiato e calmati!" lo consigliò Takato, le mani alzate in un gesto di dissuasione. "Beh... innanzitutto è bene che cominci a presentarti il mio Digimon... si chiama Guilmon, ed è un Rookie di tipo Virus!"

"Tipo Virus?" chiese conferma Hirokazu, con la fronte corrugata.

"Sì, ma non ti preoccupare! Guilmon è un Digimon buono... anche se devo ammettere che la prima volta che è Digievoluto mi ha fatto un pò di paura!" ammise Takato. "Comunque... sì, è naturale che tu non ti ricordi di averlo mai visto nelle serie... perchè... ehm... il discorso è un pò complicato, e ci vorrà un pò di tempo per spiegarlo..."

"Ciaoooo! Calu!" esclamò la vocetta acuta di Calumon, interrompendo il discorso di Takato con un'agile planata che finì proprio in faccia al malcapitato Hirokazu! Con un mormorìo soffocato, il ragazzo col frontino incespicò all'indietro e andò a sedersi goffamente per terra, con ancora il piccolo Digimon bianco incollato alla faccia che ridacchiava come un bambino!

"Hmph... ha hoha... ugh..." brontolò Hirokazu, la cui voce arrivava smorzata e soffocata. Finalmente, riuscì a prendere in una mano il suo "assalitore" e se lo tolse di dosso, per poi darci un'occhiata. Inutile dirlo, rimase ancora una volta stupefatto vedendo che si trattava di un grazioso Digimon dalle orecchie simili ad ali e con uno strano simbolo triangolare sulla fronte, che sembrava interessato solamente a giocare con lui senza alcuna preoccupazione. "Ugh... e... e tu chi sei? E soprattutto... ti sembra quello il modo di salutare la gente? Saltandogli sulla faccia?"

"Heheheheheee... scusami tanto, calu calu..." ridacchiò Calumon. "Ho pensato che l'avresti trovato divertente... tu ti chiami Hirokazu, vero, calu? Io sono Calumon, molto piacere! Takato mi ha parlato di te, calu! Tu sei suo amico, vero?"

"Ehm..." replicò Hirokazu, non del tutto sicuro, mentre guardava Guilmon ed Hagurumon che si avvicinavano l'uno all'altro per presentarsi. Ancora un Digimon che non riusciva a riconoscere... "Sì... io sono Hirokazu Shioda, e vado alla stessa scuola di Takato... e... quello che in questo momento sta facendo conoscenza con... Guilmon, giusto?" si interruppe per un attimo, solo per chiedere conferma a Takato di aver sentito bene il nome. "Sì, ecco... lui è il mio Digimon, Hagurumon... ma, Takato-kun, mi spieghi cosa succede qui? Come mai ci sono tutti questi strani nuovi Digimon? E... come ci sono arrivati, qui? Allora... DigiWorld esiste davvero?"

Takato guardò Calumon che, del tutto indifferente al discorso, si arrampicava sulla testa di Hirokazu e, con la scusa di giocare con lui, iniziava ad arruffargli i capelli! "Ehm... come ho detto, Hirokazu-kun, la faccenda è un pò complicata, e forse faremmo meglio a metterci qui seduti a discuterne... sempre se hai tempo, si intende!"

"Io per i Digimon ho sempre tempo!" esclamò Hirokazu, con tono falsamente offeso. "Allora, amico, sputa il rospo... abbiamo un bel pò di tempo prima che arrivi la sera, e mi piacerebbe avere chiare un pò di cose, prima di tornare a casa... da dove vengono Guilmon e il batuffolo bianco che mi sta rovinando la pettinatura... e poi, di cosa stavi parlando, quando hai detto che alcuni Digimon avrebbero potuto prendere i dati di Hagurumon...?"

"Hey, hey, quante domande!" esclamò Takato. "Okay... allora, comincerò dall'inizio... tutto è cominciato alcune settimane fa, quando... come al mio solito, lo so... in classe mi sono distratto e ho cominciato a scarabocchiare qualcosa sul mio blocchetto degli appunti. Sai come sono fatto io, mi diverto a disegnare nuovi Digimon..."

"Heheh... sì, lo sappiamo un pò tutti, ormai..." scherzò Hirokazu. Ringraziò il cielo tra sè quando Calumon smise di scompigliargli i capelli e gli scese dalla testa...

Takato si schiarì la gola e riprese. "Ehm... sì, immagino di sì... Comunque, un giorno, mi era venuta in mente questa idea, e così..."

 

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Ruki Makino guardò con un pò di fastidio le carte che stava riordinando, facendosene passare un paio tra le dita prima di risistemarle nel mazzo senza eccessivo interesse. Stava riorganizzando il suo deck, in vista di un altro possibile confronto con i Digimon invasori... ma in quel momento, la giovanissima campionessa di Digimon Trading Card Game non era esattamente dell'umore giusto per una cosa del genere... come apparve subito chiaro dalle parole che bisbigliò tra sè.

"Hmph... maledizione, perchè continuo a pensare a quel tizio?" sibilò. "E soprattutto, chi si crede di essere, quello lì, per venire da noi, interromperci mentre stiamo combattendo... e dirci che non siamo in grado di affrontare i Deva? Bah, come se lui sapesse fare di meglio!"

Sbuffando, Ruki infilò nuovamente nel deck le carte che aveva estratto, e controllò che il mazzo fosse a posto. Sì, così sembrava... era completo, e le carte erano ordinate proprio secondo la strategia che lei aveva pensato. La prossima volta che qualche Digimon avesse provato ad emergere, Deva o non Deva, se la sarebbe vista brutta... ammesso, ovviamente, che quello sciocco di un batuffolino bianco si facesse vedere...

"Stavi di nuovo pensando a ciò che è successo ieri, Ruki?"

La ragazzina dai capelli rossi non si stupì, nè ebbe alcuna reazione quando sentì la voce morbida di Renamon nella sua mente: appoggiata la schiena, e girata appena un pò la testa verso la finestra della sua camera, Ruki intravide il mantello dorato e la figura slanciata della sua Digimon, in piedi sul ramo di un albero con le braccia incrociate sul petto. Segretamente contenta di poter parlare un pochino con la sua compagna digitale, Ruki pensò per un attimo a quello che voleva dire, prima di dare la sua risposta.

"Sì, più o meno è così, Renamon." disse. "Più penso a quel tizio, più ho l'impressione di averlo già incontrato. E anzi, mi sono fatta già una mezza idea di chi potrebbe essere..." Si poteva sentire un certo risentimento nel modo di parlare della ragazzina, ma Ruki decise di lasciar perdere quella parte, e si concentrò sul problema più imminente. "Piuttosto, quello che non mi spiego è... come fa ad essere un Tamer, e perchè sembra sapere tante cose più di noi! E poi, come ha fatto a far evolvere il suo Digimon, se non c'era Calumon con noi? Perchè quello Strikedramon era senz'altro un Champion..."

"Temo di non poterti essere d'aiuto, Ruki..." rispose la volpe ninja. Non che Ruki si aspettasse una risposta. "Anch'io, fino a ieri, pensavo che tu, Jenrya e Takato foste gli unici Tamers in circolazione. Tuttavia, quello Strikedramon non mi giunge nuovo. C'è qualcosa che mi è vagamente familiare in lui, anche se sul momento non saprei dire con esattezza cosa."

"Hmm... quindi, anche tu hai avuto questa impressione, eh?" chiese Ruki a scopo di conferma. "Beh, vorrà dire che la prossima volta che si farà vedere, ci faremo dare delle spiegazioni. Piuttosto, Renamon... come vanno le cose, là fuori? Quel fanatico... ha ripreso con i suoi esperimenti?"

"Se ti riferisci al personale di Hypnos, per il momento non sembrano essere attivi..." rispose Renamon. "E per il momento, non ci sono Digimon pericolosi in circolazione. Sembra che per adesso possiamo stare tranquilli, anche se non è mai il caso di abbassare la guardia."

"Ovviamente." rispose la rossa, dopo aver appoggiato il suo deck sul tavolo. "Bene, adesso il mio deck è pronto! Qualsiasi cosa arrivi da DigiWorld, io sono pronta ad affrontarla..."

"Yu-huuu! Ruki-chan, tesoroooo!" arrivò dal piano inferiore una vocina acuta, terribilmente familiare alla Tamer dai capelli rossi, che grugnì per il fastidio e si appoggiò una mano sulla fronte!

"Sgrunt... ecco invece qualcosa contro cui non ho nessuna strategia di gioco!" borbottò dopo aver scosso la testa. Come volevasi dimostrare, un istante dopo la porta scorrevole della sua camera si aprì, mostrando dietro di sè il volto raggiante di Rumiko Makino, la sua giovane mamma, tutta agghindata e pronta per uno dei suoi servizi fotografici! Renamon, rapida come l'aria, scomparve tra le foglie e chiuse gli occhi con fare apologetico. Quella era un'evenienza per la quale nemmeno lei poteva far molto...

"Ta-daaan! Allora, che te ne pare?" esclamò Rumiko, mostrandosi con baldanza ad una figlia che sembrava non vedere l'ora che quella buffonata finisse. Mamma Makino indossava uno di quegli eleganti e raffinati vestiti bianchi, simili a quelli di una sposa, con i merletti finemente ricamati e le spalline esageratamente grandi, guanti bianchi che le arrivavano fino quasi al gomito, e un velo bianco sulla testa. In pratica, esattamente il tipo di vestiti che la giovanissima Tamer detestava con tutto il cuore... e il suo intuito le permetteva di capire fin da subito dove sarebbe andata a parare sua madre...

"Ho un servizio fotografico tra un'ora... e ho pensato che saresti stata contenta di partecipare anche tu!" disse Rumiko, confermando senza saperlo i sospetti peggiori della figlia. Ruki non sapeva se le dava più fastidio l'idea di fare un servizio fotografico con quegli stracci addosso, o il tono allegro con cui sua madre le proponeva l'idea... "Che ne dici, Ruki-chan? Un modo per passare la giornata come mamma e figlia, senza che tu te ne stia sempre per conto tuo a fare i compiti e a giocare con le tue carte!"

Ruki alzò gli occhi al cielo e prese un respiro profondo, dicendo poi quello che pensava. "Uff... Insomma, mamma, quante volte te lo devo dire che io non sono interessata a queste cose? Devi fare un servizio? Benissimo, ma non coinvolgere me!" sbottò. "Io ho altro a cui pensare!"

La risposta di Ruki era stata più brusca di quanto forse volesse anche la ragazzina stessa... e l'espressione allegra di Rumiko cadde, lasciando posto ad una di confusione e dispiacere. Dopo essere rimasta in silenzio per un pò, aspettandosi che sua figlia almeno si voltasse un pò a guardarla dalla sedia della sua scrivania, Rumiko tirò un sospiro desolato. "Ruki... io non so come devo comportarmi, con te! Io... sto cercando di esserti amica, e di tenerti vicino a me... e tu invece, fai del tuo meglio per allontanarti!" disse. "Perchè? Io... proprio non ti capisco, Ruki-chan. Mi dispiace dirlo... ma è così!"

Ruki appoggiò un gomito sulla scrivania, e appoggiò la testa sul pugno chiuso, facendo la sua migliore espressione indifferente anche se - per quanto lei non volesse ammetterlo - sentiva un certo dispiacere che le rodeva nel petto. Al contrario di quanto poteva sembrare, Ruki voleva molto bene a sua mamma... ma in quei momenti, le sembrava davvero che lei e sua madre viaggiassero su due binari paralleli, senza mai incontrarsi. Lei... non aveva interesse in quello che sua mamma considerava invece bello ed eccitante, e questo Rumiko sembrava non riuscire a capirlo...

Non ebbe comunque la possibilità di dire nulla, visto che Rumiko, rassegnata alla decisione della figlia, la salutò debolmente, saluto che Ruki ricambiò voltandosi leggermente e agitando una mano prima che sua madre se ne andasse e scendesse, con espressione abbattuta, le scale che la portavano al piano inferiore. Dove, guarda caso, si trovava sua madre Saeko, che la osservava con l'aria di capire bene cosa la figlia provasse in quel momento.

"Io... proprio non capisco, mamma..." disse, tenendo tristemente in mano il bordo merlettato del vestito che indossava. "Perchè non riesco a legare con Ruki-chan? Io... credevo che le avrebbe fatto piacere passare un pomeriggio con me, e invece... non capisco dove sbaglio..."

"Rumiko-chan..." disse Saeko, accarezzando i capelli alla figlia come usava fare quando lei era bambina. "Non devi pensare che Ruki-chan non ti voglia bene. Lo sai, che lei non è mai stata un'allegrona, o una a cui piacciono le cose che di solito piacciono alle bambine. So che vuoi solo il meglio per lei, ma... così facendo, continuando a starle attaccata, c'è il rischio che tu ottenga l'effetto contrario, e la faccia allontanare da te. Dalle un pò di tempo e di spazio, Rumiko-chan. Sono sicura che poi arriverete a capirvi!"

Lo sguardo di Rumiko, pur speranzoso, dava l'idea di non essere troppo convinto di quello che nonna Saeko diceva. "Tu... ne sei sicura, mamma? Io... non ti nascondo che sono molto preoccupata per Ruki-chan, e non so se... sigh... accidenti, ora è tardi, e devo proprio andare! Ne... riparliamo più tardi, mamma, okay? Ci vediamo! Scusa, ma sono proprio di fretta!"

"Va bene, tesoro... ci vediamo dopo!" la salutò Saeko. Un istante dopo, Rumiko aveva già infilato la porta, ed era scomparsa all'esterno, lasciando sua madre e sua figlia in quella grande casa che, in momento come quelli, sembrava così triste e vuota...

 

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"O... Okay... Okay, amico... allora, fammi capire bene..." balbettò Hirokazu, alla fine del racconto che Takato gli aveva fatto delle sue ultime avventure. "Mi stai venendo a dire... che hai disegnato Guilmon sul tuo bloc-notes... hai deciso qual era il suo tipo, i suoi attacchi e tutto il resto... hai desiderato che lui fosse un vero Digimon con cui giocare... e poi, all'improvviso, ti è apparso davanti agli occhi?"

Takato si sfregò la testa con una mano, scompigliandosi ulteriormente i capelli che già di per sè non stavano in ordine. "Hehehee... sì, Hirokazu-kun, lo so che può sembrarti veramente assurdo... ma è la verità! Non... non ti saprei spiegare nemmeno io come sia successo, so solo che un attimo prima Guilmon non c'era, e l'attimo dopo... me lo trovo davanti!" rispose, accarezzando la testa del suo Digimon, che chiuse gli occhi e quasi fece le fusa per la contentezza! "Però... questa è stata solo la punta della montagna, come si suol dire!"

"Ehm... non sono un esperto di modi di dire... ma non dovrebbe essere 'la punta dell'iceberg'?" lo corresse Hirokazu.

Takato si fermò e si appoggiò due dita sul labbro inferiore, ripensando al modo di dire che aveva usato. "Ehm... vabbè, è lo stesso! Comunque... sì, poi sono successe tante di quelle cose... ho ricevuto il mio Digivice, e ho conosciuto Jenrya-san e Ruki-san... e poi, sono cominciati ad emergere tutti quei Digimon... IceDevimon, Brachiomon, i Deva, Orochimon... e abbiamo scoperto l'esistenza di un'organizzazione segreta che sta cercando di controllare i Digimon e vorrebbe sottrarci i nostri compagni! Insomma... ne sono successe un sacco, di cose, in tutto questo tempo!"

"Altrochè!" esclamò un esaltato Hirokazu Shioda, stringendo tra le braccia il suo Hagurumon come una ragazza con la foto del suo attore preferito! "Cavolo, amico, non credevo che sarebbe mai successo! Ho sempre sognato di essere un Digiprescelto come Taichi e Daisuke, e ora finalmente ne ho la possibilità! Allora, dimmi... che cosa devo fare per avere il mio Digivice personale? Devo portarmi sempre dietro il mio deck di carte, giusto? Perchè questi Digivice funzionano in maniera diversa da quelli che ho visto nell'anime..."

Hirokazu era diventato praticamente un treno in corsa per l'eccitazione, e Takato faceva fatica a seguire tutte le domande che faceva, come una sventagliata di mitragliatrice. Tuttavia, dal discorso gli appariva chiaro che Hirokazu non aveva capito una cosa che lui riteneva fondamentale per un Digimon Tamer... e questo contribuì a smorzare l'umore del ragazzino con gli occhialoni. Sapeva che Hirokazu ne sarebbe rimasto piuttosto deluso, però... era anche giusto che il suo amico sapesse la verità sui Digimon, e che non erano esattamente la bella fiaba che potevano sembrare guardando il cartone animato...

"Hirokazu-kun..." cercò di iniziare il discorso... e Hirokazu, sorprendentemente, cessò la sua sfilza di parole per ascoltare quello che il suo amico aveva da dire. "Ehm... beh, posso capire che tu sia molto contento di aver incontrato il tuo Digimon..." e qui guardò il timido Hagurumon con espressione affettuosa. "E... posso anche capire che tu sia eccitato all'idea di diventare un Tamer e... sì, insomma... vivere tutte queste avventure!"

"E chi non lo sarebbe, scusa?" esclamò il ragazzo con il frontino, a rischio di partire di nuovo per la tangente. "Diamine, amico... magari avremo pure fortuna e riusciremo ad andare nel Mondo Digitale per sistemare il cattivone che manda tutti questi Digimon! Chissà chi sarà il capo dei Deva? Sarà una cosa in stile Apocalymon, immagino! E per batterlo dovremo far brillare le nostre Crest e..."

Si accorse che Takato, Guilmon, Calumon... e persino Hagurumon lo stavano guardando con espressione molto stranita, e si calmò all'istante, tossendo un paio di volte per nascondere l'imbarazzo. "Ah-ehm... comunque, Takato-kun... sì, stavi dicendo?" chiese.

"Beh... ecco, si tratta di una cosa di cui mi sono reso conto in questi giorni, mentre combattevo con Guilmon con tutti quei Digimon..." affermò Takato... per poi assumere un'espressione molto più seria. Okay, era venuto il momento di far capire ad Hirokazu che le sue aspettative potevano essere deluse fin troppo facilmente... "Beh... so che non ci crederai, Hirokazu-kun, ma... combattere contro i Digimon... beh, come te lo posso dire... è... una cosa che io ho provato e... sì..."

"Hmm? Che c'è, Takatomon?" chiese Guilmon, distrattosi dalle presentazioni con Hagurumon. "Cosa c'è di tanto brutto che devi cercare le parole per dirlo... al tuo amico!"

Hirokazu sospirò, evidentemente pensando che il suo amico stesse prolungando inutilmente il discorso. "Il tuo Digimon ha ragione! E andiamo, amico, non menare il can per l'aia!" esclamò ad un certo punto. "Se c'è qualcosa che mi devi dire... dilla, punto e basta! Non stiamo qui a perdere tempo!"

"Ehm, giusto, immagino tu abbia ragione..." disse Takato, agitando una mano davanti a sè. "Allora... quello che voglio dire è che combattere contro i Digimon non è poi così bello come può sembrare guardandolo in televisione! Qui... c'è in gioco la tua vita, e questo non lo devi dimenticare! E non solo la tua... questi Digimon selvaggi possono anche prendersela con semplici passanti, o distruggere le costruzioni attorno a loro! E allora... e allora la situazione non è più tanto divertente!"

Hirokazu corrugò leggermente la fronte, non del tutto sicuro di condividere la preoccupazione di Takato. Che cosa c'era di tanto pericoloso, si chiedeva. L'importante, se era tutto qui il problema, era intervenire il più rapidamente possibile e fermare il Digimon invasore prima che potesse diventare davvero pericoloso! Che altro c'era da fare? Era quello che facevano i Digiprescelti quando un Digimon entrava nel Mondo Reale... lo rendevano inoffensivo, e lo facevano tornare indietro. E quando questo non era possibile, lo cancellavano punto e basta. Perchè avrebbe dovuto essere diverso nel caso dei Digimon Tamers?

Ma Takato non aveva ancora finito. "Oltre a ciò, ricorda che i Digimon possono apparire in qualsiasi momento della giornata. Loro non hanno i nostri stessi orari... e ogni qualvolta questo accadrà, dobbiamo immediatamente mollare quello che stiamo facendo, e andare a contrastarlo..." continuò. Certo, non era questo un argomento con cui era possibile convincere uno come Hirokazu, che anzi sarebbe stato molto felice di potersi assentare da scuola per potersi godere una breve avventura come difensore della città. "E non dimenticare... che prima di diventare un Digimon Tamer devi avere il tuo Digivice e il tuo deck di carte, altrimenti non puoi fare nulla! I nostri Digimon... evolvono soltanto quando viene usata una carta della Digievoluzione!"

"Ah... capisco." rispose Hirokazu, un pò deluso. "E... immagino che un Tamer non possa usare nessun altro Digivice se non il suo... e che tu non sappia come si debba fare per averne uno! Giusto?"

"Appunto..." annuì Takato. "Quello che ho io... mi è apparso davanti senza alcun preavviso, e lo stesso vale per Jenrya-kun e Ruki-san..."

Un improvviso squillo di cellulare attirò l'attenzione di Takato, Guilmon e Calumon, e il ragazzino andò a pescare con la mano nella sua tasca, ne estrasse il telefonino e rispose. "Pronto? Jenrya-kun, sei tu?" disse. "C'è... qualche problema? Hmm... Sì... sì, capisco... un Digimon è apparso... okay... okay, allora io e Guilmon arriviamo il prima possibile!"

"C'è un altro Digimon in circolazione, Takatomon?" esclamò Guilmon, i cui occhi si stavano già stringendo per la tensione. Calumon drizzò le sue grandi orecchie, e Hagurumon fece tintinnare tra loro gli ingranaggi, esprimendo un senso di allarme... mentre Hirokazu restava fermo, con la bocca chiusa e gli occhi leggermente serrati.

"Hmm... okay, allora tu ti trovi... sì, Calumon è con me! Hai già avvertito Ruki-san?" disse Takato. Si sentì la voce di Jenrya che rispondeva qualcosa, e finalmente Takato concluse la chiamata. "Bene... allora aspettami lì, arrivo non appena posso! Certamente!"

Il ragazzino interruppe la chiamata e tirò fuori il suo Digivice, mentre faceva cenno a Guilmon di venire con lui. "Guilmon! Dobbiamo intervenire, c'è un Digimon che è emerso nel Mondo Reale!"

"Sono già pronto, Takatomon! Andiamo!" esclamò il dinosauro rosso.

"Anch'io, calu!" esclamò Calumon, svolazzando sulla testa di Guilmon e usandola come mezzo di trasporto. Anche Hirokazu ed Hagurumon, lasciandosi prendere dall'eccitazione del momento, si alzarono in piedi e fecero per seguire il terzetto... ma si fermarono quando Takato, con gentilezza ma anche con convinzione, alzò una mano per dire loro di fermarsi.

"Hirokazu-kun... davvero, apprezzo molto che tu e Hagurumon vogliate darci una mano, ma la verità è che in questo momento non siete in grado di farlo... e come ho detto, visto che i Digimon si cibano di dati, il nostro avversario non esiterà un istante a distruggere Hagurumon e ad assorbirlo!" gli disse. "Aspettate qui... poi, quando avremo finito, vi racconteremo tutto, okay? Andiamo, Guilmon, non c'è più tempo da perdere!"

"Va... va bene, amico! Ma cercare di tornare interi, okay?" rispose Hirokazu, restando indietro mentre i tre amici si affrettavano ad uscire dalla tana di Guilmon e a tornare sulla strada battuta. Quando Takato, Guilmon e Calumon se ne furono andati, Hirokazu attese ancora un pò, in modo da essere sicuro che i suoi amici fossero abbastanza lontani... poi, si piazzò una mano sotto il mento per sfregarselo, e ghignò con intento malizioso! Figurarsi se lui, Hirokazu Shioda, restava là come un idiota mentre loro andavano a dare quattro pugni ad un Digimon malvagio! Anzi, quella era la loro occasione per vedere con i loro occhi una vera battaglia, e non fosse mai detto che se la sarebbero lasciata scappare!

"Hehehee... e così, amico, tu pensi davvero che il sottoscritto lasci a te e ai tuoi compagni Tamers tutto il divertimento?" disse tra sè. "No davvero... se credevi che ti avrei ascoltato, significa che proprio non mi conosci! Non è nemmeno necessario che io e Hagurumon combattiamo per davvero... Hagurumon!"

Il piccolo Digimon meccanico alzò gli occhi verso il suo Tamer, mentre questo si piegava sulle ginocchia e lo raccoglieva con una delicatezza di cui molti non avrebbero ritenuto Hirokazu capace. "Okay, piccolo amico, adesso... il tuo Tamer ti farà vedere una vera battaglia! Un assaggio di quello che ci aspetta in futuro! Vedrai, sarà eccitantissimo!" disse, con un tono che voleva essere incoraggiante, ma che riuscì soltanto a confondere il piccolo Rookie. "Forza, non aver paura! Sono qui io, e farò in modo che nessun Digimon ti faccia del male! Dopotutto... io sono pur sempre il tuo Tamer!"

Quest'ultima frase sembrò tranquillizzare, almeno un pò, il piccolo Digimon, che si mosse come per annuire, e i cui occhi persero un pò di quella luce di incertezza che fluttuava in essi... e un istante dopo, Hirokazu si incamminò con passo spedito nella stessa direzione verso la quale si era diretto Takato...

"Forza, allora! Non perdiamo altro tempo!"

 

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All'interno di un grosso banco di nebbia digitale, un'automobile accartocciata e ridotta ad un informe ammasso di lamiere volò in aria e si schiantò miseramente addosso ad un lampione, piegandolo e mandandone in frantumi la lampadina, che fece precipitare a terra una cascata di vetri scheggiati. L'allarme antifurto si attivò, mentre una fiammata si levava dal motore della macchina ormai semidistrutta... e il responsabile di tutta quella distruzione insensata lanciò un tremendo ruggito e riprese ad attaccare tutto quello che gli si parava davanti, alla furiosa ricerca di qualcosa...

Si trattava di un Digimon corazzato delle dimensioni di un autobus, un gigantesco rinoceronte il cui corpo era quasi tutto nascosto sotto una corazza dorata abbastanza spessa da sembrare in grado di fermare anche una raffica di mitragliatrice, che lasciava scoperte soltanto le piccole orecchie a sventola, la mascella inferiore, e una parte delle zampe. Questa corazza era composta da larghe piastre di Chrome-Digizoid dorato dal bordo in argento che si incastravano l'una sull'altra, tappezzate di rune argentate a forma di onde poste anche in corrispondenza degli occhi. Due lunghe corna, simili a punte di lancia, si dipartivano dal suo elmo, una più piccola in mezzo agli occhi... e un'altra, quasi più lunga della testa stessa, dalla punta del muso feroce! Il bordo inferiore dell'elmo e le giunture tra il corpo principale e le 'gambe' dell'armatura erano decorati da gemme rosse romboidali che contribuivano a dare al pachiderma corazzato un aspetto ancora più combattivo. Per finire, i 'piedi' della bestia erano protetti da una sorta di zoccoli dorati armati di corte unghie dorate, e la sua corta coda a punta frustava nervosamente l'aria, mentre due sbuffi di vapore bianco fuoriuscivano dalle sue narici, ad ulteriore conferma della furia incontrollabile che lo animava! Il Digimon simile ad un rinoceronte muggì di nuovo, e guardò a destra e a sinistra in cerca di qualcos'altro da distruggere: il suo sguardo si posò su un cassonetto dell'immondizia, che un istante dopo venne caricato a folle velocità e fatto a pezzi!

 

ANALIZZATORE DIGIMON

 

Nome: Rhinomon

Tipo: Mammifero

Attributo: Anti-Virus

Livello: Armour

Attacchi: Split Blade, Atomic Burst

Pur essendo dotato di vista molto scarsa, Rhinomon si affida al suo udito finissimo e al suo olfatto acuto per snidare i Digimon malvagi, poi li carica e li colpisce con il suo enorme corno, capace di far ribaltare un aereo di linea! La sua velocità di carica è stimata attorno ai trecento chilometri all'ora!

 

Ormai, il Digimon corazzato era circondato da un'impressionante spettacolo di distruzione... e dall'esterno della nebbia si riuscivano a sentire le grida di paura delle persone che erano state costrette a fuggire e che, per qualche motivo, erano rimaste nelle vicinanze. Probabilmente, a tutte loro sembrava di essere all'interno di un film di kaiju...

E tra queste, anche se un pò in disparte rispetto alla folla che si stava disperdendo, c'erano i due inseparabili amici, Terriermon e Jenrya. Che, in quel momento, avevano assistito allo spettacolo di un'altra macchina che veniva sollevata come un fuscello e sbattuta sul marciapiede senza tanti complimenti. Pezzi di carrozzeria, vetro e parti meccaniche si sparsero tutt'attorno, e i pochi civili rimasti furono costretti a fuggire ancora più in là per non essere colpiti...

"Oh, cavolo..." esclamò Terriermon, stringendo i denti davanti a quello spettacolo. "Spero proprio che il proprietario di quella macchina sia assicurato, o saranno grane... E quanto ci mettono quei due ad arrivare, santi numi? Qui abbiamo un Digimon pazzoide che sta buttando all'aria mezzo quartiere!"

"Abbi pazienza, Terriermon, li abbiamo chiamati soltanto cinque minuti fa!" lo calmò Jenrya... anche se tra sè, sperava anche lui che Takato, Ruki e i loro Digimon non ci mettessero troppo tempo! Una volta che il Digimon avesse finito di demolire tutto quello che aveva attorno, avrebbe cercato qualcos'altro da distruggere... "E poi... senza Calumon, non è che possiamo fare molto!"

"Sigh... magari potessimo evolvere per conto nostro! Scusa, Jen, ma i Digimon del cartone animato non evolvevano praticamente da soli nel momento in cui i loro partner erano in pericolo?" rispose Terriermon. "Perchè non possiamo fare lo stesso anche noi, accidenti?"

Il ragazzino cinese si appoggiò una mano sulla tempia e scosse la testa. Bella domanda. Sarebbe piaciuto anche a lui saperlo... ma quello non era un cartone animato, bensì la realtà!

"Jenrya-kun!" si sentì chiamare un istante dopo dalla voce di Takato, arrivato giusto in tempo accompagnato da Guilmon e Calumon. Il ragazzino cinese si voltò e vide arrivare proprio coloro che sperava... e Takato si fermò un attimo vicino a lui per riprendere fiato. "Uff... uff... scusa... il ritardo... Ero... ero con Hirokazu-kun, e mi ha tenuto un pò di tempo... senti, Jenrya, c'è una cosa molto importante che..."

Rhinomon, all'interno del Digital Field, ruggì di nuovo, e un colpo del suo corno d'acciaio si abbattè sull'asfalto, aprendovi una profonda crepa che andò fin quasi a toccare i piedi dei due ragazzi! Al che Takato pensò bene che qualsiasi cosa riguardasse il suo amico e il suo Digimon poteva aspettare... prima, loro due e Ruki dovevano occuparsi del Digimon senza controllo!

"Takato! Credo... che ogni conversazione dovrà aspettare che quel simpaticone là dentro sia sistemato!" affermò Terriermon. "Ora, se soltanto, la signorina Digimon Queen si desse una mossa, noi potremmo anche gettarci nella mischia!"

"Non c'è bisogno che tu me lo ricordi, stupido cagnolino." rispose Ruki un istante dopo, cogliendo di sorpresa Terriermon nel momento in cui apparve, sulle spalle di Renamon, a fianco di Jenrya. "Okay, ora ci sono anch'io, e vedo che c'è anche il batuffolino bianco. Allora, cosa stiamo aspettando? Andiamo a fermare quel Digimon."

"Un giorno, mi faranno venire un colpo, con quel loro vizio di apparire dal nulla!" borbottò Terriermon. Tuttavia, non disse altro, e sia lui che il resto dei membri del gruppetto si diressero verso il banco di nebbia per affrontare Rhinomon. Nel momento in cui Takato e Guilmon per primi entrarono nella nebbia, intravidero la sagoma del rinoceronte corazzato che si aggirava furiosamente sul posto, con le orecchie pericolosamente drizzate. Il mammifero corazzato aveva percepito l'arrivo dei Digimon, e con essi la possibilità di assorbire un bel pò di dati...

"Occhi aperti, Renamon..." affermò Ruki, scendendo dalla spalla della volpe ninja nel momento in cui Rhinomon divenne visibile. La ragazzina mise mano alle sue carte e ne tirò fuori una, preparandosi a far evolvere la sua Digimon nel momento in cui il Digimon corazzato avesse caricato. "Sono sicura che il nostro... Mister X... si farà vedere ancora una volta, e questa volta gli faremo vedere che non siamo dei dilettanti!"

"Già... e magari vedremo anche di chi si tratta!" affermò Jenrya. "Ma per adesso... occupiamoci di questo tipo!"

"Momentai! Questo pachiderma sarà un gioco da ragazzi! Avanti, bestione, fatti sotto! Non aspetto che te!" rispose Terriermon... per poi voltare le spalle a Rhinomon e usare una delle sue orecchie per darsi qualche pacca sul fondoschiena, in modo da prendere in giro la bestia! Arrabbiato, Rhinomon si voltò verso di lui e cominciò a strisciare una zampa anteriore sull'asfalto per darsi la carica...

"Ehm... okay, Terriermon, ora direi che abbiamo tutta la sua attenzione..." mormorò Takato. "E va bene, cominciamo! Card Slash!"

"DIGIVOLUTION ACTIVATE!"

Tutti e tre i ragazzi attivarono i loro Digivice con la carta della Digievoluzione, e come sempre accadeva, il simbolo triangolare sulla fronte di Calumon si illuminò, e i Digimon vennero avvolti da un'aura di energia, prima di evolvere alle loro forme superiori!

"Guilmon shinka... GROWLMON!"

"Terriermon shinka... GARGOMON!"

"Renamon shinka... KYUUBIMON!"

Il Digimon rinoceronte smise per un attimo di prendere la carica, e i tre ragazzi capirono che il pachiderma esitava. Le Digievoluzioni lo avevano colto di sorpresa... ma non appena realizzò che dei Digimon di livello più alto volevano dire più dati da assorbire, riprese a puntare contro di loro. Growlmon, Gargomon e Kyuubimon si misero in guardia, pronti a respingere l'attacco nel momento in cui Rhinomon si fosse scagliato contro di loro...

"Hmmm... avversario difficiletto, se posso dire la mia! E' tutto coperto di ferraglia!" commentò Gargomon. "Okay... allora forse è meglio lasciargli fare la prima mossa, mentre cerchiamo un punto debole nella sua armatura!"

"Va bene..." rispose Takato, mentre iniziava a cercare nel suo deck qualche carta che gli permettesse di aggirare il punto di forza più evidente di Rhinomon. "Allora... tenetevi pronti, e non fatevi intimorire!"

"Hey, occhialoni, adesso non darti tante arie da capo!" lo avvertì Ruki storcendo il naso. "So meglio di te che razza di Digimon è questo!"

Growlmon serrò gli occhi, le cui pupille si fecero strette ed ellittiche... e quando Rhinomon fece il primo passo in avanti, iniziando a percuotere la terra con le sue enormi zampe mentre partiva alla carica, era già pronto a scansarsi!

"Il combattimento comincia!" esclamò, e si apprestò a rispondere al colpo...

 

----------

 

"Buonasera, signori passeggeri. Il volo TS787 da San Francisco a Tokyo sta proseguendo come da programma. Prevediamo di atterrare all'aeroporto di Narita tra sei ore. Tra poco, sarà servita la cena. Vi auguriamo un buon proseguimento."

"Hmmm...?" mormorò la ragazzina seduta in uno dei posti della fila centrale, mentre con un movimento involontario scostava la coperta che teneva sulle gambe. Svegliatasi di soprassalto dal sonno in cui era piombata senza nemmeno accorgersene, si sfregò gli occhi e cercò di mandare via quel pò di stordimento che le rimaneva addosso... non era abituata a dormire di giorno, e quel volo, che stava facendo sembrare la giornata ancora più lunga, non era certo stato salutare ai suoi ritmi biologici...

"Oh, Alice, sei sveglia?" le chiese l'uomo seduto al suo fianco, un signore che si stava avvicinando alla sessantina d'anni, e che poteva tranquillamente essere suo nonno. "Ad un certo punto ti sei addormentata... e ho cercato di non disturbarti. Come va?"

La bambina di nome Alice alzò lo sguardo verso il signore, e annuì senza dire una parola, con aria apparentemente priva di emozioni. Abbastanza alta per la sua età, che sembrava essere attorno ai dieci/undici anni, era vestita completamente di nero, con una elegante camicetta, una gonna lunga fino alle ginocchia e calze che coprivano tutta la gamba, con scarpe dello stesso colore. Il suo modo di vestire rendeva ancora più evidente il contrasto con la sua pelle chiarissima e i suoi occhi azzurri splendenti, che la facevano assomigliare ad una fragile bambolina di alabastro, e i suoi capelli biondi erano legati in due codine, in stile 'gothic lolita'. La sua figura proiettava un'ombra di mistero, e forse, a guardarla così, sarebbe stato possibile dire che aveva anche qualcosa di inquietante: non mostrava emozione, e non sembrava neanche disposta a parlare tanto...

Il signore che la accompagnava annuì con un sorriso appena accennato. "Bene... adesso cominciano a portare la cena. Avrai un pò fame, immagino..." le disse, mentre la bambina bionda si rimetteva a posto e, con un lento gesto della mano, rimetteva a posto le pieghe del suo vestito nero.

"Sì, nonno. Un pò." rispose Alice, con voce piatta, mentre tornava a guardarsi in giro, apparentemente persa nei suoi pensieri...

 

CONTINUA...

 

Note dell'autore: Ebbene sì, amici... quella che avete visto era proprio Alice McCoy, la piccola gothic lolita che ha permesso ai Tamers di eseguire la Biomerge nel Mondo Reale per combattere il D-Reaper! Questo personaggio è un vero e proprio punto di domanda... tant'è che neppure Chiaki Konaka ha mai detto nulla di ufficiale su di lei! Certo, sono venute fuori delle teorie, ma nessuna di essere è supportata da prove canoniche... quindi, alla fine, fa un pò la figura del classico Deus Ex Machina! Il mio scopo è darle un background e maggiore spessore... e perchè no, magari anche renderla un personaggio con una sua importanza!

Anche Hirokazu ora sa dell'esistenza dei Tamers, del Mondo Digitale e di tutto il resto... ma ancora non ha un Digivice, ed è praticamente un dato di fatto che il suo entusiasmo lo caccerà in qualche guaio! Di questo passo, anche Juri avrà presto il suo Digimon e Digivice... E Yamaki... beh, lui e i Monster Makers non se ne staranno con le mani in mano! Il loro progetto sta per completarsi... e questo vuol dire guai, per i nostri Tamers!

Se volete sapere come andrà a finire... beh, attendete pazienti il prossimo capitolo, nel quale porterò a termine il combattimento iniziato qui... e probabilmente inserirò nuovi sviluppi! Spero che questa storia non stia rallentando troppo, visto che sto cercando di mantenere il ritmo che avevano le puntate della prima metà di Digimon Tamers...

Okay, allora! Alla prossima! Le altre mie fanfic dovrebbero essere aggiornate entro breve, in particolare quella di MegaMan!

 

Justice Gundam

 

 

  
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