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Autore: Immahia94    15/03/2016    1 recensioni
"voglio essere una nonna libera e indipendente" queste furono le famose parole pronunciate da Camilla, che hanno devastato Gaetano. Dopo quel giorno Gaetano colse l'opportunità di allontanarsi per un po da Torino e da Camilla.
Sono passati circa cinque mesi e Gaetano si è trasferito a Roma, non ha avuto più contatti con Camilla ma li ha mantenuto con Torre il quale di tanto in tanto lo informa sulla donna. Come reagirà Gaetano quando un bel giorno all'improvviso si troverà Livietta nel suo ufficio in cerca del suo aiuto. E soprattutto quale sarà il motivo di tanta urgenza per aver spinto Livietta a cercare l'uomo essendo a conoscenza degli eventi. E Camilla dal canto suo come se la passa...
Spero questa storia vi piacerà e vi farà appassionare.
Buona lettura
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Raggomitolata in un angolo non poteva far a meno di ragionare sul suo rapimento non si dava pace non riusciva proprio a spiegarsi il motivo di tale gesto infondo lei era solo una prof di 50 anni single e con una nipotina dà coccolare.
In quella stanza buia e fredda il tempo sembrava non scorrere mai, si era ritrovata a fare i conti con la sua coscienza e con il suo cuore, pensava alla sua famiglia alla sua dolce nipotina e inevitabilmente anche a Gaetano.
Già proprio a lui pensava, a quanto dolore gli avesse arrecato, a tutte le volte che ha rinnegato ciò che provava solo per paura lo stesso uomo che l’ha amata interrottamente per 10 anni, lo stesso uomo che c’è sempre stato e che nonostante tutto non l’aveva mai abbandonata, lo stesso uomo che aveva il potere di infonderle coraggio solo sfiorandola, lo stesso che amava tutto di lei anche il più piccolo difetto che la faceva sentire amata anche con un solo sguardo, lo stesso uomo che nonostante tutto anche dopo averlo lasciato davanti ad una macchinetta del caffè con un insulsa frase “voglio essere una nonna libera e indipendente” continuava ad amarla.
Era cosciente che se non lo avesse allontanato lei ora non starebbe rinchiusa in quella stanza.
Si dava della stupida, perché se non avesse rinnegato per l’ennesima volta i suoi sentimenti ora non si sarebbe trovata in quella situazione, se ci fosse stato Gaetano l’avrebbe protetta a costo della vita e invece lo aveva lasciato in un modo orribile e di questo era consapevole mentre se avesse saputo determinate cose prima, non ci avrebbe pensato due volte a tenerselo stretto.
Sapeva che chi l’aveva rapita aveva aspettato il momento più opportuno, il momento in cui era più fragile e sola per colpire ma perché poi.
Erano passati svariati giorni e ancora non riusciva a spiegarsi il perché l’avessero rapita, forse era una questione di riscatto? Forse avevano già fatto una richiesta di riscatto?? Era l’unica opzione probabile visto che non si era impicciata più in casi di omicidio da quando Gaetano era andato via quindi e di conseguenza di certo non era stata rapita per colpire l’uomo, non aveva nemici oddio forse qualche studente non l’amava ma non poteva certo essere stato uno di loro.
Niente, non le veniva proprio in mente una spiegazione, era certa che chi l’avesse rapita era qualcuno organizzato che sapeva come muoversi senza dare nell’occhio, non avrebbe mai immaginato che dando un aiuto ad un uomo in difficoltà si sarebbe ritrovata rapita e rinchiusa in una stanza buia e fredda.
L’unica certezza che ha è quella di mantenere la calma e i nervi saldi, di certo non poteva permettersi il lusso di avere un crollo nervoso e cadere nella disperazione più profonda, anzi appena doveva agire e appena avesse avuto l’occasione di fare la sua mossa non l’avrebbe sprecata aveva troppe cose da perde e molto da proteggere. Nemmeno il tempo di pensarlo che gli è stata servita su un piatto d’argento.
 
X – Cos’è quel broncio mia cara prof?? -  disse l’uomo con aria divertita;
C – beh diciamo che essere rinchiusa in una cella nel degrado più assoluto sia la cosa più piacevole del mondo - disse con un sorriso ironico;
X – Almeno l’umorismo non le manca –
C – già! – aveva un aria irritata e disgustata
X – lasciamo perdere i convenevoli – estrae un foglio e una penna dalla tasca e li porge a Camilla – Tenga! Il capo vuole che lei scriva una lettera dove giustifica il suo allontanamento e che nessuno la deve cercare – aveva un aria sempre più divertita
C – nessuno crederà che io mi sia allontanata volontariamente – stava con tutte le sue forze cercando di non perdere la calma
X – Beh cerchi di fare il suo meglio!! – con sorriso sornione stampato sulla faccia – come le ha detto in macchina pochi giorni fa, abbiamo ordine di fare del male alla sua famiglia in caso lei si ribelli o cerchi di azzardare qualche mossa! –
C – lasciate stare la mia famiglia – nei suoi occhi si leggeva il terrore
X – beh allora faccia come le ho detto! –
C – va bene! -  con tono sconfitto
X – brava il capo mi ha detto che è una persona ragionevole –
C - già evidentemente mi conosce bene!! -  sperava che il rapitore le avrebbe risposto facendo trapelare qualche informazione
X – beh io credo di si visto che mi ha avvisato anche sulla sua astuzia e sulla capacità di investigazione –
C – Ah! –
X – glielo ripeto, sii convincente e non fare scherzi!! –
C – ho capito! –
X – Brava!! Passo dopo a ritirare la lettera faccia con calma tanto il tempo non le manca – uscì dalla stanza ridendo in modo ironico e divertito;
 
 
Prese il foglio e la penna, anche se non lo voleva ammettere era terrorizzata. Non poteva permettere che facessero del male alla sua famiglia. 
Iniziò a pensare a cosa scrivere, di certo avrebbero letto la lettera prima di spedirla e anche se non l’avessero fatto non poteva correre il rischio. Passarono circa due ore e ancora non aveva scritto niente, aveva passato il tempo a fissare un ciondolo che le aveva regalato Livietta;
 
Camilla su pensa un po’!! Forza la fantasia non può mancarti proprio ora, devi trovare un modo per far capire che sei in pericolo.
 
Continuò a fissare il ciondolo fin quando non le brillarono gli occhi;
 
Ma certo come ho fatto a non pensarci prima!
 
Si diede un piccolo colpo sulla testa come per darsi della stupida e iniziò a scrivere, finì proprio quando il rapitore arrivò nella stanza per ritirare la lettera.
 
X – spero che tu abbia fatto un buon lavoro!? –
C – ecco!! – sperava vivamente che non si accorgesse di nulla nel leggere la lettera
X – permetti vero?? – nel leggere la lettera si stampò un aria soddisfatta sul viso – eeeh brava la mia prof!! –
C – Grazie!! – si stampò un finto sorriso sulla faccia – avrei una richiesta da fare! –
X – sentiamo un po’–
C – Vorrei se possibile che oltre alla lettera consegnaste questo a mia figlia!! –
X – beh perché no! – con tono ironico – almeno avrà qualcosa per cui ricordarla –
C – molto gentile! – non riusciva a togliere quell’aria di insofferenza dalla faccia – Ora spero che lascerete in pace la mia famiglia!! –osò dire con tono duro e di sfida
X – ma certo la sua famiglia l’avremmo lasciata in pace comunque…. A differenza di altra gente!!! -  gli piaceva leggere il terrore nei suoi occhi
C – cosa vuol dire “a differenza di altra gente???” – sgranò gli occhi e balbettò perché non sapeva cosa pensare
X – non faccia la finta tonta ha capito benissimo a chi mi riferisco!!! – non poté trattenere una risata perfida e divertita
C – Gaetano?! Cosa volete da lui? – sempre più agitata e impaurita
X – su non faccia così!! – chiudendo la porta della stanza disse con aria appagata – se lei farà la buona forse il capo risparmierà la vita al suo amato vicequestore –
C – cosa centra lui adesso?? –
X – lo capirete molto presto – non riusciva a non ridere – prima che mi dimentichi a chi devo consegnare questa lettera?? –
C – a mia figlia Livietta – quasi non riusciva a parlare sentì le lacrime bagnare le sue guance
X – bene provvederò subito – continuò a ridere divertito mentre si allontanava dalla stanza
 
Sentiva quella risata così malvagia rimbombare nella sua testa, iniziò a piangere a dirotto non poteva pensare che potesse succedere qualcosa a Gaetano per colpa sua.
 
 
 
 
Da quando aveva lasciato Livietta e Renzo non era riuscito a darsi pace, non poteva credere che Camilla fosse scomparsa nel nulla, si fosse allontanata volontariamente, ogni sua parte del corpo si rifiutava di credere a ciò.
 Aveva passato la notte in bianco, era uno straccio peggio di quanto non lo fosse già, sapere Camilla in pericolo lo distruggeva si sentiva in colpa perché se non si fosse allontanato da Torino forse tutto questo non sarebbe successo.
La prima cosa che fece arrivato in ufficio fu’ quella di contattare Torre a finché iniziasse le ricerche della prof e potesse raccogliere più notizie possibili sulla vita della donna.
Non erano più tardi delle otto, che si trovò Livietta e Renzo nel suo ufficio;
 
 – allora ci sono novità?? – disse la ragazza con evidenti segni di una notte insonne
 – no!! – lo straziava non poter dare maggior informazioni -  Ho avvertito Torre affinché possa incominciare le ricerche –
 – Bene!! – disse Renzo  
 – Io chiederò di seguire il caso. Credo che entro domani sarò a Torino – aveva poggiato la testa tra le mani e iniziò a massaggiarsi le tempie
 – Io vado un momento fuori ho bisogno d’aria! – aveva gli occhi pieni di lacrime
 – vuoi che venga con te tesoro?? – le tese un braccio sulla spalla come per consolarla
– no grazie papà non preoccuparti! – uscì dalla stanza abbattuta
 
Dopo qualche minuto di silenzio passato ad osservare il vicequestore Renzo domandò
 
– a cosa stai pensando?? –
– a niente!!! Niente non riesco a pensare a niente se non al peggio – si leggeva la disperazione nei suoi occhi
- Gaetano stai tranquillo la ritroveremo!! – fece un sorriso per infondere coraggio all’uomo che aveva di fronte
– E se non fosse così??? – stava per piangere lo sentiva – infondo è colpa mia se è successo tutto questo… se solo fossi rimasto Tor… -
– ssssh!! se la metti così la colpa è anche mia. Non guardarmi così, se non mi fossi intromesso tra di voi Camilla non ti avrebbe lasciato e tutto questo non sarebbe successo – chinò la testa e la mise tra le mani come per disperazione
– ora smettiamola di fare i ragazzini non serve a nulla – si sistemò e si avvicinò a Renzo – dobbiamo capire cosa è successo e perché si è allontanata volontariamente –
– Si hai ragione!! Disperarsi non serve a nulla –
- Esatto! Come prima cosa dovete tornare a casa, io farò mettere il telefono sotto controllo in caso chiamassero per un riscatto. Controllate se avete avuto minacce per posta o per email e come ultima cosa devo chiedertelo – titubò per alcuni istanti
- chiedermi cosa?? –
– per caso ti sei fatto nemici?? –
– nemici in che senso scusa??? –
­– Renzo non fraintendere, ma se Camilla è stata rapita e di ciò ne sono sicuro, evidentemente chi l’ha rapita lo ha fatto per colpire qualcuno a lei caro!! –
– beh se la metti così dovresti chiedere a te stesso se non c’è qualcuno che voglia colpire te! – si era messo sulla difensiva gli aveva puntato il dito contro sapendo che forse aveva centrato il punto. Si alzò dalla sedia e si recò verso la porta – scusami non volevo! Adesso sarà meglio che porti Livietta a casa… -
 
Gaetano fece un cenno con la testa e un mezzo sorriso e appena vide l’uomo sparire dietro la porta si accasciò sulla sedia dietro la sua scrivania con il volto tra le mani e le lacrime che scendevano come un fiume, la sola idea che Renzo potesse aver ragione lo devastava. Certo in tanti anni di servizio si era fatto dei nemici ma non credeva che per colpire lui avessero rapito Camilla e poi perché proprio in quel momento che lei non faceva più parte della sua vita.
Troppe domande balenavano nella sua testa e poche risposte, era straziante l’attesa non aveva ricevuto ancora nessuna notizia da Torre e questo non presagiva niente di buono, fortunatamente il questore aveva capito la situazione e gli aveva concesso due settimane per trovare la donna. Tornò a casa per prendere il minimo indispensabile e si mise in viaggio verso Torino.
 
 
 
 
X -  come siamo silenziose! Ho una bella notizia mia cara prof il suo Vicequestore è in viaggio e scommetto che è diretto qui a Torino –
C – Fate ciò che volete di me ma lasciate stare Gaetano vi prego –
X – non si affatichi poi nelle sue condizioni non le fa bene. E poi se le succedesse qualcosa il capo non ci penserebbe due volte a farmi fuori –
C – ma si può sapere cosa volete da me??? –
 
 
Iniziò ad urlare e dimenarsi, la paura e la disperazione presero il sopravvento iniziò a piangere, l’idea che potessero far del male a Gaetano era straziante. Si accasciò a sul materasso e si addormentò sfinita.
 
   
 
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